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https://www.rmix.it/ - La Rivoluzione del Ricondizionato: Perché Sempre Più Italiani Scelgono Smartphone di Seconda Mano
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare La Rivoluzione del Ricondizionato: Perché Sempre Più Italiani Scelgono Smartphone di Seconda Mano
Economia circolare

Risparmio, qualità garantita e rispetto per l’ambiente: scopri come il mercato dei dispositivi ricondizionati sta cambiando le abitudini di consumo degli italiani di ogni etàdi Marco ArezioImmagina di poter avere uno smartphone come nuovo, con tutte le funzionalità di cui hai bisogno, spendendo molto meno e aiutando anche l’ambiente. Sembra un sogno? Eppure è realtà per sei italiani su dieci, che oggi preferiscono un dispositivo ricondizionato piuttosto che uno nuovo di zecca. Il mercato degli smartphone ricondizionati sta esplodendo e sta cambiando le regole del gioco nel mondo dell’elettronica di consumo. Differenze di Vendita: Smartphone Nuovi vs Ricondizionati in EuropaIl mercato europeo degli smartphone presenta notevoli differenze tra le vendite di dispositivi nuovi e ricondizionati, a seconda del paese. I dati più recenti mostrano che i consumatori europei stanno optando sempre più spesso per soluzioni economiche e sostenibili, riflettendo questo interesse nell'aumento delle vendite di dispositivi ricondizionati e usati.Nel 2023, si stima che siano stati venduti circa 195 milioni di smartphone nuovi in tutta Europa, mentre le vendite di smartphone ricondizionati e usati hanno raggiunto circa 55 milioni di unità. I dati variano significativamente a seconda del paese:Germania: Uno dei principali mercati per le vendite di dispositivi ricondizionati, con circa il 25% dei consumatori che optano per questa alternativa. Nel 2023, sono stati venduti 25 milioni di smartphone nuovi e 7 milioni di ricondizionati.Francia: I dispositivi ricondizionati sono particolarmente popolari, rappresentando circa il 30% delle vendite totali di smartphone. Si stima che nel 2023 siano stati venduti 20 milioni di nuovi dispositivi rispetto a 6 milioni di ricondizionati.Italia: L'Italia segue la tendenza, con il 20% del mercato rivolto verso i ricondizionati. Nel 2023, sono stati venduti 15 milioni di smartphone nuovi e 4 milioni di ricondizionati.Spagna: Con una crescente preferenza per i dispositivi di seconda vita, il mercato spagnolo ha registrato 14 milioni di nuovi dispositivi e 3,5 milioni di ricondizionati venduti nel corso del 2023.Regno Unito: Anche il Regno Unito sta assistendo a una crescita del mercato dei ricondizionati, con il 22% delle vendite totali. Nel 2023, sono stati venduti 18 milioni di dispositivi nuovi e 5 milioni di ricondizionati.Questa crescita del mercato dei ricondizionati è alimentata da una maggiore consapevolezza ecologica e dalla ricerca di un rapporto qualità-prezzo più conveniente da parte dei consumatori. Paesi come Francia e Germania guidano questa transizione, mentre altre nazioni europee stanno mostrando un crescente interesse verso i dispositivi ricondizionati. Ma cosa si cela dietro questa rivoluzione verde ed economica? Scopriamolo insieme. Risparmio Intelligente: Tecnologia Accessibile Senza Sprechi Chi non vorrebbe risparmiare, soprattutto in un momento storico in cui i prezzi degli smartphone continuano a salire? Con i ricondizionati, puoi ottenere uno smartphone di alta gamma, come un iPhone o un Samsung Galaxy, a un prezzo fino al 60% in meno rispetto a uno nuovo. Non è fantastico? Questo permette a tutti di avere tra le mani un dispositivo all’avanguardia, senza dover svuotare il portafoglio. Un affare imperdibile, soprattutto per chi cerca qualità senza compromessi. La Garanzia della Qualità: Come Nuovo, Senza Sorprese Ma il risparmio non è tutto. Uno smartphone ricondizionato passa attraverso rigorosi controlli di qualità, test e aggiornamenti che garantiscono il perfetto funzionamento del dispositivo. Aziende come CertiDeal, leader nel settore, assicurano che ogni telefono sia impeccabile prima di essere messo sul mercato. Insomma, niente sorprese: quello che acquisti è davvero un dispositivo in ottime condizioni, pronto a darti tutto ciò che ti aspetti da uno smartphone di alta qualità. L’Ambiente Ringrazia: Una Scelta Ecologica Non possiamo ignorare l’aspetto ecologico, soprattutto in un’epoca in cui l’impatto ambientale delle nostre scelte è sempre più sotto i riflettori. Ogni anno, milioni di smartphone finiscono nelle discariche, aumentando l’inquinamento e lo spreco di risorse. Acquistare un ricondizionato significa dare una seconda vita a un prodotto che, altrimenti, sarebbe stato scartato. È come dire: “Non ho bisogno di un nuovo telefono, posso dare una chance a uno che ha ancora tanto da offrire.” Facendo così, contribuiamo a ridurre la produzione di rifiuti elettronici e a salvaguardare le risorse del pianeta. Un Successo Trasversale: Dai Giovani agli Over 55 E non pensare che il ricondizionato sia solo per i giovani. Certo, i millennials e la Gen Z sono grandi sostenitori di questa scelta, grazie al risparmio e all’attenzione per la sostenibilità, ma anche gli over 55 sono sempre più inclini a scegliere dispositivi ricondizionati. Questa opzione conquista tutti, dalle nuove generazioni ai consumatori più maturi, unendo risparmio e coscienza ecologica. Insomma, il ricondizionato è diventato un fenomeno che supera le barriere generazionali. Non Solo Smartphone: Il Ricondizionato Espande i Confini Il fenomeno del ricondizionato non si ferma agli smartphone. Tablet, computer portatili, elettrodomestici e perfino console di gioco stanno entrando nel mondo della “seconda vita”. Questa tendenza dimostra che il ricondizionato non è una moda passeggera, ma un vero e proprio cambio di mentalità. Le persone stanno iniziando a capire che un prodotto rigenerato non è “di seconda mano”, ma una scelta intelligente e consapevole. E chissà, magari presto vedremo anche un’intera gamma di altri dispositivi pronti a vivere una seconda giovinezza nelle nostre case. La Nuova Filosofia del Consumo: Sostenibile e Smart In conclusione, scegliere uno smartphone ricondizionato significa abbracciare una filosofia di consumo più consapevole e sostenibile. Non è solo una questione di risparmio: è un nuovo modo di pensare, un approccio che premia il valore della tecnologia senza alimentare il ciclo infinito dell’acquisto e del consumo. I consumatori italiani stanno lanciando un messaggio chiaro: non serve avere sempre l’ultimo modello per essere soddisfatti. A volte, la scelta più intelligente è proprio quella di investire in un dispositivo che ha già una storia, ma che ha ancora molto da dare. E se possiamo risparmiare e fare un gesto concreto per l’ambiente, perché non farlo? Il futuro del mercato è chiaro: la seconda vita è la nuova prima scelta.© Riproduzione Vietata

