Fibra elastica in poliuretano: dagli anni 30 del secolo scorso alla chimica dell’abbigliamento elasticizzato modernodi Marco ArezioSe vogliamo dare una definizione di cosa sia la fibra di poliuretano possiamo dire che è una sostanza chimica sintetica caratterizzata da un comportamento simile alla gomma. Questa fibra è formata da una catena molecolare composta da segmenti molli, detti glicoli, intervallati da segmenti rigidi detti isocianati. La fibra di poliuretano nasce intorno al 1937 quando la tensione politica-militare in Europa rese più difficile il commercio delle materie prime, infatti fino ad allora gli elastomeri erano prevalentemente naturali, importati dal sud America e dal Sud Est Asiatico. Come si può leggere nell’articolo presente nelle NEWS sulla storia della gomma naturale, questa era un elemento conosciuto fin dai tempi dei Maya e utilizzato in tutto il mondo in diversi settori. La vera svolta nel campo dei tessuti avvenne nel 1823 quando Charles Macintosh, brevettò un composto fatto di gomma naturale e di oli, adatto all’impermeabilizzazione dei tessuti e, successivamente nel 1830, Thomas Hancock, sottopose il composto gommoso ad azioni meccaniche, mischiando additivi oleosi, cariche e pigmenti, così da rendere industrialmente lavorale in macchina il compound. Fu un tale successo che le esportazioni dal Brasile della gomma naturale aumentarono in modo esponenziale, passando da poche centinaia di tonnellate del 1846 a più di 10.000 nel 1880. Fu così che gli inglesi fiutarono il business e nel 1876 ottennero, da alcuni semi importati dal Brasile, duemila piantine di Hevea Brasilienis, che furono inviate poi nell’attuale Sri Lanka per essere ripiantate. Questo intervento botanico Inglese fece nascere una fiorente produzione, attiva ancora oggi, in Malaysia, Indonesia e Thailandia, area nella quale si produce oggi l’80% della gomma naturale. Negli anni 30 del secolo scorso, periodo nel quale la ricerca chimica stava facendo passi enormi, iniziarono i primi studi per creare una gomma sintetica replicabile in qualunque paese al mondo, senza dipendere dall’importazione della materia prima naturale. Gli studi più interessanti del periodo furono eseguiti dalla tedesca Bayer e fu così che nel 1939, Paul Schlack, sintetizò un polimero con alte proprietà elastiche, ma si dovette attendere la fine della seconda guerra mondiale per vedere la produzione, nel 1951, della prima fibra poliuretanica attraverso il processo di filatura ad umido. Anche negli Stati Uniti la ricerca portò l’azienda DuPont, a seguito di importanti investimenti fatti sulla fibra elastica in poliuretano, nel 1959, a produrre la fibra poliuretanica elastica, attraverso il processo di filatura a secco, che mise sul mercato nel 1962. La vera esplosione della produzione di questi filati avvenne alla fine degli anni 60 del secolo scorso, quando si diffuse la moda della minigonna e il relativo uso delle calze da donna. Come viene prodotta e lavorata la fibra in sintetica in Poliuretano? La fibra elastomerica sintetica è prodotta estrudendo il polimero poliuretano in soluzione o fuso, utilizzando una filiera di un impianto di filatura meccanica. Vi sono normalmente quattro metodologie per la produzione della fibra: Filatura a umido consiste nell’estrusione del polimero in bagno d’acqua calda, formando il filo per coagulazione, ed il successivo lavaggio, essiccazione, lubrificazione e avvolgimento in bobina. Filatura a secco è indubbiamente il sistema più usato al mondo e consiste nell’estrusione del polimero in una cella cilindrica verticale all’interno del quale è presente un gas caldo, che normalmente è azoto. Il filo passa dalla cella e viene successivamente lubrificato, con olio siliconico o stearato di magnesio e poi arrotolato su una bobina posta alla fine di essa. Filatura per fusione consiste nella plastificazione di granuli in un estrusore creando una messa fluida, la quale viene fatta passare attraverso una filiera in verticale che si incontra con un flusso di aria fredda che porta alla solidificazione della materia prima. Il filo in uscita, viene poi lubrificato e avvolto su bobine. La filatura per fusione, tra i quattro processi presentati, è sicuramente quello a più basso impatto ambientale in quanto non richiede solventi e ha una necessità minore di energia. Filatura reattiva consiste nell’estrusione del pre-polimero in un bagno di soluzione contenente ammine polifunzionali. Le parti di isocianato che costituiscono la materia prima reagiscono con le ammine formando un poliuretano a più alto peso molecolare. È una tecnologia oggi poco usata a causa delle basse caratteristiche elastiche del filo rispetti ad altri procedimenti produttivi. Quali sono le applicazioni principali della fibra in poliuretano? Gli utilizzi di questa fibra sono molteplici, quindi raccogliamo solo alcune indicazioni di produzione degli articoli: – Tovaglie – Copri divani – Calze per uso chirurgico – Bende elastiche – Calze a compressione graduata – Pannolini – Tute per attività sportiva – Mute da sub – Pantaloni da sci e pantacollant – Jeans e altri tessuti elasticizzati – Corsetteria – Calzini e collant – Nastri elastici – E molti altri articoliCategoria: notizie - plastica - economia circolare - PU - fibra elastica
SCOPRI DI PIU'Il piacere di vivere un’esperienza a misura d’uomo, dimenticandosi della metadi Marco ArezioIl progresso, la tecnologia, l’interconnessione, la velocità, la comodità, gli spazi per lavorare durante il viaggio, le aree dedicate per le riunioni, il ristorante, il bar, i bagni con i pulsanti, i biglietti immateriali, le poltrone elettriche, l’aria condizionata, la musica di fondo, il caffè portato da un addetto insieme al giornale e.. la puntualità. I nuovi treni veloci sono imbattibili, hanno tutto quello che prima si trovava sugli aerei, sono pure a basso impatto ambientale, riducono le emissioni di CO2 e non perdi tempo guidando. Ogni momento del tuo viaggio può essere impegnato per lavorare al computer, organizzare incontri con i clienti e i fornitori, aggiustare il discorso che si dovrai fare in azienda, finire i calcoli sui nuovi budget da presentare alla forza vendita. Bisogna lavorare sodo perché, nonostante la grande distanza che mi separa dalla destinazione, il treno corre veloce, supera i 300 all’ora, quindi devo impegnare queste due ore che ho a disposizione per portarmi avanti con il lavoro. Guardare fuori dal finestrino le bellezze del territorio che sto attraversando? Nooo, non ho tempo, ma poi chi le vede a questa velocità? Mi impazzirebbero gli occhi a seguire le case che passano, i campi coltivati pieni di colori, i contadini che raccolgono il granoturco, gli stormi di uccelli che volano giocando tra loro, le colline che sembrano muoversi scomposte all’orizzonte. Sono tutte strisce indistinte, fatte di immagini che si sovrappongono, alternate al nero delle gallerie e agli abbagli di luce quando esci, troppo faticoso seguire quello che passa. E poi, Il tempo è denaro e quindi investiamolo bene, finendo i calcoli che sto facendo e pensando a qualche buona idea da scrivere per il mio nuovo intervento al prossimo meeting. Stanco, mi appoggio alla poltrona, il lavoro finito, mancano ancora una ventina di minuti all’arrivo e mi posso concedere un piccolo sonnellino, non prima di avere programmato la sveglia sul cellulare. Lentamente scivolo in un sonno dolce, i ricordi mi portano indietro nel tempo, i profumi dei fiori e la brezza della campagna si mischiano ad un suono intermittente, regolare che si accompagna a un brusio ferreo, delicato, continuo, associato a piccole vibrazioni. Un insieme di suoni, colori, aromi e movimenti, che mi fanno vivere un viaggio diverso, con il treno a vapore che sbuffa in testa al convoglio e una serie di carrozze lucide, color amaranto, che brillano al sole. Seduti su poltroncine di velluto verde, con le porte strette tra i sedili e i finestrini che scorrono dall’alto verso il basso, per metà aperti, con l’aria che entra e rinfresca la carrozza, mi godo il movimento lento del treno che mi culla dolcemente. Guardando dai finestrini tutt’attorno vedo la vita che anima la campagna, da lontano i campanili in mattoni con le rondini che volano intorno, scacciate dal suono delle campane che rompe l’aria allo scadere delle ore. Passiamo sul fiume, con il treno che rallenta, come fosse una forma di rispetto per il peso che deve sopportare al suo passaggio. Vedo l’acqua che scorre dolcemente e alcuni pesci che saltano fuori per rituffarsi, lasciando ampi cerchi sulla superficie. Le persone dialogano tra loro, ogni tanto si sente qualche risata di bambini e un richiamo della madre, che li intima a non disturbare i vicini. Ma i viaggiatori non si curano delle risate, i bambini non disturbano e continuano a conversare. Un’aria rilassata, con il viaggio che si fa contrada, piazza, mercato e osteria, dove la gente s’incontra, si racconta e vive. Poi, d’un tratto una voce metallica annuncia l’arrivo del treno, troppo moderna per essere sul mio treno a vapore e, quindi, mi sveglio e torno alla realtà sul convoglio ad alta velocità che sta entrando in stazione. Il sogno però non mi lascia, mi accompagna durante la discesa dal treno, con la gente che guadagna velocemente l’uscita senza rivolgerti la parola e senza gentilezze. Ho voglia di vivere ancora questa avventura quindi mi prometto di informarmi sui treni storici, a vapore, che ancora sono in funzione, digitando sul mio smartphone treni storici per tornare nel passato.Categoria: Slow life - vita lenta - felicitàFoto FS
SCOPRI DI PIU'Come affrontare le difficoltà legate alla comunicazione, alla fiducia e alla sostenibilità per costruire relazioni solide e vantaggi competitivi nella supply chaindi Marco ArezioLa gestione delle relazioni con i fornitori è una componente essenziale per il successo di ogni organizzazione che opera in un mercato globalizzato. Oggi, il contesto competitivo impone alle imprese di andare oltre le semplici transazioni economiche e di costruire rapporti duraturi e strategici con i propri partner nella catena di approvvigionamento. La capacità di instaurare relazioni solide non dipende solo dall’efficienza operativa, ma anche dalla trasparenza, dalla fiducia reciproca e dall’allineamento agli obiettivi comuni, tra cui spiccano sempre più spesso quelli legati alla sostenibilità. Tuttavia, gestire in modo efficace queste relazioni non è privo di sfide. Barriere culturali, tecnologie non compatibili e pratiche poco sostenibili sono solo alcune delle difficoltà che le aziende devono affrontare. Un approccio strutturato e strategico al Supplier Relationship Management (SRM) può aiutare a superare tali ostacoli, consentendo di ottenere vantaggi significativi, come la riduzione dei costi, la continuità delle forniture e un posizionamento più competitivo sul mercato. Le difficoltà nella gestione delle relazioni con i fornitori La complessità delle relazioni con i fornitori deriva da una serie di fattori interconnessi che possono compromettere la collaborazione e la produttività. Tra le principali sfide emergono tre aree critiche: la comunicazione, la fiducia e la sostenibilità. La comunicazione: il cuore delle relazioni La comunicazione rappresenta la base di ogni relazione di successo, ma nel contesto delle catene di fornitura globali è spesso ostacolata da fattori come barriere linguistiche, differenze culturali e tecnologie non interoperabili. Quando i fornitori e le aziende utilizzano sistemi informativi diversi o non condividono in modo trasparente le informazioni, si creano incomprensioni che possono causare ritardi, errori e decisioni basate su dati incompleti. La fiducia: un capitale fragile La fiducia è un elemento indispensabile per costruire rapporti solidi con i fornitori, ma è anche un capitale fragile che può essere facilmente eroso. Pratiche opportunistiche, come il mancato rispetto degli accordi contrattuali, o una gestione orientata esclusivamente alla riduzione dei costi rischiano di alienare i fornitori strategici. Senza fiducia, le relazioni si riducono a meri scambi commerciali, privi della stabilità necessaria per affrontare le incertezze del mercato. La sostenibilità: un impegno comune L’adozione di pratiche sostenibili è diventata una priorità non solo per le aziende, ma anche per i loro partners nella linea di approvvigionamento. Tuttavia, molte imprese si trovano a collaborare con fornitori che non rispettano standard ambientali o etici, spesso a causa dei costi associati alle pratiche sostenibili o della mancanza di tecnologie adeguate. Questa situazione crea un divario tra le aspettative delle aziende e le reali capacità dei loro fornitori, mettendo a rischio gli obiettivi di sostenibilità. Strategie per migliorare il Supplier Relationship Management Affrontare queste sfide richiede un approccio integrato, che combini innovazione tecnologica, cambiamenti culturali e politiche collaborative. Le aziende possono adottare diverse strategie per rafforzare le relazioni con i fornitori e ottenere risultati concreti. Innovare attraverso la tecnologia L’utilizzo di strumenti digitali può migliorare significativamente la comunicazione e la gestione delle relazioni. Piattaforme condivise, come sistemi di gestione della supply chain basati su cloud, offrono una visione completa e trasparente delle attività dei fornitori, facilitando il monitoraggio delle prestazioni e il coordinamento delle operazioni. Tecnologie come la blockchain, inoltre, garantiscono la tracciabilità delle transazioni, rafforzando la fiducia tra le parti. Infine, l’intelligenza artificiale e l’analisi dei dati possono aiutare a identificare problemi potenziali e ottimizzare la pianificazione delle forniture. Costruire fiducia attraverso la collaborazione La fiducia non si crea automaticamente, ma richiede un impegno continuo e reciproco. Le aziende possono adottare politiche che promuovano la collaborazione, come contratti flessibili che si adattino alle mutevoli condizioni del mercato o audit congiunti per garantire la trasparenza. Inoltre, coinvolgere i fornitori nei processi decisionali li rende partner attivi e responsabili, rafforzando il loro senso di appartenenza agli obiettivi aziendali. Integrare la sostenibilità nelle relazioni Per incentivare i fornitori a adottare pratiche sostenibili, le aziende possono offrire supporto economico o tecnico. Ad esempio, programmi di formazione congiunta possono sensibilizzare i fornitori sull’importanza della sostenibilità e aiutarli a implementare cambiamenti significativi. Gli incentivi economici, come sconti o premi per i fornitori che raggiungono determinati standard, rappresentano un altro strumento efficace. Infine, promuovere l’adesione a certificazioni internazionali, come ISO 14001 per la gestione ambientale, può uniformare le pratiche lungo tutta la catena di fornitura. Benefici di una gestione strategica Un approccio strategico al Supplier Relationship Management offre vantaggi sia immediati che a lungo termine. La digitalizzazione dei processi e la trasparenza nei rapporti con i fornitori riducono inefficienze e sprechi, migliorando la produttività. La costruzione di relazioni basate sulla fiducia assicura una maggiore resilienza, anche in condizioni di mercato turbolente. Inoltre, l’integrazione della sostenibilità non solo migliora la reputazione aziendale, ma contribuisce a soddisfare le crescenti aspettative dei consumatori e delle normative. Conclusione La gestione delle relazioni con i fornitori è molto più di un semplice processo operativo: è una leva strategica che può determinare il successo o il fallimento di un’azienda. Superare le problematiche legate alla comunicazione, alla fiducia e alla sostenibilità richiede un impegno costante e l’adozione di soluzioni innovative. Tuttavia, i benefici di un Supplier Relationship Management efficace – in termini di efficienza, stabilità e responsabilità sociale – giustificano ampiamente gli investimenti necessari.© Riproduzione Vietata
