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https://www.rmix.it/ - Nuovo Progetto per la Produzione di Energia Elettrica Rinnovabile in Sud Africa
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Nuovo Progetto per la Produzione di Energia Elettrica Rinnovabile in Sud Africa
Ambiente

Un nuovo impianto misto, solare ed eolico, per ridurre la dipendenza dal carbone nella la produzione di energia elettrica di Marco ArezioLa produzione industriale in Sud Africa, oltre alle esigenze civili, richiede sempre maggiore disponibilità di energia elettrica, che il paese deve fornire bruciando, prevalentemente il carbone. Il Sud Africa dipende ancora per circa l'80% dal carbone per la produzione di energia elettrica e non riesce ad avere un efficiente sistema di fornitura, tanto che le interruzioni di energie sono all'ordine del giorno. Un' altro aspetto da considerare è l'elevato inquinamento che si produce bruciando il carbone, nonostante sia stato, fino ad ora, una difficile scelta, da parte del governo,  quella di ridurre l'uso di una materia prima di produzione locale. Inoltre il carbone ha un costo idrico pesantissimo: per l’estrazione sono necessari oltre 10mila litri d’acqua per ogni tonnellata estratta.Per queste ragioni le società Sasol e Air Liquid Large Industries South Africa, hanno firmato un Corporate Power Purchase Agreements (CPPA) con TotalEnergies per la fornitura di 260 MW di elettricità rinnovabile in 20 anni. TotalEnergies svilupperà un impianto solare da 120 MW e un parco eolico da 140 MW nella provincia del Capo Occidentale per fornire circa 850 GWh di elettricità verde all'anno al sito di Secunda di Sasol, situato 700 chilometri più a nord-est, dove Air Liquide gestisce la maggiore produzione di ossigeno sito nel mondo. I due progetti forniranno elettricità rinnovabile competitiva e disponibile per decarbonizzare la produzione di Sasol e Air Liquide. Questi accordi dimostrano la posizione di TotalEnergies per contribuire all'evoluzione del mix energetico in Sud Africa. I progetti avranno un impatto diretto sulla comunità locale attraverso la creazione di posti di lavoro. “La produzione di energia in Sud Africa è ancora basata per l'80% sul carbone e le interruzioni di corrente si verificano quotidianamente. Con questi sviluppi siamo orgogliosi di supportare Air Liquide e Sasol per la loro fornitura di elettricità verde. Nel frattempo, siamo lieti di contribuire alla transizione energetica del Sudafrica, che consiste nell'aumentare la sua quota di energie rinnovabili e gas come alternativa al carbone” ha affermato Vincent Stoquart, Senior Vice President, Renewables di TotalEnergies. "Esiste un mercato dinamico per i PPA aziendali in Sud Africa e vogliamo che TotalEnergies assuma una forte posizione di leadership". I due progetti dovrebbero essere operativi nel 2025. I CPPA con SASOL e Air Liquide sono stati firmati con un consorzio di TotalEnergies Marketing South Africa 1 (70%), il suo partner Mulilo (17%) e un B- Partner BBEE (13%).Info: TotalEnergies

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https://www.rmix.it/ - Gallio, Germanio e Oro. La Guerra delle Materie Prime per i Semiconduttori
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Gallio, Germanio e Oro. La Guerra delle Materie Prime per i Semiconduttori
Management

Da quando l’elettronica sia civile che militare è diventata irrinunciabile, chi detiene le materie prime detta leggedi Marco ArezioLa nostra vita è dominata dall’elettronica, anche per le operazioni più banali che facciamo attraverso un telefonino, come inviare e ricevere documenti, pagare, mostrare titoli come biglietti o ricevute, prenotare vacanze, beni.Puoi accendere o spegnere il riscaldamento, l’aria condizionata, l’irrigazione del giardino, rinfrescare o scaldare la macchina, controllare dove l’hai parcheggiata, vedere il tempo ecc.. Ma tutta questa tecnologia, quella che possiamo vedere e quella che non conosciamo nel dettaglio, essendo parte di un prodotto, ha bisogno di materiali per poter vivere e, alcuni di questi, sono decisamente rari, costosi e non disponibili a tutti. Ci siamo accorti ancora di più, dallo scoppio della guerra Russo-Ucraina, che molta, se non tutta, della tecnologia militare fa largo uso dei semiconduttori, sia per la guerra attiva che per quella di controllo ed intercettazione. Missili e droni che colpiscono i bersagli, bombe teleguidate, guerra di disturbo elettronico, sono solo una parte dell’uso che gli eserciti fanno nel campo militare. Come si costruiscono i microchips La costruzione di un microchip, anche chiamato circuito integrato, è un processo complesso che coinvolge diverse fasi di fabbricazione. La prima fase, quella di progettazione, parte dall'ideazione e dalla progettazione del microchip. Gli ingegneri definiscono la funzionalità e la disposizione dei componenti all'interno del chip utilizzando software specializzati. Si passa poi alla fabbricazione dei wafer, realizzati utilizzando il silicio come materiale di base. Un wafer di silicio viene prodotto mediante un processo chiamato "crescita del cristallo". In questo processo, il silicio fuso viene fatto crescere su un seme di silicio fino a formare un grande cilindro di cristallo. Successivamente, il cilindro viene tagliato in sottili fette chiamate wafer. Successivamente i wafer di silicio vengono sottoposti a un processo di pulizia per rimuovere eventuali impurità superficiali e garantire la massima purezza del materiale. A questo punto avviene la creazione del circuito, attraverso l'utilizzo di una serie di maschere fotolitografiche per "stampare" il modello del circuito sul wafer. Le maschere sono realizzate con un materiale fotosensibile e vengono esposte a una luce ultravioletta attraverso il wafer. Questo processo trasferisce il modello del circuito sullo strato fotosensibile del wafer. Dopo la fotolitografia, il wafer viene sottoposto a un processo di incisione chimica o al plasma per rimuovere lo strato fotosensibile e i materiali non desiderati, lasciando solo le regioni desiderate del circuito. Vengono quindi aggiunti strati sottili di materiali, come metalli (solitamente alluminio o rame), ossidi e nitriti, mediante tecniche di deposizione chimica in fase di vapore (CVD) o sputtering. Questi strati servono a formare i contatti e isolare le varie parti del circuito. Un altro processo di fotolitografia viene eseguito per definire e incidere i dettagli delle strutture dei componenti sul chip, come transistor, condensatori e linee di interconnessione. Dopo la seconda fotolitografia, si depositano degli strati di metalli conduttivi e successivamente incisi per creare le linee di interconnessione che collegano i vari componenti sul chip. Dopo la fabbricazione del wafer, i chips vengono testati per assicurarsi che funzionino correttamente. Quindi, i chip funzionanti vengono tagliati dal wafer e vengono confezionati in involucri protettivi, spesso in plastica o ceramica, con piedini di contatto per collegarli ai circuiti esterni. Quali sono le principali materie prime utilizzate per produrre i semiconduttori I microchips contengono diversi materiali, inclusi alcuni che possono essere considerati "materie prime rare". I maggiori componenti utilizzati sono i seguenti: Il silicio è il materiale di base predominante utilizzato per la fabbricazione dei microchip. È abbondante nella crosta terrestre ed è ampiamente disponibile. L'oro viene utilizzato per i contatti e le interconnessioni all'interno dei microchip a causa della sua eccellente conducibilità e resistenza alla corrosione. Il rame viene impiegato nelle interconnessioni e nei circuiti stampati all'interno del microchip per la sua elevata conducibilità elettrica. Il rame è un materiale abbondante e ampiamente utilizzato in molti settori. L'alluminio viene spesso utilizzato per i contatti e gli strati di conduttori all'interno dei microchip. Ha una buona conducibilità elettrica ed è ampiamente disponibile. Il germanio è meno comune rispetto al silicio ma può essere utilizzato in alcune applicazioni specializzate come i transistor ad alta velocità. L'indio viene utilizzato per la produzione di transistor ad alta frequenza e display a cristalli liquidi (LCD). È un materiale relativamente raro e costoso. Il gallio viene utilizzato in alcuni dispositivi a semiconduttore ad alte prestazioni. È un materiale raro e costoso. Cosa sono il Gallio e il Germanio Il gallio è un elemento chimico che ha il simbolo Ga nella tavola periodica. È un metallo tenero, di colore argento chiaro e viene utilizzato in diverse applicazioni tecnologiche, inclusi i semiconduttori. Viene spesso impiegato per la produzione di dispositivi a semiconduttore ad alte prestazioni come transistor ad alta frequenza, LED, laser e celle solari a film sottile. Il gallio è relativamente abbondante nella crosta terrestre, ma di solito viene estratto come sottoprodotto dalla lavorazione del minerale di alluminio. Il germanio è un elemento chimico con il simbolo Ge nella tavola periodica. È un semimetallo grigio-argento ed è ampiamente utilizzato nella produzione di semiconduttori. Il germanio è stato uno dei primi materiali utilizzati per produrre transistor e diodi, ed è ancora utilizzato in dispositivi a semiconduttore ad alte prestazioni. È anche impiegato in fibre ottiche e lenti per la spettroscopia infrarossa. Il germanio si trova principalmente nel minerale di zinco, nella sfalerite e nell'argirodite, ed è estratto principalmente da miniere di zinco, rame e carbone. Produzione Mondiale di Gallio e Germanio Per quanto tutti conosciamo il valore dell’oro e la sua provenienza geografica, è bene ricordare da dove vengono estratti il gallio e il germanio e chi ne detiene il mercato. Vediamo chi sono i maggiori produttori di gallio aggiornati al 2021: La Cina è il principale produttore mondiale di gallio, con una quota significativa della produzione globale. Il Giappone è un altro importante produttore di gallio, con diverse aziende che si occupano della produzione di questo elemento. Gli Stati Uniti hanno anche una produzione significativa di gallio, con diverse società impegnate nella sua estrazione e produzione. La Russia è un produttore notevole di gallio, con diverse miniere e impianti di produzione. La Germania ha una produzione modesta di gallio. Maggiori produttori di Germanio aggiornati al 2021: La Cina è il principale produttore mondiale di germanio, con una quota significativa della produzione globale. La Russia è un importante produttore di germanio, con diverse miniere e impianti di lavorazione. Gli Stati Uniti hanno anche una produzione significativa di germanio, con miniere attive e aziende che si occupano della sua estrazione. Il Canada è un altro paese che contribuisce alla produzione mondiale di germanio. Il Belgio ospita alcune aziende che si occupano della lavorazione e produzione di germanio. Nell’ottica di uno spostamento degli assi politici-militari mondiali e la nascita di nuove coalizioni internazionali, la disponibilità delle materie prime e delle terre rare per le necessità civili ed industriali, diventa un’arma politica, un ricatto economico, un vantaggio strategico. Traduzione automatica. Ci scusiamo per eventuali inesattezze. Articolo originale in Italiano.

