Atmosphere Explosive (ATEX) è una miscela pericolosa ed esplosiva che si forma all’interno delle discarichedi Marco ArezioLe discariche, che ospitano prodotti non riciclabili e biodegradabili, non sono degli impianti semplici da gestire a causa di fattori interni ed esterni che è bene conoscere, in modo da capire e valutare il rischio presente nell’area del sito di conferimento e quello per gli insediamenti urbani limitrofi. Nel passato, prima che prendesse piede in modo strutturato il riciclo meccanico dei rifiuti, la discarica era il luogo dell’oblio dei prodotti scartati, la soluzione allo smaltimento di ogni rifiuto che veniva prodotto dall’uomo. Un ammasso indecifrabile di materiali eterogenei che venivano accatastati e ricoperti quando la discarica era piena, senza troppo preoccuparsi dell’azione chimica che i rifiuti continuavano a produrre nel corso degli anni. Anche le tecnologie di protezione del suolo e del sottosuolo, al fine di evitare l’inquinamento dei terreni e delle falde acquifere, lasciavano abbastanza a desiderare, con situazioni di inquinamento scoperte molti anni dopo. Oggi, la tecnologia di costruzione e di gestione di una discarica ha sicuramente fatto molti passi avanti, tenendo inoltre conto del positivo apporto a monte del sistema di riciclo dei rifiuti, che ha un po' ridotto e diversificato la pressione del materiale che entra in discarica. Inoltre, le tecnologie di rivestimento e contenimento degli agenti inquinanti del suolo, hanno permesso un approccio al problema discariche più professionale e più ecologico. Nonostante ciò, il rifiuto che viene depositato continua ad avere una vita propria all’interno dell’ammasso stratificato, in virtù dei processi organici che lo scarto produce per molti anni, innescando problematiche da conoscere e tener presente. Una di queste è il cosiddetto fenomeno ATEX (Atmosphere Explosive) che rappresenta il pericolo di esplosione che si genera a causa della formazione di biogas negli strati interni dei rifiuti. Il biogas che scaturisce è composto principalmente da Metano (CH4), e può raggiungere anche il 65% in base alla composizione del mix dei materiali depositati, all’età e alle condizioni della discarica. Un altro fattore da tenere presente, nel calcolo del rischio esplosivo ATEX, è la possibile presenza di rifiuti infiammabili, come materie plastiche non riciclabili o residui chimici solidi o liquidi, che possono, in caso di esplosione, amplificare la forza dirompente del metano rilasciato. Si sono quindi sviluppati impianti di captazione dei gas prodotti internamente ad una discarica che, in base alle tecnologie applicate e al grado di ingegnerizzazione degli impianti, hanno la possibilità di estrarre dal 50 al 90% dei gas esplosivi contenuti. Ma quando si può verificare un’esplosione in una discarica? Ci sono dei fenomeni scatenanti diretti, ed alcuni indiretti, che bisogna monitore per ridurre al minimo il problema. Tra quelli diretti possiamo citare l’autocombustione dei materiali in presenza di condizioni particolari, come un’elevata temperatura interna del depositato, una presenza elevata di metano e una combinazione di rifiuti adatti al fenomeno auto combustivo. Tra i fenomeni indiretti possiamo annoverare le operazioni di lavoro nell’area della discarica, come l’uso di attrezzature che potrebbero provocare scintille, come mole, flessibili rotanti, le azioni di saldatura, i motori termici accesi, la presenza di linee elettrice e i fenomeni di vandalismo. Come si forma il rischio ATEX Per schematizzare, possiamo dire che i principali fattori che influenzano la migrazione dei gas dai rifiuti sono la diffusione, la pressione e la permeabilità Partiamo quindi dal presupposto che il biogas, che si forma all’interno delle discariche, ha un peso specifico simile al quello dell’aria e, per questo motivo, si crea una migrazione dagli strati interni verso l’esterno della superficie della discarica. La componente principale del biogas, come abbiamo visto, è formata da metano, gas altamente infiammabile ed esplosivo se compresso in ambiente chiuso, che nelle discariche mediamente si può trovare in una concentrazione intorno al 50%. Di per sé non è un valore alto in assoluto ma non si può escludere che non generi esplosioni. Altri due componenti da tenere presente per il calcolo del rischio ATEX sono l’ossigeno e l’idrogeno solforato, che potrebbero concorrere ad amplificare il fenomeno. Per quanto riguarda l’ossigeno, questo è necessario per i fenomeni anaerobici della produzione di metano, quindi, pur potendo essere intercettato in superficie, il metano libero non ha, normalmente, concentrazioni sufficienti da creare esplosioni a contatto con l’ossigeno. Per quanto riguarda l’idrogeno solforato, composto che si forma nei processi iniziali della biodegradazione dei rifiuti, per quanto normalmente di bassa quantità, non essendo captato in modo strumentale, è necessario considerarlo nella valutazione di un ipotetico rischio di esplosione. Come eliminare i gas potenzialmente esplosivi per ridurre il rischio ATEX Le discariche, in cui è previsto lo smaltimento anche dei rifiuti organici, devono essere dotate di impianti per la captazione e l’estrazione dei gas esplosivi che vengono formati all’interno della massa dei rifiuti, e la loro permanenza in piena efficienza deve durare per tutto il tempo che esisterà la discarica, anche se non più operativa. Il gas raccolto può essere utilizzato come fonte energetica, ma, in caso non esistessero impianti per il suo riciclo, dovrà essere smaltito in apposite camere di combustione. In ultimo dobbiamo considerare la CO2, gas più pesante dell’aria, che viene prodotto anch’esso nella biodegradazione dei rifiuti e che va a depositarsi negli strati più bassi del cumulo. Pur non essendo in diretta relazione con il rischio ATEX, lo segnaliamo in quanto gas asfissiante, che può provocare la morte di uomini ed animali, quindi sarà necessario prevedere la sua captazione ed eliminazione.
SCOPRI DI PIU'I pericoli Ambientali ed Umani a un Ecosistema Cruciale per la Biodiversità e le Comunità Locali di Marco ArezioLa foresta di mangrovie dei Sundarbans, situata alla confluenza del fiume Gange con il Golfo del Bengala, è una delle meraviglie naturali più vitali e vulnerabili del mondo. Questo esteso ecosistema di mangrovie, che si estende tra India e Bangladesh, gioca un ruolo cruciale non solo per la biodiversità ma anche per le comunità umane che vi abitano. Tuttavia, il cambiamento climatico e l'intervento umano minacciano gravemente la sua esistenza. Geografia e Storia dei Sundarbans I Sundarbans coprono circa 10.000 chilometri quadrati, con il 60% situato in Bangladesh e il resto in India. Il nome "Sundarbans" deriva dal termine "Sundari", un tipo di albero di mangrovia molto comune nella regione. Questa foresta è la più grande foresta di mangrovie continua del mondo e costituisce una barriera naturale contro tempeste e inondazioni per milioni di persone. La storia dei Sundarbans è profondamente intrecciata con quella delle popolazioni locali, che dipendono da essa per il loro sostentamento attraverso la pesca, l'agricoltura e la raccolta di miele. Le mangrovie forniscono legname, materiali da costruzione e contribuiscono alla stabilità del suolo. La biodiversità dei Sundarbans è straordinaria: ospita il famoso tigre del Bengala, oltre a coccodrilli, delfini, e una vasta gamma di specie di uccelli e pesci. Importanza Ecologica e Utilità della Foresta Le mangrovie dei Sundarbans svolgono molteplici funzioni ecologiche essenziali. Agiscono come biofiltri, purificando l'acqua e catturando i sedimenti che altrimenti inquinerebbero le acque costiere. Le loro radici intricate stabilizzano il suolo e riducono l'erosione, proteggendo le terre interne dalle mareggiate e dalle inondazioni. Inoltre, le mangrovie immagazzinano grandi quantità di carbonio, contribuendo a mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Dal punto di vista economico, le mangrovie sono fondamentali per la pesca, in quanto forniscono habitat per molte specie ittiche. Le popolazioni locali raccolgono miele e altri prodotti forestali non legnosi, che rappresentano una fonte di reddito cruciale. Minacce alla Foresta dei Sundarbans Nonostante la loro importanza, i Sundarbans sono sottoposti a molteplici minacce. La più grave è rappresentata dal cambiamento climatico. L'innalzamento del livello del mare, causato dal riscaldamento globale, minaccia di sommergere vaste porzioni della foresta. Le tempeste più frequenti e intense, come i cicloni, aumentano l'erosione costiera e la salinizzazione del suolo, rendendo difficile la sopravvivenza delle piante di mangrovia. L'intervento umano aggiunge ulteriori pressioni. La deforestazione per il legname, l'espansione agricola e lo sviluppo infrastrutturale distruggono gli habitat naturali. L'inquinamento, sia da fonti terrestri che marine, compromette la qualità dell'acqua e danneggia la flora e la fauna. Inoltre, la pesca eccessiva mette a rischio le risorse ittiche su cui dipendono le comunità locali. La Popolazione dei Sundarbans Le persone che abitano i Sundarbans, circa 4,5 milioni tra India e Bangladesh, vivono in stretto rapporto con l'ambiente circostante. Molti di loro sono pescatori, agricoltori o raccoglitori di miele. Tuttavia, queste comunità sono tra le più vulnerabili agli impatti del cambiamento climatico. Le inondazioni sempre più frequenti e gravi danneggiano le abitazioni e i campi coltivati, mettendo a repentaglio la sicurezza alimentare e le condizioni di vita. In risposta alle crescenti minacce, le comunità locali stanno adottando diverse strategie di adattamento. Ad esempio, stanno cercando di diversificare le loro fonti di reddito, investendo in attività come l'ecoturismo. Inoltre, vi sono sforzi per migliorare le infrastrutture e le pratiche agricole in modo da renderle più resilienti ai cambiamenti climatici. Conclusioni La foresta di mangrovie dei Sundarbans è un tesoro ecologico di inestimabile valore, essenziale per la biodiversità globale e per la sopravvivenza delle comunità locali. Tuttavia, è sotto una minaccia senza precedenti a causa del cambiamento climatico e delle attività umane. Salvaguardare i Sundarbans richiede sforzi concertati a livello locale, nazionale e internazionale. È fondamentale promuovere la conservazione, migliorare le pratiche di gestione sostenibile e aumentare la consapevolezza sui pericoli del cambiamento climatico. Proteggere i Sundarbans non è solo una questione di salvaguardia della natura, ma anche di giustizia climatica, poiché le popolazioni che vi abitano sono tra le più vulnerabili e meno responsabili delle emissioni globali di carbonio. Con azioni decise e collaborative, possiamo sperare di preservare questo straordinario ecosistema per le generazioni future.