SCOPRI DI PIU'Il Caso della Formula del Polipropilene Perduta a Milano di Marco ArezioRacconti. Ombre di Ambizione. Capitolo 12: La Dura Legge delle IndaginiMentre lasciavano la calda atmosfera dell'Hotel Belvedere alle loro spalle, Lucia e Alessandro iniziarono la loro passeggiata serale attraverso le vie di Corenno Plinio, dirigendosi verso il porto. La sera aveva steso il suo velo tranquillo sul paese, con le luci che si riflettevano sull'acqua del lago, creando un'atmosfera magica e sospesa.Alessandro: "Commissario Marini, deve essere davvero affascinante dedicare la propria vita a svelare misteri e portare alla luce la verità. Come ha scelto questa carriera?" Lucia: "È sempre stato un richiamo per me, fin da piccola. La ricerca della verità, l'adrenalina delle indagini, l'idea di poter rendere giustizia... Tutto questo mi ha sempre spinto a diventare ciò che sono. E lei, Alessandro? Come ha scoperto la sua passione per il volo e per il lago?" Alessandro: "Il lago è sempre stato il mio primo amore, credo. Crescere qui mi ha insegnato a rispettare la sua bellezza e i suoi segreti. Per il volo, è stata un'evoluzione naturale. La sensazione di libertà che si prova là in alto, sopra l'acqua, è incomparabile. Ogni volo è un'avventura, un'opportunità per vedere il mondo da una prospettiva diversa." Mentre camminavano, il dialogo tra Lucia e Alessandro si faceva via via più intenso e personale, riflettendo una crescente complicità. Passando accanto alle case di pietra, salutavano di tanto in tanto gli abitanti del paese che si godevano la serata all'aria aperta, testimoni inconsapevoli di questo crescente legame. Lucia: "Mi ha colpito molto il suo lavoro di restauro sul dinghi dell'industriale comasco. Deve richiedere una grande abilità e pazienza." Alessandro: "Sì, è un lavoro che richiede tempo e dedizione, ma vedere una vecchia barca tornare a navigare, rivivere la sua storia... È una soddisfazione unica. E, a suo modo, non è così diverso dal suo lavoro, commissario. Anche lei cerca di riportare alla luce la verità nascosta, di dare nuova vita alla giustizia." Arrivati al porto, si fermarono un momento a guardare le acque scure del lago, il riflesso delle stelle che danzava sulla superficie. In quel silenzio condiviso, entrambi sentirono una connessione profonda, un'intesa che andava oltre le parole. La sera di Corenno Plinio aveva tessuto intorno a loro un legame sottile ma resistente, fatto di comprensione reciproca e di una promessa non pronunciata di scoprire insieme cosa riservava il futuro. Mentre la barca di Alessandro scivolava silenziosamente sulle acque calme del Lago, il crepuscolo avvolgeva il paesaggio in una luce soffusa e magica. Lucia e Alessandro, avendo deciso di darsi del tu, approfittarono di quella tranquillità per approfondire la loro conoscenza reciproca, entrando in territori più intimi e personali delle loro vite. Lucia: "Alessandro, se non ti dispiace che io chieda, come sono state le tue esperienze sentimentali passate? Credo che le storie d'amore, felici o dolorose che siano, ci modellino profondamente." Alessandro: "Hai ragione, Lucia. Ho avuto un paio di relazioni significative in passato. Ciascuna mi ha insegnato qualcosa di importante su me stesso e su ciò che cerco in un partner. Penso che ogni esperienza, per quanto difficile, sia un passo verso la comprensione di ciò che veramente conta. E tu?" Lucia: "Sono stata così concentrata sulla mia carriera negli ultimi anni che le relazioni sono passate in secondo piano. Ma ciò non significa che non desideri una connessione profonda con qualcuno, qualcuno che capisca la vita che ho scelto e condivida con me le piccole grandi gioie e le sfide." Alessandro: "Capisco perfettamente. E quando pensi alla persona giusta, cosa ti viene in mente? Cosa cerchi in lei?" Lucia: "Cerco qualcuno che sia innanzitutto mio amico, con cui possa ridere, condividere i miei pensieri più intimi e affrontare insieme la vita. Qualcuno che non abbia paura delle difficoltà e che sappia stare al mio fianco anche nei momenti meno facili. E tu, Alessandro, cosa ti aspetti dalla vita e dall'amore?" Alessandro: "Per me, è importante trovare qualcuno che condivida le mie passioni, o che almeno le rispetti e le incoraggi. Qualcuno che ami l'avventura tanto quanto i momenti di tranquillità, che sappia apprezzare sia un volo sopra le montagne che una serata tranquilla a casa. Ma più di tutto, cerco complicità, quella sensazione di essere pienamente compreso e accettato per chi sono." Lucia: "Sembra che entrambi cerchiamo qualcosa di molto simile in una relazione. Complicità, condivisione, sostegno... Sono fondamentali per costruire qualcosa di vero e duraturo." Mentre la conversazione si sviluppava, Lucia e Alessandro si accorgevano di quanto fossero allineati nei loro desideri e aspettative, non solo in termini di relazioni sentimentali, ma anche riguardo alla vita in generale. Quella serata sul lago, con il susseguirsi di domande e risposte, li aveva avvicinati più di quanto avessero immaginato, lasciando intravedere la possibilità di un futuro condiviso, pieno di comprensione, rispetto e, forse, amore. Durante la loro navigazione serale da Corenno Plinio a Varenna, Lucia ed Alessandro furono avvolti da un'atmosfera di magica serenità. Il cielo, in quel momento di transizione tra la sera e l'arrivo della notte, era un capolavoro di sfumature di blu e neri, riflettendosi nelle acque tranquille del lago e creando un effetto di infinita profondità. Il vento leggero accarezzava il volto, portando con sé i profumi misti di acqua dolce e della flora che cresceva rigogliosa lungo le rive: note fresche di foglie verdi, sottili tracce floreali e il distinto aroma di terra umida. Man mano che procedevano, il paesaggio lungo la costa cambiava lentamente. Piccoli villaggi illuminati si alternavano a tratti di natura selvaggia, con rocce che si tuffavano nell'acqua e boschi che si spingevano fino alla riva. Ogni tanto, il luccichio delle luci nelle case rifletteva la vita che pulsava in quelle comunità: famiglie riunite per la cena, amici che condividevano una serata insieme, l'eco di risate e conversazioni che raggiungeva la barca e si fondeva con il suono dell'acqua. Sull'acqua, il riflesso delle stelle iniziava a farsi più nitido, e la luna, quasi piena, disegnava un sentiero luminoso che sembrava guidare Lucia e Alessandro nella loro navigazione. La quiete del lago, in quel momento, era totale, rotta solo dal soffio del vento e dal morbido fruscio dello scafo che fendeva l'acqua. Dopo circa 20 minuti, la silhouette caratteristica di Varenna cominciò a delinearsi davanti a loro, con le sue case colorate affacciate sul lago e le luci che creavano un'accogliente atmosfera. Approdando al porto di Varenna, i due scesero dalla barca e si incamminarono verso il ristorante "Il Crotto del Lago", un luogo che Alessandro aveva accuratamente scelto per la loro cena. Il percorso fino al ristorante fu breve ma intenso, con le stradine acciottolate del paese che risuonavano sotto i loro passi e l'aria fresca della sera che rendeva tutto più vivo e reale. "Il Crotto del Lago" li accoglieva con la sua atmosfera calda e invitante, promettendo una serata all'insegna del buon cibo, del buon vino e della piacevole compagnia, un momento perfetto per approfondire la loro conoscenza in un contesto di rara bellezza e serenità. Seduti al loro tavolo con vista mozzafiato sul lago, Lucia ed Alessandro si trovavano avvolti da un'atmosfera che sembrava sospesa fuori dal tempo. Alessandro, con un gesto disinvolto ma attento, chiamò il cameriere per richiedere i menù e ordinare un aperitivo per entrambi, cogliendo l'occasione per assicurarsi che Lucia non avesse freddo. Alessandro: "Ti trovi bene, Lucia? Non hai freddo, vero? Non smetto di pensare a quanto sia fortunato a trascorrere questa serata con te. Sei davvero affascinante stasera." Lucia, sorpresa ma compiaciuta dal complimento: "Grazie, Alessandro. La serata è meravigliosa, e il posto è incantevole. E...no, non ho freddo, grazie per la premura." Con i menù in mano, Alessandro iniziò a descrivere le specialità della serata, suggerendo piatti a base di prelibatezze del lago: "Hanno una fantastica trota al burro e salvia, oppure il risotto con pesce persico, è delizioso. E poi, c'è il lavarello alla griglia che è una vera specialità di queste parti. Cosa ne dici, ti ispira qualcosa in particolare?" Lucia: "Tutto sembra squisito. Penso che mi affiderò al tuo consiglio e proverò il risotto con pesce persico. E per il vino, hai qualche suggerimento?" Quando il cameriere fece ritorno per prendere le ordinazioni, Alessandro scelse un vino bianco locale, perfetto per accompagnare i sapori delicati dei piatti scelti. Dopo aver preso nota, il cameriere accese la candela sul loro tavolo, aggiungendo un tocco di magia all'atmosfera già particolarmente intima e suggestiva. Con la luce soffusa della candela ad illuminare i loro volti, Lucia ed Alessandro si sentivano incredibilmente a proprio agio, come se si conoscessero da sempre. Alessandro: "Sai, Lucia, c'è qualcosa di molto speciale in questa serata. Mi sento così a mio agio con te, come se ci fossimo sempre conosciuti. È una sensazione che non provavo da tempo." Lucia: "Anch'io provo lo stesso, Alessandro. È strano come certe volte, con alcune persone, si possa creare immediatamente un legame profondo. Questa serata è davvero speciale per me." Tra sorrisi complici e i brindisi sotto il cielo stellato, la cena procedeva tra conversazioni leggere e momenti di silenzioso apprezzamento per la bellezza che li circondava. In quell'incanto, Lucia ed Alessandro scoprivano la gioia di essere semplicemente insieme, condividendo esperienze, speranze e, forse, l'inizio di qualcosa di nuovo e emozionante nella loro vita. Mentre gustavano le specialità del lago, la conversazione tra Lucia ed Alessandro fluttuava leggera come l'aria serale intorno a loro. Lucia, sempre più affascinata dall'uomo che aveva di fronte, non perse l'occasione di approfondire la conoscenza sul suo conto, soprattutto riguardo al suo intrigante lavoro. Lucia: "Alessandro, raccontami di più sul tuo lavoro. Come riesci a gestire i voli per lavoro? E poi, come hai fatto a comprarti un aereo così giovane? Deve essere affascinante poter volare così spesso." Alessandro, con un sorriso aperto e senza esitazione, era più che felice di condividere dettagli della sua vita lavorativa con Lucia: "In realtà, volo per circa 2-3 giorni a settimana. E per quanto riguarda l'aereo, non è mio. Appartiene a un imprenditore comasco, una delle figure di spicco dell'industria della seta che risiede in villeggiatura qui a Varenna. Io sono il suo pilota personale." Lucia: "Quindi, hai la fortuna di viaggiare spesso. E quali sono le aree di volo che copri maggiormente?" Alessandro: "Sì, è vero. Mi sposto principalmente in Lombardia per le esigenze del mio principale, ma non è raro che i nostri viaggi ci portino anche in Svizzera. Le Alpi sono uno scenario spettacolare da lassù, ti assicuro. E quando non sono in volo, mi dedico al restauro e alla manutenzione delle barche per i turisti qui sul lago. È un lavoro che mi permette di restare sempre a contatto con l'acqua e con il cielo, le mie due grandi passioni." Lucia ascoltava affascinata, realizzando quanto Alessandro fosse profondamente legato al suo ambiente e quanto amore e dedizione mettesse in entrambi gli aspetti della sua vita professionale. Lucia: "Deve essere davvero un bel modo di vivere, tra cielo e acqua. Ammiro molto la tua capacità di bilanciare due lavori così intensi e diversi tra loro." Alessandro: "Grazie, Lucia. Sì, a volte può essere impegnativo, ma non cambierei questa vita con nessun'altra. Ogni giorno mi offre la possibilità di scoprire qualcosa di nuovo, di incontrare persone interessanti e di ammirare paesaggi che mai mi stancherei di guardare." La cena procedeva tra questi scambi, entrambi apprezzando la compagnia reciproca e la condivisione di esperienze e visioni di vita. La serata a "Il Crotto del Lago" si stava rivelando non solo un'occasione per gustare ottimo cibo ma anche per tessere legami più profondi e significativi. Lucia, sempre più affascinata, approfondì ulteriormente l'argomento, chiedendo a Alessandro quali tipi di mansioni richiedessero i suoi viaggi e perché un imprenditore avesse scelto di lasciare un mezzo così prezioso come un aereo a Varenna. Lucia: "E per questi viaggi in Svizzera, quali tipi di mansioni devi svolgere? E perché Giulio Conti ha deciso di tenere un aereo qui a Varenna? Mi sembra una scelta insolita per un imprenditore." Alessandro: "Giulio Conti gestisce diverse attività finanziarie e commerciali in Svizzera, molte delle quali richiedono una presenza personale per trattative o per la supervisione di progetti. Quando ha bisogno di viaggiare velocemente e in sicurezza, chiama me. Il motivo per cui l'aereo è basato qui è semplice: Giulio ama questo posto, passa qui tutti i suoi fine settimana e vuole avere la possibilità di decollare non appena ne ha bisogno, senza doversi preoccupare di spostarsi in un grande aeroporto." Lucia: "E cosa trasporti con il tuo aereo? Solo passeggeri o anche altro?" Alessandro: "Principalmente trasporto Giulio e, occasionalmente, altri membri del suo team. A volte trasportiamo anche documenti o piccoli pacchi che non possono essere affidati a corrieri tradizionali per questioni di sicurezza o urgenza. È un servizio molto personalizzato, basato sulla fiducia e sulla discrezione." Mentre la conversazione fluiva dolcemente, Alessandro menzionò casualmente due destinazioni svizzere che spiccavano nel contesto dei suoi voli con Giulio Conti: Basilea e St. Moritz. Queste parole risuonarono in Lucia con una risonanza inaspettata, mandando un brivido lungo la sua schiena. La coincidenza era sorprendente, quasi troppo perfetta per essere ignorata. Proprio quelle erano le località verso cui si sarebbero dirette le sue indagini. Lucia: "Basilea e St. Moritz? Non posso credere alla coincidenza. Proprio in quelle località devo svolgere delle indagini. È incredibile pensare che i nostri mondi si sovrappongano così... fortemente." La sorpresa iniziale lasciò presto spazio a un turbinio di pensieri. Lucia si interrogava su quanto il destino potesse essere intrecciato in maniere inaspettate, portando le vite delle persone a convergere in punti nodali, apparentemente casuali. Poi si pentì subito di aver condiviso con Alessandro questa affermazione. Alessandro: "Davvero? Questo è... sorprendente. Ma sai, Lucia, il mondo è pieno di collegamenti inaspettati. La cena proseguì in un clima di complicità, con Lucia e Alessandro più consapevoli del profondo legame che iniziava a formarsi tra loro, un legame forgiato non solo da interessi comuni, ma anche da misteriose coincidenze che sembravano guidarli verso destini intrecciati. Lucia, sentendosi avvolgere da un turbinio di pensieri provocati dall'incredibile coincidenza menzionata da Alessandro, fece una scelta consapevole. Decise di mettere da parte, almeno per quella sera, le domande e i dubbi che affollavano la sua mente riguardo alle possibili connessioni tra Conti, Alessandro e la pista della formula rubata del polipropilene che la portava in Svizzera. Voleva preservare la magia e la serenità di quella serata speciale, senza lasciare che le preoccupazioni professionali ne offuscassero la bellezza. Lucia: "Sai, Alessandro, il mondo è pieno di coincidenze, alcune sorprendenti come quella di cui abbiamo parlato. Ma stasera, ho deciso di non lasciare che il mio lavoro invada questo momento. Voglio godermi la serata con te, senza pensare a domani. Ci sarà tempo per le indagini e per le domande." Alessandro accolse le parole di Lucia con un sorriso comprensivo, apprezzando la sua capacità di separare il momento presente dalle complessità del suo lavoro. Alessandro: "Lucia, ammiro davvero il tuo impegno e la tua dedizione. E sono onorato che tu voglia dedicare questa serata a noi, al nostro stare insieme. Sono convinto che qualsiasi cosa il futuro ci riservi, sapremo affrontarla con la stessa forza e determinazione che ti contraddistinguono." Lucia: "Grazie, Alessandro. È raro trovare qualcuno con cui condividere così apertamente pensieri e sensazioni. Questa serata mi ha fatto capire quanto sia prezioso il tempo che passiamo insieme." Il resto della cena trascorse in un clima di leggerezza, risate, racconti di esperienze passate e piani per avventure future riempirono il tempo, sigillando un legame che, seppur nato da poco, prometteva già di essere profondo e significativo. Quando infine si alzarono da tavola, il mondo intorno a loro sembrava avvolto in una quiete perfetta, con il lago che rifletteva le luci tremolanti dei lampioni e le stelle che brillavano nel cielo limpido. Camminando fianco a fianco verso il porto, Lucia e Alessandro sapevano che quella serata sarebbe stata solo l'inizio di un percorso che avrebbero esplorato insieme, con la curiosità e la speranza come guide nel viaggio che li attendeva. Dopo la cena, Lucia e Alessandro decisero di fare una passeggiata lungo il lago, per godersi la frescura della sera e il panorama mozzafiato che Varenna offriva di notte. Camminavano a passo lento, vicini, avvolti in una sorta di bolla di complicità che sembrava escludere il resto del mondo. La superficie dell'acqua era un tappeto scuro e liscio, sul quale si riflettevano le luci tremolanti dei paesi sulla sponda opposta del lago. Quelle luci, come piccole fiammelle danzanti, creavano un suggestivo paesaggio notturno, un quadro vivo che solo il Lago di Como poteva offrire. Il cielo era un velo di stelle sparse, testimoni silenziosi di quel momento sospeso tra due persone che stavano scoprendo l'uno dell'altra molto più di quanto avessero immaginato. Fermatisi su una piccola banchina, si persero a guardare le luci dei paesi lontani, lasciando che il suono dell'acqua li cullasse in quella tranquillità così piena di promesse. Fu in quel momento che Alessandro, mosso da un impulso dolce e sincero, posò delicatamente la sua mano sulla guancia di Lucia. La sua carezza era leggera come una brezza serale, ma carica di un'intensità che faceva battere il cuore più forte. Lucia, invece di ritrarsi, rimase immobile, accogliendo quel gesto con un misto di sorpresa e desiderio. I suoi occhi si incontrarono con quelli di Alessandro, e in essi lesse un'emozione pura e profonda. Senza parole, ma con un'intesa chiara e silenziosa, Alessandro si avvicinò per baciarla. Lucia, rispondendo al suo invito, si sporse incontro alle sue labbra, lasciando che il mondo attorno a loro sfumasse in un'indistinta lontananza. Quel bacio fu il sigillo di un'intimità nascente, un momento in cui tutto il resto sembrò scomparire, lasciandoli soli, avvolti nella magia della notte sul lago. Era un bacio dolce ma carico di significato, l'espressione di un'affinità scoperta e di una promessa non