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https://www.rmix.it/ - L’inferno del Sudan: Fame, Stupri e Guerra Civile nell’Indifferenza Mondiale
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare L’inferno del Sudan: Fame, Stupri e Guerra Civile nell’Indifferenza Mondiale
Slow Life

Khartoum è al centro di una crisi umanitaria devastante, con milioni di persone intrappolate nella fame, nella violenza e nella disperazione, mentre il mondo guarda altrove di Marco ArezioKhartoum, capitale del Sudan, è diventata l’emblema di una crisi umanitaria dimenticata. Mentre il mondo sembra focalizzarsi su altre emergenze, la popolazione di Khartoum è intrappolata in un incubo fatto di fame, violenze sessuali, guerra civile e disperazione. Questo articolo vuole esplorare le radici del conflitto, le condizioni attuali e le implicazioni globali di questa crisi. Le Radici del Conflitto Il Sudan ha una lunga storia di instabilità politica e conflitti interni. Dal 1956, anno della sua indipendenza dal Regno Unito, il paese è stato teatro di due guerre civili devastanti che hanno causato milioni di morti e sfollati. La prima guerra civile (1955-1972) e la seconda (1983-2005) si sono concluse con la firma di accordi di pace, ma le tensioni sono rimaste latenti. Nel 2011, il Sudan ha visto la secessione del Sud Sudan, che ha portato via circa il 75% della produzione petrolifera del paese, aggravando ulteriormente la situazione economica. Tuttavia, le cause più recenti del conflitto affondano le loro radici nella competizione per il potere tra diversi gruppi armati e nella repressione sistematica da parte del governo centrale di Omar al-Bashir, che è stato rovesciato nel 2019 dopo 30 anni di dittatura. La Fame e la Malnutrizione Una delle conseguenze più devastanti della guerra civile in Sudan è la crisi alimentare. Secondo le Nazioni Unite, oltre 7 milioni di persone in Sudan soffrono di insicurezza alimentare acuta. Le operazioni militari hanno distrutto vaste aree agricole, rendendo difficile la coltivazione e la raccolta dei raccolti. Inoltre, i continui scontri hanno interrotto le vie di approvvigionamento, impedendo l’arrivo di aiuti umanitari essenziali. La malnutrizione è dilagante, soprattutto tra i bambini. Le strutture sanitarie, già fragili, sono state ulteriormente compromesse dai bombardamenti e dai saccheggi, lasciando migliaia di famiglie senza accesso alle cure mediche di base. Questa situazione ha portato a un aumento allarmante delle morti per cause prevenibili come la diarrea e le infezioni respiratorie. La Violenza Sessuale come Arma di Guerra La violenza sessuale è una tragica realtà quotidiana per molte donne e ragazze a Khartoum. I gruppi armati utilizzano lo stupro come arma di guerra per terrorizzare la popolazione e minare la coesione sociale. Secondo le organizzazioni per i diritti umani, migliaia di donne sono state vittime di violenze sessuali durante gli scontri. Le sopravvissute a questi abusi spesso non ricevono alcun supporto psicologico o medico, e molte sono stigmatizzate dalle loro comunità. Questa mancanza di sostegno non solo aggrava il trauma subito, ma perpetua un ciclo di violenza e disperazione che colpisce le generazioni future. Guerra Civile e Devastazione La guerra civile in Sudan ha provocato una devastazione senza precedenti. Gli scontri tra le forze governative e i gruppi ribelli hanno trasformato Khartoum in una zona di guerra, con edifici distrutti e infrastrutture ridotte in macerie. Gli attacchi aerei e i bombardamenti indiscriminati hanno causato la morte di migliaia di civili e lo sfollamento di milioni di persone. Le strutture pubbliche, come ospedali e scuole, sono state colpite duramente, lasciando la popolazione senza accesso ai servizi essenziali. I blackout elettrici e la carenza di acqua potabile sono diventati la norma, aggravando ulteriormente le già disastrose condizioni di vita. La Crisi dei Profughi Uno degli aspetti più tragici della crisi di Khartoum è il numero crescente di profughi disperati. Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), oltre 2 milioni di persone sono state costrette a fuggire dalle loro case. Molti si sono rifugiati in campi sovraffollati, dove le condizioni igieniche sono precarie e le risorse scarseggiano. Questi profughi affrontano una vita di incertezza e privazioni. Le opportunità di lavoro sono limitate e l’accesso all’istruzione è spesso negato ai bambini, creando una generazione perduta senza prospettive per il futuro. La disperazione tra i profughi è palpabile, e molti rischiano la vita attraversando deserti e mari nel tentativo di trovare sicurezza altrove. L’Indifferenza Mondiale Nonostante la gravità della situazione, la crisi di Khartoum ha ricevuto scarsa attenzione a livello internazionale. Le emergenze in altre parti del mondo, come la guerra in Ucraina o la crisi dei migranti in Europa, hanno oscurato il dramma che si sta consumando in Sudan. Questa indifferenza è aggravata dalla mancanza di copertura mediatica e dall’inerzia politica delle potenze mondiali. Le organizzazioni umanitarie sono in difficoltà a causa della carenza di fondi e delle restrizioni imposte dal conflitto. Molte missioni di soccorso sono state costrette a ridurre le loro operazioni, lasciando milioni di persone senza l’aiuto di cui hanno disperatamente bisogno. La comunità internazionale deve urgentemente riconsiderare le sue priorità e intervenire per alleviare la sofferenza della popolazione sudanese. Conclusione L’inferno di Khartoum è una ferita aperta nel cuore dell’Africa, una crisi umanitaria che richiede attenzione e azione immediata. La fame, la violenza sessuale, la guerra civile e la disperazione dei profughi sono realtà che non possiamo più ignorare. È imperativo che la comunità internazionale si mobiliti per fornire assistenza umanitaria, promuovere la pace e garantire la protezione dei diritti umani in Sudan. Solo attraverso un impegno globale concertato potremo sperare di mettere fine a questa tragedia e dare al popolo di Khartoum la possibilità di ricostruire le loro vite e il loro futuro.© Vietata la Riproduzione

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https://www.rmix.it/ - Strategie Sostenibili per la Salvaguardia delle Capriate in Legno
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Strategie Sostenibili per la Salvaguardia delle Capriate in Legno
Informazioni Tecniche

