Caricamento in corso...
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare - Italiano rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare - Inglese rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare - Francese rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare - Spagnolo
798 risultati
https://www.rmix.it/ - Perché la Filiera della Moda Deve Diventare Sostenibile e Socialmente Responsabile
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Perché la Filiera della Moda Deve Diventare Sostenibile e Socialmente Responsabile
Economia circolare

Abbiamo già avuto modo di parlare degli atteggiamenti consumistici dei giorni nostri in molti settori merceologici, ma la moda, forse, incarna a pieno questi comportamenti discutibilidi Marco ArezioLa moda sta passando da un consumo veloce ad uno ultra veloce, con la conseguenza di comprare, vestire e buttare tutto in un lasso di tempo esiguo. Questo atteggiamento è facilitato dalla riduzione di costi dei vestiti che si è compiuto attraverso la globalizzazione delle produzioni, incentrate prevalentemente in paesi poveri o poverissimi e dall’uso di fibre sintetiche sempre più a buon mercato. Inoltre, le catene distributive internazionali, hanno creato un business basato meno sul profitto del singolo capo e più sulla quantità di vendite elevate in alta rotazione. La corsa a comprimere i prezzi finali dei capi si è riverberato su tutta la filiera, creando marginalità sempre più piccole per la logistica e naturalmente la produzione. Se le vendite diminuiscono si perde la sostenibilità finanziaria di un indotto enorme, che metterebbe in crisi il sistema. Per questo, si produce sempre di più, si consumano sempre più materie prime e si creano sempre più rifiuti. Questa spirale sembra un vantaggio per l’acquirente finale che trova un capo di abbigliamento a buon mercato, ma è assolutamente deleterio per l’ambiente e per chi ci lavora. Se guardiamo il problema dal punto di vista ambientale, possiamo dire che una rotazione così alta dei capi di abbigliamento, la cui maggior parte giacciono inusati nei nostri armadi, comporta: un utilizzo elevatissimo di materie prime sintetiche, plastica principalmente, che hanno un impatto ambientale molto negativo sia nella produzione che nello smaltimento. • una dispersione di nanoplastiche nell’ambiente durante i lavaggi, materiali che finiscono attraverso gli scarichi, nei fiumi e nei mari ed entrano nella catena alimentare. Questo vuol dire che ci rimangiamo, a piccole dosi i vestiti che continuiamo a comprare. una quantità sempre maggiore di rifiuti tessili, che possono essere anche pericolosi per l’ambiente per via delle tinte di cui sono impregnati e per la bassa o nulla biocompatibilità. una problematica crescente per lo smaltimento dei di rifiuti tessili nel mondo a causa della scarsa propensione alla circolarità della filiera, quindi al riciclo. Se poi guardiamo il problema dal punto di vista sociale, la lotta all’economia di scala imperante nel settore ha imposto marginalità sempre più piccole per i lavoratori della filiera. Di questi problemi ci ricordiamo solo quando succedono delle tragedie, come gli incendi nelle ditte di confezionamento dei capi, o nelle aziende di tintura, o nelle fabbriche di scarpe, tutti posizionate in paesi del terzo mondo. Un atteggiamento oppressivo e di sfruttamento dei lavoratori si manifesta in vari modi: distribuzione del lavoro di rifinitura dei capi in paesi dove la manodopera costa pochissimo e la produzione oraria è elevata • sfruttamento del lavoro minorile per ridurre ulteriormente i costi a disprezzo delle norme internazionali del lavoro e dell’abbandono scolastico potere contrattuale tra fornitore e cliente assolutamente sbilanciato verso quest’ultimo attraverso il quale non esiste dignità lavorativa disprezzo per le problematiche ambientali che si possono manifestare nei paesi di produzione dei capi. Come abbiamo sempre detto il potere reale per cambiare le cose lo ha sempre in mano il consumatore finale, che può modificare il corso delle cose facendo acquisti più sostenibili e cambiano le sue abitudini nel campo dell’abbigliamento. Ognuno di noi può responsabilizzarsi nei confronti delle problematiche urgenti che assillano il nostro pianeta e verso chi sta lavorando nel settore della produzione della moda, cercando di fare qualche cosa per contribuire al suo miglioramento e forse, un giorno alla sua risoluzione. Che cosa possiamo fare? uscire dalla logica della moda ultra veloce, facendo durare di più i capi che abbiamo già, limitando nuovi acquisti, che per la maggior parte potrebbero essere superflui e acquistare solo le cose necessarie. Non diventare succubi del marketing delle aziende della moda (ma in generale di qualsiasi altro settore) che spinge a sempre nuovi acquisti, manipolando la nostra mente, creando necessità che probabilmente non ci sono, facendo leva sulle debolezze psicologiche della popolazione, come la crescita dell’autostima facendo shopping. contribuire a far crescere la moda lenta, fatta di capi che non invecchiano ai nostri occhi, porre attenzione alla loro conservazione, imparare nuovamente a fare piccole riparazioni di sartoria per non perdere quella manualità che c’era un tempo nelle famiglie. partecipare ai nuovi movimenti che permettono lo scambio di vestiti ed accessori o facendo acquisti di capi usati con lo scopo di risparmiare soldi, risorse ambientali e partecipando alla riduzione die rifiuti. Rifiutare la globalizzazione degli stili e promuovere lo scambio di culture produttive diverse, in modo da ricostruire le filiere multilateralmente a discapito della produzione di pochi marchi internazionali. Ricordati che ogni acquisto che fai incide più o meno sull’inquinamento del pianeta.Categoria: notizie - tessuti - economia circolare - riciclo - rifiuti - moda Foto: WP.F

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - Comunicazione: come uscire dall’anonimato con poche risorse
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Comunicazione: come uscire dall’anonimato con poche risorse
Management

Comunicazione: come uscire dall’anonimato con poche risorse. Le possibilità per artigiani, commercianti, piccoli imprenditori e consulenti di Marco ArezioIn un mondo iper-competitivo, dove la comunicazione è diventata un’arma dirompente, chi ha le capacità e le risorse finanziarie per imporsi sul mercato, può fare la differenza. E le piccole aziende? Le attività di comunicazione, nel mondo interconnesso di oggi, possono fare la differenza tra chi le utilizza e chi no. Le piccole aziende, strettamente impegnate nel business quotidiano, non hanno a volte il tempo per promuovere la propria attività, far conoscere le capacità di creare valore aggiunto al proprio lavoro. Le dimensioni stesse dell’impresa non contemplano, spesso, la presenza di una figura che si occupi di mettere in luce le prerogative aziendali, attraverso le quali attirare nuovi potenziali clienti ed avere una programmazione del lavoro su un più lungo orizzonte. Inoltre, il flusso finanziario, tipico delle micro o piccole aziende, spesso non permette di assumere una risorsa umana interna che si occupi della promozione dell’attività. Ma per l’artigiano, il parrucchiere, l’estetista, il bar, il piccolo produttore, il consulente, l’impresa di pulizie e, potremmo andare avanti a citare mille altre figure professionali, emergere dall’anonimato o vincere la concorrenza, diventa sempre più un’esigenza di sopravvivenza e di rilancio. Ma come si raggiunge l’obbiettivo? La comunicazione è un’attività che punta a creare empatia con i potenziali clienti e un mezzo per fidelizzare quelli già acquisiti dall’impresa. L’empatia è quello stato d’animo, da parte del potenziale acquirente, che sceglie te invece che un tuo concorrente vicino o viene a conoscenza della tua attività e decide che potrebbe essere interessante provare a servirsi da te invece che dal suo solito fornitore. Nell’empatia sono racchiuse molte sensazioni che non dipendono direttamente dal prodotto che vendi o dal servizio che offri, ma è un insieme di valori trasmessi al potenziale cliente che fanno pendere la scelta verso la tua attività. La comunicazione non deve mai essere considerata un mezzo di vendita diretta, finalizzata nel breve periodo ad aumentare il fatturato, ma un’attività che favorisce la fidelizzazione del cliente sul lungo periodo, la cui conseguenza potrà essere l’aumento del fatturato. Perché ordinate una coca cola e non un’altra bibita con il caramello del tutto simile? Il prezzo? La qualità? Non credo proprio. La suggestione del prodotto che crea la giusta empatia in ognuno di noi. Perché una persona deve venire a comprare il pane al tuo negozio o andare a riparare il telefonino da te e non dalla grande catena distributiva o fare realizzare le tende per il la tua casa nel tuo negozio invece che da un altro o affidarsi ad un consulente finanziario invece che al suo concorrente? E’ una questione di empatia che, attraverso la comunicazione locale o su ampia scala, porta a compiere delle scelte che esulano dal prodotto, dando per scontato che si abbia una qualità attesa e non inferiore a quella del tuo concorrente, ma non per forza migliore. Questo vale anche nelle forniture all’ingrosso, dove un piccolo imprenditore può produrre ombrelloni o vasi o appendini o pattumiere o reti ortopediche, per fare alcuni esempi, a parità di qualità di prodotto e servizio, deve poter creare una chiave per farsi preferire e per farsi conoscere da una platea più vasta. Ma creare l’empatia non è come comprare o vendere un prodotto di uso comune, non raggiunge lo scopo in un lasso di tempo breve, è un percorso che necessita tempo ma soprattutto costanza. Chi sposa la comunicazione per far crescere la propria azienda deve essere soprattutto costante nel tempo, sia che le cose, nel breve periodo, vadano male o meglio. Con quali risorse e come fare? La costruzione di un percorso comunicativo oggi non necessita di investimenti onerosi, in quanto si può affittare il lavoro e calibrare le ore settimanali del consulente in base alle esigenze e le disponibilità finanziarie dell’azienda. Ogni attività ha una sua storia, un suo ambito, una sua situazione finanziaria e un suo obbiettivo. Partendo dall’analisi di queste informazioni si costruisce, con l’imprenditore, un piano di lavoro che permetta a lui di dedicarsi al proprio lavoro e al consulente di far emergere l’azienda e creare quell’empatia necessaria per far preferire un’azienda ad un’altra. Se desideri ulteriori informazioni scrivi a: info@arezio.it o visita il sito internet www.arezio.it

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - Come Trattenere in Azienda i Migliori Collaboratori
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Come Trattenere in Azienda i Migliori Collaboratori
Management

Porsi il problema di come trattenere le migliori risorse umane è indice di attenzione verso la propria aziendadi Marco ArezioIl mondo del lavoro si sa è sempre stato fluido, sia in situazioni di prosperità che di crisi, in quanto sono sempre le persone che traghettano le aziende, in qualsiasi condizione si trovi il mare, calmo o tempestoso. Se da un lato le professionalità meno qualificate o meno collaborative sono un po' in balia delle situazioni economiche interne ed esterne, quelle potenzialmente migliori possono essere una risorsa in qualsiasi condizione si possa trovare l’azienda. Ma i futuri leaders sono capricciosi, attenti alle dinamiche interne, ambiziosi, sono facilmente disposti a sgomitare, ma anche a sacrificarsi infondendo all’azienda spinte importanti. Sono sempre un po' irrequieti, giudicano e fanno paragoni, mettono sotto esame i collaboratori e i diretti superiori, possono essere fuori dagli schemi e assetati di sfide, sono dinamici e competitivi. Sono persone ricche di potenzialità, ma devono avere un contesto lavorativo che li comprenda, li faccia crescere, gli dia soddisfazioni e riconoscimenti, costantemente nel tempo, perché sono un po' narcisi. I managers da cui dipendono devono accorgersi delle loro potenzialità e devono saper valutare, caso per caso, i rischi di perderli, perché queste figure professionali cercano soddisfazioni nel mercato. Non tutte sono uguali e non tutte sono alla ricerca di affermazioni con la stessa intensità. C’è chi cerca la progressione del proprio stipendio come autocertificazione delle proprie qualità professionali, chi cerca maggiori responsabilità, chi cerca entrambi, chi un percorso di formazione manageriale di alto livello. Tutte aspettative che non si possono soddisfare sempre con il vecchio adagio dell’incremento di stipendio, in quanto non tutti lo mettono in cima alle proprie priorità, anzi direi che se un manager punta solo su quello può incorrere in diversi rischi. Come si sa, gli ambiziosi che rincorrono salari sempre più alti e ne fanno una priorità della loro vita lavorativa, difficilmente si accontentano, nel tempo, dei gradini che hanno raggiunto. Sono gli elementi più difficili da trattenere in quanto hanno, normalmente, un ego piuttosto importante e la soddisfazione del raggiungimento di un aumento, muore dopo poco tempo, in quanto l’aumento stesso certifica in loro il riconoscimento della “necessità” dell’azienda nel trattenerlo. Si possono sentire indispensabili e riconosciuti come elementi importanti e quindi ne possono fare una questione di continua trattativa con l’azienda, sondando anche il mercato per valutare quando o come richiedere il prossimo aumento. Le risorse umane che cercano maggiori responsabilità sono quelle che ricavano dal proprio lavoro una soddisfazione personale, alimentano la loro autostima nella consapevolezza del loro ruolo nella società. Si riconoscono utili, ma non per forza indispensabili, al progresso dell’azienda e considerano le loro competenze un collante nei rapporti con la società, ricercando all’interno della stessa, o sul mercato se non ve ne fossero le opportunità, posizioni di prestigio. Sono persone normalmente meno impulsive, più equilibrate, ma sempre ambiziose e necessitano di trovare quello che cercano, in un arco di tempo ragionevole, difficilmente barattano il loro futuro e, se delusi, sono disposti a rivolgersi al mercato. Esistono poi elementi che cercano uno sviluppo professionale legato al miglioramento delle competenze manageriali, che sono disposti a barattare delle affermazioni economiche nel breve-medio periodo con un percorso di formazione, anche internazionale, che possa diventare un biglietto da visita indiscutibile per il futuro. Anche queste sono figure professionali che si possono perdere facilmente se, assunti, non gli si offre un percorso di crescita di un livello importante, con il conseguente rischio di perderli in breve tempo. Come abbiamo visto le risorse umane da assumere o presenti in azienda hanno esigenze diverse e i managers, se vogliono trattenerli in azienda devono incominciare a capire come sono di carattere, quali siano le loro ambizioni e quali strade da prendere, per creare loro un clima di soddisfazione per trattenerli.

