Innovazione, sostenibilità e networking al centro dell'evento dedicato all'asfalto e alla manutenzione delle infrastrutturedi Marco ArezioAsphaltica è una fiera biennale che si svolge a Bologna ed è uno degli appuntamenti più importanti a livello internazionale per il settore delle pavimentazioni stradali, con un particolare focus sull'asfalto. Questa manifestazione si distingue per essere un punto di incontro privilegiato per tutti coloro che sono coinvolti nella filiera delle infrastrutture stradali, dalla progettazione alla manutenzione, fino alla produzione di materiali e tecnologie avanzate. Organizzata in collaborazione con SITEB (Associazione Italiana Bitume Asfalto Strade), Asphaltica rappresenta un'opportunità unica per esplorare le innovazioni nel campo della mobilità su strada, incontrare i principali attori del settore e approfondire i temi legati alla sostenibilità e all'efficienza infrastrutturale. Un Settore Cruciale: Asfalto e Infrastrutture Stradali L'asfalto è un elemento chiave nelle infrastrutture moderne. Gran parte della nostra mobilità dipende dalle strade, e l'asfalto è uno dei materiali più utilizzati per la costruzione di superfici stradali resistenti, sicure e durevoli. Tuttavia, le problematiche che il settore affronta sono numerose, dall'impatto ambientale dei materiali utilizzati, alla necessità di manutenzioni frequenti e alla crescente domanda di soluzioni sostenibili. In questo contesto, Asphaltica si pone come una piattaforma strategica dove le aziende e i professionisti del settore possono presentare le loro innovazioni. Gli espositori provengono da settori legati alla produzione e all’installazione di materiali per pavimentazioni, macchinari per la stesa e manutenzione dell'asfalto, soluzioni tecnologiche per la sicurezza stradale, e strumenti per la gestione delle infrastrutture. Tra le novità che spesso vengono presentate in fiera, troviamo materiali a basso impatto ambientale, asfalti riciclati o soluzioni che mirano a ridurre le emissioni di CO2 nella fase di produzione. Perché Espositori e Visitatori Scelgono Asphaltica? Partecipare a una fiera come Asphaltica è una scelta strategica sia per gli espositori che per i visitatori. Per chi espone, l'evento rappresenta una vetrina unica per mostrare le proprie soluzioni tecnologiche e per entrare in contatto con un pubblico altamente specializzato, composto da professionisti del settore, ingegneri, amministratori pubblici e aziende di costruzioni. Gli espositori tipici includono produttori di materiali per pavimentazione, aziende che offrono macchinari per la posa e manutenzione dell'asfalto, nonché fornitori di servizi di manutenzione delle infrastrutture stradali. Inoltre, vi è una crescente partecipazione da parte di società che operano nel campo della sostenibilità e dell'economia circolare, alla ricerca di nuovi metodi per rendere l’asfalto e le strade più green. D'altro canto, Asphaltica è una fiera molto attrattiva anche per i visitatori, in particolare per professionisti che lavorano nel settore pubblico o privato e che sono responsabili della manutenzione delle strade o della progettazione delle infrastrutture. Ingegneri, tecnici comunali, aziende di costruzione e progettisti trovano in Asphaltica un’occasione preziosa per aggiornarsi sulle ultime tendenze del settore, scoprire nuove tecnologie e confrontarsi direttamente con i fornitori. Un altro elemento di grande richiamo per i visitatori è rappresentato dai numerosi workshop e seminari che si svolgono durante la fiera, dove esperti e tecnici condividono le ultime novità normative e le nuove pratiche nel campo della gestione delle infrastrutture. Questo rende la fiera un vero e proprio hub di conoscenze, ideale per chi vuole tenersi aggiornato sulle evoluzioni del mercato e sulle opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Vantaggi di Partecipare Naturalmente, come per ogni grande fiera, partecipare ad Asphaltica presenta una serie di vantaggi e svantaggi, sia per chi decide di esporre sia per chi si reca come visitatore. Vantaggi per gli espositori: Uno dei principali vantaggi è la possibilità di espandere la propria rete di contatti professionali. Asphaltica è un evento che attira professionisti da tutto il mondo, creando un ambiente fertile per la creazione di nuove opportunità di business. Inoltre, permette di presentare prodotti innovativi e di posizionarsi come leader del settore, soprattutto grazie alla specializzazione della fiera che garantisce un pubblico altamente mirato. Per molte aziende, partecipare significa consolidare la propria presenza sul mercato e cogliere nuove opportunità commerciali. Vantaggi per i visitatori: Per i visitatori, i benefici principali consistono nell'accesso diretto a una vasta gamma di soluzioni innovative. Asphaltica permette di toccare con mano le novità del settore, parlare direttamente con i fornitori e ottenere informazioni di prima mano sulle tecnologie più avanzate. È anche una grande occasione per stringere relazioni commerciali e ottenere suggerimenti su come migliorare i propri processi operativi o di manutenzione. Asphaltica vs. Altre Fiere del Settore Se paragoniamo Asphaltica a eventi internazionali come Bauma, che si tiene a Monaco di Baviera, notiamo subito alcune differenze chiave. Bauma è una fiera colossale che copre tutti i settori delle costruzioni, dalle attrezzature pesanti al movimento terra, fino alle tecnologie per l'edilizia. La sua portata globale attira decine di migliaia di visitatori e migliaia di espositori da tutto il mondo. Tuttavia, proprio a causa della sua vastità, Bauma può risultare dispersiva per chi è interessato esclusivamente al settore delle pavimentazioni stradali. Asphaltica, invece, ha un focus molto più ristretto e mirato, concentrandosi unicamente sull’asfalto e le infrastrutture stradali. Questo la rende particolarmente interessante per chi lavora in questo ambito specifico, poiché offre una piattaforma dove ogni espositore e ogni innovazione presentata è strettamente correlata alle necessità del settore. Conclusione Asphaltica si conferma come un evento essenziale per chiunque operi nel mondo delle pavimentazioni stradali e delle infrastrutture. È una fiera che unisce innovazione tecnologica e aggiornamenti normativi, offrendo a espositori e visitatori un ambiente ideale per fare affari, scoprire nuove opportunità e migliorare le proprie competenze. Sebbene la partecipazione richieda un investimento considerevole in termini di tempo e denaro, i vantaggi in termini di networking, aggiornamento professionale e crescita del business superano di gran lunga gli svantaggi, soprattutto per coloro che cercano una piattaforma specializzata in un settore così cruciale come quello delle infrastrutture stradali.
SCOPRI DI PIU'Rallentare per non Consumare la VitaSaremmo contenti di fare milioni di cose che non possiamo fare.La volontà c'è, ma non riusciamo a realizzare il desiderio.Quando proviamo un desiderio, ma non abbiamo i mezzi per realizzarlo, otteniamo quella particolare reazione chiamata sofferenza.Chi è la causa del desiderio? Io, io soltanto.Di conseguenza, io stesso sono la causa di tutte le sofferenze in cui mi trovoSvami VivekanadaCategoria: Slow life - vita lenta - felicità
SCOPRI DI PIU'Una fiera strategica per l'economia circolare e la sostenibilità, dedicata alle tecnologie innovative e alle soluzioni per il riciclo della plastica in Medio Oriente e Africa di Marco ArezioLa Plastics Recycling Show Middle East & Africa (PRS ME&A) è un evento di rilevanza internazionale dedicato al settore del riciclo della plastica. Si svolge annualmente in una location strategica del Medio Oriente, come Dubai, o dell'Africa, regioni che stanno vedendo una rapida crescita nell'adozione di pratiche di economia circolare e sostenibilità ambientale. Questo evento rappresenta un punto di incontro cruciale per le industrie, i governi e gli operatori del settore interessati a esplorare soluzioni innovative per la gestione e il riciclo della plastica. Di Cosa Si Occupa il Plastics Recycling Show Middle East & Africa? La fiera PRS ME&A si focalizza interamente sul riciclo della plastica, un tema di crescente importanza data la necessità globale di ridurre l'impatto ambientale dei rifiuti plastici. L’evento copre vari aspetti del riciclo, tra cui: Tecnologie di Riciclo della Plastica: Espositori presentano le ultime innovazioni nelle tecnologie di riciclo, inclusi macchinari per la separazione, il lavaggio, la triturazione e la rigenerazione della plastica. Prodotti Derivati dal Riciclo: Vengono esposte soluzioni innovative per la creazione di nuovi prodotti utilizzando plastica riciclata, evidenziando i vantaggi economici e ambientali. Politiche e Normative: La fiera ospita conferenze e workshop su politiche, normative e incentivi governativi che guidano l’industria del riciclo della plastica, con particolare attenzione alle dinamiche specifiche di Medio Oriente e Africa. Economia Circolare: PRS ME&A promuove l’adozione di modelli di economia circolare, dimostrando come il riciclo della plastica possa essere integrato in filiere produttive sostenibili. Chi Dovrebbe Esporre al PRS ME&A? Il Plastics Recycling Show Middle East & Africa è un'opportunità imperdibile per una varietà di aziende e organizzazioni, tra cui: Produttori di Tecnologie di Riciclo: Aziende che sviluppano e producono macchinari e soluzioni tecnologiche per il riciclo della plastica dovrebbero esporre per mostrare i loro ultimi prodotti e tecnologie a un pubblico di decision-maker e investitori. Produttori di Plastica Riciclata: Imprese che producono materie prime secondarie derivate dal riciclo della plastica trovano in PRS ME&A una piattaforma per presentare la qualità e l'innovazione dei loro prodotti. Aziende Manifatturiere: Le imprese che utilizzano plastica riciclata nei loro processi produttivi possono esporre per dimostrare il loro impegno verso la sostenibilità e per creare nuove partnership nel settore. Enti Governativi e Organizzazioni Non-Governative: Le istituzioni pubbliche e le ONG che lavorano sulla regolamentazione ambientale, la gestione dei rifiuti e la promozione della sostenibilità possono esporre per sensibilizzare e influenzare le politiche regionali. Chi Dovrebbe Visitare il PRS ME&A? Il Plastics Recycling Show Middle East & Africa attrae visitatori da diversi settori, tra cui: Professionisti del Riciclo: Manager, ingegneri e operatori del settore del riciclo, che cercano nuove tecnologie e soluzioni per ottimizzare i processi esistenti. Rappresentanti di Enti Pubblici: Funzionari governativi e legislatori interessati a sviluppare politiche più efficaci per la gestione dei rifiuti plastici. Ricercatori e Accademici: Studenti, professori e ricercatori che vogliono esplorare le ultime tendenze e innovazioni nel riciclo della plastica e nell’economia circolare. Imprenditori e Start-up: Innovatori e start-up che stanno sviluppando nuove tecnologie o modelli di business legati al riciclo della plastica. Confronti con Altre Fiere del Settore Nel panorama delle fiere dedicate al riciclo della plastica, il PRS ME&A si distingue per la sua localizzazione geografica e il suo focus su regioni emergenti. Tuttavia, ci sono altre fiere significative con cui può essere confrontata: Plastics Recycling World Expo (Europa e USA): Questo evento è uno dei principali a livello globale e attrae un numero elevato di espositori e visitatori da tutto il mondo. Rispetto a PRS ME&A, l'Expo offre una piattaforma più ampia, ma meno focalizzata sulle dinamiche specifiche di Medio Oriente e Africa. Chinaplas (Asia): Chinaplas è una delle fiere più grandi al mondo per l'industria della plastica, includendo anche il settore del riciclo. Tuttavia, PRS ME&A offre un ambiente più specializzato, con una maggiore enfasi sulle soluzioni adatte a mercati in rapida crescita come quelli del Medio Oriente e dell'Africa. Ecomondo (Italia): Sebbene Ecomondo sia una fiera più ampia che copre tutti gli aspetti dell'economia circolare, il focus di PRS ME&A sul riciclo della plastica lo rende più rilevante per chi opera esclusivamente in questo settore. Vantaggi e Svantaggi del PRS ME&A VantaggiFocus Regionale: PRS ME&A è perfettamente posizionata per servire i mercati emergenti del Medio Oriente e dell'Africa, offrendo soluzioni su misura per queste regioni. Specializzazione: La fiera è altamente specializzata nel riciclo della plastica, rendendola un evento chiave per gli operatori del settore. Opportunità di Networking: La dimensione e l'ambiente del PRS ME&A facilitano incontri mirati e collaborazioni strategiche. SvantaggiPortata Limitata: Rispetto a fiere più grandi e globali, PRS ME&A può avere una portata geografica e industriale più limitata. Concorrenza con Grandi Eventi: Il confronto con fiere come Chinaplas e Plastics Recycling World Expo può rendere PRS ME&A meno attrattivo per le aziende che cercano un'esposizione globale. Conclusioni Il Plastics Recycling Show Middle East & Africa è un evento fondamentale per chi opera nel settore del riciclo della plastica, specialmente in regioni emergenti come il Medio Oriente e l'Africa. Con il suo focus su tecnologie innovative, politiche sostenibili e prodotti riciclati, PRS ME&A offre una piattaforma strategica per espositori e visitatori. Sebbene sia meno vasto rispetto a fiere globali, il suo focus regionale e la specializzazione lo rendono un appuntamento imperdibile per i professionisti del settore, con molteplici opportunità di networking e crescita commerciale.