Restauro Statico e Conservativo delle Capriate di Legno: Tecniche, Materiali e Prevenzione del Degradodi Marco ArezioIl legno è stato uno dei primi materiali utilizzati dall'uomo per la costruzione, grazie alla sua disponibilità, lavorabilità e eccellenti proprietà meccaniche. Le capriate, spesso esposte agli agenti atmosferici e biologici, subiscono nel tempo processi di degrado che ne compromettono la stabilità. Comprendere le caratteristiche del legno utilizzato, come la sua porosità, densità e resistenza agli agenti degradanti, è fondamentale per pianificare interventi di restauro adeguati. Cosa sono le Capriate in Legno e a Cosa Servono Le capriate in legno sono elementi strutturali chiave nell'architettura, utilizzate per sostenere i tetti degli edifici. Sono composte da un insieme di travi e montanti di legno, collegati tra loro in modo da formare un unico triangolo strutturale o una serie di triangoli. Questa configurazione triangolare conferisce alle capriate una grande resistenza e stabilità, permettendo loro di distribuire il peso del tetto lungo l'intera struttura dell'edificio, fino alle fondazioni. Funzioni delle Capriate in Legno Supporto Strutturale: La funzione principale delle capriate è di fornire supporto strutturale ai tetti, permettendo la realizzazione di ampi spazi interni senza la necessità di colonne o muri portanti intermedi. Questo le rende particolarmente utili in edifici di grandi dimensioni, come capannoni, magazzini, palestre, chiese, e in strutture residenziali. Distribuzione del Carico: Grazie alla loro forma triangolare, le capriate sono in grado di distribuire efficacemente i carichi verticali e orizzontali (come il peso della copertura, la neve, il vento) lungo tutta la struttura, riducendo il rischio di deformazioni o crolli. Efficienza Materiale: Il design delle capriate permette un uso efficiente del legno, materiale da costruzione rinnovabile e sostenibile, massimizzandone le prestazioni strutturali con un impiego minimo di risorse. Questo le rende una soluzione economicamente vantaggiosa e ecologicamente sostenibile. Versatilità e Estetica: Le capriate non sono solo funzionali ma possono anche essere caratterizzate da un elevato valore estetico. Sono in grado di adattarsi a una varietà di stili architettonici, dal tradizionale al moderno, e possono essere lasciate a vista all'interno degli edifici per creare effetti visivi spettacolari. Tecniche di Diagnosi per il Degrado delle Capriate in LegnoLa diagnosi accurata del degrado delle capriate in legno è il primo passo critico per un intervento di restauro efficace. Questo processo richiede un approccio metodico che combina tecniche visive, strumentali, non distruttive e analisi laboratoristiche. Tecniche Visive Le ispezioni visive sono essenziali per identificare segni evidenti di degrado, come crepe, distorsioni, attacchi di insetti xylofagi e marciume. Questa valutazione iniziale può essere eseguita ad occhio nudo o con l'ausilio di lenti di ingrandimento e microscopi portatili per dettagli più fini. Tecniche Strumentali Non Distruttive L'uso di tecnologie avanzate permette di ottenere informazioni dettagliate sulla condizione interna delle capriate senza danneggiarle. Alcuni metodi comuni includono: Termografia Infrarossa: Rileva variazioni di temperatura che possono indicare presenza di umidità o vuoti interni. Tomografia ad Ultrasuoni: Fornisce immagini sezioni trasversali del legno, rivelando crepe interne e zone di degrado. Resistografia: Misura la resistenza del legno al penetramento di un ago sottile, offrendo indizi sulla densità e sulla presenza di marciume.Analisi di Laboratorio Campioni di legno possono essere prelevati per analisi dettagliate in laboratorio. Questi test possono includere: Microscopia Elettronica a Scansione (SEM): Per l'identificazione di specie di legno e la caratterizzazione di attacchi biologici. Analisi Chimiche: Per determinare la composizione del legno e la presenza di sostanze conservanti. Test di Resistenza Meccanica: Per valutare la capacità portante residua del materiale. Principi del Restauro Conservativo Il restauro conservativo delle capriate in legno richiede un approccio olistico che rispetti la storia e l'integrità materiale degli elementi architettonici. Al centro di questo approccio vi sono alcuni principi fondamentali: Filosofie di Intervento La conservazione mira a mantenere l'autenticità e l'integrità storica delle capriate, privilegiando interventi minimi. La filosofia di restauro deve bilanciare le esigenze strutturali con la conservazione delle superfici storiche, scegliendo soluzioni che non alterino irreversibilmente il bene culturale. Criteri di Reversibilità Un principio cardine è la reversibilità degli interventi: ogni azione compiuta sulle capriate dovrebbe, idealmente, essere rimovibile senza danneggiare il substrato originale. Questo consente future revisioni o restauri a fronte di nuove tecniche o materiali. Minimo Intervento e Lettura Storica Il concetto di minimo intervento sollecita a fare quanto meno possibile ma quanto necessario per garantire la conservazione. Parallelamente, la lettura storica del manufatto dovrebbe guidare il restauro, mantenendo e valorizzando i segni del tempo come testimonianza del percorso di vita dell'edificio. Tecniche di Intervento sulle Capriate in LegnoGli interventi sulle capriate in legno devono essere attentamente pianificati per assicurare la loro stabilità strutturale pur mantenendo le caratteristiche originali. Le tecniche di intervento variano in base alla condizione del legno e agli obiettivi specifici del restauro. Consolidamento Strutturale Il consolidamento strutturale è fondamentale per garantire la sicurezza e la stabilità delle capriate in legno. Questo processo può includere varie tecniche, a seconda delle condizioni specifiche e dei problemi strutturali identificati. Inserimento di Tiranti e Staffe Metalliche Il consolidamento delle capriate in legno con l'uso di tiranti e staffe metalliche è una tecnica diffusa nel restauro strutturale, soprattutto per rafforzare edifici storici o strutture che hanno subito danneggiamenti o degrado nel tempo. Questo metodo prevede l'impiego di componenti in metallo per connettere e sostenere le parti in legno delle capriate, migliorandone la capacità di sopportare carichi e sollecitazioni. Principio di Funzionamento L'idea alla base del consolidamento con tiranti e staffe metalliche è di introdurre elementi che possano ridistribuire i carichi tra le varie parti della capriata, limitando le sollecitazioni su zone indebolite e prevenendo ulteriori deformazioni o danneggiamenti. Tiranti metallici, staffe, piastre di collegamento e bulloni vengono utilizzati per creare un "sistema" di rinforzo integrato che lavora in sinergia con il legno per aumentare la resistenza e la stabilità dell'intera struttura. Fasi dell'Intervento Valutazione e Progettazione: Prima di procedere con qualsiasi intervento, è cruciale effettuare una valutazione dettagliata dello stato delle capriate, comprendendo le caratteristiche del legno, i punti di debolezza, e le sollecitazioni a cui la struttura è soggetta. Sulla base di questa analisi, viene progettato il sistema di consolidamento, determinando la tipologia e la disposizione ottimale dei componenti metallici. Preparazione della Struttura: Pulizia delle superfici in legno e rimozione di eventuali parti marce o eccessivamente degradate. Questo step può includere il trattamento del legno con sostanze preservative o biocide per migliorarne la durabilità. Installazione di Tiranti e Staffe Metalliche Tiranti: Vengono utilizzati per collegare tra loro parti opposte della capriata, esercitando una forza di compressione che contrasta le sollecitazioni di trazione, comuni nelle strutture sottoposte a carichi elevati o in presenza di danni strutturali. Staffe e Piastre di Collegamento: Servono a connettere i diversi elementi della capriata, fornendo un supporto aggiuntivo in punti critici o dove le connessioni in legno sono indebolite o danneggiate. Fissaggio e Regolazione: I componenti metallici vengono fissati al legno attraverso bulloni, viti o chiodi speciali, progettati per minimizzare il danno al materiale originale. La tensione dei tiranti può essere regolata per ottimizzare la distribuzione dei carichi all'interno della struttura. Controllo e Manutenzione: Dopo l'installazione, è importante svolgere controlli periodici per verificare l'integrità dei componenti metallici e la corretta tensione dei tiranti, assicurando che il sistema di consolidamento mantenga nel tempo le sue prestazioni. Vantaggi Efficienza Strutturale: Aumento significativo della capacità portante e della stabilità delle capriate. Versatilità: Adattabilità a diverse tipologie di strutture e condizioni di degrado. Reversibilità: Possibilità di rimuovere o modificare il sistema di rinforzo senza alterazioni permanenti alla struttura in legno. Utilizzo di Resine Epossidiche Le resine epossidiche sono spesso impiegate per il consolidamento di crepe e per il ricollegamento di parti frammentate, grazie alla loro forte adesione e compatibilità con il legno. Il consolidamento delle capriate in legno con resine epossidiche rappresenta una delle tecniche più efficaci e rispettose per il restauro strutturale di elementi architettonici storici. Le resine epossidiche, grazie alla loro elevata adesione e compatibilità con il legno, sono particolarmente indicate per il rinforzo, il consolidamento di crepe, e la ricostruzione di parti mancanti o danneggiate. Principi del Consolidamento con Resine Epossidiche Il processo di consolidamento delle capriate in legno con resine epossidiche si basa sull'applicazione di queste sostanze polimeriche che, una volta indurite, formano un materiale composito con il legno, restituendo o aumentando la resistenza meccanica originaria dell'elemento strutturale senza alterarne significativamente l'aspetto. Fasi dell'Intervento Diagnosi e Pianificazione: Prima di procedere con il consolidamento, è essenziale effettuare una diagnosi accurata della struttura per identificare le aree danneggiate e definire l'estensione e il tipo di intervento necessario. Preparazione dell'Area di Intervento: Rimuovere detriti, polvere e parti marce o ammalorate per garantire una perfetta adesione della resina al legno sano. Questo può includere la pulizia meccanica o chimica delle superfici. Applicazione della Resina Epossidica La resina può essere applicata in varie modalità a seconda del tipo di danno: Iniezione in Crepe e Fessure: Per le crepe strette o fessure nel legno, la resina viene iniettata sotto pressione per garantire il riempimento completo e il consolidamento dell'area danneggiata. Impregnazione di Aree Danneggiate: In presenza di degrado diffuso, il legno può essere impregnato con resina epossidica a bassa viscosità per migliorarne la coesione interna. Ricostruzione di Parti Mancanti: Le resine epossidiche, miscelate con farine di legno o altri riempitivi, possono essere modellate per ricostruire parti mancanti o fortemente danneggiate. Polimerizzazione e Cura: Dopo l'applicazione, la resina necessita di un periodo adeguato per la polimerizzazione. Le condizioni ambientali, come temperatura e umidità, possono influenzare i tempi e l'efficacia della polimerizzazione. Finitura: Una volta che la resina è completamente indurita, le superfici trattate possono essere rifinite per ripristinare l'aspetto originale del legno. Ciò può includere la levigatura, la pittura o la verniciatura. Vantaggi Elevata Resistenza: Le resine epossidiche hanno eccellenti proprietà meccaniche, migliorando la resistenza e la durabilità delle capriate trattate. Compatibilità con il Legno: Queste resine aderiscono efficacemente al legno, formando un composto omogeneo che ne rispetta la flessibilità e le caratteristiche. Versatilità: Adatte a un'ampia gamma di applicazioni, dalle micro-crepe alla ricostruzione di parti consistenti. Durabilità: Le resine epossidiche sono resistenti agli agenti chimici e biologici, offrendo una protezione duratura al legno. Iniezioni di Microcementi Nei casi di degrado avanzato, le iniezioni di microcementi possono fornire un supporto interno, aumentando la coesione. L'iniezione di microcementi rappresenta una tecnica innovativa nel campo del consolidamento strutturale delle capriate in legno. Questo metodo è particolarmente utile per rafforzare elementi in legno che hanno subito danneggiamenti o degrado, senza compromettere l'estetica o l'integrità storica dell'edificio. I microcementi sono materiali composti da cementi ad alte prestazioni, con aggregati di dimensioni molto ridotte e additivi specifici che ne migliorano la lavorabilità e le proprietà meccaniche. Principio di Funzionamento Il consolidamento delle capriate tramite iniezione di microcementi si basa sull'inserimento di questo materiale all'interno dei vuoti, delle crepe o delle zone degradate del legno. I microcementi, grazie alla loro elevata fluidità e capacità di penetrazione, riempiono completamente questi spazi, indurendo successivamente e formando un corpo unico con il legno. Questo processo non solo aumenta la resistenza meccanica delle parti danneggiate ma migliora anche la distribuzione dei carichi all'interno della struttura, contribuendo alla sua stabilità complessiva. Fasi dell'Intervento Diagnosi Preliminare: Valutazione approfondita dello stato delle capriate per identificare le zone che necessitano di consolidamento. Questa fase può includere analisi visive, sondaggi strumentali e test non distruttivi. Preparazione: Pulizia delle aree interessate e, se necessario, rimozione di parti del legno irrimediabilmente compromesse. Praticare fori o canali per l'iniezione del microcemento nelle zone da consolidare. Iniezione del Microcemento: Utilizzo di pompe per iniezioni specifiche per introdurre il microcemento nei fori preparati. L'operazione deve essere eseguita con cura per garantire una distribuzione uniforme del materiale e l'adeguato riempimento dei vuoti. Cura e Polimerizzazione: Dopo l'iniezione, il microcemento richiede un periodo di tempo per indurire completamente. Durante questo tempo, è importante proteggere le aree trattate da umidità eccessiva o escursioni termiche che potrebbero compromettere il processo di indurimento. Controllo e Finiture: Verifica dell'efficacia del consolidamento attraverso ispezioni visive e test specifici. Eventuali lavori di finitura estetica possono essere eseguiti per armonizzare le zone trattate con il resto della struttura. Vantaggi Rafforzamento Strutturale: Miglioramento significativo della resistenza meccanica delle capriate, con un incremento della capacità portante e della rigidezza. Durabilità: I microcementi offrono resistenza all'umidità, agli agenti chimici e ai cicli di gelo/disgelo, garantendo un consolidamento duraturo nel tempo. Versatilità: Possibilità di utilizzare questa tecnica in una vasta gamma di situazioni, comprese le strutture complesse o di valore storico.sione strutturale senza compromettere l'aspetto estetico. Le barre in vetroresina Note anche come barre in Fibra di Vetro Rinforzata (GFRP, Glass Fiber Reinforced Polymer), sono materiali compositi utilizzati nel settore del restauro e del rinforzo strutturale per le loro eccellenti proprietà meccaniche, tra cui alta resistenza alla trazione, leggerezza e resistenza alla corrosione. Queste caratteristiche le rendono particolarmente adatte per il consolidamento di elementi strutturali in legno, come le capriate, in contesti dove il mantenimento della leggerezza e dell'integrità visiva è fondamentale. Le barre in vetroresina vengono impiegate per rinforzare e consolidare le capriate in legno che hanno subito degradazioni o che necessitano di un aumento della loro capacità portante. Il processo di consolidamento con barre GFRP può essere descritto nelle seguenti fasi: Diagnosi e Progettazione: Prima di procedere con qualsiasi intervento, è necessario effettuare una diagnosi accurata dello stato delle capriate, identificando le aree danneggiate o indebolite e valutando la necessità di intervento. Successivamente, si progetta il rinforzo in base alle specifiche esigenze strutturali. Preparazione delle Capriate: La superficie della capriata dove verranno applicate le barre deve essere preparata adeguatamente. Ciò include la pulizia del legno e, se necessario, la rimozione di parti marce o danneggiate. Installazione delle Barre GFRP: Le barre in vetroresina possono essere installate applicandole sulla superficie delle travi di legno o inserendole all'interno di fori precedentemente praticati. L'installazione superficiale richiede l'uso di adesivi epossidici per assicurare le barre alla capriata. L'inserimento interno, invece, prevede l'ancoraggio delle barre dentro i fori riempiti con resina epossidica, che funge da collante. Finitura: Una volta che le barre GFRP sono state installate e l'adesivo è polimerizzato, si procede con le operazioni di finitura. Questo può includere la copertura delle barre per motivi estetici o la protezione del legno trattato con impregnanti specifici. Vantaggi dell'Uso delle Barre GFRP Non Invasività: Il metodo di rinforzo con barre GFRP è meno invasivo rispetto ad altre tecniche di consolidamento, preservando l'aspetto originale delle capriate. Resistenza e Durabilità: Le barre GFRP offrono alta resistenza e durabilità nel tempo, anche in ambienti con elevata umidità o presenza di agenti chimici. Compatibilità con il Legno: La flessibilità e la leggerezza delle barre GFRP le rendono compatibili con le caratteristiche meccaniche del legno, permettendo un rinforzo efficace senza sovraccaricare la struttura. Trattamento e Protezione del Legno Il trattamento del legno mira a proteggere le capriate da ulteriori danneggiamenti causati da fattori biotici (come insetti xilofagi e funghi) e abiotici (umidità, variazioni termiche). Applicazione di Biocidi: Prodotti biocidi possono essere applicati per eliminare infestazioni attive e prevenire nuovi attacchi. Impregnazione con Preservanti: Il legno può essere impregnato con sostanze preservanti che ne aumentano la resistenza all'umidità e agli agenti biologici, preservando al contempo la traspirabilità. Rivestimenti Protettivi: Rivestimenti protettivi traspiranti possono essere applicati per proteggere il legno dalle intemperie, mantenendo la sua capacità di "respirare" e prevenendo la trappola di umidità. Integrazione di Parti Mancanti Quando parti delle capriate sono mancanti o irrecuperabili, l'integrazione con nuovo materiale diventa necessaria. Queste integrazioni devono essere eseguite in modo da essere riconoscibili, ma armoniche con l'originale. Sostituzione 'in Genere': Parti nuove, realizzate con tecniche e materiali simili a quelli originali, possono essere inserite per sostituire le sezioni mancanti, seguendo i principi di reversibilità e differenziazione. Tecniche di 'Anastilosi': Dove possibile, l'anastilosi, ovvero la reintegrazione di frammenti originali recuperati, viene preferita per mantenere al massimo l'autenticità storica della struttura. Considerazioni Finali Il restauro delle capriate in legno richiede un delicato equilibrio tra il mantenimento dell'integrità storica e l'applicazione di tecniche che assicurino la loro funzionalità nel tempo. Ogni intervento deve essere preceduto da un'accurata diagnosi e da una pianificazione dettagliata, considerando sempre l'impatto sulle proprietà meccaniche e estetiche delle capriate. L'obiettivo è preservare non solo la struttura fisica, ma anche il valore storico e culturale che le capriate rappresentano. Materiali Innovativi e Tradizionali Il restauro delle capriate in legno vede l'impiego sia di materiali tradizionali che di soluzioni innovative. La scelta tra questi dipende da diversi fattori, inclusi la compatibilità con il substrato originale, l'efficacia nel lungo termine, e l'impatto estetico. Materiali Tradizionali I materiali tradizionali, come il legno di essenze specifiche, calce, argilla e resine naturali, sono stati utilizzati per secoli nella conservazione delle strutture in legno. Questi materiali sono preferiti per la loro compatibilità fisica e chimica con le strutture esistenti, nonché per la loro reversibilità e minimo impatto visivo. Legno: Selezione di essenze compatibili per integrazioni o sostituzioni. Calce e Argilla: Usati per trattamenti superficiali che regolano l'umidità e proteggono da agenti esterni. Resine Naturali: Per consolidamenti e finiture superficiali. Materiali Innovativi Le innovazioni nei materiali da costruzione offrono nuove possibilità per il restauro, includendo maggiore durabilità, efficienza nella conservazione energetica e miglioramenti nelle proprietà meccaniche. Nanotecnologie: Nanoparticelle per il consolidamento del legno e la protezione da umidità e degrado biologico. Biopolimeri: Materiali ecocompatibili per il trattamento conservativo, offrendo una buona integrazione con il legno antico. Fibre di Carbonio e Vetro: Per il rinforzo strutturale, offrendo soluzioni discrete e reversibili. Prevenzione del Degrado Manutenzione Programmata La manutenzione programmata è essenziale per preservare l'integrità delle capriate in legno. Questo approccio prevede interventi regolari basati su un calendario predefinito, con l'obiettivo di prevenire l'insorgere di problemi gravi. Ispezioni Regolari: Condurre ispezioni visive e strumentali periodiche per identificare segni precoci di degrado o danneggiamento. Pulizia: Mantenere le capriate libere da detriti e accumuli di polvere che possono trattenere umidità o favorire l'insediamento di insetti. Controllo dell'Umidità: Assicurare una ventilazione adeguata e controllare i livelli di umidità nell'ambiente circostante per prevenire il marciume del legno. Monitoraggio Costante Tecnologie avanzate di monitoraggio possono essere impiegate per tenere sotto controllo lo stato di salute delle capriate in tempo reale, permettendo di intervenire tempestivamente alla prima segnalazione di anomalie. Sensori di Umidità: Installare sensori per tracciare i livelli di umidità nel legno e nell'ambiente, identificando variazioni che potrebbero indicare problemi. Termografia: Utilizzare periodicamente la termografia per rilevare aree di umidità nascoste o difetti strutturali non visibili ad occhio nudo. Sistemi di Monitoraggio Strutturale: Impiegare sistemi che misurano la deformazione o lo spostamento delle capriate per rilevare sollecitazioni eccessive o cedimenti. Interventi Preventivi L'adozione di misure preventive mirate può ridurre significativamente il rischio di degrado delle capriate in legno. Trattamenti Antiparassitari: Applicare trattamenti ecocompatibili per proteggere il legno da insetti xilofagi e funghi. Protezione dagli Agenti Atmosferici: Se esposte, trattare le superfici delle capriate con vernici o impregnanti che offrano protezione da pioggia, sole e variazioni termiche. Rinforzi Strutturali: In caso di sollecitazioni meccaniche elevate o debolezze strutturali identificate, possono essere necessari rinforzi puntuali per evitare danneggiamenti futuri. Strategie di Implementazione Per essere efficace, un programma di prevenzione del degrado deve essere personalizzato sulla base delle specificità dell'edificio e delle sue capriate in legno. È importante un approccio multidisciplinare che coinvolga restauratori, ingegneri strutturali e conservatori, al fine di sviluppare un piano di manutenzione e monitoraggio che tenga conto di tutti gli aspetti della conservazione, dalla stabilità strutturale alla preservazione estetica. La prevenzione è sempre più vantaggiosa del restauro, sia in termini di costi che di conservazione del valore storico e culturale dell'edificio. Implementando strategie proattive, è possibile salvaguardare le capriate in legno, assicurando che continuino a svolgere la loro funzione strutturale e a raccontare la storia degli edifici che supportano per molte generazioni future. Libri "Consolidamento e restauro delle strutture in legno": Questo volume si concentra sulle strutture lignee presenti nei manufatti storici, offrendo un'attenzione specifica alle capriate. È un utile riferimento per professionisti e operatori del settore, approfondendo le tematiche di processo progettuale dal riconoscimento dei problemi agli interventi di consolidamento."Restauro delle strutture in legno. Tecniche di consolidamento strutturale": Un'altra risorsa che fornisce dettagli sulle tecniche di consolidamento strutturale specificamente per le strutture in legno, comprese le capriate

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https://www.rmix.it/ - Cartone Ondulato da Imballo: Dimensioni e Direzione delle Fibre
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Cartone Ondulato da Imballo: Dimensioni e Direzione delle Fibre
Informazioni Tecniche