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https://www.rmix.it/ - Ricambi per le auto prodotti con un compound contenente scarti di caffè
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Ricambi per le auto prodotti con un compound contenente scarti di caffè
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Ford e McDonald’s hanno creato una collaborazione ispirata all’economia circolaredi Marco ArezioLe due società attive nel settore della mobilità e della ristorazione hanno coinvolto la ditta Competitive Green Technology per realizzare un compound che potesse utilizzare alcuni scarti del del caffè, uniti al polipropilene, per produrre ricambi per auto. Lo scopo era studiare una ricetta che rendesse alcune parti delle auto più leggere e più robuste rispetto alle ricette tradizionali. Lo scarto, per evitare che si bruci, viene trattato in un ambiente a basso contenuto di ossigeno e poi mischiato con il polipropilene per la formazione dei granuli, che risulteranno più leggeri del polipropilene tradizionale e avranno bisogno di minor energia per lo stampaggio. Secondo il leader tecnico del team di ricerca dei nuovi materiali Ford, il Sig. Mielewski, lo scarto proveniente dalla torrefazione del caffè viene usato in sostituzione del talco che normalmente compone i compounds di polipropilene, apportando una riduzione di peso intorno al 20% e una buona resistenza alle alte temperature. Le prime applicazioni sono state fatte nella produzione di alloggiamenti per i fari, a seguito di prove nelle quali si è notata una maggiore resistenza alle temperature rispetto al pezzo fatto con il nuovo compound al tradizionale. Infatti, l’alloggiamento dei fari è una zona dove si crea molto calore e le proprietà tecnica del nuovo materiale è sembrata subito azzeccata a questo lavoro. Questi nuovi ambiti per i fari saranno costruiti dal fornitore Varroc Lighting Systems e saranno posizionati sulla berlina Lincon Continental a seguito delle nuove modifiche previste nel 2020. Secondo il team Ford, l’alloggiamento per i fari è solo l’inizio della produzione di articoli per la componentistica delle auto fatte con questa ricetta Green e con altre allo studio, come è successo per la schiuma di soia usata nei sedili della Mustang e che oggi si trovano in molte altre macchine dell’azienda. La ricerca e lo sviluppo di ricette che siano compatibili con la circolarità dei componenti impiegati, hanno lo scopo di utilizzare i pezzi prodotti in alcune vetture della gamma Ford e Lincon, con particolare attenzione a quegli elementi dove, all’interno dell’auto, vengono sviluppate alte temperature. Parliamo di involucri per batterie, sotto cofani e coperture per il motore. Ovviamente la fragranza del caffè, sui componenti da installare, viene tolta nella fase di produzione del compound per evitare che la vostra macchina abbia il profumo di una tazza di caffè appena versato.Categoria: notizie - plastica - economia circolare - demolizioni - ricambi autoVedi maggiori informazioni sul riciclo

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https://www.rmix.it/ - Trattamento degli Inquinanti nel Legno Riciclato: Come Eliminare Colle, Vernici e Metalli Pesanti per una Filiera Sicura
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Trattamento degli Inquinanti nel Legno Riciclato: Come Eliminare Colle, Vernici e Metalli Pesanti per una Filiera Sicura
Economia circolare