SCOPRI DI PIU'La CO2 come Risorsa: Cattura, Imprigionamento e Riutilizzo per un Futuro SostenibileL’anidride carbonica è sempre stata additata come un veleno per l’ambiente, dispersa senza criterio nell’atmosfera, distrutti gli ambienti che fungevano da moderatore delle quantità dell’aria, costruiti prodotti che ne emettono in quantità pericolose.Ma c’è un altro risvolto della medaglia che consiste nel considerare la CO2 una vera risorsa da riutilizzare in molti campi civili ed industriali. La CO2, opportunamente trattata, viene usata nel settore alimentare, nelle bibite, nel settore medicale, nella depurazione delle acque, nella lavorazione dei metalli, come gas refrigerante ecologico e in molti altri campi applicativi. Quindi catturarla, imprigionarla, lavorarla e riutilizzarla è un’opportunità importante ma anche una necessità per il bilanciamento carbonico del nostro pianeta. Tra i primi in Italia a realizzare industrialmente un processo di riciclo della CO2 è stata l’azienda Bergamasca Tenaris Dalmine, che attraverso lo stabilimento a Dalmine (Bg), iniziò a trattare questa preziosa materia prima nel settore della lavorazione dei metalli Oggi l’azienda ha aperto una collaborazione con la società Saipem e la Siad, che, attraverso l’acquisto di una innovativa tecnologia Canadese tramite Saipem, utilizza un enzima particolare per la cattura della CO2. Processo che sta interessando l’approfondimento tecnico-scientifico, con studi già in fase avanzata anche il Politecnico di Milano e di Torino. Questa tecnologia riduce notevolmente i costi di post-combustione per la cattura della C02 e permette il suo impiego in moltissimi settori di competenza delle tra aziende. Michele della Botta, Ad di TenarisDalmine, sostiene che questo progetto aiuterà l’azienda nell’obbiettivo di riduzione del 30% delle emissioni di CO2 entro il 2030.
SCOPRI DI PIU'Nuove soluzioni sostenibili per il riciclo del polistirolo a contatto con gli alimentidi Marco ArezioIl riciclo meccanico del polistirolo per uso alimentare in Italia rappresenta una sfida significativa e un'opportunità promettente nel contesto dell'economia circolare. Questo processo consente di trasformare i rifiuti di polistirolo post-consumo in nuovi materiali utilizzabili, riducendo così l'impatto ambientale e promuovendo la sostenibilità. Nonostante le difficoltà iniziali legate alla creazione di una catena di riciclo efficiente per il polistirolo, recenti innovazioni tecnologiche e collaborazioni strategiche hanno permesso di raggiungere risultati importanti in questo settore. A seguito della collaborazione tra Versalis, la società chimica di Eni, e Forever Plast, azienda leader in Italia nel riciclo della plastica post-consumo, nasce REFENCE™, una gamma innovativa di polimeri riciclati destinati all'imballaggio per alimenti. Questa nuova gamma è già disponibile sul mercato per applicazioni in polistirene, come vasetti per yogurt, vassoi per carne e pesce, e altri tipi di imballaggi rigidi ed espansi. Questi nuovi prodotti andranno ad ampliare il portafoglio Versalis Revive® di materiali riciclati meccanicamente, ridefinendo i limiti di applicazione e permettendo il contatto diretto con gli alimenti. REFENCE™ è stato sviluppato grazie alla tecnologia NEWER™, creata nei laboratori di ricerca di Versalis a Mantova e industrializzata negli impianti di Forever Plast a Lograto (Brescia), nell'ambito di un accordo di co-sviluppo tra le due aziende. La tecnologia NEWER™ consente la purificazione dei polimeri riciclati in conformità con il Regolamento UE 1616/2022 sul riciclo e ha ottenuto anche la Non-Objection Letter (NOL) dalla Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti. Adriano Alfani, CEO di Versalis, ha dichiarato: "La circolarità è una leva strategica fondamentale. Per questo motivo, ci impegniamo a sviluppare processi di riciclo complementari per valorizzare le plastiche a fine vita e integrarci nella catena di raccolta nazionale italiana. Stiamo completando i lavori sul nostro primo hub avanzato di riciclo meccanico a Porto Marghera per le plastiche post-consumo, in particolare i polimeri stirenici. La nostra collaborazione con Forever Plast mira a raggiungere settori applicativi, come l'imballaggio alimentare, dove la sostenibilità e la qualità sono essenziali, rafforzando così la nostra leadership europea nel riciclo meccanico." Piersandro Arrighini, CEO di Forever Plast, ha aggiunto: "Siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto, soprattutto considerando che fino a pochi anni fa non esisteva una catena di riciclo per il polistirene dalla raccolta differenziata a livello europeo. La collaborazione con Versalis ci ha permesso di raggiungere questo straordinario traguardo."
SCOPRI DI PIU'Jim Robo, CEO di Nextera, racconta con passione i successi della multinazionale attiva nel mercato dell'energia pulitaJim Robo, il CEO di NEXTera, società americana specializzata nelle energie rinnovabili, ha scritto una lettera agli azionisti, ai clienti e al mercato, in cui traspare tutta la carica e la fede verso il lavoro che l'azienda compie ogni giorno nel campo della produzione di energia pulita, uno sprone al mondo industriale, alla politica e al mercato, verso sfide nuove fatte di sostenibilità economica e reddituale per l'impresa ma anche per il mondo in cui viviamo. Guardare avanti senza rimpianti e rispettare il business sostenibile, i clienti, gli azionisti e i dipendenti.Il 2020 è stato un anno di sconvolgimenti senza precedenti. Abbiamo affrontato una pandemia mondiale associata a gravi problemi economici. Abbiamo assistito a ingiustizie e disordini. Abbiamo sperimentato cambiamenti significativi nel modo in cui lavoriamo e nel modo in cui viviamo. Gli eventi del 2020 hanno inoltre rafforzato l'importanza vitale del lavoro che svolgiamo. La nostra azienda e il nostro settore sono la definizione stessa dell’importanza dell’infrastruttura e del valore dei nostri dipendenti. L'elettricità alimenta il nostro sistema sanitario, consente ai primi soccorritori di aiutare chi ne ha bisogno, consente alle aziende di rimanere aperte o riaprire, facilita l'apprendimento online ed è fondamentale mentre le nostre comunità si riprendono da tutte le sfide che il 2020 ha portato. Quindi, nel mezzo di questi tempi straordinari, rimaniamo più impegnati che mai nella nostra strategia a lungo termine. Questa strategia inizia con una visione: vogliamo essere il più grande e redditizio fornitore di energia pulita al mondo con le migliori competenze e capacità in tutto il mondo. Questa visione è ispirata dai nostri valori: ci impegniamo duramente, facciamo la cosa giusta, trattiamo le persone con rispetto. Questa visione e questi valori ci ispirano ogni giorno. La nostra strategia include anche un focus sull'importanza degli impatti ambientali, sociali e di governance (ESG) che fanno parte di tutto ciò che facciamo da oltre 25 anni. Siamo appassionati di generare energia pulita e rinnovabile, proteggendo l'ambiente e restituendo alla comunità. Florida Power & Light Company (FPL) e Gulf Power mirano a essere le società di servizi più affidabili e meglio operative nel paese, mentre crescono rapidamente l'energia pulita. NextEra Energy Resources si concentra sulla creazione di una società diversificata di energia pulita con un'enfasi sulla crescita del portafoglio eolico, solare e di stoccaggio leader a livello mondiale. Con tutta l'azienda, stiamo offrendo un valore eccezionale ai nostri clienti, supportando le nostre comunità e responsabilizzando i nostri team, il tutto generando un valore significativo per gli azionisti e facendo del bene all'ambiente. L'investimento di capitale è fondamentale per l'attuazione della nostra strategia. Negli ultimi dieci anni, abbiamo investito quasi 90 miliardi di dollari in infrastrutture per l'energia pulita, rendendoci il più grande investitore di infrastrutture statunitensi nel settore energetico e uno dei maggiori investitori di capitale in qualsiasi settore negli Stati Uniti in questo periodo. Investendo in infrastrutture intelligenti e soluzioni innovative di energia pulita, lo siamo contribuire a costruire un futuro energetico sostenibile che sia accessibile, affidabile e pulito. I nostri investimenti di capitale ci aiuteranno anche a raggiungere l’ obiettivo di ridurre il nostro tasso di emissioni di anidride carbonica (CO2) del 67% entro il 2025 da una previsione del 2005. Riteniamo che nessuna azienda in nessun settore abbia fatto di più per ridurre le emissioni di carbonio e affrontare i cambiamenti climatici di NextEra Energy. La nostra strategia riflette anche la nostra convinzione che un'azienda energetica possa essere pulita e allo stesso tempo a basso costo. I nostri investimenti in FPL si sono tradotti in un valore per il cliente migliore, con fatture tipiche inferiori di circa il 30% alla media nazionale, affidabilità record e un profilo di emissioni di CO2 che è quasi il 30% migliore rispetto alla media nazionale. Sebbene Gulf Power faccia parte della famiglia NextEra Energy solo da gennaio 2019, i nostri investimenti in diversi settori dell'energia pulita hanno contribuito a migliorare il suo profilo di emissioni e il nostro focus strategico ha portato a un miglioramento record del 20% dell'affidabilità e una riduzione del 20% dei costi di O&M per megawattora (MWh) al dettaglio. NextEra Energy Resources è diventato il più grande generatore al mondo di energia rinnovabile dal vento e dal sole, nonché un leader mondiale nello stoccaggio di energia non solo perché i nostri clienti e gli azionisti vogliono emissioni più pulite, ma anche perché lo vedono le energie rinnovabili e lo stoccaggio possono ridurre i loro costi. Investendo in energia pulita e riducendo i costi per i nostri clienti, la nostra strategia ha anche generato vantaggi significativi per gli azionisti, i clienti e l'ambiente. Negli ultimi 15 anni, NextEra Energy ha avuto una progressione record di utili rettificati per azione in costante crescita, con un tasso di crescita annuale composto in questo periodo di quasi l'8,5%. Questi rendimenti costanti hanno portato NextEra Energy a sovraperformare sia l'S & P 500 che il Indici S&P 500 Utilities in termini di rendimento totale per gli azionisti su base uno, tre, cinque, sette e 10 anni. Negli ultimi 15 anni, abbiamo sovraperformato tutte le altre società nell'Indice S&P Utilities e l'85% delle società nell'S & P 500, mentre abbiamo più che triplicato il rendimento totale per gli azionisti di entrambi gli indici. Di conseguenza, siamo passati da una società di medie dimensioni per mercato/capitalizzazione, 15 anni fa, alla più grande società di servizi pubblici del mondo oggi. La nostra strategia viene eseguita dal miglior team del nostro settore, un team che sta costruendo una cultura diversificata e inclusiva. Crediamo che team diversificati forniscano risultati aziendali superiori, in parte perché possono apprezzare meglio le esigenze delle comunità che serviamo, ma soprattutto perché sfidano i vecchi modi di fare le cose e generano soluzioni innovative alle nostre sfide energetiche. Insieme, vediamo un'opportunità senza precedenti per plasmare il modo in cui l'energia viene prodotta e fornita in questo continente. Miriamo a essere all'avanguardia mentre avanziamo verso un'era energetica completamente sostenibile. Intendiamo continuare a rivoluzionare e trasformare il nostro settore e mantenere tutti i nostri impegni verso i nostri azionisti. Viviamo e lavoriamo in mezzo a sfide storiche. Molti di noi hanno vissuto queste sfide in modo molto personale. Tuttavia, credo che la nostra azienda guarderà indietro al 2020 come un anno in cui abbiamo affrontato queste sfide e ne siamo usciti più forti che mai. Credo che saremo in una posizione ancora migliore per aiutare tutti a recuperare e ricostruire.Foto: Nextera