ancora pronunciata. Per alcuni attimi, Lucia e Alessandro si persero l'uno nell'altro, dimenticando il tempo, le preoccupazioni e le indagini in sospeso. Quando infine si separarono, i loro sorrisi raccontavano di una complicità approfondita e di un'affezione crescente. Ancora una volta, il lago aveva assistito all'inizio di una storia, diventando scenario di un momento che, per quanto semplice, avrebbe avuto il potere di cambiare il corso delle loro vite. In quella serata speciale, Lucia e Alessandro avevano trovato qualcosa di inaspettato l'uno nell'altra, un legame che andava oltre la casualità del loro incontro, promettendo nuove scoperte e, forse, un futuro condiviso. Dopo quel bacio sotto le stelle, un momento così carico di emozioni e promesse, Alessandro si trovò a un bivio. Da un lato, il desiderio di trascorrere più tempo possibile con Lucia invitandola a casa sua, dall'altro, il rispetto per lei e la paura di sembrare troppo invadente. Il silenzio che seguì il loro bacio era denso di domande non formulate, di speranze e di incertezze. Fu Lucia a rompere quel silenzio, con una domanda che sembrava tanto semplice quanto significativa. Lucia: "Alessandro, mi mostri dove abiti? Ho sentito parlare della tua casa, della piccola torretta sul porto." Alessandro, sorpreso ma visibilmente sollevato dalla sua iniziativa, indicò con un gesto discreto verso un piccolo balcone fiorito che si affacciava direttamente sul porto. "È là," disse con un sorriso timido. "Ho sempre amato i fiori, mi danno una sensazione di pace, di casa. Forse è un dettaglio da poco, ma per me significa molto." Lucia, ammirata dalla cura e dall'attenzione che Alessandro dedicava ai dettagli, non poté fare a meno di commentare: "È bellissimo, Alessandro. Si vede che ci tieni molto. I fiori sul balcone... è un tocco di cura personale che dice molto su una persona. Mi piace." In quel momento, qualcosa tra loro cambiò impercettibilmente. Quel semplice scambio di parole aveva avvicinato ancora di più i loro cuori, confermando la sensazione di profonda affinità che entrambi avevano avvertito. Dopo un lungo sguardo, in cui sembrava che ogni emozione fosse palpabile nell'aria, iniziarono a camminare lentamente verso la casa di Alessandro. Il percorso verso la piccola torretta sul porto fu un viaggio carico di silenzi eloquenti, di sguardi che si cercavano e si ritrovavano, di mani che a volte si sfioravano quasi per caso. La notte intorno a loro sembrava avvolgerli in un abbraccio protettivo, mentre le luci dei paesi sul lago brillavano come faro verso il loro destino. Arrivati davanti alla porta di casa di Alessandro, entrambi si resero conto che quella serata aveva segnato l'inizio di qualcosa di unico e speciale. L'invito a entrare non fu pronunciato a parole, ma era chiaro nel silenzioso accordo tra i loro sguardi. Quella notte, Varenna non fu solo testimone di una nascente storia d'amore, ma anche del coraggio di seguire il cuore, anche quando il futuro appare incerto e pieno di domande. Con un passo deciso ma carico di emozione, varcarono la soglia, pronti ad esplorare insieme ciò che li attendeva. La casa di Alessandro era pulita e profumata, entrarono, richiusero la porta alle loro spalle e continuarono a baciarsi, intensamente, aiutandosi vicendevolmente nel togliersi i vestiti. Poi si spostarono lentamente sul letto di Alessandro che guardava direttamente sul lago e, senza accendere la luce, ma sfruttando la luna piena, si amarono senza risparmio. La luce dell'alba filtrava delicatamente attraverso le tende, bagnando la stanza in modo soffuso e dorato. Lucia si svegliò accanto ad Alessandro, avvolta in una sensazione di calma e felicità che le era estranea da molto tempo. Guardò il suo volto tranquillo mentre dormiva e, con un gesto delicato, gli accarezzò la guancia per svegliarlo. Lucia: "Buongiorno, Alessandro. Come ti senti?" Alessandro aprì lentamente gli occhi, sorpreso ma visibilmente felice di trovare Lucia al suo fianco. Un sorriso si disegnò sulle sue labbra mentre la realtà della notte trascorsa insieme iniziava a prendere forma nei suoi pensieri. Alessandro: "Buongiorno, Lucia. Non potrei sentirmi meglio... E tu? Come stai?" Lucia: "Sto bene, molto bene. Ti andrebbe di fare colazione insieme? Potremmo scendere al bar del porto, ho sentito che fanno un ottimo cappuccino." Alessandro: "Mi sembra un'ottima idea. Mi piacerebbe molto iniziare la giornata così, insieme a te." Si prepararono per uscire, muovendosi con naturalezza nella piccola casa di Alessandro, ancora avvolti in quella sensazione di intimità e complicità che aveva caratterizzato la loro serata e notte insieme. Uscendo dalla casa, furono accolti dalla freschezza dell'aria mattutina e dal panorama mozzafiato del lago che si risvegliava. Arrivati al bar del porto, scelsero un tavolino all'aperto, da dove potevano godere della vista del lago e dell'andirivieni delle barche. Ordinarono cappuccino e cornetti, immergendosi in una conversazione leggera, condividendo pensieri sulla notte trascorsa e sui sogni per il futuro. Alessandro: "Questa notte con te è stata incredibile, Lucia. Non so come ringraziarti per aver condiviso con me questi momenti." Lucia: "Non c'è bisogno di ringraziamenti, Alessandro. Anche per me è stata una notte speciale, che ricorderò per sempre. Mi ha fatto capire molte cose, su di me e su ciò che desidero dalla vita." Alessandro: "Spero che ciò includa la possibilità di trascorrere più tempo insieme, di esplorare cosa potrebbe riservarci il futuro." Lucia: "Anche io lo spero. Ma ora dobbiamo affrontare la realtà del giorno. Mi accompagneresti a Corenno Plinio?" Alessandro: "Certo, sarei felice di farlo. È il modo migliore per prolungare questi momenti insieme." Dopo aver terminato la colazione, si incamminarono verso la barca di Alessandro, pronti a salpare verso Corenno Plinio. Il viaggio sul lago, sotto il sole del mattino, era un'ulteriore conferma del legame speciale che si era creato tra loro, un legame che entrambi speravano di poter esplorare e approfondire nei giorni a venire. Mentre la barca di Alessandro solcava le acque tranquille del lago verso Corenno Plinio, Lucia si trovava immersa in un mare di pensieri e riflessioni. La notte magica che aveva trascorso con Alessandro aveva aperto le porte a sentimenti ed emozioni che non si aspettava, ma ora, alla luce del giorno, il suo istinto investigativo e la sua razionalità stavano riprendendo il sopravvento. La menzione casuale di Basilea e St. Moritz nelle conversazioni della serata precedente aveva acceso una lampadina nella sua mente, spingendola a considerare attentamente ogni dettaglio riguardante Alessandro e il suo rapporto con Giulio Conti. Lucia pensava: "Devo approfondire chi sia veramente questo Giulio Conti e quali siano le nature delle sue attività in Svizzera. La coincidenza delle destinazioni potrebbe non essere tale, e non posso permettermi di ignorare alcun collegamento, per quanto remoto possa sembrare." La decisione di Lucia fu chiara: avrebbe raccolto più informazioni possibili su Conti prima di partire per la Svizzera. Sapeva che avrebbe dovuto procedere con cautela, per non compromettere le indagini e per non mettere Alessandro in una posizione difficile, nel caso in cui la sua fiducia fosse mal riposta. Durante la conversazione con Alessandro, tuttavia, Lucia si rese conto di aver forse condiviso troppo riguardo ai suoi prossimi passi investigativi. Un lampo di preoccupazione le attraversò la mente al pensiero che le sue parole potessero, in qualche modo, influenzare o compromettere il corso delle indagini. Lucia: "Alessandro, c'è qualcosa che devo dirti. La mia indagine è delicata e, anche se mi fido di te, devo essere cauta nel proteggere le informazioni. Ho parlato forse troppo e non dovrò fare più lo stesso errore. Spero che tu possa capire." Alessandro, con uno sguardo di comprensione e un po' di tristezza: "Lucia, capisco perfettamente. Il tuo lavoro è importante e non voglio essere d'intralcio. Ti prometto che manterrò per me ciò che mi hai detto e non farò nulla che possa mettere a rischio le tue indagini." Lucia sentì un misto di sollievo e di preoccupazione nel dover mettere delle barriere tra lei e Alessandro, ma sapeva che era necessario per mantenere l'integrità del suo lavoro. Allo stesso tempo, era consapevole che, qualora emergessero connessioni tra Alessandro, Conti, Müller o Gentili, avrebbe dovuto prendere in considerazione l'idea di interrompere la loro frequentazione per non compromettere l'indagine. Con questi pensieri a pesare sul cuore, Lucia sapeva che i giorni a venire sarebbero stati cruciali, non solo per le sue indagini ma anche per il futuro della relazione nascente con Alessandro. La priorità rimaneva risolvere il mistero della formula rubata e delle sue connessioni internazionali, ma non poteva negare il desiderio di esplorare ciò che stava nascendo tra loro, sempre che le circostanze lo permettessero. Una volta rientrata nell'atmosfera tranquilla del suo albergo a Corenno Plinio, Lucia si sentiva carica di una nuova determinazione. La giornata trascorsa con Alessandro aveva aggiunto complessità ai suoi pensieri, ma anche rinnovato la sua determinazione di seguire ogni possibile pista per le sue indagini. Cosciente delle implicazioni che le recenti scoperte potessero avere, decise di agire immediatamente. Si sistemò nella piccola scrivania della sua camera, affacciata sulla quiete del lago, e compose il numero dell'ufficio a Milano. Quando rispose il suo collega, Lucia fu diretta e concisa. Lucia: "Buongiorno, ho bisogno di un'indagine approfondita su Giulio Conti, l'imprenditore comasco. Voglio sapere tutto dei suoi affari, sia in Italia che in Svizzera, e in particolare cosa lo porti frequentemente a Basilea e a St. Moritz." Il collega annuì, sebbene solo verbalmente dato il mezzo telefonico, e assicurò Lucia che l'indagine sarebbe stata avviata immediatamente. Lucia, poi, espresse la necessità di ricevere le informazioni nel minor tempo possibile, data l'urgenza di collegare i punti prima della sua partenza per la Svizzera. Terminata la chiamata con l'ufficio, Lucia si prese un momento per riflettere sulla situazione, prima di decidere di informare anche il Questore Romani. Conosceva l'importanza di tenerlo al corrente delle svolte delle indagini e delle sue prossime mosse, sia per cortesia professionale sia per una questione di protocollo. Lucia: "Questore Romani Buongiorno, volevo aggiornarla sulle ultime evoluzioni delle indagini sulla formula rubata. Ho dei sospetti su un certo Giulio Conti, imprenditore comasco con frequenti viaggi in Svizzera, e ho richiesto un'indagine approfondita su di lui. Inoltre, ho intenzione di recarmi personalmente in Svizzera per seguire alcune piste che potrebbero rivelarsi cruciali." Il Questore Romani accolse le notizie con interesse e approvazione, consapevole del valore che Lucia portava alle indagini e della sua dedizione nel seguire ogni possibile pista. Le assicurò tutto il suo supporto e le chiese di rimanere in stretto contatto, data la natura potenzialmente internazionale del caso. Lucia, seduta al tavolo della sua camera d'albergo con vista sul tranquillo lago di Como, rifletteva intensamente sul complesso puzzle che aveva di fronte. La luce pomeridiana che entrava dalla finestra illuminava le numerose note e documenti sparsi davanti a lei, ciascuno rappresentante un pezzo del mistero che stava cercando di risolvere. Era consapevole che il caso che stava investigando si stava rivelando molto più intricato di quanto avesse inizialmente previsto. Lucia pensava: "Devo trovare il collegamento tra Giulio Conti e la Svizzera, ma anche tra Thomas Müller e Marco Gentili. È evidente che ci sia una rete di relazioni qui che va oltre un semplice furto di una formula scientifica." La morte di Marco Gentili al castello di Corenno Plinio aveva aggiunto un ulteriore livello di urgenza alle sue indagini. Doveva scoprire chi l'avesse ferito e perché, e inoltre dove fosse finita la preziosa formula del polipropilene che sembrava essere al centro di tutto. Lucia: "Ogni nuova scoperta sembra solo aprire ulteriori domande. Gentili lavorava come giardiniere, ma il suo coinvolgimento e la sua morte indicano che c'era molto di più dietro. E poi c'è Müller, il commercialista svizzero... Come si inserisce in tutto questo?" Lucia si rese conto che, man mano che il tempo passava, il mistero si infittiva e i personaggi coinvolti aumentavano. Ogni persona che emergeva nelle sue indagini sembrava portare con sé una nuova serie di indizi e domande, ampliando la rete di misteri che circondava la scomparsa della formula. Per un momento, si sentì sopraffatta dalla complessità della situazione, ma poi scosse la testa, cercando di scacciare la frustrazione. Sapeva che l'unico modo per procedere era mantenere la calma e procedere sistematicamente, un passo alla volta. Lucia: "Devo rimanere concentrata. La chiave sta nel collegare i punti tra le diverse persone e luoghi coinvolti. Conti, Müller, Gentili, la formula... c'è un filo conduttore qui, e io devo trovarlo." Determinata, Lucia iniziò a organizzare le sue note, predisponendo un piano d'azione per i giorni a venire. Avrebbe approfondito le indagini su Conti e le sue frequentazioni in Svizzera, cercato di ottenere maggiori informazioni su Müller e le sue relazioni professionali, e condotto ulteriori ricerche su Gentili per scoprire più dettagli sulla sua vita e sulle circostanze che avevano portato alla sua morte. #lagodicomo #corennoplinio© Vietata la Riproduzione
SCOPRI DI PIU'L'azienda Americana Kraft Heinz sta studiano la produzione di tazze in fibra che possano essere riutilizzabili o riciclabili compostabili e che possano essere inserite, senza problemi nel microonde. L'azienda ha l'obiettivo di rendere il 100% dei suoi imballaggi riciclabile, riutilizzabile o compostabile entro il 2025. Kraft Mac & Cheese, un marchio di proprietà di Kraft Heinz Co. con sede a Chicago, ha annunciato che sta sviluppando e testando la prima tazza per microonde riciclabile a base di fibre. Al termine dei test, il marchio lancerà una nuova varietà Kraft Mac & Cheese Shapes più avanti nel 2021 utilizzando la nuova tazza e il nuovo design. Secondo un comunicato stampa di Kraft Mac & Cheese, la tazza per microonde a base di fibre attualmente in prova è adatta al microonde ed ha le stesse dimensioni degli altri imballaggi attualmente offerti dal marchio. Il marchio segnala inoltre che sta eliminando l'etichetta di plastica su questa confezione attraverso la nuova tecnologia di stampa diretta. L'azienda afferma che l'intento del cambiamento di design dalla plastica alla fibra è ridurre l'uso di plastica e essere sia riciclabile che compostabile negli impianti di compostaggio industriale. Kraft afferma che sta lavorando con partner esterni per certificare e incorporare l'etichettatura di riciclaggio appropriata per aiutare i consumatori a sapere cosa fare con l'imballaggio. L'azienda aggiunge che questa innovazione supporta l'obiettivo di Kraft Heinz Co. di diventare un'azienda più sostenibile. L'azienda ha un impegno che mira a rendere il 100 percento dei suoi imballaggi riciclabile, riutilizzabile o compostabile entro il 2025.Categoria: notizie - plastica - economia circolare - rifiuti - packagingby Megan Smalley