Processi avanzati e tecnologie sostenibili per la rimozione degli inquinanti dal legno riciclato: focus su colle, vernici e metalli pesanti nelle filiere industriali e artigianalidi Marco ArezioNel mondo della sostenibilità, il legno riciclato rappresenta un materiale simbolo di economia circolare. È il protagonista di un viaggio che parte da oggetti e strutture ormai giunti al termine della loro funzione, per trasformarsi nuovamente in materia prima pronta a una seconda vita. Tuttavia, questo percorso virtuoso nasconde insidie che solo una gestione attenta e tecnologie avanzate possono affrontare: la presenza di colle, vernici e metalli pesanti. Chiunque lavori nel settore sa quanto questi inquinanti possano essere insidiosi, invisibili ai più ma determinanti per la qualità, la sicurezza e la destinazione finale del materiale recuperato.Nel trattare queste tematiche, il racconto del legno riciclato si fa complesso, ma anche ricco di soluzioni innovative e di esperienze di filiera che vale la pena approfondire.L’origine degli inquinanti: da dove arrivano colle, vernici e metalli pesantiQuando osserviamo un bancale abbandonato, un vecchio mobile, una trave proveniente da una demolizione o il legno di uno stabile dismesso, spesso non pensiamo alle “storie chimiche” che questi materiali portano con sé. Il legno che arriva agli impianti di riciclo ha quasi sempre incontrato, durante la sua vita, una vasta gamma di sostanze aggiunte: colle sintetiche che ne hanno tenuto insieme le fibre, vernici protettive e decorative, impregnanti, trattamenti anti-parassitari, e non di rado pigmenti o sostanze a base di metalli pesanti.Colle e resine, a base di formaldeide, fenoli o poliuretani, sono state utilizzate per decenni per produrre pannelli truciolari, mobili e componenti edilizi. Le vernici, con le loro infinite varianti di solventi, plastificanti, additivi e pigmenti, hanno dato colore e resistenza, ma spesso hanno aggiunto una complessità difficile da gestire quando il legno diventa rifiuto o materiale da riciclare.Non va poi dimenticata la presenza di metalli pesanti, come rame, piombo, arsenico o cromo, introdotti tramite vernici storiche o come protezione dagli insetti xilofagi. In molti casi, questi composti sono penetrati in profondità nella fibra del legno, rendendo impossibile una separazione solo superficiale.Il risultato è un materiale apparentemente omogeneo, che nasconde però una composizione chimica estremamente variabile, spesso difficile da identificare e classificare senza l’ausilio di strumentazioni specifiche.Per chi lavora nella filiera del riciclo, questa incertezza rappresenta un fattore di rischio, una sfida tecnica, ma anche un’opportunità per innovare processi e tecnologie.Le criticità per la filiera del ricicloQuando colle, vernici e metalli pesanti sono presenti nel legno riciclato, la filiera si trova davanti a una serie di ostacoli difficili da superare senza soluzioni dedicate. Non si tratta solo di una questione di qualità: la presenza di queste sostanze può pregiudicare la certificabilità del prodotto, esporre i lavoratori a rischi per la salute e obbligare a trattamenti costosi o a gestire il materiale come rifiuto pericoloso.Nel momento in cui il legno entra in impianto e viene triturato, levigato o lavorato meccanicamente, polveri e vapori possono liberare sostanze nocive che si accumulano nell’ambiente di lavoro. Nei casi peggiori, alcune frazioni del legno non possono essere utilizzate per la produzione di nuovi pannelli, pellet o carta, proprio a causa della contaminazione.Questo limita la possibilità di valorizzazione e obbliga a percorsi di smaltimento più onerosi, spesso sotto la lente della normativa ambientale che fissa limiti sempre più stringenti alla presenza di formaldeide, VOC e metalli pesanti nei prodotti a base legno.Tutto questo si traduce, per le aziende della filiera, in un lavoro di selezione, controllo e trattamento che va ben oltre la semplice lavorazione meccanica, e che richiede investimenti continui in ricerca e innovazione.Strategie di individuazione e separazione degli inquinantiPrima ancora di parlare di trattamento, occorre affrontare la sfida dell’identificazione degli inquinanti. In molti casi, la differenza tra un legno riciclabile e uno troppo contaminato si gioca proprio nella capacità di individuare rapidamente le frazioni critiche.Negli impianti più avanzati, la selezione avviene attraverso una combinazione di tecniche. Il riconoscimento ottico, basato su spettroscopia NIR (infrarosso vicino) o XRF (fluorescenza a raggi X), permette di analizzare la superficie del legno e identificare la presenza di vernici, colle e metalli pesanti in pochi istanti. A questa tecnologia si affiancano la selezione manuale da parte di operatori esperti, la separazione meccanica per dimensione e colore, e in alcuni casi veri e propri processi di smontaggio, dove le parti più trattate vengono isolate per destinarle a trattamenti specifici.Nonostante queste soluzioni, resta il problema delle sostanze penetrate in profondità: qui la sfida è ancora aperta, e la ricerca si concentra su tecniche sempre più raffinate per riconoscere la composizione interna del materiale, senza doverlo distruggere.Trattamento chimico e termico degli inquinantiUna volta individuate e separate le parti contaminate, entra in gioco la chimica applicata al riciclo. Le colle, specialmente quelle a base formaldeidica, sono trattate tramite processi termici come la pirolisi o la gassificazione, che ne rompono la struttura molecolare riducendo il rischio di rilascio di sostanze tossiche. In alternativa, l’impiego di agenti chimici specifici (soluzioni alcaline, ossidanti) permette di degradare le colle residue, trasformandole in composti più facili da rimuovere o neutralizzare.Il trattamento delle vernici segue strade diverse a seconda della tipologia: la sverniciatura meccanica (sabbiatura, criosabbiatura) si utilizza soprattutto su grandi superfici, mentre il lavaggio a ultrasuoni o con solventi ecologici è riservato a pezzi più piccoli e pregiati. Nei grandi impianti, il ricorso a torce al plasma o forni ad alta temperatura garantisce la completa distruzione di vernici e impregnanti, evitando che VOC e altri composti organici persistenti si disperdano nell’ambiente.Il capitolo più delicato riguarda i metalli pesanti. In questi casi, si impiegano processi di lisciviazione, ovvero lavaggi controllati con soluzioni chimiche che estraggono i metalli dal legno, seguiti da precipitazione selettiva o filtrazione tramite membrane dedicate. Nei casi più complessi, dove l’estrazione completa è impossibile o troppo onerosa, si procede all’incapsulamento del materiale contaminato in matrici cementizie, garantendo così che i metalli non possano tornare in circolo nell’ambiente.Impatti ambientali e sicurezza per l’operatoreIn tutto il percorso di trattamento, la tutela della salute degli operatori e la minimizzazione degli impatti ambientali sono priorità imprescindibili. Nei moderni impianti, ogni fase di lavorazione a rischio viene isolata con sistemi di aspirazione e filtrazione delle polveri, ventilazione forzata e barriere protettive. La presenza costante di sensori per la rilevazione di formaldeide, VOC e metalli pesanti garantisce il rispetto dei limiti di legge e riduce i rischi di esposizione accidentale.Dal punto di vista ambientale, la gestione delle acque di processo, dei residui di trattamento e delle emissioni in atmosfera è altrettanto importante. Le acque vengono depurate attraverso sistemi multi-stadio, mentre i fanghi e i residui solidi sono destinati a smaltimento sicuro o, dove possibile, a ulteriore recupero.L’obiettivo è chiaro: chiudere il ciclo, riducendo al minimo i rifiuti e restituendo all’ambiente un materiale sicuro e nuovamente valorizzabile.Tecnologie innovative e soluzioni emergentiIl settore del riciclo del legno è oggi uno dei più dinamici nell’ambito dell’innovazione ambientale. La ricerca avanza a grandi passi, esplorando soluzioni bio-based e tecnologie ibride. È il caso del biorisanamento, dove funghi selezionati e batteri sono impiegati per degradare colle e vernici, abbattendo gli inquinanti senza l’uso di sostanze tossiche e con consumi energetici minimi.Tra le soluzioni più promettenti si segnalano anche i trattamenti a bassa temperatura assistiti da microonde, che permettono di abbattere VOC e residui organici senza la necessità di alte temperature, e la nanofiltrazione delle acque, capace di rimuovere selettivamente i metalli pesanti per poi recuperarli e riutilizzarli in altri processi industriali.Queste tecnologie, oggi in fase di sperimentazione o già adottate nei migliori impianti, rappresentano la nuova frontiera della sostenibilità applicata al legno riciclato, con vantaggi sia ambientali che economici.Certificazione, normativa e responsabilitàOgni sforzo nella direzione della sostenibilità e della sicurezza deve fare i conti con un quadro normativo sempre più stringente. Le direttive europee e italiane richiedono un monitoraggio attento della presenza di sostanze pericolose nei materiali riciclati, e impongono limiti precisi alla presenza di formaldeide, VOC e metalli pesanti.Parallelamente, la richiesta del mercato di prodotti certificati spinge sempre più aziende ad adottare standard come FSC, PEFC, Ecolabel, che premiano la trasparenza, la tracciabilità e l’adozione di tecnologie avanzate per la rimozione degli inquinanti.Per chi opera nella filiera, essere in regola non è più solo un obbligo, ma un vero e proprio vantaggio competitivo, in grado di aprire nuovi mercati e di rafforzare la reputazione aziendale.Conclusioni: una filiera più sicura, sostenibile e certificataIn conclusione, il trattamento degli inquinanti nel legno riciclato non è solo una sfida tecnica, ma un vero banco di prova per l’intera filiera della circular economy. Solo attraverso l’innovazione tecnologica, la formazione continua degli operatori e un confronto costante con la normativa sarà possibile trasformare il legno riciclato in una risorsa davvero sicura, sostenibile e certificata.La strada è tracciata: un legno riciclato di qualità, libero da inquinanti, rappresenta non solo una vittoria ambientale, ma anche una grande opportunità per un’economia più circolare, resiliente e attenta alle persone e al pianeta.© Riproduzione Vietata

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https://www.rmix.it/ - Dalla Dipendenza delle Materie Prime Fossili a quella Dei Metalli Rari
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Dalla Dipendenza delle Materie Prime Fossili a quella Dei Metalli Rari
Economia circolare

Dalla Dipendenza delle Materie Prime Fossili a quella Dei Metalli Raridi Marco ArezioLe crisi energetiche che si stanno susseguendo dallo scoppio della guerra tra Ucraina e Russia hanno messo in evidenza, per gli Europei. quanto siamo fragili ed esposti a ricatti su materiali come il carbone, il petrolio e il gas. Se l'Unione Europea sta lavorando per risolvere la dipendenza energetica dalla Russia, non dobbiamo dimenticarci che si stanno profilando altre crisi sulle materie prime che riguardano i metalli rari.Questi vengono usati nelle produzione di energie rinnovabili, nella produzione digitale, nell'elettrificazione della mobilità sostenibile, nello sviluppo dell'energia nucleare, quindi in ogni settore del nostro futuro. Come per l'energia, la posta in gioco è ambientale, economica e geopolitica, data la nostra dipendenza da un numero limitato di paesi produttori, come la Cina, con cui fatichiamo ad avere rapporti politici distesi, con il rischio di non poter contare sulle forniture di questi prodotti. Da molti anni si sta evidenziando che lo sfruttamento delle risorse naturali avrebbe creato problemi di approvvigionamento, ma è dall'esplosione dell'economia basata sulla digitalizzazione, nella quale i metalli rari sono assolutamente necessari, che ci siamo accorti di come sia difficile procurarseli e di come siano in mano a pochi paesi produttori. Nel 2011 la Commissione Europea ha pubblicato per la prima volta un elenco di quattordici materie prime critiche per l'economia europea. Da allora questa lista ha continuato a crescere, tanto che nel 2020 i materiali erano una trentina. In una situazione così difficile e pericolosa, un efficientamento dei sistemi basati sull'economia circolare per il recupero e il riutilizzo dei componenti elettronici dei prodotti diventati rifiuti, ricoprirà una fase imprescindibile dell'indipendenza Europea ai metalli rari. Troppo poco si sta facendo in termini di riciclo del RAEE e molti metalli preziosi finiscono in discarica o bruciati, cosa che l'Europa non può più permetterselo se non vuole finire, come per i combustibili fossili, in uno stato di ricatto economico-politico. Sarà anche importante puntare sul valore dei prodotti, dei suoi componenti e dei materiali che li costituiscono, per dare la massima durabilità nel tempo agli oggetti, attraverso una progettazione intelligente, il riutilizzo e/o l'uso condiviso dei prodotti, la riparazione, il ricondizionamento, il recupero dei pezzi di ricambio. È diventato urgente investire massicciamente nella ricerca e sviluppo di materiali alternativi, ma anche ridurre la domanda di materie prime. Abbiamo bisogno di un piano di investimenti per sviluppare l'economia circolare a livello europeo che sia all'altezza di questa sfida essenziale per il futuro di tutti noi. Governare è prevedere.Categoria: notizie - metalli rari - economia circolare - riciclo 