SCOPRI DI PIU'Costruzione di una piattaforma tecnologica per il riciclo dei rifiuti plasticiTechnip Energies (T.EN), società leader nell’ingegneria e nella tecnologia per la transizione energetica, e Versalis, società chimica di Eni, hanno sottoscritto un accordo finalizzato all’integrazione delle tecnologie Hoop® di Versalis con quelle di purificazione Pure.rOilTM e Pure.rGasTM di T.EN, costituendo una piattaforma tecnologica per il riciclo chimico avanzato dei rifiuti plastici.Questa piattaforma tecnologica permette di realizzare un processo di riciclo della plastica teoricamente infinito, producendo nuovi polimeri vergini adatti a tutte le applicazioni e identici ai polimeri provenienti da materie prime fossili. Versalis contribuisce con la tecnologia proprietaria Hoop®, un processo di pirolisi che consente il riciclo di rifiuti plastici misti con elevate prestazioni in termini di resa, recupero e flessibilità nella gestione di diversi tipi di feedstock. T.EN contribuisce con la sua esperienza nella progettazione di forni per etilene e steam-cracker, con gli oltre 700 steam-cracker in tutto il mondo che operano con la sua licenza, e con le tecnologie proprietarie di preparazione e purificazione, rispettivamente Pure.rGasTM e Pure.rOilTM, che garantiscono un’integrazione sicura, affidabile e ottimizzata con i cracker esistenti e quelli di nuova generazione. Le tecnologie integrate di Versalis e T.EN contribuiranno a sostenere l’economia circolare, riducendo l’impronta carbonica complessiva nella catena del valore dei polimeri. “Siamo lieti di unire le forze con Versalis per commercializzare le nostre tecnologie combinate per il riciclo dei rifiuti plastici. Questa alleanza contribuirà a rafforzare la leadership di Versalis e di T.EN nella trasformazione dei tradizionali prodotti chimici di base e dei polimeri in prodotti sostenibili e decarbonizzati, facilitando la transizione verso l’economia circolare" ha dichiarato Marco Villa, Direttore Generale di Technip Energies. “Riteniamo che le partnership siano acceleratori di crescita molto efficaci, che trasformano sinergie nella forza di cui tutti necessitiamo per rendere il nostro settore sempre più sostenibile. Questa partnership con T.EN, che coniuga le rispettive tecnologie innovative nel riciclo chimico e la lunga esperienza in progetti industriali, consentirà di accelerare l’implementazione di soluzioni concrete ed efficaci per i rifiuti plastici, da applicare poi ovunque vi sia un’opportunità nel mercato globale”, ha dichiarato Adriano Alfani, Amministratore Delegato di Versalis. Info e foto ENI
SCOPRI DI PIU'Al lavoro, a casa, con gli amici, essere sempre disponibile per non sentirsi esclusidi Marco ArezioStare in un contesto sociale, che sia il lavoro, la tua famiglia o i tuoi amici, comporta sempre di costruire un rapporto che dovrebbe soddisfare entrambe le parti. Nelle relazioni tra le persone e i gruppi di essi, entra però in gioco il carattere di ognuna che ha il potere di modificare un rapporto diretto o lo spirito del gruppo. A volte può succedere che nel contesto quotidiano, un crescente aumento degli impegni vengano svolte da poche o dalle uniche persone che si sentono investite dal dovere di farlo. Non è sempre una questione di pressione o sopraffazione di un individuo sull’altro che indirizzano impegni continui su alcuni soggetti, ma più spesso sono le queste persone che si rendono eccessivamente disponibili facendosi carico di oneri eccessivi. All’interno dei team di lavoro, specialmente quelli gerarchici, si intravede in poco tempo i soggetti che, volenti o nolenti, sono destinatari di attività e di impiego di tempo lavorativo più lungo di altri. Nella famiglia capita spesso che, specialmente le donne, siano oberate da lavori, commissioni, impegni e responsabilità, creando loro stesse un disequilibrio di forze che le penalizza, consumando il loro tempo e non apprezzando la loro vita. Anche in un contesto di amicizie, che esista un gruppo numeroso o pochi amici, si creano delle gerarchie in cui esiste quasi sempre un elemento che si mette a disposizione di altri, si sacrifica per rendere fluido il rapporto e si carica di impegni più o meno importanti. Queste persone sono generalmente vittime di se stesse, difficilmente sono costrette a impiegare il proprio tempo per gli altri, ma si sentono di doverlo fare principalmente per farsi accettare, per credere di essere utili e per questo necessari al gruppo, senza il quale pensano che resterebbero soli. A volte la sottostima di se stessi porta a fare in modo che l’accrescere di sforzi ed impegni possa colmare quell’insicurezza che si ha, pensando che quanto fatto per gli altri sia inteso come una qualità della persona stessa. Ritorniamo sempre nell’ottica di farsi accettare, di essere all’interno di un sistema, di non restare soli e di pensare che, solo attraverso uno sforzo extra, possiamo mascherare l’inadeguatezza che si prova. E’ una forma di annullamento personale che si baratta con un posto in un consesso di persone, che sia il lavoro, la famiglia o gli amici, un vicolo cieco in cui non si riesce ad uscire o non si vuole uscire per paura che i fragili equilibri raggiunti vadano in pezzi. Come uscirne? Prima di tutto c’è da valutare se il tempo speso per i continui impegni possa dare dei ritorni personali sufficienti rispetto allo sforzo compiuto. Se questo non è bisogna ricordare che il tempo rubato a qualcuno, anche involontariamente, è perso per sempre. Ogni essere umano investe il proprio tempo per fare qualche cosa che possa farlo stare bene o possa soddisfare le sue necessità, materiali od affettive, ed è proprio per questo che questa soddisfazione deve avere un equilibrio altrimenti non ne vale la pena. Se tu vai a lavorare 8 al giorno ore prenderai un salario, con questo soddisfi i tuoi bisogni materiali, ma se a parità di salario dovessi lavorarne 16 al giorno, forse sarebbe meglio pensare ad un lavoro diverso. Quindi, nei rapporti con le persone vale più o meno la stessa regola, il tempo speso dovrebbe avere un ritorno soddisfacente per te, che sia sotto forma di relazione affettiva, materna, di amicizia e anche in un consesso lavorativo. Inoltre è necessario rompere quella catena che lega i tuoi rapporti con gli altri con la valutazione che fai di te stesso, pensando che ogni essere vivente ha pregi e fragilità e, molto spesso, si tende a mascherare le fragilità ed esaltare i pregi, non conoscendo mai le persone per quelle che sono. Creare un equilibrio tra quello che fai e quello che ricevi considerando che si deve avere il diritto di cercare la soddisfazione della propria vita, senza mettersi a pieno servizio degli altri in modo unilaterale.Categoria: Slow life - vita lenta - felicità Foto: Corriere della Sera
SCOPRI DI PIU'Amore e Coraggio in un Borgo tra Misteri e Cospirazionidi Marco ArezioRacconti. Il Segreto di Corenno Plinio. Capitolo 2: Un Nuovo Inizio La luce dorata dell’alba riempiva la casa in pietra di Lisa e Andrea a Corenno Plinio, filtrando attraverso le tende e risvegliandoli dolcemente dal sonno. La giornata prometteva di essere serena, e l’aria era fresca e frizzante, tipica delle mattine sul Lago di Como. Dopo una settimana intensa di lavoro, erano felici di prendersi una pausa e godersi la tranquillità del borgo. Sembra che Lisa e Andrea avessero tutto ciò che desideravano dalla vita. Andrea lavorava come medico all’ospedale di Bellano, a pochi chilometri di distanza. Specializzato in medicina interna, era apprezzato dai colleghi per la sua competenza e dai pazienti per la sua empatia. Ogni giorno si dedicava con passione alla cura dei malati, affrontando situazioni complesse e delicate. Il lavoro era impegnativo, ma Andrea trovava sempre il modo di bilanciare la sua vita professionale con quella personale. Lisa, invece, era insegnante di storia dell’arte al liceo di Colico. La sua passione per l’arte traspariva in ogni lezione, ispirando i suoi studenti a esplorare il mondo dell’arte con curiosità e creatività. Amava condurre visite guidate ai musei e alle gallerie, arricchendo l’apprendimento con esperienze dirette. Il suo entusiasmo e la sua dedizione la rendevano una delle insegnanti più amate della scuola. La strada panoramica che portava a Colico era un viaggio che Lisa affrontava volentieri ogni giorno, godendosi la vista del lago e delle montagne circostanti. La loro casa, situata nella parte alta di Corenno Plinio, era un rifugio perfetto. Costruita in pietra locale, aveva un aspetto rustico ma accogliente. Le finestre con persiane verdi si affacciavano su un piccolo giardino pieno di fiori. Il balcone offriva una vista mozzafiato sul Lago di Como, un panorama di cui non si stancavano mai. All’interno, la casa era arredata con gusto semplice ma elegante, grazie ai pezzi scovati da Lisa nei mercatini locali, che avevano immerso la casa nella cultura del lago. Il soggiorno era dominato da un grande camino in pietra, perfetto per le serate invernali. Sopra il camino, una pergamena, inquadrata in una cornice di rovere, raccontava la storia di Corenno Plinio. La pergamena, scoperta da Lisa in un mercatino a Menaggio, narrava le origini del borgo, fondato nel XIII secolo. Secondo la pergamena, Corenno Plinio prende il nome da Plinio il Vecchio, il famoso scrittore e naturalista romano che aveva esplorato queste terre. Sebbene non ci siano prove concrete che Plinio abbia fondato il borgo, la sua figura è venerata come simbolo del sapere e della scoperta. Nel XIII secolo, Corenno Plinio divenne un punto strategico di difesa contro le incursioni, grazie alla costruzione del castello e delle mura difensive. Il castello, oggi parzialmente in rovina, era un'imponente struttura che dominava il borgo e offriva una vista strategica sul lago. Fu costruito per volere di Ottone Visconti, un influente arcivescovo di Milano che cercava di consolidare il suo potere nella regione. Durante il Rinascimento, il borgo visse un periodo di prosperità grazie alla famiglia Borromeo, che acquisì il controllo della zona. Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano e successivamente santo, visitò frequentemente Corenno Plinio, promuovendo riforme religiose e sociali. La sua influenza portò alla costruzione di nuove chiese e all'abbellimento del borgo con opere d'arte e architettura. Nel XVIII secolo, il paese fu testimone delle invasioni napoleoniche. Giuseppe Garibaldi, l'eroe dei due mondi, passò per Corenno Plinio durante la sua campagna per l'unificazione dell'Italia. Si dice che abbia trovato rifugio nel borgo per alcuni giorni, ricevendo il sostegno degli abitanti locali. La pergamena continuava descrivendo come Corenno Plinio avesse resistito ai cambiamenti del tempo, mantenendo intatto il suo fascino medievale. Ogni pietra, ogni vicolo, raccontava una storia di resistenza e di bellezza senza tempo. Quella sera, Lisa e Andrea decisero di cucinare un risotto al pesce persico, una specialità del Lago di Como. Andrea si occupò del pesce, sfilettandolo con abilità e preparando una leggera panatura. Lisa, invece, si dedicò al risotto, utilizzando un brodo fatto in casa e insaporendo il tutto con un tocco di salvia fresca, raccolta direttamente dal loro giardino. Mentre il risotto cuoceva lentamente, Lisa preparò un antipasto di bruschette con pomodorini, basilico e mozzarella di bufala. La tavola era apparecchiata con cura, con un centrotavola di fiori freschi dal giardino e candele che creavano un’atmosfera calda e accogliente. Il giardino, seppur piccolo, era un tripudio di colori. Lisa e Andrea avevano piantato rose di diverse varietà, che riempivano l’aria con il loro profumo dolce. Tulipani e narcisi spuntavano in primavera, seguiti da gerani e lavanda in estate. C’era anche un angolo dedicato alle erbe aromatiche: rosmarino, salvia, basilico e menta, che usavano spesso in cucina. Il giardino era un luogo di pace, dove amavano trascorrere il tempo leggendo, chiacchierando o semplicemente rilassandosi. Dopo cena, decisero di fare una passeggiata lungo il lago. Corenno Plinio, con le sue antiche case in pietra, i vicoli stretti e le scalinate che conducevano al lago, aveva un fascino senza tempo. Mentre camminavano, salutavano i vicini e osservavano la vita del borgo che si svolgeva intorno a loro. Passarono accanto alla chiesa medievale di San Tommaso di Canterbury, le cui antiche pietre raccontavano storie di secoli passati. Sul sagrato, alcuni abitanti del paese chiacchieravano, godendosi la frescura della sera. Un gruppo di bambini correva e giocava a nascondino tra i vicoli, le loro risate riempiendo l'aria. Mentre percorrevano una delle stradine acciottolate, notarono i lampioni accendersi, gettando una luce calda sulle facciate delle case. La vista era suggestiva e romantica. Arrivarono alla piazzetta principale del borgo, dove il tempo sembrava essersi fermato. Le case di pietra, le stradine acciottolate e le scalinate che conducevano al lago contribuivano a creare un'atmosfera magica. Nella piazza, un gruppo di anziani discuteva animatamente di politica locale, mentre un artista di strada dipingeva un paesaggio del lago. "È bello vedere tanta vita in paese anche di sera," commentò Andrea, osservando la scena. "Corenno Plinio ha un'energia unica." "Sì, è vero," rispose Lisa. "Ogni angolo ha una storia da raccontare, e le persone qui sono straordinarie." Si avvicinarono al lungolago, dove le barche erano ormeggiate pacificamente. I pescatori locali avevano già sistemato le reti e le attrezzature per la nottata di pesca successiva. Il vecchio Pietro, che stava finendo di attrezzare la sua barca, salutò Andrea con una mano callosa. "Buonasera, Andrea! Oggi sarà una giornata perfetta per la pesca." "Buonasera, Pietro," rispose Andrea. "Spero che tu possa fare una buona pesca." Proseguirono lungo il sentiero che costeggiava il lago, godendosi la vista delle montagne circostanti e il suono delle onde che lambivano dolcemente la riva. "Stavo pensando," disse Andrea, "che potremmo sistemare meglio il giardino dietro casa. Potremmo piantare altri fiori e creare un angolo dove poterci rilassare nelle serate estive." Lisa annuì. "Mi sembra una splendida idea. Adoro i giardini fioriti. E poi, sarebbe bello avere un posto tutto nostro dove trascorrere del tempo all'aperto." Tornarono a casa con una nuova energia, determinati a rendere il loro rifugio a Corenno Plinio ancora più speciale. Dopo aver sistemato la casa e iniziato a pianificare i lavori in giardino per il giorno dopo, decisero di concedersi un momento di relax sul balcone, che offriva una vista mozzafiato sul lago. Seduti sulle sedie di vimini, con una tazza di tisana in mano, osservavano lo spegnersi del giorno. Il cielo si tingeva di colori caldi, la luce stava sparendo, riflettendosi nelle acque calme del lago. "Sai," disse Lisa, "questa settimana mi ha fatto capire quanto sia importante prenderci del tempo per noi stessi. Dobbiamo imparare a rallentare e apprezzare i piccoli momenti." Andrea annuì, il viso illuminato dalla fioca luce dorata del tramonto. "Hai ragione. A volte siamo così presi dalla routine quotidiana che dimentichiamo di fermarci e goderci il presente. Questo posto ci offre la possibilità di farlo." La serata proseguì in un clima di serenità e complicità. Mentre il cielo si oscurava e le stelle cominciavano a fare capolino, Lisa e Andrea si sentirono grati per tutto ciò che avevano. La loro casa a Corenno Plinio era più di un semplice rifugio; era il luogo dove potevano essere se stessi, crescere insieme e affrontare qualsiasi sfida. Prima di andare a dormire, si sedettero nuovamente sul balcone, avvolti da una coperta, osservando le stelle che brillavano nel cielo limpido. "Sai," disse Andrea, "ogni giorno che passa mi rendo conto di quanto siamo fortunati. Questo posto, la nostra vita insieme... è tutto così perfetto." Lisa si accoccolò vicino a lui, sentendo il calore del suo corpo. "Sì, lo è. E non vedo l'ora di vedere cosa ci riserva il futuro." E con quelle parole, si addormentarono, avvolti nel calore del loro amore, pronti ad affrontare un nuovo giorno a Corenno Plinio, con il cuore colmo di speranza e di gioia.© Vietata la Riproduzione
SCOPRI DI PIU'Sostenibilità e Arte nell'Artigianato: Come le Tecniche Ancestrali Incontrano l'Innovazione nelle Maioliche e nel Cotto di Marco ArezioL'artigianato riveste un ruolo cruciale nell'economia globale, combinando tradizione, innovazione e sostenibilità. La produzione di cotto fatto a mano e di maioliche da rivestimento rappresenta una tradizione millenaria, arricchita oggi dall'uso di materiali riciclati e tecniche innovative che rispettano l'ambiente. Questo articolo esplora le tecniche costruttive e decorative di questi manufatti, il ruolo dei materiali riciclati, i principali paesi produttori e i mercati di nicchia a livello globale. L'Argilla: Fondamento della Ceramica ArtigianaleL'argilla è il materiale fondamentale per la creazione di ceramiche, inclusa la storica arte delle maioliche. Questo materiale naturale gioca un ruolo cruciale non solo per le sue proprietà fisiche ma anche per la sua disponibilità e versatilità nel processo artistico e artigianale. Formazione dell'Argilla L'argilla si forma dalla lenta erosione delle rocce silicee della crosta terrestre, un processo che può durare milioni di anni. L'azione dell'acqua, del vento, e dei cambiamenti climatici scompone le rocce in particelle finissime, che vengono trasportate e depositate in luoghi come i letti dei fiumi, le valli e le pianure alluvionali. Queste particelle si mescolano con minerali, materia organica e acqua, formando vari tipi di argilla. La composizione specifica dell'argilla, che può includere diversi tipi di minerali come il caolino, l'illite e la montmorillonite, determina le sue caratteristiche e le sue applicazioni. Caratteristiche dell'Argilla L'argilla si distingue per diverse proprietà che la rendono ideale per la produzione di ceramiche:Plasticità: L'argilla è estremamente malleabile quando è umida, il che permette agli artigiani di modellarla in forme complesse. Questa plasticità, dovuta alla dimensione e alla forma delle particelle di argilla e alla presenza di acqua, facilita la creazione di oggetti d'arte e utensili.Durabilità post-cottura: Una volta essiccata e cotta a temperature elevate, l'argilla subisce una trasformazione fisica e chimica che la rende dura e resistente. Questa durabilità ha permesso alle ceramiche di svolgere un ruolo centrale nelle società umane per millenni, come contenitori, oggetti decorativi e materiali da costruzione.Varietà cromatica: La presenza di minerali diversi può influenzare il colore dell'argilla e, di conseguenza, delle ceramiche finite. La gamma di colori va dal bianco al rosso, dal grigio al nero, offrendo un ampio spettro creativo per gli artisti.Importanza nell'Artigianato Ceramico Nel contesto dell'artigianato ceramico, l'argilla non è solo un materiale da lavorare; è una tela vivente che porta con sé la storia geologica della Terra. Gli artigiani, attraverso la selezione dell'argilla e la manipolazione delle sue proprietà naturali, esprimono creatività e tradizione, creando opere che sono al tempo stesso funzionali, belle e ricche di significato culturale. Produzione del Cotto Fatto a Mano con Elementi Riciclati Il cotto, noto per la sua durabilità e bellezza naturale, è un materiale che da secoli viene utilizzato nella costruzione e nella decorazione di edifici. La produzione di cotto fatto a mano incorpora una consapevolezza ecologica attraverso l'utilizzo di elementi riciclati, che non solo riduce gli sprechi ma contribuisce anche a creare prodotti unici e ricchi di storia. Definizione e Caratteristiche Il cotto fatto a mano è prodotto utilizzando argilla naturale, che viene modellata, asciugata e poi cotta in forni. La caratteristica principale di questo processo è l'unicità di ogni pezzo, risultato della modellazione manuale e delle variazioni di cottura. Importanza del Riciclo Nel contesto della produzione artigianale, l'uso di elementi riciclati si traduce in un minor impatto ambientale e in una maggiore sostenibilità del processo produttivo. Materiali come vecchi cotti dismessi, frammenti di ceramiche e vetro possono essere triturati e integrati nell'argilla, conferendo caratteristiche uniche al prodotto finito. Processo di Produzione Selezione e Preparazione dei Materiali: L'argilla viene selezionata con cura e mescolata con materiali riciclati triturati. Formazione e Modellazione: Le tecniche tradizionali di modellazione a mano permettono di formare pezzi unici. Asciugatura: I pezzi modellati vengono asciugati lentamente per prevenire crepe e deformazioni. Cottura: La cottura avviene in forni tradizionali, spesso alimentati con legna, che conferiscono al cotto colori e texture caratteristici. Produzione Artigianale di Maioliche da Rivestimento Le maioliche rappresentano un'altra faccia dell'artigianato ceramico, distinte per le loro superfici smaltate e le vivaci decorazioni. La produzione artigianale di maioliche integra spesso scarti di produzione nel processo, rendendo ogni pezzo unico e sostenibile. Caratteristiche delle Maioliche