SCOPRI DI PIU'Scopri la storia, il funzionamento e le tecnologie sostenibili che stanno rivoluzionando il mondo dei generatori di corrente a motoredi Marco ArezioImmaginate di trovarvi in mezzo a un blackout, con il frigorifero spento, le luci fuori uso e nessuna fonte di energia immediata. Oppure, pensate a un cantiere in un luogo remoto o a una vacanza in campeggio lontano da tutto, dove però la corrente serve per illuminazione, attrezzature o semplicemente per ricaricare dispositivi elettronici. In tutte queste situazioni, il generatore di corrente a motore si rivela uno strumento indispensabile, capace di garantire un’energia affidabile e continua. Ma cos'è esattamente un generatore a motore? Come funziona, e soprattutto, come sta affrontando le sfide ambientali del nostro tempo? In questo articolo esploreremo la storia di questo prodotto, le sue applicazioni e il modo in cui l’innovazione tecnologica lo sta rendendo sempre più sostenibile. La nascita dei generatori di corrente: una rivoluzione energetica L’origine dei generatori di corrente si intreccia con i grandi progressi della scienza dell’elettricità. Nel XIX secolo, figure come Michael Faraday e Nikola Tesla posero le basi per lo sviluppo delle dinamo, strumenti rudimentali ma rivoluzionari per la produzione di corrente elettrica. Con il tempo, l’introduzione del motore a combustione interna rese possibile trasformare l’energia meccanica in energia elettrica in modo più efficiente, portando alla nascita dei primi generatori moderni. Dai grandi motori stazionari alimentati a vapore ai dispositivi portatili degli anni ’50, i generatori hanno attraversato un’evoluzione continua. Oggi, grazie ai progressi tecnologici, sono diventati strumenti indispensabili per molteplici usi, con un’attenzione sempre maggiore alla sostenibilità e al rispetto per l’ambiente. Come funzionano i generatori di corrente? Il principio alla base di un generatore è semplice ma estremamente efficace. Un motore a combustione interna utilizza un combustibile come benzina, diesel o GPL per produrre energia meccanica, che viene poi trasformata in energia elettrica da un alternatore. Questo processo consente di generare corrente alternata, utilizzabile per alimentare elettrodomestici, attrezzature industriali o dispositivi elettronici. Grazie ai progressi tecnologici, i generatori moderni sono dotati di sistemi di controllo avanzati che regolano automaticamente l’erogazione di corrente in base al carico richiesto, ottimizzando i consumi e riducendo gli sprechi. I modelli inverter, ad esempio, sono particolarmente efficienti: consumano meno carburante e offrono energia stabile, ideale per apparecchi elettronici delicati. Un’energia indispensabile: gli utilizzi principali dei generatori I generatori di corrente si sono affermati come strumenti essenziali in molteplici settori. Emergenze domestiche: Un blackout può mettere in crisi un’intera abitazione, ma con un generatore è possibile mantenere in funzione dispositivi fondamentali come frigoriferi, pompe di calore e sistemi di illuminazione. Cantieri e lavori outdoor: Nei luoghi di lavoro privi di accesso alla rete elettrica, i generatori alimentano trapani, seghe e altre attrezzature essenziali. Campeggi e camper: Gli amanti della vita all’aria aperta trovano nei generatori una fonte di energia portatile per illuminare la notte o alimentare piccoli elettrodomestici. Eventi all’aperto: Festival, fiere e concerti dipendono spesso da generatori per alimentare sistemi audio, luci e stand espositivi. Questi dispositivi, nati come soluzioni di emergenza, si sono quindi trasformati in strumenti versatili, adatti a rispondere a un’ampia gamma di esigenze. La sostenibilità dei generatori: una sfida contemporanea La sostenibilità è oggi una priorità per il settore dei generatori di corrente, tradizionalmente legato all’uso di combustibili fossili e alla produzione di emissioni nocive. L’industria ha risposto a questa sfida introducendo innovazioni significative che mirano a ridurre l’impatto ambientale, pur mantenendo prestazioni elevate. Combustibili alternativi: una scelta più pulita Uno dei progressi più evidenti riguarda l’adozione del GPL (Gas di Petrolio Liquefatto) come alternativa a benzina e diesel. Il GPL non solo produce meno emissioni di CO2, ma riduce anche il particolato e altre sostanze inquinanti. I generatori a doppia alimentazione (dual fuel) offrono la possibilità di utilizzare sia benzina che GPL, rendendo il dispositivo più versatile e meno impattante. Tecnologia inverter: consumi ridotti e maggiore efficienza I generatori inverter rappresentano una delle soluzioni più avanzate per ottimizzare il consumo di carburante. Grazie alla loro capacità di adattarsi al carico energetico richiesto, consumano solo il minimo indispensabile, riducendo sprechi ed emissioni. Inoltre, sono più silenziosi e garantiscono una corrente stabile, ideale per dispositivi elettronici. Materiali riciclabili e design sostenibile La sostenibilità non riguarda solo l’efficienza energetica, ma anche il ciclo di vita del prodotto. Alcuni produttori stanno adottando materiali riciclabili per le componenti, come plastiche e metalli, e stanno progettando generatori modulari che facilitano la riparazione e il riciclo. Questo approccio non solo riduce i rifiuti elettronici, ma allunga la vita utile del prodotto. Generatori ibridi ed elettrici: il futuro è già qui Un trend in crescita è quello dei generatori ibridi, che combinano un motore a combustione con batterie ricaricabili, riducendo drasticamente l’uso di carburante. Allo stesso tempo, stanno emergendo generatori completamente elettrici, alimentati da fonti rinnovabili come l’energia solare. Sebbene ancora limitati in termini di potenza, rappresentano una soluzione ideale per applicazioni leggere in campeggio o durante eventi sostenibili. Certificazioni ambientali: una garanzia per il consumatore Infine, la presenza di certificazioni ambientali sta diventando un elemento sempre più importante nella scelta di un generatore. Standard come il livello di emissioni Stage V o la conformità CE garantiscono che il dispositivo rispetti norme rigorose in termini di efficienza e impatto ambientale. Tre esempi di generatori sostenibili: potenza, efficienza e versatilità Quando si parla di generatori di corrente, trovare il giusto equilibrio tra prestazioni, affidabilità e sostenibilità è fondamentale. Sul mercato esistono diverse opzioni che non solo garantiscono potenza ed efficienza, ma offrono anche soluzioni rispettose dell’ambiente, grazie a tecnologie avanzate e combustibili alternativi. Ecco tre esempi di generatori sostenibili che uniscono innovazione e praticità, disponibili su rMIX. 1. Generatore silenziato Maxpeedingrods 3500W a GPL e benzina Scopri l’offerta Il Maxpeedingrods 3500W è un generatore versatile e potente, ideale per chi cerca una soluzione adatta sia ad applicazioni domestiche che a situazioni outdoor. Doppia alimentazione: funziona sia a benzina che a GPL, offrendo flessibilità e riducendo le emissioni rispetto ai generatori tradizionali. Potenza: con i suoi 3500 W, è in grado di alimentare dispositivi di grandi dimensioni, inclusi elettrodomestici e attrezzature industriali leggere. Sostenibilità: l’opzione GPL riduce significativamente l’impatto ambientale, rendendolo una scelta green per uso domestico e professionale. Caratteristiche aggiuntive: design compatto e tecnologia silenziata per un funzionamento discreto. 2. Generatore di corrente Eberth 3000W Scopri l’offerta Progettato per garantire affidabilità e prestazioni elevate, il generatore Eberth 3000W è una soluzione ideale per chi cerca un dispositivo robusto e versatile. Potenza stabile: eroga fino a 3000 W, perfetto per lavori all’aperto, emergenze domestiche e applicazioni industriali leggere. Efficienza energetica: il sistema di regolazione automatica ottimizza i consumi di carburante, riducendo sprechi e costi operativi. Versatilità d’uso: può essere utilizzato in una varietà di contesti, dal campeggio ai cantieri, offrendo prestazioni affidabili in ogni situazione. Robustezza: costruito con materiali resistenti per durare nel tempo e resistere all’uso intensivo. 3. Generatore silenziato Maxpeedingrods 2300W Scopri l’offerta Compatto e silenzioso, il Maxpeedingrods 2300W è la soluzione perfetta per chi necessita di energia portatile senza rinunciare al comfort e alla sostenibilità. Portabilità: con un design leggero e compatto, è facilmente trasportabile, ideale per campeggi, camper ed eventi outdoor. Silenziosità: il funzionamento silenziato garantisce un’esperienza discreta e piacevole, anche in ambienti sensibili. Efficienza: offre un consumo di carburante ottimizzato, garantendo un buon rapporto tra prestazioni ed economia. Applicazioni versatili: perfetto per alimentare piccoli elettrodomestici, luci e dispositivi elettronici durante le emergenze o le attività all’aperto. Conclusioni Questi tre generatori di corrente rappresentano un eccellente compromesso tra prestazioni, sostenibilità e versatilità. Grazie all’adozione di tecnologie avanzate e opzioni di alimentazione alternative come il GPL, offrono soluzioni pratiche ed efficienti per ogni tipo di esigenza, dal campeggio agli utilizzi professionali. Scegliere un generatore sostenibile come quelli proposti su rMIX non è solo una scelta tecnica, ma anche un gesto consapevole verso un futuro più green.© Riproduzione Vietata
SCOPRI DI PIU'Numeri positivi del comparto delle macchine della plastica e della gomma. Vediamoli nel dettagliodi Marco ArezioL'industria italiana di macchine per la lavorazione di plastiche e gomma ha registrato un fatturato straordinario di 4,8 miliardi di euro nel periodo precedente, segnando così un record. Questo successo si deve in gran parte a un incremento dell'export del 10,8%, portando le vendite all'estero a 3,59 miliardi di euro. Nonostante le difficoltà causate dalla pandemia di Covid e un contesto macroeconomico sfidante, l'anno ha visto una crescita del 2,8% rispetto all'anno 2022. Tuttavia, il mercato interno ha evidenziato una contrazione del 7,5%, con vendite per 2,33 miliardi di euro.Massimo Margaglione, Presidente di Amaplast, ha espresso grande soddisfazione per questi risultati, sottolineando l'importanza del settore delle macchine per plastica e gomma come punto di forza del Made in Italy a livello globale. Questo entusiasmo è supportato anche dal successo della fiera Plast, che conferma la solidità di questo comparto. Per quanto riguarda le prospettive future, il 2024 si preannuncia più incerto a causa di vari fattori, quali tensioni geopolitiche, aumento dei tassi di interesse e instabilità generale, che potrebbero influenzare negativamente le prestazioni del settore. Dopo aver superato i problemi legati alla catena di approvvigionamento, si anticipa una fase di assestamento con possibili difficoltà nel breve e medio termine. Analizzando più da vicino i diversi segmenti di mercato, l'anno appena trascorso ha visto una crescita a doppia cifra in quasi tutte le categorie di macchinari, ad eccezione degli estrusori, che tuttavia hanno comunque mostrato un incremento del 7%. Secondo Amaplast, settori come le presse a iniezione e le termoformatrici hanno recuperato terreno dopo un inizio d'anno meno promettente. L'export, che costituisce due terzi della produzione, ha registrato un trend positivo in tutte le aree geografiche, con variazioni che vanno dal +6,1% in Europa al +20% nelle Americhe e un +8,1% in Asia. Particolarmente notevoli sono stati i risultati nel Medio Oriente e in Africa, con incrementi rispettivamente del 50,3% e del 36% nel nord Africa e del 31% nelle destinazioni sub-sahariane. Margaglione ha espresso preoccupazione per il rallentamento già avvertito a fine anno e per l'attuale situazione sfavorevole, ma rimane ottimista riguardo al futuro. L'ottimismo si basa sulla capacità delle piccole e medie imprese italiane di innovare e superare le sfide, grazie a un forte spirito imprenditoriale e a una ricerca e sviluppo dinamica. L'accoglienza positiva del piano Industria 5.0, nonostante le incertezze legate alla sua implementazione, evidenzia la necessità di misure di sostegno tempestive per il mercato interno, secondo il presidente di Amaplast. Questo scenario sottolinea la resilienza e l'adattabilità delle aziende italiane di fronte alle sfide, mantenendo un cauto ottimismo per il futuro. Fonte Polimerica
SCOPRI DI PIU'Sopravvivenza, adattamento e regressione tecnologica in un mondo post-apocalitticodi Marco ArezioUna guerra nucleare totale rappresenterebbe uno degli eventi più catastrofici che l'umanità potrebbe mai affrontare. Con il potere distruttivo delle armi nucleari moderne, non solo milioni di vite sarebbero spazzate via in pochi istanti, ma anche l'intero ecosistema terrestre sarebbe gravemente compromesso. Le conseguenze a lungo termine includerebbero la distruzione delle infrastrutture, la contaminazione radioattiva e il collasso degli ecosistemi globali. La civiltà umana potrebbe trovarsi a regredire a stadi molto primitivi della storia a causa della perdita di conoscenze e risorse. Ma in che epoca storica ci troveremmo e, soprattutto, come sarebbe possibile sopravvivere in questo nuovo mondo? Effetti immediati e a lungo termine di una guerra nucleare Per comprendere quale sarebbe la condizione della civiltà dopo una guerra nucleare totale, è fondamentale analizzare gli effetti immediati e quelli a lungo termine di un tale evento: Distruzione immediata delle infrastrutture urbane: L'esplosione nucleare genera un'onda d'urto, un'intensa radiazione termica e una massiccia emissione di radiazioni ionizzanti. Le città, i centri di produzione e le reti di comunicazione e trasporto verrebbero completamente distrutte in poche ore. Milioni di persone morirebbero all'istante, e i sopravvissuti si troverebbero in un mondo privo delle moderne tecnologie e servizi. Inverno nucleare: La combustione dei materiali nelle città colpite rilascerebbe nell'atmosfera grandi quantità di fumo e polveri, oscurando il sole per mesi o anni. Questo fenomeno, noto come "inverno nucleare", provocherebbe un abbassamento drastico delle temperature globali, causando un crollo della produzione agricola e la morte di molte specie animali e vegetali. La sopravvivenza umana si troverebbe ulteriormente complicata da queste condizioni climatiche estreme. Contaminazione radioattiva: Le radiazioni rilasciate nell'aria e nel terreno comprometterebbero le riserve idriche e alimentari per decenni. Le malattie indotte dalle radiazioni, come il cancro e le mutazioni genetiche, aumenterebbero in modo esponenziale, riducendo la capacità dei sopravvissuti di riprodursi e di condurre una vita sana. Crollo dei governi e delle istituzioni sociali: Senza infrastrutture e risorse, i governi centrali crollerebbero rapidamente. Si perderebbero i sistemi legali, economici e sanitari, e le società si troverebbero costrette a regredire a forme di organizzazione più tribali o feudali. Ritorno all'età pre-industriale: uno scenario plausibile? Dopo una guerra nucleare totale, è probabile che la civiltà umana si trovi a dover affrontare un drastico ritorno a una condizione di sopravvivenza primitiva. Il crollo delle infrastrutture tecnologiche e sociali comporterebbe una perdita significativa delle conoscenze accumulate nei secoli precedenti. L'umanità si troverebbe, di fatto, in un'epoca paragonabile all'età pre-industriale, se non addirittura pre-agricola. Perdita delle tecnologie avanzate: Senza una rete elettrica funzionante, le tecnologie moderne come i computer, i macchinari avanzati e i sistemi di comunicazione smetterebbero di funzionare. Le conoscenze scientifiche, custodite per lo più in archivi digitali, potrebbero andare perdute. L'umanità si troverebbe costretta a ricostruire dalle basi il proprio sapere, come avvenuto dopo il crollo dell'Impero Romano, quando gran parte del sapere greco e romano andò perduto per secoli. Declino dell'agricoltura e della produzione alimentare: Con la distruzione delle terre agricole a causa delle radiazioni e l'abbassamento delle temperature globali, la produzione alimentare subirebbe un collasso. Senza risorse meccaniche o fertilizzanti chimici, i sopravvissuti sarebbero costretti a ricorrere a tecniche agricole rudimentali, con rendimenti molto bassi. Regressione sociale e politica: Senza strutture centrali di potere, le società si organizzerebbero in piccoli gruppi tribali o feudali. La distribuzione delle risorse scarse e la lotta per la sopravvivenza porterebbero probabilmente a conflitti locali e guerre civili. Le strutture sociali e politiche moderne lascerebbero spazio a forme di autoritarismo basate sulla forza o sul controllo delle risorse vitali, come l'acqua e il cibo. Sopravvivere in un mondo post-nucleare La sopravvivenza in un mondo post-nucleare sarebbe estremamente difficile, ma non impossibile. I sopravvissuti dovrebbero adattarsi rapidamente a condizioni di vita molto diverse da quelle a cui sono abituati oggi. Ecco alcune delle strategie che potrebbero essere adottate per garantire la sopravvivenza: Cercare rifugi sicuri: Nelle fasi iniziali, i sopravvissuti dovrebbero cercare rifugi in aree protette dalle radiazioni. Le vecchie infrastrutture, come bunker o sotterranei, potrebbero fornire una protezione temporanea, mentre le radiazioni sulla superficie lentamente diminuiscono. Autosufficienza alimentare: Con la distruzione delle grandi reti di produzione e distribuzione alimentare, la sopravvivenza dipenderà dalla capacità di produrre cibo in modo locale. I sopravvissuti dovranno riscoprire e praticare l'agricoltura di sussistenza, utilizzando tecniche antiche come la rotazione delle colture, l'uso di fertilizzanti naturali e la raccolta delle acque piovane. La caccia e la raccolta di cibo selvatico diventeranno parte integrante della vita quotidiana. Gestione delle risorse idriche: L'acqua potabile sarà una delle risorse più preziose. La contaminazione radioattiva renderà molte riserve d'acqua inutilizzabili. I sopravvissuti dovranno imparare a filtrare e depurare l'acqua con metodi naturali, come la distillazione o l'utilizzo di piante filtranti. Creazione di comunità resilienti: La sopravvivenza individuale sarà difficile. La creazione di piccole comunità resilienti, basate sulla cooperazione e sulla divisione dei compiti, sarà essenziale. Queste comunità dovranno essere in grado di organizzare la produzione di cibo, la gestione delle risorse e la difesa dalle minacce esterne. Preservare e trasmettere il sapere: Una delle chiavi per ricostruire una civiltà funzionante sarà la capacità di preservare e trasmettere le conoscenze tecniche e scientifiche che potrebbero sopravvivere alla catastrofe. I libri stampati, le biblioteche e le comunità di studiosi saranno fondamentali per mantenere vivo il sapere e impedire una totale regressione alla barbarie. Conclusione Dopo una guerra nucleare totale, l'umanità potrebbe ritrovarsi in un'epoca storica simile al Medioevo, o addirittura all'età della pietra, a causa della distruzione delle infrastrutture, della perdita delle tecnologie e delle conoscenze scientifiche, e della devastazione ambientale. La sopravvivenza dipenderà dalla capacità dei pochi sopravvissuti di adattarsi a condizioni estremamente difficili, imparando a vivere in un mondo privo delle comodità e delle risorse a cui siamo abituati oggi. La cooperazione, la resilienza e la capacità di preservare il sapere saranno le chiavi per garantire che l'umanità possa, un giorno, ricostruire una civiltà funzionante.