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https://www.rmix.it/ - Guida alle Migliori Friggitrici ad Aria: Tecnologia, Sostenibilità e Confronto dei Modelli
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Guida alle Migliori Friggitrici ad Aria: Tecnologia, Sostenibilità e Confronto dei Modelli
Economia circolare

Scopri come scegliere la friggitrice ad aria perfetta con consigli utili, analisi sulla sostenibilità e confronto tra i migliori prodottidi Marco ArezioLa friggitrice ad aria si è guadagnata un posto d'onore nelle cucine moderne, grazie alla sua capacità di cucinare cibi croccanti e gustosi con poco o nessun olio. Questo è possibile grazie a un sofisticato sistema che combina una resistenza elettrica e un potente ventilatore, capace di generare un flusso d'aria calda che cuoce uniformemente gli alimenti. La temperatura, regolabile fino a 200 °C nei modelli più avanzati, permette di ottenere risultati simili alla frittura tradizionale, ma con un ridotto apporto calorico. Come scegliere il modello giusto, soprattutto se si desidera un prodotto sostenibile e in linea con valori ambientali? In questa guida, esploreremo i criteri fondamentali per l'acquisto, le differenze tra i prodotti sul mercato e un confronto tra tre modelli disponibili su Amazon.it. Cos'è una friggitrice ad aria e come funziona? La friggitrice ad aria utilizza un sistema di ventilazione avanzato, che combina un elemento riscaldante con un ventilatore ad alta potenza per generare un flusso d'aria calda circolante a velocità costante. Questa tecnologia permette di cuocere gli alimenti replicando l'effetto della frittura, ma in modo più salutare e sostenibile. L'aria calda raggiunge ogni angolo del cestello grazie a un design studiato per massimizzare l'efficienza termica, garantendo una distribuzione uniforme del calore. Alcuni modelli integrano sensori di temperatura per regolare automaticamente il calore durante la cottura, evitando bruciature e riducendo i consumi energetici. Grazie a queste innovazioni, il processo di cottura risulta veloce, preciso e capace di mantenere intatte le proprietà organolettiche degli alimenti. Cosa sapere prima di acquistare una friggitrice ad aria Capacità: Le friggitrici ad aria variano in termini di capacità, da modelli compatti da 2 litri ideali per single o coppie, a modelli più grandi da 6-8 litri, perfetti per famiglie numerose. Valuta il volume delle porzioni che prepari abitualmente. Consumi energetici: Anche se le friggitrici ad aria sono generalmente più efficienti rispetto ai forni tradizionali, è importante controllare la potenza espressa in watt. Un buon equilibrio è tra i 1.200 e i 2.000 watt per garantire prestazioni rapide senza consumi eccessivi. Funzionalità: I modelli di fascia alta offrono programmi preimpostati per vari alimenti, funzioni di mantenimento in caldo e app con ricette integrate. Considera quali funzioni ti sono davvero utili. Facilità di pulizia: Parti smontabili e lavabili in lavastoviglie semplificano la manutenzione. Materiali antiaderenti di alta qualità sono una scelta vincente. Certificazioni di sostenibilità: Per chi presta attenzione all'ambiente, è essenziale verificare se l'azienda utilizza materiali riciclati o riciclabili, offre programmi di recupero dei prodotti a fine vita o adotta pratiche produttive a basse emissioni di carbonio. Sostenibilità delle friggitrici ad aria La sostenibilità è un aspetto sempre più importante nella scelta di elettrodomestici, e le friggitrici ad aria non fanno eccezione. Molte aziende stanno adottando pratiche e tecnologie innovative per minimizzare l’impatto ambientale lungo tutto il ciclo di vita del prodotto, dalla produzione al fine vita. Materiali ecologici I materiali utilizzati per costruire le friggitrici ad aria possono fare una grande differenza in termini di sostenibilità. Alcuni modelli integrano plastica riciclata di alta qualità e acciaio inossidabile resistente per ridurre la quantità di risorse vergini impiegate. Inoltre, sempre più produttori scelgono materiali privi di sostanze tossiche come BPA e PFOA, migliorando non solo l’impatto ambientale, ma anche la sicurezza per la salute degli utenti. Un numero crescente di aziende adotta un approccio a ciclo chiuso, utilizzando scarti industriali per creare nuovi prodotti e riducendo così gli sprechi. Efficienza energetica Le friggitrici ad aria sono progettate per consumare meno energia rispetto ai metodi tradizionali di cottura, come i forni o le friggitrici a olio. Questo è reso possibile grazie a tecnologie di riscaldamento rapido e a sistemi di controllo della temperatura avanzati, che ottimizzano l’efficienza termica. Alcuni modelli includono modalità di standby o spegnimento automatico, riducendo ulteriormente gli sprechi di energia quando l’apparecchio non è in uso. L’efficienza energetica non solo contribuisce a ridurre i costi sulla bolletta, ma ha anche un impatto positivo sull’ambiente, diminuendo le emissioni di carbonio associate al consumo di energia. Packaging sostenibile Anche l’imballaggio gioca un ruolo cruciale nella sostenibilità delle friggitrici ad aria. Le aziende più attente all’ambiente utilizzano materiali biodegradabili o riciclabili, come il cartone certificato FSC o fibre vegetali. Per ridurre ulteriormente l’impatto, alcuni produttori impiegano inchiostri a base vegetale e progettano confezioni compatte che ottimizzano il trasporto, riducendo così le emissioni di CO2 legate alla logistica. Fine vita e programmi di riciclo Una delle sfide principali per la sostenibilità degli elettrodomestici è il loro smaltimento. Alcuni produttori hanno istituito programmi di ritiro e riciclo per garantire che i materiali recuperabili vengano riutilizzati e che i componenti elettronici siano smaltiti correttamente. Questa pratica non solo riduce i rifiuti elettronici, ma consente anche di risparmiare risorse preziose che altrimenti andrebbero perdute. Produzione a basso impatto Le migliori aziende stanno investendo in processi produttivi più sostenibili, utilizzando fonti di energia rinnovabile come solare e eolica per alimentare gli impianti di produzione. Inoltre, molte di loro si impegnano a ridurre le emissioni di carbonio e a certificare i loro prodotti secondo standard ambientali internazionali. Confronto tra tre friggitrici ad aria sostenibili Ecco tre modelli disponibili su Amazon.it che si distinguono per prestazioni, sostenibilità e recensioni positive. I link ai prodotti sono inclusi per facilitare l'acquisto. 1. Philips Essential Airfryer HD9252/90 Capacità: 4,1 litri, adatta per 3-4 persone. Potenza: 1.400 watt. Punti di forza: Tecnologia Rapid Air per ridurre il consumo energetico, funzioni intuitive e parti lavabili in lavastoviglie. Sostenibilità: Packaging riciclabile, prodotto con materiali certificati per la riduzione dell'impatto ambientale e un sistema di funzionamento ottimizzato per consumi ridotti. L'azienda utilizza anche pratiche produttive che limitano le emissioni di CO2 e promuove programmi di riciclo per i dispositivi a fine vita.2. Cosori Smart WiFi Air FryerCapacità: 5,5 litri, ideale per famiglie. Potenza: 1.700 watt. Punti di forza: Connettività WiFi per controllo da remoto tramite app, ricettario incluso con opzioni sane e versatili. Sostenibilità: L'azienda promuove un programma strutturato per il riciclo dei dispositivi a fine vita, collaborando con centri di recupero certificati. Questo include il ritiro dei vecchi elettrodomestici per un corretto smaltimento e il riutilizzo dei materiali recuperabili. Inoltre, l'impresa investe in iniziative di educazione ambientale per incoraggiare i consumatori a gestire i rifiuti elettronici in modo responsabile. 3. Ninja Air Fryer MAX AF160EU Capacità: 5,2 litri, perfetta per 4-5 persone. Potenza: 1.750 watt. Punti di forza: Materiali robusti, rivestimento antiaderente privo di PFOA e BPA, cottura uniforme. Sostenibilità: L'azienda adotta un approccio completo alla sostenibilità, riducendo il packaging e utilizzando materiali biodegradabili o riciclabili. Inoltre, si impegna a raggiungere la neutralità carbonica attraverso l'impiego di fonti di energia rinnovabile nei processi produttivi e il supporto a progetti di riforestazione. Viene incentivata anche la riparabilità dei dispositivi, con pezzi di ricambio disponibili per prolungare la vita utile del prodotto, riducendo così i rifiuti elettronici.Conclusioni La scelta della friggitrice ad aria dipende dalle tue esigenze quotidiane e dai tuoi valori. Se cerchi un modello compatto e versatile, la Philips Essential Airfryer è una scelta solida. Per chi vuole integrare la tecnologia smart, la Cosori Smart WiFi offre grande praticità. Infine, il modello Ninja Air Fryer MAX è ideale per chi desidera robustezza e affidabilità. Indipendentemente dalla scelta, una friggitrice ad aria è un investimento non solo per la tua salute ma anche per il pianeta, soprattutto optando per prodotti sostenibili e di qualità.© Riproduzione Vietata