Artigianali Le maioliche si distinguono per lo smalto lucido e le decorazioni che vanno da semplici motivi geometrici a complesse rappresentazioni figurative, applicate a mano con grande maestria. Tecniche di Smaltatura e Decorazione Preparazione degli Smalti: Gli smalti vengono preparati mescolando silicati con ossidi metallici per ottenere vari colori. Applicazione dello Smalto: Lo smalto viene applicato sulle superfici ceramica prima della cottura. Tecniche di Decorazione Manuale: Le decorazioni vengono applicate a mano, spesso con l'uso di stencil o a mano libera, prima dell'ultima cottura che fissa lo smalto. Tecniche Costruttive e Decorative La produzione di cotto e maioliche si basa su tecniche che hanno radici profonde nella storia, ma che si sono evolute nel tempo con l'introduzione di nuove tecnologie e materiali. Innovazione nelle Tecniche di Cottura: La transizione dai forni a legna ai forni elettrici ha permesso un controllo più preciso della temperatura, riducendo il rischio di pezzi difettosi e migliorando l'efficienza energetica. Ad esempio, i forni elettrici moderni possono ridurre il consumo energetico fino al 30% rispetto ai forni tradizionali. Tecnologie Digitali nella Decorazione: L'introduzione della stampa digitale ha rivoluzionato le tecniche di decorazione delle ceramiche, permettendo la riproduzione di disegni complessi con alta fedeltà e variabilità. Questa tecnologia ha aperto nuove possibilità di personalizzazione e ha ridotto i tempi di produzione. Maggiori Paesi Produttori e Mercati di Nicchia La produzione di ceramiche artigianali è un settore significativo in diversi paesi, ognuno dei quali contribuisce al mercato globale con le proprie tecniche tradizionali e innovazioni. Italia: Il distretto ceramico di Sassuolo, in Emilia-Romagna, rappresenta circa l'80% della produzione italiana di piastrelle e esporta in più di 140 paesi. Il settore ceramico italiano, compreso il cotto e le maioliche, impiega direttamente oltre 27.000 persone, dimostrando l'importanza economica di questa tradizione artigianale. Spagna: Il settore della ceramica in Spagna genera un fatturato annuale di circa 3 miliardi di euro, con una forte presenza sul mercato internazionale. Le esportazioni rappresentano più del 70% delle vendite, sottolineando la domanda globale per le uniche ceramiche spagnole. Marocco: L'industria ceramica artigianale marocchina è strettamente legata al turismo e alla domanda interna. Le esatte dimensioni economiche del settore sono difficili da quantificare a causa della sua natura frammentata, ma è riconosciuto come un importante motore di impiego e conservazione culturale. Sfide e Opportunità Il settore dell'artigianato ceramico affronta diverse sfide nel contesto globale, ma queste stesse sfide presentano opportunità uniche per i produttori artigianali. Sfide: La concorrenza con la produzione di massa e la standardizzazione rappresenta una delle maggiori sfide. Inoltre, l'incremento dei costi dei materiali e dell'energia incide sul margine di profitto degli artigiani. Ad esempio, l'aumento dei prezzi del gas naturale, essenziale per la cottura delle ceramiche, può incidere fino al 40% sui costi operativi. Opportunità: C'è una crescente domanda di prodotti unici e personalizzati, soprattutto in mercati di nicchia ad alto valore. L'interesse verso la sostenibilità e la provenienza etica dei prodotti offre agli artigiani l'opportunità di differenziarsi. Inoltre, l'uso di social media e piattaforme online apre nuovi canali di vendita e promozione, permettendo agli artigiani di raggiungere un pubblico globale. Queste analisi evidenziano come il settore della ceramica artigianale sia dinamico e in grado di adattarsi alle mutevoli esigenze del mercato globale, preservando al contempo tecniche tradizionali e promuovendo l'innovazione
SCOPRI DI PIU'Polimeri nel campo dell’ecologiadi Marco ArezioCi sono i campi di applicazione tradizionali dei polimeri plastici che tutti conosciamo, permettendoci di usare i prodotti plastici quotidiani, poi ci sono campi di utilizzo davvero impensabili. Secondo le informazioni dell’Universitàdi Iztapalapa in Messico, un team di ricercatori universitari, capeggiato dalla Dott.ssa Judith Cardoso, sta studiando gli impieghi di vari polimeri e biopolimeri, per migliorare le performance di alcune operazioni di carattere ecologico. Due di questi progetti riguardano la pulizia dei pozzi profondi e il trattamento dell’acqua di scarto proveniente dai lavaggi delle auto che sono notoriamente contaminate. Nel caso dell’autolavaggio si trattava di poter gestire i materiali di scarto, di origine biologica e trasportati dall’acqua, attraverso il legame con un polimero, creando dall’unione, un elemento pesante che scendesse sul fondo delle vasche di raccolta, consentendo così di pulire l’acqua. Questo nuovo composto può essere definito un fango che ha caratteristiche tali da poter essere utilizzato per il compostaggio. Nel caso della purificazione dei pozzi di acqua dai metalli pesanti, quali il Cromo 6 e l’arsenico, il gruppo di ricerca, in collaborazione con il National Polytechnic Istitute (IPN), sta sperimentando l’impiego di resine a base di polimeri. Questo studio vuole trovare una soluzione per l’estrazione dell’acqua in assenza dei due inquinanti, che sono facilmente presenti nei pozzi in aree semi-aride. Il processo prevede inoltre l’impiego della tecnologia di elettrodeionizzazione in una cella elettrochimica. Un altro studio su cui si stanno concentrando i ricercatori è quello di riuscire ad immagazzinare, nelle resine riciclate, una certa quantità di CO2 con lo scopo di produrre un abbattimento di quella circolante e, inoltre, creare resine con un maggior valore aggiunto. Infatti, se si riuscisse a trovare un metodo industriale di immagazzinamento della CO2 nelle resine riciclate, si creerebbero delle basi polimeriche che si potrebbero trasformare, secondo i ricercatori, in etanolo metanolo e biocarburanti od altri composti da utilizzare come materie prime.Categoria: notizie - polimeri - economia circolare - riciclo - rifiuti - ecologia
SCOPRI DI PIU'Nel controllo qualitativo delle materie plastiche riciclate, riveste grande importanza il test di laboratorio sulla trazionedi Marco ArezioQuando ci approcciamo alla produzione di un manufatto plastico, abbiamo bisogno di raccogliere una serie di informazioni per quanto riguarda la qualità e le caratteristiche della materia prima riciclata che dobbiamo utilizzare.E’ necessario acquisire dati certi sulla composizione della materia prima, attraverso tests di laboratorio come il DSC, la densità, la fluidità, la presenza di cariche, l’umidità e altre ancora, ma ci sono anche delle informazioni che riguardano la meccanica della materia prima. Queste ci aiutano a sapere come si comporterà il prodotto finito quando sarà sottoposto a sollecitazioni di tipo meccanico, come la trazione, la flessione, il taglio o la compressione. Ogni volta che applichiamo una forza ad un corpo questo tende a deformarsi, a volte anche in modo impercettibile all’occhio umano, come risposta alla sollecitazione ricevuta. Se il corpo, al termine della sollecitazione ritorna nella condizione primaria, questa deformazione viene definita elastica. In questo tipo di deformazione tutto il lavoro fatto per deformare il pezzo viene immagazzinato sotto forma di energia elastica che viene poi restituita una volta eliminata la sollecitazione. I tests di laboratorio servono per capire in anticipo, cioè prima che il prodotto venga realizzato, quale sarà in comportamento elastico del corpo e quali saranno i suoi limiti meccanici. Tuttavia bisogna tenere presente che comportamento di un materiale reale può essere diverso da quello idealmente elastico: la presenza di grandi deformazioni porta infatti a una risposta di tipo plastico del materiale. Ma come avviene in laboratorio una prova di trazione su un provino di materiale plastico riciclato? Innanzitutto è necessario creare dei provini secondo le normative vigenti, che avranno una forma tipica ad osso di cane, ed avranno dei parametri geometrici e dimensionali precisi. I campioni preparati, ottenuti dallo stampaggio a iniezione, secondo la norma UNI EN ISO 527, devono essere esenti da torsione e devono avere coppie di superfici parallele, bordi privi di incisioni, difetti, infossature superficiali o bave, con una lunghezza totale di 149 mm. e uno spessore di 4 mm. La macchina di laboratorio, rappresentata da un estensimetro, misurerà graficamente e analiticamente la deformazione del campione sottoposto ad esame e ci darà le indicazioni del futuro comportamento del prodotto che vorremmo realizzare. Questo dato, insieme agli altri indispensabili indicatori, ci fotografano in modo approfondito la tipologia di materia prima che utilizzeremo e ci aiuteranno a compiere eventuali correzioni sia sulla miscela che, eventualmente, sul processo di produzione. Categoria: notizie - tecnica - plastica - riciclo - test di trazione - qualità
SCOPRI DI PIU'Si parla tanto di investimenti per l’economia circolare ma il capitale cerca sempre scorciatoieSembreremmo ormai entrati in una fase di sicuro interesse verso l’economia verde, di startup innovative che si occupano di agricoltura eco sostenibile, di scoperte per la riduzione dell’inquinamento atmosferico, dei mari e dei suoli, di una mobilità con una bassa impronta carbonica… ma è proprio così? Nonostante la Commissione Europea presieduta da Ursula von der Leyen, abbia tracciato una strada chiara e univoca su un modello di sviluppo più compatibile con le esigenze della terra e, nonostante dall’altra parte dell’oceano, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, stia remando in senso opposto ritirando addirittura il suo paese dall’accordo di Parigi sul clima, il mondo degli affari tiene il timone dritto decidendo come e dove investire il denaro a disposizione. Infatti, al di là dei proclami statali e dei movimenti di opinione della gente, i soldi si muovono nell’interesse del profitto che, a volte, si può incrociare con i gli interessi della politica e dell’opinione pubblica e a volte no. Non si può dire che il business sociale esista, in quanto i soldi vengono investiti oggi con orizzonti temporali sempre più corti rispetto agli anni, ai decenni o al secolo scorso. Complice l’informatizzazione dei sistemi economici, gli investitori scommettono su attività che si auspicano avere dei ritorni di profitto molto alti in tempi estremamente ristretti. Un esempio lo possiamo vedere osservando l’andamento di alcuni titoli tecnologici e di servizi legati al web, come Google, Apple, Amazon, Tesla, solo per citarne alcuni, che hanno incrementato il loro valore durante il periodo dell’esplosione del Covid in modo del tutto sorprendente, in uno spazio di tempo estremamente limitato, con valori di crescita a due cifre percentuali. Questo è difficile che succeda in un’economia tradizionale, ed è sempre più consueto vedere come i capitali mondiali si rivolgano a business con crescite esponenziali in periodi ristretti. Come è possibile attirare investimenti su progetti green che debbano cambiare o risolvere le anomalie produttive, di consumo o di mobilità che affliggono il nostro pianeta, i cui progetti hanno bisogno di anni o decenni per essere realizzati? Interessa a qualche investitore portare l’acqua potabile in alcune metropoli, come Mumbai, in cui il ritorno dell’investimento sarebbe assicurato ma a fronte della costruzione di una rete idrica i cui tempi sarebbero ovviamente lunghi? Sembrerebbe di no, infatti ogni giorno centinaia di camion portano l’acqua in città, emettendo tonnellate di Co2, ma non si trovano capitali per ammodernare la rete idrica e ridurre l’inquinamento atmosferico. Questo è solo un esempio del paradosso della finanza, che influisce sul mantenimento di sistemi inefficienti e inquinanti, nonostante si dispongano di risorse e di mezzi per risolvere i problemi ambientali. Approfondisci l'argomento