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https://www.rmix.it/ - Le migliori università europee per l’ingegneria ambientale: dove formarsi per un futuro sostenibile
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Le migliori università europee per l’ingegneria ambientale: dove formarsi per un futuro sostenibile
Economia circolare

Scopri perché gli istituti più prestigiosi attirano i talenti, quali opportunità di carriera attendono i laureati e quali aziende competono per assumere i migliori ingegneri ambientali in Europadi Marco ArezioL'ingegneria ambientale è un campo di studio in rapida espansione e di cruciale importanza nel contesto attuale, caratterizzato da crescenti sfide legate ai cambiamenti climatici, alla gestione delle risorse naturali e alla sostenibilità. L'Europa, con la sua ricca tradizione accademica e la forte attenzione alle politiche ambientali, ospita alcune delle migliori università al mondo che offrono programmi avanzati in ingegneria ambientale. In questo articolo, esamineremo alcune delle più prestigiose università europee in questo settore, spiegando perché sono così attrattive, quali prospettive di carriera offrono ai laureati e quali aziende competono per assicurarsi i migliori talenti. ETH di Zurigo (Svizzera) L'ETH di Zurigo, ufficialmente conosciuto come il Politecnico Federale di Zurigo, è costantemente classificato come una delle migliori università al mondo in ingegneria ambientale. Questa istituzione svizzera è nota per l'eccellenza accademica e la ricerca innovativa, soprattutto nei campi dell'energia sostenibile, della gestione delle risorse idriche e del controllo dell'inquinamento. Perché è famosa? L'ETH è rinomata per il suo approccio interdisciplinare e l'accesso a strutture di ricerca all'avanguardia. Il programma di ingegneria ambientale combina la teoria con un forte focus sulla pratica, rendendo i laureati particolarmente preparati ad affrontare le complesse sfide ambientali del futuro. La stretta collaborazione con aziende e governi a livello internazionale offre agli studenti un'opportunità unica di applicare le loro conoscenze in progetti reali. Prospettive di carriera e aziende principali I laureati dell'ETH sono molto ricercati da aziende come Siemens, ABB, e grandi aziende di consulenza ambientale come ERM e AECOM. Anche le organizzazioni internazionali e le agenzie governative svizzere offrono opportunità di lavoro di alto profilo. Prospettive di guadagno Dopo cinque anni di esperienza lavorativa, i laureati in ingegneria ambientale dell'ETH possono aspettarsi un salario medio di circa 85.000-100.000 CHF l'anno, con opportunità di crescita significative a seconda del settore e del ruolo. Imperial College London (Regno Unito) L'Imperial College London è uno dei principali istituti di ricerca scientifica e ingegneria nel Regno Unito e nel mondo. Il suo programma di ingegneria ambientale è tra i più completi, offrendo corsi che spaziano dalla gestione delle risorse idriche alla pianificazione urbana sostenibile. Perché è famoso? Imperial College è famoso per il rigore accademico e per l'elevato livello di ricerca scientifica. Il programma in ingegneria ambientale è noto per il suo approccio pragmatico e per le sue connessioni con l'industria. L'università ospita anche vari centri di ricerca dedicati alle energie rinnovabili, ai cambiamenti climatici e alla gestione dei rifiuti, fornendo agli studenti l'accesso diretto a ricerche all'avanguardia. Prospettive di carriera e aziende principali I laureati dell'Imperial College trovano impiego presso grandi multinazionali come Shell, BP, e Arup, nonché presso enti pubblici come il DEFRA (Department for Environment, Food & Rural Affairs). Anche aziende del settore della consulenza ambientale come WSP e Jacobs sono attivamente alla ricerca di neolaureati dall'Imperial. Prospettive di guadagno Dopo cinque anni di lavoro, i laureati possono guadagnare tra 60.000 e 85.000 GBP all'anno, con una crescita salariale più rapida per chi si muove verso ruoli dirigenziali o consulenze internazionali. Università tecnica di Delft (Paesi Bassi) L'Università tecnica di Delft (TU Delft) è una delle istituzioni più prestigiose d'Europa in ingegneria, con un forte focus sull'innovazione e la sostenibilità. Il programma di ingegneria ambientale dell'università è ben strutturato, con corsi specifici su tecnologie verdi, mitigazione del cambiamento climatico e pianificazione urbana sostenibile. Perché è famosa? La TU Delft è conosciuta per l'enfasi posta sulla ricerca applicata e per le sue strette relazioni con il settore industriale e le istituzioni governative. Gli studenti beneficiano di un'esperienza di apprendimento pratica e di una forte cultura di scambio internazionale, con molti programmi di cooperazione e stage in collaborazione con aziende europee e mondiali. Prospettive di carriera e aziende principali I laureati della TU Delft sono ambiti da società di ingegneria come Royal HaskoningDHV, Arcadis, e dalle autorità pubbliche nei Paesi Bassi e a livello europeo. Anche le aziende tecnologiche legate alle energie rinnovabili come Vestas e Ørsted sono frequenti destinazioni per i laureati in ingegneria ambientale. Prospettive di guadagno I laureati della TU Delft con cinque anni di esperienza possono guadagnare tra i 60.000 e i 75.000 EUR all'anno, con incrementi salariali significativi per chi lavora in settori di nicchia come le tecnologie verdi e le consulenze ambientali. Politecnico di Milano (Italia) Il Politecnico di Milano è una delle università tecniche più antiche e rinomate d'Italia e offre un eccellente programma di ingegneria ambientale, con particolare attenzione alla gestione delle risorse idriche, al trattamento dei rifiuti e all'energia sostenibile. Perché è famosa? Il Politecnico di Milano è noto per la qualità della sua formazione ingegneristica e per l'integrazione di tecnologia e sostenibilità. I programmi sono fortemente orientati al mercato del lavoro, con molte opportunità di stage presso aziende e enti pubblici italiani e internazionali. La vicinanza a distretti industriali all'avanguardia nel Nord Italia facilita inoltre l'accesso a risorse e reti professionali. Prospettive di carriera e aziende principali I laureati trovano impiego presso grandi aziende italiane e internazionali come Eni, Snam, Italferr, e presso enti pubblici e organizzazioni non governative attive nella sostenibilità e nell'ambiente. Anche aziende come Prysmian e Saipem sono tra le più attive nel reclutare neolaureati. Prospettive di guadagno Il guadagno medio dei laureati del Politecnico di Milano, dopo cinque anni di esperienza, varia tra 50.000 e 65.000 EUR all'anno, con possibilità di avanzamenti significativi in aziende multinazionali e ruoli di consulenza. Prospettive di carriera per i laureati in ingegneria ambientale Le prospettive di carriera per i laureati in ingegneria ambientale in Europa sono estremamente promettenti. Con l'urgente necessità di risolvere problemi legati al cambiamento climatico, alla scarsità delle risorse e all'inquinamento, le competenze in questo campo sono sempre più richieste. I laureati possono lavorare in diversi settori, tra cui: - Industria energetica (rinnovabili, petrolio e gas) - Consulenza ambientale (con particolare focus su sostenibilità, gestione delle risorse e conformità normativa) - Governi e organizzazioni internazionali (progettazione di politiche ambientali, regolamentazione e monitoraggio) - Aziende tecnologiche (sviluppo di soluzioni per l'energia pulita e la riduzione delle emissioni) Conclusione Le migliori università europee in ingegneria ambientale, come l'ETH di Zurigo, l'Imperial College London, la TU Delft e il Politecnico di Milano, offrono ai loro laureati una formazione di eccellenza e molte opportunità di carriera. Le prospettive per i neolaureati in questo settore sono eccellenti, grazie alla crescente domanda di soluzioni innovative per affrontare le sfide ambientali globali. Le aziende leader in ambito tecnologico, energetico e di consulenza si contendono questi talenti, offrendo remunerazioni competitive e opportunità di crescita significative. Dopo cinque anni di esperienza, i laureati possono aspettarsi stipendi che riflettono l'importanza cruciale delle loro competenze nel mondo del lavoro odierno.

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https://www.rmix.it/ - Perchè qualcuno intravede la fine delle aziende familiari della plastica?
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Perchè qualcuno intravede la fine delle aziende familiari della plastica?
Management

Alcuni imprenditori concentrano su se stessi il business senza far crescere l’azienda. Il problema degli yes-man e dei familiari all’internodi Marco Arezio Non c’è dubbio che il mercato si è fatto complicato e che le aziende per sopravvivere devono dotarsi di una struttura manageriale indipendente, qualificata e spesso slegata dalla famiglia che ne detiene la proprietà, che goda di una visione internazionale e che abbia potere decisionale per valutare le migliori prospettive per l’azienda prima che per l’imprenditore. Molte aziende familiari, che si occupano di riciclo, stanno vivendo una fase di forte trasformazione a causa dei cambiamenti del mercato, i quali sono maggiormente rappresentati dall’ingresso di società strutturate che si occupavano fino a poco tempo prima di business correlati ma differenti. Il mondo del riciclo delle materie plastiche si è sviluppato agli inizi degli anni 80 del secolo scorso, un po’ in sordina, sotto forma di piccole imprese che raccoglievano la plastica di scarto e ne seguivano la lavorazione, a volte anche con metodi un po’ artigianali. Il loro sviluppo, negli anni successivi, a seconda della collocazione geografica Europea, seguiva i sistemi imprenditoriali nazionali che si basavano, al nord, più facilmente sulla creazione di medie e grandi imprese, mentre nel Sud Europa, il più delle volte, basate sulla crescita di piccole e medie imprese che sfruttavano le opportunità che il mercato poteva offrire. Agli inizi degli anni duemila, il trend di crescita del mercato del riciclo delle materie plastiche e del suo indotto, ha avuto una grande accelerazione, con il passaggio delle aziende a dimensioni di fatturato e produttività sempre maggiori. A partire da questo periodo, il mercato del Sud Europa, contrariamente a quello che è successo nel Nord Europa, si è caratterizzato da un importante numero di piccole imprese che si sono trasformate in medie e grandi società produttrici di polimeri plastici, attrezzature per il riciclo o di servizi per il mercato. Inoltre, molte micro imprese artigianali si sono trasformate in piccole e medie aziende di produzione nell’ambito della plastica. Molti fondatori di queste società, specialmente quelle medio-grandi, hanno seguito passo dopo passo in prima persona, lo sviluppo delle proprie creature dalla loro fondazione, con un successo a volte crescente nel tempo e diventando l’unico punto di riferimento all’interno della società. L’incarnazione del successo commerciale e produttivo in un mercato nel corso degli anni in continua crescita, non ha generalmente creato situazioni in cui ci si potesse fermare per capire se il modello di business, varato dal proprietario-imprenditore, fosse corretto con l’evoluzione dei mercati. Nel frattempo, molte cose sono cambiate, in un mondo sempre più globalizzato e competitivo, non solo dal punto di vista commerciale, ma anche sulle materie prime, sulle innovazioni tecniche, sulla necessaria rapidità nel prendere decisioni e sulla qualità del management necessario per la dimensione aziendale. Alcuni imprenditori, vivendo sui successi passati, non hanno affrontato in modo lucido ed imparziale l’evoluzione del mercato, continuando con un modello di gestione che ruotava, o ruota ancora oggi, intorno a loro, creando un soldato solo sul campo di battaglia. Ci sono delle situazioni cruciali che hanno inciso o incideranno sul destino di queste aziende: Una struttura gestionale sotto dimensionata rispetto al fatturato aziendale Una piramide di valori non indirizzata verso l’attenzione al cliente Una non obbiettiva valutazione delle qualità professionali dei familiari inseriti in azienda a cui si attribuiscono responsabilità e poteri decisionali Una propensione nella creazione di collaboratori yes-man in ruoli chiave Difficoltà nel delegare ai collaboratori compiti specialistici e delicati Incapacità di creare un team manageriale che possa acquisire la gestione di aree aziendali Incapacità di mettersi in discussione Incapacità di dare fiducia Limitazione della professionalità e delle opportunità di carriera dei collaboratori Paura dell’effetto ombra, che alcuni dipendenti potrebbero creare sui parenti che lavorano in azienda Internazionalizzazione non prioritaria Mancata presa di coscienza dei raggiunti limiti di età dei fondatori-manager Mancanza di una strategia aziendale per la successione del leader Oggi, molte di queste aziende, sono frenate e in difficoltà per i motivi sopra descritti e, inoltre, per il rallentamento aziendale dovuto all’eccessiva concentrazione decisionale nelle mani dell’imprenditore che non ha più il tempo e, forse, tutte le capacità legate ai molti ambiti aziendali in evoluzione, anche sotto l’aspetto tecnologico, di seguire il vorticoso flusso del mercato attuale. Si aggiunga inoltre che, da quando la domanda di avere all’interno dei prodotti finiti quote sempre maggiori di materiale plastico riciclato, le grandi aziende, strutturate e lungimiranti, stanno acquisendo quote di mercato attraverso l’incorporazione di riciclatori, che possono garantire la filiera della materia prima seconda. Una parte di questi imprenditori ha capito quanto il mercato stia diventando competitivo, anche per la sproporzione delle disponibilità finanziarie che i nuovi concorrenti possono mettere in campo, ma soprattutto per la capacità di fare rete e di cogliere tutte le opportunità che il mercato concede, quindi decide di cedere l’azienda con l’obbiettivo di rilanciarla oppure per ritirarsi. Un’altra parte di imprenditori crede fermamente nella storia della propria società, facendo conto su se stesso e sulla tradizione che ha contraddistinto il loro cammino, in una sorta di immutabilità delle cose, con la speranza un giorno, il più lontano possibile per loro, che i propri figli indossino la loro corona e diventino i re del loro piccolo regno.