SCOPRI DI PIU'Dopo la svolta ecologista della Cina la tecnologia dei robot potrebbe aiutare l’uomodi Marco Arezio Il mondo sta affondando nei rifiuti e non ci sono paesi che non possano temere questo lento annegamento nella palude dei nostri scarti. Forse i robot ci salveranno dai rifiuti? Vivevamo in un mondo comodo, dove i nostri rifiuti venivano facilmente ed economicamente spediti prevalentemente in Cina e nessuno, né il consumatore né le istituzioni politiche si sono mai preoccupate di che fine facessero tutta quella massa immensa di scarti che il benessere produceva ad un ritmo continuo e in quantità impressionante. Il giorno che il governo cinese ha detto stop, ci siamo svegliati dai nostri sonni felici e ci siamo ritrovare a precipitare in un baratro profondo. Non eravamo pronti per affrontare questa emergenza per due chiare ragioni: La prima, causata dello stop improvviso delle importazioni cinesi ci siamo accorti che dal punto di vista industriale non eravamo pronti a gestire una massa immensa di rifiuti contaminati. La seconda è di carattere tecnologico, in quanto i rifiuti che venivano inviate fuori dai paesi occidentali erano di una qualità bassa, con contaminazioni in termini di plastiche miste e poli-accoppiati che ne rendevano difficile il loro utilizzo commerciale. La soluzione potrebbe venire dalla tecnologia robotica che permetterebbe di incrementare e migliorare l’arduo compito che ci aspetta nella gestione in patria dei nostri rifiuti. I robot possono sostituire o implementare il lavoro gli operatori macchina proprio in quella parte del attività di selezione dei rifiuti dove l’incremento della quantità selezionata per giorno può accrescere il valore globale del rifiuto trattato. Inoltre possono incrementare la qualità della selezione, permettendo una selezione più precisa che unita all'aumento delle quantità dovrebbe portare un valore aggiunto al business, creando soluzioni compatibili con i costi di gestione dei rifiuti plastici attesi. Ovviamente i robot devono essere progettati per un lavoro per i quali non erano stati ancora impiegati, infatti, soprattutto negli Stati Uniti si stanno studiando terminali di presa dei prodotti in selezione attraverso l’incremento della tattilità delle mani meccaniche modificando con dei nuovi sensori persino la sensibilità alla tipologia di rifiuti che lavorano. Il loro funzionamento è semplice in quanto sono guidati da telecamere che puntano ai nastri di trasporto dei rifiuti da selezionare e interagiscono con i sensori posti sulle mani meccaniche. Inoltre ogni movimento che compiono permette di raccogliere dati specifici che possono essere gestiti per analizzare in modo matematico il lavoro svolto. C’è chi parla già di un miracolo della robotica che ci salverà dal problema dei rifiuti che sta strangolando le città in quanto velocità e qualità del rifiuto selezionato porterebbero alleggerire, nelle intenzioni degli addetti del settore, la pressioni sull'accumulo delle scorte dei rifiuti e porterebbe vantaggi economici indotti.Categoria: notizie - plastica - economia circolare - robotVedi maggiori informazioni sull'automazione industriale
SCOPRI DI PIU'Abbiamo parlato negli articoli scorsi di come gli pneumatici riciclati vengano raccolti e riciclati per creare nuova materia prima e nuove applicazioni che aiutino la circolarità dei rifiutidi Marco ArezioCi siamo soffermati sui sistemi di riciclo che attualmente vengono impiegati per la trasformazione degli pneumatici a fine vita, ma anche di alcune applicazioni nel campo dell’edilizia, in particolare nel settore dell’isolamento acustico. Rotoli, lastre e polverino vengono impiegati per la fono-assorbenza e la fono-impedenza del rumore in modo da dare alle nostre case un confort abitativo migliore. Nell’esplorazione dei vari campi di applicazione della materia prima che deriva dal riciclo degli pneumatici oggi vediamo l'utilizzo nelle scuderie dei cavalli. Nei maneggi, il mantenimento della salute e il confort dei cavalli è un fatto cruciale e di importanza primaria per la buona gestione dell’impresa e degli animali. Questi due obbiettivi, spesso, si raggiungono evitando l’insorgere di problemi legati alle articolazioni e ai legamenti dei cavalli e all’eccessiva presenza di polvere nell’ambito di lavoro. Nelle stalle si sta diffondendo l’uso di pavimentazione realizzate con materiali elastici provenienti dalla lavorazione degli pneumatici esausti che vengono posati sotto forme di piastrelle o di agglomerati monolitici. I manufatti possono essere alloggiati sopra il normale pavimento in cemento di supporto, riducendo la presenza dei materiali da lettiera ed aumentando l’igiene del locale e dell’animale in quanto è molto più semplice ed efficace la pulizia. Anche nelle aree di trotto e corsa dei cavalli, che notoriamente sono composte solo da sabbia, si può sostituire una miscela di sabbia e granulo di gomma riciclata che ha lo scopo di abbattere la dispersione delle polveri nell’aria, polveri che possono creare patologie respiratorie sia per gli animali che i lavoratori che li accudiscono giornalmente. Queste patologie possono presentarsi sotto forma di silicosi a seguito di una prolungata inspirazione delle micro polveri causate dall’azione dinamica degli zoccoli dei cavalli sui terreni sabbiosi. Un confort, un’igiene e uno stato di salute migliore per animali e lavoratori dei maneggi, attraverso l’uso delle pavimentazioni e dei compound contenenti gli pneumatici riciclati, è un fatto importante, ma molto più lo è, come per tutti i rifiuti che produciamo, quello di riutilizzarli, sotto forma di nuovi prodotti riciclati per ridurre i materiali destinati alla discarica o alla termovalorizzazione, per il benessere di tutti e del pianeta.Categoria: notizie - plastica - economia circolare - riciclo - rifiuti - pneumatici - cavalli Vedi maggiori informazione sui cavalli
SCOPRI DI PIU'Una sana rivalità all’interno dell’azienda è auspicabile ma gli eccessi sono da capire in tempodi Marco ArezioChe venga spinta dai managers o che si alimenti in modo autonomo, la competizione tra gli addetti dei vari reparti aziendali ha una sua efficacia, finché rimane una spinta costruttiva nel raggiungere gli obbiettivi comuni. Se gli impulsi competitivi diventano eccessivi possono essere destabilizzanti. La famosa frase “Divide et Impera” che il passato ci ha tramandato e che bene si plasma in ogni situazione di conflittualità, sembra sia da attribuire a Filippo II di Macedonia, padre di Alessandro Magno, che riuscì militarmente a riunire la Grecia a discapito delle innumerevoli tribù e fazioni militari presenti sul territorio. Nel mondo moderno la strategia vuole esprimere un sistema di potere tenuto volutamente frammentato, in una condizione di eterno equilibrio tra conflitti interni e spinte per prevalere, al fine di mettersi in luce verso il gradino gerarchico superiore. Dal punto di vista manageriale, avere un team composto da elementi competitivi che detengono piccole aree di potere, frazionate tra loro, può essere, se ben gestito, una forza importante nel raggiungimento degli obbiettivi comuni. Ma i problemi possono nascere quando la competizione, tra i componenti del team, travalica in uno stato strisciante di lotte intestine, celate dalla ragione di raggiungere l’obbiettivo del team, che potrebbe essere un budget o la finalizzazione di altri traguardi. Il team nato per essere un ariete nel mercato, che dovrebbe essere composto da intelligenza, costanza, cuore, affidabilità, lealtà e spirito di squadra, potrebbe iniziare la sua lenta trasformazione con la creazione di fazioni interne che hanno come scopo primario quello di correre da sole e di screditare gli altri membri del team. La prima cosa che può capitare è la creazione di una nuova squadra all’interno del gruppo, arruolando i “fedeli” da una parte e dall’altra, interrompendo subito le linee di comunicazione. Le fazioni non si parlano più di cose professionalmente rilevanti, cercando di mantenere un comportamento sociale normale, creando un clima da moti carbonari dove apparentemente il clima di lavoro all’interno del team appare tranquillo. Ogni componente delle fazioni infonde molte più energie psico-fisiche nel lavoro, ma non sempre riesce a trasformarle in efficiente operatività in quanto la catena informativa può essere frammentaria o volutamente non completa o corretta. I motivi che spingono i lavoratori ad assumere comportamenti iper-competitivi tra loro possono essere molteplici: Una precisa strategia da parte del manager responsabile che, non sicuro delle proprie qualità professionali, spinge i sottoposti ad evitare forme di coalizione che potrebbero metterlo in difficoltà. Un’abitudine del responsabile del team che, incarnando la sua voglia di emergere, accetta la competizione diretta e la crescente tensione tra le fazioni, nella speranza che generino maggior profitto in termini di risultati rispetto ad un team coeso ma meno competitivo. Una mancanza di coinvolgimento da parte del manager nella vita quotidiana del team potrebbe portare ad una sottile forma di anarchia, in cui ogni capo fazione si sente manager del progetto. La mancanza di carisma del responsabile del team potrebbe indurre i componenti a cercare, attraverso azioni e comportamenti a volte spregiudicati, nuovi spazi per la lotta alla successione. Una marcata disomogeneità delle qualità e competenze dei componenti del team potrebbero portare ad una selezione naturale, con la creazione di squadre di serie A e di serie B, creando sentimenti di astio e forme di ostacolo nei lavori. E’ indiscusso che un buon livello di competizione interna alle squadre di lavoro sono una cosa del tutto positiva per raggiungere gli obbiettivi aziendali, ma la gestione di una squadra di lavoro comporta il coinvolgimento diretto del responsabile, non tanto come elemento superiore della scala gerarchica, ma come alleato in cui l’autorevolezza del leader possa galvanizzare in modo positivo la squadra. La circolazione delle informazioni deve essere obbiettiva e completa ed equamente distribuite a tutti in modo che ognuno possa elaborarle e dare il proprio contributo nell’interpretarle per generare una migliore strategie d’intervento.Vedi maggiori informazioni su come comunicare in azienda