SCOPRI DI PIU'Come uno stile di vita essenziale e una nuova consapevolezza possono arricchire la nostra esistenza in un mondo dominato dal consumismodi Marco ArezioL'economia moderna, nella sua attuale configurazione, appare intrinsecamente orientata a un ciclo perpetuo di produzione e consumo che si alimenta di ritmi frenetici e di una continua spinta al possesso di beni, spesso superflui. Questo sistema sembra costringere un numero sempre maggiore di persone a dedicare gran parte del loro tempo e delle loro energie al lavoro, per produrre oggetti che, a ben vedere, non rispondono a reali bisogni ma piuttosto a desideri indotti da una macchina economica che esige crescita continua. Il Paradosso dell'Abbondanza Il paradosso di questa dinamica economica risiede nel fatto che, mentre la produttività e la disponibilità di beni crescono, la qualità della vita sembra deteriorarsi. Le persone sono indotte a lavorare a ritmi sempre più intensi, spesso sacrificando il proprio benessere psicofisico e il proprio tempo libero. In questo contesto, l'acquisto di beni diventa una sorta di compensazione, una promessa di felicità e di realizzazione personale che, tuttavia, raramente si concretizza. La realtà è che, nonostante l'abbondanza materiale, molte persone si ritrovano a vivere una vita priva di significato, in cui il tempo libero, la serenità e le relazioni autentiche sono sacrificate sull'altare del consumismo. Ripensare il Valore del Tempo e della Semplicità Se ci fermassimo a riflettere su cosa realmente dà valore alla nostra esistenza, potremmo scoprire che il tempo è il bene più prezioso di cui disponiamo. Il tempo per stare con le persone care, per immergersi nella natura, per coltivare passioni e interessi personali, è ciò che veramente arricchisce la vita. Tuttavia, l'attuale struttura economica sembra averci sottratto questa consapevolezza, spingendoci a credere che la felicità risieda nell'accumulazione di beni materiali, piuttosto che nella qualità delle esperienze che viviamo. Imparare a vivere con semplicità, concentrandoci sull'essenziale, potrebbe rappresentare una via d'uscita da questo ciclo vizioso. Il cibo semplice, genuino, la riscoperta delle tradizioni, l'arte del riciclo e del baratto, l'acquisto di beni usati, non sono solo pratiche che contribuiscono alla sostenibilità ambientale, ma possono anche arricchire la nostra vita di significato e di valori autentici. La Ricchezza dell'Animo e il Ritorno alle Radici Vivere in modo più essenziale non significa rinunciare al benessere, ma piuttosto ridefinire cosa intendiamo per "benessere". Un'esistenza basata su valori semplici non preclude la soddisfazione dei bisogni materiali, ma li integra con la cura per la propria interiorità e con il rispetto per gli altri e per l'ambiente. In un mondo che sembra dominato dalla fretta e dall'ansia di possedere sempre di più, riscoprire il valore delle piccole cose può offrire una nuova prospettiva, in cui la ricchezza non è misurata dal denaro, ma dalla qualità delle relazioni e dal senso di pace interiore. Adottare uno stile di vita basato sull'essenziale potrebbe anche ridurre la povertà. Se le persone fossero meno focalizzate sull'accumulo di beni e più concentrate sul valore del tempo e delle relazioni umane, forse vi sarebbe una distribuzione più equa delle risorse. Inoltre, il riciclo, il baratto e l'acquisto di beni usati possono contribuire a una maggiore sostenibilità economica e ambientale, riducendo la pressione sulle risorse naturali e diminuendo i rifiuti. La Natura Come Maestra di Vita Un altro aspetto fondamentale di questo cambiamento di paradigma è il ritorno alla natura. Viviamo in un'epoca in cui la connessione con l'ambiente naturale è spesso trascurata, a favore di uno stile di vita urbano e tecnologico che ci allontana dalle nostre radici. Tuttavia, la natura ha molto da insegnarci, non solo in termini di sostenibilità, ma anche riguardo al ritmo della vita. Osservare la ciclicità delle stagioni, rispettare i tempi della terra, apprezzare la bellezza semplice di un paesaggio, sono tutte esperienze che possono arricchire profondamente la nostra vita. Inoltre, vivere più a contatto con la natura può ridurre lo stress e migliorare la salute mentale e fisica. Studi scientifici hanno dimostrato che trascorrere del tempo all'aria aperta, in ambienti naturali, ha effetti benefici sul nostro benessere psicologico, contribuendo a ridurre l'ansia e a migliorare l'umore. In questo senso, vivere in modo più semplice e più vicino alla natura non è solo una scelta etica e sostenibile, ma anche una scelta di salute. Conclusione Ripensare l'economia e il nostro modo di vivere non è solo un'opzione, ma una necessità in un mondo che sembra sempre più insostenibile sia dal punto di vista ambientale che umano. Imparare a vivere con l'essenziale, riscoprire il valore delle relazioni umane e del tempo, e ritornare a una connessione più profonda con la natura sono passi fondamentali per costruire una società più equa, più felice e più sostenibile. In ultima analisi, il vero cambiamento deve partire da una riconsiderazione dei nostri valori e delle nostre priorità. Non si tratta di rinunciare a tutto, ma di scegliere con consapevolezza ciò che realmente conta, di liberarsi dal superfluo per fare spazio a ciò che arricchisce davvero la nostra vita. E in questo processo, scopriremo che la ricchezza più grande non è quella materiale, ma quella dell'animo, del tempo e della serenità interiore.© Riproduzione Vietata
SCOPRI DI PIU'La filiera sostenibile è in crescita ma necessita di supporto e continuitàdi Marco ArezioQuando si parla di performances economiche di un settore, si pensa spesso alle industrie del comparto digitale o farmaceutico o legato alla tecnologia robotica o al settore energetico o a quelle aree di novità tecniche che rivoluzioneranno la nostra vita, come l’intelligenza artificiale. In realtà esistono altri settori, meno conosciuti, che rientrano ultimamente tra quelli di grande interesse strategico per le nazioni e che rispecchieranno trends di crescita molto importanti. Parliamo della bioeconomia, che in Europa conta già un fatturato di circa 2000 miliardi di euro l’anno, occupando più di 22 milioni di addetti in settori come l’agricoltura, la silvicoltura, la pesca, la lavorazione delle biomasse alimentari e quelle industriali. Per biomasse industriali, per esempio, parliamo della produzione di pasta di cellulosa per il mondo della carta, biocomposti chimici, biomateriali e biocombustibili. Un capitolo particolarmente interessante riguarda proprio questa ultima categoria che, rientrando nel campo della bioindustria, è diventata uno dei pilastri primari della bioeconomia Europea, in grado di convertire le biomasse, residuali o coltivate, in un’ampia gamma di prodotti sostenibili che possono sostituire quelli convenzionali. Gli studi indicano le seguenti previsioni di crescita del settore per il 2030: - Il 30% dei composti chimici avrà un’origine bio e riguarderanno la chimica fine e i prodotti di elevato valore aggiunto- Il 25% dell’energia dei trasporti sarà originata dalla biomassa, con particolare incremento dei carburanti sostenibili per il trasporto aereo - Il 30% dell’energia elettrica e termica in Europa deriverà dalla biomassa Inoltre, possiamo citare un mercato in forte espansione per quanto riguarda il settore dei biopolimeri, delle bioplastiche, delle fibre di origine biologica, dei biocompositi e derivati dalla nano-cellulosa. Si genereranno nuovi composti chimici, su base biologica, per il settore della cosmesi, farmaceutico, aereonavale, bioedilizia, dell’agricoltura e del settore automobilistico. Esiste inoltre un fiorente mercato delle macchine per la lavorazione e trasformazione delle biomasse in bioenergia e bioprodotti, che hanno un grande futuro di sviluppo e di occupazione. Ovviamente, un mercato giovane e potenzialmente in crescita si scontrerà con lo spirito conservatore del mercato degli idrocarburi, che cercherà di mantenere le posizioni commerciali incidendo sui prezzi al ribasso. Nella filiera della bioeconomia e della bioindustria il ruolo dei finanziamenti al sistema, attraverso gli incentivi per sostenere la competitività del settore, permettere di industrializzare e rendere sostenibile a livello imprenditoriale il mercato, sarà del tutto strategico. Le bioraffinerie diventeranno competitive quando: - Si potrà creare dei centri di trasformazione che lavorino multiprodotti e che il rifiuto sia di derivazione locale - Si creerà una filiera della raccolta dei rifiuti, in modo da rendere disponibili masse sufficienti per la lavorazione industriale in modo continuativo - I prezzi della cessione dei rifiuti dovranno essere competitivi per poter sostenere la filiera, ma nello stesso tempo essere sostenibili per gli agricoltori - Non creare la competizione nelle aree di coltivazione pregiate adatte alla produzione di cibo con quelle per la biomassa - Il ripristino dei terreni a bassa produttività per l’utilizzo di colture che possano sostenere l’industria della biomassa e, allo stesso tempo, migliorino il bilanciamento della CO2 e l’incremento della biodiversità.