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https://www.rmix.it/ - L’ambiente Salubre e’ un Nostro Dovere
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare L’ambiente Salubre e’ un Nostro Dovere
Ambiente

Dall’antropocentrismo dei diritti a quello dei doveri Dal punto di vista giuridico, possiamo garantire lo sviluppo sostenibile solo affermando che la generazione attuale ha l’obbligo di consegnare a quelle future un pianeta non deteriorato. L’ambiente è saldamente in cima all’agenda della politica e al centro dell’attenzione dei mass media e delle persone comuni.  Surriscaldamento globale, Accordo di Parigi, Enciclica del Papa Laudato si’, caso Urgenda, economia circolare: sotto la pressione mediatica e avvinti dalla preoccupazione che nasce dalla percezione soggettiva del climate change, nessuno può oggi chiamarsi fuori dalle discussioni sull’ambiente. Tutti rivendicano la pretesa di vivere in un ambiente salubre e anche il diritto, nelle sue varie articolazioni, si sforza di dare corpo a una tale situazione giuridica, anche per renderla giustiziabile.  Ma davvero possiamo accampare diritti e pretese nei confronti della natura?  Eventi come i frequenti disastri naturali dimostrano che è un’illusione profonda quella di pretendere giuridicamente di vivere in un particolare contesto naturale (ché questo, tecnicamente, significa essere titolari di un diritto), che sia appunto salubre.  E quando l’ambiente o i suoi elementi non sono “salubri” (si pensi agli animali pericolosi), la prospettiva del diritto soggettivo appare insufficiente, né questo deficit di tutela può essere compensato accedendo all’ipocrisia del diritto degli animali: il diritto è una costruzione culturale dell’uomo e l’uomo ne è il protagonista (l’albero può forse agire in giudizio? Chi può ergersi a suo rappresentante?). Guardando il problema dal punto di vista giuridico non possiamo abbandonare l’antropocentrismo. Il problema nasce dal fatto che l’antropocentrismo del diritto all’ambiente salubre non ci soddisfa: rischia di essere un meccanismo un po’ ipocrita, irrigidisce la trama giuridica e appare svuotato di capacità di aggredire i problemi reali o uno strumento troppo forte in mano a pochi eletti. Su di un piano più generale, poi, riflette l’idea di un uomo – dominatore che accampa la pretesa di sfruttare la natura e finisce con il dequotare tutto ciò che non è strumentale al benessere del titolare.  La verità è molto più semplice.  L’ambiente, per l’uomo, anche giuridicamente, è l’oggetto non già di un diritto, ma di un dovere di protezione, in un’ottica di responsabilità.  Basta guardare ai principi della materia ambientale per rendersi conto che essi esprimono un contenuto evidentissimo di doverosità. Anche la protezione degli animali può essere meglio assicurata valorizzando le nostre responsabilità, piuttosto che invocando vuote pretese giuridiche di chi non le potrà mai esercitare. La disciplina di settore, poi, è letteralmente zeppa di doveri. Il principio base di tutti gli altri, lo sviluppo sostenibile, infine, conferma la correttezza di questa prospettiva e mostra che il vero baricentro della disciplina giuridica in materia di ambiente è il dovere di protezione del genere umano: la generazione attuale ha l’obbligo di consegnare alle generazioni future un contesto ambientale non peggiore di quello ereditato. Occorre passare dall’antropocentrismo dei diritti all’antropocentrismo dei doveri.  Si tratta di uno scarto soprattutto culturale, che ha l’obiettivo di evidenziare le nostre responsabilità, di vittime o di aggressori.  Di fronte all’incertezza scientifica e alla straordinaria complessità del problema, questo atteggiamento impone di agire con saggezza e con estrema prudenza, ciascuno nel proprio specifico ambito di azione: i temi ambientali non possono essere risolti soltanto dall’economia, dall’etica, dalla scienza o dal diritto, imponendosi invece uno sforzo congiunto. Un atteggiamento forse da recuperare dopo l’esaltazione anche deresponsabilizzante dei diritti degli ultimi decenni e che suggerisce di valutare con una certa diffidenza chi, proponendo certezze assolute, pretende di semplificare una questione intrisa di inestricabili valenze etiche e assiologiche. A proposito di rispetto per le generazioni future: come il più contiene il meno, occorre attenzione e cautela anche nei confronti di quella attuale, sicché non convince la prospettiva di indicare qualche suo esponente come il portavoce privilegiato – ma quanto consapevole? dell’ambiente o delle generazioni future, dimensioni che non hanno bisogno di rappresentanti, ma che pretendono sofferto rispetto (voluto è ogni riferimento al caso Thunberg). Fabrizio Fracchia, ordinario presso il Dipartimento di studi giuridici dell’Università Bocconi di MilanoApprofondisci l'argomento

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https://www.rmix.it/ - Ombre di Ambizione. Capitolo 4: L'Arresto
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Ombre di Ambizione. Capitolo 4: L'Arresto
Slow Life

Il Caso della Formula del Polipropilene Perduta a Milanodi Marco ArezioRacconti. Ombre di Ambizione. Capitolo 4: L'ArrestoLa mattina milanese si apriva chiara e promettente, con l'aria fresca che sembrava portare con sé la promessa di nuovi inizi. Il sole nascente, filtrato dai palazzi storici, gettava lunghe ombre sulle strade del centro, un preludio di quella che sarebbe stata una giornata di azione. Marini aveva preso la decisione di arrestare Sartori attraverso un'operazione di polizia ben organizzata, coinvolgendo gli agenti migliori e pianificando ogni dettaglio per ridurre al minimo i rischi. Nel cuore della città, la commissaria Lucia Marini, l'ispettore Carlo Conti e un gruppo selezionato di agenti si muovevano con cautela. La squadra era composta da agenti esperti, ognuno con un ruolo specifico: due agenti incaricati della sorveglianza, altri pronti all'intervento immediato e un'unità di supporto per eventuali emergenze. Posizionati strategicamente nei pressi dell'abitazione di Enrico Sartori, erano pronti a mettere in atto un'operazione che aveva richiesto ore di meticolosa pianificazione. L'atmosfera era carica di tensione e ogni dettaglio contava. Tra loro, Luca Martelli, il tecnico di laboratorio, sembrava divorato dall'ansia. Aveva il viso teso, lo sguardo fisso sull'ingresso dell'edificio, come se sperasse di trovare una risposta alla sua inquietudine. Martelli era destinato a riconoscere la formula e la sua completezza per poterla sequestrare. "Spero davvero che tutto questo finisca oggi," sussurrò Martelli, la voce poco più di un soffio, mentre cercava di intravedere qualche movimento. "Finirà, Luca. Hai fatto la tua parte, ora tocca a noi," rispose Marini con tono rassicurante. La sua voce era ferma, una roccia a cui Martelli poteva aggrapparsi. Lo sguardo della commissaria era duro, ma non mancava di una scintilla di comprensione. Fuori dal laboratorio, Luca Martelli era un uomo dai piaceri semplici e dai valori profondi. Cresciuto in una famiglia operaia nella periferia milanese, aveva imparato il valore del duro lavoro e dell'integrità. Suo padre era un meccanico che non si lamentava mai delle mani sporche d'olio e sua madre una casalinga che metteva amore in ogni piccolo gesto. Nonostante le lunghe ore trascorse nel laboratorio, Luca si impegnava a ritagliarsi momenti per sé e per chi amava. Amava il cinema neorealista italiano, le partite di calcio al parco con gli amici e le gite fuori porta in Vespa, quella stessa moto regalatagli dal padre, che per lui rappresentava la libertà e la connessione alle proprie radici. Luca aveva anche trovato l'amore con Giulia, una bibliotecaria appassionata di letteratura italiana. La loro relazione era fatta di lunghe chiacchierate serali, di caffè sorseggiati al tramonto e di condivisioni profonde su cultura, giustizia e speranza. Giulia era il suo rifugio, il suo porto sicuro in mezzo alla tempesta che sempre più spesso lo travolgeva al lavoro. Era proprio per lei che Luca sentiva la necessità di fare la cosa giusta, di essere l'uomo di cui Giulia potesse essere orgogliosa. Il probabile coinvolgimento di Sartori nel furto della formula del professor Ferrari aveva scosso profondamente Martelli. Inizialmente, l'idea che il suo mentore potesse essere coinvolto in attività illecite gli sembrava assurda, un'accusa senza senso…..© Vietata la RiproduzioneAcquista il libro    Versione eBook        Versione cartacea

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https://www.rmix.it/ - Il Riciclo dei Rottami Metallici
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Il Riciclo dei Rottami Metallici
Informazioni Tecniche

Innovazioni e Sostenibilità: La Nuova Frontiera dei Metallidi Marco ArezioIl settore del riciclo dei rottami metallici sta vivendo una trasformazione radicale, spinta dall'innovazione tecnologica e dalla crescente necessità di pratiche sostenibili. Questo articolo esplora le ultime innovazioni nel campo, sottolineando come stiano cambiando il panorama del riciclo dei metalli, migliorando l'efficienza del processo e contribuendo significativamente alla sostenibilità ambientale. 1. Introduzione al Riciclo dei Metalli Il riciclo dei metalli gioca un ruolo cruciale nell'economia circolare, riducendo la necessità di estrazione di nuovi materiali, diminuendo l'emissione di gas serra e risparmiando energia. I metalli, grazie alla loro intrinseca capacità di essere riciclati più volte senza perdere le proprietà, offrono un'opportunità unica per lo sviluppo sostenibile. Tuttavia, nonostante questi benefici, il settore si trova di fronte a sfide significative, tra cui l'efficienza del riciclaggio, la separazione dei materiali e la gestione dei residui. 2. Innovazioni Tecnologiche nel Riciclo Le tecnologie emergenti stanno apportando miglioramenti significativi nel processo di riciclaggio dei rottami metallici. Tra queste, si evidenziano: Tecnologie di Separazione Avanzate: Nuovi metodi di separazione basati su sensori ottici, raggi X, e magnetismo stanno migliorando la capacità di distinguere e separare i metalli misti nei rottami. Questi sistemi consentono una separazione più accurata, aumentando la purezza dei materiali riciclati e riducendo i rifiuti. Pirolisi e Gassificazione: Questi processi termochimici trasformano i rifiuti metallici in gas sintetico o olio, recuperando energia e materiali. Offrono una soluzione per trattare i rottami metallici contaminati o misti che altrimenti sarebbero difficili da riciclare. Processi Enzimatici: La ricerca sta esplorando l'uso di enzimi per recuperare metalli da rottami elettronici e batterie. Questi metodi biologici promettono di offrire un'alternativa ecocompatibile ai processi chimici convenzionali. 3. Efficienza Energetica e Riduzione dell'Impatto Ambientale Le innovazioni tecnologiche non solo migliorano l'efficienza del riciclaggio ma contribuiscono anche a una significativa riduzione dell'impatto ambientale. La gassificazione, ad esempio, permette di recuperare energia dai rottami metallici, riducendo il consumo di combustibili fossili. Analogamente, i metodi di separazione avanzati minimizzano la produzione di scarti, contribuendo alla riduzione delle discariche. 4. Sfide e Barriere all'Innovazione Nonostante i progressi, l'adozione di queste tecnologie innovative incontra ostacoli. Le barriere includono il costo elevato degli investimenti iniziali, la mancanza di normative chiare, e la necessità di sviluppare competenze specifiche. Inoltre, la variabilità nella composizione dei rottami metallici richiede soluzioni flessibili e adattabili, un ulteriore livello di complessità. 5. Prospettive Future Il futuro del riciclaggio dei metalli appare promettente, con la ricerca e lo sviluppo che continuano a spingere i confini dell'innovazione. L'integrazione di tecnologie digitali, come l'intelligenza artificiale e la blockchain, potrebbe offrire nuove soluzioni per migliorare la tracciabilità dei materiali e ottimizzare le catene di fornitura del riciclaggio. 6. Conclusione L'innovazione nel riciclo dei rottami metallici è fondamentale per affrontare le sfide ambientali del nostro tempo. Le nuove tecnologie non solo migliorano l'efficienza e la sostenibilità del processo di riciclaggio ma contribuiscono anche alla realizzazione di un'economia più circolare e resiliente. Mentre il settore si adatta a queste innovazioni, si apre la strada a nuove possibilità per ridurre l'impatto ambientale dell'industria e supportare la transizione verso pratiche più sostenibili. Le imprese e le istituzioni che operano nel settore del riciclo dei metalli sono chiamate a giocare un ruolo chiave in questa transizione, investendo in tecnologie innovative, formando le competenze necessarie e collaborando con i partner lungo l'intera catena di valore per superare le barriere esistenti. La capacità di adattarsi rapidamente alle nuove tecnologie e ai cambiamenti del mercato sarà determinante per il successo in questo settore in evoluzione. Inoltre, la sensibilizzazione e l'impegno da parte dei consumatori e delle comunità svolgono un ruolo fondamentale nel sostenere il riciclaggio dei metalli. Promuovere una maggiore comprensione dell'importanza del riciclo, insieme alla partecipazione attiva nella raccolta differenziata, può aumentare significativamente le quantità di materiale riciclabile disponibile, migliorando ulteriormente l'efficienza del processo di riciclaggio. L'adozione di politiche pubbliche che favoriscano il riciclo dei metalli, tramite incentivi finanziari, normative chiare e supporto alla ricerca e all'innovazione, è altresì cruciale. Queste politiche possono accelerare l'adozione delle nuove tecnologie, rendendo il riciclaggio dei metalli più economicamente vantaggioso e ambientalmente sostenibile. Infine, la collaborazione tra i vari stakeholder - industrie, governi, istituti di ricerca e società civile - è essenziale per costruire un sistema di riciclaggio dei metalli robusto e sostenibile. Attraverso un impegno congiunto, è possibile affrontare le sfide attuali e future, sfruttando appieno il potenziale dei rottami metallici come risorsa preziosa per l'industria e per la società.