SCOPRI DI PIU'Vantaggi e svantaggi nell’uso delle cariche per il polipropilene rigeneratodi Marco ArezioIl polipropilene rigenerato proveniente dalla lavorazione dello scarto rigido e semirigido da post consumo, porta con sé una presenza più o meno marginale di altre plastiche, specialmente il polietilene, che non vengono intercettate completamente durante la fase di separazione degli imballi. Inoltre, a seconda della provenienza dell’input, possiamo trovare anche cariche minerali che possono essere composte da talco, carbonato di calcio, fibre di vetro e altre tipologie di cariche di minor uso. La base della ricetta, che proviene dallo scarto eterogeneo selezionato che andrà a costituire il granulo in PP da post consumo, può essere modificata additivando nella fase di realizzazione del granulo con cariche minerali per variare il comportamento delle performance del polipropilene e di conseguenza del manufatto. Il talco è una delle cariche minerali più usate nella modifica delle ricette del polipropilene rigenerato in quanto migliora la rigidità e la stabilità dimensionale, la resistenza al calore e il comportamento di scorrimento. Ci sono però alcuni svantaggi da soppesare quando si decide di additivare un polipropilene con una carica di talco, infatti dobbiamo registrare una diminuzione della resistenza agli urti alle basse temperature, la diminuzione della saldabilità e la formazione di superfici opache. Il carbonato di calcio agisce come il talco ma presenta alcuni indiscussi vantaggi: migliore capacità di dispersione, migliore scorrimento della massa fusa, maggiore stabilità ai raggi U.V., minore usura nel tempo del manufatto realizzato e minor tempo di ciclo durante la fase di stampaggio a parità di percentuale di cariche aggiunte. Le fibre di vetro possono essere mischiate nella ricetta sotto forma di macinato o fibre tagliate e si distinguono in fibre corte e lunghe. Utilizzando quelle corte aumenteremo la rigidità e la tenacità del manufatto, mentre utilizzando quelle lunghe aumentano oltremodo la resistenza del prodotto e la resistenza di scorrimento. C’è però da tenere in considerazione che le fibre molto lunghe aumentano il comportamento anisotropo dovuto all’orientamento delle fibre, con pericolo di distorsione, superfici opache e maggiore usura del manufatto. Per ovviare al problema della distorsione, si può aggiungere in miscela una certa percentuale di sfere di fibra di vetro che contribuiscono ad accrescere la resistenza a compressione e la rigidità, contrapponendosi efficacemente al fenomeno della distorsione. Il vantaggio dell’impiego delle fibre di vetro in polipropileni rigenerati è anche la tendenza a contribuire alla riduzione dell’odore tipico di questa famiglia di prodotti. Altre fibre, meno utilizzate, sono la mica, che ha il vantaggio di raggiungere la stessa rigidità di un polipropilene caricato in fibra di vetro al 30% con un utilizzo di una percentuale al 40 di mica ad un prezzo inferiore. Inoltre la farina di legno migliora l’isolamento acustico, i silicati di calcio migliorano le proprietà elettriche e termiche, mentre l’ossido di zinco protegge dai microrganismi e aumenta la resistenza ai raggi U.V.Categoria: notizie - tecnica - plastica - riciclo - PP - cariche
SCOPRI DI PIU'Robustezza, visibilità, durabilità, sicurezza, resistenza alle temperature e riciclate, questo si chiede a una cassa agricoladi Marco ArezioIn campagna quando c’è il periodo della raccolta della frutta e della verdura, che si svolge ancora prevalentemente a mano, i contenitori dei prodotti agricoli raccolti, per essere trasportati ai reparti di lavorazione e confezionamento, devono presentare caratteristiche particolari. Le casse agricole, dette da trasporto in quanto hanno la funzione di ricevere il frutto o la verdura tolta dalla pianta o dal campo, sono elementi generalmente in plastica adatti a contenere il prodotto per essere poi trasportato nei centri di lavorazione e confezionamento. In passato tutte le casse agricole da trasporto erano prodotte utilizzando polimeri vergini, ed realizzate utilizzando colorazioni sgargianti come il giallo, il rosso, il bianco per essere facilmente notabili nel campo. Questo tipo di imballo viene anche impiegato per il contenimento e la spedizione della frutta lavorata di elevato peso, che deve anche ricevere una conservazione alle basse temperature. Oggi la cassa agricola viene generalmente prodotta in materiale riciclato, che sia in PP o in HDPE, utilizzando materiali provenienti dalla raccolta differenziata. Si è cercato di dare una normativa alla filiera del prodotto che imponesse l’uso di materiali riciclati provenienti dalle sole casse agricole, ma in effetti la tracciabilità, nelle fasi di lavorazione della plastica attraverso la raccolta, macinatura, lavaggio ed eventuale granulazione, non permette che venga escluso un possibile contatto con altre tipologie di plastiche o contaminazioni. Questo perché, pur potendo disporre di imballi provenienti dalla sola agricoltura, i processi di trasformazione e riciclo in una nuova materia prima, sottopongono l’input al passaggio in macchine di triturazione e a impianti di lavaggio ed estrusione, nel caso dei granuli, che hanno lavorato anche altre materie prime. Sulla base di queste informazioni bisogna però dire che il prodotto raccolto nel campo ha già di per sé un grado di protezione che può essere la buccia, anch’essa tra l’altro, sottoposta all’irrorazione di insetticidi ed antifungini durante la fase di crescita del prodotto, i quali hanno un impatto decisamente più importante rispetto ad un contatto tra la frutta e con un prodotto inerte come la plastica riciclata. La scelta della plastica da utilizzare dipende dal ciclo di lavoro delle derrate alimentari che verranno contenute e dal tipo di logistica che si deve impiegare. Se la cassa ha una mera funzione di mobilità del raccolto dal campo fino allo stabilimento di lavorazione, non è di grande importanza la scelta se usare una cassa in polipropilene o in polietilene ad alta densità, ma se la frutta o la verdura devono essere conservate nelle celle frigorifere, la scelta cade sull’HDPE che ha un grado di resistenza alle basse temperature più importante rispetto al polipropilene. La produzione della materia prima, di entrambe le categorie plastiche, avviene attraverso l’uso dello scarto degli imballi che il sistema della raccolta differenziata può mettere a disposizione e tramite la riconversione a nuovo di magazzini di aziende delle bibite o della logistica, che periodicamente sostituiscono il loro parco contenitori. Vediamo le differenze di produzione della materia prima: Il Polipropilene viene generalmente prodotto dai rifiuti di imballi del settore alimentare, cassette agricole e industriali che vengono selezionati per provenienza, macinati in dimensioni di circa 10-12 mm., deferrizzati, lavati in impianti a rotazione e a decantazione in vasca, densificati per lacune tipologie di imballi e, se richiesto, avviati agli estrusori per la granulazione. La fluidità del prodotto realizzato, normalmente, si aggira intorno ad un range compreso tra 6 e 12 a 230°-2,16 kg. e può essere generalmente colorato con colori scuri. La materia prima gode di una certa abbondanza nei mercati della plastica e ha generalmente un prezzo contenuto sia per quanto riguarda il macinato che il granulo. Le casse risultano robuste, in quanto normalmente la percentuale di PP all’interno della ricetta è solitamente intorno al 90%, ma sono sconsigliate per un uso nelle celle frigorifere.Il Polietilene ad alta densità non gode della stessa facilità di reperimento sul mercato in quanto l’industria del packaging, soprattutto quella delle acque minerali e delle bibite, ha da tempo puntato su imballi in film plastici, lasciando il mercato del riciclo senza prodotto. Ci sono ancora aree di produzione nel mondo in cui si preferisce la realizzazione delle casse con materiali vergini, specialmente in alcuni settori alimentari in cui esiste un contatto diretto con il cibo non protetto, e questo genera un piccolo mercato del riciclo. Altre produzioni di casse con materia prima vergine vengono eseguite in paesi in cui i sistemi di separazione dei materiali e il successivo riciclo non sono così sviluppati da creare un ciclo di approvvigionamento sufficiente per chi costruisce questi imballi. In ogni caso, la produzione di un HDPE riciclato per la produzione di casse agricole passa dalla separazione per colore delle casse disponibili, così da poter impiegare la materia prima senza aggiungere coloranti in fase di stampaggio, la macinazione e la deferrizzazione del macinato in HDPE e il successivo lavaggio con il doppio passaggio come per il polipropilene. La fluidità varia da 6 a 8 a 190°/2,16 Kg. e il macinato può essere impiegato direttamente in macchina per produrre la cassa oppure passare alla fase di granulazione.Categoria: notizie - tecnica - plastica - riciclo - PP - HDPE - casse agricole