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - Gestione dei Rifiuti Ospedalieri: Separazione, Stoccaggio e Smaltimento
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Gestione dei Rifiuti Ospedalieri: Separazione, Stoccaggio e Smaltimento
Economia circolare

Pratiche di Eccellenza e Innovazioni nella Gestione dei Rifiuti Ospedalieri di Marco ArezioLa gestione dei rifiuti ospedalieri rappresenta una delle problematiche più complesse e critiche per il settore sanitario a livello globale. Ogni giorno, le strutture sanitarie producono una vasta gamma di rifiuti, che vanno dai materiali generali non pericolosi a quelli altamente infettivi e pericolosi. Questi rifiuti, se non gestiti correttamente, possono rappresentare gravi rischi per la salute pubblica, l'ambiente e la sicurezza degli operatori sanitari. La corretta separazione, stoccaggio, trasporto e smaltimento dei rifiuti ospedalieri non è solo una questione di conformità normativa, ma un imperativo etico e professionale. La mancata adozione di pratiche adeguate può portare a infezioni nosocomiali, inquinamento ambientale e potenziali danni legali per le strutture sanitarie. Pertanto, è essenziale che gli ospedali e le cliniche implementino strategie di gestione dei rifiuti che siano sia efficaci che sostenibili. Negli ultimi anni, l'evoluzione delle tecnologie e delle pratiche di gestione dei rifiuti ospedalieri ha aperto nuove opportunità per migliorare l'efficienza, ridurre l'impatto ambientale e garantire la sicurezza. Le innovazioni tecnologiche, come l'autoclavaggio con vapore per la sterilizzazione dei rifiuti infettivi e la pirolisi per la trasformazione dei rifiuti in energia, stanno rivoluzionando il settore. Allo stesso tempo, l'adozione di sistemi di tracciabilità basati su blockchain sta migliorando la trasparenza e la responsabilità nel ciclo di vita dei rifiuti. Questo articolo esplora le pratiche e i protocolli attuali nella gestione dei rifiuti ospedalieri, mettendo in luce l'importanza di strategie efficaci e sostenibili. Analizzeremo le procedure di separazione, le tecniche di stoccaggio, la logistica del trasporto e le modalità di smaltimento, evidenziando le migliori pratiche a livello globale. Inoltre, discuteremo delle innovazioni tecnologiche e delle tendenze emergenti che stanno ridefinendo il panorama della gestione dei rifiuti nel settore sanitario. Separazione dei Rifiuti Ospedalieri Classificazione dei Rifiuti I rifiuti ospedalieri sono classificati in categorie specifiche in base al loro potenziale rischio: Rifiuti Generali Non Pericolosi: Simili ai rifiuti domestici, non rappresentano un rischio biologico. Rifiuti Infettivi: Materiali che possono contenere patogeni in quantità sufficienti a causare malattie. Rifiuti Pericolosi: Comprendono rifiuti chimici, radioattivi e farmaceutici. Rifiuti Taglienti: Oggetti che possono tagliare o perforare la pelle, come aghi e lame. Procedure di Separazione La separazione inizia alla fonte con l'utilizzo di contenitori codificati per colore e simbologia per differenziare i tipi di rifiuti. Questo sistema minimizza il rischio di contaminazione e facilita le fasi successive di gestione.Stoccaggio dei Rifiuti Ospedalieri Strutture di Stoccaggio Dopo la separazione, i rifiuti vengono temporaneamente stoccati in aree designate all'interno dell'ospedale, attrezzate per prevenire la diffusione di agenti infettivi. Queste aree sono generalmente ventilate, facilmente sanificabili e sicure. Protocolli di Sicurezza I protocolli di sicurezza per lo stoccaggio includono la limitazione dell'accesso al solo al personale autorizzato, la regolare disinfezione delle aree di stoccaggio, e la gestione attenta dei contenitori per evitare sovraccarichi e rotture.Quantità, Logistica e Trasporto dei Rifiuti OspedalieriQuantificazione dei Rifiuti La quantità di rifiuti prodotta dipende dalle dimensioni dell'istituto sanitario e dalla tipologia di servizi offerti. È cruciale monitorare regolarmente questi volumi per ottimizzare la logistica e i costi di gestione. Logistica La logistica interna comprende la raccolta regolare dei rifiuti dalle diverse aree dell'ospedale e il loro trasporto verso le aree di stoccaggio. La pianificazione effettiva riduce il rischio di esposizione e contaminazione. Trasporto Esterno Il trasporto esterno verso gli impianti di trattamento o smaltimento è sottoposto a regolamentazioni rigorose. I veicoli utilizzati devono garantire la sicurezza del carico, prevenire perdite e limitare l'esposizione al pubblico e all'ambiente. Innovazioni Tecnologiche nella Gestione dei Rifiuti Ospedalieri Le innovazioni tecnologiche stanno rivoluzionando la gestione dei rifiuti ospedalieri, mirando a ridurre l'impatto ambientale e a migliorare l'efficienza e la sicurezza dei processi di trattamento e smaltimento. Alcuni esempi notevoli includono: Autoclavaggio con Vapore: Tecnologia avanzata per sterilizzare i rifiuti infettivi, riducendone il volume e neutralizzando i patogeni prima dello smaltimento finale. Pirolisi e Gassificazione: Questi processi termici trasformano i rifiuti in gas combustibili, riducendo la necessità di discariche e producendo energia rinnovabile. Tracciabilità dei Rifiuti Mediante Blockchain: L'implementazione della tecnologia blockchain per la gestione dei rifiuti ospedalieri migliora la tracciabilità, garantendo una documentazione immutabile del ciclo di vita dei rifiuti, dalla generazione allo smaltimento. Materiali di Scarto Ospedaliero che Possono Essere Riciclati La gestione dei rifiuti ospedalieri prevede non solo il corretto smaltimento di quelli pericolosi, ma anche la valorizzazione dei materiali che possono essere riciclati. Il riciclo dei rifiuti ospedalieri non solo riduce l'impatto ambientale ma contribuisce anche alla sostenibilità economica delle strutture sanitarie. Di seguito, una panoramica sui materiali di scarto ospedaliero che possono essere riciclati: Carta e Cartone: Cartelle cliniche e documenti amministrativi (dopo la distruzione o la deidentificazione), Imballaggi di forniture mediche e farmaceutichePlastica: Bottiglie e contenitori di plastica (es. soluzioni saline, farmaci), dispositivi medici monouso (se non contaminati da materiali biologici pericolosi), imballaggi di prodotti sanitariVetro: Flaconi e fiale di farmaci, contenitori di soluzioni medicheMetalli: Strumenti chirurgici in acciaio inossidabile (se non più utilizzabili e non contaminati), contenitori in alluminio e acciaioTessuti: Biancheria e indumenti sanitari, coperture per letti e materiali di stoffaElettronica: Apparecchiature mediche obsolete o danneggiate (monitor, dispositivi diagnostici), computer e dispositivi elettroniciPile e Batterie: Batterie di dispositivi medici portatili, batterie utilizzate in apparecchiature elettronicheLa continua ricerca e implementazione di tecnologie innovative, l'apprendimento da pratiche di successo in contesti diversi e l'impegno verso la sostenibilità sono fondamentali per affrontare le problematiche future nella gestione dei rifiuti ospedalieri. La collaborazione a tutti i livelli, dalla comunità scientifica ai decisori politici, è essenziale per promuovere un approccio sostenibile ed efficace alla gestione dei rifiuti nel settore sanitario.

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - Il prezzo del PET Riciclato Raggiunge il Massimo Storico
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Il prezzo del PET Riciclato Raggiunge il Massimo Storico
Economia circolare

Il prezzo dell’rPET Europeo ha raggiunto il suo massimo storico di Marco ArezioIl concatenarsi di molti fattori, considerando che gli impianti produttivi sia di scaglia in rPET che di granulo per il contatto alimentare, stanno lavorando a pieno regime, ormai vicini al 100% della loro capacità produttiva, hanno spinto alcuni clienti a tornare temporaneamente agli approvvigionamenti di materia prima vergine. Inoltre, il delta di prezzo tra il macinato trasparente di polietilene tereftalato riciclato, rispetto al PET vergine in Europa, ha raggiunto un livello record, poiché i prezzi dei materiali hanno continuato a seguire percorsi divergenti, secondo i dati di S&P Global Platts. Il delta tra l’ rPET clear flakes rispetto al PET vergine è stato calcolato a Euro 210/Ton il 30 giugno, il livello più ampio da quando è stata lanciato il monitoraggio dell’ PET clear flakes nel febbraio 2008. Il precedente massimo storico era stato di Euro 160/Ton il 15 maggio 2020. Mentre I prezzi del PET vergine in Europa diminuiscono, fino a toccare i 1.190 Euro/Ton, in calo di 35 Euro/Ton settimana su settimana, realizzando il livello più basso da 16 settimane, con la conseguenza di fare aumentare le scorte di polimero vergine, la richiesta e di conseguenza i prezzi dell’rPET aumentano. Sembrerebbe che la crescente domanda di rPET macinato e di granulo per contatto alimentare si mantenga, anche per l’inizio di questa estate, ben al disopra delle reali capacità produttive. I produttori di rPET riciclato si aspettano un aumento della diponibilità di bottiglie da riciclare solo a partire da Ottobre 2021, con la conseguenza di non poter soddisfare l’enorme richiesta di materiale riciclato. I prezzi delle balle di bottiglie in PET post-consumo hanno raggiunto 750 Euro/Ton FD NWE, un massimo storico, sulla scia di questi problemi legati all’offerta del prodotto. Categoria: notizie - plastica - economia circolare - riciclo - rifiuti - PET

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - Tegole Bituminose Riciclate: Innovazione Sostenibile nel Settore Edile
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Tegole Bituminose Riciclate: Innovazione Sostenibile nel Settore Edile
Informazioni Tecniche