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https://www.rmix.it/ - Cromatura e Nichelatura: Tecniche Essenziali per la Durabilità e l'Estetica dei Metalli
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Cromatura e Nichelatura: Tecniche Essenziali per la Durabilità e l'Estetica dei Metalli
Informazioni Tecniche

Come i Trattamenti di Superficie Migliorano le Prestazioni e l'Aspetto dei Componenti Industriali di Marco ArezioI processi di cromatura e nichelatura dei metalli sono tecniche di finitura superficiale estremamente importanti nel settore industriale odierno. Questi trattamenti consistono nell'applicazione di strati di cromo o nichel su substrati metallici, con l'obiettivo di migliorare significativamente sia le proprietà meccaniche che estetiche dei materiali trattati. Questi rivestimenti offrono una protezione efficace contro la corrosione, migliorano l'aspetto estetico e aumentano la resistenza all'usura dei materiali. La loro rilevanza è trasversale a numerosi settori industriali, poiché contribuiscono alla produzione di componenti che non solo durano nel tempo, ma mantengono anche un elevato standard estetico.Perché Utilizzare la Cromatura e la Nichelatura? Protezione dalla Corrosione Una delle principali ragioni per cui si utilizzano la cromatura e la nichelatura è la loro capacità di creare una barriera protettiva che impedisce al metallo sottostante di ossidarsi e corrodersi. Questo è particolarmente utile in ambienti aggressivi, dove la resistenza alla corrosione è cruciale per garantire la longevità e l'integrità strutturale dei componenti. Miglioramento Estetico Oltre alle proprietà funzionali, la cromatura e la nichelatura sono apprezzate per il miglioramento estetico che offrono. La finitura lucida e riflettente ottenuta con questi trattamenti rende i materiali particolarmente attraenti per applicazioni decorative e di design, conferendo un aspetto elegante e professionale ai prodotti finali. Incremento della Durezza Superficiale Un altro vantaggio significativo di questi trattamenti è l'aumento della durezza superficiale dei metalli trattati. Questo rende i materiali meno suscettibili a danni meccanici come graffi e abrasioni, prolungando la loro vita utile, soprattutto in condizioni di utilizzo intensivo.I Processi di Cromatura e Nichelatura Cromatura Il processo di cromatura si basa sull'elettrodeposizione di cromo su un substrato metallico. Questo avviene tramite l'immersione del metallo in una soluzione elettrolitica contenente cromato di sodio o potassio. L'acido solforico viene aggiunto alla soluzione per mantenere un pH ottimale e favorire la formazione di un rivestimento uniforme e aderente. Nichelatura Similmente, la nichelatura prevede l'elettrodeposizione di nichel da una soluzione contenente solfato di nichel. Questo processo è reso più efficiente grazie all'aggiunta di cloruro di nichel e acido borico, che agiscono rispettivamente come catalizzatori e stabilizzanti del pH. Fasi del Trattamento Entrambi i processi richiedono una meticolosa preparazione della superficie, che comprende pulizia e decapaggio, per assicurare l'adesione ottimale del rivestimento. Dopo l'elettrodeposizione, segue un trattamento post-deposizione per migliorare ulteriormente le caratteristiche fisiche del rivestimento, come la resistenza alla corrosione e l'aspetto estetico.Applicazioni nelle Macchine per la Produzione Industriale La cromatura e la nichelatura trovano vasta applicazione nelle macchine utilizzate per la produzione industriale, giocando un ruolo cruciale sia nella fase iniziale di produzione sia nei successivi interventi di manutenzione. Questi trattamenti migliorano le caratteristiche funzionali ed estetiche di diverse componenti meccaniche, contribuendo significativamente alla loro efficienza operativa e durata nel tempo. Componenti in Movimento Per componenti come ingranaggi, alberi e cuscinetti, la cromatura e la nichelatura sono essenziali per ridurre l'attrito e resistere all'usura causata dal movimento continuo. Questo prolunga la vita utile delle parti meccaniche, riducendo la frequenza delle sostituzioni e delle manutenzioni. Superfici di Contatto Le superfici di contatto tra strumenti e materiali lavorati, come le punte di utensili da taglio o le matrici per lo stampaggio, beneficiano notevolmente dei trattamenti di cromatura. L'aumento della durezza superficiale e la resistenza alla corrosione permettono di mantenere l'efficacia degli strumenti anche in ambienti estremamente sollecitanti. Protezione da Corrosione In ambienti industriali aggressivi, caratterizzati dalla presenza di umidità, sostanze chimiche e variazioni termiche, la cromatura e la nichelatura offrono una protezione indispensabile contro la corrosione per componenti esposte come valvole, tubature e serbatoi. Estetica e Pulizia Per macchinari destinati alla produzione di beni di consumo, l'aspetto estetico può essere un fattore rilevante. La finitura lucida garantita da questi trattamenti facilita inoltre la pulizia e il mantenimento dell'igiene, particolarmente importante in settori come l'industria alimentare e farmaceutica.Importanza nella Manutenzione Durante le operazioni di manutenzione, la cromatura e la nichelatura giocano un ruolo vitale nel ripristinare o migliorare le caratteristiche delle macchine industriali. Rinnovare i rivestimenti può estendere significativamente il ciclo di vita dei componenti, migliorando la resilienza alla corrosione e l'efficienza operativa, riducendo così i costi a lungo termine associati a fermi macchina e sostituzioni. Inoltre, l'aggiornamento dei trattamenti superficiali può essere un'opportunità per implementare le ultime innovazioni nel campo dei rivestimenti, aumentando ulteriormente le prestazioni e la sostenibilità delle macchine. In sintesi, i processi di cromatura e nichelatura sono fondamentali per migliorare le proprietà dei metalli utilizzati in numerosi ambiti industriali. Offrono protezione, migliorano l'estetica e aumentano la durata dei materiali, contribuendo a un'efficienza operativa superiore e a una riduzione dei costi di manutenzione e sostituzione.

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https://www.rmix.it/ - Depuratori Sostenibili: La Rivoluzione Verde nella Gestione delle Acque Reflue
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Depuratori Sostenibili: La Rivoluzione Verde nella Gestione delle Acque Reflue
Economia circolare