SCOPRI DI PIU'La multinazionale DS Smith si occupa dei servizi di riciclo della carta in 14 paesi al mondo con 3500 dipendenti e 16 cartiere, producendo ogni anno 5 milioni di tonnellate di prodotti in carta, attraverso questa intervista conosciamo il nuovo amministratore delegato del settore riciclo.Rogier Gerritsen in qualità di nuovo amministratore delegato della divisione Recycling di DS Smith è responsabile delle operazioni di riciclaggio in tutta Europa.Cosa ti ha attratto del ruolo di amministratore delegato della nostra divisione riciclaggio? Dopo aver lavorato in entrambe le divisioni Carta e Imballaggio, non ho potuto dire di no a questa fantastica opportunità. Ho sempre ammirato il nostro modello di business circolare e la divisione Recycling gioca un ruolo così cruciale in questo aiutando i nostri clienti a migliorare il loro riciclaggio e ridurre i loro rifiuti, mantenendo i materiali in uso il più a lungo possibile. Questo è solo uno dei modi in cui stiamo creando l'economia circolare, riducendo al minimo l'impatto sul mondo che ci circonda. Sono entusiasta di svolgere un ruolo nel contribuire a creare un futuro più sostenibile per la nostra attività, i nostri clienti e l'ambiente. Cosa vorresti ottenere nel tuo nuovo ruolo? Durante le mie prime settimane, ho avuto il grande piacere di incontrare molte delle persone appassionate e competenti del nostro team che hanno a cuore la nostra attività, vogliono fare la differenza e hanno l'esperienza necessaria. Voglio che siamo in grado di condividere ancora di più la nostra esperienza e competenza e aiutare i nostri clienti con le loro sfide nel riciclo qualunque esse siano: raggiungere gli obiettivi del riciclo, migliorare le prestazioni o raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Cosa ti rende orgoglioso del tuo nuovo ruolo? La nostra missione è garantire che il riciclo dei nostri clienti sia realmente riciclato e credo fermamente che possiamo fare la differenza nella maggior parte dei mercati in cui operiamo. Sono particolarmente orgoglioso che abbiamo la responsabilità di fornire la massima qualità possibile di materiali riciclati ai nostri impianti e una rete di aziende partner di fiducia in tutto il mondo. Vorrei che usassimo le nostre capacità, passione, processi e impronta per aiutare i nostri clienti e dare forma al nostro intero settore. Cosa ti stimola fuori dal lavoro? Ci tengo molto a fare la differenza e penso che sia davvero importante investire nelle nostre generazioni future, condividere conoscenze ed esperienze per assicurarci che ne traggano vantaggio. Per me, questo inizia con la mia famiglia. Di recente sono stato in grado di aiutare mio figlio con un compito scolastico sulla sostenibilità condividendo esempi di sostenibilità in azione dal mio lavoro presso DS Smith. Mi riempie di orgoglio che presto tutti coloro che lavorano per DS Smith potranno condividere le loro conoscenze ed entusiasmo in questo modo. Lo scorso settembre è stata lanciata la strategia di sostenibilità Now and Next, cosa possono aspettarsi i nostri clienti da questo? Sono davvero entusiasta del lancio della nostra nuova strategia di sostenibilità Now and Next. Questo è il nostro impegno a livello aziendale che mira ad affrontare le sfide di sostenibilità che stiamo affrontando oggi, così come quelle che avranno un impatto sulle nostre generazioni future. Uno degli obiettivi principali per me è che entro il 2030 coinvolgeremo 5 milioni di giovani nell'economia circolare e negli stili di vita circolari. Vedo già questa strategia prendere vita in tutta Europa e, come ho già detto, mi sta anche aiutando con i compiti scolastici di mio figlio! Molti dei nostri clienti sono sempre stati interessati alle nostre iniziative di sostenibilità e ora questo approccio è in crescita. Lavoreremo insieme a partner e ai clienti per sviluppare strategie completamente circolari, dalla progettazione alla produzione, dalla fornitura al riciclaggio. Credo davvero che collaborando con i nostri clienti, comunità, governi e influencer, possiamo fare la differenza insieme. Cosa diresti ai tuoi clienti sulle sfide che stanno affrontando in questo momento? Le pressioni sulla sostenibilità sulle aziende sono aumentate in modo significativo negli ultimi due anni. Nonostante la pandemia da COVID-19, c'è ancora l'aspettativa che le organizzazioni di tutti i tipi non dovrebbero limitarsi solo a ridurre al minimo il loro impatto sul mondo naturale, ma dovrebbero sforzarsi, ove possibile, di creare un impatto positivo sulle persone e sul pianeta. La sostenibilità è al centro del nostro modello di business ed è il fulcro del nostro scopo di "Ridefinire il packaging per un mondo che cambia". Grazie al nostro modello di business unico, siamo coinvolti in ogni punto di contatto del ciclo di fornitura dei nostri clienti e possiamo guidarli nell'adozione di pratiche e soluzioni sostenibili a lungo termine. Personalmente non vedo l'ora di lavorare a stretto contatto con tutti i nostri clienti e potenziali clienti in tutta Europa e mostrare come DS Smith può avere un impatto positivo sul raggiungimento dei loro obiettivi di riciclaggio, obiettivi aziendali e obiettivi ambientali.by DS Smith
SCOPRI DI PIU'Vediamo come, nella più iconica delle competizioni d'auto, la 24 Ore di Le Mans, si useranno solo biocarburantidi Marco ArezioLa gara automobilistica che si svolge ogni anno, nel mese di Giugno, presso il circuito di Le Mans in Francia è nata nel 1923 e, non c’è dubbio, ha fatto la storia delle competizioni sportive delle auto. Attraverso le competizioni, l’industria automobilistica si metteva in luce verso i propri clienti, utilizzando le corse come veicolo pubblicitario per i propri modelli di serie. Ricordiamo nomi eccellenti dell’industria dell’auto come la Ferrari, l’Alfa Romeo, la Bugatti, la Ford, la Bentley, la Jaguar, la Mercedes e molte altre marche, e più recenti, che hanno calcato il prestigioso circuito. Alcuni piloti sono diventati oramai leggenda, come Tazio Nuvolari, Luigi Chinetti, Phil Hill, Olivier Gendebien, Ludovico Scarfiotti, Lorenzo Bandini, Bruce McLaren, Chris Amon, Jacky Ickx, Henri Pescarolo, Gérard Larrousse, Jean-Pierre Jaussaud, Didier Pironi, Michele Alboreto, Stefan Johansson, Tom Kristensen e molti altri che si sono sfidati a velocità folli per far vincere il proprio team. La gara ha visto anche delle enormi tragedie, come l’incidente avvenuto nel 1955 quando una Mercedes, volò letteralmente oltre la pista, atterrando tra la folla che seguiva la gara. Ci furono 83 morti e 120 feriti. Ma la competizione di Le Mans è sempre stata vista come la battaglia tecnologica tra le case costruttrici che, attraverso le gare, volevano sottolineare la capacità industriale e la maestria nel produrre modelli vincenti, veloci e carismatici. I clienti di auto si identificavano, come nel calcio, con il proprio marchio preferito, supportandone le gesta e, i fortunati che potevano permettersi macchine così prestigiose, ne facevano uno status symbol. L’intreccio tra industria e sport è durato per molto tempo, nonostante da un po' di anni le case automobilistiche sono viste come produttori di mezzi inquinanti e, quindi, si è allentato quel forte sodalizio passionale che c’era prima con le auto. In realtà oggi si vuole cercare di conservare quella passione per il motore endotermico, che ha sempre affascinato il pubblico, cerando carburanti che siano pienamente rispettosi dell’ambiente e non di derivazione petrolifera. Infatti, secondo le informazioni di Total, si è realizzato un biocarburante composto da residui delle lavorazioni agricole, come le vinacce e le fecce, chiamato Excellium Racing 100, che è stato approvato dalla FIA come carburante adatto alle competizioni. Soddisfa inoltre le direttive delle case automobilistiche per quanto riguarda i motori, dei piloti per la guidabilità e dell’ente europeo sulle energie rinnovabili (RED). Tutte le 60 auto che correranno la gara di Le Mans nel 2022 saranno rifornite questo carburante ecologico, dimostrazione che passione e ambiente sono conciliabili, se si vuole.
SCOPRI DI PIU'La siccità è arrivata in modo devastante anche in Europa, forse adesso ascolteremo la terra?di Marco ArezioIl Covid, la guerra, il caldo asfissiante, la siccità, la mancanza di energia, i flussi migratori in crescita, questa è la fotografia del nostro vivere contemporaneo. I problemi ci piace vederli in televisione, con l’idea sciocca che rimangano confinati li dentro, poi, facciamo la vita di sempre, facendo finta che tutto vada bene. E’ una forma di protezione? Forse, ma di fatto la situazione è proprio questa, un insieme di fatti concatenati (e non li ho citati tutti), che rendono complicata la vita di oggi e del medio periodo. Di cambiamenti climatici piace parlarne a tutti, siamo tutti ecologisti per uniformarci alla massa che, ora, cammina in questo senso, ma in realtà, nella nostra vita quotidiana ci comportiamo in modo non troppo green. Noi rispecchiamo la classe politica che eleggiamo, che dovrebbe prendere delle decisioni per la comunità, anche impopolari, nella giusta direzione per il nostro futuro, ma la politica oggi sembra un grande social e i politici, come influencers, devono piacere e compiacere, non governare. Quindi risolvere i problemi climatici è difficile, perché sembra non ci siano nell’agenda delle priorità, anche se ne parlano giornalmente. Da anni si parla di energie rinnovabili e da anni si fa pochino per aumentare seriamente la produzione di energia dal sole e dal vento, ma adesso che il prezzo del gas è andato alle stelle si rispolverano vecchi progetti lasciati nei cassetti dei burocrati. Per quanto riguarda l’acqua la faccenda è, purtroppo, ancora più grave in quanto non basta finanziare nuovi progetti, come è successo per le energie rinnovabili, per avere più acqua, in quanto questa è difficilmente producibile. Anche per il settore idrico, bene primario per la popolazione, le istituzioni hanno fatto sempre poco, molto poco, in un paese che fino a poco tempo fa non aveva il problema della siccità, non si è mai investito abbastanza sugli acquedotti, che in molti casi disperdono lungo il tragitto anche il 30-40% della loro portata. Non si è investito sugli accumuli, creando nelle zone più piovose, come in montagna, invasi che potessero fungere da riserva d’acqua quando necessario, non si è investito in impianti di desalinizzazione lungo le coste e non si è mai affrontato una gestione organica e sociale delle acque sotterranee profonde. Secondo i dati Istat del 2019, le acque sotterranee garantiscono l’84% del fabbisogno idropotabile (48% da pozzi e 36% da sorgenti), oltre a coprire una parte significativa delle esigenze agricole e industriali. Pur risentendo della diminuzione delle piogge, la risorsa idrica sotterranea nazionale si rinnova annualmente per circa 50 miliardi di metri cubi, valore paragonabile all’acqua invasata in media nel Lago di Garda e a quella che mediamente il fiume Po scarica in Adriatico in un anno. Inoltre si dovrebbe sfruttare di più la risorsa dell’umidità dell’aria, in quanto è possibile costruire deumidificatori che, spinti da energia rinnovabile, trasformino l’umidità in acqua potabile. Questi impianti potrebbero contribuire alla riduzione dell’uso dell’acqua che preleviamo dagli acquedotti, facendo risparmiare risorse naturali importanti. Forse è il caso di svegliarci e fare tutti, nel nostro piccolo, qualche cosa.