Scopri i Benefici Ambientali, Tecnici ed Economici delle Coperture in Tegole Bituminose Riciclate di Marco ArezioNel panorama dell'edilizia moderna, l'attenzione verso soluzioni sostenibili e rispettose dell'ambiente ha portato alla riscoperta e innovazione di materiali e tecnologie tradizionali, tra cui spiccano le tegole bituminose realizzate con materiali riciclati. Questo articolo si propone di esplorare, attraverso cinque punti dedicati, le diverse facce di questa soluzione di copertura: dalla sua natura e processo produttivo, passando per le tecniche di montaggio, ai vantaggi tecnici, economici e ambientali, fino alle strategie di riciclo e gestione a fine vita. L'obiettivo è fornire una panoramica completa che evidenzi non solo l'importanza delle tegole bituminose riciclate nell'edilizia sostenibile ma anche come queste si inseriscono in un più ampio contesto di economia circolare e rispetto ambientale. Cosa Sono le Tegole Bituminose Realizzate con Materiali Riciclati Le tegole bituminose ricavate da materiali riciclati costituiscono una soluzione innovativa nel panorama delle coperture edilizie, offrendo una risposta efficace alle crescenti esigenze di sostenibilità ambientale. Queste tegole mantengono le proprietà di resistenza e durabilità tipiche delle tegole bituminose tradizionali, ma si distinguono per l'impiego di materiali recuperati, contribuendo significativamente alla riduzione dei rifiuti e all'uso efficiente delle risorse.Composizione e Materiali Le tegole bituminose sono composte principalmente da bitume, un derivato del petrolio, rinforzato con fibre di vetro o cellulosa, e ricoperte da granuli minerali che forniscono colore e ulteriore protezione. Nella versione eco-sostenibile, parte dei componenti tradizionali viene sostituita con materiali riciclati: plastica, gomma da pneumatici fuori uso, scarti di asfalto, e vetro. Questi materiali, altrimenti destinati alla discarica, vengono trattati e riutilizzati, riducendo l'impatto ambientale associato alla produzione delle tegole.Vantaggi Ambientali L'utilizzo di materiali riciclati nelle tegole bituminose presenta diversi benefici ambientali: Riduzione dei Rifiuti: L'incorporazione di materiali riciclati contribuisce a diminuire la quantità di rifiuti inviati alle discariche. Conservazione delle Risorse: Diminuisce la necessità di estrarre e processare materie prime, preservando le risorse naturali. Riduzione delle Emissioni: Il processo produttivo delle tegole riciclate, in genere, richiede meno energia rispetto alla produzione di tegole tradizionali, contribuendo alla riduzione delle emissioni di gas serra.Processo di RicicloIl processo di riciclo per la produzione di tegole bituminose include diverse fasi: Raccolta e Selezione: I materiali destinati al riciclo, come pneumatici fuori uso e plastica, vengono raccolti e accuratamente selezionati per eliminare impurità. Trattamento: I materiali selezionati vengono poi triturati o fusi, a seconda della loro natura, per ottenere una forma utilizzabile nella produzione delle tegole. Integrazione nel Processo Produttivo: I materiali riciclati trattati vengono miscelati con bitume e altri componenti per formare la massa da cui saranno ricavate le tegole.Contributo alla Sostenibilità L'adozione di tegole bituminose realizzate con materiali riciclati rappresenta un importante passo avanti verso la sostenibilità nel settore delle coperture. Queste soluzioni non solo rispondono alle esigenze funzionali ed estetiche ma promuovono anche un modello di economia circolare, in cui i materiali mantengono il loro valore attraverso cicli successivi di uso e riutilizzo, riducendo l'impatto ambientale complessivo. In conclusione, le tegole bituminose ricavate da materiali riciclati incarnano un esempio emblematico di come le pratiche di sostenibilità possano essere integrate efficacemente nel settore dell'edilizia, offrendo prodotti che sono al contempo ecologici, funzionali, e duraturi. La loro diffusione rappresenta una strategia vincente per contribuire alla protezione dell'ambiente, promuovendo al contempo l'innovazione e la resilienza nel settore delle costruzioni. Processo Produttivo delle Tegole Bituminose con Materiali Riciclati Il processo produttivo delle tegole bituminose realizzate con materiali riciclati rappresenta un'eccellente dimostrazione di come l'innovazione tecnologica possa incontrare la sostenibilità. Questo processo non solo mira a produrre un materiale da costruzione resistente e affidabile ma si impegna anche a ridurre l'impatto ambientale attraverso l'uso efficiente di risorse riciclate.Selezione e Preparazione dei Materiali Riciclati Il punto di partenza è la selezione accurata dei materiali riciclati, che devono rispondere a criteri di qualità ben definiti per garantire la performance del prodotto finale. Materiali come plastica, gomma da pneumatici e scarti di asfalto vengono raccolti da centri di riciclaggio certificati. Plastica: Viene triturata in piccoli pezzi e pulita per rimuovere contaminanti. Gomma dagli Pneumatici: Dopo essere stata triturata, la gomma subisce un processo di liberazione dalle fibre metalliche e tessili. Scarti di Asfalto: Vengono macinati fino a raggiungere la granulometria desiderata.Miscelazione con Bitume I materiali preparati vengono quindi miscelati con il bitume. Questa fase richiede un controllo preciso della temperatura per assicurare che il bitume e i materiali riciclati si legano efficacemente, formando una miscela omogenea. La proporzione tra bitume e materiali riciclati varia a seconda delle specifiche tecniche desiderate per la tegola finale.Formazione della Tegola La miscela ottenuta viene poi trasferita su una linea di produzione dove avviene il processo di formazione della tegola: Impregnazione del Rinforzo: Un tappeto di fibre di vetro o cellulosa passa attraverso un bagno di miscela bituminosa, assorbendola e garantendo la struttura portante della tegola. Stratificazione: Vengono aggiunti strati successivi di miscela per aumentare lo spessore e le proprietà fisiche della tegola. Raffreddamento e Taglio: Dopo la stratificazione, la tegola viene raffreddata e tagliata nelle dimensioni desiderate.Aggiunta di Granuli Minerali Una volta formata la base della tegola, sulla superficie viene applicato uno strato di granuli minerali. Questi non solo conferiscono colore e estetica alla tegola ma migliorano anche la resistenza agli UV e alle intemperie. In alcune varianti, i granuli possono essere sostituiti o integrati con materiali riciclati finemente macinati.Controllo Qualità Ogni fase del processo produttivo è sottoposta a rigorosi controlli di qualità per assicurare che le tegole soddisfino gli standard richiesti in termini di resistenza, durabilità, e prestazioni. Vengono eseguiti test per verificare l'aderenza, la flessibilità, e la resistenza agli agenti atmosferici.Impatto Ambientale del Processo Produttivo Il processo produttivo delle tegole bituminose con materiali riciclati è progettato per minimizzare l'impatto ambientale. L'uso di materiali riciclati riduce la dipendenza dalle risorse naturali e diminuisce la quantità di rifiuti destinati alle discariche. Inoltre, l'ottimizzazione energetica delle fasi produttive contribuisce a ridurre le emissioni di CO2, rendendo il processo più sostenibile. Montaggio delle Tegole Bituminose Realizzate con Materiali Riciclati Il montaggio delle tegole bituminose riciclate rappresenta una fase critica che determina la funzionalità, l'estetica e la durabilità della copertura. Questo capitolo esplora le pratiche ottimali di installazione, integrando considerazioni architettoniche che influenzano la scelta e l'applicazione di questi materiali.Preparazione della Superficie Prima di procedere con il montaggio delle tegole, è essenziale preparare adeguatamente la superficie di copertura. Questo include: Pulizia: Rimozione di detriti, vecchie tegole, o altri materiali dalla superficie di copertura. Ispezione: Verifica dell'integrità della struttura portante e dell'eventuale presenza di aree danneggiate che necessitano di riparazione. Impermeabilizzazione: Applicazione di uno strato di sottocopertura impermeabile per proteggere ulteriormente l'edificio da infiltrazioni d'acqua.Linee Guida per il Montaggio Il montaggio delle tegole bituminose riciclate segue procedure specifiche che garantiscono la massima efficacia: Posizionamento Iniziale: Le tegole devono essere posizionate partendo dal bordo inferiore del tetto, procedendo verso l'alto. Questo assicura una sovrapposizione ottimale che favorisce il deflusso dell'acqua. Fissaggio: Le tegole vengono fissate alla superficie di copertura mediante chiodi o adesivi specifici. È importante seguire le indicazioni del produttore per il numero e la disposizione dei punti di fissaggio. Allineamento: Mantenere un allineamento preciso delle tegole è cruciale per l'aspetto estetico e la funzionalità del tetto. L'uso di linee guida o di strumenti di misurazione può aiutare a garantire l'uniformità dell'installazione.Considerazioni Architettoniche Durante il montaggio delle tegole bituminose riciclate, diverse considerazioni architettoniche devono essere prese in conto: Design del Tetto: La forma e la pendenza del tetto influenzano la scelta delle tegole e delle tecniche di installazione. Tetti con pendenze elevate o con molte interruzioni (camini, lucernari, ecc.) richiedono una pianificazione dettagliata per assicurare l'integrità della copertura. Estetica: La varietà di colori e texture disponibili permette di integrare le tegole con l'architettura dell'edificio, contribuendo all'armonia estetica complessiva. La selezione deve considerare il contesto ambientale e le normative locali, se presenti. Ventilazione del Tetto: Una corretta ventilazione sotto la superficie di copertura è fondamentale per prevenire l'accumulo di umidità e prolungare la vita delle tegole. La progettazione architettonica deve includere soluzioni per la ventilazione adeguata. Vantaggi delle Tegole Bituminose Riciclate Rispetto ad Altre Coperture Le tegole bituminose realizzate con materiali riciclati offrono numerosi vantaggi rispetto ad altre soluzioni di copertura, sia da un punto di vista tecnico ed economico che ambientale. La comparazione con altre tipologie di coperture impermeabili evidenzia l'efficacia di questa soluzione innovativa nel contesto dell'edilizia sostenibile. Vantaggi Tecnici Durabilità: Le tegole bituminose riciclate sono estremamente resistenti agli agenti atmosferici, tra cui pioggia, neve, e raggi UV, garantendo una lunga vita utile della copertura. Facilità di Installazione: La leggerezza e la flessibilità delle tegole bituminose facilitano il montaggio su una vasta gamma di strutture edilizie, riducendo i tempi e i costi di installazione. Versatilità Estetica: Disponibili in vari colori e texture, permettono una facile integrazione con l'architettura dell'edificio. Comparazione con Altre CopertureTegole in Ceramica o Cemento: Pur offrendo un'estetica tradizionale e una buona durabilità, sono generalmente più pesanti e costose, sia in termini di materiale che di installazione. Coperture Metalliche: Anche se resistenti e leggere, possono essere più costose e richiedere una manutenzione specifica per prevenire la corrosione. Membrane EPDM (Etilene Propilene Diene Monomero): Sebbene offrano una buona impermeabilizzazione, non forniscono la stessa varietà estetica delle tegole bituminose e possono essere più impegnative da installare su tetti con molte interruzioni. Vantaggi Economici Costo-Efficienza: Le tegole bituminose riciclate sono spesso più economiche rispetto ad altre soluzioni di copertura, grazie ai minori costi di materiale e alla facilità di installazione. Manutenzione: Richiedono una manutenzione limitata, contribuendo a ridurre i costi nel lungo termine. Vantaggi Ambientali Riduzione dei Rifiuti: L'uso di materiali riciclati nel loro processo produttivo contribuisce significativamente alla riduzione della quantità di rifiuti destinati alle discariche. Minore Impatto Ambientale: La produzione di tegole bituminose riciclate comporta, in genere, un consumo energetico inferiore e minori emissioni di CO2 rispetto alla produzione di tegole tradizionali o di altri materiali da copertura. Comparazione Ambientale Tegole in Ceramica o Cemento: Sebbene possano avere una lunga vita utile, il loro processo produttivo è energivoro e produce un'impronta di carbonio significativamente più alta. Coperture Metalliche: Possono essere riciclate al termine della loro vita utile, ma la loro produzione richiede grande quantità di energia e risorse. Membrane EPDM: Nonostante siano durevoli, la produzione di EPDM è basata su idrocarburi, e il materiale è meno facilmente riciclabile alla fine della vita utile rispetto alle tegole bituminose riciclate. Riciclo e Fine Vita delle Tegole Bituminose Realizzate con Materiali Riciclati Il ciclo di vita delle tegole bituminose non termina con la loro rimozione dal tetto. Queste possono essere riciclate e riutilizzate in vari modi, contribuendo significativamente alla riduzione dell'impatto ambientale del settore delle costruzioni. Il processo di riciclo è articolato in diverse fasi, ciascuna delle quali svolge un ruolo cruciale nel trasformare le tegole usate in risorse preziose per nuovi utilizzi. Raccolta e Trasporto Il processo inizia con la raccolta delle tegole bituminose rimosse durante lavori di ristrutturazione o demolizione. Queste vengono quindi trasportate a impianti di riciclaggio specializzati. È importante che il trasporto sia organizzato in modo efficiente per minimizzare l'impatto ambientale e i costi associati. Selezione e Pulizia All'arrivo all'impianto di riciclaggio, le tegole sono soggette a un processo di selezione per separare eventuali materiali non riciclabili o contaminanti. Successivamente, vengono pulite per rimuovere chiodi, residui di adesivo e altri detriti. Triturazione Una volta pulite, le tegole vengono triturate in piccoli pezzi o granuli. Questo processo è fondamentale per facilitare la successiva fase di trasformazione. La dimensione dei frammenti è attentamente controllata per soddisfare i requisiti specifici dei vari utilizzi finali. Ulteriore Elaborazione I frammenti di tegola possono subire ulteriori processi di elaborazione, a seconda delle necessità. Questo può includere la separazione di ulteriori materiali, come la fibra di vetro dal bitume, o trattamenti per modificare le proprietà chimico-fisiche dei materiali riciclati. Riutilizzo I materiali riciclati trovano impiego in una varietà di applicazioni, che includono: Asfalto per le Strade: I granuli di tegola bituminosa riciclata possono essere integrati nell'asfalto utilizzato per la pavimentazione stradale, migliorando la resistenza e la durata del manto stradale. Nuove Coperture: Parte del materiale riciclato può essere riutilizzato nella produzione di nuove tegole bituminose, contribuendo a ridurre il consumo di risorse vergini. Sottofondi per Pavimentazioni: I frammenti di tegola possono essere usati come materiale per sottofondi in progetti di pavimentazione, offrendo una soluzione economica e sostenibile. Libri e Manuali Tecnici "Materiali da costruzione sostenibili" di Paolo Fumagalli. Questo testo, disponibile in italiano, offre una panoramica completa sui materiali da costruzione eco-compatibili, con un focus particolare sul riciclo e sul riutilizzo dei materiali nel settore edile, inclusa una sezione sulle tegole bituminose riciclate. "Sustainable Construction: Green Building Design and Delivery" di Charles J. Kibert. Benché in inglese, questo libro è una risorsa chiave per comprendere i principi della costruzione sostenibile, inclusi i materiali riciclati per le coperture e le loro implicazioni ambientali. "Recycling of Roofing Materials", articolo presente sul Journal of Green Building. Questo studio, sebbene in inglese, approfondisce il processo di riciclaggio delle tegole bituminose e il loro impatto ambientale, fornendo dati e analisi dettagliate. "L'impiego di materiali riciclati nell'edilizia: normative, prestazioni e casi studio" – Un articolo disponibile attraverso le risorse universitarie italiane, che esplora le normative italiane ed europee relative all'utilizzo di materiali riciclati in edilizia, inclusi i casi studio sulle tegole bituminose.

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - Il Mercato del PP e del PE in Africa e l'Andamento dei Prezzi
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Il Mercato del PP e del PE in Africa e l'Andamento dei Prezzi
Notizie Brevi

Il mercato dei polimeri plastici nel continente Africano nel primo trimestre 2021 ha rispecchiato, parzialmente, la situazione mondiale, con un aumento generalizzato dei prezzi ma, nello stesso tempo, una domanda abbastanza contenutaIl motivo principale della moderazione delle richieste di materia prima dipende fortemente dalla situazione pandemica in atto in tutti i paesi e dalla scarsa disponibilità della materia prima acquistabile. Il bilanciamento tra domanda e offerta ha portato incrementi di prezzi, presso il produttore Nigeriano Eleme, di 105 $/ton per il PE e di 289 $/ton per il PP. La Nigeria è un mercato strategico per tutti i produttori di materia prima del mondo che vogliono venere il polimero in Africa, tanto che gli utilizzatori finali, a fronte degli aumenti, stanno verificando gli andamenti dei prezzi dei produttori del Medio Oriente. Il Kenia, altro mercato importante per le materie plastiche, sicuramente il più grande dell’Africa orientale, ha visto rialzi importanti dell’LDPE e del PPH, tra i più decisi dal 2015. L’HDPE per il film è aumentato di 60-70 $/ton mentre l’LDPE, sempre per film, è aumentato di 80/90 $/ton, con i prezzi finali alla tonnellata tra i 1230 e i 1250 $/ton per l’HDPE da film e iniezione e di 1520-1550 $/ton per il materiale da film in LDPE. Per quanto riguarda il PPH raffia e da iniezione hanno subito aumenti tra le 90 e i 100 $/ton, con i prezzi finali a 1420-1440 $/ton per il PPH da raffia e 1430-1440 $/ton per in PPH da iniezione tutti CFR Mombasa. Anche in Kenia la situazione sanitaria a seguito del COVID 19 ha rallentando le contrattazioni e gli acquisti per la produzione. L’Algeria, che è un mercato molto importante in termini di consumi nel nord Africa, ha visto aumento dell’LDPE e dell’HDPE tra i 20 e i 40 $/ton per polimeri provenienti dall’Arabia Saudita, mentre per il PPH gli incrementi di prezzo rispetto a Gennaio sono stati tra i 70 e i 100 $/ton. Le maggiori preoccupazioni che si riscontrano tra gli operatori industriali Algerini che utilizzano i polimeri plastici, è la scarsità dell’offerta rispetto alle esigenze produttive degli stabilimenti. Il mercato del Sud Africa, il più importante dell’area meridionale del continente, è in una sorta di equilibrio tra domanda e offerta, entrambi deboli. Per quanto riguarda il PE in arrivo dal principale fornitore Saudita si vedono incrementi tra i 70 e gli 80 $/Ton per l’HDPE e l’LLDPE da film (1250-1280 $/ton) , mentre tra i 90 e i 100 $/Ton per il film in LDPE (1530-1560 $/ton).

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - Bisfenolo A negli Imballi Alimentari: il Parere dell'EFSA
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Bisfenolo A negli Imballi Alimentari: il Parere dell'EFSA
Informazioni Tecniche

Bisfenolo A negli Imballi Alimentari: il Parere dell'EFSAdi Marco ArezioCome abbiamo già avuto modo di trattare nell'articolo "Rivestimenti polimerici per imballi alimentari in metallo" il massiccio ricorso ai prodotti alimentari preconfezionati, siano essi con imballi di metallo, di plastica o di altri materiali, pone l'interrogativo delle possibili sostanze chimiche, potenzialmente pericolose per la salute umana, che si potrebbero generare all'interno della confezione.Alcune di queste sostanze possono essere generate dall'effetto cedente dei materiali da imballo verso il cibo, altre riguardano la cessione di sostanze chimiche che si generano dagli alimenti stessi a causa dell'imballo.Infatti, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha riesaminato i rischi da Bisfenolo A (BPA) negli alimenti proponendo di abbassare considerevolmente la dose giornaliera tollerabile (DGT) rispetto a quella della sua precedente valutazione del 2015. Le nuove conclusioni dell'EFSA sul BPA vengono esposte in una bozza di parere scientifico disponibile a pubblica consultazione fino al 22 febbraio 2022. Tutte le parti interessate sono invitate a parteciparvi. La DGT è la stima della quantità di una sostanza (espressa in rapporto al peso corporeo in kg) che può essere ingerita quotidianamente nel corso dell’esistenza senza rischi degni di nota. Nella sua valutazione del rischio da BPA del 2015, l'EFSA aveva stabilito una DGT temporanea di 4 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno. Nella sua bozza di valutazione ex novo del BPA, pubblicata oggi, il gruppo di esperti dell'EFSA sui materiali a contatto con gli alimenti, gli enzimi e i coadiuvanti tecnologici (gruppo CEP) ha stabilito una DGT di 0,04 nanogrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno. L'abbassamento della DGT è il risultato della valutazione di studi apparsi nella letteratura dal 2013 al 2018, in particolare quelli che evidenziano effetti avversi del BPA sul sistema immunitario: in studi su animali si è osservato un aumento del numero di cellule "T-helper", un tipo di globuli bianchi che svolge un ruolo fondamentale nei meccanismi immunitari cellulari e che, se aumenta, può portare allo sviluppo di infiammazioni polmonari allergiche. Confrontando la nuova DGT con le stime dell'esposizione dei consumatori al BPA tramite l'alimentazione, l'EFSA conclude che sia l'esposizione media che quella elevata al BPA superano la nuova DGT in tutte le fasce di età, dando così adito a preoccupazioni di termini di salute. Un approccio sistematico Il dr. Claude Lambré, presidente del gruppo CEP, ha dichiarato: "Questa bozza aggiornata è il risultato di un’accurata valutazione durata diversi anni. Abbiamo applicato un approccio sistematico per selezionare e valutare le evidenze disponibili. I nuovi studi scientifici apparsi nella letteratura ci hanno aiutato ad affrontare importanti elementi di incertezze circa la tossicità del BPA". L'EFSA ha già valutato la sicurezza del BPA destinato a materiali a contatto con gli alimenti nel 2006 e nel 2015. Allora i suoi esperti riuscirono a stabilire solo una DGT temporanea in ragione di alcuni elementi di incertezza , sottolineando la necessità di colmare le lacune riscontrate nei dati.Categoria: notizie - tecnica - plastica - riciclo - bisfenoloFonte: EFSA