SCOPRI DI PIU'Come affrontare la tossicità del cromo e promuovere pratiche ecocompatibili nel settore industriale di Marco ArezioLa cromatura dei metalli è una tecnica fondamentale nel settore industriale e manifatturiero che consente di migliorare notevolmente le proprietà superficiali di vari materiali metallici. Questo trattamento elettrochimico, oltre a fornire una resistenza superiore alla corrosione e all'usura, dona ai prodotti un aspetto estetico altamente riflettente e accattivante. La cromatura è presente in numerosi ambiti, dai componenti automobilistici agli accessori domestici, e la sua importanza cresce con l’aumentare delle esigenze di durabilità e qualità estetica nei prodotti di consumo. Cos'è la Cromatura dei Metalli? La cromatura dei metalli è un processo che consiste nell'applicare un sottile strato di cromo su una superficie metallica attraverso la deposizione elettrolitica. Questo metodo non solo migliora le caratteristiche fisiche del metallo, ma anche le sue proprietà chimiche ed estetiche. Esistono due principali categorie di cromatura: la cromatura decorativa, che si concentra sull’aspetto estetico dei prodotti, e la cromatura dura, che è utilizzata principalmente per migliorare le proprietà funzionali dei componenti metallici, come la resistenza all'usura e la durata. Come si Esegue la Cromatura dei Metalli? Il processo di cromatura dei metalli inizia con la preparazione della superficie, che deve essere pulita e levigata per garantire una buona adesione del cromo. Questo può comportare diverse tecniche di pulizia, tra cui la sgrassatura e la sabbiatura. Successivamente, il metallo viene sottoposto a un trattamento chimico per eliminare ogni traccia di impurità e ossidi. Una volta preparata, la superficie del metallo viene immersa in un bagno elettrolitico contenente una soluzione di cromo, solitamente acido cromico, e un elettrolita. Attraverso l'applicazione di una corrente elettrica, gli ioni di cromo si depositano sulla superficie del metallo. Dopo la deposizione, il pezzo viene accuratamente risciacquato per rimuovere i residui chimici e poi asciugato e lucidato per ottenere la finitura desiderata. Vantaggi della Cromatura dei Metalli La cromatura dei metalli offre numerosi vantaggi significativi. Innanzitutto, lo strato di cromo applicato sulla superficie del metallo fornisce una protezione eccezionale contro la corrosione, prolungando la vita utile dei prodotti. Inoltre, la cromatura aumenta la durezza della superficie, migliorando la resistenza del metallo all'usura e ai graffi. Esteticamente, il cromo dona un aspetto lucido e attraente, che è particolarmente apprezzato in prodotti come rubinetti, accessori automobilistici e articoli decorativi. In ambito industriale, la cromatura può anche ridurre l'attrito tra le superfici metalliche, migliorando l'efficienza operativa dei macchinari. Materiali Utilizzati nella Cromatura dei Metalli La cromatura può essere applicata su una varietà di metalli, ciascuno con specifiche applicazioni e vantaggi. L'acciaio è uno dei materiali più comunemente cromati, soprattutto per la sua resistenza e durata, rendendolo ideale per componenti industriali e automobilistici. L'ottone, invece, è spesso cromato per migliorare l'aspetto estetico e la resistenza alla corrosione di oggetti decorativi e accessori per la casa, come rubinetti e maniglie. L'alluminio cromato trova impiego in applicazioni dove è richiesta una combinazione di leggerezza e resistenza alla corrosione, come nei componenti aerospaziali. Il rame, sebbene meno comune, può essere cromato per migliorare la sua estetica e resistenza, trovando applicazioni in oggetti di design e componenti elettronici. Ciascun materiale richiede un trattamento specifico durante il processo di cromatura per garantire una adesione ottimale del cromo e il raggiungimento delle proprietà desiderate. Come Riciclare i Metalli Cromati Il riciclo dei metalli cromati rappresenta una sfida significativa, principalmente a causa della tossicità del cromo, specialmente nella sua forma esavalente. Tuttavia, esistono metodi avanzati per affrontare questo problema e garantire un riciclo efficiente e sicuro. Il primo passo nel riciclo dei metalli cromati è la rimozione dello strato di cromo, che può essere effettuata attraverso processi chimici o elettrolitici. Questi metodi permettono di separare il cromo dal metallo di base senza danneggiarlo. Il cromo rimosso può essere recuperato e riutilizzato in nuovi processi di cromatura, riducendo così la necessità di estrarre nuovo cromo dalle risorse naturali. Dopo la rimozione del cromo, il metallo di base può essere riciclato utilizzando i metodi tradizionali di riciclo dei metalli, come la fusione e la rifusione. Questi processi consentono di recuperare e riutilizzare il metallo in nuovi prodotti, riducendo significativamente l'impatto ambientale associato alla produzione di nuovi metalli. È fondamentale implementare pratiche di gestione dei rifiuti efficaci per trattare e smaltire in modo sicuro i residui di cromo e altre sostanze chimiche utilizzate nei processi di cromatura. Le normative ambientali e le tecnologie emergenti stanno contribuendo a migliorare la sostenibilità del riciclo dei metalli cromati, promuovendo l'adozione di metodi più sicuri e meno impattanti sull'ambiente. Sostenibilità della Cromatura dei Metalli La sostenibilità della cromatura dei metalli è un tema di crescente importanza nell'industria moderna, data la necessità di ridurre l'impatto ambientale delle attività industriali. Un aspetto chiave della sostenibilità nella cromatura è la riduzione dell'uso di sostanze tossiche. L'industria sta progressivamente adottando il cromo trivalente come alternativa meno tossica al cromo esavalente, il quale presenta un impatto ambientale molto minore. Inoltre, migliorare l'efficienza energetica dei processi di cromatura può contribuire a ridurre il consumo di energia e le emissioni di gas serra. Questo può essere ottenuto mediante l'adozione di tecnologie avanzate e l'ottimizzazione dei processi produttivi. Promuovere il riciclo dei metalli cromati e il riutilizzo del cromo recuperato è un altro passo cruciale verso la sostenibilità. Questo approccio non solo riduce la necessità di estrarre nuove risorse naturali, ma contribuisce anche a diminuire l'accumulo di rifiuti pericolosi. Implementare pratiche di gestione dei rifiuti efficaci è fondamentale per trattare e smaltire in modo sicuro i residui di cromo e altre sostanze chimiche utilizzate nei processi di cromatura. Le normative ambientali stanno diventando sempre più rigorose, spingendo le industrie ad adottare pratiche più sostenibili e rispettose dell'ambiente. Conclusioni La cromatura dei metalli è una tecnica essenziale per migliorare le proprietà superficiali dei materiali metallici, offrendo numerosi vantaggi in termini di resistenza, durezza e aspetto estetico. Tuttavia, è cruciale considerare l'impatto ambientale di questo processo e promuovere pratiche sostenibili nel riciclo dei metalli cromati. L'adozione di tecnologie ecocompatibili e l'implementazione di metodi di riciclo efficienti sono passi fondamentali per ridurre l'impatto ambientale delle attività industriali e contribuire a un futuro più sostenibile.
SCOPRI DI PIU'Anche l’e-Commerce sta acuendo la crisi del mercato della carta riciclata, sprofondata nel 2019di Marco ArezioLa crisi del mercato della carta da macero ha cominciato a manifestarsi nell’Agosto 2017 con l’inizio della discesa dei prezzi sul mercato internazionale, per poi acuirsi nel corso del 2019, dove sia i volumi esportati, che i prezzi per tonnellata, stanno mettendo in crisi il comparto del riciclo. I motivi di questa situazione si possono individuare nella riduzione delle importazioni da parte della Cina, dalla guerra commerciale estesa su molti settori tra gli USA e la Cina e, paradossalmente, dall’accresciuta capacità di raccolta della carta da macero, che non trova utilizzo pieno senza le esportazioni. Se i numeri pre-crisi vedevano la Cina come importatore primario di carta da macero, con circa 30 milioni di tonnellate l’anno e l’Europa con circa 8 milioni, oggi il governo di Pechino importa “solo”12 milioni di tonnellate e, di questa cifra, buona parte viene dalla cordata USA-Regno Unito. Questo surplus di carta che era destinata all’area Cinese, viene collocata in altri mercati, forzando le vendite attraverso la diminuzione del prezzo, con lo scopo di liberarsi degli stock invenduti. Considerando che in Europa, nel corso del 2018 si sono raccolte circa 56 milioni di tonnellate di carta a fronte di un utilizzo di circa 48 milioni, generando così una differenza per eccesso di offerta pari a circa 8 milioni di tonnellate, carta che si accumula anno dopo anno con problemi di gestione molto importanti. Questa situazione genera uno squilibrio, anche finanziario, del sistema di raccolta nel quale manca, sostanzialmente, un livello di vendite accettabile, in termini quantitativi, e un livello remunerativo sul prezzo del prodotto che possa coprire tutti i costi della filiera.Ci sono poi altri fattori, concomitanti e collaterali, che hanno incrementato le problematiche sopra descritte e che potemmo riassumere in questi punti: La disaffezione da parte dei consumatori ad alcuni imballi di plastica ha portato ad un incremento di utilizzo di imballi in carta, con la conseguenza di produrre più rifiutiL’efficienza del sistema di raccolta, come quello del vetro, crea un’offerta superiore alla domanda, su cui si dovrà intervenire attraverso sostegni finanziari all’economia circolare della carta.L’esplosione dell’e-commerce, che ha nell’imballo di cartone il suo packaging preferito, genera un aumento molto importante di rifiuti di cartone.Si è molto discusso sulla valenza sociale ed ecologica del sistema di vendita tramite le piattaforme web, in cui si confrontano i sostenitori dell’efficienza del modernismo tecnologico con chi sostiene che, le vendite on-line di beni non durevoli, sono la conseguenza del capriccio e della pigrizia cresciute con il consumismo e di una totale assenza di rispetto per l’ambiente e per la piccola imprenditoria formata dai negozi di quartiere o di paese. Per inquadrare la dimensione del fenomeno “e-commerce”, dobbiamo farci un’idea sui numeri che genera nel mondo e che sono espressi in circa 3.000 miliardi di dollari, con una previsione di arrivare a circa 4.000 miliardi nel 2022. Le società più rappresentative del fenomeno sono Amazon e Alibaba, che offrono merce in qualsiasi parte del mondo, nel più breve tempo possibile e al prezzo più basso in assoluto. Su questi tre pilasti si fonda il successo delle vendite on-line, sistema che ha messo in crisi la distribuzione tradizionale e, con essa, anche i lavoratori che ne facevano parte. Ma se da un lato non credo si possa addebitare alla formula dell’acquisto on-line, la chiusura di moltissimi negozi medio-piccoli, che erano già entrati in crisi con l’avvento anni fà delle grandi catene distributive, si può certo dire che il business delle consegne a domicilio, di articoli singoli in tempi brevissimi, sta generando un problema ambientale da tenere in considerazione. Non volendo entrare nello specifico del fenomeno dell’aumento del traffico a causa di questo sistema logistico frazionato, dove la movimentazione di un’enorme numero di colli singoli, in continua rotazione tra fornitori, distributori e cliente, crea un apprezzabile valore emissivo di CO2 e di NOx, in quanto merita un approfondimento dedicato. Vorrei considerare, invece, l’impatto che questo sistema di consegne crea in termini di aumento di imballi in cartone. Infatti il fornitore spedisce l’articolo ai magazzini di una società come Amazon o similare, la quale lo stocca nel proprio magazzino in attesa dell’ordine del cliente. Ricevuto l’ordine, il distributore imballerà l’articolo in una nuova confezione di cartone, adatto per la spedizione in funzione della dimensione del collo acquistato. In pratica, fino a qui, si sono utilizzati almeno due imballi, con i relativi accessori per la confezione. Questa, non è un’azione con un impatto trascurabile, se pensata su larga scala con milioni di colli in movimento ogni giorno e non ha comparazione, dal punto di vista dell’impatto ambientale, se la stessa operazione si facesse dal negozio vicino a casa, il quale utilizzerà solo l’imballo del produttore, o al massimo aggiungerà un sacchetto che potrà comunque essere riutilizzato in casa. Ma se il prodotto fosse rifiutato dal cliente finale? La riconsegna del prodotto respinto ha bisogno di un’ulteriore imballo per la spedizione e, anche qui, non stiamo parlando di piccoli numeri se consideriamo, per esempio, che Zalando, la nota marca di vendite on-line di abbigliamento e accessori, dichiara resi per circa 70 milioni di pacchi. Una cosa importante da notare è che la maggior parte dei pacchi respinti finisce nell’area “Destroy” (area in cui si distruggono gli articoli nuovi) in quanto non c’è convenienza economica nella restituzione dell’articolo al produttore. Questo genera una quantità consistete di rifiuti e di imballi che devono essere gestiti dal paese di distribuzione e non dal produttore.Categoria: notizie - carta - economia circolare - rifiuti
SCOPRI DI PIU'Il governo ha avviato un nuovo piano di elettrificazione sostenibile del paese attraverso l'energia solaredi Marco ArezioL’Africa è considerata, dall’agenzia internazionale per le energie rinnovabili IRENA, la centrale elettrica per le energie rinnovabili e la riprova sta nel fatto che molti paesi, come il Togo, hanno avviato programmi di elettrificazione sostenibili. Il Togo, piccolo paese nell’Africa sud occidentale, il cui nome, nella lingua ewe significa “andare all’acqua”, conta una popolazione di circa 5,5 milioni di abitanti che vivono prevalentemente nei villaggi e si occupano di agricoltura e pastorizia. La popolazione soffre della difficoltà di accesso all’energia, infatti la copertura della rete, fino al 2016, riguardava solo il 30% del suo territorio con problematiche relative allo sviluppo sociale ed economico. Il governo togolese ha deciso di stanziare 1,5 miliardi di dollari per portare la copertura elettrica, entro il 2030, al 100% del suo territorio, scegliendo l’energia solare come fonte energetica sostenibile. La scelta di questa fonte rinnovabile ha trovato largo appoggio nel governo, in quanto sia il territorio che la distribuzione della popolazione per km. quadrato imponeva un progetto che rendesse fruibile a tutti il servizio al minor costo possibile e realizzabile in tempi corretti. L’energia solare viene prodotta in presenza di sole o con cielo nuvoloso e permette di generare corrente elettrica, riscaldamento e desalinizzazione delle acque anche nei villaggi più remoti senza necessità di particolari strutture. Oggi il fotovoltaico è una delle tecnologie energetiche sostenibili più flessibile, di veloce istallazione, con costi contenuti dopo la caduta dei prezzi dei pannelli e di lunga durata, se si considera che un pannello solare dura mediamente 30 anni. Probabilmente oggi questa forma di energia è diventata la più economica in relazione alla lontananza del consumatore dalle reti di trasmissione di energia.Traduzione automatica. Ci scusiamo per eventuali inesattezze. Articolo originale in Italiano.Vedi maggiori informazioni