Nuove tecnologie e direttive europee trasformano gli impianti di depurazione in centri di recupero di risorse e riduzione delle emissionidi Marco ArezioLa gestione delle acque reflue urbane è da tempo uno dei pilastri fondamentali per preservare l’ambiente e garantire la salute pubblica. Tuttavia, il contesto attuale richiede un cambio di prospettiva radicale. L’Unione Europea, con la revisione della Direttiva sulle Acque Reflue Urbane, propone una visione innovativa in cui i depuratori non sono più solo infrastrutture per il trattamento dei rifiuti liquidi, ma diventano attori chiave della transizione ecologica. L’obiettivo è trasformarli in centri di recupero delle risorse, in grado di produrre energia, materie prime e acqua rigenerata, contribuendo a ridurre significativamente l’impatto ambientale. Nuova Direttiva Europea 2024: Gestione Avanzata e Sostenibile delle Acque Reflue La gestione delle acque reflue urbane in Europa sta per subire una trasformazione significativa con l'entrata in vigore della nuova Direttiva (UE) 2024/3019, prevista per il 1° gennaio 2025. Questa normativa, che sostituirà la precedente Direttiva 91/271/CEE del 1991, introduce misure più rigorose per il trattamento delle acque reflue, ampliando l'ambito di applicazione e allineandosi agli obiettivi del Green Deal europeo. Principali Novità della Direttiva 2024/3019 Estensione dell'Ambito di Applicazione: La nuova direttiva abbassa la soglia per l'obbligo di raccolta e trattamento delle acque reflue urbane, includendo gli agglomerati con più di 1.000 abitanti equivalenti, rispetto ai 2.000 della normativa precedente. Questo implica che un numero maggiore di comunità dovrà dotarsi di sistemi adeguati per la gestione delle acque reflue.Introduzione di Trattamenti Avanzati: Sono previsti trattamenti più sofisticati per rimuovere nutrienti come azoto e fosforo (trattamento terziario) entro il 2039 negli impianti che servono oltre 150.000 abitanti equivalenti. Inoltre, entro il 2045, questi impianti dovranno implementare un trattamento quaternario per eliminare microinquinanti, come i PFAS e le microplastiche, proteggendo così l'ambiente e la salute umana.Responsabilità Estesa del Produttore: La direttiva introduce il principio "chi inquina paga", imponendo ai produttori di prodotti farmaceutici e cosmetici di coprire almeno l'80% dei costi aggiuntivi per la rimozione dei microinquinanti dalle acque reflue. Questo incentivo economico mira a ridurre l'immissione di sostanze nocive nell'ambiente.Obiettivo di Neutralità Energetica: Entro il 2045, gli impianti di trattamento delle acque reflue che servono oltre 10.000 abitanti equivalenti dovranno raggiungere la neutralità energetica, utilizzando energia proveniente da fonti rinnovabili generate internamente. Questo contribuirà alla riduzione delle emissioni di gas serra e all'efficienza energetica del settore.Promozione del Riutilizzo delle Acque Reflue Trattate: Gli Stati membri sono incoraggiati a favorire il riutilizzo delle acque reflue trattate, specialmente nelle aree soggette a stress idrico, per scopi appropriati come l'irrigazione agricola e l'uso industriale, contribuendo così alla conservazione delle risorse idriche.Tempistiche di Attuazione La direttiva entrerà in vigore il 1° gennaio 2025, con diverse scadenze per l'implementazione delle misure previste: 31 luglio 2027: Termine per il recepimento della direttiva da parte degli Stati membri. 2035: Obbligo di trattamento secondario per tutti gli agglomerati con almeno 1.000 abitanti equivalenti. 2039: Implementazione del trattamento terziario negli impianti che servono oltre 150.000 abitanti equivalenti. 2045: Introduzione del trattamento quaternario e raggiungimento della neutralità energetica negli impianti di grandi dimensioni. Questa nuova normativa rappresenta un passo decisivo verso una gestione più sostenibile ed efficiente delle acque reflue urbane in Europa, contribuendo alla protezione dell'ambiente e alla salute pubblica. Un Quadro Normativo Ambizioso La Direttiva Europea sulle Acque Reflue Urbane, introdotta nel 1991, ha segnato un momento cruciale nella regolamentazione ambientale, imponendo standard minimi per il trattamento degli scarichi urbani. Oggi, a distanza di oltre tre decenni, è evidente la necessità di un aggiornamento che tenga conto delle nuove sfide climatiche, economiche e tecnologiche. La revisione in corso punta a integrare i principi del Green Deal europeo, con tre obiettivi principali: migliorare la qualità delle acque, contribuire alla neutralità climatica e valorizzare le risorse contenute nelle acque reflue. Questa visione si traduce in una spinta verso l’innovazione tecnologica e una gestione più sostenibile. I depuratori, che tradizionalmente rappresentavano un costo per le amministrazioni pubbliche, si stanno trasformando in centri produttivi, con ricadute positive per l’ambiente e le comunità. Il Ruolo dei Depuratori nella Transizione Ecologica Per comprendere la portata di questa trasformazione, è importante analizzare i nuovi ruoli che i depuratori possono assumere. Non si tratta solo di trattare le acque reflue per ridurre l’inquinamento, ma di valorizzarne il potenziale attraverso il recupero di energia, nutrienti e acqua trattata. Energia dai Fanghi di Depurazione Una delle innovazioni più rilevanti riguarda il recupero di energia dai fanghi di depurazione. Questi contengono materia organica che, attraverso il processo di digestione anaerobica, può essere trasformata in biogas. Questo gas, composto principalmente da metano, può essere utilizzato per produrre energia elettrica e calore, rendendo l’impianto autosufficiente e, in alcuni casi, capace di immettere energia nella rete pubblica. Un’ulteriore evoluzione è rappresentata dal biometano, ottenuto purificando il biogas. Questo combustibile rinnovabile può essere utilizzato per il trasporto o immesso nelle reti di distribuzione del gas naturale, contribuendo alla riduzione delle emissioni di gas serra. Recupero di Nutrienti per l’Agricoltura Le acque reflue contengono elementi preziosi come fosforo e azoto, fondamentali per la produzione agricola. Tecnologie avanzate permettono di recuperare questi nutrienti sotto forma di composti utilizzabili, come la struvite, un minerale cristallino usato come fertilizzante. Questo approccio non solo riduce la dipendenza da fertilizzanti chimici, ma contribuisce anche a mitigare i problemi legati all’eutrofizzazione, un fenomeno causato dall’eccesso di nutrienti nei corpi idrici. Produzione di Acqua Rigenerata Un altro aspetto cruciale è il riutilizzo delle acque trattate. Attraverso tecniche avanzate di affinamento, come la filtrazione a membrana e la disinfezione con raggi UV, è possibile ottenere acqua di alta qualità per usi non potabili. Questa risorsa rigenerata può essere impiegata in agricoltura, nell’industria o per il ripristino di ecosistemi naturali, riducendo la pressione sulle risorse idriche naturali, particolarmente nelle aree afflitte da scarsità d’acqua. Riduzione delle Emissioni di Gas Serra Un elemento meno noto, ma di grande rilevanza, riguarda le emissioni di gas serra associate al trattamento delle acque reflue. I processi biologici di depurazione producono metano e protossido di azoto, gas con un potenziale di riscaldamento globale elevato. La nuova Direttiva incoraggia l’adozione di misure per catturare e riutilizzare questi gas, riducendo al contempo le emissioni generate dai consumi energetici dell’impianto. Innovazione Tecnologica e Sviluppo Sostenibile La trasformazione dei depuratori in "fabbriche verdi" è resa possibile grazie all’adozione di tecnologie avanzate. Sistemi di monitoraggio in tempo reale, basati su sensori IoT, consentono di ottimizzare i processi e ridurre i consumi energetici. L’intelligenza artificiale offre strumenti per prevedere i carichi idrici e migliorare l’efficienza operativa, mentre le membrane per l’ultrafiltrazione e i processi di ossidazione avanzata garantiscono un trattamento delle acque sempre più efficace. Queste innovazioni non solo migliorano la sostenibilità degli impianti, ma aprono nuove opportunità economiche. Il recupero di risorse come energia, nutrienti e acqua rigenerata crea nuovi mercati e riduce i costi operativi, rendendo il modello di economia circolare non solo vantaggioso per l’ambiente, ma anche economicamente sostenibile. Un Futuro Sostenibile per i Depuratori La revisione della Direttiva sulle Acque Reflue Urbane rappresenta un passo avanti verso un futuro più sostenibile, in cui i depuratori diventano protagonisti della transizione ecologica. Questa visione richiede investimenti iniziali significativi e un impegno congiunto di governi, imprese e comunità locali, ma i benefici a lungo termine sono evidenti. La trasformazione dei depuratori in hub di economia circolare non è solo una risposta alle sfide ambientali, ma anche un’opportunità per ripensare il nostro rapporto con le risorse naturali. Attraverso la tecnologia e l’innovazione, è possibile creare infrastrutture capaci di coniugare efficienza, sostenibilità e resilienza, segnando un nuovo capitolo nella gestione delle acque reflue. © Riproduzione Vietatafoto wikimedia

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https://www.rmix.it/ - Biciclette Elettriche vs Convenzionali: Quale Scegliere per Ridurre l’Impatto Ambientale?
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Biciclette Elettriche vs Convenzionali: Quale Scegliere per Ridurre l’Impatto Ambientale?
Ambiente

Uno studio comparativo sull’analisi ambientale dei due mezzi di trasporto su due ruote, con dati sulle emissioni, consumi energetici e ciclo di vitadi Marco ArezioLa crescente attenzione verso la mobilità sostenibile ha acceso i riflettori su un mezzo di trasporto urbano sempre più diffuso: la bicicletta elettrica. Ma quanto è davvero "verde" rispetto alla sua controparte tradizionale, la bicicletta convenzionale? Un’analisi comparativa dei due modelli, considerando l’intero ciclo di vita e i relativi impatti ambientali, rivela una realtà più complessa di quanto si possa immaginare. Per un cittadino attento alle scelte ecologiche, comprendere queste dinamiche è fondamentale per optare in maniera consapevole verso una mobilità a basse emissioni. Il ciclo di vita: una lente necessaria per valutare l’impatto Per valutare correttamente l’impatto ambientale di una bicicletta, è necessario adottare un approccio di Life Cycle Assessment (LCA), ovvero l’analisi dell’intero ciclo di vita del prodotto: dalla produzione dei materiali e l’assemblaggio, fino all’uso quotidiano e allo smaltimento finale. Questo tipo di analisi considera diversi indicatori ambientali, come il consumo energetico totale, le emissioni di gas serra (espressi in CO₂ equivalente), l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, e l’uso di risorse naturali. Produzione: la e-bike parte svantaggiata Nella fase di produzione, la bicicletta elettrica presenta un impatto ambientale significativamente maggiore rispetto a quella convenzionale. Questo è dovuto principalmente alla presenza di componenti aggiuntivi come: - la batteria al litio, spesso realizzata con materiali rari e difficili da estrarre; - il motore elettrico; - i circuiti elettronici di controllo. La sola produzione della batteria può rappresentare fino al 30-40% dell’impatto ambientale totale di una e-bike. Inoltre, l’energia richiesta per fabbricare una bicicletta elettrica è circa il doppio di quella necessaria per una bici tradizionale. Uso quotidiano: il punto forte della e-bike Nonostante il peso ambientale della fase produttiva, la fase d’uso è dove la bicicletta elettrica recupera terreno. Rispetto a qualsiasi altro mezzo motorizzato, l’e-bike consuma una quantità di energia estremamente bassa. In media, una e-bike consuma tra 1 e 2 kWh ogni 100 km, contro i 6-10 kWh di uno scooter elettrico o i 15-20 kWh di un’auto elettrica. Inoltre, la possibilità di coprire distanze maggiori e affrontare percorsi collinari senza affaticarsi incentiva molte persone a sostituire l’automobile per spostamenti urbani quotidiani. Questo "effetto sostitutivo" è un vantaggio ambientale indiretto ma significativo, che riduce le emissioni totali legate alla mobilità urbana. Fine vita e smaltimento: un fattore da non sottovalutare Il trattamento a fine vita della bicicletta elettrica è più complesso e impattante. Le batterie al litio devono essere raccolte, trattate e riciclate in modo sicuro, altrimenti possono rappresentare un pericolo per l’ambiente e la salute umana. Anche i motori elettrici e i componenti elettronici pongono sfide notevoli per lo smaltimento. Al contrario, le biciclette convenzionali, costituite prevalentemente da metallo, sono più facilmente riciclabili e hanno un impatto inferiore in questa fase. Emissioni totali: un confronto numerico Se si considera il Global Warming Potential (GWP), ovvero il potenziale di riscaldamento globale espresso in kg di CO₂ equivalente, la bicicletta convenzionale si attesta su valori molto bassi, inferiori a 5 kg CO₂eq per 100 km. La bicicletta elettrica, invece, può arrivare a 20-30 kg CO₂eq per la stessa distanza, considerando la produzione e l’utilizzo dell’energia elettrica (che varia in base alla fonte: carbone, gas, rinnovabili). Tuttavia, se il confronto si estende ad altri mezzi di trasporto, entrambi i tipi di biciclette risultano nettamente superiori per sostenibilità ambientale rispetto a motociclette, auto private e anche molti mezzi pubblici, specialmente se l’elettricità proviene da fonti rinnovabili. Considerazioni finali: quale scegliere? La risposta dipende dall’uso previsto e dal contesto urbano: - Se l’obiettivo è ridurre al minimo assoluto l’impronta ecologica, la bicicletta convenzionale è la scelta ideale. - Se invece si vive in una città con percorsi impegnativi, lunghe distanze o si desidera un’alternativa quotidiana all’automobile, la bicicletta elettrica rappresenta comunque una scelta sostenibile, soprattutto se alimentata con energia da fonti rinnovabili. E' utile ricordare che la bicicletta elettrica non va quindi demonizzata per il solo fatto di consumare energia. L’importante è contestualizzarne l’uso e promuovere un’economia circolare nella produzione e nello smaltimento dei suoi componenti.© Riproduzione Vietata

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https://www.rmix.it/ - Come Scegliere un Monopattino Elettrico Sostenibile: Guida e Modelli Consigliati
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Come Scegliere un Monopattino Elettrico Sostenibile: Guida e Modelli Consigliati
Economia circolare