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - Odori nei polimeri riciclati: come affrontare il problema?
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Odori nei polimeri riciclati: come affrontare il problema?
Informazioni Tecniche

La valorizzazione dei polimeri riciclati passa anche attraverso la soluzione del problema degli odoridi Marco ArezioIn un’ottica di economia circolare i polimeri riciclati che provengono dal post consumo, quindi dalla raccolta differenziata domestica, devono essere valorizzati riuscendo a risolvere anche il problema degli odori. La necessità di utilizzare maggiormente i polimeri riciclati che provengono dal post consumo è ormai diventata una questione primaria per il riciclo delle materie plastiche. Come riportato nell’articolo apparso sul portale della plastica e dell’economia circolare rMIX è necessario che si verifichino due condizioni fondamentali: Rimodulazione delle aspettative estetiche dei prodotti finiti fatti in plastica riciclata Riduzione o cancellazione degli odori che i prodotti fatti con l’input da post consumo portano con se dopo la produzione.Nel primo caso è importante poter produrre più prodotti con plastiche riciclate, specialmente quelli oggi realizzati con plastiche vergini solo per questioni estetiche che si potrebbero definire trascurabili, aumentando così il consumo di rifiuti plastici. Nel secondo caso, il problema dell’odore, condiziona ancora fortemente gli acquisti di granuli riciclati, specialmente in quei paesi dove è meno sentita la problematica della difesa ambientale. Se vogliamo fare un esempio, un flacone del detersivo prodotto con un HDPE riciclato, mantiene dopo la produzione una quota di odore (profumo?) di detersivo che proviene dalla lavorazione dei flaconi della raccolta differenziata, in cui le fragranze dei liquidi contenuti precedentemente rimangono anche dopo il lavaggio. Come vedete non è un problema invalidante per chi dovrà riempire nuovamente il flacone riciclato con liquidi profumati, ma è, ed è stato sempre un tema discusso dagli acquirenti di polimero. Sebbene le cose da questo punto di vista stiano lentamente cambiando, dove si trovano maggiori complicazioni sono quei prodotti fatti con PP o PP/PE o LDPE la cui materia prima ha contenuto residui alimentari, detergenti, cosmetici o dove il processo di rigenerazione presenza delle criticità. I fattori che contribuiscono maggiormente alla creazione degli odori sono rappresentati da: Residui alimentari, che creano processi microbiologici Residui di cosmetici che presentano difficoltà di pulizia durante il lavaggio Tensioattivi che vengono inglobati nelle plastiche Contaminazioni nelle acque di lavaggio del rifiuto plastico Contaminazioni causate dalla degradazione dei polimeri in fase di produzione dei granuli. Ad oggi una soluzione piena e definitiva del problema, da applicare nella produzione su larga scala dei polimeri riciclati, sembra non esserci ancora, infatti, si stanno percorrendo varie strade per cercare di mitigare e, in un futuro risolvere la presenza di questi odori. Copertura degli odori Esistono sul mercato numerosi prodotti, sotto forma di masterbach, che si utilizzano in fase di estrusione o iniezione dei prodotti, contenenti varie fragranze che aiutano a mitigare un odore pungente come può essere quello di alcune produzioni di polimeri. Le fragranze sono numerose: vaniglia, pino, fragola, arancia, limone, lavanda e tante altre. Processi Meccanici Esistono impianti di produzione dei granuli riciclati che, durante la lavorazione degli scarti plastici e della produzione del granulo stesso, riducono in modo sostanziale le fonti che generano gli odori sgradevoli. Questi impianti si basano su una tripla combinazione tra filtrazione, degasaggio e aspirazione delle parti volatili in modo da migliorare il problema. Ricerca scientifica Nello stesso tempo la ricerca sta facendo passi avanti per cercare di individuare, in modo scientifico ed inequivocabile la fonte degli odori dei composti provenienti dalla raccolta differenziata. L’istituto tedesco Fraunhofer Institute for Process and Engineering and Packaging (IVV) sta studiando come migliorare i processi di riciclo dei rifiuti da post consumo. Il lavoro si concentra, con un approccio olfattometrico e analitico, allo studio e la catalogazione degli odori presenti nelle plastiche post consumo, valutandone l’intensità e la provenienza, identificando i materiali che li producono attraverso un’analisi chimica. I dati raccolti da queste catalogazioni scientifiche aiuteranno i ricercatori a trovare processi adatti alla soluzione dei problemi causati dal decadimento microbiologico, dall’invecchiamento della plastica, dai risultati chimici dei processi termici e dai residui delle lavorazioni meccaniche della plastica che causano odori sgradevoli.Controllo analitico degli odori in laboratorioOggi abbiamo comunque la possibilità, attraverso una strumentazione di laboratorio, che unisce l'attività di un gascromatografo (GC) e uno spettrometro a mobilità ionica (IMS) di avere un quadro preciso sull'intensità e sulla natura degli odori che provengono dal rifiuto da riciclare o dalla scaglia o granulo prodotti dalle plastiche post consumo. Questo strumento ci aiuta ad individuare i componenti molesti dal punto di vista odoroso nei rifiuti in ingresso, ma anche sulla materia prima prodotta o sui prodotti finali realizzati con la plastica riciclata, così da stabilire azioni correttive o, con il cliente, un range analitico e non opinabile, del livello odori nei prodotti ed accettato dalle parti.Categoria: notizie - tecnica - plastica - riciclo - odori - post consumo

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - Sicurezza sul Lavoro nel Settore Legno: Navigare tra Rischi e Soluzioni
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Sicurezza sul Lavoro nel Settore Legno: Navigare tra Rischi e Soluzioni
Management

Un'Analisi Approfondita sui Rischi Fisici, Chimici e Biologici nella Lavorazione e Riciclo del Legno e le Strategie per un Ambiente di Lavoro Sicuro di Marco ArezioL'industria del legno, che comprende sia il legno vergine che quello riciclato, rappresenta un settore cruciale nell'economia globale, con l'Europa che svolge un ruolo di primo piano sia nella produzione che nella trasformazione del legname. La crescente attenzione verso la sostenibilità e l'economia circolare ha ulteriormente accentuato l'importanza del riciclo del legno, trasformandolo in una risorsa vitale per l'industria. L'Importanza del Mercato del Legno Vergine Il legno vergine, proveniente direttamente dalle foreste, è una materia prima essenziale per molteplici settori, inclusi l'edilizia, la produzione di mobili, e la carta. L'Europa, grazie alle sue vaste risorse forestali, è uno dei maggiori produttori di legno vergine, con paesi come la Svezia, la Finlandia e la Germania che guidano la produzione grazie ai loro ampi patrimoni boschivi e alle pratiche di gestione sostenibile. Il Mercato del Legno Riciclato Parallelamente, il mercato del legno riciclato sta guadagnando sempre più terreno, supportato dalla crescente consapevolezza ambientale e dalla necessità di ridurre gli sprechi. Il legno riciclato, ottenuto dalla lavorazione di prodotti di legno usati, contribuisce significativamente alla riduzione della pressione sulle risorse forestali e minimizza l'impronta ambientale dell'industria legnosa. Utilizzo del Legname in Europa L'Europa è uno dei maggiori consumatori di legname al mondo. Secondo i dati recenti, l'edilizia rappresenta la quota maggiore del consumo di legno, seguita dalla produzione di carta e cartone e dalla fabbricazione di mobili. La crescente tendenza verso l'edilizia sostenibile e l'uso di materiali rinnovabili sta spingendo una domanda sempre maggiore di legno come materiale da costruzione ecocompatibile. Principali Nazioni Produttrici e di Trasformazione Tra le nazioni europee, la Svezia e la Finlandia si distinguono per la produzione di legno vergine, grazie alle loro estese foreste gestite in modo sostenibile. La Germania, oltre ad essere uno dei principali produttori, è anche un hub significativo per la trasformazione del legno, ospitando alcune delle più grandi industrie di lavorazione del legno e produzione di mobili in Europa.Allo stesso tempo, paesi come l'Italia e la Spagna, pur disponendo di minori risorse forestali, giocano un ruolo cruciale nella trasformazione e nel riciclo del legno, contribuendo significativamente all'economia circolare e alla sostenibilità del settore. La lavorazione e il riciclo del legno sono processi fondamentali nell'industria moderna, promuovendo l'uso sostenibile delle risorse e riducendo gli sprechi. Tuttavia, queste attività potrebbero esporre i lavoratori a una varietà di rischi sanitari che possono avere effetti a breve e lungo termine sulla salute. L'identificazione precisa di questi rischi e l'adozione di strategie di prevenzione efficaci sono essenziali per creare un ambiente di lavoro sicuro.Classificazione dei Rischi Sanitari I rischi sanitari nella lavorazione e riciclo del legno possono essere classificati in diverse categorie principali: Rischi Fisici: include l'esposizione a polveri di legno, rumore e pericoli meccanici. Rischi Chimici: derivano dall'uso di vernici, collanti, solventi e trattamenti conservanti. Rischi Biologici: legati alla presenza di muffe e funghi sul legno umido o riciclato. Rischi Fisici Concentrandoci sui rischi fisici associati alla lavorazione e al riciclo del legno, approfondendo le cause, le conseguenze e le strategie di mitigazione di questi rischi, inclusi dettagli specifici sulle polveri di legno, l'esposizione al rumore e i pericoli meccanici. Polveri di Legno Le polveri di legno sono tra i rischi fisici più significativi nella lavorazione del legno, con impatti variabili a seconda della dimensione delle particelle e del tipo di legno. Le particelle di polvere sono generate da operazioni come il taglio, la levigatura e la fresatura. Le polveri fini possono rimanere sospese nell'aria per periodi prolungati, aumentando il rischio di inalazione. Conseguenze sui lavoratori Effetti Respiratori: L'inalazione di polveri di legno può causare irritazione delle vie respiratorie, asma e altre malattie respiratorie croniche. Cancro: Alcune polveri di legno duro sono classificate come cancerogene per l'uomo, con un rischio accresciuto di carcinoma nasale. Strategie di Mitigazione Sistemi di Estrazione: Installazione di sistemi di estrazione della polvere efficaci che catturano la polvere direttamente alla fonte. Misure di Contenimento: Utilizzo di cabine di lavoro chiuse o semichiuse per limitare la diffusione delle polveri. Protezione Respiratoria: Fornitura di respiratori adatti al tipo e alla concentrazione delle polveri. Esposizione al Rumore Il rumore generato dalle macchine utilizzate nella lavorazione del legno può causare danni all'udito e altri effetti negativi sulla salute. Operazioni come il taglio, la segatura e la piallatura producono livelli elevati di rumore. Conseguenze sui lavoratori Perdita dell'Udito: L'esposizione prolungata a livelli elevati di rumore può causare una riduzione permanente dell'udito. Effetti Psicologici: Livelli di rumore eccessivi possono anche causare stress, affaticamento e disturbi del sonno. Strategie di Mitigazione Controllo del Rumore alla Fonte: Utilizzo di macchinari con bassi livelli di emissione sonora e manutenzione regolare per minimizzare il rumore prodotto. Isolamento Acustico: Installazione di barriere o cabine fonoassorbenti per ridurre la propagazione del rumore nell'ambiente di lavoro. Protezione Individuale: Distribuzione di dispositivi di protezione individuale, come cuffie o tappi per le orecchie, ai lavoratori esposti. Pericoli Meccanici Le macchine utilizzate nella lavorazione del legno possono presentare rischi meccanici, inclusi tagli, amputazioni e infortuni da schiacciamento. L'uso di seghe, pialle, fresatrici e altre attrezzature pesanti senza le dovute precauzioni può portare a infortuni gravi. Conseguenze sui lavoratori Infortuni Acuti: Tagli e amputazioni sono tra le conseguenze più gravi degli incidenti con macchinari. Infortuni Muscolo-Scheletrici: Movimentazione manuale di materiali pesanti e posture di lavoro scorrette possono causare disturbi muscolo-scheletrici. Strategie di Mitigazione Formazione e Istruzione: Formare i lavoratori sull'uso sicuro delle macchine e sulle pratiche di lavoro sicure. Protezioni e Dispositivi di Sicurezza: Assicurarsi che tutte le macchine siano dotate di protezioni adeguate e che i dispositivi di sicurezza siano sempre funzionanti. Revisione Ergonomica: Adottare misure ergonomiche per ridurre il rischio di infortuni muscolo-scheletrici, inclusa la ridistribuzione del carico di lavoro e l'uso di attrezzature ausiliarie.Conclusione La mitigazione efficace dei rischi fisici nella lavorazione e riciclo del legno richiede un approccio olistico che combina tecnologia, formazione e prassi lavorative sicure. Creando un ambiente di lavoro sicuro e promuovendo una cultura della sicurezza, è possibile ridurre significativamente il rischio di infortuni e malattie professionali tra i lavoratori del settore. Rischi Chimici I rischi chimici nel settore della lavorazione e del riciclo del legno derivano dall'esposizione a varie sostanze potenzialmente pericolose. Queste possono includere vernici, solventi, collanti, conservanti per legno e altri trattamenti chimici applicati durante il processo di produzione o di riciclaggio. Gli effetti sulla salute possono variare significativamente a seconda del tipo di sostanza, della durata dell'esposizione e delle misure di sicurezza adottate. Vernici e Solventi Le vernici e i solventi utilizzati nel trattamento delle superfici in legno possono contenere composti organici volatili (COV), metalli pesanti e altre sostanze nocive. L'applicazione di vernici e l'uso di solventi generano vapori che possono essere inalati dai lavoratori o assorbiti attraverso la pelle. Conseguenze sui lavoratori Effetti Respiratori: L'inalazione di vapori può irritare le vie respiratorie, causando tosse, difficoltà respiratorie e, in casi gravi, danni ai polmoni. Tossicità Sistemica: Alcuni solventi possono avere effetti tossici su organi specifici come il fegato e il sistema nervoso centrale. Rischi a Lungo Termine: L'esposizione cronica può aumentare il rischio di sviluppare malattie come il cancro, in particolare nei casi di esposizione a sostanze note per le loro proprietà cancerogene. Strategie di Mitigazione Sostituzione di Sostanze Pericolose: Dove possibile, sostituire vernici e solventi pericolosi con alternative meno tossiche. Utilizzo di DPI: Indossare dispositivi di protezione individuale adeguati, come maschere con filtri per vapori organici, guanti resistenti ai solventi e occhiali di protezione. Ventilazione Adeguata: Installare sistemi di ventilazione localizzati per rimuovere i vapori nocivi dall'area di lavoro. Collanti e Adesivi I collanti utilizzati per incollare pezzi di legno possono contenere formaldeide o altre sostanze chimiche nocive. Durante l'applicazione e l'indurimento degli adesivi, possono essere rilasciate sostanze volatili nell'aria. Conseguenze sui lavoratori Irritazioni: Esposizioni acute possono causare irritazione agli occhi, alla pelle e alle vie respiratorie. Effetti a Lungo Termine: La formaldeide è classificata come cancerogena per l'uomo, con potenziali rischi di cancro nasofaringeo e leucemia. Strategie di Mitigazione Controllo alla Fonte: Utilizzare adesivi a basso contenuto di formaldeide o privi di formaldeide. Applicazione Sicura: Usare metodi di applicazione che minimizzano l'esposizione, come sistemi di incollaggio chiusi. Ventilazione e Aspirazione: Mantenere una buona ventilazione nelle aree di applicazione degli adesivi. Conservanti e Trattamenti Chimici I trattamenti conservanti sono usati per proteggere il legno da insetti, funghi e marciume, ma possono contenere sostanze chimiche pericolose. L'applicazione di conservanti implica spesso l'uso di spray o immersioni che possono portare a esposizioni aeree o cutanee. Conseguenze sui lavoratori Tossicità Acuta: L'esposizione a livelli elevati di conservanti può causare effetti tossici immediati, inclusa irritazione della pelle e delle vie respiratorie. Rischi a Lungo Termine: Sostanze come l'arsenico (precedentemente usato in alcuni trattamenti per legno) possono aumentare il rischio di cancro e altri problemi di salute a lungo termine. Strategie di Mitigazione Alternative Sicure: Sostituire, dove possibile, conservanti pericolosi con trattamenti più sicuri e ecocompatibili. Protezione Personale: Uso di indumenti protettivi completi, inclusi guanti, maschere e tute, per ridurre l'esposizione cutanea e inalatoria. Formazione e Educazione: Formare i lavoratori sulle pratiche di lavoro sicure, compresa la manipolazione sicura e lo smaltimento dei materiali trattati. Conclusione La gestione efficace dei rischi chimici nella lavorazione e nel riciclo del legno richiede una combinazione di sostituzione di sostanze pericolose, controllo dell'esposizione, uso di DPI e formazione dei lavoratori. L'adozione di misure preventive e la promozione di una cultura della sicurezza sono fondamentali per proteggere la salute dei lavoratori da questi rischi. È essenziale che le aziende rimangano aggiornate sulle normative e sulle migliori pratiche del settore per mitigare i rischi chimici nel loro ambiente di lavoro. Rischi Biologici I rischi biologici nella lavorazione e nel riciclo del legno derivano principalmente dalla presenza e dall'esposizione a muffe, funghi, batteri e altri agenti biologici che possono proliferare sul legno, specialmente in condizioni di umidità elevata. Questi agenti possono avere effetti negativi sulla salute dei lavoratori, causando una varietà di problemi respiratori, allergie e, in alcuni casi, malattie più gravi. Muffe e Funghi Le muffe e i funghi sono tra i principali rischi biologici associati al legno, in grado di crescere su superfici legnose quando le condizioni di umidità sono elevate. Questi organismi possono produrre spore che, se inalate, possono causare reazioni allergiche, asma e altre condizioni respiratorie. L'esposizione avviene principalmente attraverso l'inalazione di spore presenti nell'aria, che possono essere rilasciate durante il taglio, la movimentazione o la lavorazione del legno infetto. La crescita di muffe e funghi è favorita da condizioni di umidità elevata e scarsa ventilazione. Conseguenze sui lavoratori Reazioni Allergiche: Le spore di muffa possono causare reazioni allergiche che variano da lievi irritazioni delle vie respiratorie a condizioni più gravi come l'asma. Infezioni Respiratorie: In alcuni individui, soprattutto quelli con sistemi immunitari compromessi, l'esposizione può portare a infezioni polmonari. Irritazioni della Pelle: Il contatto diretto con muffe e funghi può causare dermatiti e altre irritazioni cutanee. Strategie di Mitigazione Controllo dell'Umidità: Mantenere bassi livelli di umidità nei luoghi di stoccaggio e lavorazione del legno per prevenire la crescita di muffe e funghi. Buona Ventilazione: Assicurare una ventilazione adeguata nelle aree di lavoro per ridurre la concentrazione di spore nell'aria. Pulizia e Manutenzione: Rimuovere regolarmente i materiali ammuffiti e mantenere pulite le aree di lavoro per limitare la diffusione di spore. Protezione Personale: Fornire ai lavoratori dispositivi di protezione individuale come maschere e guanti per prevenire l'esposizione diretta. Batteri Anche i batteri possono proliferare su superfici di legno umide o danneggiate, rappresentando un potenziale rischio biologico. L'esposizione ai batteri può avvenire attraverso tagli o ferite aperte, inalazione di particelle contaminate o contatto con la pelle. Conseguenze sui lavoratori Infezioni Cutanee: I batteri possono causare infezioni cutanee, specialmente attraverso ferite aperte. Malattie Respiratorie: Alcuni batteri presenti nel legno possono causare malattie respiratorie se inalati. Strategie di Mitigazione Igiene Personale: Promuovere una buona igiene personale tra i lavoratori, inclusa la disinfezione di ferite o graffi. Procedimenti di Lavoro Sicuri: Adottare pratiche di lavoro che minimizzino il rischio di infezioni, come l'uso di attrezzature protettive e la pulizia regolare delle mani. Formazione: Educare i lavoratori sui rischi associati alla manipolazione del legno e sulle pratiche sicure per evitarli. Conclusioni I rischi biologici nella lavorazione e nel riciclo del legno richiedono attenzione e misure preventive per proteggere la salute dei lavoratori. Il controllo dell'umidità, una buona ventilazione, la pulizia e la manutenzione regolare, insieme all'uso di dispositivi di protezione individuale adeguati, sono strategie chiave per mitigare questi rischi. Inoltre, è fondamentale la formazione continua dei lavoratori sui pericoli biologici e le migliori pratiche per prevenirli, garantendo così un ambiente di lavoro sicuro e salubre.