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https://www.rmix.it/ - Il Riciclo dei Rottami Metallici
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Il Riciclo dei Rottami Metallici
Economia circolare

Innovazioni e Sostenibilità: La Nuova Frontiera dei Metallidi Marco ArezioIl settore del riciclo dei rottami metallici sta vivendo una trasformazione radicale, spinta dall'innovazione tecnologica e dalla crescente necessità di pratiche sostenibili. Questo articolo esplora le ultime innovazioni nel campo, sottolineando come stiano cambiando il panorama del riciclo dei metalli, migliorando l'efficienza del processo e contribuendo significativamente alla sostenibilità ambientale. 1. Introduzione al Riciclo dei Metalli Il riciclo dei metalli gioca un ruolo cruciale nell'economia circolare, riducendo la necessità di estrazione di nuovi materiali, diminuendo l'emissione di gas serra e risparmiando energia. I metalli, grazie alla loro intrinseca capacità di essere riciclati più volte senza perdere le proprietà, offrono un'opportunità unica per lo sviluppo sostenibile. Tuttavia, nonostante questi benefici, il settore si trova di fronte a sfide significative, tra cui l'efficienza del riciclaggio, la separazione dei materiali e la gestione dei residui. 2. Innovazioni Tecnologiche nel Riciclo Le tecnologie emergenti stanno apportando miglioramenti significativi nel processo di riciclaggio dei rottami metallici. Tra queste, si evidenziano: Tecnologie di Separazione Avanzate: Nuovi metodi di separazione basati su sensori ottici, raggi X, e magnetismo stanno migliorando la capacità di distinguere e separare i metalli misti nei rottami. Questi sistemi consentono una separazione più accurata, aumentando la purezza dei materiali riciclati e riducendo i rifiuti. Pirolisi e Gassificazione: Questi processi termochimici trasformano i rifiuti metallici in gas sintetico o olio, recuperando energia e materiali. Offrono una soluzione per trattare i rottami metallici contaminati o misti che altrimenti sarebbero difficili da riciclare. Processi Enzimatici: La ricerca sta esplorando l'uso di enzimi per recuperare metalli da rottami elettronici e batterie. Questi metodi biologici promettono di offrire un'alternativa ecocompatibile ai processi chimici convenzionali. 3. Efficienza Energetica e Riduzione dell'Impatto Ambientale Le innovazioni tecnologiche non solo migliorano l'efficienza del riciclaggio ma contribuiscono anche a una significativa riduzione dell'impatto ambientale. La gassificazione, ad esempio, permette di recuperare energia dai rottami metallici, riducendo il consumo di combustibili fossili. Analogamente, i metodi di separazione avanzati minimizzano la produzione di scarti, contribuendo alla riduzione delle discariche. 4. Sfide e Barriere all'Innovazione Nonostante i progressi, l'adozione di queste tecnologie innovative incontra ostacoli. Le barriere includono il costo elevato degli investimenti iniziali, la mancanza di normative chiare, e la necessità di sviluppare competenze specifiche. Inoltre, la variabilità nella composizione dei rottami metallici richiede soluzioni flessibili e adattabili, un ulteriore livello di complessità. 5. Prospettive Future Il futuro del riciclaggio dei metalli appare promettente, con la ricerca e lo sviluppo che continuano a spingere i confini dell'innovazione. L'integrazione di tecnologie digitali, come l'intelligenza artificiale e la blockchain, potrebbe offrire nuove soluzioni per migliorare la tracciabilità dei materiali e ottimizzare le catene di fornitura del riciclaggio. 6. Conclusione L'innovazione nel riciclo dei rottami metallici è fondamentale per affrontare le sfide ambientali del nostro tempo. Le nuove tecnologie non solo migliorano l'efficienza e la sostenibilità del processo di riciclaggio ma contribuiscono anche alla realizzazione di un'economia più circolare e resiliente. Mentre il settore si adatta a queste innovazioni, si apre la strada a nuove possibilità per ridurre l'impatto ambientale dell'industria e supportare la transizione verso pratiche più sostenibili. Le imprese e le istituzioni che operano nel settore del riciclo dei metalli sono chiamate a giocare un ruolo chiave in questa transizione, investendo in tecnologie innovative, formando le competenze necessarie e collaborando con i partner lungo l'intera catena di valore per superare le barriere esistenti. La capacità di adattarsi rapidamente alle nuove tecnologie e ai cambiamenti del mercato sarà determinante per il successo in questo settore in evoluzione. Inoltre, la sensibilizzazione e l'impegno da parte dei consumatori e delle comunità svolgono un ruolo fondamentale nel sostenere il riciclaggio dei metalli. Promuovere una maggiore comprensione dell'importanza del riciclo, insieme alla partecipazione attiva nella raccolta differenziata, può aumentare significativamente le quantità di materiale riciclabile disponibile, migliorando ulteriormente l'efficienza del processo di riciclaggio. L'adozione di politiche pubbliche che favoriscano il riciclo dei metalli, tramite incentivi finanziari, normative chiare e supporto alla ricerca e all'innovazione, è altresì cruciale. Queste politiche possono accelerare l'adozione delle nuove tecnologie, rendendo il riciclaggio dei metalli più economicamente vantaggioso e ambientalmente sostenibile. Infine, la collaborazione tra i vari stakeholder - industrie, governi, istituti di ricerca e società civile - è essenziale per costruire un sistema di riciclaggio dei metalli robusto e sostenibile. Attraverso un impegno congiunto, è possibile affrontare le sfide attuali e future, sfruttando appieno il potenziale dei rottami metallici come risorsa preziosa per l'industria e per la società.