La qualità e la resistenza di un cartone ondulato da imballo passa dalla corretta disposizione delle fibre e dalla loro dimensionedi Marco ArezioQuante volte ci sono arrivati, recapitati a casa, i prodotti che abbiamo comprato su internet racchiusi in una scatola di cartone, quante volte nella nostra azienda utilizziamo le scatole, più o meno grandi, per imballare i nostri prodotti da vendere, quante volte facciamo ordine mettendo nelle scatole di cartone le nostre cose. Un tipo di imballo comodo, semplice da usare, duraturo nel tempo ed anche circolare, in quanto facilmente maneggiamo scatole in cartone ondulato fatte con carta prevalentemente riciclate e riciclabili. In un ambito più professionale, quindi in azienda, la qualità degli imballi, qualsiasi essi siano, ricopre un’importanza sostanziale, non solo per presentare i nostri prodotti ai clienti, ma per proteggerli durante il trasporto e lo stoccaggio in magazzino. Come viene prodotto il cartone ondulato riciclato? Per realizzare il prodotto finito partiamo dalla sua origine, quindi vediamo come di realizzano i fogli che costituiranno il cartone ondulato riciclato, facendo un passo indietro fino in cartiera. Infatti è li dove viene la storia ha inizio, utilizzando, come materia prima, il cartone che deriva dalla raccolta differenziata, che compone la parte preminente della ricetta, aggiungendo poi di una piccola parte di fibre di carta vergine, per aumentare la qualità del prodotto finito. La tipologia di ricetta descritta non esaurisce le possibilità di trovare altre miscele, in quanto un cartone ondulato può essere anche prodotto al 100% con il materiale da riciclo o con percentuali di esso più basse. Una volta inserita la materia prima nell’impianto di lavorazione, viene aggiunta acqua e altre sostanze adatte al trattamento, iniziando così un mescolamento della materia prima che porta alla creazione di una pasta fluida, in cui troviamo un elemento di cruciale importanza per la qualità del futuro prodotto finito che sono le fibre. Infatti, sia il cartone da riciclo che la materia prima naturale, che viene dagli alberi, ne contengono di diverse tipologie e costituiscono l’asse portante delle future scatole in cartone ondulato. Una volta realizzata la pasta di carta la si stende, in strati sottili, variabili in base alle richieste commerciali, su piani di lavoro per poi essere inviati all’essicazione dei fogli. Raggiunta l’essicazione corretta i fogli piani vengono interposti ad uno ondulato, realizzato appositamente attraverso l’utilizzo di un’azione meccanica di piegatura coadiuvata dal vapore. I vari strati verranno poi incollati tra loro utilizzando delle colle vegetali derivate dalla fecola di patate o dall’amido di mais. Come si forma la direzione delle fibre e perché è così importante Durante la creazione della pasta, attraverso il movimento della macchina e la presenza dell’acqua, si gioca la partita più importante in merito alla qualità futura del cartone, infatti, con questa operazione si viene a formare la direzione delle fibre che, insieme alla loro lunghezza, determineranno il risultato qualitativo del prodotto. Le fibre sono, come detto, un’armatura per il foglio di carta o di cartone, lo strumento portante del prodotto e, la loro disposizione ne determina la resistenza meccanica monodirezionale o bidirezionale. Infatti se le fibre sono orientare in modo parallele è possibile lacerare il foglio nel senso della direzione delle stesse, ma risulta difficoltoso ed irregolare nel senso opposto. Inoltre, se le fibre non hanno un andamento parallelo ma difformemente distribuito, la resistenza meccanica si ottiene nei due sensi di strappo. Questo non vale solo per la divisione dei due lembi del cartone o della carta, ma anche sulla sua facoltà nell’essere piegato, infatti se non consideriamo la disposizione delle fibre, durante la piegatura di un’ala della scatola, ad esempio, questa risulterà imperfetta e difficoltosa, sia manualmente che attraverso le imballatrici. Quale sono le differenze tra l’uso di fibre lunghe e fibre corte Non tutte le fibre sono uguali: ci sono quelle più sottili, più lunghe più irregolari, molto porose, per nulla porose, con nodi, di forma appuntita o cilindrica e molte altre. Per semplificare, in merito a quale fibra sarebbe meglio utilizzare per produrre una scatola in cartone ondulato, possiamo dire che le fibre lunghe sono quelle più adatte allo scopo, in quanto possiedono una maggiore resistenza e durezza, dovendo realizzare un piano il più possibile rigido. Per completezza possiamo indicare le fibre corte sono un’ottima soluzione per creare carte morbide e cedevoli, che vengono usate per molteplici usi. Utilizzo della carta riciclata per produrre il cartone riciclato Come abbiamo visto, una buona qualità di carta per la realizzazione delle scatole per il packaging, deve impiegare una pasta che contenga una sufficiente quantità di fibre lunghe per armare la struttura. Per poter arrivare alla corretta ricetta, per contenere i costi e per contribuire all’impiego dei rifiuti di carta e cartone che quotidianamente produciamo, la produzione utilizza una buona parte di cartone riciclato. Le operazioni di riciclo comportano, nel tempo, un certo dilavamento delle fibre, con la conseguenza che il loro apporto nella ricetta per la produzione del cartone da imballo, con i vari cicli di trattamento, potrebbe diminuire. In questo caso diventa necessario ricorrere all’aggiunta di fibre vergini per poter bilanciare la diminuzione causata dal riciclo. Categoria: Informazioni tecniche - packaging- cartone - carta - riciclo

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rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Pannelli Solari Esausti: La Sfida del Riciclo e le Prospettive Future
Economia circolare

Affrontare il Problema dei Rifiuti Solari attraverso le Innovazioni e le Strategie per un Futuro Sostenibiledi Marco ArezioIl crescente investimento globale nelle energie rinnovabili ha portato a un aumento esponenziale dell'installazione di pannelli solari. Sebbene ciò rappresenti un passo significativo verso la sostenibilità ambientale, solleva una problematica importante relativa alla gestione dei pannelli solari a fine vita. Questo articolo esplora la previsione della produzione di rifiuti derivanti dai pannelli solari, esamina le attuali metodologie di riciclaggio e propone direzioni future per affrontare questa sfida crescente. Il Problema dei Pannelli Solari Esausti I pannelli solari, componenti essenziali delle tecnologie per la generazione di energia rinnovabile, si avvicinano inevitabilmente al termine del loro ciclo vitale, generalmente stimato tra i 25 e i 30 anni. La fine della loro vita utile non solo segna una diminuzione nell'efficienza energetica ma anche l'inizio di una sfida ambientale significativa: la gestione dei pannelli solari esausti. Volume dei Rifiuti Prevedibili La crescita esponenziale dell'installazione di pannelli solari, stimolata da incentivi governativi e dalla crescente consapevolezza ambientale, comporta una conseguente crescita nel volume dei rifiuti generati una volta che questi pannelli raggiungono la fine della loro vita operativa. L'International Renewable Energy Agency (IRENA) valuta che entro il 2050 potrebbero accumularsi fino a 78 milioni di tonnellate di pannelli solari esausti. Questa stima pone in evidenza l'urgenza di sviluppare strategie efficaci per il loro smaltimento o riciclaggio. Composizione e Problemi di Smaltimento I pannelli solari sono composti da una varietà di materiali, che includono vetro, silicio, metalli come argento e piombo, e altri composti tossici. Questa diversità di componenti rende il processo di riciclo particolarmente complesso e costoso. Il vetro, che rappresenta circa il 75% della massa di un pannello, può essere riciclato in modo relativamente facile. Tuttavia, il recupero di silicio di alta qualità e di altri metalli preziosi è tecnicamente impegnativo e richiede processi avanzati e specifici che non sono ancora ampiamente disponibili su scala industriale. Impatti Ambientali L'incapacità di riciclare efficacemente i materiali dei pannelli solari non solo comporta la perdita di risorse preziose ma anche potenziali danni ambientali. I materiali tossici, come il piombo, se non gestiti correttamente, possono contaminare il suolo e le acque, minacciando la salute pubblica e gli ecosistemi. La crescente accumulazione di pannelli solari in discarica solleva preoccupazioni significative per la sostenibilità a lungo termine dell'energia solare come soluzione verde. Normative e Logistiche Una problematica nella gestione dei pannelli solari esausti è l'assenza di una normativa internazionale uniforme che regoli il loro riciclaggio. Mentre alcuni paesi hanno iniziato a implementare leggi specifiche per il riciclo dei pannelli solari, molti altri sono ancora indietro. Inoltre, la logistica del recupero dei pannelli, molti dei quali sono installati in luoghi remoti o difficilmente accessibili, complica ulteriormente gli sforzi di riciclo. Quindi, mentre i pannelli solari sono un pilastro fondamentale delle strategie di riduzione delle emissioni di carbonio, la loro gestione a fine vita rappresenta una sfida emergente che richiede attenzione immediata. Affrontare questo problema richiederà un approccio coordinato che includa miglioramenti tecnologici, politiche normative adeguate, e una collaborazione globale tra i settori pubblici e privati. Metodi Attuali di Riciclo dei Pannelli Solari Il riciclo dei pannelli solari è una pratica emergente che mira a mitigare l'impatto ambientale dei pannelli a fine vita e a recuperare materiali preziosi. Tuttavia, la complessità dei materiali coinvolti rende il processo tecnologicamente impegnativo e economicamente oneroso. Di seguito vengono esplorate le principali metodologie attualmente in uso per il riciclaggio dei pannelli solari. Processi Meccanici Il riciclo meccanico è il metodo più comune e implica la frammentazione fisica dei pannelli per separare i diversi materiali. Questo processo inizia con la rimozione del telaio in alluminio, seguita dalla frantumazione del vetro e delle altre componenti. Il materiale frantumato viene poi setacciato e separato in base alla dimensione delle particelle. Sebbene questo metodo sia relativamente economico, ha il limite di non recuperare il silicio in forma pura, limitando il recupero di altri materiali preziosi come l'argento e il rame. Processi Termici I processi termici utilizzano alte temperature per separare i componenti fisici dei pannelli solari. Il calore è applicato per ammorbidire o sciogliere il legante che tiene insieme il vetro e il silicio, facilitando la separazione dei materiali. Questo processo può aiutare a recuperare il silicio in una forma più pura rispetto ai metodi meccanici, ma presenta sfide relative al consumo energetico e all'impatto ambientale dell'uso di alte temperature. Processi Chimici Il riciclo chimico offre la possibilità di recuperare materiali ad alta purezza attraverso l'uso di solventi e reagenti chimici. Questi processi implicano la dissoluzione selettiva di metalli o di altri composti, permettendo il recupero specifico di elementi come l'argento, il rame e il piombo. Il riciclo chimico può anche rigenerare il silicio di grado solare. Tuttavia, la gestione sicura e ambientalmente sostenibile dei solventi chimici e dei rifiuti prodotti rappresenta una sfida significativa. Innovazioni e Ricerca in Corso Studi e ricerche sono in corso per migliorare l'efficienza e la sostenibilità dei processi di riciclo esistenti e per svilupparne di nuovi. Alcune ricerche si concentrano sullo sviluppo di nuovi metodi meccanici che minimizzino la perdita di materiali preziosi. Altre esplorano tecnologie avanzate di trattamento termico che riducano il consumo energetico e le emissioni. Inoltre, l'innovazione nei processi chimici sta esplorando l'uso di solventi meno tossici e più efficaci. Prospettive Future Il progresso nei metodi di riciclo è essenziale per gestire l'ingente volume previsto di pannelli solari a fine vita nei prossimi decenni. L'efficacia di questi metodi dipenderà dalla loro capacità di adattarsi alle tecnologie di pannelli solari in evoluzione e alle normative ambientali, oltre che dall'interesse economico delle industrie nel supportare queste pratiche sostenibili. Innovazioni nel Riciclo dei Pannelli Solari Il settore del riciclo dei pannelli solari è al centro di un'intensa attività di ricerca e sviluppo, mirata a trovare soluzioni innovative per migliorare l'efficienza e l'impatto ambientale del processo. Di seguito vengono esplorate alcune delle innovazioni più promettenti in questo campo. Miglioramento del Recupero dei Materiali Una delle principali aree di innovazione riguarda il miglioramento delle tecniche di recupero dei materiali preziosi contenuti nei pannelli solari, in particolare il silicio, l'argento e altri metalli. Gli scienziati stanno sviluppando metodi più efficaci per separare e purificare questi materiali in modo che possano essere riutilizzati nella produzione di nuovi pannelli o in altri settori industriali. Riciclo del Silicio: I ricercatori stanno esplorando processi come la purificazione termica e chimica per recuperare il silicio di grado solare dai pannelli esausti. Questo approccio non solo riduce il bisogno di silicio vergine ma anche diminuisce l'impronta ecologica associata alla sua produzione primaria. Recupero di Metalli Preziosi: Le tecniche avanzate di trattamento chimico, come l'uso di liquidi ionici o di solventi elettrochimici, stanno diventando sempre più efficienti nel recupero di metalli preziosi come l'argento e il rame, essenziali per la produzione di pannelli solari. Tecnologie di Riciclo Sostenibili La ricerca si sta orientando anche verso la creazione di tecnologie di riciclo più sostenibili, che utilizzano meno energia e riducono la produzione di rifiuti pericolosi. Processi a Bassa Emissione: Alcune nuove tecnologie mirano a ridurre significativamente l'energia necessaria per il riciclo dei pannelli solari, utilizzando tecniche di trattamento a freddo o a temperatura moderata che richiedono meno energia rispetto ai metodi termici tradizionali. Utilizzo di Materiali Biodegradabili: Un'altra innovazione include lo sviluppo di pannelli solari che incorporano materiali biodegradabili o più facilmente riciclabili, rendendo il processo di fine vita meno nocivo per l'ambiente. Legislazione e Normative Le innovazioni nel campo del riciclo dei pannelli solari sono spesso accompagnate da sviluppi nelle legislazioni e nelle normative, che possono incentivare o obbligare le pratiche di riciclaggio. Politiche di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR): Alcuni paesi stanno implementando politiche di EPR, che obbligano i produttori di pannelli solari a essere responsabili della gestione dei loro prodotti a fine vita. Queste politiche stimolano l'innovazione e l'investimento in tecnologie di riciclaggio efficaci. Sviluppi Futuri Le innovazioni nel riciclo dei pannelli solari sono essenziali per garantire la sostenibilità a lungo termine del settore dell'energia solare. La continua ricerca e lo sviluppo in questo campo sono fondamentali per affrontare le sfide future, migliorare l'efficienza dei processi esistenti e ridurre ulteriormente l'impatto ambientale dei pannelli Proiezioni Future e Implicazioni del Riciclo dei Pannelli Solari Il futuro del riciclo dei pannelli solari si prospetta sia sfidante sia promettente, con significative implicazioni per l'industria dell'energia solare, la gestione dei rifiuti e la sostenibilità ambientale. Di seguito, vengono esaminati alcuni aspetti chiave delle proiezioni future. Crescita Esponenziale dei Rifiuti di Pannelli Solari Con l'aumento previsto dell'adozione dell'energia solare a livello globale, il volume dei pannelli solari a fine vita destinati al riciclo è previsto crescere esponenzialmente. Si stima che entro il 2050, milioni di tonnellate di pannelli solari raggiungeranno la fine del loro ciclo di vita. Questo aumento richiederà una capacità di riciclo su larga scala, nonché l'implementazione di infrastrutture efficienti per la raccolta e il trattamento dei rifiuti solari. Sviluppo di Tecnologie Avanzate L'evoluzione delle tecnologie di riciclo sarà fondamentale per gestire l'aumento dei volumi di rifiuti. La ricerca continuerà a focalizzarsi sul miglioramento delle efficienze di recupero dei materiali e sulla riduzione dei costi operativi. Le innovazioni future potrebbero includere: Tecnologie di Separazione Migliorate: Per aumentare la purezza e il recupero di materiali preziosi come il silicio, l'argento e il rame. Processi Energeticamente Efficienti: Che minimizzino l'uso di energia e riducano le emissioni di CO2 associate al riciclaggio. Automazione nel Riciclo: L'uso di robotica avanzata e intelligenza artificiale per ottimizzare e automatizzare il processo di smantellamento e separazione. Impatto delle Normative Ambientali Le politiche ambientali e le normative continueranno a giocare un ruolo cruciale nel plasmare l'industria del riciclaggio dei pannelli solari. Leggi più stringenti potrebbero: Imporre Requisiti di Riciclo Obbligatorio: Forzando i produttori a considerare la fine della vita dei prodotti già nella fase di design. Stimolare Investimenti in R&D: Incoraggiare l'industria a investire in tecnologie di riciclaggio innovative attraverso incentivi fiscali o sovvenzioni. Favorire la Creazione di Standard Industriale: Promuovere standard uniformi per il riciclo che possono facilitare processi più efficienti a livello globale. Collaborazioni Internazionali La collaborazione internazionale sarà essenziale per affrontare la sfida globale del riciclaggio dei pannelli solari. Gli sforzi congiunti potrebbero includere: Scambio di Tecnologie e Best Practices: Collaborazioni transnazionali che permettono di condividere innovazioni e strategie di successo. Programmi di Finanziamento Condivisi: Iniziative multilaterali per finanziare la ricerca e lo sviluppo nel settore del riciclaggio solare. Accordi Ambientali Internazionali: Integrare la gestione dei rifiuti solari nelle politiche ambientali globali per assicurare un approccio coerente e efficace. Riflessioni sul Ciclo di Vita La necessità di considerare l'intero ciclo di vita dei pannelli solari, dalla produzione al riciclo, diventerà sempre più importante. Questo approccio potrebbe comportare: Design per il Riciclo: Sviluppo di pannelli solari con materiali più facilmente separabili e riciclabili. Valutazioni di Impatto Ambientale: Studi più approfonditi sull'impatto ambientale dei pannelli solari per ottimizzare le pratiche produttive e di smaltimento. In conclusione, il futuro del riciclo dei pannelli solari presenta sia enormi sfide che significative opportunità. Affrontare queste sfide richiederà un impegno coordinato a livello globale, innovazioni tecnologiche continue, e un impegno serio da parte di tutte le parti interessate per assicurare che l'energia solare rimanga una fonte di energia veramente sostenibile nel lungo termine. I Più Grandi Parchi Solari del Mondo: Giganti dell'Energia Rinnovabile L'energia solare ha assunto un ruolo sempre più centrale nella transizione globale verso fonti di energia pulita. I grandi parchi solari, con la loro capacità di produrre energia su larga scala, sono fondamentali in questo movimento. Di seguito, è presentato un resoconto sui più grandi parchi solari attualmente in funzione nel mondo. 1. Bhadla Solar Park, India Il Bhadla Solar Park si estende su una superficie impressionante di 14.000 acri nel deserto del Rajasthan, in India. Completato nel 2020, questo impianto è il più grande parco solare del mondo con una capacità produttiva di circa 2.245 MW. L'India, con il suo ampio programma di espansione dell'energia solare, vede in Bhadla una pietra miliare significativa verso il raggiungimento dell'obiettivo di 100 GW di capacità solare installata entro il 2022. 2. Tengger Desert Solar Park, Cina Conosciuto anche come il "Great Wall of Solar" della Cina, il Tengger Desert Solar Park occupa una zona del deserto di Tengger nel Ningxia Hui Autonomous Region della Cina e ha una capacità di circa 1.547 MW. Questo parco contribuisce significativamente agli sforzi della Cina per aumentare la quota di energie rinnovabili nel suo mix energetico. 3. Pavagada Solar Park, India Un altro gigante in India è il Pavagada Solar Park, noto anche come Shakti Sthala, che si trova nello stato del Karnataka. Con una capacità di 2.050 MW, copre circa 13.000 acri. Questo parco solare è un esempio emblematico dell'impegno dell'India nella lotta al cambiamento climatico e nella promozione dello sviluppo sostenibile. 4. Benban Solar Park, Egitto Situato nella regione di Aswan, il Benban Solar Park ha il potenziale per raggiungere una capacità di quasi 1.650 MW. Una volta completamente operativo, dovrebbe produrre più di 3.8 miliardi di kWh all'anno, risparmiando all'Egitto circa 2 milioni di tonnellate di emissioni di CO2. Benban rappresenta un passo cruciale nell'obiettivo dell'Egitto di ottenere il 20% della sua energia da fonti rinnovabili entro il 2022. 5. Noor Abu Dhabi, Emirati Arabi Uniti Il parco solare di Noor Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti, con una capacità di 1.177 MW, è uno dei più grandi del mondo. Inaugurato nel 2019, questo parco può fornire energia pulita a circa 195.000 case, riducendo le emissioni di anidride carbonica di 1 milione di tonnellate all'anno. 6. Villanueva Solar Park, Messico In Messico, il Villanueva Solar Park, situato nello stato di Coahuila, è uno dei più grandi parchi solari dell'America Latina con una capacità di 828 MW. Questo parco gioca un ruolo importante nell'ambizione del Messico di generare il 35% della sua energia da fonti rinnovabili entro il 2024.