SCOPRI DI PIU'Le giornate per il manager possono prevedere trabocchetti e pericoli che bisogna saper superareLa vita del manager in azienda non è quasi mai fatta di rose e fiori, se non altro per le aspettative che il proprietario o il consiglio di amministrazione ripongono su di lui. Aspettative che devono essere ripagate in termini di produttività, marginalità, posizionamento aziendale sul mercato e immagine. I ruoli chiave sono certo ambiti, ma bisogna avere una buona dose di resilienza, spirito di iniziativa, adattamento allo stress e capacità di farsi aiutare dalla propria squadra, per raggiungere i traguardi aziendali nel tempo. Innanzitutto è bene considerare che non esistono, generalmente, settori meno complicati di altri, in un mercato libero e competitivo, e non esistono ruoli manageriali più semplici di altri, altrimenti non esisterebbe l’esigenza del manager stesso. Che tu appartenga al commerciale, al marketing, agli acquisti, alla produzione, alla gestione del personale, all’amministrazione o alla logistica, un’azienda di una certa dimensione ha bisogno di essere competitiva e vincente in ogni settore interno, per poter fare la differenza sul mercato nella sua interezza. Il confronto tra i managers delle attività apicali dell’azienda, può essere una giusta chiave per avere un’idea del contributo del proprio lavoro, ma serve anche per capire dove l’azienda è vincente o carente. Le esperienze del gruppo, anche se non strettamente collegate alle proprie o al proprio ambito lavorativo, sono utili per avere la giusta visione delle necessità generali e dei problemi che si verificano giornalmente. La condivisione delle problematiche generali può essere utile per poter fornire consigli ai colleghi, vedendo i problemi o le strategie sotto un altro punto di vista. Ogni manager, per la propria estrazione professionale, ha dovuto affrontare, da solo, decisioni nuove o inserire cambiamenti di strategie, probabilmente mai provate prima, di cui non si conoscono gli effetti, se non dopo un po' di tempo. Analizzare problemi di altri settori è anche una buona scuola per misurarsi con una futura gestione aziendale, in cui non è necessario eccellere in ogni ambito, ma è fondamentale avere la mente aperta, per poter analizzare e capire il flusso di lavoro dando il proprio contributo strategico. Non esiste un’infallibilità data dall’esperienza acquisita, e non esiste un processo esattamente uguale all’altro, quindi, sarà sempre necessario adattarsi alle vicende in corso e ragionare sulle migliori risposte. Questo libro è una sorta di esercizio, che ogni manager può fare, in cui vengono riportate problematiche che si possono verificare in ogni azienda, scelte da prendere in base alle evoluzioni delle situazioni interne ed esterne. Ogni argomento trattato ha una risposta proposta, un punto di vista e una risoluzione, che potrà coincidere con la vostra idea o potrebbe essere agli antipodi, con soluzioni che magari potrebbero essere del tutto differenti a quanto avreste voi in mente. Un buon esercizio per confrontarsi con se stessi e con le problematiche aziendali affrontate, prendendosi il tempo necessario per riflettere e cercare le soluzioni professionalmente più consone ad ognuno. Acquista l'e-Book
SCOPRI DI PIU'Come l’impatto delle temperature può influire sui valori prestazionali dei polimeri altamente reticolati di Marco ArezioNel campo dei polimeri plastici esistono quelli classificabili come reticolati e quelli definiti lineari o ramificati, i quali esprimono differenze sostanziali nella distribuzione e nel collegamento tra i punti delle molecole. Si può quindi definire un polimero “reticolato” se esistono due o più linee che collegano due punti qualsiasi della sua molecola, mentre si può definire un polimero “lineare” o “ramificato” se non esistono catene laterali intestate in due o più punti. La caratteristica delle catene reticolate è che sono unite tra loro da legami covalenti, aventi un'energia di legame pari a quella degli atomi sulle catene e non sono perciò indipendenti le une dalle altre. Per questo motivo un polimero reticolato è generalmente una plastica rigida, che a seguito di un’azione di riscaldamento, si decompone o brucia, anziché rammollirsi e fondere come un polimero lineare o ramificato. Infatti, mentre un elastomero, soggetto ad una normale temperatura ambiente esprime il punto di rammollimento, i polimeri reticolati rimangono rigidi in condizioni termiche ambientali, ma anche a temperature superiori, fino a giungere un livello termico che causa la sua degradazione. Di conseguenza, se si sottopone un polimero reticolato a temperature superiori ai 200 °C, è facile che si crei il fenomeno di degradazione che rende il polimero difficilmente utilizzabile, nello stesso tempo, si è notato che l’aggiunta di cariche migliora la resistenza termica del compound. L’influenza della temperatura agisce facilmente sui polimeri lineari, ma non trova grande riscontro su quelli reticolati, questo a causa della fitta reticolazione che caratterizza la struttura polimerica che impedisce qualunque movimento molecolare che possa coinvolgere grandi deformazioni. A temperatura elevata, i polimeri densamente reticolati possono accennare a mostrare fenomeni viscoelastici ma, allo stesso tempo si manifestano reazioni chimiche, che alterano la struttura del materiale. Il motivo per cui spesso si creano legami reticolati è che i polimeri lineari non sono abbastanza resistenti per alcune applicazioni che richiedono una speciale robustezza, o una grande elasticità. In questi casi vengono creati dei legami incrociati tra le catene per ottenere polimeri reticolati più forti, ma che non sono più rimodellabili per fusione. Per quanto riguarda i comportamenti meccanici di un polimero densamente reticolato, come può essere le resine fenoliche, questi avranno delle reazioni differenti ed opposte, per esempio, rispetto agli elastomeri. Il diagramma sforzo-deformazione a trazione dei polimeri densamente reticolati indica, quindi, sempre un comportamento fragile, con piccoli allungamenti a rottura e alti carichi a rottura. In realtà bisogna anche considerare che i polimeri densamente reticolati che sono in commercio, possono contenere anche quantità di cariche di varia tipologia, come la cellulosa, i cascami di cotone, la farina di legno, la fibra di vetro e molte altre, per cui lo studio del comportamento meccanico non è sempre di facile intuizione.
SCOPRI DI PIU'Innovazioni e Sostenibilità: La Nuova Frontiera dei Metallidi Marco ArezioIl settore del riciclo dei rottami metallici sta vivendo una trasformazione radicale, spinta dall'innovazione tecnologica e dalla crescente necessità di pratiche sostenibili. Questo articolo esplora le ultime innovazioni nel campo, sottolineando come stiano cambiando il panorama del riciclo dei metalli, migliorando l'efficienza del processo e contribuendo significativamente alla sostenibilità ambientale. 1. Introduzione al Riciclo dei Metalli Il riciclo dei metalli gioca un ruolo cruciale nell'economia circolare, riducendo la necessità di estrazione di nuovi materiali, diminuendo l'emissione di gas serra e risparmiando energia. I metalli, grazie alla loro intrinseca capacità di essere riciclati più volte senza perdere le proprietà, offrono un'opportunità unica per lo sviluppo sostenibile. Tuttavia, nonostante questi benefici, il settore si trova di fronte a sfide significative, tra cui l'efficienza del riciclaggio, la separazione dei materiali e la gestione dei residui. 2. Innovazioni Tecnologiche nel Riciclo Le tecnologie emergenti stanno apportando miglioramenti significativi nel processo di riciclaggio dei rottami metallici. Tra queste, si evidenziano: Tecnologie di Separazione Avanzate: Nuovi metodi di separazione basati su sensori ottici, raggi X, e magnetismo stanno migliorando la capacità di distinguere e separare i metalli misti nei rottami. Questi sistemi consentono una separazione più accurata, aumentando la purezza dei materiali riciclati e riducendo i rifiuti. Pirolisi e Gassificazione: Questi processi termochimici trasformano i rifiuti metallici in gas sintetico o olio, recuperando energia e materiali. Offrono una soluzione per trattare i rottami metallici contaminati o misti che altrimenti sarebbero difficili da riciclare. Processi Enzimatici: La ricerca sta esplorando l'uso di enzimi per recuperare metalli da rottami elettronici e batterie. Questi metodi biologici promettono di offrire un'alternativa ecocompatibile ai processi chimici convenzionali. 3. Efficienza Energetica e Riduzione dell'Impatto Ambientale Le innovazioni tecnologiche non solo migliorano l'efficienza del riciclaggio ma contribuiscono anche a una significativa riduzione dell'impatto ambientale. La gassificazione, ad esempio, permette di recuperare energia dai rottami metallici, riducendo il consumo di combustibili fossili. Analogamente, i metodi di separazione avanzati minimizzano la produzione di scarti, contribuendo alla riduzione delle discariche. 4. Sfide e Barriere all'Innovazione Nonostante i progressi, l'adozione di queste tecnologie innovative incontra ostacoli. Le barriere includono il costo elevato degli investimenti iniziali, la mancanza di normative chiare, e la necessità di sviluppare competenze specifiche. Inoltre, la variabilità nella composizione dei rottami metallici richiede soluzioni flessibili e adattabili, un ulteriore livello di complessità. 5. Prospettive Future Il futuro del riciclaggio dei metalli appare promettente, con la ricerca e lo sviluppo che continuano a spingere i confini dell'innovazione. L'integrazione di tecnologie digitali, come l'intelligenza artificiale e la blockchain, potrebbe offrire nuove soluzioni per migliorare la tracciabilità dei materiali e ottimizzare le catene di fornitura del riciclaggio. 6. Conclusione L'innovazione nel riciclo dei rottami metallici è fondamentale per affrontare le sfide ambientali del nostro tempo. Le nuove tecnologie non solo migliorano l'efficienza e la sostenibilità del processo di riciclaggio ma contribuiscono anche alla realizzazione di un'economia più circolare e resiliente. Mentre il settore si adatta a queste innovazioni, si apre la strada a nuove possibilità per ridurre l'impatto ambientale dell'industria e supportare la transizione verso pratiche più sostenibili. Le imprese e le istituzioni che operano nel settore del riciclo dei metalli sono chiamate a giocare un ruolo chiave in questa transizione, investendo in tecnologie innovative, formando le competenze necessarie e collaborando con i partner lungo l'intera catena di valore per superare le barriere esistenti. La capacità di adattarsi rapidamente alle nuove tecnologie e ai cambiamenti del mercato sarà determinante per il successo in questo settore in evoluzione. Inoltre, la sensibilizzazione e l'impegno da parte dei consumatori e delle comunità svolgono un ruolo fondamentale nel sostenere il riciclaggio dei metalli. Promuovere una maggiore comprensione dell'importanza del riciclo, insieme alla partecipazione attiva nella raccolta differenziata, può aumentare significativamente le quantità di materiale riciclabile disponibile, migliorando ulteriormente l'efficienza del processo di riciclaggio. L'adozione di politiche pubbliche che favoriscano il riciclo dei metalli, tramite incentivi finanziari, normative chiare e supporto alla ricerca e all'innovazione, è altresì cruciale. Queste politiche possono accelerare l'adozione delle nuove tecnologie, rendendo il riciclaggio dei metalli più economicamente vantaggioso e ambientalmente sostenibile. Infine, la collaborazione tra i vari stakeholder - industrie, governi, istituti di ricerca e società civile - è essenziale per costruire un sistema di riciclaggio dei metalli robusto e sostenibile. Attraverso un impegno congiunto, è possibile affrontare le sfide attuali e future, sfruttando appieno il potenziale dei rottami metallici come risorsa preziosa per l'industria e per la società.