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https://www.rmix.it/ -  Come riciclare i rifiuti edili: lastre ondulate di cartone bitumato
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Come riciclare i rifiuti edili: lastre ondulate di cartone bitumato
Economia circolare

Per anni le lastre ondulate in cartone bitumato per i tetti erano destinati alle discariche. Ora si possono riciclaredi Marco ArezioLe lastre ondulate, composte da carta riciclata e bitume, impiegate per la copertura dei tetti o come elemento impermeabile da posizionare sotto le tegole e i coppi, una volta rimosse erano destinate allo smaltimento in discarica a causa del mix di componenti di cui erano composte. Le lastre fibro-bituminose sono nate in Francia nel 1944 per iniziative del Sig. Gaston Gromier che fondò la ditta OFIC S.A. Fino agli anni 60 il prodotto rimase sempre uguale a seguito della forte richiesta di coperture economiche per i tetti nel periodo post bellico. Successivamente il mercato internazionale si interessò alla tipologia di lastra da copertura apprezzandone le facilità di posa, le colorazioni e l’economicità, spingendo quindi l’azienda ad aumentare le tipologie, i colori e i formati. Ma come sono composte le lastre ondulate bituminose? Le materie prime che compongono il prodotto sono essenzialmente quattro: Carta da riciclo Additivi per la carta Bitume stradale 80/100 Pigmenti di superficie La carta da riciclo è normalmente composta da cartone da imballo e giornali non patinati, che creano un mix ideale tra fibre lunghe e corte. Deve essere utilizzata con una percentuale di umidità contenuta per evitare problemi di lavorazione. La carta da riciclo, nella lavorazione, costituirà l’ossatura della lastra ondulata. Il bitume utilizzato è generalmente quello classificato con un grado di penetrazione 80/100, che corrisponde al tipo che si utilizza anche nelle asfaltature stradali. Il bitume applicato a caldo avrà lo scopo di impermeabilizzare la lastra da copertura e proteggere la struttura in carta semirigida. I pigmenti cono colorazioni sintetiche che hanno sia la funzione di attribuire un colore particolare alla lastra in base all’utilizzo che se ne vuole fare, ma anche proteggere il bitume dagli effetti corrosivi dei raggi solari. Come vengono prodotte le lastre ondulate bituminose? La carta da macero (riciclata) viene selezionata seconda la ricetta della cartiera che produce il manufatto ed immessa in un impianto, chiamato pulper, che ha lo scopo, sotto l’effetto rotativo meccanico e dell’acqua, di smembrare il mix di carte, caricate nell’impianto, in modo da amalgamare le fibre che andranno a costituire la struttura portante del prodotto. Una volta terminata questa lavorazione la fibra di carta è pronta per essere conformata in una lastra ondulata. La realizzazione della struttura della lastra può avvenire: Per avvolgimento di più fogli in modo da comporre una lastra multistrato sottile Per pressione di una certa quantità di fibra in uno stampo costituendo una lastra più spessa Dopo la costituzione della lastra piana e umida, questa viene avviata ad un corrugatore attraverso il quale la lastra prenderà la forma ondulata desiderata. I corrugatori, con la lastra adagiata sopra di essi, verranno indirizzati in un forno a tunnel per l’essicazione e il successivo raffreddamento, il cui scopo è renderla semirigida. Il manufatto cartonato asciutto dovrà ora essere impermeabilizzato con il bitume liquido e, questo processo, sarà realizzato in due metodologie operative differenti: Per le lastre multistrato, avendo una densità specifica alta, è necessario provvedere all’impermeabilizzazione attraverso una bitumazione sottovuoto in autoclave. Per la lastra monostrato, l’impermeabilizzazione avverrà attraverso un bagno in una vasca di bitume caldo. L’ultima fase riguarda la colorazione dell’estradosso della lastra, che avverrà a spruzzo o ad immersione, in base alla destinazione finale del manufatto, con la scelta della miscela colorata corretta e dei protettivi anti U.V. necessari. Come si ricicla il prodotto a fine vita? Fino a pochi anni fa le lastre bitumate, una volta rimosse dai tetti per rotture, usura o altri motivi, finivano in discarica in quanto la composizione con materiali simbiotici non ne permetteva il riciclo. Se consideriamo che, solo in Europa, le lastre bitumate prodotte ogni anno si aggirano intorno ai 2 milioni di tonnellate, possiamo immaginare la quantità di rifiuti bituminosi da riciclare. Oggi il processo di riciclo è possibile in quanto, dopo diversi tests, si è identificato il canale più consono per dare una seconda vita a questo prodotto. Infatti, si è visto che il settore dei bitumi stradali, che già accoglie nelle sue ricette il macinato riciclato delle guaine bituminose a rotoli e degli pneumatici, ha trovato il giusto equilibrio per utilizzare anche le lastre ondulate bituminose. Considerando che mediamente una lastra da copertura contiene circa il 60% in peso di bitume stradale, ed essendo questo perfettamente compatibile con quello usato normalmente per gli asfalti e che la struttura di base formata dalla carta, se aggiunta nelle corrette percentuali, l’utilizzo del macinato da lastre bitumate da copertura non va ad inficiare le ricette finali dei bitumi stradali. Le lastre quindi vengono macinate in mulini appositi, asportando gli eventuali residui di chiodi per l’ancoraggio ancora presenti, creando un macinato di granulometrie differenti a seconda delle richieste del cliente. Con il macinato recuperato, i produttori di asfalti stradali possono realizzare miscele che rispettano la filosofia dell’economia circolare potendo impiegare prodotti riciclati, risparmiare l’uso di una parte di bitume naturale, ridurre i rifiuti destinati alla discarica e migliorare l’impatto ambientale.Categoria: notizie - plastica - economia circolare - carta riciclata - lastre bitumate - lastre fibrobituminose

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https://www.rmix.it/ - Il Riciclo del Sughero: Come Utilizzare 30 milioni di Tappi Usati Ogni Anno
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Il Riciclo del Sughero: Come Utilizzare 30 milioni di Tappi Usati Ogni Anno
Economia circolare