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - Ombre di Ambizione. Capitolo 9: Ronde nella Notte
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Ombre di Ambizione. Capitolo 9: Ronde nella Notte
Slow Life

Il Caso della Formula del Polipropilene Perduta a Milanodi Marco ArezioRacconti. Ombre di Ambizione. Capitolo 9: Ronde nella NotteDopo il suo incontro con il maresciallo, Lucia Marini rientra in albergo, portando con sé il peso delle informazioni raccolte e delle decisioni prese. Nella tranquillità della sua stanza, con un tè fumante tra le mani, decide di prendersi un momento per riflettere sulle complesse dinamiche del caso che sta affrontando. Mentre il tè rilascia i suoi aromi nell'aria, Lucia inizia a snocciolare gli eventi chiave: 1. L'uomo ferito portato dal dottor Branchini: Una notte, tre uomini sospetti hanno bussato alla porta del dottor Branchini, portando con sé un uomo ferito. La ferita, come confermato dal dottore, non sembrava essere il risultato di un incidente stradale, ma piuttosto di un'aggressione con arma da taglio. Questo episodio suggerisce l'esistenza di un sottobosco criminale che opera nell'ombra di Corenno Plinio. 2. Le banconote svizzere: Il pagamento lasciato dai sospetti nella cucina del dottore, composto da banconote svizzere, aggiunge un ulteriore livello di mistero. Il ricorso a valuta straniera potrebbe indicare legami internazionali o, quanto meno, la volontà di nascondere le proprie tracce finanziarie. 3. La reticenza del sindaco Albertini: La chiara opposizione del sindaco all'indagine di Lucia, in particolare il suo rifiuto di consentire l'accesso al castello, solleva dubbi sulla sua possibile complicità o, almeno, sulla sua conoscenza di attività illecite che potrebbero avere legami con il castello stesso. 4. La riunione segreta di Sartori al castello: L'informazione riguardante una riunione segretamente organizzata da Sartori nel castello fornisce un possibile collegamento tra i vari elementi del mistero. Sartori potrebbe essere la chiave per comprendere la rete di relazioni e interessi che si cela dietro gli eventi recenti. Mentre Lucia passa in rassegna questi punti, cerca di trovare un filo conduttore che possa legarli. La presenza di un uomo ferito e le modalità con cui è stato trattato suggeriscono che a Corenno Plinio si stia svolgendo qualcosa di più pericoloso e organizzato di semplici atti criminali isolati. Le banconote svizzere potrebbero essere la prova di transazioni finanziarie estere che necessitano discrezione, forse legate al contenuto o agli esiti della riunione segreta al castello. La reticenza del sindaco, inoltre, potrebbe indicare una volontà di proteggere qualcuno o qualcosa. Forse il sindaco stesso è sotto pressione, o forse teme le conseguenze che un'indagine approfondita potrebbe avere sulla reputazione del paese. Lucia si rende conto che per avanzare nelle indagini dovrà esplorare questi legami, forse iniziando proprio da Sartori e dal suo ruolo nell'incontro al castello. È possibile che, scavando più a fondo nel passato di Sartori e nelle sue connessioni, possa emergere un quadro più chiaro delle dinamiche criminali a Corenno Plinio. Finendo il suo tè, Lucia si sente ancora più determinata a proseguire. Ogni elemento sembra essere un pezzo di un puzzle complesso, e lei è decisa a metterli tutti insieme, consapevole che la soluzione del mistero richiederà astuzia, coraggio e una profonda comprensione delle ombre che si celano dietro la facciata tranquilla di Corenno Plinio. Nella quiete della sala dell'Hotel Belvedere, Lucia Marini compone il numero della questura di Milano, la tensione palpabile nell'aria mentre attende di essere messa in comunicazione con Sartori. Quando finalmente la linea si apre e Sartori risponde, Lucia non perde tempo e va dritta al punto. Lucia: "Sartori, sono il commissario Marini. Abbiamo bisogno di parlare della sua recente visita al castello di Corenno Plinio. È fondamentale per le mie indagini che lei mi descriva nel dettaglio la sua esperienza." Sartori: "Commissario, capisco. Farò del mio meglio per aiutarla." Lucia: "Cominciamo dall'inizio. Come è entrato nel castello? Esistono punti di accesso particolari o sbarramenti che ha dovuto superare?" Sartori: "L'accesso al castello è stato organizzato dai Custodi dell'Ombra. C'è un ingresso secondario, poco visibile, che abbiamo usato. Non ho notato particolari sbarramenti, ma era evidente che conoscevano bene il posto." Lucia: "Ha notato la presenza di cunicoli o passaggi segreti all'interno del castello?" Sartori: "Sì, mi è stato fatto capire che esistono passaggi nascosti, ma non li ho visti personalmente. Il castello è pieno di storia, e sembra che alcuni di questi cunicoli siano stati usati in passato per diversi scopi." Lucia: "E riguardo ai Custodi dell'Ombra con cui ha parlato, erano italiani o di altra nazionalità? Che aspetto avevano?" Sartori: "Erano di varie nazionalità, ma la maggior parte sembrava italiana. Non posso dirle molto sul loro aspetto; tutti indossavano mantelli che li rendevano anonimi, parte della loro tradizione, immagino." Lucia: "Cosa hanno discusso durante la riunione? C'è qualcosa che possa essere rilevante per le mie indagini?" Sartori: "La riunione riguardava la protezione di certe conoscenze antiche che i Custodi ritengono debbano rimanere segrete, del ruolo benefico della scienza, non posso entrare nei dettagli al telefono, ma le assicuro che non c'era nulla di illegale. Era più una questione di tradizione e eredità culturale." Lucia: "Capisco. La ringrazio per le informazioni, Sartori. Saranno molto utili per le mie indagini. La contatterò se avrò bisogno di ulteriori dettagli." Concludendo la chiamata, Lucia si rende conto che, sebbene Sartori abbia fornito alcuni spunti interessanti, il velo di mistero che avvolge il castello e i Custodi dell'Ombra rimaneva fitto. Tuttavia, le informazioni sul possibile ingresso secondario e l'esistenza di cunicoli segreti offrono un nuovo percorso investigativo da esplorare. Ora più che mai, Lucia è determinata a trovare un modo per accedere al castello e scoprire cosa si nasconde dietro le antiche mura che custodiscono segreti forse troppo pericolosi per essere rivelati. Con le informazioni raccolte dalla conversazione con Sartori, Lucia Marini riflette sulla natura della riunione tra lui e i Custodi dell'Ombra al castello di Corenno Plinio. Mentre le parole di Sartori risuonano nella sua mente, Lucia inizia a mettere insieme i pezzi del puzzle, giungendo a una conclusione inquietante. Lucia si convince che la riunione al castello non fosse altro che una messinscena, un test per valutare la lealtà e la discrezione di Sartori. I Custodi dell'Ombra, un gruppo avvolto nel mistero e impegnato nella protezione di antichi segreti, probabilmente non si fidavano completamente di lui. Era logico, quindi, che evitassero di discutere argomenti di reale importanza, come la formula rubata o qualsiasi piano relativo alla promozione della scienza che potessero avere in mente. Lucia riflette sul fatto che Sartori, coinvolto in questa rete di segreti e intrighi, potrebbe essere stato solo una pedina, usata per arrivare alla formula del polipropilene. La sua partecipazione alla riunione al castello, piuttosto che conferirgli un ruolo attivo all'interno del gruppo, potrebbe averlo esposto a rischi ben maggiori di quelli che poteva immaginare. Questa consapevolezza porta Lucia a considerare che, se Sartori non fosse stato arrestato, avrebbe potuto trovarsi in grave pericolo per la sua vita. I Custodi dell'Ombra, determinati a proteggere i loro segreti a ogni costo, non avrebbero esitato a eliminare una possibile minaccia alla loro sicurezza. Il suo arresto, paradossalmente, potrebbe averlo salvato da un destino ben peggiore. Lucia si rende conto che il suo compito ora è duplice: deve non solo risolvere il mistero della formula rubata, ma anche proteggere Sartori da ulteriori pericoli. La sua indagine si allarga, diventando una corsa contro il tempo per svelare i segreti dei Custodi dell'Ombra e impedire che altri innocenti vengano coinvolti in questo pericoloso gioco di potere. Riflettendo sulle sue prossime mosse, Lucia Marini realizza che una comprensione più approfondita della conformazione interna del castello potrebbe essere cruciale per avanzare nelle sue indagini. Decide quindi di chiedere aiuto ad Alessandro Bianchi, il pilota dell'idrovolante, sperando che possa darle un passaggio a Como, dove potrebbe consultare i documenti del catasto. Lucia si avvicina al telefono nella sala dell'hotel e compone il numero di Bianchi. Lucia: "Buongiorno, Alessandro. Sono Lucia Marini. Mi scuso per il disturbo, ma volevo chiederle un favore. Avrebbe per caso in programma un volo con l'idrovolante a Como nei prossimi giorni?" Bianchi: "Buongiorno, commissario Marini. Nessun disturbo. Domani mattina ho in programma un volo per ritirare delle medicine urgenti all’ospedale di Como. Se le serve un passaggio, sarei felice di averla con me." Lucia, sollevata e grata per l'offerta, risponde con entusiasmo. Lucia: "Sarebbe perfetto, Alessandro. Mi sarebbe di grande aiuto. C'è un orario specifico a cui dovrei essere pronta?" Bianchi: "Pensavo di partire intorno alle 8:00. E ho una buona notizia per lei: posso venirla a prendere direttamente al molo di Corenno Plinio. Sarà più comodo per entrambi e risparmieremo tempo." Lucia: "Non sa quanto apprezzi la sua disponibilità. Sarò al molo alle 8:00 senza mancare. Grazie mille, Alessandro." Bianchi: "È un piacere aiutarla, commissario. Ci vediamo domani, allora. Buona giornata." Concludendo la chiamata, Lucia si sente un passo più vicina alla soluzione del mistero. La possibilità di accedere ai documenti del catasto a Como potrebbe fornirle le informazioni necessarie per comprendere meglio la struttura del castello e, di conseguenza, pianificare il suo prossimo passo con maggiore precisione. Mentre termina il suo tè, Lucia riflette su quanto la collaborazione e l'aiuto di persone come Alessandro Bianchi siano fondamentali nelle sue indagini. Ogni gesto di supporto aggiunge un pezzo al puzzle che sta cercando di risolvere e le ricorda che, nonostante le sfide, non è sola in questa ricerca della verità. Il giorno successivo, Lucia Marini si alza presto, pronta per la nuova giornata che promette di essere ricca di sviluppi. Dopo una notte di riflessioni e piani, lascia l'Hotel Belvedere con uno spirito risoluto. Percorre le antiche scale di pietra che collegano la piazza principale di Corenno Plinio al porto, immergendosi nell'atmosfera vivace del mattino. Mentre scende, i suoni della vita quotidiana riempiono l'aria: il vociare delle famiglie che iniziano la loro giornata, i risolini dei bambini che giocano tra le strette vie del paese, e il tintinnio delle tazzine nei caffè che si stanno preparando ad accogliere i primi clienti. La comunità di Corenno Plinio si sveglia, ignara dei complicati ingranaggi dell'indagine che si muovono in sottofondo. Nonostante la breva, il caratteristico vento che soffia da sud verso nord sul Lago di Como, abbia già iniziato a farsi sentire, la giornata è baciata dal sole. Le sue raffiche leggere portano con sé il fresco profumo dell'acqua e delle montagne circostanti, rinfrescando l'aria e donando a Lucia una sensazione di energia e di nuova speranza. La natura stessa sembra incoraggiarla nel suo cammino verso la verità. Arrivata al porto, Lucia si ferma un momento ad ammirare il panorama: le acque del lago che scintillano sotto i primi raggi del sole, le barche che dondolano dolcemente, pronte per una nuova giornata di navigazione, e l'idrovolante di Alessandro Bianchi che la attende, promessa di un viaggio verso nuove scoperte. Questo momento di pace e bellezza è per Lucia un breve respiro prima di immergersi nuovamente nel cuore delle sue indagini. Mentre si avvicina all'idrovolante, sa che ogni passo la porta più vicina alla soluzione del mistero che avvolge Corenno Plinio e ai segreti custoditi nel vecchio castello. Con determinazione, saluta Alessandro e sale a bordo, pronta ad affrontare la prossima fase della sua missione. Quando Lucia Marini si avvicina all'idrovolante, il sorriso di Alessandro Bianchi la accoglie, riflettendo la reciproca soddisfazione per il loro incontro. Dopo un breve scambio di saluti, Lucia si accomoda al suo posto, pronta per il decollo. Bianchi: "È bello rivederla, commissario. Spero sia pronta per un altro viaggio insieme." Lucia: "Sono più che pronta, Alessandro. Grazie ancora per avermi offerto questo passaggio." Bianchi: "Prego, è il minimo che possa fare. Le ricordo che avrò solo due ore a Como per sbrigare le commissioni. Penso che sarà sufficiente anche per lei, giusto?" Lucia: "Farò del mio meglio per stare nei tempi. Non dovrebbe essere un problema." Con le manovre di decollo già in corso, l'idrovolante si solleva dalle acque del lago, regalando a Lucia un ultimo sguardo panoramico sul paesaggio che si lascia alle spalle. Il volo verso Como è breve ma suggestivo, offrendo una vista unica sulle località che costeggiano il lago. Arrivati a Como, Lucia e Bianchi si salutano, concordando di ritrovarsi al porto tra due ore. Lucia prende un taxi e si dirige verso gli uffici del catasto, determinata a ottenere le informazioni di cui