SCOPRI DI PIU'Analisi dei Processi di Produzione, Controllo delle Proprietà del Materiale e Implicazioni per la Riciclabilità e la Sostenibilità Ambientale di Marco ArezioNel campo della plastica, gli agenti schiumogeni e gli espandenti sono additivi utilizzati per modificare le proprietà dei materiali plastici, rendendoli più leggeri, isolanti o riducendo l'uso della materia prima. Questi additivi sono fondamentali in molte applicazioni, inclusi i processi di economia circolare, consentendo l'uso efficiente delle risorse e la riduzione degli impatti ambientali. Di seguito, analizzeremo in dettaglio le differenze tra agenti schiumogeni ed espandenti, esplorando le loro caratteristiche, applicazioni e impatti nell'economia circolare. Gli Agenti Schiumogeni per i Polimeri Gli agenti schiumogeni giocano un ruolo cruciale nel settore delle materie plastiche, non solo per le loro applicazioni dirette ma anche per il loro impatto sulle pratiche di economia circolare. Essi consentono la produzione di materiali più leggeri, con miglior isolamento e minor uso di risorse. Esplorando in modo più approfondito il funzionamento, i tipi e le applicazioni degli agenti schiumogeni, possiamo comprendere meglio il loro contributo all'industria delle materie plastiche e all'ambiente. Tipi di Agenti SchiumogeniAgenti Schiumogeni Chimici: Sono composti che si decompongono sotto l'effetto del calore rilasciando gas. Sono ampiamente usati per la loro capacità di produrre celle uniformi e per la loro relativa facilità di controllo nel processo di schiumatura. Esempi includono:- Azodicarbonamide (ADA)- Bicarbonato di sodio- Acido citrico in combinazione con bicarbonati- Benzenesulfonidrazide (OBSH)Agenti Schiumogeni Fisici: Sono meno impattanti sull'ambiente rispetto a quelli chimici e includono CO2, azoto, acqua o idrocarburi. Sono preferiti in applicazioni dove la tossicità e l'impatto ambientale sono di primaria importanza. Meccanismo di Azione degli Agenti Schiumogeni Il processo di schiumatura inizia quando l'agente schiumogeno viene miscelato con il polimero e successivamente riscaldato durante il processo di trasformazione. Gli agenti schiumogeni chimici si decompongono termicamente, rilasciando gas come azoto, anidride carbonica, o ammoniaca, che si diffondono nella matrice polimerica creando una struttura cellulare. Gli agenti schiumogeni fisici, invece, subiscono un cambio di stato (da liquido a gas, ad esempio) sotto l'effetto del calore, espandendo il materiale. ApplicazioniGli agenti schiumogeni trovano applicazione in una vasta gamma di prodotti e settori, tra cui: Imballaggi: La produzione di imballaggi protettivi, leggeri e con buone proprietà di assorbimento degli urti. Componenti Automobilistici: Parti interne e esterne di veicoli dove il peso ridotto contribuisce alla riduzione del consumo di carburante. Edilizia: Materiali isolanti per l'edilizia, inclusi pannelli e lastre schiumate, dove l'isolamento termico e acustico è essenziale. Articoli Sportivi: Attrezzature leggere e resistenti, come i materassini da yoga o i giubbotti di salvataggio. Vantaggi nell'Economia Circolare Riduzione delle Risorse: La produzione di materiali schiumati riduce il consumo di materie prime polimeriche e, di conseguenza, l'impatto ambientale associato all'estrazione e alla lavorazione di queste risorse. Efficienza Energetica: I materiali con buone proprietà isolanti contribuiscono significativamente alla riduzione del consumo energetico negli edifici, allineandosi ai principi dell'efficienza energetica e della sostenibilità. Riciclabilità e Riutilizzo: Anche se la presenza di agenti schiumogeni può presentare dei problemi nel riciclo dei materiali plastici, lo sviluppo di nuove tecnologie e processi sta migliorando la riciclabilità di tali materiali, favorendo l'integrazione nel ciclo di vita dei prodotti secondo i principi dell'economia circolare. In conclusione, gli agenti schiumogeni offrono numerosi vantaggi per l'industria delle materie plastiche, migliorando le proprietà dei materiali e contribuendo agli obiettivi di sostenibilità e economia circolare. La ricerca e lo sviluppo continui in questo campo sono fondamentali per superare le sfide associate alla loro applicazione, come la riciclabilità. Gli Agenti Espandenti per i Polimeri Gli agenti espandenti nelle materie plastiche svolgono un ruolo fondamentale nel modificare le proprietà fisiche dei materiali, migliorandone l'applicabilità in diversi settori industriali. A differenza degli agenti schiumogeni, che sono progettati principalmente per creare una struttura cellulare all'interno di una matrice polimerica, gli agenti espandenti mirano a incrementare il volume dei materiali attraverso l'espansione. Questo processo può o non può generare una schiuma, a seconda della natura dell'agente utilizzato e del metodo di applicazione. Esaminiamo più da vicino il ruolo, i tipi e le applicazioni degli agenti espandenti, oltre al loro impatto sull'economia circolare. Ruolo degli Agenti Espandenti Il ruolo primario degli agenti espandenti è di aumentare il volume di un polimero durante il processo di lavorazione. Questo viene realizzato attraverso la generazione di gas o attraverso l'espansione fisica di un additivo preesistente, risultando in un materiale con densità ridotta e, in alcuni casi, proprietà isolate migliorate. Questi agenti possono essere utilizzati per ottenere una distribuzione uniforme del gas all'interno del materiale, senza necessariamente cercare di formare una struttura cellulare chiusa o aperta come nel caso degli agenti schiumogeni. Tipologia di Espandenti Chimici Gli espandenti chimici producono gas attraverso reazioni chimiche quando riscaldati, espandendo il materiale plastico. Questo processo di decomposizione termica genera una pressione interna che forma celle gassose all'interno della matrice polimerica, risultando in un materiale espanso. Azodicarbonamide (ADA): È uno degli espandenti chimici più comunemente utilizzati nelle materie plastiche, specialmente in PVC, poliolefine e schiume. Si decompone termicamente, rilasciando azoto, anidride carbonica e ammoniaca, che fungono da agenti espandenti. Acido Citrico e Bicarbonato di Sodio: Questa combinazione è un esempio di sistema espandente che rilascia anidride carbonica quando riscaldato. È considerato un sistema espandente ecocompatibile, spesso utilizzato in applicazioni dove la sostenibilità è una preoccupazione. Idrazidi: Composti come l'acido benzenesulfonico idrazide (OBSH) e l'acido toluenesulfonico idrazide (TSH) sono agenti espandenti chimici che si decompongono termicamente rilasciando azoto e vapore acqueo. Sono utilizzati per ottenere schiume con celle fini e uniformi. Tipologia degli Espandenti Fisici Gli espandenti fisici sono sostanze che, sottoposte a riscaldamento, cambiano stato da liquido a gas, espandendo il materiale senza reazioni chimiche. La scelta dell'espandente fisico dipende dalla sua compatibilità con il polimero e dal processo di produzione. Idrocarburi: Composti come il butano, l'etano, il pentano o l'isobutano sono utilizzati come espandenti fisici, specialmente nelle schiume poliolefiniche. Sono scelti per la loro capacità di produrre schiume con buone proprietà meccaniche e termiche. Gas Inerti: Anidride carbonica e azoto sono gas inerti comunemente usati come agenti espandenti fisici. Sono considerati opzioni più sicure e ambientalmente sostenibili rispetto ad altri agenti espandenti, ma possono richiedere attrezzature specifiche per l'iniezione e il mantenimento delle pressioni desiderate durante il processo di schiumatura. Acqua: L'acqua è un agente espandente fisico utilizzato in alcuni processi di schiumatura per polimeri termoplastici. Quando riscaldata, si vaporizza, espandendo il materiale. Questo metodo è considerato ecologico, ma la quantità di espansione ottenibile è relativamente limitata rispetto ad altri agenti espandenti. Applicazioni Gli agenti espandenti trovano applicazione in numerosi settori, tra cui: Componenti per l'Automotive: Riduzione del peso dei componenti interni e esterni dei veicoli per migliorare l'efficienza del carburante e ridurre le emissioni. Imballaggi: Sviluppo di imballaggi protettivi leggeri che richiedono meno materiale e offrono una migliore protezione. Prodotti per la Costruzione: Materiali da costruzione leggeri e isolanti, come blocchi di cemento espanso, che contribuiscono all'isolamento termico degli edifici. Impatto sull'Economia Circolare Gli agenti espandenti contribuiscono significativamente ai principi dell'economia circolare: Efficienza delle Risorse: Riducendo la densità dei materiali, si riduce l'utilizzo delle materie prime e si aumenta l'efficienza del trasporto, riducendo così le emissioni associate. Isolamento ed Efficienza Energetica: I materiali espansi possono offrire miglioramenti nelle proprietà di isolamento, contribuendo all'efficienza energetica degli edifici e alla riduzione del consumo di energia. Riciclabilità: Sebbene la presenza di agenti espandenti possa presentare dei problemi nel processo di riciclo, la ricerca e lo sviluppo di nuovi materiali e processi stanno migliorando la riciclabilità di questi materiali. In sintesi, gli agenti espandenti svolgono un ruolo importante nell'industria delle materie plastiche, non solo per le loro applicazioni dirette ma anche per il loro contributo all'efficienza delle risorse e alla sostenibilità. L'innovazione continua in questo campo è essenziale per sviluppare materiali che siano sia funzionali sia compatibili con i principi dell'economia circolare. Come scegliere un agente espandente o uno schiumogeno per la produzione con polimeri plastici La comprensione delle caratteristiche specifiche e delle applicazioni di ciascun tipo di agente espandente è fondamentale per ottimizzare le proprietà del materiale finito e soddisfare le esigenze del progetto, mantenendo al contempo un occhio di riguardo.Obiettivi del Progetto e Proprietà del Materiale Densità del Materiale: Se l'obiettivo è ridurre significativamente la densità del prodotto finale, gli agenti schiumogeni sono generalmente preferiti perché creano una struttura cellulare all'interno del materiale, riducendone il peso. Proprietà Meccaniche: È importante considerare come l'aggiunta dell'agente influenzerà le proprietà meccaniche del materiale, come la resistenza alla trazione, l'elasticità e la resilienza. Gli agenti schiumogeni possono ridurre alcune di queste proprietà a causa della formazione di celle. Proprietà Termiche e Acustiche: Per applicazioni che richiedono miglioramenti nell'isolamento termico o acustico, gli agenti schiumogeni sono spesso preferibili poiché la struttura cellulare intrappola l'aria, migliorando l'isolamento. Compatibilità del Processo di Produzione Metodo di Lavorazione: La scelta tra agenti schiumogeni ed espandenti può dipendere dal processo di produzione utilizzato (ad esempio, estrusione, stampaggio a iniezione). Alcuni agenti possono essere più adatti a specifici processi di lavorazione. Temperatura di Decomposizione: È fondamentale che la temperatura di decomposizione dell'agente sia compatibile con le temperature del processo di produzione. Gli agenti schiumogeni chimici e gli espandenti hanno diverse temperature di attivazione che devono essere considerate. Impatto Ambientale Sostenibilità: La scelta tra agenti fisici e chimici può essere influenzata dalla loro impronta ecologica. Gli agenti fisici, come l'anidride carbonica o l'azoto, possono avere un impatto ambientale minore rispetto ad alcuni agenti chimici. Riciclabilità: La presenza di alcuni agenti schiumogeni o espandenti può influenzare la riciclabilità del prodotto finale. È importante considerare come l'agente selezionato influenzerà il ciclo di vita del materiale e la sua compatibilità con le pratiche di economia circolare. Costi Oltre all'efficacia, il costo degli agenti schiumogeni o espandenti e il loro impatto sui costi di produzione complessivi sono fattori critici. Alcuni agenti possono richiedere attrezzature speciali o modifiche al processo produttivo, influenzando il costo finale. Normative e Compliance Infine, è essenziale considerare eventuali restrizioni normative relative all'uso di determinati agenti schiumogeni o espandenti, soprattutto in settori regolamentati come l'alimentare, il medicale o l'edilizia. Conclusione La scelta