Del legno non si butta niente, nemmeno un piccolo tappo, vediamo perchédi Marco ArezioNel mondo dell’economia circolare il legno riciclato ha un suo onorevole posto, contribuendo alla salvaguardia delle nostre foreste, alla riduzione della CO2 e ad operazioni sociali di grande respiro. Se fino a poco tempo fa un tappo, che sia stato in sughero, in plastica o in metallo, era un oggetto considerato trascurabile per il suo peso e per la sua dimensione, tanto che veniva generalmente buttato, oggi, ha ottenuto il rispetto dovuto in quanto i numeri che rappresenta sono del tutto ragguardevoli. Il riciclo dei tappi di sughero è un’attività di primaria importanza, in quanto completa la filiera della bottiglia in vetro, permettendo il riciclo completo dell’imballo del vino, avviando i due prodotti alla creazione di nuove materie prime.Ma come avviene in Italia il riciclo dei tappi di sughero? Le strade per realizzare il recupero dei tappi di sughero possono essere tante, ma ci piacerebbe raccontare quella intrapresa da Carlos Veloso del gruppo Amorin, che ha deciso di creare, non solo un circuito virtuoso del riciclo del sughero, ma un’operazione di carattere eco-sociale, coinvolgendo molte onlus che si adoperano nella raccolta dei tappi in sughero. Questo progetto, denominato Etico, ha come obbiettivo non solo la raccolta del prodotto finalizzato al suo riciclo, ma anche la remunerazione delle onlus per ogni tonnellata di tappi di sughero consegnata. L’obbiettivo è la ramificazione territoriale della raccolta attraverso le onlus, che ad oggi sono già 45, permettendo di raccogliere ogni anno circa 30 milioni di tappi, che costituiranno il comburente ad un altro progetto denominato Suber. Suber utilizza la “granina” (macinato) di sughero per realizzare oggetti di design che, combinati con legno, acciaio e vetro, portano nelle nostre case oggetti d’arredo di spiccata qualità e bellezza. Il progetto Suber, riesce, come dice Carlos Veloso, ad unire la sostenibilità ambientale, la raccolta di un rifiuto, la giustizia social, la donazione in beneficienza, la prosperità economica, creando un progetto di ispirazione che genera anche cultura. Gli oggetti vengono realizzati mischiando la granina dei tappi di sughero con delle resine naturali, realizzando sedili, tavolini, lampade e molti altri prodotti. Quali altre applicazioni ha il sughero riciclato? Possiamo annoverare molti e variegati utilizzi del sughero riciclato, in quanto è un prodotto che ha ottime qualità, tra le altre, di isolamento termico e acustico. I principali utilizzo sono: • fabbricazione di granuli in sughero destinati all’isolamento di edifici per riempimento • fabbricazione di lastre rigide per l’isolamento termo-acustico di pareti e sottotetti • fabbricazione di lastre in sughero per pavimentazioni • creazione di pannelli estetici in sughero • produzione di suole per calzature • realizzazione di isolanti termici per l’industria aeronautica e aerospaziale • creazione di decorazioni • realizzazione di oggetti per il design interno Categoria: notizie - sughero - economia circolare - riciclo - rifiutirNEWS

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https://www.rmix.it/ - A che Punto è il Riciclo dei Rifiuti Edili in Italia?
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare A che Punto è il Riciclo dei Rifiuti Edili in Italia?
Economia circolare

Nuove applicazioni e sperimentazioni per riutilizzare i rifiuti edili nelle linee di produzione dei nuovi prodottidi Marco ArezioIl settore edile è uno tra quelli che produce il maggior quantitativo, in tonnellate, di rifiuti, non solo del mercato Italiano, che ne conta circa 40 milioni all’anno, ma anche d’Europa, che produce circa 870 milioni di tonnellate stando ai valori del 2017. Una quantità incredibile che fino a poco anni fa finiva, senza troppi pensieri, in discarica e lasciati li, dormienti, a inquinare i terreni e a sprecare risorse importanti. Oggi, nell’ambito delle nuove normative sull’economia circolare, molta strada si è compiuta nel riciclo di una parte di questi rifiuti, ma soprattutto nel divieto di gettare in discarica prodotti recuperabili. In particolare, gli inerti prodotti in Italia ogni anno sono circa 68 milioni di tonnellate, delle quali si riesce a riciclarne circa il 78%, impiegandoli come sottofondi stradali o nella creazione di piazze, nella produzione di calcestruzzi a bassa resistenza o nella produzione di asfalti, manufatti in cemento o massicciate ferroviarie. La percentuale di riciclo degli inerti potrebbe facilmente arrivare al 90% se si estendessero ancora gli impieghi nei prodotti finiti o come aggregato nelle miscele, in cui è necessaria una parte fine o finissima come granulometria d’impasto. La sperimentazione di nuovi utilizzi degli aggregati riciclati continua, coinvolgendo anche alcuni produttori di cemento, che stanno provando a sostituire gli aggregati naturali con quelli riciclati per la produzione di farina cruda negli impianti di fabbricazione del cemento. Nonostante questo interesse favorevole, ci sono delle nubi che si addensano all’orizzonte, infatti il nuovo decreto End o Waste del Ministero dell’Ambiente, ha classificato come riciclabili solo 18 su 50 codici di prodotti, rischiando di avviare alla discarica circa 32 milioni di tonnellate all’anno di rifiuti edili, in quanto non rientranti nei codici approvati. L'Anpar, l'Associazione italiana dei produttori di aggregati riciclati, ha chiesto al ministero un confronto per risolvere il problema. Categoria: notizie - rifiuti edili - economia circolare - riciclo - rifiuti

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https://www.rmix.it/ - Cosa è la Carta da Macero e come si Ricicla
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Cosa è la Carta da Macero e come si Ricicla
Economia circolare

Il processo di riciclo della carta da macero è indispensabile per ridurre il consumo forestale a scopi industrialidi Marco ArezioLa carta da macero è un elemento essenziale nel ciclo di riciclo della carta, contribuendo alla sostenibilità ambientale e alla riduzione della deforestazione. Esaminiamo da cosa è costituita la carta da macero e il processo di riciclo che la trasforma in un materiale utile e eco-friendly. 1. Composizione della Carta da Macero La carta da macero è principalmente costituita da vecchi prodotti di carta e cartone raccolti attraverso il processo di riciclo. Questi materiali includono giornali, scatole di cartone, carta da ufficio, opuscoli e altri elementi di carta utilizzati quotidianamente. La composizione può variare, ma l'obiettivo è di utilizzare materiale precedentemente prodotto piuttosto che ricorrere a fibre vergini. 2. Raccolta e Separazione La prima fase del riciclo della carta da macero inizia con la sua raccolta. Le aziende specializzate recuperano questi materiali dai rifiuti solidi urbani. Dopo la raccolta, i materiali vengono separati in base alla qualità e alla tipologia. 3. Triturazione e Rottura delle Fibre Dopo la raccolta, i materiali che compongono la carta da macero vengono sottoposti a processi di triturazione e rottura delle fibre. Questo passaggio riduce la carta in piccoli frammenti, creando una polpa grezza che può essere lavorata per formare nuovi fogli di carta. 4. Pulizia e Sbiancamento La polpa ottenuta viene successivamente pulita per rimuovere inchiostri, collanti e altri contaminanti. Il processo di sbiancamento può essere incluso per migliorare la qualità e l'aspetto del prodotto finale. Tecniche ecocompatibili vengono spesso preferite per ridurre l'impatto ambientale. 5. Formazione dei Fogli Dopo la preparazione della polpa, si procede alla formazione dei nuovi fogli di carta. Questo avviene attraverso processi di pressatura e asciugatura, garantendo la creazione di fogli di carta uniformi e di qualità. 6. Formazione di Bobine e Taglio I fogli di carta prodotti vengono quindi avvolti in bobine o tagliati in formati specifici, a seconda delle esigenze del mercato. Questa fase è cruciale per preparare la carta da macero per l'uso in una varietà di applicazioni. 7. Utilizzo e Applicazioni La carta da macero riciclata può essere utilizzata in numerosi settori, tra cui la produzione di carta igienica, cartone ondulato, carta da stampa, e altro ancora. Il suo utilizzo riduce la dipendenza dalle fibre vergini, preservando le risorse naturali e riducendo l'impatto ambientale. 8. Ciclo di Vita Sostenibile La carta da macero completa il suo ciclo di vita sostenibile quando, alla fine della sua utilità, viene di nuovo raccolta e sottoposta al processo di riciclo. Questo ciclo continua, contribuendo a preservare le foreste e a ridurre la produzione di rifiuti. In conclusione, la carta da macero è un componente fondamentale del ciclo di riciclo della carta. Il suo processo di produzione e riciclo gioca un ruolo cruciale nella riduzione dell'impatto ambientale e nella promozione di pratiche sostenibili nell'industria cartaria.