ha bisogno. Lucia: "Buongiorno, sono il commissario Marini. Avrei bisogno di consultare le planimetrie del castello di Corenno Plinio per delle indagini in corso." Gli impiegati del catasto, dopo aver verificato la sua identità, la accompagnano agli archivi, dove Lucia si immerge nella ricerca delle planimetrie desiderate. Scorrendo i documenti, nota con sorpresa che nei disegni ufficiali non sono indicati cunicoli o camminamenti sotterranei, una scoperta che contrasta con le informazioni raccolte finora. Con questa nuova e importante informazione in mano, Lucia torna al porto, riflettendo su come questo dettaglio possa influenzare le sue indagini. Forse i cunicoli sono una parte talmente segreta della storia del castello da non essere mai stata documentata ufficialmente, oppure è possibile che siano stati aggiunti in un secondo momento, eludendo così le registrazioni ufficiali. Raggiunto il porto, trova Alessandro Bianchi che la attende come promesso. Lucia si rende conto che ogni pezzo di informazione, anche quello che sembra portare a un vicolo cieco, è in realtà un tassello fondamentale per comprendere l'intera vicenda. Mentre l'idrovolante decolla di nuovo, lasciando Como alle spalle, Lucia Marini si sente tutta la responsabilità per giungere alla verità, consapevole che il cammino per svelare i misteri di Corenno Plinio è ancora lungo e tortuoso, ma non per questo meno affascinante. Rientrando a Corenno Plinio con l'idrovolante, Lucia riflette sulla strategia migliore per avanzare nelle indagini. La sua priorità è raccogliere indizi convincenti da presentare al maresciallo, con l'obiettivo di organizzare delle ronde notturne attorno al castello, dato il sospetto che quest'ultimo possa essere il fulcro di attività criminali. Lucia pensa: "Il caso dell'uomo ferito è già un indizio importante, ma ho bisogno di qualcosa di più concreto per convincere il maresciallo. Forse la chiave sta nel comportamento del sindaco." Decisa, dopo l'atterraggio, Lucia si dirige verso il municipio per un confronto diretto con il sindaco Giorgio Albertini. Una volta faccia a faccia, Lucia non perde tempo con preamboli. Lucia: "Buongiorno, sindaco Albertini. Ho riflettuto sulle nostre precedenti conversazioni e su alcuni eventi recenti che coinvolgono il castello. Vorrei capire meglio perché sia lei a detenere le chiavi di una proprietà privata e se ci sia un motivo specifico per la sua reticenza a consentire indagini in loco." Sindaco Albertini: "Commissario Marini, le chiavi sono state affidate a me temporaneamente per motivi di sicurezza, a seguito di alcune preoccupazioni espresse dai proprietari. Quanto alla mia reticenza, è dettata unicamente dalla volontà di proteggere il patrimonio storico e culturale del nostro paese." Lucia: "Mi dica sindaco, potrebbe dirmi a chi appartiene il castello? Chi sono i proprietari?" Sindaco Albertini: "Certo, commissario. Il castello è di proprietà della famiglia Visconti di Milano. Una famiglia storica, che vanta origini nobiliari e che possiede il castello sin dall'800. I Visconti hanno sempre avuto un legame speciale con questa zona del lago, considerandola il loro rifugio estivo, lontano dall'agitazione della città." Lucia: "Interessante. E i Visconti come si rapportano con la comunità di Corenno Plinio? Hanno partecipato attivamente alla vita del paese?" Sindaco Albertini: "Nel corso degli anni, i Visconti hanno mantenuto un atteggiamento piuttosto riservato. Non si sono mai immischiati direttamente nelle vicende locali, preferendo una certa discrezione. Tuttavia, hanno sempre garantito la manutenzione e la conservazione del castello, consapevoli del suo valore storico e culturale. Nonostante la loro riservatezza, sono ben voluti dai residenti, che rispettano la loro privacy e il legame che hanno con questo luogo." Lucia: "Capisco, ma c'è un altro aspetto che mi preme discutere. Esiste la possibilità che lei sia sotto pressione da parte di qualcuno? Che ci sia qualcuno che la minaccia o la intimida per impedire l'accesso al castello?" Il sindaco sembra visibilmente turbato dalla domanda, e dopo un momento di esitazione, risponde. Sindaco Albertini: "Commissario, non è facile amministrare un paese con tante... complessità. Ma le assicuro che le mie decisioni sono sempre state nel migliore interesse di Corenno Plinio." Lucia: "Comprendo, ma le chiedo di essere onesto con me. Se c'è qualcosa che minaccia la sicurezza sua e del suo paese, è mio dovere intervenire. La collaborazione può fare la differenza." Il sindaco abbassa lo sguardo, ponderando le parole di Lucia, e infine annuisce lentamente, capendo che mantenere il silenzio potrebbe essere più dannoso. Sindaco Albertini: "Ci sono state... pressioni. Ma temo le conseguenze di parlarne apertamente. Forse è giunto il momento di riconsiderare la mia posizione." Albertini: "La mia famiglia vive in quella magnifica casa che vede alle sue spalle dall'inizio del 900. Dopo la morte di mio padre, ho continuato a viverci. Tuttavia, devo ammetterle, commissario, che la casa appartiene ai Visconti. Io pago un affitto, o meglio, pagavo." Lucia lo ascolta attentamente, cogliendo l'importanza di ogni dettaglio. Albertini: "Qualche anno fa, il conte Visconti mi chiese un favore: gestire le chiavi del castello e regolare gli accessi secondo le sue indicazioni. Come compensazione per questo incarico, mi offrì l'uso gratuito della casa. Accettai, pensando fosse un onore." Il sindaco fa una pausa, il suo sguardo si fa più cupo. Albertini: "Tuttavia, con il passare del tempo, ho iniziato a sentire voci perplesse nella comunità. Voci di accessi notturni al castello, di persone estranee al paese che entravano grazie alle chiavi che io dovevo fornire. Questo mi ha messo a disagio; non era ciò per cui avevo pensato. Così, ho comunicato al conte la mia intenzione di interrompere l'accordo." Lucia: "E come ha reagito il conte a questa sua decisione?" Albertini: "Non direttamente, ma mi ha fatto capire, tra le righe, che avrei perso la casa o che avrei dovuto affrontare un affitto ben oltre le mie possibilità economiche. Mi sono sentito in trappola, commissario. Da allora, ho continuato a gestire le chiavi come richiesto, ma il peso di questa responsabilità è diventato sempre più insopportabile." Ascoltando il racconto del sindaco, Lucia capisce la portata del ricatto esercitato dai Visconti e il motivo della reticenza di Albertini nel cooperare con le indagini. Questo spiega anche la difficile posizione in cui si trova il sindaco, diviso tra il dovere verso la comunità di Corenno Plinio e la pressione esercitata dalla famiglia Visconti. Lucia: "Grazie per aver condiviso questa storia con me, sindaco. La sua testimonianza è cruciale e mi aiuta a comprendere meglio le dinamiche in gioco. Assicuro che faremo tutto il possibile per affrontare questa situazione nel modo più giusto e sicuro per tutti." Con questa ammissione, Lucia comprende di avere ottenuto un altro tassello importante per le sue indagini. Ringrazia il sindaco per la sua onestà e si allontana, determinata a usare queste nuove informazioni per convincere il maresciallo dell'urgenza di agire. Dopo aver appreso queste importanti rivelazioni dal sindaco Albertini, Lucia Marini si rende conto della necessità di discutere quanto scoperto con il maresciallo Valenti. Le informazioni sul ruolo del sindaco come custode delle chiavi del castello, sotto la pressione del conte Visconti, aggiungono un nuovo strato di complessità all'intera vicenda e sottolineano l'urgenza di un confronto diretto con il conte stesso a Milano. Rientrata all'Hotel Belvedere, decide di concedersi un momento di pausa sulla terrazza, un luogo ideale per riflettere sulle sue prossime mosse, ammirando allo stesso tempo la bellezza tranquilla del Lago di Como. Il sole inizia a declinare verso l'orizzonte, tingendo l'acqua di sfumature dorate e arancioni, un perfetto sfondo per una riflessione serena. Chiamando il proprietario dell'hotel, Paolo, Lucia ordina una merenda abbondante per ricaricarsi dopo una giornata intensa. Lucia: "Buonasera, Paolo. Potrei avere un tavolo sulla terrazza? E vorrei ordinare qualcosa da mangiare, magari una selezione dei vostri migliori antipasti locali e una caraffa del vostro fresco succo di limone." Paolo: "Certamente, commissario Marini. Sarà un piacere preparare per lei una merenda speciale. Le porterò una selezione dei nostri antipasti più apprezzati: formaggi del territorio, affettati finemente tagliati, olive marinate, e bruschette con pomodoro e basilico fresco. E naturalmente, la caraffa di succo di limone fresco che ha chiesto." Mentre Paolo si allontana per preparare l'ordine, Lucia si accomoda a un tavolo scelto per la sua vista impareggiabile sul lago. La tranquillità del paesaggio e la dolcezza del clima serale offrono un contrasto rasserenante alle tensioni accumulate durante la giornata. Poco dopo, Paolo ritorna con un vassoio riccamente adornato di delizie locali, posandolo sul tavolo con un gesto elegante. Paolo: "Ecco a lei, commissario. Spero che questa merenda possa offrirle un momento di piacevole relax. Se c'è altro che posso fare per lei, non esiti a chiedere." Lucia: "Grazie mille, Paolo. Questo è esattamente ciò di cui avevo bisogno. La vostra ospitalità è sempre impeccabile." Mentre assapora gli antipasti, lasciandosi cullare dalla brezza del lago, Lucia riflette sulle sue prossime mosse. L'incontro con il conte Visconti a Milano si prospetta come un momento cruciale delle sue indagini, potenzialmente capace di gettare luce sui legami oscuri che avvolgono il castello di Corenno Plinio. Terminata la merenda, Lucia si dirige verso la sala dell'hotel dove si trova il telefono a muro, consapevole che la sua prossima mossa sia coinvolgere più da vicino il maresciallo Valenti. Componendo il numero della stazione dei carabinieri, attende che il maresciallo risponda. Lucia: "Buonasera, maresciallo Valenti. Sono il commissario Marini. Avrebbe disponibilità per un incontro domani mattina? Vorrei discutere di alcune novità riguardanti le indagini. Potremmo vederci per un caffè al bar vicino al castello, a Corenno Plinio." Maresciallo Valenti: "Buonasera, commissario. Sì, certo. Un aggiornamento sulle indagini sarebbe molto utile. Che ora aveva in mente?" Lucia: "Potrebbe andare bene per le 9:00? Così possiamo parlare con calma prima dell'inizio della giornata lavorativa." Maresciallo Valenti: "Perfetto, commissario. Alle 9:00 al bar vicino al castello. Sarò lì." Il giorno successivo, Lucia e il maresciallo Valenti si incontrano come concordato. Dopo aver ordinato due caffè, si siedono a un tavolo appartato. Lucia: "Maresciallo, grazie per essere venuto. Ho raccolto nuove informazioni che credo possano essere cruciali per le nostre indagini. In particolare, riguardo il comportamento e le pressioni subite dal sindaco, e la proprietà del castello." Lucia spiega in dettaglio le scoperte fatte, compresa la situazione delicata del sindaco con il conte Visconti e il ruolo che il castello sembra giocare nelle attività sospette nella zona. Lucia: "C'è un'altra questione che devo portare alla sua attenzione, maresciallo. Riguarda un episodio avvenuto di recente, che potrebbe avere implicazioni dirette con il nostro caso. Una notte, il dottor Branchini è stato avvicinato da tre individui sospetti che portavano con sé un uomo ferito." Lucia prosegue descrivendo in dettaglio l'incontro tra il dottor Branchini e gli sconosciuti, sottolineando la natura della ferita, chiaramente non risultante da un incidente stradale, ma piuttosto da un'aggressione con arma bianca. Racconta inoltre dell'apparizione del calcio di una pistola e del pagamento lasciato in banconote svizzere, evidenziando il segnale di silenzio fatto dagli uomini prima di allontanarsi. Maresciallo Valenti: "Questo è molto grave. Una ferita da arma bianca e la presenza di un'arma da fuoco suggeriscono attività criminali ben più serie di quanto potessimo immaginare. E le banconote svizzere... questo potrebbe indicare collegamenti internazionali." Lucia: "Esattamente, maresciallo. Ecco perché credo sia cruciale intensificare la nostra vigilanza attorno al castello. Non sappiamo quali altre attività possano essere in corso, ma è chiaro che dobbiamo agire con cautela e determinazione." Maresciallo Valenti: "Queste sono informazioni molto importanti, commissario. Sembra che stiamo iniziando a vedere il quadro più chiaro. Cosa propone?" Lucia: "Data la natura delle informazioni raccolte, credo che sia necessario aumentare la nostra presenza intorno al castello, specialmente di notte. Potremmo organizzare delle ronde notturne discrete. Io stessa parteciperò. Questo ci permetterà di monitorare meglio eventuali movimenti sospetti e, speriamo, di raccogliere prove concrete." Maresciallo Valenti: "Sono d'accordo, commissario. Organizzerò le squadre per le ronde notturne e mi assicurerò che operino con la massima discrezione. La sua partecipazione sarà sicuramente di grande valore." Concludendo l'incontro, Lucia e il maresciallo Valenti definiscono i dettagli operativi delle ronde notturne. Lucia si sente soddisfatta di aver coinvolto il maresciallo in questa nuova fase dell'indagine e di aver stabilito un piano d'azione concreto. #lagodicomo #corennoplinio© Vietata la Riproduzione