Scopri i migliori monopattini elettrici sostenibili, le domande da porsi prima dell’acquisto e i modelli più apprezzati di Marco ArezioI monopattini elettrici rappresentano uno dei simboli più importanti della mobilità sostenibile urbana. Compatti, pratici ed ecologici, offrono una valida alternativa ai mezzi di trasporto tradizionali, contribuendo a ridurre traffico e inquinamento. Tuttavia, scegliere un monopattino davvero sostenibile richiede attenzione a materiali, modalità di produzione e caratteristiche tecniche. Questa guida approfondisce come orientarsi nell'acquisto, analizzando produttori responsabili e quattro modelli consigliati.I Paesi che Guidano l’Adozione dei Monopattini Elettrici L’utilizzo dei monopattini elettrici varia notevolmente da Paese a Paese, con alcune nazioni che emergono come leader globali nella micromobilità:Francia: Parigi, in particolare, è diventata il cuore pulsante della micromobilità in Europa. La città ha investito massicciamente in infrastrutture per monopattini, vietando l'uso dei modelli privi di regolamentazioni di sicurezza e puntando sulla mobilità condivisa.Germania: Con città come Berlino e Amburgo, la Germania è un altro mercato chiave per i monopattini. La regolamentazione rigorosa garantisce che i mezzi siano sicuri e sostenibili, favorendo la transizione dai mezzi di trasporto tradizionali.Stati Uniti: Nonostante un utilizzo più frammentato, città come San Francisco e Austin stanno guidando l’adozione dei monopattini grazie a politiche locali che incentivano la mobilità elettrica.Italia: Negli ultimi anni, anche l’Italia ha visto una rapida diffusione dei monopattini, soprattutto nelle grandi città come Milano, Roma e Torino. Le iniziative di sharing e gli incentivi per la mobilità elettrica hanno stimolato il mercato.Sostenibilità e Monopattini Elettrici Materiali e Produzione La sostenibilità di un monopattino dipende dai materiali utilizzati. Modelli realizzati con alluminio riciclato, fibra di carbonio e componenti riciclabili hanno un impatto ambientale significativamente ridotto. Produttori come Segway-Ninebot e Unagi Scooters, ad esempio, utilizzano materiali riciclati per i telai, limitando l'estrazione di nuove risorse naturali. La modularità delle componenti è un altro aspetto cruciale: monopattini con parti sostituibili, come quelli di Pure Electric, permettono di prolungare la vita del prodotto, riducendo i rifiuti elettronici.Efficienza Energetica Un monopattino sostenibile è progettato per consumare meno energia. Sistemi come la frenata rigenerativa, presente in modelli come il Segway-Ninebot MAX G30, consentono di recuperare energia durante l’uso, migliorando l’autonomia e riducendo la frequenza delle ricariche. Questo si traduce in vantaggi sia economici che ambientali. Fine Vita e Riciclo Molti produttori offrono programmi per il riciclo dei monopattini a fine vita. Materiali come batterie al litio e alluminio possono essere recuperati e riutilizzati correttamente, riducendo l’impatto ambientale complessivo. Perché Scegliere un Monopattino Sostenibile Riduzione dell'Impatto Ambientale Un monopattino elettrico sostenibile contribuisce a ridurre l’impronta ecologica grazie all'uso di materiali riciclati e sistemi energetici efficienti. Inoltre, sostituire brevi spostamenti in auto con un monopattino limita le emissioni di gas serra. Promozione dell'Economia Circolare Acquistare da aziende che adottano pratiche di economia circolare sostiene una produzione responsabile. Brand come Segway-Ninebot e Pure Electric dimostrano come innovazione e sostenibilità possano coesistere. Durata e Affidabilità I monopattini sostenibili sono spesso più durevoli e affidabili, grazie a materiali di qualità e componenti sostituibili. Questo riduce la necessità di riparazioni frequenti, garantendo un risparmio nel lungo periodo. Incentivi Economici In molti Paesi, tra cui l’Italia, l’acquisto di monopattini elettrici è incentivato da agevolazioni fiscali, rendendo questi dispositivi ancora più convenienti. I Maggiori Produttori di Monopattini Sostenibili Segway-Ninebot Un leader globale che utilizza materiali riciclati e componenti modulari per ridurre l’impatto ambientale. Il modello Segway-Ninebot MAX G30, ad esempio, integra la frenata rigenerativa, migliorando l'efficienza energetica. Xiaomi Marchio noto per design minimalisti e prestazioni elevate. I monopattini Xiaomi sono realizzati con materiali leggeri e resistenti, combinando accessibilità economica e sostenibilità. Unagi Scooters Produttore americano di fascia premium, celebre per i suoi monopattini eleganti in fibra di carbonio. Questi modelli uniscono leggerezza e durata, riducendo l’impatto ambientale a lungo termine. Pure Electric Un'azienda europea che si distingue per l'uso di componenti riciclabili e batterie sostituibili, progettando monopattini robusti pensati per un utilizzo intensivo. Cosa Considerare Prima dell'Acquisto Acquistare un monopattino elettrico è una scelta importante. Ecco alcune domande da porsi per valutare il modello più adatto: Qual è il mio utilizzo principale? Per tragitti lunghi, scegli un modello con ampia autonomia; per spostamenti brevi, preferisci uno leggero e compatto. Quanto è importante la portabilità? Se lo trasporti spesso, opta per un modello pieghevole e leggero. È facile da riparare? Modelli con componenti modulari semplificano manutenzione e riparazioni. Qual è l’impatto ambientale? Verifica l’uso di materiali riciclati e le certificazioni ambientali. Rispetta le normative locali? Assicurati che il modello sia conforme alle leggi sulla sicurezza e velocità. Analisi di Quattro Modelli Consigliati Segway-Ninebot MAX G30 Autonomia: 65 km Materiali: Telaio in alluminio riciclato Freni: Doppio sistema (elettronico e a tamburo) Punti di forza: Lunga autonomia e efficienza energetica Critiche: Peso elevato (circa 18 kg) Xiaomi Mi Electric Scooter 4 Pro Autonomia: 45 km Materiali: Telaio in alluminio aeronautico Freni: Elettronico e a disco posteriore Punti di forza: Design elegante e prezzo competitivo Critiche: Autonomia leggermente inferiore alle aspettative Atomi Monopattino Elettrico Adulto AlphaQuesto monopattino è dotato di un motore da 500 W, che consente una velocità massima di 25 km/h. L'autonomia raggiunge i 30 km grazie alla batteria ad alta capacità. Il telaio pieghevole e portatile facilita il trasporto e lo stoccaggio. Inoltre, dispone di un doppio sistema di frenata per una maggiore sicurezza e può essere controllato tramite un'applicazione intelligenteNovamile N20 PROAutonomia: 50 km Materiali: Telaio robusto e componenti riciclabili Freni: A tamburo e rigenerativo Punti di forza: Solido e affidabile Critiche: Peso elevato Conclusioni Un monopattino elettrico sostenibile è molto più di un semplice mezzo di trasporto: è un investimento in un futuro più verde. La scelta del modello giusto dipende dalle tue esigenze personali e dall’impatto ambientale del prodotto. I modelli analizzati offrono soluzioni adatte a diverse necessità, aiutandoti a compiere un passo concreto verso una mobilità urbana più sostenibile e consapevole. © Riproduzione Vietata

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https://www.rmix.it/ - Il Tempo Perduto: Ritrovare la Meraviglia e le Emozioni nella Vita Moderna
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Slow Life

Come la fretta costante ci priva della felicità. Strategie per riscoprire il piacere della lentezza e delle emozioni autenticheViviamo in un'epoca in cui il tempo sembra essere diventato il bene più prezioso e, paradossalmente, il più scarso. La frenesia della vita moderna ci spinge a correre incessantemente, senza mai fermarci a riflettere se questa corsa sfrenata ci renda davvero felici. Ci siamo abituati a vivere in un costante stato di urgenza, lasciando poco spazio alla meraviglia, all'inorridimento, alla commozione, all'innamoramento e al tempo per noi stessi. Questo articolo esplorerà le radici di questo fenomeno, le sue conseguenze sulla nostra vita quotidiana e proporrà alcune strategie per recuperare un po' di tempo e spazio per ciò che conta davvero. Le Radici della Fretta La società contemporanea è costruita su un modello economico e sociale che valorizza la produttività e l'efficienza sopra ogni altra cosa. Il progresso tecnologico, che ha reso possibile fare di più in meno tempo, ha paradossalmente aumentato le nostre aspettative e la pressione su noi stessi. La connessione costante garantita da smartphone e internet ci ha reso sempre disponibili, riducendo drasticamente i momenti di vera disconnessione e riposo. Lavorare fino a tardi, partecipare a mille attività, seguire corsi di aggiornamento, essere sempre informati sugli ultimi trend: tutto questo è diventato parte integrante della nostra quotidianità. Viviamo in una cultura che premia il multitasking e demonizza l'ozio, considerandolo una perdita di tempo. In questo contesto, trovare il tempo per fermarsi e riflettere diventa quasi un atto rivoluzionario. Le Conseguenze sulla Vita Quotidiana La mancanza di tempo ha profonde ripercussioni sulla nostra capacità di vivere pienamente. La meraviglia, quella capacità di stupirsi di fronte alla bellezza del mondo, diventa un lusso raro. Non ci prendiamo più il tempo per osservare un tramonto, per contemplare un'opera d'arte o per ascoltare il canto degli uccelli. La nostra vita si riduce a un susseguirsi di impegni e scadenze, dove ogni minuto deve essere ottimizzato. La capacità di inorridirsi, di provare empatia e sdegno di fronte alle ingiustizie, viene soppressa dalla fretta. Le notizie drammatiche diventano solo un rumore di fondo in una giornata già troppo piena. Ci commuoviamo meno, non perché manchino le occasioni, ma perché siamo troppo distratti per notarle. Le emozioni forti richiedono tempo per essere vissute e elaborate, tempo che spesso non siamo disposti a concederci. Anche l'innamoramento, quella meravigliosa esperienza di scoperta e connessione con un'altra persona, richiede tempo e presenza. La fretta con cui viviamo le nostre relazioni, spesso mediate da schermi e social media, riduce la profondità e l'autenticità dei nostri legami. Non ci prendiamo più il tempo per conoscere veramente l'altro, per ascoltarlo senza fretta, per costruire un rapporto solido e duraturo. Le Scuse per Non Fermarci Le scuse per non fermarci sono innumerevoli. Ci diciamo che dobbiamo lavorare di più per garantire un futuro migliore a noi e ai nostri cari, che non possiamo permetterci di perdere tempo, che c'è sempre qualcosa di urgente che richiede la nostra attenzione. Spesso, queste scuse sono autoimposte, frutto di una pressione interna che ci spinge a correre sempre di più. In realtà, molte delle urgenze che ci assorbono sono create da noi stessi. La necessità di essere sempre produttivi, di dimostrare il nostro valore attraverso le nostre performance, ci porta a riempire ogni momento di attività. Ma questa corsa incessante ci lascia spesso esausti e insoddisfatti, privandoci della possibilità di goderci i momenti di vera felicità. Strategie per Recuperare il Tempo e la Meraviglia Recuperare il tempo per noi stessi e per le emozioni autentiche richiede un cambiamento di prospettiva e alcune scelte consapevoli. Ecco alcune strategie per iniziare questo percorso: - Riscoprire il Piacere della Lentezza: Imparare a rallentare, a godersi i piccoli momenti della vita quotidiana. Prendersi il tempo per fare una passeggiata senza una meta precisa, per leggere un libro, per cucinare un pasto con calma. - Disconnettersi Periodicamente: Stabilire dei momenti di disconnessione totale da dispositivi elettronici e social media. Dedicare questi momenti a se stessi, alla famiglia, agli amici, senza distrazioni. - Praticare la Consapevolezza: La mindfulness può aiutarci a essere più presenti e consapevoli nel momento presente. Praticare la meditazione, anche solo per pochi minuti al giorno, può fare una grande differenza. - Priorizzare le Relazioni Autentiche: Dedicate tempo di qualità alle persone che amate. Ascoltate senza fretta, condividete momenti di vera connessione, costruite relazioni profonde e significative. - Riconoscere le Proprie Emozioni: Permettersi di sentire e vivere le proprie emozioni, senza reprimerle. Prendersi il tempo per elaborare ciò che si prova, sia esso gioia, dolore, rabbia o amore. - Creare Spazi di Riflessività: Dedicate del tempo alla riflessione personale. Tenere un diario, meditare, fare lunghe passeggiate in solitudine possono essere ottimi modi per entrare in contatto con se stessi. Conclusione In un mondo che ci spinge a correre sempre di più, fermarsi a chiedersi se questa corsa ci renda davvero felici è un atto di grande coraggio. Riscoprire il piacere della lentezza, il valore delle emozioni autentiche e la bellezza della meraviglia richiede uno sforzo consapevole, ma è un investimento che può arricchire profondamente la nostra vita. Abbandoniamo le scuse e concediamoci il tempo di vivere davvero, con tutte le sue sfumature e profondità.© Riproduzione Vietata