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https://www.rmix.it/ - Acceso il più Grande Parco Eolico Offshore della Scozia
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Acceso il più Grande Parco Eolico Offshore della Scozia
Notizie Brevi

4,3 miliardi di dollari per generare fino a 1075 MW di energia eolica offshore con una particolarità unica al mondoIl mondo sta rincorrendo e risolvendo le lacune che anni di inerzia politica hanno portato nel campo delle energie rinnovabili. Era comodo comprare petrolio, carbone o gas per produrre energia elettrica ma, oggi, per le questioni che tutti conosciamo, questo lassismo è diventato un boomerang. Per rimediare alle falle passate sono necessari fiumi di soldi e soluzioni politiche veloci ed efficaci in quanto, la progettazione, il finanziamento e l’istallazione di parchi eolici o solari di grandi dimensioni richiede grande volontà e determinazione nel raggiungere gli obbiettivi. In Scozia è in fase di ultimazione il parco eolico Seagreen posizionato a 27 Km. dalla costa di Angus che, a regine nel 2023, potrà erogare una potenza di 1075 MW potendo contare su 114 turbine. La particolarità di questo parco eolico a fondo fisso è che il più profondo al mondo, visto che le sue basi sono posizionate a ben 59 metri sotto il livello dell’acqua. La struttura dal costo di 4,3 miliardi di dollari è frutto della collaborazione tra TotalEnergy e SSE Renewables, infatti, TotalEnergies ha stipulato un accordo con SSE Renewables per acquisire una partecipazione del 51% nel progetto Seagreen nel giugno 2020. "Siamo lieti di annunciare l'inizio della produzione di energia da Seagreen, la nostra prima fase eolica offshore nel Mare del Nord del Regno Unito", ha affermato Vincent Stoquart, Senior Vice President Renewables di TotalEnergies . “Questo segna un nuovo passo nello sviluppo della capacità delle attività offshore di TotalEnergies. Questa pietra miliare contribuirà direttamente al nostro obiettivo di raggiungere 35 GW di capacità di elettricità rinnovabile in tutto il mondo entro il 2025”. Info: TotalEnergy

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rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Produzione di fumi Durante la Fusione delle Plastiche Riciclate da Post Consumo
Informazioni Tecniche

Quali possibili danni per la salute dei lavoratori e quali comportamenti da adottaredi Marco ArezioI fumi, generati durante l'estrusione o l’iniezione delle materie plastiche da post consumo, possono contenere una varietà di sostanze chimiche e particelle solide, alcune delle quali possono essere tossiche o potenzialmente dannose per la salute umana.Tipologia di inquinanti nella fusione delle materie plasticheLa tossicità dei fumi dipende dalla composizione specifica delle materie plastiche da post consumo e dalle condizioni operative del processo di estrusione. Alcuni dei potenziali rischi per la salute associati ai fumi di estrusione includono: Particelle solide: durante l'estrusione, possono essere generati fumi che contengono particelle solide sospese nell'aria. Queste particelle possono includere residui di plastica non completamente fusi o frammenti di plastica, che possono essere inalati e causare irritazione delle vie respiratorie o problemi respiratori. Emissioni gassose: i fumi possono contenere emissioni gassose derivanti dalla decomposizione o combustione incompleta dei materiali plastici. Queste emissioni possono includere sostanze chimiche tossiche o irritanti come monomeri, polimeri degradati, agenti di stabilizzazione termica o additivi chimici presenti nelle materie plastiche da post consumo. Composti organici volatili (COV): alcuni fumi possono contenere composti organici volatili, come solventi o altre sostanze organiche che si vaporizzano a temperature elevate. L'esposizione a COV può causare irritazione delle vie respiratorie, mal di testa, nausea, vertigini o effetti a lungo termine sulla salute. Additivi chimici: le materie plastiche da post consumo possono contenere additivi chimici, come plastificanti, ritardanti di fiamma o additivi antistatici. Durante l'estrusione, questi additivi possono degradarsi o essere rilasciati nei fumi, potenzialmente causando rischi per la salute umana a seconda delle sostanze chimiche coinvolte. Polveri e particelle ultrafini: l'estrusione può generare polveri e particelle ultrafini che possono essere inalate e penetrare profondamente nei polmoni. Queste particelle possono causare irritazione polmonare, infiammazione o effetti a lungo termine sulla salute respiratoria. La valutazione specifica dei rischi per la salute dei fumi di estrusione delle materie plastiche da post consumo richiede una conoscenza dettagliata della composizione chimica dei materiali utilizzati e delle condizioni operative specifiche. Fattori di insorgenza degli inquinanti I principali fattori che influenzano la pericolosità dei fumi durante la fusione delle plastiche riciclate si raggruppano in questi fattori: Composizione dei materiali riciclatiLa composizione delle plastiche riciclate può variare notevolmente a seconda delle fonti di riciclo e dei processi di riciclaggio utilizzati. Alcuni materiali riciclati possono contenere sostanze chimiche nocive o additivi che possono essere rilasciati durante l'estrusione. Temperatura di estrusioneLa fusione delle plastiche richiede temperature elevate, e il riscaldamento dei materiali riciclati può causare la generazione di fumi e vapori. Alcune sostanze chimiche presenti nelle plastiche riciclate possono decomporsi a temperature elevate, producendo composti potenzialmente pericolosi. Durata dell'esposizioneLa durata dell'esposizione ai fumi durante la fusione delle plastiche riciclate può influenzare il potenziale impatto sulla salute dei lavoratori. Effetti sulla salute dei lavoratori Gli effetti sulla salute dei lavoratori possono dipendere dalla concentrazione e dalla durata dell'esposizione ai fumi nocivi.I fumi che scaturiscono dalla fusione delle materie plastiche possono rappresentare diversi rischi per la salute dei lavoratori, tra cui: Irritazione delle vie respiratorie I fumi possono irritare le vie respiratorie, causando tosse, difficoltà respiratorie, congestione e infiammazione delle mucose. Effetti sul sistema nervoso Alcune sostanze chimiche presenti nei fumi possono avere effetti sul sistema nervoso, come mal di testa, vertigini, affaticamento o disturbi neurologici. Effetti sul sistema cardiovascolare L'esposizione a fumi nocivi può influenzare il sistema cardiovascolare, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari. Effetti sul fegato e sui reni Alcune sostanze chimiche presenti nei fumi possono essere tossiche per il fegato e i reni, se assorbite nel corpo. Effetti cancerogeni Alcuni composti chimici presenti nei fumi possono essere cancerogeni o aumentare il rischio di sviluppare malattie tumorali. Mitigazione dei rischi sanitari nelle produzioni di materie plastiche per fusione Per mitigare i rischi per la salute dei lavoratori durante l'estrusione delle plastiche riciclate, sono necessarie misure di prevenzione e sicurezza appropriate, tra cui: Ventilazione adeguata: è importante garantire una buona ventilazione nell'area di lavoro per diluire e rimuovere i fumi generati durante l'estrusione. Uso di dispositivi di protezione individuale (DPI): i lavoratori devono utilizzare DPI appropriati, come maschere respiratorie, occhiali di protezione e guanti, per ridurre le possibili esposizioni ai fumi nocivi. Monitoraggio dell'ambiente di lavoro: è consigliabile effettuare il monitoraggio regolare dell'ambiente di lavoro per valutare la presenza di sostanze nocive nei fumi e per garantire che i livelli di esposizione siano al di sotto dei limiti di sicurezza. Formazione e sensibilizzazione dei lavoratori: è importante fornire una formazione adeguata ai lavoratori riguardo ai rischi associati all'estrusione delle plastiche riciclate, inclusi i fumi generati, e alle misure di sicurezza da adottare per proteggere la propria salute. Buone pratiche di gestione e manipolazione: adottare buone pratiche di gestione e manipolazione dei materiali riciclati, tra cui l'uso di sistemi chiusi, la riduzione dell'esposizione alla polvere e l'adozione di procedure di pulizia adeguate. Monitoraggio medico: è consigliabile effettuare un monitoraggio medico regolare dei lavoratori esposti ai fumi per identificare eventuali effetti sulla salute e intervenire tempestivamente. Tecnologie per la riduzione degli inquinanti nei reparti di fusione delle plastiche Per la filtrazione dei fumi provenienti dall'estrusione delle materie plastiche da post consumo, vengono utilizzati sistemi di filtrazione industriale, appositamente progettati per catturare e rimuovere le particelle solide e le sostanze inquinanti presenti nei fumi. Alcune delle tipologie di filtrazione industriali comunemente impiegate includono: Filtrazione a cartucce Questo tipo di filtrazione prevede l'utilizzo di cartucce filtranti che catturano le particelle solide e altre sostanze inquinanti presenti nei fumi. Le cartucce filtranti possono essere realizzate con materiali diversi, come polipropilene, poliestere o fibra di vetro, a seconda delle esigenze specifiche dell'applicazione. Filtrazione a sacchi I sistemi di filtrazione a sacchi utilizzano sacchi filtranti per trattenere le particelle solide presenti nei fumi. I sacchi filtranti sono realizzati in materiali porosi che consentono il passaggio dell'aria mentre intrappolano le particelle. Filtrazione elettrostatica La filtrazione elettrostatica sfrutta la carica elettrostatica per attirare e trattenere le particelle presenti nei fumi. I sistemi di filtrazione elettrostatica utilizzano elettrodi carichi e filtri carichi elettrostaticamente per catturare le particelle. Filtrazione a secco La filtrazione a secco prevede l'utilizzo di dispositivi, come precipitatori elettrostatici a secco o filtri a gravità, per separare e trattenere le particelle solide presenti nei fumi. Questi dispositivi possono essere efficaci nella rimozione di particelle di grandi dimensioni. Filtrazione a umido La filtrazione a umido coinvolge l'utilizzo di sistemi di scrubbing o lavaggio che rimuovono le particelle solide e i gas inquinanti dai fumi attraverso l'utilizzo di acqua o altri liquidi. È importante valutare attentamente le esigenze specifiche del processo di estrusione delle materie plastiche da post consumo per determinare la tipologia di filtrazione industriale più adatta. Le scelte dipenderanno dalle caratteristiche dei fumi generati, dalla dimensione delle particelle da rimuovere e dagli obiettivi di purificazione dell'aria.