tra un agente schiumogeno e uno espandente richiede un'analisi attenta degli obiettivi del progetto, delle proprietà desiderate del materiale, della compatibilità con il processo di produzione e dell'impatto ambientale. Collaborare con fornitori di materie prime e sfruttare le conoscenze tecniche disponibili può aiutare a identificare la soluzione ottimale per le specifiche esigenze di produzione. Con quali polimeri riciclati si legano gli agenti espandenti e gli schiumogeni Gli agenti espandenti e gli schiumogeni possono essere utilizzati con una varietà di polimeri riciclati, con l'obiettivo di migliorarne le proprietà, ridurne il peso, e aumentarne l'efficienza di produzione. La compatibilità di questi agenti con specifici tipi di polimeri riciclati dipende da vari fattori, tra cui la struttura chimica del polimero, il processo di trasformazione utilizzato, e le proprietà desiderate nel prodotto finito. Di seguito, vengono esaminati alcuni dei polimeri riciclati comunemente associati con l'uso di agenti espandenti e schiumogeni. Polietilene (PE) Il PE riciclato è ampiamente utilizzato in applicazioni di packaging, contenitori, e prodotti per l'edilizia. Gli agenti schiumogeni possono essere utilizzati per produrre schiume di PE riciclato che offrono un miglior isolamento termico o riducono il peso del materiale per applicazioni come i pannelli isolanti o i prodotti di imballaggio protettivo. Polipropilene (PP) Il PP riciclato beneficia dell'uso di agenti schiumogeni o espandenti per migliorare la lavorabilità e le proprietà meccaniche dei prodotti finiti. Questi possono includere componenti automobilistici, contenitori per alimenti, e materiali da costruzione, dove la riduzione del peso e il miglioramento dell'isolamento sono vantaggi chiave. Polistirene (PS) Il PS riciclato, sia nella forma espansa (EPS) che solida, è un candidato ideale per l'applicazione di agenti schiumogeni, specialmente per produrre materiale di imballaggio o isolamento termico. Gli agenti espandenti possono essere utilizzati per aumentare ulteriormente il volume del materiale, riducendo così il consumo di risorse. Polietilentereftalato (PET) Il PET riciclato viene spesso utilizzato in fibre per tessuti, contenitori per alimenti e bevande, e in alcune applicazioni di ingegneria. L'aggiunta di agenti schiumogeni può essere sfruttata per ridurre il peso e migliorare le proprietà termiche dei prodotti in PET riciclato, come nel caso di pannelli isolanti o componenti automobilistici. PVC (Policloruro di Vinile) Il PVC riciclato può essere schiumato per produrre una varietà di prodotti con miglior isolamento, riduzione del peso e proprietà acustiche. Gli agenti espandenti e schiumogeni possono essere utilizzati per produrre profili per finestre, tubi, e pannelli per l'edilizia con PVC riciclato. Considerazioni sull'Uso di Agenti Espandenti e Schiumogeni con Polimeri Riciclati Pulizia del Materiale: La presenza di contaminanti nei polimeri riciclati può influenzare l'efficacia degli agenti schiumogeni o espandenti e le proprietà del prodotto finito. Processo di Riciclo: Il processo di riciclo può alterare le proprietà chimiche e fisiche del polimero, influenzando la sua compatibilità con specifici agenti schiumogeni o espandenti. Obiettivi di Sostenibilità: L'uso di agenti espandenti o schiumogeni con polimeri riciclati dovrebbe essere valutato anche in termini di impatto ambientale, assicurandosi che l'approccio adottato sia in linea con gli obiettivi di sostenibilità e economia circolare. In conclusione, l'integrazione di agenti espandenti e schiumogeni con polimeri riciclati offre notevoli opportunità per migliorare le prestazioni e ridurre l'impatto ambientale dei prodotti plastici. Tuttavia, è fondamentale considerare attentamente la selezione degli agenti e le condizioni di lavorazione per ottimizzare le proprietà dei materiali riciclati e realizzare prodotti di alta qualità ed ecocompatibili. Quali attenzioni bisogna considerare in produzione utilizzando gli agenti espandenti o schiumogeni L'integrazione di agenti espandenti e schiumogeni nella produzione con polimeri plastici richiede una serie di considerazioni tecniche e ambientali per garantire la qualità del prodotto, l'efficienza del processo e la sostenibilità ambientale. Qui di seguito sono riportate alcune delle principali attenzioni da tenere in considerazione: Selezione degli Agenti Compatibilità: Scegliere un agente (espandente o schiumogeno) compatibile con il tipo di polimero utilizzato, considerando la reattività chimica e le condizioni di lavorazione. Obiettivi del Prodotto: Definire gli obiettivi specifici del prodotto (ad esempio, riduzione del peso, isolamento termico, assorbimento degli urti) per selezionare l'agente più adatto che possa soddisfare tali esigenze. Processo di Produzione Controllo della Temperatura: Ottimizzare le condizioni di temperatura per garantire che l'agente si attivi al momento giusto, evitando decomposizione precoce o incompleta che può influire sulla qualità del prodotto. Distribuzione dell'Agente: Assicurarsi che l'agente sia distribuito uniformemente nel polimero per ottenere una struttura cellulare o un'espansione omogenea. Pressione e Velocità di Espansione: Monitorare la pressione e la velocità di espansione per controllare la dimensione e la densità delle celle, influenzando direttamente le proprietà fisiche del materiale finale. Salute e Sicurezza Tossicità: Verificare la tossicità degli agenti utilizzati e adottare misure di protezione adeguate per i lavoratori, inclusi dispositivi di protezione individuale e sistemi di ventilazione. Rischi di Processo: Gestire i rischi associati alla manipolazione e al riscaldamento degli agenti espandenti e schiumogeni, compresi i rischi di esplosione o incendio. Riciclabilità e Economia Circolare Riciclabilità del Prodotto Finale: Considerare come la presenza di agenti espandenti o schiumogeni influenzerà la riciclabilità del prodotto finale e esplorare opzioni per il riciclo o il riutilizzo. Economia Circolare: Integrare principi di economia circolare nella progettazione del prodotto, valutando la possibilità di utilizzare polimeri riciclati e sviluppando prodotti che possono essere facilmente riciclati o smaltiti in modo sostenibile. Prendere in considerazione queste attenzioni può aiutare a massimizzare l'efficacia dell'uso di agenti espandenti e schiumogeni nei polimeri plastici, migliorando la qualità del prodotto, ottimizzando il processo di produzione e riducendo l'impatto ambientale.
SCOPRI DI PIU'Sappiamo chi le genera, da dove partono e come risolvere il problema. Ma i soldi e la politica fanno sempre la differenzadi Marco ArezioSi è molto parlato, negli anni scorsi, dei rifiuti plastici e delle microplastiche nei mari e negli oceani, tanto che il problema ha impegnato per molto tempo i canali di informazione tradizionali e via web. Si sono mobilitati ambientalisti, aziende che cavalcavano l’onda emotiva della gente con campagne dal vago sapore di greenwashing, studiosi, scienziati, personaggi dello spettacolo, leader religiosi, nutrizionisti, sociologi, veggenti e catastrofici personaggi dell’ultima ora. Da quando sono comparse le isole galleggianti di rifiuti plastici negli oceani, come la Great Pacific Garbage Pacth, il mondo si è attivato per capire il fenomeno, da dove nascesse, come si formavano queste isole e come si sarebbe potuto intervenire per ripulire gli oceani e interrompere le nuove formazioni di rifiuti. Durante questo ciclo di attenzione mediatico-scientifico, è emerso anche il fenomeno, più subdolo, delle microplastiche, frazioni di prodotto inferiori a 5 mm., che sono spesso scambiate dai pesci per cibo, rientrando pericolosamente nella catena alimentare anche umana. Da dove vengono i rifiuti plastici che troviamo nei mari e negli oceani? Secondo studi recenti ogni anno l’uomo scarica nei mari circa 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici, il che significa oltre 250 Kg. al secondo, creando una presenza di circa 5.000 miliardi di pezzi, di varie dimensioni, nell’ecosistema marino. Le macro plastiche, cioè rifiuti di dimensioni come una bottiglia di acqua, provengono principalmente dalle azioni deliberate dell’uomo di scaricare, attraverso i fiumi, i rifiuti domestici o quelli che provengono dalle aziende di riciclo poste in paesi poco sviluppati, dove l’attenzione per l’ambiente e la legislazione non punitiva, in materia ambientale, è inesistente o lassista, permettendo o tollerando questi comportamenti. Per quanto riguarda le microplastiche la loro origine si può far risalire a tre fattori principali, la decomposizione delle macro plastiche già presenti in mare sotto l’azione del sole e dell’acqua, i rifiuti del settore tessile e della cosmetica. Inoltre le microplastiche possono provenire anche dagli scarichi di paesi industrializzati, in cui le normative ambientali non hanno ancora risolto il problema della captazione e dell’eliminazione delle particelle più piccole di plastica. Come risolvere tecnicamente il problema Evidentemente ci sono due fattori temporali che devono essere presi inconsiderazione quando si parla di operare per trovare le giuste soluzioni da applicare. In primo luogo bisogna intervenire a monte, cioè fermare lo scarico dei rifiuti plastici nei fiumi, come fossero una fogna legalizzata, aiutando i paesi meno sviluppati a dotarsi di normative ambientali severe e soprattutto a farle rispettare, evitando che fenomeni corruttivi ne decapitino l’efficacia. Secondo, è necessario intercettare i rifiuti plastici prima che raggiungano il mare, utilizzando le reti di contenimento dei rifiuti in prossimità di restringimenti, anse o alla foce dei fiumi. Ogni soluzione di intercettazione dei rifiuti plastici galleggianti deve essere customizzata in base alle esigenze locali, quali il traffico dei natanti, la vita dei pesci, le correnti e via dicendo. Esistono poi delle piccole imbarcazioni dotate di sistemi per raccogliere i rifiuti in superficie, che percorrono i tratti di fiume dove maggiore è la presenza dei rifiuti, così da aiutare e sostenere il lavoro delle reti. Terzo riguarda le isole galleggianti, compito per assurdo, teoricamente più semplice, in quanto esiste un’area delimitata e circoscritta in cui sarebbe possibile raccogliere la plastica galleggiante, ma, di contro, le dimensioni di queste isole sono così estese che il lavoro è sicuramente problematico ed impegnativo. L’unione delle tre attività, contrasto all’immissione nei fiumi di nuove quantità di rifiuti plastici galleggianti, migliori sistemi di filtraggio degli scarichi civili ed industriali per intercettare le microplastiche e, infine, un’azione internazionale, coordinata e continuativa, per pulire i rifiuti presenti nei mari e negli oceani, porterebbe a grandi risultati per la salute dei mari e degli oceani. Chi deve farlo e chi deve finanziarlo Questo tema è stato di proposito lasciato per ultimo, in quanto, come sempre, quando c’è di mezzo la politica e il denaro, diventa difficile trovare azioni condivise, addirittura a volte non si riesce nemmeno ad affrontare il problema ai tavoli internazionali. Credo che si debba creare un nuovo approccio alla visione dei deficit ambientali, vedere la terra come un ambiente condiviso, considerando che l’azione di un paese può influenzare negativamente la vita di tutti, come lo è, in buona parte, quello di scaricare a monte, nei fiumi, i rifiuti che poi, vanno ad interessare gli oceani e i mari in tutto il mondo. Un problema sovranazionale va gestito da un consesso di paesi alleati, che si uniscono per trovare soluzioni e finanziamenti condivisi, che abbiano l’autorità per prendere delle decisione per il bene di tutti ed abbiamo anche gli strumenti per farle rispettare. Ma, in primis, ci vuole la volontà politica per farlo, non bastano le menti, le tecnologie e il denaro se manca la volontà e la lungimiranza di un consesso politico internazionale. Soldi e potere fin dai tempi bui della storia dell'uomo hanno governato le menti degli uomini, ma oggi, se non operiamo quello scatto che ci possa garantire la sopravvivenza in armonia con l’ambiente, non ci sarà più motivo di parlarne e di agire. Ah, dimenticavo, non è eliminando la produzione di plastica o credendo ai proclami di correnti di pensiero come quella della “Plastic free” che si risolvono i problemi..