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https://www.rmix.it/ - Calcestruzzi Cellulari con Aggregati Riciclati dai Rifiuti: C’è un Futuro?
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Calcestruzzi Cellulari con Aggregati Riciclati dai Rifiuti: C’è un Futuro?
Informazioni Tecniche

Calcestruzzi Cellulari con Aggregati Riciclati dai Rifiuti: C’è un Futuro?di Marco ArezioAnche il mondo dell’edilizia deve affrontare un percorso di sostenibilità che è sempre più importante per l’ambiente e per l’uomo.I calcestruzzi sono elementi costruttivi che comportano un consumo importante di risorse naturali, in particolare gli aggregati che li compongono, essendo estratti e messi a disposizione del settore delle costruzioni. Come succede sempre più spesso nell’ambito stradale e dell’isolamento acustico, dove si impiegano, per esempio, polverini di guaine bituminose riciclate e macinati degli pneumatici riciclati, anche nell’ambito del calcestruzzo la domanda del mercato per un prodotto più sostenibile è ormai crescente. Le ricette che compongono un calcestruzzo tradizionale vedono l’impiego di aggregati naturali, con granulomentrie differenti, una quota di cemento, acqua e additivi quando necessario. Nell’ambito di un approccio ecosostenibile al prodotto, si sono eseguite diverse sperimentazioni e tests di laboratorio che hanno puntato alla sostituzione integrale dell’aggregato naturale con aggregati costituiti da rifiuti selezionati, industriali e da post consumo. Nella famiglia dei rifiuti presi in considerazione in questi tests possiamo annoverare le ceneri volanti, che sono dei rifiuti prodotti durante l’incenerimento dei rifiuti solidi urbani, la loppa d’altoforno macinata, che è anche lei un sottoprodotto delle operazioni di incenerimento e un prodotto plastico da post consumo, la polvere di PET, proveniente dal riciclo delle bottiglie dell’acqua e delle bibite. Metodologie di prova Con questi tre elementi, si sono costituiti differenti impasti cementizi volti ad ottenere calcestruzzi alleggeriti, creando una serie di campionature da laboratorio con lo scopo di testare la resistenza a compressione e la conducibilità termica di elementi composti, sia con aggregati naturali alleggeriti sia con varie tipologie di aggregati provenienti dai rifiuti. Lo studio è stato promosso con l’intenzione di dare una storia analitica ai calcestruzzi riciclati alleggeriti che possano essere impiegati, per esempio, nella costruzione di blocchi di cemento alleggerito per la realizzazione di pareti non strutturali. Si sono quindi create una serie di miscele differenti con la corrispondente quantità di campioni, che sono stati testati a compressione ed è stata calcolata la conducibilità termica degli stessi. Lo scopo era quello di mettere a confronto, una tradizionale miscela di calcestruzzo con aggregati naturali leggeri, con le miscele di calcestruzzo fatte con gli inerti riciclati dai rifiuti. Risultati delle prove I risultati hanno evidenziato una riduzione media della resistenza a compressione dei campioni composti con gli aggregati da rifiuto, senza il PET, del 13,7 %, rispetto ai campioni realizzati con gli inerti naturali, mentre le miscele che contenevano la polvere di PET hanno avuto performances di resistenza ulteriormente più basse del 10%. Si è però notato che l’aggiunta di polvere di PET ha influito positivamente sulla conducibilità termica, rispetto ai campioni composti al 100% con aggregati dai rifiuti, ma inferiore di circa il 22% rispetto ad un calcestruzzo realizzato con inerti naturali alleggeriti. Conclusioni Per quanto il calcestruzzo alleggerito riciclato abbia inferiori prestazioni meccaniche e termiche rispetto a quello prodotto con elementi naturali, la necessità di limitare l’uso delle risorse naturali e quella di ridurre i rifiuti non riciclabili che vanno in discarica, potrebbe portare ad una nuova consapevolezza nell’ambito della progettazione edilizia e della produzione. Categoria: notizie - tecnica - plastica - riciclo - calcestruzzi cellulari - edilizia

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https://www.rmix.it/ - Assumere un Manager Anticonformista: Scelta Coraggiosa o Rischio Aziendale?
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Assumere un Manager Anticonformista: Scelta Coraggiosa o Rischio Aziendale?
Management

Vantaggi, rischi e valutazioni chiave nella selezione di un leader non convenzionale in aziendadi Marco ArezioCome direttore del personale, una delle decisioni più delicate riguarda la selezione di figure dirigenziali. Tra le varie tipologie di leader, il manager anticonformista rappresenta un profilo particolare: capace di portare innovazione e cambiamento, ma potenzialmente foriero di tensioni e rischi. L'assunzione di un manager con un approccio non convenzionale richiede un'accurata valutazione degli effetti che questo stile di leadership potrebbe avere sull'azienda e sui dipendenti. Vediamo quindi i vantaggi e le criticità che devono essere ponderati. I vantaggi di assumere un manager anticonformista Innovazione costante: Un manager anticonformista tende a rompere gli schemi tradizionali e a proporre soluzioni innovative. Questo può essere particolarmente utile in settori che richiedono creatività o in aziende che necessitano di un rilancio. Il suo approccio, fuori dalle righe, può aiutare l’azienda a trovare nuovi spunti per crescere, migliorare i processi e rispondere ai cambiamenti del mercato in modo più rapido e flessibile. Cultura della sfida: Un leader che sfida costantemente il modo di fare tradizionale può promuovere una cultura aziendale dinamica, dove i dipendenti sono incoraggiati a pensare in modo critico, proporre idee nuove e non accontentarsi dello status quo. Questo può risultare in un ambiente stimolante che spinge le persone a dare il meglio di sé. Capacità di rompere inerzie: In aziende particolarmente rigide o con processi molto burocratici, l'arrivo di un manager anticonformista potrebbe essere una boccata d'aria fresca. Le sue iniziative possono aiutare a rompere le inerzie e sbloccare situazioni di stallo che rallentano il progresso dell’azienda, migliorando l'efficienza operativa. Attrazione dei talenti: Spesso i manager anticonformisti attirano collaboratori che condividono la stessa passione per l'innovazione e il cambiamento. Se l’azienda punta a rinnovarsi o a rinfrescare il proprio team, un leader di questo tipo può contribuire a costruire un ambiente di lavoro dinamico che attrae nuovi talenti con mentalità aperte. I rischi nell’assumere un manager anticonformista Rischio di destabilizzazione: Non tutti i dipendenti e i team sono pronti ad affrontare cambiamenti radicali. Un manager che si distanzia troppo dai metodi tradizionali rischia di creare instabilità, generando resistenza interna. La frequenza e la rapidità dei cambiamenti potrebbero disorientare i dipendenti e creare un ambiente di lavoro incerto, con conseguente calo della motivazione. Conflitti culturali: Se l'azienda ha una cultura aziendale consolidata, l’introduzione di un manager anticonformista potrebbe portare a frizioni. Potrebbero verificarsi conflitti con la leadership esistente o con team che preferiscono metodi più tradizionali. In questi casi, il rischio è che il manager non riesca a integrarsi con la struttura aziendale, rallentando il raggiungimento degli obiettivi strategici. Gestione del rischio: L'innovazione, pur essendo un punto di forza, può comportare decisioni audaci che espongono l'azienda a rischi elevati. Un manager anticonformista potrebbe essere troppo focalizzato sull'esplorazione di nuove strade, a discapito di un’adeguata valutazione dei potenziali fallimenti o dei costi non previsti. Se le iniziative non sono ben ponderate, l’azienda potrebbe subire perdite. Effetto sul turnover: Se l’approccio anticonformista del manager genera stress e incertezza nel personale, potremmo assistere a un aumento del turnover. Dipendenti che non si sentono allineati alla nuova leadership potrebbero scegliere di lasciare l'azienda, portando via competenze preziose e aumentando i costi di sostituzione. Valutare la compatibilità con l’organizzazione Prima di assumere un manager anticonformista, è cruciale valutare se questo profilo è compatibile con la fase di sviluppo dell’azienda e la cultura aziendale. Ad esempio: Contesto aziendale: Un'azienda che si trova in una fase di trasformazione, di espansione o che punta a rilanciare il proprio brand potrebbe beneficiare dell’energia innovativa di un manager anticonformista. Tuttavia, in aziende consolidate e con una cultura più gerarchica, il rischio di frizioni potrebbe essere più elevato. Obiettivi a lungo termine: Se l’obiettivo dell’azienda è consolidare le proprie posizioni, potrebbe essere preferibile un leader più tradizionale e orientato alla stabilità. Se invece l'obiettivo è la crescita e il cambiamento, un manager anticonformista potrebbe essere l’agente di trasformazione necessario. Tipo di team: Un team composto da persone dinamiche e aperte al cambiamento potrebbe trarre vantaggio dalla leadership anticonformista. Al contrario, team che preferiscono stabilità e chiarezza nelle direttive potrebbero entrare in conflitto con uno stile di gestione troppo non convenzionale. Conclusioni La scelta di assumere un manager anticonformista è una decisione strategica che deve essere valutata attentamente. Da un lato, può rappresentare una grande opportunità per introdurre innovazione, dinamismo e nuovi talenti. Dall’altro, comporta rischi legati alla destabilizzazione del team e all’esposizione a cambiamenti troppo repentini. Come direttore del personale, il mio compito è quello di ponderare attentamente i vantaggi e i rischi, valutando la compatibilità tra il profilo anticonformista e le esigenze specifiche dell’azienda e dei suoi dipendenti. Se l’azienda è pronta a un cambiamento e a gestire le sfide che un leader anticonformista potrebbe portare, l’assunzione di tale figura potrebbe rivelarsi una mossa vincente per il futuro.

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https://www.rmix.it/ - Slow Life: Quale è il Paese più Felice del Mondo Secondo l’WHR
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Slow Life: Quale è il Paese più Felice del Mondo Secondo l’WHR
Slow Life