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https://www.rmix.it/ - Gli Tsunami sono Fenomeni Causati dai Cambiamenti Climatici Odierni? Non Sempre.
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Gli Tsunami sono Fenomeni Causati dai Cambiamenti Climatici Odierni? Non Sempre.
Ambiente

Studi recenti hanno documentato uno tsunami avvenuto nel 365 d.C.di Marco ArezioL'ultimo catastrofico tsunami è avvenuto in Giappone nel 2011 quando un terremoto, unito ad un gigantesco maremoto ha colpito le coste Giapponesi e ha messo in pericolo la centrale nucleare di Dai-ichi.Considerato il più grave incidente nucleare dopo quello successo nel 1986 a Cernobyl, classificato al livello 7 della scala INES, è stato possibile per la presenza di onde alte 14 metri che si sono abbattute sulla centrale. Il terremoto che aveva preceduto lo tsunami aveva fatto spegnere automaticamente i reattori per una questione di sicurezza, i quali dovevano essere comunque alimentari dall'acqua di raffreddamento. Infatti, quando la corrente elettrica fu sospesa, entrarono in funzione i generatori di corrente diesel che garantirono i processi di raffreddamento dei reattori anche se spenti. Dopo 40 minuti dal terremoto arrivò lo tsunami, che superò le barriere appositamente posizionate  ad un'altezza massima di 10 metri, permettendo quindi di essere scavalcate dal mare. L'acqua distrusse il sistema elettrico di emergenza tramite i generatori mandando in meltdown i reattori e successivamente si crearono 4 esplosioni a causa delle fughe di idrogeno. Il mondo sconcertato giudicò queste calamità frutto dei cambiamenti climatici che il nostro pianeta sta vivendo, che portano tsunami, piogge torrenziali, siccità, onde di calore e cicloni. Se in parte possiamo dire che la situazione climatica odierna è frutto anche di irresponsabili comportamenti dell'uomo, i fenomeni naturali estremi sono stati recentemente documentati anche in epoche non sospette come quello scoperto dalla Dott.ssa Polonia del CNR risalente al 365 d.C. Un deposito di sedimenti spesso fino a 25 metri, presente nel Mar Ionio, sembra essere il risultato di un forte tsunami avvenuto nel 365 d.C., originato a Creta e che ha coinvolto Calabria e Sicilia. Le caratteristiche di questo deposito hanno permesso di identificare altri due eventi più antichi avvenuti circa 15 e 40 mila anni fa. La ricerca coordinata dal Cnr-Ismar è stata pubblicata su Scientific Reports Uno studio condotto dall’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna (Cnr-Ismar) ha ricostruito le tracce di uno tsunami che circa 1600 anni fa ha colpito le coste del Mediterraneo, incluse Sicilia e Calabria meridionale. La ricerca riguarda un’area abissale nel Mar Ionio, tra l’Italia, la Grecia e l’Africa, dove un deposito di sedimenti marini che raggiunge i 25 metri di spessore è stato deposto in modo quasi istantaneo dalla forza catastrofica delle correnti indotte dall’onda di uno tsunami. Lo studio è stato pubblicato su Scientific Reports. Il Mar Mediterraneo ospita due sistemi di subduzione lungo il limite tra le placche africana ed eurasiatica che hanno prodotto forti terremoti nel passato spesso associati a tsunami. “Sulla base di descrizioni storiche e dell’analisi dei sedimenti prelevati dai fondali del Mar Ionio, uno di questi eventi, avvenuto nel 365 d.C., ha interessato un'ampia area geografica incluse regioni distanti circa 800 km dalla zona sorgente che si trova a Creta”, spiega Alina Polonia del Cnr-Ismar. “I campioni di sedimento analizzati hanno permesso di verificare che il materiale che si trovava in condizioni di acqua molto bassa è stato strappato dalla zona costiera e depositato a 4000 metri di profondità. L'onda dello tsunami ha prodotto molteplici frane sottomarine lungo un fronte di migliaia di chilometri, dall’Italia meridionale alle coste africane. Le correnti hanno trascinato sedimenti costieri nelle profondità abissali anche in assenza di canyon, probabilmente attraverso flussi tabulari di grandi dimensioni. Questo ha permesso la deposizione di un volume straordinario di sedimenti di oltre 800 km3 in tutto il Mediterraneo orientale”. Processi molto simili sono stati descritti anche durante il mega-tsunami del 2011 che ha devastato le coste giapponesi. Le caratteristiche del deposito hanno permesso di identificare altri due eventi più antichi che rappresentano i predecessori di quello di Creta consentendo di acquisire elementi utili per una più corretta valutazione del rischio tsunamigenico sulle nostre coste. “Lo studio dimostra che uno tsunami può scaricare volumi significativi di sedimenti e carbonio organico nelle profondità oceaniche, influenzando così il ciclo geochimico globale e gli ecosistemi dei fondali marini”, conclude Polonia. “Capire come vengono prodotti i mega-tsunami, e dove sono più probabili, richiede una migliore comprensione dei processi sedimentari secondari come instabilità delle scarpate continentali, generazione di frane sottomarine e correnti di sessa in tutto il bacino”.

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rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Luigi V. Brugnatelli: Il Pioniere dell'Elettrochimica e della Galvanotecnica
Informazioni Tecniche

Dalle Scoperte Accademiche alle Applicazioni Industriali: Come Brugnatelli e la Sua Collaborazione con la Famiglia Galbani Hanno Trasformato la Produzione Metallurgicadi Marco ArezioNel vasto panorama dei precursori dell’elettrochimica e dell’innovazione industriale, Luigi Valentino Brugnatelli emerge come una figura di spicco. Nato a Pavia nel 1761, Brugnatelli dedicò la sua vita allo studio e all’applicazione della chimica, diventando uno dei principali protagonisti della rivoluzione industriale italiana nel campo della galvanotecnica. Questo articolo esplorerà i suoi primi anni, le sue scoperte fondamentali, le applicazioni pratiche delle sue ricerche, e la sua collaborazione con la famiglia Galbani. I Primi Anni e gli Studi Brugnatelli si distinse fin da giovane per la sua passione per la chimica e la scienza. Dopo aver completato gli studi presso l’Università di Pavia, dove ebbe come maestro il celebre chimico Lazzaro Spallanzani, Brugnatelli iniziò a concentrarsi sulla ricerca nell’ambito della galvanotecnica, una disciplina all’epoca ancora inesplorata. La formazione ricevuta sotto la guida di Spallanzani, famoso per i suoi esperimenti sulla generazione spontanea, fu cruciale per il giovane scienziato, fornendogli una solida base teorica e pratica. La Scoperta dei Processi Galvanici Il contributo più significativo di Brugnatelli alla scienza fu la scoperta dei processi galvanici nel 1800. In questo periodo, Brugnatelli eseguì una serie di esperimenti che rivoluzionarono la comprensione dell’elettrochimica. Utilizzando una batteria voltaica, Brugnatelli dimostrò che era possibile depositare metalli su materiali conduttori attraverso l’elettrolisi. Questo processo, chiamato galvanostegia, consisteva nell’immersione di un oggetto in una soluzione contenente sali metallici e nel passaggio di una corrente elettrica attraverso la soluzione, provocando il deposito del metallo sull’oggetto. Esperimenti Innovativi Brugnatelli fu il primo a utilizzare l’elettrodeposizione per placcare un oggetto con oro. Questo esperimento fu condotto utilizzando una soluzione di cloruro d’oro e una batteria voltaica per fornire la corrente necessaria. Il successo di questo esperimento dimostrò non solo la fattibilità del processo, ma anche le sue potenziali applicazioni industriali. Brugnatelli pubblicò i suoi risultati nel "Journal de Physique" nel 1805, gettando le basi per lo sviluppo futuro dell’industria galvanica. Applicazioni Pratiche Le scoperte di Brugnatelli non rimasero confinate nel mondo accademico, ma trovarono presto applicazioni pratiche nell’industria. La possibilità di placcare metalli con uno strato protettivo di un altro metallo aprì nuove prospettive in vari settori. Uno dei primi settori a beneficiare della placcatura elettrochimica fu quello degli utensili da cucina. Pentole, posate e altri utensili potevano essere rivestiti con metalli preziosi come argento e oro, migliorandone la resistenza alla corrosione e l’aspetto estetico. Collaborazione con la Famiglia Galbani La genialità di Brugnatelli non passò inosservata, e presto attirò l’attenzione di importanti imprenditori dell’epoca, tra cui la famiglia Galbani, già attiva nel settore lattiero-caseario. La collaborazione con la famiglia Galbani permise a Brugnatelli di sperimentare su larga scala i suoi processi galvanici. Questa partnership si rivelò fruttuosa non solo per la famiglia Galbani, che diversificò le proprie attività, ma anche per Brugnatelli, che poté applicare e migliorare le sue tecniche in un contesto industriale. Il Contributo alla Galbani Tecnica L’ingresso di Brugnatelli nell’azienda Galbani segnò l’inizio di una nuova era per l’azienda, che si diversificò con successo nel settore della galvanotecnica. Sotto la guida di Brugnatelli, la Galbani Tecnica divenne un punto di riferimento nell’industria metallurgica. Brugnatelli sviluppò processi innovativi e brevettò nuove tecniche di placcatura elettrochimica, rendendo l’azienda leader nel settore. Un esempio significativo dell’impatto di Brugnatelli fu l’adozione della galvanostegia per la produzione di oggetti di uso comune, come monete e medaglie. Questo non solo migliorò la durabilità di questi oggetti, ma ridusse anche i costi di produzione, rendendo i prodotti più accessibili al grande pubblico. L'Eredità di Brugnatelli L'opera di Brugnatelli lasciò un'impronta duratura nel campo dell'elettrochimica e dell'industria metallurgica. Le sue scoperte aprirono la strada a ulteriori ricerche e sviluppi tecnologici, portando all'industrializzazione di processi elettrochimici che sono ancora in uso oggi. La sua capacità di vedere le applicazioni pratiche delle sue scoperte scientifiche e di collaborare con il settore industriale lo rese un vero pioniere. Conclusione Luigi Valentino Brugnatelli è una figura fondamentale nella storia dell'elettrochimica. Le sue scoperte nel campo dei processi galvanici e la loro applicazione pratica hanno avuto un impatto significativo sull'industria e sulla scienza. La sua collaborazione con la famiglia Galbani ha dimostrato come le innovazioni scientifiche possano essere integrate con successo nell'industria, portando benefici economici e tecnologici duraturi. L'eredità di Brugnatelli continua a vivere, influenzando ancora oggi il campo della galvanotecnica e dell'elettrochimica.

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https://www.rmix.it/ - Trattamento delle Biomasse Legnose per la Produzione di Energia
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Trattamento delle Biomasse Legnose per la Produzione di Energia
Economia circolare