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - BlackRock: Fondo da 900 Milioni di Dollari Dedicato all'Economia Circolare
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare BlackRock: Fondo da 900 Milioni di Dollari Dedicato all'Economia Circolare
Notizie Brevi

Il colosso finanziario BlackRock, sempre più attivo nel sostenere l'imprenditoria green, ha varato un fondo per l'economia circolareAbbiamo affrontato in passato, in un articolo,  il lento ma progressivo interessamento della finanza alle attività imprenditoriali che tengano conto del loro impatto ambientale e di come alcune società finanziarie, banche comprese, si stiano muovendo a concedere o revocare finanziamenti in base proprio alla sostenibilità dell'attività. Il fondo BalckRock, che siede in vari consigli di amministrazione societari, non è nuovo a queste iniziative al punto che ha deciso di gestire capitali direttamente collegati al mondo dell'economia circolare, come viene riportato in questa nota dell'ANSA.Il fondo di BlackRock dedicato all'economia circolare ha raccolto in un anno oltre 900 milioni di dollari. Lo annuncia il colosso dei fondi Usa ricordando che il BlackRock Circular Economy Fund era stato istituito nell'ottobre 2019 in collaborazione con la Fondazione Ellen MacArthur (EMF). Il Fondo ha identificato tre gruppi di aziende leader nell'economia circolare, incluse nel portafoglio d'investimento:  facilitatori, ovvero società che forniscono soluzioni innovative e all'avanguardia, pensate per promuovere in modo diretto la circolarità fra le aziende e i consumatori; adottatori, cioè le società che adottano i principi dell'economia circolare in modo da ottenere un notevole impatto positivo sul proprio valore; beneficiari, ovvero società che forniscono materiali o servizi alternativi, che contribuiscono all'economia circolare. "E' incoraggiante notare l'incremento, anno dopo anno, del numero di aziende che pubblicano volontariamente i risultati delle proprie attività in ambiti come l'inquinamento da plastica, la durata dei prodotti o il ricorso a processi di riciclaggio e fonti rinnovabili", dice Evy Hambro, Responsabile globale dell'investimento tematico e settoriale di BlackRock. "Stiamo entrando in una nuova fase di ripresa e rigenerazione, in cui le iniziative legate all'economia circolare, insieme all'innovazione e alle infrastrutture sostenibili, svolgeranno un ruolo prioritario fra gli investitori, alla luce delle opportunità di generazione di valore che offrono.", ha affermato Thomas Fekete, Responsabile per la regione EMEA della Strategia e dei prodotti d'investimento sostenibile di BlackRock. Categoria: notizie - plastica - economia circolare - finanza - blackrock

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - Economia Circolare NEWS: Lo Spazio Dedicato all'Economia Circolare
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Economia Circolare NEWS: Lo Spazio Dedicato all'Economia Circolare
Notizie Brevi

Economia Circolare NEWS: Lo Spazio Dedicato all'Economia CircolareEconomia Circolare NEWS è lo spazio informativo, creato all'interno del blog che mette in evidenza, senza veli o filtri, gli articoli ritenuti interessanti riferiti alle aziende nel campo dell'economia circolare.Gli articoli avranno un taglio divulgativo, non commerciale e saranno scelti tra quelli pubblicati in rete che siano aderenti allo spirito del portale così da creare un contenuto indipendente a disposizione dei clienti. Agli iscritti della piattaforma è possibile intervenire alla vita di questa sezione attraverso la pubblicazione di un articolo, in modo gratuito, nel rispetto delle regole di divulgazione senza fini commerciali. Nell'articolo pubblicato verranno sempre citate le fonti e l'autore, che rimarrà proprietario dei contenuti. La direzione si riserva la facoltà di accettare, ridurre o escludere articoli se questi non sono in linea con lo spirito del portale. Se desideri inviare un articolo per la pubblicazione inviaci un'email con il testo e una foto. Buona lettura!Categoria: notizie - plastica - economia circolare - rifiuti 

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - Calcestruzzi
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Calcestruzzi "Smart": Rivoluzione Sostenibile nell'Edilizia Moderna
Informazioni Tecniche

Scopri come sei innovazioni nel calcestruzzo stanno trasformando l'edilizia, migliorando le prestazioni e riducendo l'impatto ambientaledi Marco ArezioL'edilizia, uno dei settori più antichi e fondamentali della nostra società, sta attraversando una trasformazione epocale. La crescente consapevolezza ambientale, unita alle pressanti necessità di affrontare il cambiamento climatico e migliorare la qualità della vita urbana, spinge il settore verso soluzioni più innovative e sostenibili. In questo scenario, il calcestruzzo, materiale cardine delle costruzioni, sta evolvendo per diventare "smart". Ma cosa significa veramente "calcestruzzo smart"? Si tratta di un materiale che integra tecnologie avanzate per migliorare le sue prestazioni, durabilità e impatto ambientale, rispondendo alle esigenze del nostro tempo con intelligenza e versatilità. L'adozione di calcestruzzi intelligenti rappresenta una risposta concreta a molte delle sfide che le nostre città affrontano oggi: dall'inquinamento atmosferico alla gestione delle risorse idriche, dalla necessità di infrastrutture resilienti a quella di edifici più sani e sicuri. Di seguito, esploreremo sette tipi di calcestruzzo smart che stanno rivoluzionando il settore delle costruzioni, ognuno con caratteristiche specifiche che ne esaltano l'utilizzo e ne massimizzano l'efficacia. Fotoluminescente Immaginate una strada che di giorno assorbe la luce solare e di notte si illumina senza bisogno di energia elettrica. Questo è il calcestruzzo fotoluminescente. Negli anni '90, i pigmenti fotoluminescenti sono stati inizialmente sviluppati per scopi militari e di sicurezza. Ora, vengono utilizzati per illuminare percorsi pedonali, ciclabili e strade. La composizione del calcestruzzo fotoluminescente prevede l'incorporazione di pigmenti speciali, come gli alluminati di stronzio, che assorbono la luce solare durante il giorno e la rilasciano lentamente durante la notte. Questa caratteristica non solo migliora la sicurezza ma contribuisce anche alla riduzione del consumo energetico. Mangiasmog (Fotocatalitico) Passiamo ora al calcestruzzo mangiasmog, una vera innovazione per la qualità dell'aria. Negli anni '70, gli scienziati scoprirono il potenziale del biossido di titanio (TiO2) come agente fotocatalitico. Questo materiale, quando esposto alla luce solare, attiva una reazione chimica che degrada gli inquinanti atmosferici come gli ossidi di azoto (NOx) e i composti organici volatili (COV). Pensate a una città dove i marciapiedi e le facciate degli edifici contribuiscono a purificare l'aria che respiriamo. Il calcestruzzo fotocatalitico contiene biossido di titanio che, attivato dalla luce solare, decompone gli inquinanti in sostanze meno nocive come nitrati e anidride carbonica. Autoriparante Pensate ora a un calcestruzzo che si ripara da solo. Negli anni '90 è nato il concetto di materiali autoriparanti, applicato poi al calcestruzzo negli anni 2000. Questo tipo di calcestruzzo contiene agenti chimici come batteri o microcapsule di materiale cementizio che si attivano al contatto con l'acqua. Quando l'acqua penetra nelle crepe, questi agenti rilasciano calce che sigilla le fessure, prevenendo danni maggiori e riducendo i costi di manutenzione. Questa innovazione non solo prolunga la vita delle strutture, ma offre anche una soluzione sostenibile per la manutenzione delle infrastrutture. Drenante Il calcestruzzo drenante è un'altra affascinante innovazione. Sviluppato negli anni '60 per affrontare i problemi di allagamento urbano, questo materiale è altamente permeabile, permettendo all'acqua di pioggia di attraversarlo e raggiungere il terreno sottostante. Composto principalmente da aggregati grossolani e una quantità minima di cemento, il calcestruzzo drenante evita l'accumulo di acqua superficiale, migliorando la gestione delle acque pluviali. È ideale per parcheggi, marciapiedi e strade in aree urbane, dove la gestione dell'acqua è una sfida cruciale. Vivente Un'idea rivoluzionaria nel mondo del calcestruzzo è quella del calcestruzzo vivente, emersa negli anni 2000. Immaginate un materiale che può interagire con l'ambiente circostante. Mescolando materiali fotosintetici con sabbia o idrogel, il calcestruzzo vivente può autoregolarsi in risposta alle condizioni ambientali, aiutando a mantenere una temperatura interna ottimale e migliorando l'efficienza energetica degli edifici. Inoltre, i materiali fotosintetici possono produrre ossigeno e assorbire anidride carbonica, contribuendo a migliorare la qualità dell'aria. Spaziale Infine, pensiamo al calcestruzzo spaziale, sviluppato negli anni 2000 per resistere alle condizioni estreme dello spazio. Questo materiale è formulato con pietrisco lunare o marziano, combinato con leganti ad alta resistenza, ed è studiato per sopportare temperature estreme e radiazioni spaziali. È perfetto per costruire infrastrutture sulla Luna o su Marte. La ricerca su questi materiali ha ricadute significative anche sulla Terra, portando allo sviluppo di calcestruzzi più resistenti e duraturi, capaci di sopportare condizioni ambientali severe. ConclusioneI calcestruzzi smart rappresentano il futuro dell'edilizia sostenibile. Integrando tecnologie innovative, questi materiali non solo migliorano le prestazioni strutturali, ma contribuiscono anche alla protezione dell'ambiente e al miglioramento della qualità della vita. Continuare a investire in ricerca e sviluppo in questo campo è cruciale per affrontare le sfide globali, fornendo soluzioni edilizie efficienti, durature e sostenibili. Queste innovazioni non solo segnano un passo avanti nella scienza dei materiali, ma rispondono anche alla crescente domanda di soluzioni edilizie che siano efficienti, durature e rispettose dell'ambiente.