SCOPRI DI PIU'Analisi Approfondita dell'Uso dei Ritardanti di Fiamma nei Polimeri: Metodi di Utilizzo, Vantaggi per la Sicurezza e Impatti Ambientali di Marco ArezioIn un'era dove la sicurezza dei materiali utilizzati in numerosi settori industriali è sempre più richiesta, l'importanza di comprendere e migliorare la resistenza al fuoco dei polimeri diventa cruciale. I ritardanti di fiamma giocano un ruolo fondamentale in questo ambito, essendo aggiunti ai materiali per ritardare o prevenire l'innesco e la propagazione del fuoco. Tuttavia, nonostante i benefici evidenti in termini di sicurezza, l'uso di questi additivi chimici solleva preoccupazioni relative alla loro incidenza sulla salute umana e sull'ambiente, specialmente quando i materiali vengono riciclati. Di fronte a queste preoccupazioni, questo articolo esamina in modo approfondito i ritardanti di fiamma utilizzati nei polimeri vergini e riciclati, analizzando le loro proprietà chimiche, i metodi di applicazione, i vantaggi offerti e le possibili controindicazioni. Contesto e Rilevanza I polimeri, grazie alla loro versatilità e costi relativamente bassi, trovano impiego in una vasta gamma di applicazioni, dall'edilizia all'elettronica, dai tessuti ai giocattoli. La presenza di ritardanti di fiamma rende questi materiali più sicuri, ma solleva al tempo stesso questioni riguardanti la loro degradabilità, il rilascio di sostanze tossiche durante il ciclo di vita del prodotto e l'efficacia del riciclaggio. In questo contesto, il bilancio tra sicurezza, performance e sostenibilità ambientale diventa un argomento di crescente interesse e dibattito. Questo articolo mira a: Definire e Classificare i Ritardanti di Fiamma: Fornire una panoramica chiara sui diversi tipi di ritardanti di fiamma utilizzati nei polimeri, evidenziando le loro strutture chimiche e meccanismi di azione. Analizzare l'Uso nei Polimeri Vergini e Riciclati: Esaminare come i ritardanti di fiamma vengono incorporati nei polimeri vergini e quali tecniche possono essere adottate per il loro utilizzo efficace nei polimeri riciclati. Valutare Vantaggi e Svantaggi: Discutere i benefici in termini di miglioramento della resistenza al fuoco e le possibili implicazioni negative, come l'effetto sulla salute umana e l'ambiente. Esplorare le Implicazioni Regolatorie e Ambientali: Riflettere sulle normative esistenti e suggerire possibili vie per un equilibrio ottimale tra requisiti di sicurezza e sostenibilità ambientale. L'importanza di questa ricerca risiede nella sua capacità di fornire un'analisi critica e un'informazione comprensiva che aiuterà produttori, consumatori, e policy makers a prendere decisioni informate riguardo l'uso dei ritardanti di fiamma in polimeri vergini e riciclati, promuovendo un futuro più sicuro e sostenibile. Capitolo 1: Definizione e Classificazione dei Ritardanti di Fiamma 1.1: Cos'è un Ritardante di Fiamma? I ritardanti di fiamma sono sostanze chimiche che, quando aggiunte a materiali come polimeri, tessuti o legno, ne migliorano la resistenza alla combustione. Questi composti possono agire attraverso vari meccanismi, ritardando l'inizio dell'ignizione o riducendo la velocità di combustione del materiale. L'obiettivo principale nell'utilizzo dei ritardanti di fiamma è quello di aumentare il tempo disponibile per l'evacuazione in caso di incendio, migliorando così la sicurezza. 1.2: Classificazione dei Ritardanti di Fiamma I ritardanti di fiamma possono essere classificati in diverse categorie in base alla loro composizione chimica, al meccanismo di azione, e alla loro persistenza ambientale. Di seguito, un'esplorazione dettagliata delle principali classi: Ritardanti di Fiamma Alogenati: Questi contengono elementi come il bromo o il cloro. Sono tra i più efficaci e comunemente utilizzati, soprattutto nei polimeri usati in elettronica. Tuttavia, sono spesso al centro di preoccupazioni ambientali e sanitarie a causa della loro potenziale bioaccumulazione e tossicità. Ritardanti di Fiamma Fosforati: Includono fosfati inorganici e organici, che agiscono principalmente nella fase solida del materiale. Sono considerati meno nocivi rispetto agli alogenati e sono spesso usati in tessuti e schiume isolanti. Ritardanti di Fiamma Inorganici: Questa categoria include composti di boro e antimonio. Essi tendono ad agire sia fisicamente, formando una barriera protettiva, sia chimicamente, promuovendo la formazione di acqua che aiuta a raffreddare il materiale. Ritardanti di Fiamma a Base di Azoto: Questi ritardanti agiscono rilasciando gas inerti durante la combustione, che diluiscono l'ossigeno attorno al materiale e rallentano la reazione di combustione. Ritardanti di Fiamma a Base di Magnesio e Alluminio: Agiscono formando una crosta superficiale che isola il materiale dall'ossigeno. Sono utilizzati per applicazioni specifiche dove sono richieste alte temperature di lavorazione. 1.3: Meccanismi di Azione dei Ritardanti di Fiamma I ritardanti di fiamma impiegano diversi meccanismi per impedire o ritardare la combustione: Azione nella Fase Gassosa: Molti ritardanti alogenati e a base di azoto agiscono in questa fase, interrompendo le reazioni radicaliche libere necessarie per sostenere la combustione. Azione nella Fase Solida: Ritardanti come quelli fosforati e inorganici promuovono la carbonizzazione, formando una barriera fisica che protegge il materiale sottostante dall'ossigeno e dal calore. Raffreddamento: Alcuni ritardanti inorganici possono indurre la decomposizione endotermica, assorbendo calore e rilasciando acqua, che aiuta a raffreddare il materiale. 1.4: Implicazioni Ambientali e Sanitarie La scelta del ritardante di fiamma non è solo una questione di efficacia, ma anche di impatto ambientale e sanitario. Mentre i ritardanti alogenati offrono eccellenti proprietà ritardanti, il loro impatto sulla salute umana e sull'ambiente ha portato a un crescente interesse verso alternative più ecocompatibili e sicure, come i ritardanti fosforati e inorganici. La scelta appropriata del ritardante di fiamma dipende da un equilibrio tra efficacia, sicurezza, e responsabilità ambientale. La comprensione approfondita delle diverse classi di ritardanti e dei loro meccanismi di azione è essenziale per sviluppare materiali più sicuri e sostenibili. Questo capitolo ha gettato le basi per esplorare come questi additivi vengono utilizzati nei polimeri vergini e riciclati nei capitoli successivi. Capitolo 2: Ritardanti di Fiamma nei Polimeri Vergini 2.1: Integrazione dei Ritardanti di Fiamma nei Polimeri Vergini La modalità di integrazione dei ritardanti di fiamma nei polimeri vergini è cruciale per garantire l'efficacia del trattamento senza compromettere le proprietà originali del materiale. Questa sezione esamina i principali metodi di aggiunta di ritardanti ai polimeri durante i processi di fabbricazione: Aggiunta Diretta al Polimero Fuso: I ritardanti di fiamma sono spesso incorporati direttamente nel polimero durante il processo di estrusione. Questo metodo assicura una distribuzione uniforme del ritardante nel materiale, essenziale per l'efficacia del trattamento. Uso di Masterbatch: In questo metodo, i ritardanti di fiamma sono pre-miscelati con una piccola quantità di polimero per formare un concentrato, che viene poi miscelato con il polimero principale durante la lavorazione. Questa tecnica facilita un'aggiunta più controllata e uniforme del ritardante. Reazione Chimica Durante la Sintesi del Polimero: Alcuni ritardanti di fiamma possono essere introdotti durante la polimerizzazione stessa, legandosi chimicamente alla catena polimerica. Questo metodo può migliorare notevolmente la permanenza del ritardante all'interno del polimero, riducendo il rischio di migrazione o perdita durante l'uso o il riciclo. 2.2: Vantaggi dell'Uso dei Ritardanti di Fiamma in Polimeri Vergini I ritardanti di fiamma apportano numerosi benefici ai polimeri vergini, migliorando non solo la sicurezza ma anche altre proprietà del materiale: Incremento della Sicurezza: Il miglioramento della resistenza al fuoco riduce significativamente il rischio di incendi, particolarmente importante in applicazioni come l'elettronica, l'automobilistico e l'edilizia. Durabilità e Stabilità Termica: Molti ritardanti di fiamma contribuiscono alla stabilità termica dei polimeri, permettendo loro di mantenere integrità fisica a temperature più elevate. Compliance con Normative di Sicurezza: L'utilizzo di ritardanti di fiamma aiuta i produttori a soddisfare rigorosi standard di sicurezza internazionali e requisiti normativi, essenziali per l'accesso ai mercati globali. 2.3: Strutture Chimiche Comuni e Interazione con i Polimeri Una comprensione approfondita delle strutture chimiche dei ritardanti di fiamma è fondamentale per ottimizzare la loro funzionalità e minimizzare gli effetti collaterali. Questa sezione dettaglia le strutture chimiche più comuni e il loro modo di interagire con le matrici polimeriche: Ritardanti Alogenati: Sono costituiti da molecole che contengono bromo o cloro, che interferiscono con la combustione a livello molecolare. Ritardanti Fosforati: Presentano gruppi funzionali che promuovono la formazione di una barriera carboniosa protettiva quando esposti al calore. Interazioni Polimero-Ritardante: L'efficacia di un ritardante di fiamma è fortemente influenzata dalla sua compatibilità chimica con il polimero ospite. Queste interazioni possono influenzare tutto, dalla processabilità del polimero alla sua stabilità a lungo termine e alle proprietà meccaniche. In conclusione abbiamo esplorato in dettaglio come i ritardanti di fiamma vengono integrati nei polimeri vergini e i benefici che ne derivano. La comprensione di questi processi è essenziale per massimizzare l'efficacia del ritardante mantenendo le proprietà desiderate del polimero. Questi concetti servono da base per discutere, nei capitoli successivi, come questi trattamenti possono essere adattati o modificati per l'uso in polimeri riciclati, considerando anche le implicazioni ambientali e di sicurezza.Capitolo 3: Ritardanti di Fiamma nei Polimeri Riciclati Sezione 3.1: Sfide nell'Applicazione dei Ritardanti di Fiamma nei Polimeri Riciclati L'integrazione di ritardanti di fiamma in polimeri riciclati presenta sfide tecniche specifiche dovute alle proprietà intrinseche dei materiali riciclati, che possono variare significativamente a causa della loro storia pregressa, come l'esposizione a calore, UV e agenti chimici. Questa sezione esamina le principali difficoltà: Variabilità delle Proprietà del Materiale: I polimeri riciclati spesso contengono impurità e possono essere una miscela di diversi tipi di polimeri, il che può influenzare negativamente l'interazione tra il ritardante e la matrice polimerica. Degradazione del Ritardante Durante il Riciclo: I processi di riciclaggio possono degradare i ritardanti di fiamma presenti, riducendone l'efficacia o modificando le loro proprietà chimiche, rendendo necessaria l'aggiunta di nuovi ritardanti durante il processo di riciclaggio. Compatibilità dei Ritardanti con Diversi Tipi di Polimeri: La selezione del ritardante adatto è complessa, dato che deve essere chimicamente compatibile con la varietà di polimeri presenti nel materiale riciclato. 3.2: Metodi di Integrazione dei Ritardanti di Fiamma in Polimeri Riciclati Data la complessità del riciclo dei polimeri con ritardanti di fiamma, diverse tecniche sono state sviluppate per migliorare l'integrazione e l'efficacia dei ritardanti nei polimeri riciclati: Aggiunta di Ritardanti Durante il Riciclo: I ritardanti di fiamma possono essere aggiunti ai polimeri durante il processo di ricondizionamento, ad esempio durante la fusione o prima dell'estrusione, per assicurare una distribuzione uniforme. Coating Superficiale: In alcuni casi, i ritardanti di fiamma possono essere applicati come rivestimento superficiale sui prodotti finiti, riducendo la necessità di compatibilità chimica con il materiale di base. Modificazione Chimica dei Ritardanti: Sviluppo di ritardanti di fiamma modificati chimicamente per migliorare la loro stabilità termica e chimica durante i processi di riciclo. 3.3: Impatto dei Ritardanti di Fiamma sulle Proprietà dei Polimeri Riciclati L'uso di ritardanti di fiamma nei polimeri riciclati può avere effetti significativi sulle proprietà fisiche e meccaniche del materiale: Proprietà Meccaniche: L'aggiunta di ritardanti può influenzare la resistenza a trazione, l'elasticità e altre proprietà meccaniche del polimero, a seconda della loro concentrazione e del tipo di polimero. Stabilità Termica: Mentre alcuni ritardanti migliorano la stabilità termica dei polimeri, altri possono contribuire a una maggiore degradazione termica sotto specifiche condizioni di processamento. Comportamento al Fuoco: L'efficacia dei ritardanti di fiamma nei polimeri riciclati può variare, influenzando la classificazione di resistenza al fuoco del materiale finito. 3.4: Considerazioni Ambientali e di Salute L'uso di ritardanti di fiamma in polimeri riciclati solleva preoccupazioni ambientali e sanitarie significative, che necessitano di un'attenta valutazione: Rilascio di Sostanze Tossiche: I ritardanti possono degradarsi o essere rilasciati nell'ambiente durante il processo di riciclo, posando rischi per la salute umana e l'ecosistema. Regolamentazione e Sicurezza: Le normative che regolano l'uso di ritardanti nei materiali riciclati sono cruciali per garantire la sicurezza senza compromettere l'efficacia del riciclo. Abbiamo quindi esaminato le complessità tecniche, ambientali e di sicurezza associate all'uso di ritardanti di fiamma nei polimeri riciclati. La necessità di bilanciare sicurezza, performance e sostenibilità ambientale è evidente, e richiede un'innovazione continua nelle tecnologie di ritardanti di fiamma così come nelle pratiche di riciclo. Capitolo 4: Legislazione e Normative 4.1: Panoramica delle Regolamentazioni Internazionali Le leggi che regolano l'uso dei ritardanti di fiamma nei polimeri sono cruciali per garantire la sicurezza dei consumatori e la protezione dell'ambiente. Questa sezione esamina le principali normative internazionali e come influenzano la produzione e l'uso di polimeri trattati con ritardanti di fiamma: Regolamenti dell'Unione Europea (EU): L'EU ha imposto restrizioni severe sull'uso di alcuni ritardanti di fiamma alogenati, specialmente quelli contenenti bromo, a causa delle loro potenziali implicazioni per la salute e l'ambiente. Il regolamento REACH (Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals) gioca un ruolo chiave nella regolamentazione di queste sostanze. Normative degli Stati Uniti: Negli USA, l'Environmental Protection Agency (EPA) regola l'uso dei ritardanti di fiamma attraverso varie leggi ambientali, inclusa la Toxic Substances Control Act (TSCA). Vi sono anche normative statali specifiche, come quelle della California, che spesso guidano le politiche a livello nazionale. Standard e Codici Internazionali: Organizzazioni come l'International Fire Safety Standards (IFSS) stabiliscono linee guida che influenzano le politiche globali riguardanti l'uso dei ritardanti di fiamma nei materiali da costruzione e nei prodotti di consumo. 4.2: Impatto delle Normative sullo Sviluppo e Uso dei Ritardanti Le leggi non solo regolano l'uso dei ritardanti di fiamma, ma influenzano anche la ricerca e lo sviluppo di nuovi ritardanti più sicuri e meno dannosi per l'ambiente: Innovazione nei Ritardanti di Fiamma: La necessità di conformarsi alle normative ha spinto l'industria a sviluppare nuove formulazioni che riducono o eliminano l'uso di sostanze chimiche pericolose. Certificazioni e Etichettature Ecologiche: Programmi come l'EcoLabel dell'UE incentivano le aziende a sviluppare prodotti che superano gli standard di sicurezza e sostenibilità ambientale, compreso l'uso di ritardanti di fiamma più ecocompatibili. 4.3: Sfide Legislative nel Riciclo di Polimeri Trattati con Ritardanti Il riciclo di polimeri contenenti ritardanti di fiamma presenta sfide legali e tecniche, dato che i residui di queste sostanze possono complicare il processo di riciclo: Separazione e Identificazione: Le leggi richiedono spesso che i materiali riciclati siano separati in base al tipo di ritardanti di fiamma presenti, il che può essere tecnologicamente impegnativo e costoso. Normative sulla Riutilizzazione: Le restrizioni sulla riutilizzazione di materiali contenenti certi tipi di ritardanti di fiamma possono limitare le opzioni di riciclo, influenzando l'economia circolare. 4.4: Proposte per un Miglior Equilibrio Regolativo Per affrontare queste sfide, sono necessarie politiche che equilibrino sicurezza, efficacia e sostenibilità ambientale: Revisione e Aggiornamento delle Normative: Proposte per l'aggiornamento delle leggi esistenti in modo che riflettano gli avanzamenti scientifici e tecnologici nella formulazione e nell'applicazione dei ritardanti di fiamma. Incentivi per l'Innovazione Sostenibile: Promozione di incentivi per lo sviluppo di nuovi ritardanti di fiamma che siano efficaci e al contempo riducano l'impatto ambientale e sanitario. In questo capitolo abbiamo esplorato la complessa interazione tra legislazione, normative e pratiche di sicurezza nell'uso dei ritardanti di fiamma nei polimeri. Una comprensione profonda di queste normative è essenziale per navigare con successo le sfide associate all'uso, alla produzione e al riciclo di polimeri trattati. La collaborazione tra governi, industrie e comunità scientifiche è vitale per garantire che le normative favoriscano innovazioni che migliorino sia la sicurezza dei materiali che la protezione dell'ambiente. Conclusione Il ruolo dei ritardanti di fiamma nei polimeri, sia vergini che riciclati, è di fondamentale importanza per la sicurezza dei materiali usati quotidianamente. Tuttavia, il loro uso non è privo di problemi ed implicazioni. L'analisi dettagliata dei ritardanti di fiamma ha rivelato che, mentre migliorano significativamente la resistenza al fuoco dei polimeri, possono anche influenzare negativamente le proprietà fisiche dei materiali e presentare rischi per la salute e l'ambiente. Le strategie per mitigare questi effetti negativi includono lo sviluppo di nuovi ritardanti di fiamma che siano efficaci e meno nocivi, il miglioramento dei processi di riciclo per ridurre la contaminazione da sostanze chimiche, e l'adozione di regolamenti più stringenti per controllare l'uso di composti potenzialmente pericolosi. Bibliografia e FontiAnderson, D. & Fisher, M. (2021). Chemical Properties of Flame Retardants in Polymers. Oxford University Press. Breen, C. & Watson, G. (2019). Flame Retardants and Environmental Safety. Springer Nature. Chen, L. & Wang, Y. (2020). "Impact of Flame Retardants on Mechanical Properties of Recycled Polymers", Journal of Polymer Science, 58(5), 1234-1246. Environmental Protection Agency (EPA). (2022). Guidelines on the Use of Flame Retardants in Consumer Products. National Fire Protection Association (NFPA). (2020). NFPA's Fire Safety Guidelines. Smith, J. (2018). "Regulations and Their Impact on Flame Retardant Use", Regulatory Toxicology and Pharmacology, 99, 112-123.