SCOPRI DI PIU'Scopri come la plastica ha plasmato le iconiche musicassette, contribuendo alla loro portabilità, resistenza e impatto culturale nel panorama della musica registrata del XX secolo di Marco ArezioLe musicassette, una volta icona della portabilità musicale e della cultura degli anni '80 e '90, hanno una storia affascinante che affonda le radici nel passato e attraversa rivoluzioni tecnologiche. Ma cosa c'è dietro la produzione di queste piccole cassette di plastica che hanno dominato il mercato musicale per decenni? Storia delle Musicassette La storia delle musicassette ha inizio negli anni '60, quando la Philips, azienda olandese, introdusse per la prima volta questo nuovo formato audio. Il concetto alla base delle musicassette fu sviluppato da Lou Ottens, ingegnere presso Philips, che aveva l'obiettivo di creare un sistema di registrazione e riproduzione musicale più pratico e portatile rispetto ai dispositivi esistenti all'epoca, come i registratori a bobina. Origini e Sviluppo1963 l'introduzione delle musicassette: Philips presentò al mondo la sua innovativa invenzione, la musicassetta. Questo nuovo formato consisteva in un piccolo nastro magnetico avvolto all'interno di un contenitore di plastica compatto, che poteva essere utilizzato per registrare e riprodurre musica. Standardizzazione: Nel corso degli anni '60 e '70, Philips lavorò per standardizzare il formato della musicassetta, rendendolo compatibile con una vasta gamma di dispositivi audio. Questo contribuì notevolmente alla diffusione e all'adozione delle musicassette da parte dei consumatori. Popolarità e DiffusionePortabilità e Versatilità: Le musicassette divennero rapidamente popolari grazie alla loro portabilità e versatilità. Per la prima volta, le persone potevano portare la loro musica ovunque andassero e ascoltarla su dispositivi come i walkman portatili. Mercato di Massa: Negli anni '70 e '80, le musicassette divennero uno dei principali formati per la distribuzione commerciale di musica registrata. Le etichette discografiche iniziarono a pubblicare album su musicassette, consentendo agli utenti di acquistare e ascoltare la loro musica preferita in questo nuovo formato. Innovazioni TecnologicheRegistrazione Stereo: Con il passare del tempo, le musicassette divennero sempre più sofisticate, introducendo funzionalità come la registrazione stereo e la riproduzione Hi-Fi, che migliorarono significativamente la qualità audio. Dolby Noise Reduction: Negli anni '70, venne introdotta la tecnologia di riduzione del rumore Dolby, che aiutò a migliorare ulteriormente la qualità audio delle musicassette riducendo il rumore di fondo durante la riproduzione. Declino e EreditàNonostante il loro enorme successo durante gli anni '70 e '80, l'avvento dei CD e dei formati musicali digitali portò gradualmente al declino delle musicassette. Tuttavia, nonostante la loro obsolescenza tecnologica, le musicassette continuano a godere di un certo culto tra gli appassionati di musica vintage e i collezionisti, che apprezzano il loro carattere retro e il suono unico che offrono. La storia delle musicassette rimane quindi un capitolo affascinante nell'evoluzione della tecnologia audio e nella cultura musicale del XX secolo. Produzione delle Musicassette La produzione delle musicassette coinvolgeva diversi processi e materiali, ciascuno dei quali era fondamentale per creare un prodotto funzionale e di qualità. Ecco una panoramica approfondita degli aspetti chiave della produzione delle musicassette: MaterialiPlastica: La plastica era il materiale principale utilizzato per la realizzazione del guscio esterno della musicassetta. La plastica doveva essere robusta e resistente agli urti per proteggere il nastro magnetico all'interno. Materiali comuni includevano il polistirene e l'ABS (acrilonitrile butadiene stirene).Il guscio esterno della musicassetta era realizzato principalmente in plastica e svolgeva diverse funzioni cruciali. La plastica forniva una robusta protezione per il delicato nastro magnetico all'interno della musicassetta, proteggendolo da danni fisici, polvere e umidità. Questo garantiva che il contenuto registrato rimanesse al sicuro e intatto nel corso del tempo. Inoltre, la leggerezza e la resistenza della plastica rendevano le musicassette estremamente portatili, consentendo agli utenti di trasportarle facilmente ovunque andassero. Questo ha contribuito alla popolarità delle musicassette come formato musicale mobile e pratico. Il guscio di plastica era progettato in modo da essere compatibile con una vasta gamma di dispositivi di riproduzione, come lettori stereo, walkman e autoradio. Questo ha facilitato la diffusione e l'adozione delle musicassette come formato standard per la distribuzione commerciale di musica registrata.Parti Metalliche: Le musicassette includevano anche parti metalliche, come le bobine interne e i meccanismi di azionamento, che permettevano al nastro di scorrere correttamente durante la riproduzione. Processo di ProduzioneStampaggio della Plastica: Il processo di produzione iniziava con la fusione del materiale plastico, che veniva quindi versato in stampi appositamente progettati per creare la forma della musicassetta.Inserimento del Nastro Magnetico: Durante la produzione, il nastro magnetico veniva accuratamente inserito all'interno del guscio di plastica, assicurandosi che fosse posizionato correttamente e che non ci fossero piegature o intasamenti.Assemblaggio delle Parti: Una volta che il guscio di plastica e il nastro magnetico erano pronti, le varie parti della musicassetta venivano assemblate insieme. Questo includeva l'inserimento delle bobine interne, dei meccanismi di azionamento e di eventuali altri componenti necessari.Etichettatura e Confezionamento: Infine, le musicassette venivano etichettate con le informazioni sul contenuto e sull'artista, e confezionate per la distribuzione. Le etichette potevano essere stampate direttamente sul guscio della musicassetta o su etichette adesive.Controllo Qualità: Durante tutto il processo di produzione, venivano eseguiti controlli qualità per garantire che le musicassette fossero prodotte secondo gli standard richiesti. Questi controlli includevano ispezioni visive, test di funzionalità e controlli della qualità audio per assicurare che il nastro magnetico fosse registrato e riprodotto correttamente.InnovazioniNel corso degli anni, sono state introdotte diverse innovazioni nel design e nei materiali utilizzati per il guscio delle musicassette: Colori e Stili: Le musicassette venivano spesso prodotte in una varietà di colori e stili per soddisfare le preferenze estetiche dei consumatori. Questo ha aggiunto un elemento di personalizzazione e individualità al formato delle musicassette. Materiali Avanzati: Con il tempo, sono stati sviluppati materiali plastici avanzati che offrivano migliori proprietà di resistenza, flessibilità e protezione. Questo ha contribuito a migliorare la durata e la qualità delle musicassette nel corso degli anni. La produzione delle musicassette era un processo complesso che coinvolgeva una serie di materiali e operazioni per creare un prodotto funzionale e di qualità. Nonostante la loro obsolescenza nel mercato attuale, le musicassette continuano a essere apprezzate da appassionati e collezionisti per il loro carattere nostalgico e il loro contributo alla storia della musica registrata.EreditàNonostante l'avvento di formati musicali digitali come CD e MP3 abbia reso le musicassette obsolete, il loro impatto culturale e il loro fascino retro continuano a essere apprezzati da appassionati e collezionisti. La plastica utilizzata nei gusci delle musicassette ha svolto un ruolo essenziale nel rendere questo formato iconico della cultura musicale del XX secolo, fornendo protezione, portabilità e compatibilità che hanno contribuito alla sua diffusione e popolarità. Quantità di musicassette prodotte nel MondoÈ difficile fornire un numero preciso sul totale delle musicassette prodotte nel mondo durante il loro periodo di massima popolarità, principalmente a causa della mancanza di dati accurati e della vasta gamma di produttori e marchi. Tuttavia, nel corso delle loro diverse decadi di dominio nel mercato musicale, si stima che siano state prodotte miliardi di musicassette.
SCOPRI DI PIU'Le condizioni di acquisto e vendita della plastica riciclata sono cambiate dopo lo stop della Cina per questo sono così importanti i tests sui polimeri riciclatidi Marco ArezioIl mondo dei controlli sulla qualità sui polimeri riciclati ha vissuto due epoche storiche: il prima e il dopo rispetto al blocco delle importazioni dei rifiuti da parte della Cina. Vediamo perché. Fino al 2017 i materiali plastici di scarto, specialmente quelli più difficili da trattare o quelli non riciclabili con gli impianti di trattamento dei rifiuti di tipo meccanico, trovavano un semplice sbocco sul mercato cinese, senza quindi doversi preoccupare di investire in ricerca e sviluppo sul riciclo di questa tipologia di prodotti. La conseguenza dell’afflusso nel mercato cinese di questi materiali, era la minor presenza sui mercati mondiali di materia prima di bassa o bassissima qualità, in quanto i riciclatori occidentali trattenevano presso le proprie fabbriche i materiali riciclati nobili o nobilissimi, per creare un commercio diretto. Questi scarti plastici qualitativi venivano rivenduti sotto forma di balle, macinati o granuli per poter produrre prodotti riciclati di buona qualità. Nel momento in cui la Cina ha iniziato a rifiutare la “spazzatura” plastica che arrivava ai loro porti, i riciclatori mondiali si sono trovati di fronte ad un grave problema circa il loro smaltimento su mercati alternativi. In un primo momento hanno trovato strade alternative verso i paesi vicino alla Cina, come la Thailandia, il Vietnam, le Filippine, il Laos, la Cambogia e altri, ma nel giro di breve tempo i governi locali, sommersi dai rifiuti, hanno adottato un sistema di respingimento cinese. Anche l’Africa è stata interessata in questo fenomeno di smaltimento internazionale dei rifiuti, ma anche in questo continente stanno aumentando le opposizioni a questo traffico. Con l’aumento della presenza dei rifiuti plastici scadenti nei paesi di produzione, è iniziata a peggiorare la qualità media dei prodotti di base che contemplavano il paniere delle plastiche di derivazione della raccolta differenziata. Si sono verificati fenomeni di mix di materiali tecnicamente non lavorabili, che peggioravano in modo evidente le qualità delle materie prime riciclate, creando un fenomeno di maggior attenzione e di necessari controlli tecnici sulle partite in acquisto o in vendita. L’esplosione poi delle transazioni on line sui polimeri riciclati e sugli scarti da parte dei portali specializzati, ha reso necessario un nuovo approccio all’acquisto e alla vendita dei prodotti plastici. Si è reso indispensabile, prima dell’acquisto, alcune analisi minimali per la definizione della qualità del prodotto proposto per evitare acquisti incauti. I tre tests basilari sono il Melt Index, il DSC e la Densità, che si possono chiedere sia per il campione in arrivo, che sul carico consegnato, per controllare la corrispondenza della qualità tra i due tests e legare il pagamento all’esito delle prove fatte da un laboratorio indipendente. La società Arezio Marco si occupa di questi servizi on-line, attraverso un laboratorio indipendente, per facilitare le transazioni tra i soggetti interessati. Tra i tre tests di base, necessari per identificare un polimero riciclato, troviamo la prova della fluidità del materiale che viene fatta su un campione che può essere rappresentato da un granulo, ma può essere anche realizzato su un prodotto macinato. Il valore del Melt Flow Index (MFI) è un valore necessario per indentificare la fluidità del materiale all’interno di un cilindro, sotto l’effetto di un peso, ad una determinata temperatura e per un preciso intervallo di tempo. Siccome esiste un chiaro rapporto tra la fluidità e la viscosità dei polimeri immessi nella macchina, si può genericamente affermare che più un polimero è fluido e meno è viscoso, e viceversa. Il valore dell’MFI è importante per capire il comportamento fluidodinamico del materiale nelle fasi estrusione, soffiaggio o stampaggio e, anche, per poter combinare altre tipologie di materiali nell’ambito dei compounds polimerici. La prova dell’MFI può anche dare alcune altre indicazioni collaterali osservando gli spaghetti che escono dalla macchina, infatti se gli spaghetti in uscita diventano progressivamente più pesanti, si può dedurre che il materiale sia in fase di degradazione sotto l’effetto della temperatura. Se invece lo spaghetto diventasse più leggero e ruvido, questo può indicare che il materiale sia in fase di reticolazione che ne riduce lo scorrimento. Il calcolo dell’MFI può essere fatto secondo il metodo gravimetrico o volumetrico. Nel caso della prova secondo il principio gravimetrico, il polimero viene caricato in un cilindro riscaldato ad una temperatura stabilità, esercitando poi una forza costante che spinge il polimero fuso attraverso un ugello calibrato. La massa che attraversa questo ugello, per un tempo stabilito, determina il valore dell’MFI. La temperatura di riscaldamento del cilindro e il peso da esercitare sul polimero dipendono dalla tipologia di plastica da provare. Nel caso della prova secondo il principio volumetrico, l’impianto è anche dotato di un accessorio che può stabilire quanti cm3 di materiale passeranno dall’ugello calibrato in un determinato intervallo di tempo. Il valore dell’MFI ci indicherà anche il volume di materia che sarà transitata dall’ugello, in base al peso e al tempo stabilito in prova, indicandoci una stima del peso molecolare medio.Categoria: notizie - tecnica - plastica - riciclo - polimeri - test