Il legno di scarto o di selezione forestale deve essere trattato per realizzare un buon apporto energetico. Vediamo comedi Marco ArezioLa superficie forestale Italiana complessiva negli ultimi 80 anni è triplicata e, se consideriamo ambiti temporali più ristretti, per esempio, dal 2005 al 2015, prossimo dire che l’aumento è stato di 53 mila ettari all’anno, a discapito dei pascoli, dei terreni incolti in aree montane e dei terrazzamenti collinari. Se da un lato l’aumento della superficie boschiva può essere visto come un fatto positivo, dall’altro la disposizione in aree montane delle maggior parte delle risorse forestali, unito al progressivo spopolamento delle stesse aree, comporta un problema di gestione e di manutenzione dei boschi. Il taglio selettivo e la pulizia dei residui legnosi nelle aree forestali rimane un’attività importante e necessaria per la vita delle piante e per il riutilizzo degli scarti, che possono essere impiegati in molti settori, come quello del mobile, di cui l’Italia è un attore principale. Inoltre, la filiera delle biomasse legnose destinate alla produzione di energia calorifica, imporrebbe una migliore gestione delle foreste nazionali, potendo ridurre le importazioni di legname destinato a questi scopi dall’estero. Per quanto riguarda la produzione di elementi adatti alla combustione, possiamo approfondire quali processi siano necessari per trasformare uno scarto legnoso in un elemento idoneo a sviluppare energia termica. In questo racconto ci aiuta Davide Pettenella, che ha studiato la filiera forestale Italiana, con lo scopo di analizzare la produzione delle biomasse legnose per la produzione di energia termica. Per liberare e utilizzare l’energia contenuta nei materiali vegetali sono disponibili diverse tecnologie di conversione: alcune di queste costituiscono applicazioni ormai affidabili, economiche, comode e semplici nell’impiego, suscettibili di essere acquisite a livello sia individuale sia collettivo e industriale.Altre, invece, sono ancora in fase di sviluppo, richiedono strutture ad elevata tecnologia e dimensioni industriali per essere economiche, anche se dallo sviluppo di queste ultime dipende un uso esteso in funzione energetica della risorsa biomassa. Nel caso delle biomasse forestali, caratterizzate, tra le altre cose, da contenuti idrici relativa-mente bassi, sono utilizzati soprattutto i processi termo-chimici di conversione energetica (“via secca”), mentre gli altri processi riguardano in modo particolare le biomasse agricole, a più alto contenuto d’umidità (“via umida”). Nella prima parte di questo capitolo saranno presentati i trattamenti necessari per accresce-re ed uniformare la qualità energetica di materiali legnosi, mentre nella seconda parte sa-ranno descritte le tecnologie di conversione vere e proprie. Tecniche di condizionamento I prodotti legnosi potenzialmente utilizzabili per scopi energetici sono caratterizzati da un’e-trema eterogeneità per composizione, misura e forma: si passa, infatti, dalla polvere di legno alla segatura, dai trucioli alle ramaglie e ai tronchi. Al momento di destinarli alla conversione energetica, essi richiedono trattamenti che sono variabili a seconda delle caratteristiche fisico-chimiche del materiale di cui si dispone e del tipo d’impianto che li utilizza. Il fine di queste operazioni è l’ottenimento di un combustibile a più alta qualità energetica e maggiore facilità d’impiego, che renda la dendro-energia il più comparabile possibile agli altri combustibili convenzionali. L’essiccazione e lo stoccaggio Successivamente alle fasi taglio, allestimento ed esbosco, la legna non può essere «convenientemente» utilizzata tal quale a causa dell’elevata percentuale d’umidità; questa può assumere valori molto vari e, mediamente, in una pianta forestale appena tagliata si aggira intorno al 50%. In queste condizioni gran parte dell’energia contenuta nel legno sarebbe utilizzata per liberare l’acqua contenuta, con ovvie considerevoli perdite dell’efficienza di conversione energetica. Una soluzione semplice ed economica per ridurre il tenore idrico del legno da bruciare l’essiccazione per traspirazione (o biologica). Essa consiste in una stagionatura del legno, la cui durata può variare da pochi mesi a più di un anno, in relazione all’andamento climatico stagionale e al tipo di legno; questo, dopo il taglio, è solitamente stoccato in foresta, ai bordi della strada o in prossimità dei luoghi d’utilizzazione, all’aperto oppure al riparo. Ovviamente la perdita d’umidità porta a un aumento del potere calorifico del legno, che raggiunge il valore più alto con contenuti d’umidità tra il 12 e il 15%. Infatti, un contenuto d’umidità del legno eccessivamente basso porterebbe, nella maggior parte degli impianti di combustione oggi disponibili, a una rapida bruciatura e i fumi evacuerebbero velocemente, prima di cedere il calore. A questi valori d’umidità corrisponde anche una migliore stabilità del materiale. In realtà il guadagno non è così macroscopico, se consideriamo che il peso del legno diminuisce durante l’essiccazione; infatti, se, come è giusto che sia, considerassimo la variazione del potere calorifico sullo stesso volume, il guadagno in termini energetici risulterebbe più contenuto. D’altra parte, occorre considerare anche che l’essiccazione del legno porta a una migliore qualità di combustione, a una minore produzione di fumo e catrame, a una minore usura delle apparecchiature e a più alti rendimenti termodinamici. La cippatura Per rendere omogenea la composizione dei materiali legnosi si ricorre alla cippatura, un’operazione meccanica che riduce assortimenti legnosi di diversa misura in scaglie di piccole dimensioni (Chips , da cui il nome). In questo modo è notevolmente agevolata la movimentazione del materiale e l’alimentazione degli impianti. La geometria dei chips varia con le tecniche di taglio, infatti le dimensioni richieste sono in funzione del tipo di impianto e, soprattutto, del suo sistema di alimentazione. Essi hanno una lunghezza che varia da 15 a 50 mm, una larghezza pari a metà e uno spessore pari a 1/5-1/10 della lunghezza (generalmente le dimensioni sono 40x20x3mm). La geometria, la dimensione, la densità sono caratteristiche importanti se i chips sono destinati all’industria del legno; l’omogeneità, invece, è il parametro più importante per i chips destinati alla combustione. La presenza di chips di dimensioni disomogenee provoca spesso fastidiosi bloccaggi dei sistemi d’alimentazione degli impianti automatici. L’omogeneità del materiale può essere ottenuta con la calibratura tramite vagli. Un tenore di umidità del legno superiore al 40% può causare problemi al funzionamento della cippatrice: dopo il taglio si richiede, pertanto, uno stazionamento del materiale sul posto ai bordi della strada o in piazzale. In ogni caso l’umidità del legno non deve scendere a valori inferiori al 25%. Lo stoccaggio dei chips pone dei problemi per l’essiccazione, poiché possono intervenire deterioramenti e perdita di materiale a causa dei processi di respirazione e di fermentazione microbiologica, tanto più intensi quanto più è profonda la pila di ammasso, l’umidità del combustibile e la temperatura esterna (gli stessi processi di respirazione e fermentazione, d’altro canto, aumentando la temperatura e favoriscono l’evaporazione dell’acqua contenuta nei chips). Sul mercato italiano esistono delle cippatrici di varia potenza fino a 15 MW, in grado di la-vorare legname di varie dimensioni (con capacità di lavoro variabili da qualche tonnellata fino a qualche decina di tonnellate l’ora), sia automotrici sia portate da trattrici agricole. Le prime sono in grado di lavorare legname di ogni tipo di specie, fino a un diametro di 30 cm. e hanno dei costi elevati di investimento e di esercizio (l’affitto costa circa 150 Euro per un’ora di funzionamento), ma hanno il vantaggio di notevoli capacità di lavoro e basso impiego di manodopera. Le cippatrici portate ai tre punti della trattrice hanno costi d’investimento contenuti e costi di esercizio relativamente bassi, ma richiedono alimentazione manuale e offrono basse capacità di lavoro. Esse si distinguono per il sistema di taglio: questo può essere a disco o a tamburo. Il primo, in genere usato nelle cippatrici portate di piccole potenze, presenta l’inconveniente di produrre delle code di cippatura che bloccano la vite senza fine dell’impianto di alimentazione delle caldaie, ma in compenso ha costi di investimento ragionevoli, semplicità d’uso, manutenzione relativamente facile, potenze richieste meno elevate. Il secondo sistema di taglio è più diffuso nelle macchine automotrici di potenza più elevata. La densificazione Ai differenti livelli industriali della filiera del legno, sono prodotte ingenti quote di residui legnosi di piccola granulometria (trucioli, segatura, polvere di legno, ecc.) che non trovano una facile utilizzazione e, talvolta, pongono problemi di smaltimento. La densificazione di questi materiali permette di ottenere un combustibile denso, in forma di cubetti, pellets (piccoli cilindri di 8-10 mm di diametro e 20-30 mm di lunghezza) e bricchette (a forma di saponetta o di cilindro con lunghezza tra 50 e 300 mm), utilizzabile all’interno del processo produttivo o vendibili ad altri utilizzatori. I prodotti densificati sono caratterizzati da elevata densità energetica, stabilità e uniformità delle dimensioni, bassa percentuale d’umidità. Essi, di conseguenza, hanno minori costi di trasporto e una maggiore facilità di immagazzinamento e uso, miglior controllo e maggiore efficienza di combustione. La densità dei prodotti densificati varia da 0,9 a 1,4 g/cm3, mentre la loro umidità può variare entro range molto estesi (generalmente dal 5% al 10%). Il processo di produzione si articola in tre fasi: stoccaggio e preparazione del materiale, essiccazione, densificazione. Inizialmente il legno è separato dalle impurità, ridotto in dimensioni più piccole e uniformi e stoccato su piattaforme; da qui è trasportato all’interno di forni di essiccazione, dove l’umidità è ridotta a valori intorno al 10%. Avviene quindi la densificazione del materiale per compressione (pressa a vite o a pistone) o estrusione. Le macchine che lavorano per estrusione riscaldano il materiale, provocando, dopo il raffreddamento, la formazione di una pellicola protettrice di lignina che si oppone ad un ritorno di umidità. La qualità del prodotto e il costo energetico richiesto (mediamente il 20% dell’energia contenuta nel materiale da densificare) dipendono dalle caratteristiche chimico-fisiche del materiale grezzo e dal tipo di processo impiegato. Altre tecniche di condizionamento Tra i prodotti di condizionamento vanno citati il legno torrefatto, (una forma energetica inter-media tra il legno e il carbone, con potere calorifico superiore a 5000 kcal/h, ottenuto per trattamento del legno a temperature di circa 300 gradi, più stabile e più omogeneo del materiale di partenza e che crea minori problemi di stoccaggio e trasporto) e la miscela segatura-combustibile. L’impiego di questi prodotti risponde, tuttavia, piuttosto a esigenze di smaltimento di residui di lavorazione che a necessità di valorizzazione energetica.

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https://www.rmix.it/ - Stampaggio Rotazionale: dalla Terracotta al Cioccolato fino alla Plastica
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Stampaggio Rotazionale: dalla Terracotta al Cioccolato fino alla Plastica
Informazioni Tecniche

La storia dello stampaggio rotazionale con materiali diversidi Marco ArezioIl processo dello stampaggio tramite il processo rotazionale sembra una conquista recente, nata in concomitanza con l’esplosione dell’uso della plastica dopo la seconda guerra mondiale. In realtà, anche se con altri materiali, la costruzione di oggetti attraverso il processo di rotazione dello stampo, si può far salire al periodo egizio, greco e anche cinese, i cui artigiani realizzavano oggetti in ceramica per l’uso quotidiano ed artistico. Sono avvenuti, infatti, numerosi ritrovamenti di ceramiche sferiche o semisferiche che hanno fatto riflettere di quanto fosse stata diffusa questa tecnica costruttiva in quelle ere storiche. Un altro esempio documentato dell’uso di questo sistema produttivo è da far risalire intorno al 1600 d.C., periodo in cui i cioccolatieri svizzeri utilizzavano la tecnica rotazionale per creare uova di cioccolato cave, ma soprattutto dallo spessore uniforme. Bisogna aspettare però fino al 1855 quando l’inglese R. Peters introdusse lo stampaggio a rotazione biassiale per la produzione industriale di involucri cavi, tra i quali anche gli elementi di protezione dei pezzi di artiglieria. La dimestichezza con cui i produttori si avvicinarono al sistema di iniezione rotazionale, permise numerose esperienze applicative su prodotti come la cera, ad opera di F.A. Voelke nel 1905, come il gesso per mano di R.J. Powell nei primi anni 20 del secolo scorso. A partire dagli anni ’50 del secolo scorso, con l’avvento delle materie plastiche, lo stampaggio rotazionale fu impiegato, per la prima volta, nella realizzazione delle teste delle bambole utilizzando il PVC in polvere e impiegando stampi di lega di nichel-rame. Fu davvero un colpo di fulmine per l’industria, infatti lo stampaggio rotazionale utilizzando le materie plastiche crebbe in maniera vertiginosa, creando sempre nuovi e più grandi prodotti nei settori commerciali più disparati. Se tra il 1950 e il 1960 l’applicazione di questo sistema riguardò prevalentemente i giocattoli o i piccoli accessori per la casa, ma nei periodi successivi, con la costruzione di nuovi e sempre più grandi stampi, si realizzarono prodotti industriali di grandi dimensioni, come i contenitori di sostanze chimiche, cisterne per fertilizzanti e diserbanti, serbatoi dell’acqua e di carburanti, serbatoi per auto, barriere stradali, barche, canoe, boe e molti altri prodotti. Categoria: notizie - tecnica - plastica - stampaggio rotazionale

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https://www.rmix.it/ - Il Cortocircuito Energetico delle Cartiere: Come Uscirne?
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Il Cortocircuito Energetico delle Cartiere: Come Uscirne?
Management

Il costo del gas è sempre più alto, l’Europa tentenna sulle soluzioni. Una cartiera Italiana ha deciso di risolvere il problema da soladi Marco ArezioIl comparto della carta ha attraversato, in anni recenti, molte prove dolorose, nelle quali ha sempre cercato di mantenere dritta la barra facendo leva su risorse proprie, l’internazionalizzazione, la diversificazione ed l’eccellenza. Oggi, dopo il Covid, la mancanza di materia prima, i prezzi alle stelle per gli ormai conosciuti problemi sulla catena di approvvigionamento, è entrato a gamba tesa l’esplosione dei prezzi del gas. Problema non sempre risolvibile, questa volta, dall’estro e dalla capacità imprenditoriale dei managers aziendali, in quanto l’energia è un bene primario che si compra e si utilizza direttamente, ma che ricopre, settimana dopo settimana, un peso sempre più importante nei costi di produzione. Costi che incidono sul prodotto semilavorato o finito in modo esponenziale, con difficoltà nelle vendite e nella catena di produzione e consegna dei beni. Oggi, il cliente finale, è abituato a sentirsi dire che il prezzo è aumentato, ma da domani si sentirà dire anche “non so quando posso produrre e consegnare la merce”, perché l’approvvigionamento di energia, oltre ad essere ingestibile economicamente, diventa difficile da programmare, in quanto gli stessi operatori dell’energia sono in difficoltà nella vendita. Senza energia non si fa business, e senza business non servirà più l’energia, in quanto, molte aziende sono seriamente a rischio di chiusura e con esse la filiera da cui dipendono. Per uscire da questo corto circuito è necessario ed auspicabile che si possano trovare le risorse, anche tramite il PNRR, per rendere energeticamente indipendenti le grandi fabbriche produttrici, attraverso l’autoproduzione di energia rinnovabile. Un esempio in merito ce lo sta dando la cartiera Burgo che ha deciso di percorrere questa strada attraverso l’ampliamento della produzione di energia solare nei propri stabilimenti, attraverso un nuovo parco fotovoltaico da 12 Mw e la progressiva dismissione dell’utilizzo di combustibili fossili. Inoltre, al fine di proseguire la strada intrapresa dal mercato che riguarda la riconversione del packaging di plastica con quello in carta, la direzione ha sul tavolo di alimentare le fabbriche anche con l’idrogeno verde. In attesa dei bandi del PNRR che finanzierà il progetto dell’idrogeno, le macchine e le turbine della Burgo sono già pronte per essere alimentate a biofuel e idrogeno e continuerà, da parte dell’azienda gli investimenti sul fotovoltaico nelle varie fabbriche. La necessità di affrancarsi dalla dipendenza del gas sarà la chiave per la sopravvivenza delle cartiere, ma anche delle altre aziende energivore, come il settore dell’acciaio, della chimica, della plastica e di molti altri settori.