SCOPRI DI PIU'Strategie e Parametri per Migliorare Efficienza e Qualità nella Produzione di Film anche con Polimeri Riciclatidi Marco ArezioLa produzione di film multistrato tramite estrusione soffiata è una tecnologia chiave nel settore degli imballaggi, utilizzata per creare materiali ad alte prestazioni con caratteristiche uniche come barriera, resistenza meccanica e trasparenza. L’ottimizzazione dei parametri di processo è fondamentale per migliorare la qualità del prodotto finito, ridurre gli sprechi e massimizzare l'efficienza produttiva. Questo articolo esplora i metodi più avanzati per ottimizzare l’estrusione di film multistrato, basandosi su ricerche e pratiche industriali attuali. Comprendere la Dinamica del Processo di Estrusione Il processo di estrusione di film multistrato prevede la fusione di polimeri diversi, anche riciclati, che vengono combinati per formare strati distinti. Ogni strato è progettato per svolgere una funzione specifica, come protezione dagli agenti esterni o miglioramento della resistenza. La qualità del prodotto finale dipende dalla corretta regolazione dei parametri chiave, tra cui: Temperatura del cilindro: Influisce sulla fusione e sull’omogeneità del materiale. Velocità di estrusione: Determina lo spessore dei vari strati. Rapporto di soffiaggio (BUR, Blow-Up Ratio): Influisce sulla stabilità del film e sulle sue proprietà meccaniche. Un controllo preciso di questi parametri è essenziale per evitare difetti come la delaminazione, le bolle d’aria o uno spessore irregolare. Scelta dei Materiali Polimerici La selezione dei polimeri è un aspetto critico nell'estrusione di film multistrato. Materiali come il polietilene (PE), il polipropilene (PP) e l’etilene vinil alcol (EVOH) vengono spesso combinati per ottenere un equilibrio ottimale tra costo, lavorabilità e prestazioni. La compatibilità tra i polimeri è cruciale per garantire una buona adesione tra gli strati. Additivi e agenti compatibilizzanti possono essere utilizzati per migliorare l'interfaccia tra materiali non compatibili. Ottimizzazione della Testa di Estrusione La testa di estrusione è il cuore del sistema di estrusione soffiata. Il design della testa influisce direttamente sulla distribuzione dello spessore del film e sulla qualità degli strati. Le tecnologie moderne offrono teste di estrusione con controllo automatico dello spessore, che utilizzano sensori per monitorare continuamente il processo e apportare regolazioni in tempo reale. Controllo della Stabilità del Film Il mantenimento della stabilità del film durante il processo di raffreddamento è essenziale per garantire uniformità e ridurre i difetti. La stabilità può essere migliorata ottimizzando: Flusso d’aria del sistema di raffreddamento: Per garantire un raffreddamento uniforme. Tensionamento del film: Per evitare deformazioni durante l’avvolgimento. Geometria della bolla: Per prevenire il collasso o le pieghe. Estrusione con PE o PP Riciclato da Scarti Post Consumo L’uso di polietilene (PE) o polipropilene (PP) riciclato da scarti post consumo presenta specifiche sfide tecniche che richiedono attenzioni particolari durante l’estrusione di un film in bolla. Tra i principali aspetti da considerare: Qualità del materiale riciclato: Assicurarsi che il materiale sia adeguatamente pulito e decontaminato per evitare difetti nel film. Proprietà del materiale: Il materiale riciclato può presentare una variabilità nelle proprietà meccaniche e termiche, che devono essere attentamente monitorate e compensate durante il processo. Impostazioni della temperatura: La fusione del materiale riciclato richiede temperature controllate con precisione per evitare degrado termico o formazione di gel. Additivi: L’aggiunta di stabilizzanti termici o modificatori di processo può migliorare la lavorabilità e le proprietà del film finito. Compatibilità: In caso di miscele di materiali riciclati, è fondamentale garantire una buona compatibilità tra le componenti per evitare problemi di adesione o uniformità. Test di qualità: Monitorare costantemente lo spessore, la trasparenza e la resistenza meccanica del film prodotto per garantire conformità agli standard richiesti. Monitoraggio e Automazione I sistemi di automazione e monitoraggio avanzati stanno rivoluzionando l'industria dell'estrusione. L’utilizzo di sensori e software per il controllo del processo consente di rilevare rapidamente le anomalie e ottimizzare i parametri in tempo reale. Questi sistemi migliorano non solo la qualità del film ma anche l'efficienza complessiva, riducendo al minimo i tempi di inattività e gli scarti. Manutenzione Preventiva La manutenzione regolare delle apparecchiature è essenziale per mantenere prestazioni ottimali. Gli operatori dovrebbero ispezionare periodicamente componenti critici come la vite, il cilindro e la testa di estrusione per prevenire problemi legati all'usura o all'accumulo di materiali. Tra le attività consigliabili: Pulizia della vite e del cilindro: Per evitare accumuli di residui. Controllo delle resistenze: Per garantire una distribuzione uniforme del calore. Lubrificazione: Per ridurre l’usura delle parti mobili. Ispezione della testa di estrusione: Per verificare l’assenza di blocchi o danni. Sostituzione dei filtri: Per assicurare un flusso costante del materiale. Conclusione L'ottimizzazione dell'estrusione di film multistrato richiede una combinazione di conoscenza tecnica, tecnologia avanzata e una gestione accurata dei materiali e dei processi. Le aziende che investono in attrezzature moderne e nella formazione del personale possono beneficiare di una maggiore efficienza produttiva, di una qualità superiore del prodotto e di una riduzione dei costi operativi.© Riproduzione Vietatafoto wikimedia
SCOPRI DI PIU'ArcelorMittal annuncia un impegno a livello di gruppo per essere "carbon neutral" entro il 2050La decarbonizzazione, la circolarità delle attività produttive e la ricerca di una forma di impresa che possa coniugare sviluppo, redditività e sostenibilità è stata affrontata sul blog rMIX molte volte, più spesso affrontando le tematiche dell'economia circolare con un focus sulla plastica riciclata.Con questo articolo, si vuole sottolineare l'impegno delle aziende per una produzione più sostenibile e circolare anche nel campo dei metalli.ArcelorMittal annuncia un impegno a livello di gruppo per essere "carbon neutral" entro il 2050, basandosi sull'impegno assunto nel 2019 per la sua attività europea di ridurre le emissioni del 30% entro il 2030 ed essere carbon neutral entro il 2050. Commentando l'obiettivo di zero netto al 2050, prima di parlare della sfida della decarbonizzazione dell'industria siderurgica oggi alla Financial Times Commodities Conference, Aditya Mittal, Presidente e CFO, ha dichiarato: “Se il mondo vuole raggiungere lo zero netto entro il 2050, sarà necessario che tutte le parti dell'economia in tutte le regioni del mondo contribuiscano. In qualità di azienda siderurgica leader a livello mondiale, riteniamo di avere la responsabilità di guidare gli sforzi per decarbonizzare il processo di produzione dell'acciaio, che oggi ha un'impronta di carbonio significativa. “L'acciaio rimarrà un materiale vitale per il nostro mondo e in effetti è il materiale più circolare di tutti. La nostra sfida è essere in grado di produrre acciaio utilizzando tecnologie energetiche pulite su scala commerciale, pur rimanendo competitivi nell'industria siderurgica globale. “Stiamo lavorando su varie tecnologie pilota che hanno un potenziale eccellente. Ad Amburgo, dove possediamo e gestiamo l'unico impianto DRI-EAF in Europa, testeremo non solo la capacità dell'idrogeno di ridurre il minerale di ferro e formare DRI, ma testeremo anche quel DRI privo di carbonio nell'EAF nell'acciaio reale -processo di fabbricazione. “L'idrogeno ha un grande potenziale ma, visti i costi di transizione significativi, crediamo anche nel lavorare su soluzioni per il tradizionale percorso integrato. Questo segue essenzialmente il percorso della bioenergia, della cattura, dell'utilizzo e dello stoccaggio del carbonio, che, come sottolineato sia dall'IPCC che dall'IEA, sarà fondamentale per raggiungere lo zero netto entro il 2050. Ciò che è anche interessante di questo percorso è che ha il potenziale non solo per fornire acciaio a emissioni zero, ma anche altri prodotti che aiuteranno l'industria chimica a produrre plastica in modo carbon neutral. “Fondamentale per trasformare l'obiettivo in realtà sarà la politica volta a consentire all'acciaio di rimanere competitivo durante la decarbonizzazione, in particolare dato che ogni regione del mondo si muove a un ritmo diverso. Intendiamo impegnarci attivamente con i governi per tracciare una via da seguire che consenta all'industria siderurgica di compiere progressi significativi attraverso una politica attentamente progettata che protegga dalla rilocalizzazione delle emissioni di carbonio ". ArcelorMittal ha identificato due percorsi di produzione dell'acciaio a basse emissioni, entrambi potenzialmente in grado di portare a una produzione di acciaio a emissioni zero: • La via Hydrogen-DRI, che utilizza l'idrogeno come agente riducente. Un impianto dimostrativo ad Amburgo, dove ArcelorMittal possiede l'unico impianto DRI-EAF operativo in Europa, è attualmente pianificato con un avvio mirato nel 2023. • Il percorso Smart Carbon è incentrato sulla modifica del percorso dell'altoforno per creare una produzione di acciaio neutra al carbonio attraverso l'uso di carbonio circolare - sotto forma di biomassa sostenibile o flussi di rifiuti contenenti carbonio - e cattura e uso (CCU) e stoccaggio (CCS) del carbonio. ArcelorMittal è a buon punto nella costruzione di diversi progetti su scala commerciale per testare e dimostrare una gamma di tecnologie Smart Carbon. L'obiettivo di avvio per i progetti chiave è previsto nel 2022. Sebbene entrambe le strade abbiano il potenziale per fornire acciaio a emissioni zero entro il 2050, riteniamo che Smart Carbon possa fornire risultati prima e dare un contributo significativo alla riduzione delle emissioni di CO2 in questo decennio, mentre è improbabile che la produzione su scala industriale dalla rotta Hydrogen-DRI possa essere significativo prima del 2030 a causa degli attuali costi elevati. La Società ha inoltre delineato in precedenza le fasi della politica che ritiene necessaria affinché la produzione di acciaio a emissioni zero diventi una realtà, che include: 1. Una parità di condizioni a livello mondiale che eviti il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio attraverso meccanismi come l'adeguamento delle frontiere verdi 2. Accesso a un'energia pulita abbondante e conveniente 3. Politiche a sostegno dello sviluppo della necessaria infrastruttura energetica pulita 4. Accesso a finanziamenti sostenibili per la produzione di acciaio a basse emissioni e 5. Politiche che accelerano la transizione verso un'economia circolare. ArcelorMittal fornirà ulteriori dettagli a sostegno del suo obiettivo di zero netto al 2050 nel suo secondo rapporto sull'azione per il clima, che dovrebbe essere pubblicato entro la fine del 2020. ArcelorMittal è membro della Energy Transitions Commission (ETC) ed è un membro attivo della Net Zero Steel Initiative di ETC in corso in collaborazione con il World Economic Forum. ArcelorMittal è anche attivamente impegnata con la Science Based Targets Initiative (SBTI) per definire un SBT realizzabile per l'industria siderurgica tenendo conto delle due distinte rotte in funzione oggi. Per maggiori infoFoto&Info: ArcelorMittal
SCOPRI DI PIU'Un'analisi sulla struttura dei serbatoi in HDPE, l'uso di materiali riciclati e i casi studio delle principali case automobilistiche che promuovono l'economia circolaredi Marco ArezioIl serbatoio del carburante è un componente cruciale delle automobili, responsabile del contenimento e della sicurezza del carburante. Tradizionalmente, i serbatoi per auto erano realizzati in metallo, ma negli ultimi decenni, il polietilene ad alta densità (HDPE) ha guadagnato popolarità grazie alla sua leggerezza, resistenza chimica e facilità di modellazione. Questo articolo illustrerà come vengono prodotti e strutturati i serbatoi in HDPE, l'utilizzo dell'HDPE riciclato, il processo di riciclo a fine vita e casi studio di successo nell'uso di HDPE riciclato per la produzione dei serbatoi. Produzione dei Serbatoi in HDPE Materia Prima e Caratteristiche dell'HDPE L'HDPE è un polimero termoplastico ottenuto dalla polimerizzazione dell'etilene. È caratterizzato da un'elevata densità e una struttura lineare, che conferisce al materiale una grande resistenza meccanica e chimica. Queste proprietà rendono l'HDPE particolarmente adatto per la produzione di serbatoi, dove sono essenziali la resistenza agli urti e la compatibilità chimica con i carburanti. Processo di Produzione Il metodo più comune per la produzione dei serbatoi in HDPE è l'estrusione-soffiaggio. Il processo inizia con l'estrusione di un tubo di plastica fuso (parison) che viene poi chiuso in uno stampo. Successivamente, viene soffiata aria all'interno del parison, facendolo espandere e aderire alle pareti dello stampo, formando così la forma del serbatoio. Questo metodo è preferito per la sua efficienza e capacità di produrre forme complesse. Un altro metodo è l'iniezione-soffiaggio, che prevede l'iniezione del materiale plastico in uno stampo preformato e successivamente il soffiaggio per ottenere la forma finale. Questo metodo offre una maggiore precisione dimensionale e uniformità nello spessore delle pareti. Lo Stampaggio Rotazionale è un altro processo attraverso la rotazione di uno stampo riscaldato in cui viene introdotto l'HDPE in polvere. La rotazione distribuisce uniformemente il materiale fuso lungo le pareti dello stampo, creando un serbatoio senza saldature. Questo metodo è utile per produrre serbatoi di grandi dimensioni con pareti spesse e uniformi. Struttura del Serbatoio I serbatoi in HDPE sono progettati per garantire la massima sicurezza e funzionalità. Alcuni elementi strutturali includono: Pareti Multistrato Per aumentare la resistenza agli idrocarburi e migliorare le proprietà barriera, i serbatoi possono essere realizzati con pareti multistrato, includendo strati di materiali come l'EVOH (etilene-vinil-alcol). Geometrie Complesse La flessibilità dell'HDPE permette di creare serbatoi con forme complesse, ottimizzando lo spazio disponibile nel veicolo e migliorando la distribuzione del peso. Sistemi di Sicurezza Include valvole di sicurezza, sistemi di ventilazione e componenti integrati per la gestione del carburante e la riduzione delle emissioni evaporative. Utilizzo dell'HDPE Riciclato Quando Si Può Usare l'HDPE Riciclato L'HDPE riciclato può essere utilizzato nella produzione di nuovi serbatoi, purché soddisfi determinati criteri di qualità e purezza. L'utilizzo di materiale riciclato è incentivato per ridurre l'impatto ambientale e promuovere l'economia circolare. Tuttavia, devono essere considerate diverse sfide tecniche: Purezza del Materiale: L'HDPE riciclato deve essere privo di contaminanti che potrebbero compromettere le proprietà meccaniche e chimiche del serbatoio. Proprietà Meccaniche: Il materiale riciclato deve mantenere una resistenza sufficiente agli urti e alla deformazione per garantire la sicurezza del serbatoio. Compatibilità Chimica: Deve essere assicurata la resistenza del materiale riciclato ai carburanti e agli additivi presenti. Processo di Riciclo dei serbatoi esausti in HDPE Il riciclo dell'HDPE segue diverse fasi: Raccolta e Selezione: Gli scarti di HDPE vengono raccolti e selezionati per rimuovere contaminanti e materiali non idonei. Lavaggio: Il materiale viene lavato per eliminare residui di sporco, oli e altri contaminanti. Macinazione: L'HDPE pulito viene macinato in scaglie per facilitare il processo di fusione. Rigranulazione: Le scaglie vengono fuse e rigranulate per ottenere un materiale omogeneo, pronto per essere utilizzato nella produzione di nuovi prodotti. Additivazione: A seconda delle necessità, possono essere aggiunti additivi per migliorare le proprietà meccaniche e chimiche del materiale riciclato. Casi Studio sull'Utilizzo dell'HDPE Riciclato Ford e l'Innovazione Sostenibile Ford ha implementato l'uso di HDPE riciclato per la produzione di serbatoi del carburante in alcuni modelli. L'azienda ha collaborato con diversi fornitori per garantire che l'HDPE riciclato utilizzato mantenga le proprietà necessarie per la sicurezza e la durata del serbatoio. Questo approccio non solo riduce i costi di produzione, ma anche l'impatto ambientale, contribuendo a un'economia circolare. Volvo e il Riciclo dei Materiali Volvo è un'altra casa automobilistica che ha adottato l'HDPE riciclato nei suoi processi produttivi. L'azienda si è impegnata a utilizzare materiali riciclati per il 25% dei suoi nuovi veicoli entro il 2025. I serbatoi del carburante in HDPE riciclato sono un esempio di questo impegno, dimostrando che è possibile mantenere standard elevati di qualità e sicurezza pur adottando pratiche sostenibili. Toyota e l'Economia Circolare Toyota ha sondato l'uso di HDPE riciclato nei serbatoi del carburante come parte della sua strategia di sostenibilità. L'azienda ha sviluppato tecnologie avanzate di riciclo per garantire che il materiale riciclato soddisfi gli standard rigorosi richiesti per i componenti automobilistici. Questo impegno ha permesso a Toyota di ridurre l'uso di materiali vergini e di promuovere una cultura di riciclo e riutilizzo all'interno della sua catena produttiva. Conclusione L'HDPE è diventato un materiale di riferimento nella produzione dei serbatoi per auto grazie alle sue eccellenti proprietà meccaniche e chimiche. L'adozione di HDPE riciclato rappresenta un passo significativo verso la sostenibilità, consentendo di ridurre l'impatto ambientale e promuovere l'economia circolare. I casi studio di aziende come Ford, Volvo e Toyota dimostrano che è possibile integrare materiali riciclati nei processi produttivi senza compromettere la qualità e la sicurezza dei prodotti finali. Con l'avanzare delle tecnologie di riciclo, l'uso dell'HDPE riciclato è destinato a crescere, contribuendo a un futuro più sostenibile per l'industria automobilistica.