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - Cantiere Sostenibile: Il Riciclo dei Teli Impermeabili da Sottotetto
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Cantiere Sostenibile: Il Riciclo dei Teli Impermeabili da Sottotetto
Economia circolare

Polipropilene, Poliestere e Polietilene sono le principali materie prime che costituiscono i teli sottocoppo e sottotegoladi Marco ArezioNell’ambito della sostenibilità dei materiali che vengono utilizzati nei cantieri edili per l’impermeabilizzazione dei tetti, ci siamo occupati in passato dei sistemi di riciclo delle lastre in cartone bitumato, che servono per la posa di coppi e tegole, rendendo il tetto impermeabile e nello stesso tempo ventilato e delle guaine bituminose, che vengono posizionate sopra la falda del tetto in laterocemento o in legno, per proteggerlo dalle infiltrazioni di acqua. Se nel passato, durante le fasi di demolizione, il materiale di risulta del cantiere veniva inviato senza alcuna selezione preventiva alla discarica, oggi è doveroso e necessario selezionare i prodotti di scarto per il loro recupero. I teli sottotetto e sottotegola sono prodotti relativamente recenti che vengono utilizzati per evitare percolazioni di acqua all’interno dell’abitazione, per riflettere il calore verso l’esterno, per favorire la traspirabilità del pacchetto tetto, per ridurre la formazione di umidità causata da fattori interni ed esterni e per altri scopi. Come sono composti i teli sottotetto?I più diffusi sono realizzati in polipropilene o poliestere o polietilene, attraverso la calandratura delle materie prime in strati sottili e molto resistenti. Sono normalmente realizzati in pacchetti stratificati di due, tre o quatto fogli ognuno con un compito preciso che possiamo riassumere: • Strati di finitura • Strato portante • Strato riflettente • Armature Per renderci conto della costituzione di un metro quadrato di telo impermeabile possiamo dire che le grammature possono variare da 100 a 400 grammi, possono avere alcuni strati accoppiati tra loro o prevedere un’armatura a rete che ne aumenta la resistenza a trazione. Quali funzioni hanno i teli sottotetto?In passato l’impermeabilizzazione del tetto, che fosse costituito da una falda il laterocemento o da un assito in legno, si affidava ai composti bituminosi, guaine liquide o guaine a rotoli, il compito di rendere impermeabile il tetto. Con l’utilizzo su larga scala dei tetti in legno, si è notato che la posa dei composti bituminosi avevano una controindicazione, in quanto l’umidità che migrava dall’abitazione veniva bloccata dallo strato impermeabile, con la conseguenza di far marcire, nel tempo, l’assito in legno. Si iniziò quindi ad adottare, per questa tipologia di costruzione, le lastre in cartone riciclato imbevute di bitume, che permettevano, attraverso la loro conformazione, sia la ventilazione del tetto che la facilità di posa della copertura in laterizio. L’adozione successiva dei teli sottotetto ebbe una più rapida impiego nel nord Europa, in quanto l’uso del legno per i tetti era più diffuso che nel sud, inoltre la copertura finale era spesso rappresentata dalle tegole e, queste, risultavano di facile posa su una doppia listellatura in legno anziché sulle lastre bitumate. Nacque così una vasta gamma di prodotti per le esigenze più disparate: • Impermeabilità • Traspirabilità • Riflettenza • Protezione • Isolamento • anticondensa Come riciclare i teli sottotetto?La grande diffusione di questi sistemi di protezione ha, negli ultimi trent’anni, incrementato in modo esponenziale la produzione creando, dopo un lasso di tempo naturale, i primi ritorni come rifiuti da riciclare. Normalmente, essendo i prodotti costituiti da polimeri primari, come il polipropilene, il poliestere e il polietilene, il loro recupero segue la strada dei rifiuti plastici da post consumo, con il conferimento alle piattaforme di riciclo che provvederanno alla loro selezione, macinazione, lavaggio, densificazione, pronti per essere estrusi in nuova materia prima riciclata. Un percorso più problematico esiste per quei teli che sono composti da plastiche differenti, come l’abbinamento con poliuretani, poliesteri, film di alluminio o spalmature varie. In questi casi il conferimento agli impianti di riciclo meccanico di questi teli composti, crea un percentuale di rifiuti non riciclabili piuttosto elevata, in quanto diventa difficile la separazione per tipologia di polimeri dei vari strati e, quindi, il loro riciclo come nuova matria prima. Sicuramente alcune combinazioni tra i polimeri, come il PE+PET, potrebbero trovare un utilizzo come materie prime riciclate, ma restano comunque di difficile riciclo le altre tipologie. Categoria: notizie - plastica - economia circolare - riciclo - edilizia - teli impermeabili e traspiranti

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - Cosa e Quali Sono i Polimeri Conduttori di Elettricità
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Cosa e Quali Sono i Polimeri Conduttori di Elettricità
Informazioni Tecniche

I polimeri plastici non solo sono ottimi isolanti elettrici ma possono essere anche conduttoridi Marco ArezioE’ universalmente risaputo che, normalmente, gli oggetti realizzati con i polimeri plastici sono degli ottimi isolanti elettrici, tanto che in presenza di apparecchi o accessori in cui vi sia la presenza di un passaggio di elettricità, possiamo facilmente trovare un elemento in plastica. Per isolamento elettrico di un corpo in plastica si intende la sua capacità, di ridurre drasticamente o bloccare completamente il passaggio di una corrente elettrica all’interno della sua massa, evitando il pericolo alle persone o alle cose. Per questo motivo troviamo molti oggetti come gli interruttori, cavi elettrici, impianti di illuminazione e circuiti stampati in cui vi è la presenza di elementi in plastica. Per determinare il grado di isolamento elettrico o la sua capacità di inibire il passaggio della corrente, si usa un parametro chiamato CTI (Comparative Tracking Index), ottenibile attraverso uno specifico test, che fornisce una valutazione della resistenza all’isolamento elettrico di un materiale alle scariche superficiali. Di contro, può anche essere necessario che questo flusso di corrente elettrica, che normalmente viene impedito dai materiali plastici, debba passare in modo controllato, attraverso il corpo polimerico, con lo scopo, per esempio, di ridurre le cariche elettrostatiche, per schermare parti in plastica dalle onde elettromagnetiche, per produrre elettrodi, diodi luminosi e molti altri prodotti. Per fare questo è necessario affidarsi a polimeri, che per loro natura o formulazione, possano permettere il passaggio di elettricità, mantenendo invariate le altre caratteristiche chimico-fisiche tipiche delle materie plastiche. Per creare o potenziare i compound termoplastici conduttori ci si affida a specifiche cariche o degli agenti di rinforzo che conducono l’elettricità, creando appunto, un polimero conduttore. Lo studio dei polimeri conduttori ha dovuto bilanciare, nel tempo, le caratteristiche di conducibilità elettrica con quelle di lavorabilità e produttività degli elementi, fattori che a volte erano in aperto contrasto tra loro. Infatti, i primi polimeri conduttori erano insolubili e fondevano con difficoltà, portando così la ricerca a trovare il giusto equilibrio tra solubilità, caratteristiche termiche di fusione e conducibilità elettrica. Il principio della conducibilità elettrica si basa sull’inserimento, nelle miscele, di donatori o accettori di elettroni, atomi o molecole, che cedono o accettano elettroni aumentandone notevolmente la mobilità. In virtù di questa elevata mobilità, si ritrovano dei singoli elettroni liberi, cioè non legati al corpo dell’atomo, che scivolando sulle molecole trasportando la carica elettrica. Un’altra caratteristica dei polimeri conduttori è l’elettroluminescenza, intesa come la capacità di emettere luce quando viene applicata una tensione elettrica, permettendo lo sviluppo di diodi organici che emettono luce, definiti OLED (Organic Light Emitting Dios). I principali polimeri conduttori sono: - Poliacetilene (PAC)- Polifenilene - Poliparafenilvinilene (PPV) - Polieteroaromatici - Polianilina (PANI) - Polifenilenammina - Polietilendiossitiofene (PEDT) - Polietilendiossitiofene – Polistirensolfanato (PEDT – PSS) - Polifenilensolfuro (PPS) - Polifenilenbutadine (PPB) - Poliparapirridina (PPYR) - Poliparapirridinvinilene (PPYV) - Polipirrolo (PPY) - Politiofene (PT) - Polifurano (PFU) - Polietilendiossitiofene (PEDT) - Poliacene Le applicazioni più comuni sono le seguenti: - Dotazioni antistatiche - Nastri per resistenze - Fusibili - Sensori - Batterie - Condensatori elettrolitici - Strati conduttori su vetro e plastica - Strati trasparenti antistatici su pellicole fotografiche, vetro, diodi luminosi Categoria: notizie - tecnica - polimeri conduttori - luminescenza

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - Cascami Termici: Energia Recuperata per un Futuro Sostenibile
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Cascami Termici: Energia Recuperata per un Futuro Sostenibile
Economia circolare

Come il recupero del calore disperso può migliorare l'efficienza energetica e ridurre l'impatto ambientale di Marco Arezio Avete mai sentito parlare dei cascami termici? Forse non così spesso, ma sono una realtà importante per la nostra efficienza energetica e per l'ambiente. Immaginate tutto il calore che si perde durante i processi industriali o la produzione di energia. Ebbene, quel calore è ciò che chiamiamo "cascami termici". In questo articolo, vi racconterò cosa sono, come si generano, come possiamo recuperarli e utilizzarli per migliorare la nostra vita quotidiana e il nostro pianeta. Cosa Sono i Cascami Termici? I cascami termici sono, in parole semplici, energia termica che viene dispersa durante vari processi industriali o energetici. Quando parliamo di cascami termici, ci riferiamo a tutto quel calore che non viene utilizzato e che finisce per essere rilasciato nell'ambiente. Questa energia, se non recuperata, rappresenta una grande perdita in termini di efficienza e una contribuzione inutile al riscaldamento globale. Tipi di Cascami Termici Pensiamo a una fabbrica di acciaio o a una centrale elettrica. In questi luoghi, il calore viene generato in grandi quantità e spesso una parte significativa viene dispersa. Esistono diversi tipi di cascami termici: Calore di Scarico: Questo proviene dai motori e dalle turbine a gas. È il calore che esce dai gas di scarico. Vapore Esausto: Usato in molte industrie come mezzo di trasferimento del calore, il vapore esausto è quello che rimane dopo che ha fatto il suo lavoro. Flussi di Aria Calda: Questi sono presenti nei sistemi di ventilazione e condizionamento delle fabbriche. Fluidi di Raffreddamento: Utilizzati per mantenere le temperature operative, spesso rilasciano calore nell'ambiente. Come Si Generano i Cascami Termici? I cascami termici sono generati in molti processi industriali ed energetici. Vediamo alcuni esempi: Settore Industriale Nell'industria, il calore è fondamentale per tanti processi. Prendiamo la metallurgia: fondere i metalli richiede molto calore e una parte di questo viene dispersa. Lo stesso accade nell'industria chimica, dove le reazioni producono calore che spesso non viene utilizzato al massimo. Anche nella produzione del cemento, la cottura del clinker libera molto calore. Non dimentichiamo l'industria alimentare, dove la pastorizzazione e la sterilizzazione generano energia termica in eccesso. Settore Energetico Anche nel settore energetico, come nelle centrali termoelettriche, si genera molto calore che non viene sempre sfruttato appieno. Le turbine a gas e a vapore, usate nelle centrali elettriche, producono calore residuo che può essere recuperato. Come Si Recuperano i Cascami Termici? Fortunatamente, esistono diverse tecnologie e strategie per recuperare questa preziosa energia. Ecco alcune delle principali tecniche di recupero: Scambiatori di Calore Gli scambiatori di calore sono dispositivi che trasferiscono energia termica da un fluido all'altro. Immaginate un tubo caldo che riscalda un altro tubo pieno d'acqua fredda: questo è il principio base di uno scambiatore di calore. Sono utilizzati in molti settori per migliorare l'efficienza energetica. Cogenerazione La cogenerazione è una tecnica molto interessante che permette di produrre calore ed elettricità contemporaneamente. Invece di disperdere il calore, lo si utilizza per generare energia elettrica, migliorando l'efficienza complessiva del sistema e riducendo le emissioni. Recuperatori di Vapore Questi dispositivi condensano il vapore esausto, recuperando il calore latente. È un po' come trasformare il vapore che esce da una pentola a pressione in energia riutilizzabile. Sistemi di Accumulo Termico I sistemi di accumulo termico permettono di immagazzinare il calore recuperato per usarlo quando serve. È un po' come mettere da parte l'acqua calda in una bottiglia termica per usarla più tardi. Come Si Utilizzano i Cascami Termici? I cascami termici recuperati possono essere utilizzati in molti modi per migliorare l'efficienza energetica e ridurre i costi operativi: Riscaldamento di Processi Industriali Il calore recuperato può essere utilizzato per riscaldare altri processi industriali, migliorando l'efficienza generale dell'impianto. Generazione di Energia Elettrica Il calore può essere utilizzato per alimentare turbine a vapore o motori Stirling, producendo energia elettrica supplementare. Riscaldamento di Ambienti Il calore può essere impiegato per il riscaldamento di uffici, abitazioni o ambienti industriali, riducendo la necessità di usare combustibili fossili. Raffreddamento ad Assorbimento Il calore residuo può alimentare sistemi di raffreddamento ad assorbimento, che sfruttano l'energia termica per produrre freddo, utile per il condizionamento dell'aria o la refrigerazione industriale. Conclusioni I cascami termici sono una risorsa preziosa e spesso sottovalutata. Recuperare e riutilizzare questa energia residua non solo ci aiuta a ridurre i costi operativi, ma anche a diminuire le emissioni di gas serra, contribuendo così alla sostenibilità del nostro pianeta. Adottare tecnologie per il recupero dei cascami termici è una strategia vincente per le industrie che vogliono migliorare la propria efficienza energetica e ridurre il proprio impatto ambientale. Quindi, la prossima volta che pensiamo al calore che si disperde, ricordiamoci che potrebbe essere una risorsa preziosa pronta per essere utilizzata.

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - Esiste una relazione tra l’aspirina e la plastica riciclata?
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Esiste una relazione tra l’aspirina e la plastica riciclata?
Economia circolare

I ricercatori hanno scoperto evidenze tra l'aspirina e la plastica riciclata. Vediamo quali sonodi Marco ArezioUn gruppo di ricercatori ha scoperto che l’idrolisi acida di un polimero vinilico riciclato induce ad una scomposizione chimica in acido salicilico e acido acetico. Questi acidi, debitamente trattati, sono i componenti per l’aspirina. Siamo pervasi ormai ogni giorno da notizie sull’inquinamento della plastica, sulla difficoltà di riciclare tutta quella che viene giornalmente prodotta, sulle difficoltà tecniche del processo di recupero meccanico delle varie tipologie di polimeri che troviamo nei prodotti e vediamo con speranza le nuove forme di riciclo non meccanico che si stanno studiando e testando. Esistono polimeri decisamente difficili da riciclare, dove le tecnologie molecolari di scomposizione dei componenti chimici potranno dare speranze industriali, per risolvere i vari problemi tecnici che comportano una percentuale di riciclo così bassa nel mondo. La via più sbrigativa, secondo alcune scuole di pensiero attuali, sarebbe quella di seguire le ideologie del movimento PlasticFree, che segue l’utopia di vivere senza plastica. Oggi, se ci guardiamo intorno, capiamo che nel breve periodo sembra impossibile sostituire tutti i prodotti plastici con prodotti alternativi che abbiano un costo sostenibile e un impatto ambientale corretto. Sarà sicuramente una strada da seguire quella di evitare la produzione di prodotti plastici usa e getta, in quanto la plastica nasce per durare. Una buona notizia viene dall’Universitàdi Shinshu, dove un ricercatore ha scoperto che l’idrolisi acida di un polimero vinilico porta alla formazione di acido salicilico e acido acetico, componenti di base dell’aspirina, che potrebbero, tramite passaggi chimici, ritornare a trasformarsi i composti in polimeri vinilici. Ma cosa sono i polimeri vinilici? Questi polimeri sono composti da monomeri vinilici, in pratica sono piccole molecole create da un doppio legame carbonio-carbonio e costituiscono la seconda più famosa ed utilizzata famiglia di polimeri. Tuttavia il vinile riciclato è di difficile utilizzo, in quanto instabile e di difficile manipolazione industriale, quindi i ricercatori stanno studiando i meccanismi di varie reazioni chimiche, per capire se forniranno indicazioni per nuove applicazioni sui vinili riciclabili e sulle sue applicazioni su scala industriale.Categoria: notizie - economia circolare - aspirina

SCOPRI DI PIU'
798 risultati
1 ... 11 12 13 14 15 ... 45

CONTATTACI

Copyright © 2024 - Privacy Policy - Cookie Policy | Tailor made by plastica riciclata da post consumoeWeb

plastica riciclata da post consumo