Il nuovo rapporto del World Happiness Report ratifica che un gruppo di paesi del nord Europa si contende lo scettrodi Marco ArezioParlare di felicità e di benessere psico-sociale potrebbe essere un po' azzardato in questi ultimi anni, visto la pandemia che abbiamo passato, la crisi energetica che ci ha colpiti, la guerra tra la Russia e l’Ucraina e le crescenti tensioni tra l’occidente e la Cina. Tutte queste difficoltà farebbero pensare che solo lavorare ad una classifica mondiale per catalogare i paesi, tra i più felici e i più infelici del mondo, potrebbe essere anche anacronistico e fuori luogo. In realtà, come la storia ci ha insegnato, il mondo va avanti nonostante il genere umano si sforzi, giorno e notte, di pensare come arrivare all’apocalisse, in quanto esiste un flusso di positività che non si esaurisce, che lavora, nonostante tutte le forze siano avverse, per cercare la felicità. E, probabilmente, partendo da queste irriducibili correnti positive, che il World Happiness Report 2023 ha redatto l’ultima classifica sulla felicità dei paesi del mondo. La raccolta dei dati è stata fatta sulla base di interviste in 137 paesi, coinvolgendo più di 100.000 persone, alle quali è stato chiesto di esprimere un punteggio da 1 a 10 in merito alla propria soddisfazione, rispetto ad alcuni parametri cardini, come il sostegno sociale, il reddito, la salute, la libertà, la generosità e l'assenza di corruzione. Ovviamente la felicità e la sua percezione sono parametri soggettivi, ma la miscelazione dei dati su un’utenza ampia e il confronto con i valori espressi gli anni precedenti alle medesime domande, ha dato ai ricercatori un quadro interessante. Nei paesi che sono rientrati all’interno dei primi 20 classificati si è potuto notare come la benevolenza, quel sentimento condiviso da molte popolazioni, che si traduce in azioni singole od espresse tramite il volontariato, nell’assistenza a vari livelli del prossimo, esprimendo l’attenzione ai bisogni degli altri, gratuitamente e senza scopi differenti che non siano quello di aiutare e sostenere chi ha bisogno, sia aumentata. Da qui si può cominciare ad intuire dalle interviste fatte, cosa possa essere per alcune persone la felicità, infatti, molti hanno identificato la felicità come la possibilità di poter contare sull’aiuto di qualcuno e, visto, che in alcuni paesi circa l’80% della popolazione dichiara che può contare su altre persone al bisogno, si può trarre alcune interessanti indicazioni dei gradi di felicità che compongono il paniere. In questa speciale classifica che, come abbiamo detto, comprende molti parametri, al primo posto troviamo, ancora una volta, la Finlandia, seguita da un gruppetto di paesi nordici come fa Danimarca e l’Islanda, poi Israele, per poi ricominciare con le latitudini nordiche, trovando la Svezia, la Norvegia, la Svizzera, il Lussemburgo e la Nuova Zelanda. Restando sempre al nord buoni progressi li ha fatti, per esempio la Lituania, che è entrata tra i primi venti in classifica, recuperando dal 52° posto, ma anche altri paesi baltici come l’Estonia e la Lettonia hanno avuto ottimi progressi. Parlando dei paesi in cui, più che esprimere un grado di felicità, si può parlare di paesi più infelici, troviamo al primo posto l’Afganistan dei talebani, seguito dal Libano, entrambi paesi dilaniati da guerre intestine e condizioni di vita molto difficili. Questa classifica ha rimarcato quanto la popolazione mondiale sia, comunque, resiliente, e che una buona parte della popolazione vive con animo aperto e lavora per migliorare la propria vita, adoperandosi per migliorare, in qualche modo, anche il contesto sociale in cui vive, nonostante le pandemie, le guerre, la corruzione e le disuguaglianze socio-economiche. I dati sono anche supportati dall’indice di disponibilità al volontariato in netto aumento in molti paesi presi in esame, e dall’aumento delle donazioni materiali che, nonostante l’incertezza del momento, non vede flessioni. Per parlare di numeri vediamo i paesi considerati dal World Happiness Report tra i più felici e tra i più infelici: La Top 20 dei paesi più felici del mondo 1. Finlandia 2. Danimarca 3. Islanda 4. Israele 5. Paesi Bassi 6. Svezia 7. Norvegia 8. Svizzera 9. Lussemburgo 10. Nuova Zelanda 11. Austria 12. Australia 13. Canada 14. Irlanda 15. Stati Uniti 16. Germania 17. Belgio 18. Repubblica Ceca 19. Regno Unito 20. Lituania La Top 20 dei paesi più infelici del mondo 1. Afghanistan 2. Lebanon 3. Sierra Leone 4. Zimbabwe 5. Congo 6. Botswana 7. Malawi 8. Comoros 9. Tanzania 10. Zambia 11. Madagascar 12. India 13. Liberia 14. Etiopia 15. Jordan 16. Togo 17. Egitto 18. Mali 19. Gambia 20. BangladeshCategoria: Slow life - vita lenta - felicità

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https://www.rmix.it/ - Come vengono demolite le navi fuori dalla legge
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Come vengono demolite le navi fuori dalla legge
Ambiente

Come inquinare l’ambiente e manipolare i principi dell’economia circolare demolendo le navi in modo illegaledi Marco ArezioAggirare i principi dell’economia circolare e inquinare l’ambiente per soldi. La demolizione delle navi è un’attività di grande interesse dal punto di vista dell’economia circolare in quanto vengono recuperati centinaia di migliaia di tonnellate di materie prime ogni anno, soprattutto acciaio, che rientra nel circuito della produzione salvaguardando l’ambiente e risparmiando risorse naturali ed inquinamento per produrre nuove materie prime.E’ tutto così semplice? Purtroppo no. Le demolizioni delle navi dovrebbero essere eseguite in uno dei 41 impianti autorizzati sparsi nel mondo, dove il materiale da riciclare viene avviato a centri autorizzati e specializzati e le sostanze pericolose ed inquinanti, che sono presenti sulle navi, trovano una corretta collocazione, evitando che vadano disperse nell’ambiente. In realtà, alcuni armatori, per questioni di mero profitto, preferiscono vendere la nave che vogliono rottamare a società che operano fuori dalle regole dell’economia circolare e ambientali, incassando un prezzo molto più interessante rispetto ai centri autorizzati. Il business è più importante di quello che si crede, se consideriamo che, secondo le informazioni dell’ONG Shipbreaking, nel solo 2019 sono state vendute ai cantieri di demolizione 674 navi oceaniche, commerciali, piattaforme galleggianti ed offshore, da carico, petroliere e passeggeri. Questa pratica, definita “Shipwrecking“, viene svolta sulle spiagge principalmente di tre paesi: Banglasedh, India e Packistan, le cui imprese locali, che si occupano della demolizione, arrivano a pagare fino a 400 UDS per tonnellata leggera (ltd) che corrisponde a circa 3-4 volte di più rispetto al ricavo che un armatore può ottenere facendo demolire la propria nave in un cantiere Europeo autorizzato. Dove è il profitto? Chi acquista le navi in questi paesi, ad un prezzo di mercato più alto rispetto ai cantieri autorizzati, fa leva sul basso costo della manodopera, sulla bassa considerazione sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori e sul mancato rispetto dello smaltimento dei rifiuti e delle sostanze pericolose in centri autorizzati e con procedure corrette. Mentre chi rivende le navi, a fronte di un maggiore guadagno, aggira le leggi internazionali, che impongono uno smaltimento controllato, facendo cambiare la bandiera alle navi durante l’ultimo viaggio e togliendosi qualsiasi responsabilità della fine del natante. Per il cambio di bandiera e quindi di proprietà, gli stessi demolitori si occupano di tutta la trafila burocratica semplificando le operazioni. Quale è l’impatto sull’ambiente? Sulle spiagge di Chattogram, Alang e Gadani e altre, vengono smontate le navi trasformando luoghi che fino a poco tempo fa erano incontaminati, in discariche a cielo aperto in cui i materiali nobili, come l’acciaio, vengono rivenduti per la laminazioni ad industrie locali, mentre quelli meno nobili e gli agenti inquinanti o tossici, vengono dispersi nell’ambiente, quali piombo, amianto bifenili policrolurati, mercurio e radio. Il Bangladesh, secondo la ONG Shipbreaking, è la discarica preferita per le imbarcazioni che hanno trasportato sostanze tossiche, causando danni irreparabili all’ambiente proprio in un’area di movimento delle maree. Cosa dicono le normative internazionali? Secondo la convenzione di Hong Kong varata dall’organizzazione marittima internazionale, ci sono regole ben precise e dettagliate sullo smaltimento di una nave a fine vita, inoltre esiste il regolamento Europeo entrato in vigore il primo Gennaio 2019, che impone lo smaltimento dei natanti solo nei centri autorizzati. Inoltre, le norme sulla tutela dei lavoratori, nonostante non sia un aspetto che riguarda le normative marittime in materia di smaltimento delle navi, sono spesso disattese per portare a termine questi tipi di attività. In particolare la manipolazione di sostanze tossiche o pericolose senza le adeguate attrezzature di protezione, la mancanza di strutture mediche e di assistenza e la mancanza prevenzione degli incidenti sul lavoro. Cosa si può fare? Come abbiamo visto, alcuni armatori non consegnano la nave ai centri autorizzati per lo smaltimento, ma la vendono prima della demolizione a società non autorizzate, godendo di una procedura semplice e collaudata che non gli fa correre rischi. Una decisa azione politica internazionale potrebbe cambiare le regole che permettono l’aggiramento della legge in fatto di ultima proprietà e della successiva demolizione della nave, il divieto di smaltimento nei siti non autorizzati che deve interessare, in qualche misura, anche l’armatore per cui la nave ha fatto servizio. Le autorità di polizia internazionale e le autorità della protezione dell’ambiente devono continuare il lavoro di investigazione, per perseguire coloro che creano, per profitto, disastri ambientali, mettono in pericolo anche la salute dei lavoratori. Nel frattempo le istituzioni finanziarie hanno iniziato a disincentivare gli investimenti verso aziende che non seguono una politica di circolarità dell’economia e che non dimostrano di avere un’impronta verde sulla propria attività. Infatti stanno definanziando l’industria petrolifera e hanno iniziato anche un ritiro dalle compagnie di navigazione, come è successo nel 2018 quando i fondi pensionistici KLP e GPFG, hanno alleggerito il loro portafoglio sulle compagnie navali.

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https://www.rmix.it/ - Covid-19: la sua possibile presenza sui rifiuti domestici
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Covid-19: la sua possibile presenza sui rifiuti domestici
Economia circolare

Come trattare i prodotti della raccolta differenziata per evitare il contagio da Covid 19di Marco Arezio Che il virus, Covid 19 o Coronavirus, sia terribilmente contagioso per vie area lo abbiamo capito presto vedendo cosa è successo in Cina e cosa sta succedendo in Europa, ma dobbiamo anche considerare come trattare i prodotti che compriamo e i rifiuti che produciamo, per evitare eventuali contagi. Dopo La Cina, che abbiamo visto molto lontana per diverse settimane, in cui il virus aveva devastato l’equilibrio sociale di una parte del paese, ci siamo improvvisamente svegliati, non tutti in Europa direi, con il virus in casa. Sappiamo che la fonte di contagio primario rimane quella per via area, con gli sternuti e i colpi di tosse di chi è contagiato, attraverso i quali si espelle dal nostro corpo, vaporizzazioni e saliva, nei quali c’è il virus. Abbiamo imparato a capire come difenderci attraverso le mascherine, i guanti e l’allontanamento sociale. Ma cosa sappiamo della permanenza in vita del virus Covid-19 sulle superfici e sui prodotti che usiamo ogni giorno? Poco, secondo l’Istituto Superiore della Sanità Italiano, impegnato per gestire l’epidemia nel proprio paese, il virus si disattiva in un arco temporale variabile tra pochi minuti a 8-9 giorni, in base ai comportamenti di altri virus similari studiati in precedenza. Questa grande forchetta temporale dipende dal tipo di superficie con cui viene in contatto il virus, dalle condizioni quali l’umidità, il calore, la temperatura e molti atri fattori più tecnici. Non potendo sapere se gli imballi che tocchiamo posso trasportare un virus depositato in precedenza, dobbiamo stare molto attenti anche alla manipolazione dei prodotti che usiamo e che diventeranno rifiuti. Sarebbe auspicabile fare la spesa utilizzando guanti monouso e una volta che i prodotti acquistati entrano in casa, passarli, ove possibile, con liquidi a base di alcool. Ma anche i rifiuti domestici che gettiamo, sarebbe meglio seguissero strade diverse, se siete positivi al Covid-19 o se siete in quarantena, rispetto alla selezione tradizionale che normalmente facciamo in casa. Vediamo alcuni esempi: La plastica, il vetro, la carta, i residui di cibo, i fazzoletti le mascherine e i guanti (per fare alcuni esempi) sarebbe meglio metterli nel sacco del rifiuto indifferenziato, senza quindi separarli, per essere indirizzati agli impianti di termovalorizzazione. I sacchetti devono rappresentare un involucro robusto, che non si possa rompere nella movimentazione da parte dell’operatore che raccoglie i rifiuti. Se i sacchetti sono molto fini, usatene più di uno sovrapposti. La chiusura dei sacchetti deve essere ermetica, in modo che non ci sia la possibilità, rovesciandosi, che fuoriescano i rifiuti. Le legature vanno fatte con i guanti nonouso. Gettate poi i guanti in un altro sacchetto per la raccolta indifferenziata. Lavatevi sempre le mani al termine dell’operazione per almeno 30 secondi con acqua e sapone.

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