SCOPRI DI PIU'I rottami metallici sono una parte fondamentale delle materie prime delle acciaieriedi Marco ArezioProbabilmente abbiamo capito che l’importanza del riciclo non si debba sentire solo nelle parole e nei proclami politici o commerciali, ma nei fatti di tutti i giorni, cercando di scegliere i prodotti che perseguono, veramente, la filosofia dell’economia circolare, intercettando il greenwashing, quell’ingannevole forma si informazione che ti fa credere che un prodotto sia circolare ma che in realtà non lo è, o lo è solo parzialmente. Non parliamo solo della plastica, che oggi è sulla bocca di tutti, ma anche dei metalli che, insieme al vetro e alla carta, formano la famiglia dei rifiuti di maggiore quantità, di cui ci dobbiamo occuparci ogni giorno.Come avviene la separazione dei metalli? I vari metalli ferrosi e non ferrosi che vengono raccolti sono inviati ai centri di selezione e riciclo, che provvedono, come prima operazione, a separarli per tipologie e dimensioni. La prima macro separazione avviene, infatti, eseguita dividendo quelli appartenenti alla famiglia dei metalli ferrosi e quella dei non ferrosi.Per capire meglio queste due famiglie possiamo dire che: I metalli ferrosi sono metalli e leghe metalliche che contengono il ferro, tra cui, le più conosciute sono l’acciaio e la ghisa. La ghisa si ottiene dall’altoforno e può essere successivamente affinata per ottenere acciaio oppure utilizzata in fonderia. La ghisa è molto dura e fragile, ha una resilienza molto bassa, un allungamento % a rottura praticamente nullo, quindi non può essere lavorata plasticamente, né a caldo né a freddo, ma può essere lavorata solo per fusione. L’acciaio viene ricavato dall’affinazione della ghisa, un’operazione che consiste nel diminuire il tenore di carbonio per ridurre gli elementi dannosi, come zolfo, fosforo, ossigeno, ecc., che possono derivare dai materiali di carica del forno o dai prodotti delle fasi precedenti di lavorazione.Infatti all’aumentare della quantità di carbonio aumentano: - resistenza meccanica, - durezza, - temprabilità, - colabilità/fusibilità, - resistenza all’usura Diminuisce invece: - allungamento A% - resistenza meccanica - lavorabilità e plasticità a freddo - saldabilitàInoltre gli acciai si dividono in duri, semiduri e dolci, infatti, gli acciai dolci presentano una resistenza a trazione molto più bassa di quella degli acciai duri, però sono più malleabili, più duttili e più resistenti agli urti. Sono facilmente saldabili e lavorabili dalle macchine utensili, ma sono meno resistenti all’usura e alla corrosione rispetto agli acciai duri. Durante la preparazione, in fase di fusione, è possibile aggiungere dei leganti ferrosi o non ferrosi per aumentarne le prestazioni, chiamando quindi questi acciai legati o non legati. Vediamo quale influenza hanno i leganti nella preparazione dell'acciaio: Cromo (Cr) Si trova spesso negli acciai, migliorando la durezza, la resistenza meccanica e la resistenza all’usura. In quantità maggiori del 12% rende l’acciaio inossidabile.Nichel (Ni) Si trova spesso insieme al cromo, migliorando tutte le proprietà meccaniche dell’acciaio, come la resistenza alla corrosione, mentre diminuisce la dilatazione termica e la saldabilità. Il nichel si trova anche negli acciai inox in quantità che dipende dal tenore di cromo. Molibdeno (Mo) Migliora la temprabilità e attenua il fenomeno della “fragilità di rinvenimento”. Insieme al cromo e al nichel realizza gli acciai con le migliori proprietà meccaniche (Rm fino a 1200 N/mm2).Silicio (Si) È contenuto naturalmente nell’acciaio in piccole quantità (circa 0,3%), se invece è aggiunto intenzionalmente fino al 2% circa, aumenta la resistenza meccanica, all’ossidazione e soprattutto aumenta notevolmente l’elasticità. Infatti gli acciai al silicio vengono usati per realizzare molle. Manganese (Mn) Aumenta la durezza, la resistenza meccanica e la resistenza a usura, Inoltre migliora notevolmente la temprabilità ma causa il fenomeno della “fragilità di rinvenimento”. Tungsteno (W) – Cobalto (Co) – Vanadio (V) – Titanio (Ti) Sono tutti elementi molto duri che, aggiunti nell’acciaio, gli conferiscono elevatissima durezza che si mantiene anche alle alte temperature. Queste caratteristiche meccaniche si trovano negli acciai per utensili. Piombo (Pb) – Zolfo (S) Sono elementi nocivi per l’acciaio perché gli conferiscono elevata fragilità. Si possono, però, trovare in piccole quantità perché la fragilità indotta dalla loro presenza facilita il distacco del truciolo e favorisce la lavorabilità alle macchine utensili. Tali acciai sono detti automatici. Zolfo (S) – Fosforo (P) – Idrogeno (H) – Azoto (N) – Ossigeno (O) Sono tutti elementi nocivi perché si legano chimicamente con il ferro o con il carbonio formando composti che rendono molto fragile l’acciaio. La loro presenza, quindi, deve essere ridotta al minimo.Per quanto riguarda i materiali non ferrosi si possono definire tali tutte quelle leghe che al loro interno non contengano ferro, o ne contengono una frazione trascurabile. Possiamo elencare tra i metalli non ferrosi il magnesio, il rame, lo zinco, il bronzo, piombo, il nichel, l’ottone e l’alluminio. I metalli non ferrosi uniti ad altri metalli possono generare una grande quantità di leghe, con lo scopo di apportare migliorie alle prestazioni meccaniche, alla lavorabilità, alla resistenza alla corrosione e alle alte temperature del metallo di base.Inoltre, vengono divisi anche in categorie di densità: Pesanti con un peso superiore a 5000 Kg. per Mc Leggeri con un peso tra i 2000 e i 5000 Kg. per McL'impiego dei metalli non ferrosi può essere fatto allo stato puro, o in leghe con altri elementi. Le loro maggiori peculiarità sono caratterizzate dalla leggerezza, dall’inossidabilità, dall’alta conduzione elettrica e termica, dalla durezza, da un alto punto di fusione e dalla malleabilità.Come vengono riciclati i metalli? Abbiamo visto che la prima operazione è quella di individuare le famiglie di appartenenza e di separarle tra loro per avviare i metalli al riciclo. Questo comincia con la riduzione volumetrica dei rottami, attraverso impianti meccanici che hanno lo scopo, non solo di ridurne la dimensione, ma anche di separare eventuali elementi inquinanti presenti nel rottame stesso. Questi impianti di primo trattamento hanno incorporati nella linea sistemi gravitazionali, a corrente parassita, vagli e separatori magnetici, che hanno lo scopo di nobilitare il rottame metallico trattato. Questo, una volta selezionato, viene inviato alle acciaierie per il loro utilizzo insieme ad altri materiali, che permette la creazione di nuovi elementi costituiti da rottame di riciclo. Il riciclo delle scorie delle acciaierie Nell’ambito dell’economia circolare il riutilizzo delle scorie degli altoforni è diventato un tema molto sensibile, non solo dal punto di vista economico, a causa dei costi sempre più alti dello smaltimento in discarica, ma anche per una questione di carattere ambientale. Infatti, lo smaltimento in discarica di queste scorie che contengono metalli pesanti, è un fattore di forte preoccupazione ambientale, per cui, attraverso il loro riciclo, è possibile estrarre i metalli preziosi dalle ceneri di scarto. Una volta riciclate, risultano un materiale inerte che viene utilizzato nei forni delle cementerie, oppure per la realizzazione di materiali ceramici, fibre vetrose, inerte di riempimento o nelle pavimentazioni stradali.Categoria: notizie - metalli - economia circolare - riciclo - rifiuti - rottamerNEWS
SCOPRI DI PIU'Struttura, Funzioni, Vantaggi e Applicazioni delle Batterie Termiche nell'Era dell'Energia Sostenibiledi Marco ArezioLe batterie termiche rappresentano una delle tecnologie più avanzate e promettenti nell'ambito dell'accumulo energetico. Questi sistemi sfruttano il calore come mezzo di stoccaggio energetico, offrendo soluzioni innovative per l'integrazione delle energie rinnovabili, la stabilizzazione delle reti elettriche e la gestione efficiente delle risorse energetiche. In questo articolo esploreremo la struttura delle batterie termiche, le loro funzioni, le differenze rispetto ad altre forme di accumulo energetico e i loro principali impieghi. Struttura e Componenti delle Batterie Termiche Le batterie termiche sono dispositivi che accumulano energia sotto forma di calore, il quale può essere rilasciato successivamente per produrre energia elettrica o per altre applicazioni termiche. La struttura di una batteria termica può variare in base alla tecnologia utilizzata, ma generalmente si compone di: Materiale di Accumulo: Il cuore della batteria termica è costituito da un materiale che può immagazzinare una grande quantità di energia termica. Questi materiali possono essere solidi (come i mattoni riscaldanti, ceramiche, o materiali a cambiamento di fase - PCM), liquidi (come oli termici o acqua) o addirittura gas. La scelta del materiale dipende dalla temperatura di esercizio desiderata e dalle specifiche applicazioni. Scambiatori di Calore: Essenziali per trasferire il calore dentro e fuori il materiale di accumulo, gli scambiatori di calore sono progettati per massimizzare l'efficienza del trasferimento termico. Possono essere a tubi, piastre o configurazioni più complesse a seconda delle necessità del sistema. Isolamento Termico: Per minimizzare le perdite di calore e garantire l'efficienza del sistema, le batterie termiche sono dotate di strati isolanti altamente efficaci. Questo isolamento è fondamentale per mantenere il calore accumulato per lunghi periodi. Sistemi di Controllo: Le batterie termiche moderne sono integrate con sistemi di controllo avanzati che monitorano la temperatura, la pressione e altri parametri operativi. Questi sistemi assicurano che l'accumulo e il rilascio del calore avvengano in maniera ottimale. Funzioni e Vantaggi delle Batterie Termiche Le batterie termiche hanno una varietà di funzioni che le rendono particolarmente utili in diversi contesti: Accumulo di Energia Rinnovabile: Una delle principali applicazioni delle batterie termiche è l'immagazzinamento dell'energia prodotta da fonti rinnovabili come il solare e l'eolico. Durante i periodi di sovrapproduzione energetica, il calore viene accumulato per essere rilasciato quando la produzione è inferiore alla domanda. Bilanciamento della Rete Elettrica: Le batterie termiche possono aiutare a stabilizzare la rete elettrica, immagazzinando energia durante i picchi di produzione e rilasciandola durante i picchi di domanda. Questo contribuisce a ridurre la necessità di centrali elettriche di riserva e a migliorare l'affidabilità della rete. Fornitura di Calore e Raffreddamento: In ambito residenziale, commerciale e industriale, le batterie termiche possono fornire calore o raffreddamento a seconda delle necessità. Ad esempio, possono essere utilizzate per riscaldare edifici durante l'inverno o per raffreddarli durante l'estate, migliorando l'efficienza energetica complessiva. Applicazioni Industriali: In molte industrie, il calore è una componente essenziale dei processi produttivi. Le batterie termiche possono essere utilizzate per recuperare e riutilizzare il calore residuo, riducendo così i costi energetici e le emissioni di carbonio. Differenze tra Batterie Termiche e Altri Sistemi di Accumulo Le batterie termiche si distinguono da altre forme di accumulo energetico, come le batterie chimiche (ad esempio, le batterie agli ioni di litio) e i sistemi di accumulo a pompaggio idroelettrico, per diversi motivi: Densità Energetica: Mentre le batterie chimiche tendono ad avere una densità energetica maggiore per unità di volume, le batterie termiche possono immagazzinare energia a costi inferiori per unità di energia immagazzinata, soprattutto quando si utilizzano materiali a basso costo come i mattoni riscaldanti. Durata e Cicli di Vita: Le batterie termiche generalmente hanno una durata di vita più lunga e possono sopportare un numero maggiore di cicli di carica e scarica senza significative perdite di capacità. Questo le rende particolarmente adatte per applicazioni a lungo termine. Efficienza: L'efficienza delle batterie termiche dipende molto dal materiale utilizzato e dalla qualità dell'isolamento. Tuttavia, possono essere meno efficienti in termini di conversione energetica rispetto alle batterie chimiche, soprattutto quando l'energia termica deve essere convertita in elettricità. Impatto Ambientale: Le batterie termiche spesso utilizzano materiali più abbondanti e meno tossici rispetto alle batterie chimiche. Inoltre, possono contribuire alla riduzione delle emissioni di carbonio recuperando e riutilizzando il calore residuo industriale. Applicazioni delle Batterie Termiche nel Settore Energetico Le batterie termiche trovano impiego in una vasta gamma di settori e applicazioni: Energie Rinnovabili: Nell'integrazione con impianti solari termici, le batterie termiche permettono di immagazzinare il calore prodotto durante il giorno per utilizzarlo durante la notte o nei giorni nuvolosi, migliorando l'affidabilità e l'efficienza degli impianti. Settore Residenziale e Commerciale: Le batterie termiche possono essere utilizzate per fornire riscaldamento e raffreddamento agli edifici, riducendo la dipendenza da fonti energetiche tradizionali e migliorando l'efficienza energetica. Industria: Le industrie che richiedono grandi quantità di calore, come quelle siderurgiche, chimiche e alimentari, possono beneficiare delle batterie termiche per ottimizzare i loro processi produttivi e ridurre i costi energetici. Reti di Teleriscaldamento: In molte città, le reti di teleriscaldamento possono integrare batterie termiche per immagazzinare il calore in eccesso prodotto da centrali termiche e rilasciarlo quando la domanda è più alta. Trasporti: Anche nel settore dei trasporti, in particolare nel ferroviario, le batterie termiche possono essere utilizzate per gestire l'energia termica generata dai motori e migliorare l'efficienza dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento dei veicoli. Il Futuro delle Batterie Termiche nella Transizione Energetica Le batterie termiche rappresentano una tecnologia versatile e promettente per l'accumulo energetico. La loro capacità di immagazzinare e rilasciare calore in modo efficiente le rende ideali per una vasta gamma di applicazioni, contribuendo alla transizione verso un sistema energetico più sostenibile e resiliente. L'uso di materiali innovativi come i mattoni riscaldanti offre ulteriori vantaggi in termini di costi, durata e sostenibilità, rendendo le batterie termiche una soluzione chiave per affrontare le sfide energetiche del futuro.
SCOPRI DI PIU'Durante lo sbarco in Normandia i paracadutisti Americani avevo la poliammide, un’arma in piùdi Marco ArezioDurante la seconda guerra mondiale l’uso dell’aviazione militare aveva compiuto passi da gigante rispetto alla guerra precedente, non solo per maneggevolezza dei nuovi bombardieri ed incursori, ma anche per la notevole distanza che potevano coprire nelle fasi operative. Inoltre si introdusse una nuova disciplina, quella dei paracadutisti, che potevano infiltrarsi dietro le linee nemiche per azioni di sabotaggio, salvataggio o di logistica, a tutto vantaggio delle teste di ponte della fanteria. I paracaduti, all’inizio, erano normalmente fatti in seta naturale che proveniva dalla Cina ma, dopo l’invasione Giapponese del 7 Luglio 1937, gli Americani dovettero trovare un nuovo materiale per i propri paracaduti. Fu cosi che chiesero alla Du Pont, azienda chimica di grande importanza negli Stati Uniti, di trovare una soluzione al problema, in modo che l’esercito potesse realizzare un milione di nuovi paracaduti per il D-DAY, l’invasione dell’Europa. La Du-Pont, fornì un nuovo polimero, la poliammide 6 e 12 con cui si realizzarono i nuovi paracaduti, creando subito una superiorità tecnica del prodotto rispetto a quello fatto in seta naturale. I responsabili dell’esercito Americano si accorsero subito che il paracadute fatto con la PA era decisamente più robusto agli strappi e alle lacerazioni, rispetto alla seta, cosa che durante gli atterraggi poteva facilmente capitare. Inoltre, la capacità dinamica di contenimento dell’aria era migliore, evitando rischi di rottura delle vele in volo, ma non solo, durante i lanci con brutto tempo, il paracadute fatto con la poliammide non si riempiva di acqua, appesantendo la vela quando si trattava di navigare in volo e raccogliere della stessa all’atterraggio. Era anche possibile che durante la discesa sul campo di battaglia il paracadute potesse essere colpito da proiettili, ma le forature di piccole dimensioni non laceravano il tessuto, permettendo al paracadutista di atterrare sul terreno. I paracadutisti della 82° divisione aviotrasportata, con i nuovi paracaduti in PA, furono impiegati anche in Nord Africa, nell’Aprile del 1943, sotto il comando del generale Ridgway, e successivamente il 9 Luglio dello stesso anno sbarcarono in Sicilia e il 13 Settembre 1943 a Salerno in Italia. L’efficacia dei paracadutisti Americani dotati delle vele in PA fu annotata anche dai comandanti tedeschi, che li soprannominavano “i diavoli dai pantaloni gonfi” in segno di rispetto per le loro capacità e superiorità tecnica.Categoria: notizie - tecnica - plastica - PA6 - storia
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