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https://www.rmix.it/ - Mercato della Plastica Riciclata 2020: Luci e Ombre
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Mercato della Plastica Riciclata 2020: Luci e Ombre
Economia circolare

Il mondo, nel 2020, ha attraversato una situazione di generale difficoltà umana, economica e sociale con ricadute pesanti per tutti noidi Marco ArezioLe ripetute restrizioni alle libertà personali dovute al Covid stanno cambiando il nostro approccio anche nel mondo degli affari con le limitazioni dei contatti umani e l’uso massiccio delle tecnologie di comunicazione internet. Questo ha portato vantaggi e svantaggi, ma sicuramente non vi erano possibilità diverse per continuare a lavorare e a preservare le aziende e il lavoro. Nel mondo dell’economia circolare, attività di cui ci occupiamo, il settore della plastica riciclata ha pesantemente risentito della caduta delle quotazioni petrolifere, con la conseguenza di comprimere i prezzi delle materie prime riciclate ad un punto pericoloso per la sostenibilità finanziaria delle aziende. L’annullamento del divario, in molti casi, tra il prezzo delle materie prime vergini e quelle riciclate, ha comportato, in alcuni settori non legati al food o alla detergenza, una caduta degli ordinativi delle materie prime riciclate rispetto al passato. Le aspettative al rialzo dei prezzi delle materie prime vergini, non sono ben chiare, in quanto, in un quadro macroeconomico, la crisi planetaria ha ridotto in modo sostanziale il consumo di carburanti (aerei, macchine, navi, camion, industrie) favorendo l’incremento di produzione delle materie plastiche vergini a prezzi molto compressi. Inoltre, in una situazione come quella descritta, paesi in cui il problema del riciclo non è così sentito, la mancanza di un divario di prezzo sostanziale tra la materia prima vergine e quella rigenerata, ha comportato uno spostamento degli acquisti verso le materie prime vergini con la perdita di interi mercati del comparto delle materie prime riciclate. Ma il 2020 non è però passato invano, ci sono stati visibili progressi tecnologici che fanno ben sperare per il prossimo anno in un nuovo corso per le plastiche da post consumo. La ricerca ha portato a buoni traguardi sullo sviluppo dell’uprecycling, che ha l’obbiettivo di incrementare la qualità e l’utilizzo delle plastiche da post consumo, in settori e su prodotti che fino a poco tempo fa non erano producibili con queste tipologie di plastiche da riciclo. Selezionatori, lavaggi, estrusori, cambiafiltri, degasaggi e impianti per controllo analitico degli odori hanno portato una ventata di qualità nella filiera del riciclo, migliorandone in modo sostanziale la materia prima. Ed è proprio sul controllo degli odori che si giocherà la battaglia per incrementare l’utilizzo delle plastiche da post consumo in settori che ancora oggi non le usano. Se fino a ieri la definizione di un disturbo legato all’odore era, non solo empirica, ma soggettiva, in quanto veniva fatta attraverso la sensazione percepita dal naso umano, oggi, attraverso lo strumento da laboratorio che esegue un’analisi chimica dei volatili prodotti dai campioni, niente sarà più soggettivo e incerto. Chi utilizza questo strumento, chiamato naso elettronico in maniera riduttiva crea una patente certificata dell’odore della propria materia prima o prodotto finale, i cui valori, analitici e incontrovertibili, non lasciano adito a discussioni. Chi compra e chi vende materia prima riciclata o prodotti fatti dalla plastica da post consumo ha oggi la possibilità di certificare i livelli dei prodotti contenuti che generano odore. I motivi per vedere con un certo cauto ottimismo il 2021 nel settore della plastica riciclata da post consumo credo che ci siano, quindi il regalo che ci possiamo fare è un atteggiamento propositivo che ci accompagni a migliorare la nostra vita, il nostro lavoro e l’ambiente in cui viviamo.Categoria: notizie - plastica - economia circolare Vedi maggiori informazioni sulle materie plastiche

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https://www.rmix.it/ - Estrazione Metalli Preziosi dai Rifiuti RAEE: Primo Impianto in Italia
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Estrazione Metalli Preziosi dai Rifiuti RAEE: Primo Impianto in Italia
Economia circolare

I Rifiuti RAEE sono tra quelli meno riciclati ma con più alto valore aggiuntodi Marco ArezioProviamo a pensare quanti telefonini ci passano nelle mani nel corso della nostra vita, quante volte portiamo a riparare un ferro da stiro e ci viene detto, non ne vale la pena buttalo e compratene un altro. Facciamo scorrere i pensieri nella nostra mente e mettiamo a fuoco quante volte abbiamo sostituito un computer, un asciugacapelli, una stampante e molti altri elettrodomestici che sono invecchiati prematuramente o perché volevamo l’ultimo modello dell’anno. Il frutto negativo del nostro benessere porta alla creazione di milioni di tonnellate di rifiuti nel mondo che restano, ad oggi, di difficile gestione se comparati con altri rifiuti di più facile riciclo. Ma i cosiddetti RAEE, sono in realtà di altissimo valore se fossimo capaci di estrarre i componenti preziosi che contengono, parliamo di oro, argento, palladio e rame, solo per fare qualche esempio. Invece, la maggior parte delle volte finiscono in discarica, o vanno ad alimentare il riciclo clandestino in paesi poveri, con implicazioni ambientali e di salute per i lavoratori molto serie. In Italia, Iren Ambiente, una società del gruppo Iren, realizzerà un impianto per il trattamento dei rifiuti RAEE, con lo scopo di estrarre tutti i materiali preziosi che i rifiuti elettrici ed elettronici contengono. L'impianto effettuerà due fasi di lavoro: la prima dedicata al disassemblaggio delle schede, la seconda alla separazione e affinazione dei metalli preziosi tramite un processo idrometallurgico. Il processo, oggetto di un articolo comparso qualche settimana fa sul portale del riciclo rMIX, avrà un ciclo di lavoro con un basso impatto ambientale e un dispendio contenuto di CO2, rispetto alla tradizionale estrazione di minerali preziosi in miniera. L’impianto di lavorazione dei RAEE, con l’estrazione dei metalli preziosi, sarà collocato in Toscana e dovrebbe essere operativo nella seconda metà del 2023, con il preciso scopo di favorire la filiera delle lavorazioni orafe attive nella regione. Categoria: notizie - RAEE - economia circolare - riciclo - rifiuti - metalli preziosi

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https://www.rmix.it/ - Come Capire il Carattere di un Manager Attraverso l’Osservazione dei suoi Collaboratori
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Come Capire il Carattere di un Manager Attraverso l’Osservazione dei suoi Collaboratori
Management

I lavoratori che sono selezionati dal manager danno interessanti spunti per fare un quadro della sua personalitàdi Marco ArezioCi sono aziende in cui la selezione dei collaboratori non è affidata ad un ufficio del personale, o scelti direttamente dal proprietario, ma spesso sono selezionati e scelti direttamente dai managers di area. Un direttore commerciale può selezionare i venditori, i collaboratori del back office, del settore post vendita e a volte dei responsabili marketing. Un direttore amministrativo potrebbe scegliere i componenti dell’ufficio contabilità, di quello delle paghe, del settore di controllo ecc.. Dove troviamo delle figure apicali, che potrebbero coinvolgere anche il direttore generale che hanno la responsabilità dell’azienda per conto del proprietario o dei proprietari, è interessante analizzare i collaboratori per capire come sono, caratterialmente il propri superiori. I managers possono essere competenti e determinati, ma possono avere due tipologie di carattere: • sicuro di sé stesso • insicuro di sé stesso Vi chiederete come possa essere importante il carattere personale di un manager se sono riscontrate e avvalorate la loro capacità e determinazione nell’affrontare il lavoro. Il carattere conta molto, invece, in quanto i requisiti che un manager sceglie durante le selezioni dei propri collaboratori, a parità di lavoro, sono decisamente diverse e, nello stesso verso, conoscendo i caratteri dei dipendenti scelti dal manager, è abbastanza facile farsi un quadro della sua personalità. Il manager sicuro di sé cerca delle figure capaci di reggere lo stress del lavoro, che abbiano un carattere forte, che accettino lo scontro di opinioni, che siano propositivi nei cambiamenti, leali con gli altri collaboratori, non accettino scorciatoie, che sappiano dire quando sbagliano e riconoscere anche i successi degli altri. Il collaboratore deve sapere fare squadra, non ha bisogno dell’approvazione degli altri e nemmeno del proprio superiore e ha un rapporto aperto ma corretto. Il manager sicuro darà ampie deleghe nelle attività, senza la paura che qualcuno lo possa scavalcare, farà lavorare al meglio la squadra e darà loro le giuste soddisfazioni, mettendosi a volte anche in ombra. Il manager insicuro di sé seleziona i propri collaboratori che abbiano una passione per il lavoro, diretto da altri, capaci ma non intraprendenti, che abbiano idee ma non il carattere di farle valere in un gruppo aperto, che siano psicologicamente un po' manipolabili in modo da creare un rapporto di sudditanza e di necessità verso il capo. Il manager insicuro non selezionerà figure che possono metterlo in ombra con i suoi superiori, che possano avere delle idee vincenti prima di lui, che possano fare squadra con gli altri lavoratori, ma tenderà a verticalizzare la piramide del suo potere per gestire e controllare ogni posizione a sé. Non delegherà molto e cercherà di ridurre le autonomie lavorative per paura di essere un giorno scavalcato, tenderà a mettere in competizione personale i collaboratori, gestirà divisioni e litigi, dissapori e vendette. Considererà ogni sforzo che le fazioni del gruppo spenderanno per contendersi la visibilità verso il manager come una forma di controllo indiretto e non si preoccuperà delle tante energie perse. Le aziende che selezioneranno, a loro volta questi managers, devono, per il bene dell'impresa, cercare di capire il loro carattere perché, la sicurezza o l’insicurezza di sé, crea dei reparti aziendali con performaces nel tempo molto diverse.

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https://www.rmix.it/ - Jim Robo CEO di Nextera Racconta al Mercato i Progetti della Società
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Notizie Brevi

Jim Robo, CEO di Nextera, racconta con passione i successi della multinazionale attiva nel mercato dell'energia pulitaJim Robo, il CEO di NEXTera, società americana specializzata nelle energie rinnovabili, ha scritto una lettera agli azionisti, ai clienti e al mercato, in cui traspare tutta la carica e la fede verso il lavoro che l'azienda compie ogni giorno nel campo della produzione di energia pulita, uno sprone al mondo industriale, alla politica e al mercato, verso sfide nuove fatte di sostenibilità economica e reddituale per l'impresa ma anche per il mondo in cui viviamo. Guardare avanti senza rimpianti e rispettare il business sostenibile, i clienti, gli azionisti e i dipendenti.Il 2020 è stato un anno di sconvolgimenti senza precedenti. Abbiamo affrontato una pandemia mondiale associata a gravi problemi economici. Abbiamo assistito a ingiustizie e disordini. Abbiamo sperimentato cambiamenti significativi nel modo in cui lavoriamo e nel modo in cui viviamo. Gli eventi del 2020 hanno inoltre rafforzato l'importanza vitale del lavoro che svolgiamo. La nostra azienda e il nostro settore sono la definizione stessa dell’importanza dell’infrastruttura e del valore dei nostri dipendenti. L'elettricità alimenta il nostro sistema sanitario, consente ai primi soccorritori di aiutare chi ne ha bisogno, consente alle aziende di rimanere aperte o riaprire, facilita l'apprendimento online ed è fondamentale mentre le nostre comunità si riprendono da tutte le sfide che il 2020 ha portato. Quindi, nel mezzo di questi tempi straordinari, rimaniamo più impegnati che mai nella nostra strategia a lungo termine. Questa strategia inizia con una visione: vogliamo essere il più grande e redditizio fornitore di energia pulita al mondo con le migliori competenze e capacità in tutto il mondo. Questa visione è ispirata dai nostri valori: ci impegniamo duramente, facciamo la cosa giusta, trattiamo le persone con rispetto. Questa visione e questi valori ci ispirano ogni giorno. La nostra strategia include anche un focus sull'importanza degli impatti ambientali, sociali e di governance (ESG) che fanno parte di tutto ciò che facciamo da oltre 25 anni. Siamo appassionati di generare energia pulita e rinnovabile, proteggendo l'ambiente e restituendo alla comunità. Florida Power & Light Company (FPL) e Gulf Power mirano a essere le società di servizi più affidabili e meglio operative nel paese, mentre crescono rapidamente l'energia pulita. NextEra Energy Resources si concentra sulla creazione di una società diversificata di energia pulita con un'enfasi sulla crescita del portafoglio eolico, solare e di stoccaggio leader a livello mondiale. Con tutta l'azienda, stiamo offrendo un valore eccezionale ai nostri clienti, supportando le nostre comunità e responsabilizzando i nostri team, il tutto generando un valore significativo per gli azionisti e facendo del bene all'ambiente. L'investimento di capitale è fondamentale per l'attuazione della nostra strategia. Negli ultimi dieci anni, abbiamo investito quasi 90 miliardi di dollari in infrastrutture per l'energia pulita, rendendoci il più grande investitore di infrastrutture statunitensi nel settore energetico e uno dei maggiori investitori di capitale in qualsiasi settore negli Stati Uniti in questo periodo. Investendo in infrastrutture intelligenti e soluzioni innovative di energia pulita, lo siamo contribuire a costruire un futuro energetico sostenibile che sia accessibile, affidabile e pulito. I nostri investimenti di capitale ci aiuteranno anche a raggiungere l’ obiettivo di ridurre il nostro tasso di emissioni di anidride carbonica (CO2) del 67% entro il 2025 da una previsione del 2005. Riteniamo che nessuna azienda in nessun settore abbia fatto di più per ridurre le emissioni di carbonio e affrontare i cambiamenti climatici di NextEra Energy. La nostra strategia riflette anche la nostra convinzione che un'azienda energetica possa essere pulita e allo stesso tempo a basso costo. I nostri investimenti in FPL si sono tradotti in un valore per il cliente migliore, con fatture tipiche inferiori di circa il 30% alla media nazionale, affidabilità record e un profilo di emissioni di CO2 che è quasi il 30% migliore rispetto alla media nazionale. Sebbene Gulf Power faccia parte della famiglia NextEra Energy solo da gennaio 2019, i nostri investimenti in diversi settori dell'energia pulita hanno contribuito a migliorare il suo profilo di emissioni e il nostro focus strategico ha portato a un miglioramento record del 20% dell'affidabilità e una riduzione del 20% dei costi di O&M per megawattora (MWh) al dettaglio. NextEra Energy Resources è diventato il più grande generatore al mondo di energia rinnovabile dal vento e dal sole, nonché un leader mondiale nello stoccaggio di energia non solo perché i nostri clienti e gli azionisti vogliono emissioni più pulite, ma anche perché lo vedono le energie rinnovabili e lo stoccaggio possono ridurre i loro costi. Investendo in energia pulita e riducendo i costi per i nostri clienti, la nostra strategia ha anche generato vantaggi significativi per gli azionisti, i clienti e l'ambiente. Negli ultimi 15 anni, NextEra Energy ha avuto una progressione record di utili rettificati per azione in costante crescita, con un tasso di crescita annuale composto in questo periodo di quasi l'8,5%. Questi rendimenti costanti hanno portato NextEra Energy a sovraperformare sia l'S & P 500 che il Indici S&P 500 Utilities in termini di rendimento totale per gli azionisti su base uno, tre, cinque, sette e 10 anni. Negli ultimi 15 anni, abbiamo sovraperformato tutte le altre società nell'Indice S&P Utilities e l'85% delle società nell'S & P 500, mentre abbiamo più che triplicato il rendimento totale per gli azionisti di entrambi gli indici. Di conseguenza, siamo passati da una società di medie dimensioni per mercato/capitalizzazione, 15 anni fa, alla più grande società di servizi pubblici del mondo oggi. La nostra strategia viene eseguita dal miglior team del nostro settore, un team che sta costruendo una cultura diversificata e inclusiva. Crediamo che team diversificati forniscano risultati aziendali superiori, in parte perché possono apprezzare meglio le esigenze delle comunità che serviamo, ma soprattutto perché sfidano i vecchi modi di fare le cose e generano soluzioni innovative alle nostre sfide energetiche. Insieme, vediamo un'opportunità senza precedenti per plasmare il modo in cui l'energia viene prodotta e fornita in questo continente. Miriamo a essere all'avanguardia mentre avanziamo verso un'era energetica completamente sostenibile. Intendiamo continuare a rivoluzionare e trasformare il nostro settore e mantenere tutti i nostri impegni verso i nostri azionisti. Viviamo e lavoriamo in mezzo a sfide storiche. Molti di noi hanno vissuto queste sfide in modo molto personale. Tuttavia, credo che la nostra azienda guarderà indietro al 2020 come un anno in cui abbiamo affrontato queste sfide e ne siamo usciti più forti che mai. Credo che saremo in una posizione ancora migliore per aiutare tutti a recuperare e ricostruire.Foto: Nextera