SCOPRI DI PIU'Piccoli suggerimenti per migliorare lo stampaggio a iniezionedi Marco ArezioAbbiamo già affrontato negli articoli presenti sul portale, alcuni argomenti riguardanti i difetti che si creano in fase di stampaggio, e le soluzioni che si suggeriscono, sia per quanto riguarda la gestione degli stampi, che per i difetti che si possono riscontrare sul prodotto finito. Come sapete lo stampaggio delle materie plastiche è una scienza imperfetta in quanto il buon esito del lavoro di stampaggio è influenzato da una quantità davvero importante di fattori. Possiamo partire dalla tipologia della macchina, dai suoi componenti e dal loro stato di usura, dalla progettazione dello stampo e dal suo mantenimento in buone condizioni, dalle materie prime utilizzate, con particolare attenzione a quelle rigenerate, alla regolazione dei parametri macchina e stampo. Tutte queste cose messe insieme vanno, alla fine, ad influire sul buon esito del lavoro e, con esso, sul buon esito finanziario del vostro lavoro. Infatti, anche questo aspetto, che forse i tecnici puri trascurano, è da tenere in considerazione tanto quanto la qualità e la tecnica in produzione. Vediamo brevemente alcuni difetti che possono capitare frequentemente: Striature sulle pareti dei prodotti Sono dette anche linee di flusso che comprendono strisciate, macchie e colorazioni differenti che possono essere causate dal profilo di raffreddamento e del percorso che compie la plastica per raggiungere le parti dello stampo. Ci sono alcuni modi per ovviare a questo inconveniente che riguardano l'aumento della velocità di iniezione per migliorare il riempimento delle cavità, oppure lo smorzamento di alcune angolature dello stampo in cui passa il flusso. Piccole cavità sulle superfici dei prodotti Si formano normalmente sulle pareti dei prodotti delle piccole depressioni o avvallamenti specialmente nelle aree dove lo spessore è maggiore o dove il flusso subisce dei restringimenti. In questi casi si consiglia di ridurre la temperatura dello stampo, aumentare la pressione di iniezione e il tempo di stampaggio per migliorare la polimerizzazione e il raffreddamento. Se fosse possibile, al fine di migliorare il raffreddamento, si consiglia di ridurre lo spessore delle pareti ove il manufatto lo consenta. Vuoti Se precedentemente abbiamo parlato di piccole cavità o piccoli avvallamenti che si possono riscontrare sulle superfici qui possiamo parlare di veri e propri vuoti caratterizzati da un'incompleta finitura della parete. Il motivo per cui si creano questi vuoti possono essere molteplici. Normalmente sono originati da sacche d'aria che si oppongono al buon deflusso dell'impasto nello stampo, le cui cause si possono riscontrare in un'eccessiva presenza di gas all'interno, formato per esempio dalla degradazione del polimero nella vite della macchina, che non viene correttamente sfogato. Cosa che può capitare facilmente se si utilizzano polimeri composti, come il PP/PE e non si tiene in giusta considerazione il rapporto tra temperatura di estrusione e composizione del materiale. Un'altra causa potrebbe essere l'eccessiva viscosità della materia prima utilizzata su cui si può intervenire con una idonea scelta della fluidità del prodotto. Anche il mantenimento del corretto allineamento dello stampo in fase di iniezione può aiutare a ridurre queste problematiche. Delaminazione delle superfici Può capitare che le pareti del prodotto stampato presentino piccoli strati che si possono sfogliare. Le cause sono da attribuire, tra gli altri, ad alcuni fattori quali l'eccessiva presenza di umidità o l'utilizzo di polimeri rigenerati nei quali sono presenti polimeri con gradi di fusione diversi dal principale. E' sempre consigliabile, specialmente se si usano granuli rigenerati, asciugarli in silos prima di metterli in macchina. Inoltre la corretta scelta dei granuli riciclati passa dalla conoscenza del DSC dei polimeri che si usano, in quanto, maggiore è la percentuale di polimeri con gradi di fusione diversa, maggiore è la possibilità di creare stress termici nei polimeri. Un altro consiglio è quello di aumentare la temperatura dello stampo. Linee di saldatura In prossimità delle linee di saldatura si possono creare imperfezioni estetiche a causa delle diverse direzioni di movimento della plastica liquida. In primo luogo la corretta chiusura di uno stampo permette una buona performace non solo del polimero all'interno ma anche una migliore finitura dei prodotti. Inoltre la corretta scelta della fluidità del prodotto e del tonnellaggio della macchina, in funzione del prodotto finale che si deve produrre, permette una produzione corretta senza sforzare ne lo stampaggio che il polimero, a tutto vantaggio della qualità dell'elemento stampato. Infine il design dello stampo che tiene conto dei corretti flussi del polimero in presenza della saldatura del prodotto sono da tener presente quando si dovessero verificare problemi estetici sulla saldatura e, in questo caso, valutare un intervento sullo stampo che possa essere risolutivo al problema.Categoria: notizie - tecnica - plastica - riciclo - stampi - difetti di produzione
SCOPRI DI PIU'La società Arezio Marco è specializzata nella fornitura di servizi e consulenze sulle materie prime nel campo delle plastiche riciclate da post consumo e post industrialiIn particolare, offre ai clienti che producono tubi in plastica, un servizio di fornitura di polimeri riciclati per la maggior parte delle tipologie prodotte, siano essi tubi corrugati o lisci. Pienamente integrata nel percorso dell’economia circolare, la società affianca i produttori di tubi in LDPE, HDPE, PP e PVC nella fornitura dei polimeri riciclati più idonei alle singole produzioni, tenendo conto delle tipologie dei tubi da estrudere, delle caratteristiche meccaniche richieste, dai colori attesi, del livello qualitativo atteso dal cliente, del mercato nel corretto rapporto tra qualità e prezzo. La scelta della correttezza del materiale da impiegare nella produzione dei tubi parte dall’analisi della produzione del polimero riciclato, dalla sua selezione, dalla tipologia dello scarto plastico usato, dalle tipologie di lavaggio e dai sistemi di estrusione e filtratura. Questo comporta lo scambio con il produttore di tubi di una serie di informazioni per definire, all’origine della fornitura, la tipologia di famiglia di riciclo più idonea, cioè se il materiale deve provenire dagli scarti post industriali o da post consumo. Successivamente si analizzeranno le tipologie di tubi da produrre, corrugati o lisci, i diametri, gli spessori delle pareti, se sono mono strato o doppio strato, se la doppia parete necessita di polimeri diversi, quali pressioni di esercizio, le resistenze meccaniche richieste, il gradiente di odore dei polimeri, o la sua totale assenza ed infine i colori. Attraverso la raccolta di queste informazioni la società Arezio Marco può fornire le giuste risposte, condivise con il cliente, sulle tipologie di granuli da fornire. Vediamo la gamma prodotti offerti: Granuli riciclati per tubi e raccordi in PVC Rigido La fornitura può riguardare la materia prima riciclata adatta alla produzione di tubi lisci, non a pressione, di spessori compresi tra 1,8 mm. fino a 7 mm. con tonalità a richiesta del cliente. Il polimero normalmente è impiegato in macchina al 100% senza bisogno di correzioni. Si può optare per ricette standard oppure per compounds con ricette studiate appositamente per il cliente. Anche nella scelta dei colori si possono raggiungere i RAL dei colori richiesti dal cliente. Con lo stesso principio forniamo granuli per lo stampaggio di raccordi per i tubi che abbiano le stesse caratteristiche dei tubi sopra esposti.Granuli riciclati per tubi corrugati e lisci flessibili in PVC Soft Nell’ambito del PVC flessibile riciclato forniamo granuli provenienti dalla lavorazione di scarti post industriali adatti all’estrusione di tubi corrugati, specialmente per il settore elettrico e per l’estrusione di tubi lisci per l’acqua, nel settore del giardinaggio o piccoli tubi elastici per il settore dell’agricoltura. Granuli riciclati per tubi corrugati in HDPE e raccordi Il comparto dei tubi corrugati in HDPE contempla il settore della fognatura, dei tubi che accolgono i cavi per le telecomunicazioni o elettrici e quello dei sistemi drenanti. I tubi, in base alla loro destinazione, hanno diametri e spessori diversi, possono essere mono o doppia parete, di colori scuri o chiari o entrambe le soluzioni. A tutte queste variabili corrispondono soluzioni di polimeri riciclati differenti, con MFI più o meno bassi, filtrazioni di estrusione differenti in base agli spessori dei tubi da realizzare, basi colori chiare, scure o neutre a seconda della tonalità finale da ottenere ed eventualmente le cariche minerali, talco o carbonato di calcio se richiesti. Anche per i raccordi si suggeriscono le giuste ricette in funzione dei tubi da abbinare. Granuli riciclati per tubi lisci e raccordi in HDPEIl tubo liscio in HDPE viene usato sia nel campo dell’edilizia civile sia in quello agricolo per il trasporto dell’acqua. Le ricette dipendono dal grado di pressione che il tubo deve sopportare, dall’assenza di odori richiesta o dal livello di tolleranza ammessa, dal tipo di tubo, se in barre o in rotolo, dal colore e dalla resistenza agli UV richiesta. Così come il tubo, anche i raccordi seguiranno le ricette corrette, tenendo in considerazione le caratteristiche tecniche generali. Granuli riciclati per tubi corrugati e lisci in Polipropilene La materia prima riciclata è scelta in base alla tipologia di tubo da realizzare. Normalmente per l’uso nel settore fognario, dove gli spessori del tubo crescono in funzione dell’aumento dei diametri, si può impiegare un granulo in PP proveniente dal riciclo degli imballi di rafia, mentre per i tubi lisci, anche di diametri piccoli, si predilige uno scarto di produzione neutro che permette di non avere nessun tipo di odore legato al riciclo post consumo e di realizzare colorazioni a RAL. Granuli riciclati per tubi lisci in LDPE e per interno dei tubi corrugati per i cavi Nel campo dei tubi in LDPE, in base ai diametri e agli spessori, spesso vengono usati granuli che derivano dalla raccolta differenziata. Tecnicamente è possibile estrudere un tubo con il post consumo da scarti domestici, ma l’incostanza della qualità, che dipende dalla presenza del polipropilene, da inquinanti di altre plastiche e dalla possibile degradazione del materiale in estrusione, ne sconsiglia l’uso se si vuole realizzare un tubo tecnicamente ed esteticamente qualitativo. Sia nel campo dei tubi in LDPE rigidi che in quelli flessibili, per realizzare una superficie liscia, senza micro bolle, elastica e senza fessurazioni o piccoli fori, forniamo un granulo in LDPE che proviene dagli scarti del packaging industriale o commerciale. Questa filiera di raccolta non viene in contatto con altre plastiche e quindi, essendo un mono prodotto, ne garantisce la qualità dell’input. Per quanto riguarda i tubi di piccolo o piccolissimo diametro si valuta l’uso di un granulo in LDPE, post industriale che deriva dalla lavorazione dei blocchi petrolchimici riciclati. Il prodotto è composto da un LDPE 100%, neutro, senza odori o contaminazioni ed è adatto all’estrusione di spessori piccoli. Inoltre si presta a compound con l’HDPE per ricette particolari. Un’altra applicazione del granulo in LDPE è quella della parete interna dei tubi corrugati in cui passano i cavi. La solidarizzazione tra lo strato in HDPE della parte corrugata e lo strato liscio in LDPE interno richiede una qualità elevata del granulo. Questo deve essere elastico e, per esserlo, non deve contenere polipropilene che possa irrigidire la pelle posata, non deve contenere parti rigide non fuse, composte da residui di estrusione o da inquinanti nell’input. Categoria: notizie - plastica - economia circolare - polimeri - tubi - ricicloVedi maggiori informazioni sui sistemi fognari
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