SCOPRI DI PIU'Anche l’e-Commerce sta acuendo la crisi del mercato della carta riciclata, sprofondata nel 2019di Marco ArezioLa crisi del mercato della carta da macero ha cominciato a manifestarsi nell’Agosto 2017 con l’inizio della discesa dei prezzi sul mercato internazionale, per poi acuirsi nel corso del 2019, dove sia i volumi esportati, che i prezzi per tonnellata, stanno mettendo in crisi il comparto del riciclo. I motivi di questa situazione si possono individuare nella riduzione delle importazioni da parte della Cina, dalla guerra commerciale estesa su molti settori tra gli USA e la Cina e, paradossalmente, dall’accresciuta capacità di raccolta della carta da macero, che non trova utilizzo pieno senza le esportazioni. Se i numeri pre-crisi vedevano la Cina come importatore primario di carta da macero, con circa 30 milioni di tonnellate l’anno e l’Europa con circa 8 milioni, oggi il governo di Pechino importa “solo”12 milioni di tonnellate e, di questa cifra, buona parte viene dalla cordata USA-Regno Unito. Questo surplus di carta che era destinata all’area Cinese, viene collocata in altri mercati, forzando le vendite attraverso la diminuzione del prezzo, con lo scopo di liberarsi degli stock invenduti. Considerando che in Europa, nel corso del 2018 si sono raccolte circa 56 milioni di tonnellate di carta a fronte di un utilizzo di circa 48 milioni, generando così una differenza per eccesso di offerta pari a circa 8 milioni di tonnellate, carta che si accumula anno dopo anno con problemi di gestione molto importanti. Questa situazione genera uno squilibrio, anche finanziario, del sistema di raccolta nel quale manca, sostanzialmente, un livello di vendite accettabile, in termini quantitativi, e un livello remunerativo sul prezzo del prodotto che possa coprire tutti i costi della filiera. Ci sono poi altri fattori, concomitanti e collaterali, che hanno incrementato le problematiche sopra descritte e che potemmo riassumere in questi punti: La disaffezione da parte dei consumatori ad alcuni imballi di plastica ha portato ad un incremento di utilizzo di imballi in carta, con la conseguenza di produrre più rifiutiL’efficienza del sistema di raccolta, come quello del vetro, crea un’offerta superiore alla domanda, su cui si dovrà intervenire attraverso sostegni finanziari all’economia circolare della carta.L’esplosione dell’e-commerce, che ha nell’imballo di cartone il suo packaging preferito, genera un aumento molto importante di rifiuti di cartone.Si è molto discusso sulla valenza sociale ed ecologica del sistema di vendita tramite le piattaforme web, in cui si confrontano i sostenitori dell’efficienza del modernismo tecnologico con chi sostiene che, le vendite on-line di beni non durevoli, sono la conseguenza del capriccio e della pigrizia cresciute con il consumismo e di una totale assenza di rispetto per l’ambiente e per la piccola imprenditoria formata dai negozi di quartiere o di paese. Per inquadrare la dimensione del fenomeno “e-commerce”, dobbiamo farci un’idea sui numeri che genera nel mondo e che sono espressi in circa 3.000 miliardi di dollari, con una previsione di arrivare a circa 4.000 miliardi nel 2022. Le società più rappresentative del fenomeno sono Amazon e Alibaba, che offrono merce in qualsiasi parte del mondo, nel più breve tempo possibile e al prezzo più basso in assoluto. Su questi tre pilasti si fonda il successo delle vendite on-line, sistema che ha messo in crisi la distribuzione tradizionale e, con essa, anche i lavoratori che ne facevano parte. Ma se da un lato non credo si possa addebitare alla formula dell’acquisto on-line, la chiusura di moltissimi negozi medio-piccoli, che erano già entrati in crisi con l’avvento anni fà delle grandi catene distributive, si può certo dire che il business delle consegne a domicilio, di articoli singoli in tempi brevissimi, sta generando un problema ambientale da tenere in considerazione. Non volendo entrare nello specifico del fenomeno dell’aumento del traffico a causa di questo sistema logistico frazionato, dove la movimentazione di un’enorme numero di colli singoli, in continua rotazione tra fornitori, distributori e cliente, crea un apprezzabile valore emissivo di CO2 e di NOx, in quanto merita un approfondimento dedicato. Vorrei considerare, invece, l’impatto che questo sistema di consegne crea in termini di aumento di imballi in cartone. Infatti il fornitore spedisce l’articolo ai magazzini di una società come Amazon o similare, la quale lo stocca nel proprio magazzino in attesa dell’ordine del cliente. Ricevuto l’ordine, il distributore imballerà l’articolo in una nuova confezione di cartone, adatto per la spedizione in funzione della dimensione del collo acquistato. In pratica, fino a qui, si sono utilizzati almeno due imballi, con i relativi accessori per la confezione. Questa, non è un’azione con un impatto trascurabile, se pensata su larga scala con milioni di colli in movimento ogni giorno e non ha comparazione, dal punto di vista dell’impatto ambientale, se la stessa operazione si facesse dal negozio vicino a casa, il quale utilizzerà solo l’imballo del produttore, o al massimo aggiungerà un sacchetto che potrà comunque essere riutilizzato in casa. Ma se il prodotto fosse rifiutato dal cliente finale? La riconsegna del prodotto respinto ha bisogno di un’ulteriore imballo per la spedizione e, anche qui, non stiamo parlando di piccoli numeri se consideriamo, per esempio, che Zalando, la nota marca di vendite on-line di abbigliamento e accessori, dichiara resi per circa 70 milioni di pacchi. Una cosa importante da notare è che la maggior parte dei pacchi respinti finisce nell’area “Destroy” (area in cui si distruggono gli articoli nuovi) in quanto non c’è convenienza economica nella restituzione dell’articolo al produttore. Questo genera una quantità consistete di rifiuti e di imballi che devono essere gestiti dal paese di distribuzione e non dal produttore.Categoria: notizie - carta - economia circolare - rifiuti
SCOPRI DI PIU'Riciclo del calcestruzzo, energia rinnovabile e welfare aziendale al centro delle iniziative per un futuro sostenibiledi Arezio MarcoMagnetti Building, parte del Gruppo Grigolin e specializzata nella prefabbricazione e fornitura di soluzioni a basso impatto ambientale, ha recentemente pubblicato il suo primo Bilancio di Sostenibilità. Questo documento è un impegno verso la trasparenza e dimostra la dedizione dell'azienda a un approccio responsabile, segnando l'inizio di un percorso che punta a raggiungere obiettivi ambiziosi nel breve, medio e lungo termine. Le principali aree di intervento riguardano il benessere dei dipendenti, l'ambiente e l'impatto sociale sul territorio. Riciclo del Calcestruzzo e Modello di Fabbrica a Ciclo Chiuso Magnetti Building si distingue per l'adozione di un modello di "fabbrica a ciclo chiuso", che consente il riutilizzo degli scarti di calcestruzzo all'interno del processo produttivo. Questo approccio non solo riduce i rifiuti ma ottimizza l'uso delle risorse disponibili. L'azienda ha implementato un avanzato impianto di riciclo che permette di riutilizzare il calcestruzzo di scarto per nuove produzioni, contribuendo significativamente alla sostenibilità ambientale. Inoltre, Magnetti Building ha ottenuto otto certificazioni EPD (Environmental Product Declaration), che attestano la sostenibilità ambientale dei prodotti, coprendo l'80% della produzione aziendale. Energia Rinnovabile e Riduzione dei Consumi Energetici Per ridurre l'impatto ambientale, Magnetti Building ha intrapreso importanti iniziative nel campo delle energie rinnovabili. Recentemente, sono iniziati i lavori per l'installazione di un nuovo impianto fotovoltaico da 500 kWp. Questo impianto, una volta operativo, si aggiungerà a quello già esistente, riducendo ulteriormente i costi energetici e migliorando l'efficienza energetica complessiva dell'azienda. L'obiettivo è una riduzione significativa dei consumi energetici, con un calo del 41% in due anni, contribuendo così a un futuro più sostenibile. Welfare Aziendale: Stabilità e Benessere per i Dipendenti L'azienda pone un forte accento sul benessere dei propri dipendenti. Tutti i 167 lavoratori di Magnetti Building sono assunti a tempo indeterminato, garantendo sicurezza lavorativa e motivazione. Questo approccio mira a ridurre il turnover e a costruire una cultura aziendale solida. Inoltre, è stato introdotto il servizio mensa gratuito per tutti i dipendenti e sono stati stanziati 100 mila euro per finanziare una formazione aggiuntiva su misura, basata sulle competenze e sugli obiettivi di crescita individuali. Magnetti Building ha avviato una serie di ristrutturazioni degli spazi aziendali per creare un ambiente di lavoro moderno e confortevole. Le riqualificazioni includono la creazione di un giardino per i dipendenti, uno spazio espositivo per i clienti, una mensa rinnovata per favorire l'aggregazione, uno spazio multifunzionale per eventi e riunioni, e la riqualificazione degli ingressi. Questi interventi mirano a migliorare il benessere e la produttività dei dipendenti, offrendo loro un ambiente di lavoro piacevole e funzionale. Impatto Sociale sul Territorio Magnetti Building mantiene un forte legame con il territorio, collaborando con diverse realtà locali. L'azienda continua la sua partnership con la casa circondariale di Bergamo, sostenendo laboratori di sartoria e pasticceria e offrendo opportunità di lavoro a detenuti. Inoltre, ha avviato una nuova collaborazione con l'associazione Aiuto Donna, che supporta donne vittime di violenza, promuovendo formazione e sensibilizzazione su queste tematiche all'interno dell'azienda. Una significativa collaborazione è stata attivata con Dynamo Camp, un'organizzazione che offre programmi di “Terapia Ricreativa Dynamo” a bambini e ragazzi con patologie gravi o croniche e alle loro famiglie. I dipendenti di Magnetti Building potranno partecipare a corsi di formazione per diventare volontari e le ore dedicate a questa attività saranno retribuite come normali ore di lavoro. L'azienda metterà inoltre a disposizione di Dynamo Camp le proprie competenze per la riqualificazione degli spazi utilizzati per le attività.
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