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https://www.rmix.it/ - Hispack: La Fiera sull' Innovazione e la Sostenibilità nel Packaging
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Hispack: La Fiera sull' Innovazione e la Sostenibilità nel Packaging
Notizie Brevi

Un confronto tra le principali fiere europee: vantaggi distintivi e sfide per visitatori ed espositori a Hispack di Marco ArezioHispack, la fiera di imballaggio di Barcellona, è una delle più importanti esposizioni europee dedicata al packaging, alla tecnologia di processo e alla logistica. La fiera si tiene a Fira Barcelona, uno dei più grandi e moderni centri espositivi in Europa. Caratteristiche di Hispack Hispack si distingue per la sua ampia copertura dei vari aspetti dell'industria del packaging. L'evento offre una vasta gamma di soluzioni innovative per l'imballaggio, dalla produzione alla distribuzione, e attira un pubblico internazionale, composto da professionisti del settore, decision makers e innovatori. Gli espositori presentano le ultime novità in termini di materiali, tecnologie e macchinari, oltre a software per la gestione e l'ottimizzazione della catena di distribuzione. Uno degli aspetti più rilevanti di Hispack è il suo impegno per la sostenibilità. La fiera promuove soluzioni di packaging eco-compatibili e incentiva pratiche più sostenibili nel settore, riflettendo una crescente consapevolezza ambientale. Differenze tra Hispack rispetto ad altre fiere europee A confronto con altre importanti fiere europee come Interpack in Germania e Emballage in Francia, Hispack si distingue per la sua focalizzazione sulla peninsola iberica e sui mercati latinoamericani. Questo orientamento geografico la rende un punto di riferimento per le aziende che cercano di espandersi in questi mercati. Mentre Interpack è più grande in termini di numero di visitatori ed espositori, Hispack offre un ambiente più raccolto e specializzato, il che può essere vantaggioso per le aziende che cercano di stabilire contatti più mirati e significativi. Vantaggi per visitatori ed espositori Per i visitatoriAccesso alle innovazioni: I visitatori possono scoprire le ultime innovazioni nel settore del packaging, con una particolare attenzione alla sostenibilità e all'efficienza. Rete internazionale: Hispack offre la possibilità di interagire con espositori internazionali e di espandere la propria rete di contatti professionali. Conferenze e seminari: La fiera include un programma di conferenze che copre temi attuali e futuri del settore, offrendo insight preziosi e casi di studio. Per gli espositoriVisibilità di mercato: Hispack è una piattaforma eccellente per mostrare i propri prodotti e tecnologie a un pubblico internazionale. Opportunità di networking: L'evento facilita l'incontro con potenziali clienti e partner commerciali, essenziale per espandere la propria attività. Feedback diretto: Gli espositori possono ricevere feedback immediato sui loro prodotti e servizi, permettendo miglioramenti rapidi e mirati. Svantaggi per visitatori ed espositori Per i visitatoriDimensioni contenute: Rispetto ad altre fiere più grandi, Hispack potrebbe offrire meno varietà in termini di espositori e prodotti. Focus specifico: Essendo molto focalizzata su determinati mercati e settori, potrebbe non coprire tutte le aree di interesse per alcuni visitatori. Per gli espositoriCosti: Come per ogni fiera, partecipare a Hispack comporta costi significativi di stand, viaggio, e logistica. Concorrenza elevata: La presenza di numerosi leader di settore può rendere difficile per nuovi entranti o piccole imprese emergere. In conclusione, Hispack è una fiera di grande rilievo nel settore del packaging, particolarmente rilevante per chi è interessato ai mercati spagnolo e latinoamericano e alle soluzioni sostenibili. Offre molteplici opportunità per networking, apprendimento e esposizione, pur presentando alcune sfide legate alle sue dimensioni più contenute e al focus specifico.

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https://www.rmix.it/ - Innovazioni Tecnologiche nel Monitoraggio del Biogas: L'Analisi In Sito di Silossani e Terpeni
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Innovazioni Tecnologiche nel Monitoraggio del Biogas: L'Analisi In Sito di Silossani e Terpeni
Informazioni Tecniche

Verso un Utilizzo Efficiente e Sostenibile delle Risorse Energetiche Rinnovabili attraverso la Tecnologia Gascromatografica di Marco ArezioNel contesto dell'energia rinnovabile, il biogas rappresenta una fonte alternativa preziosa, derivante dalla digestione anaerobica di materiali organici come rifiuti agricoli, comunali, fanghi e scarti alimentari. Questo processo produce una miscela principalmente composta da metano (CH4) e anidride carbonica (CO2), utilizzata soprattutto per alimentare motori a combustione. Tuttavia, la presenza di composti come i silossani e i terpeni nel biogas può compromettere seriamente l'efficienza e la durata delle attrezzature utilizzate per la sua valorizzazione energetica. Contesto Tecnico dell'Analisi dei Silossani e dei TerpeniI silossani, derivanti da materiali contenenti silicio presenti nei rifiuti, possono causare la formazione di depositi dannosi sui componenti interni dei motori durante la combustione, riducendo significativamente la loro efficienza e vita utile. Allo stesso modo, i terpeni, rilasciati dalla fermentazione di frutti citrici e conifere, possono mascherare l'odore degli additivi odoranti nel gas naturale, complicando il monitoraggio della qualità del biogas. Per mantenere l'efficienza delle attrezzature e garantire la sicurezza, è fondamentale monitorare e controllare la concentrazione di questi composti nel biogas. Le normative, come la EN 16723-1 & 2, stabiliscono limiti massimi per la presenza di silicio, richiedendo soluzioni analitiche precise e affidabili. Analisi in Sito con la Gascromatografia per il BiogasIl sistema gascromatografico specifico per il biogas rappresenta un'avanzata soluzione per il monitoraggio in tempo reale di silossani, 'Total Si' e terpeni direttamente in sito. Grazie alla sua capacità di effettuare misurazioni continue 24/7, questo strumento permette di identificare tempestivamente un aumento delle concentrazioni di queste sostanze, evitando così guasti e minimizzando i costi di manutenzione. A differenza dei tradizionali metodi di analisi in laboratorio, che comportano notevoli ritardi informativi e costi elevati, questa macchina offre un'analisi rapida e affidabile direttamente sul campo. Questo non solo consente di ottimizzare l'utilizzo dei filtri, ma garantisce anche la protezione dei motori e il funzionamento degli impianti entro i limiti di qualità del gas specificati. Set-up Sperimentale e Risultati Il sistema gascromatografico specifico per il biogas opera tramite un set-up di by-pass collegato direttamente alla tubazione del gas. L'analisi si svolge in due fasi: una separazione cromatografica iniziale seguita da una seconda separazione ionico-mobilità, assicurando una determinazione precisa anche a bassi livelli di concentrazione. Con tempi di esecuzione dipendenti dal composto analizzato, ma non superiori a 60 minuti, il sistema garantisce un'alta accuratezza e facilità d'uso per il ricalibro in sito. Prospettive Operative per il Controllo del Biogas Il monitoraggio fornito dalla macchina gascromatografica per il biogas, con la sua eccellente selettività e sensibilità, estende significativamente la vita utile dei generatori di energia, riducendo i costi di reinvestimento e le interruzioni di servizio. Inoltre, l'operatività automatica e la robustezza dell'apparecchiatura la rendono ideale per l'installazione diretta in campo, facilitando una gestione ottimale delle risorse energetiche rinnovabili. L'adozione di tecnologie innovative come questa macchina gascromatografica per l'analisi in situ di silossani e terpeni nel biogas rappresenta un passo fondamentale verso un'efficace gestione delle risorse rinnovabili. Questi strumenti non solo migliorano l'efficienza operativa e la sicurezza degli impianti di biogas, ma contribuiscono anche alla sostenibilità ambientale, riducendo l'impatto degli agenti inquinanti sui sistemi energetici rinnovabili. In quest'ottica, è chiaro che le implicazioni di questa tecnologia si estendono ben oltre la semplice manutenzione e protezione delle attrezzature. La capacità di monitorare in modo accurato e tempestivo la presenza di silossani e terpeni nel biogas incarna un elemento chiave nella transizione verso un modello energetico più sostenibile e circolare. Verso l'Ottimizzazione delle Risorse Energetiche Rinnovabili L'integrazione di sistemi di analisi avanzati, come la macchina gascromatografica per il biogas, apre la strada a un utilizzo più efficiente delle risorse energetiche rinnovabili. Monitorando continuamente la qualità del biogas, gli operatori degli impianti possono ottimizzare i processi di filtrazione e purificazione, riducendo al minimo gli sprechi di materiale filtrante e massimizzando la produzione energetica. Questa efficienza operativa non solo abbassa i costi di gestione, ma contribuisce anche a una riduzione delle emissioni di gas serra, allineandosi agli obiettivi globali di sostenibilità ambientale. Collaborazioni Strategiche per la Promozione dell'Innovazione Il successo nell'implementazione di soluzioni tecnologiche avanzate nel settore del biogas dipende dalla collaborazione tra diversi attori. Università e centri di ricerca possono svolgere un ruolo cruciale nello sviluppo di nuove metodologie di analisi e nella formazione di personale qualificato. Allo stesso tempo, gli operatori di impianti possono condividere feedback pratici per affinare ulteriormente le tecnologie esistenti, mentre le autorità regolatorie possono aggiornare le normative per incoraggiare l'adozione di soluzioni innovative. Conclusioni Finali L'analisi in situ di silossani e terpeni nel biogas mediante il sistema gascromatografico specifico per il biogas, rappresenta un esempio significativo di come la tecnologia possa sostenere la transizione verso un'economia più verde e circolare. Riducendo l'impatto ambientale dell'utilizzo del biogas e migliorandone l'efficienza energetica, questa tecnologia non solo beneficia gli operatori di impianti, ma contribuisce anche agli sforzi globali di lotta ai cambiamenti climatici. Man mano che il mondo continua a spostarsi verso fonti energetiche più pulite e rinnovabili, l'innovazione tecnologica rimarrà al centro di questo cambiamento, guidando il progresso verso un futuro sostenibile per tutti. Fonte Cesare Rossini

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https://www.rmix.it/ - Grazie delle sue Idee: Riporterò alla Direzione e le Faremo Sapere
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Management

Quando gli anelli deboli della catena di comando non permettono la crescita degli juniors managersdi Marco ArezioDopo i lunghi periodi di studi universitari e, talvolta, reduci da un master di specializzazione, i giovani managers sono ansiosi di misurare le loro capacità, sviluppare le loro ambizioni e raggiungere i loro obbiettivi professionali. Spesso trovano occupazioni in aziende già strutturate, in cui la catena di comando è abbastanza lunga, i passi per salirla non sempre banali e la competizione tra colleghi sempre accesa. Un buon campo di prova per misurare le proprie capacità, sviluppare competenze e, a volte, proporre novità che possano portare beneficio all’azienda, attraverso un occhio nuovo, non compromesso dalle abitudini di lavoro interno. Lo junior manager che avesse sviluppato soluzioni interessanti, magari da approfondire ulteriormente, o avesse trovato delle inefficienze da risolvere per migliorare nella catena del lavoro, si rapporterà con il proprio manager da cui dipende. Dovrà sviscerare nei dettagli il processo di miglioramento studiato, o i difetti della linea di lavoro che secondo lui potrebbe essere implementata, o portare delle efficienze nella circolazione delle attività, o suggerire cambiamenti di strategie commerciali, di marketing, degli acquisti o in altri ambiti in cui ha focalizzato il proprio interesse. Le buone idee, in certe aziende, possono pesare quanto quelle negative, nel senso che possono dare fastidio a chi le riceve, che deve, a sua volta, proporre alla catena di comando sopra di lui. Non stiamo in questo caso ad analizzare il comportamento di un manager che, sicuro delle sue competenze e del proprio ruolo, incentiva gli juniors managers a sviluppare iniziative che possano essere degne di nota da proporre in ambiti più alti dell’azienda. Oggi ci occupiamo del manager intermedio, che teme il dovere veicolare iniziative diverse dalla propria routine, che possano mettere in discussione l’ambito di lavoro e di controllo che ha esercitato, nel tempo, sul suo posto di lavoro. Il trasferimento della proposta dallo junior manager al responsabile intermedio, avviene normalmente attraverso una profonda esplicazione dei dettagli della stessa, dove spesso, ascoltandola, vuole sapere i legami interni ed esterni all’azienda, gli strumenti necessari per gestire la novità, quali ambiti aziendali dovrebbe toccare e come potrebbe cambiare il suo lavoro e la sua tranquillità. Un manager di questo tipo ascolta, domanda, crea una sorta di complicità nel progetto, chiede allo junior manager riservatezza sul progetto e mantiene un rapporto di finto privilegio comunicativo con il suo sottoposto. Cerca di dargli quell’importanza che il proponente si aspetta di avere, qualificando la sua proposta e gratificandolo verbalmente per il rischio che si è assunto esponendosi a possibili di errori personali. A questo punto il manager, anello debole della catena di comando, avendo in mano tutte le carte e conoscendo esattamente la proposta, si sente in grado di elaborare una strategia che possa tornare a suo vantaggio. Se la proposta è effettivamente migliorativa, valida e importante per l’azienda, cercherà di vendere l’idea, ai suoi superiori, come una sua iniziativa, nata da un confronto, magari, con il gruppo di lavoro che dirige, attraverso il quale ha analizzato varie opinioni ed elaborato, in modo autonomo, il progetto che potrà portare un giovamento all’azienda. Potrebbe raccogliere la gratificazione dei suoi superiori e darà un minimo riconoscimento al team che, con “tanta cura dirige”, negando uno spazio di confronto tra lo junior manager e la fascia alta dell’azienda che decide. Il successo sarà del manager in primis, del gruppo di lavoro in seconda battura, facendo cadere su di sé anche il successo del gruppo che dirige. Se, in caso contrario, l’idea fosse negativa, sbagliata o non molto produttiva, terrà conto degli errori commessi dallo junior manager, anche se solo nell’elaborazione di una proposta, in modo che possa far valere, come arma di scambio, in periodi successivi gli errori del passato. Questo anello debole della catena di comando è abbastanza diffuso nelle aziende di una certa dimensione, e gli juniors managers, prima di esporsi devono cercare di conoscere il proprio superiore e capire i risvolti del suo carattere, la sincerità e la sua sicurezza nel gestire le risorse umane, senza secondi fini.

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