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https://www.rmix.it/ - Guida all'acquisto delle carte da parati fotografiche
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Guida all'acquisto delle carte da parati fotografiche
Economia circolare

Come scegliere la carta da parati perfetta, con consigli su materiali, sostenibilità e prodotti consigliatidi Marco ArezioQuando pensi a come trasformare una stanza, la prima immagine che ti viene in mente è probabilmente un cambio di mobili o una nuova mano di vernice. Ma hai mai considerato le carte da parati fotografiche? Questi incredibili rivestimenti murali possono rivoluzionare completamente un ambiente, portando un pezzo di mondo, arte o natura direttamente nella tua casa. Non si tratta semplicemente di decorazioni murali, ma di veri e propri strumenti per dare carattere e profondità agli spazi che vivi ogni giorno. Le carte da parati fotografiche non sono semplici decorazioni: sono vere e proprie esperienze visive. Con una gamma infinita di opzioni, dai paesaggi montani alle metropoli futuristiche, puoi personalizzare qualsiasi stanza per renderla davvero tua. A seconda delle tue preferenze, puoi scegliere scene naturali per creare un ambiente rilassante, o design astratti per aggiungere dinamismo e originalità. Questi elementi decorativi offrono infinite possibilità per soddisfare i gusti di chiunque. Carta da parati fotografica in ambiente alpino. Visita lo store delle immagini.Prima di acquistare: cosa tenere a mente Acquistare una carta da parati fotografica non è solo una questione di stile, ma anche di praticità. Prima di tutto, misura con cura la parete su cui vuoi applicarla: non c'è niente di peggio che scoprire, a metà lavoro, che la carta non si adatta perfettamente. Assicurati di avere un metro a portata di mano e calcola anche eventuali angoli o ostacoli presenti sulla parete, come prese elettriche o finestre. Un altro aspetto cruciale è la qualità dell'immagine. Una foto ad alta risoluzione fa la differenza tra una parete mozzafiato e una delusione. Assicurati che il prodotto che scegli offra dettagli nitidi e colori brillanti. I prodotti di alta qualità utilizzano tecniche di stampa avanzate che preservano la profondità dei colori, garantendo un risultato realistico e coinvolgente. Non dimenticare il materiale. Le carte da parati possono essere in carta, vinile o tessuto non tessuto (TNT). Ognuna ha le sue caratteristiche: la carta è economica ma meno resistente, il vinile è lavabile e perfetto per ambienti umidi, mentre il TNT offre una combinazione ideale di qualità e praticità. Considera anche la manutenzione: se prevedi di installarla in un'area ad alto traffico o soggetta a sporco, opta per materiali resistenti e facilmente lavabili. Infine, considera l’installazione. Se non sei un esperto, potresti preferire una carta autoadesiva, mentre chi ha più esperienza potrebbe optare per quelle da incollare, spesso più personalizzabili. Molti produttori forniscono anche istruzioni dettagliate o video tutorial per aiutarti nel processo di applicazione, semplificando il lavoro e riducendo il rischio di errori. Carta da parati fotografica in ambiente marino. Visita lo store delle immagini.La sostenibilità conta Viviamo in un’epoca in cui ogni scelta d’acquisto ha un impatto ambientale. Per fortuna, molte aziende stanno adottando pratiche sostenibili nella produzione di carte da parati fotografiche. Cerca prodotti realizzati con materiali riciclati o certificati FSC, che garantiscono una gestione responsabile delle foreste. Alcune aziende utilizzano inchiostri a base d’acqua, privi di solventi nocivi, riducendo ulteriormente l’impatto ambientale. Questo non solo contribuisce alla salvaguardia del pianeta, ma garantisce anche che i materiali siano sicuri per l’uso in ambienti domestici. Quando le carte da parati fotografiche raggiungono la fine del loro ciclo di vita, è importante smaltirle in modo responsabile. Le carte realizzate in materiali riciclati o riciclabili possono essere conferite nei centri di raccolta differenziata. Se la carta da parati è in vinile o tessuto non tessuto (TNT), potrebbe essere necessario verificare le istruzioni del produttore per il corretto smaltimento. Inoltre, alcune aziende offrono programmi di recupero per i propri prodotti, garantendo che vengano riciclati o smaltiti nel rispetto dell’ambiente. Adottare queste pratiche aiuta a ridurre i rifiuti e a sostenere un ciclo produttivo più sostenibile. Scegliendo prodotti ecologici, non solo riduci la tua impronta ambientale, ma puoi anche contare su materiali di alta qualità e sicuri per la tua casa. Molte di queste aziende si impegnano anche a ridurre le emissioni durante il processo di produzione, adottando energie rinnovabili o tecnologie innovative per minimizzare gli sprechi. La sostenibilità, oggi, è sinonimo di innovazione e qualità. Un tocco di stile: come scegliere la carta giusta Ogni stanza ha la sua personalità, e la carta da parati dovrebbe amplificarla. Per una camera da letto, un paesaggio tranquillo può favorire il relax. Un soggiorno moderno potrebbe beneficiare di un design astratto o di uno skyline urbano, mentre una cucina vivace potrebbe ospitare motivi floreali o naturali. Considera il tema generale della stanza: uno stile minimalista potrebbe essere valorizzato da un design pulito e sobrio, mentre ambienti più eclettici potrebbero accogliere fantasie audaci e colori vivaci. La luce è un altro elemento chiave. In spazi luminosi, una carta con finitura opaca eviterà riflessi fastidiosi. Se invece la stanza è poco illuminata, una finitura lucida può dare un tocco di brillantezza. Inoltre, il tipo di illuminazione, naturale o artificiale, influirà sulla percezione dei colori e dei dettagli, quindi è importante valutare il risultato finale nel contesto specifico della stanza. Carta da parati fotografica in ambiente urbano. Visita lo store delle immagini.Aziende ConsigliateSe sei pronto per iniziare la tua ricerca, ecco tre aziende produttrici leader nel settore delle carte da parati fotografiche, con un forte impegno verso la sostenibilità: 1. KomarQuesta azienda tedesca è un punto di riferimento per le carte da parati fotografiche di alta qualità. Komar utilizza materiali certificati FSC e inchiostri a base d'acqua, garantendo prodotti sicuri per l'ambiente e per la salute. 2. MurandoSpecializzata in foto murali moderni, Murando offre una vasta gamma di design per carte da parati fotografiche. L'azienda adotta pratiche sostenibili, impiegando materiali certificati e tecniche di stampa ecologiche per ridurre l'impatto ambientale.3. Runa ArtQuesta azienda tedesca è rinomata per le sue carte da parati fotografiche di alta qualità, realizzate in tessuto non tessuto (TNT). Runa Art si impegna nella sostenibilità utilizzando materiali ecologici e processi di produzione rispettosi dell'ambiente.Ogni azienda offre caratteristiche uniche, permettendoti di scegliere il prodotto perfetto per le tue esigenze e preferenze. Conclusione Le carte da parati fotografiche sono molto più di un semplice elemento decorativo: sono uno strumento per esprimere te stesso e trasformare completamente gli ambienti. Con un’attenzione particolare a materiali, sostenibilità e design, puoi trovare la carta da parati ideale per creare uno spazio che ti rappresenti. Prendi le misure, esplora le opzioni e lasciati ispirare: il tuo prossimo capolavoro murale ti aspetta! Ogni scelta fatta con consapevolezza trasforma la casa non solo in uno spazio esteticamente bello, ma anche responsabile e in armonia con l’ambiente.© Riproduzione Vietata

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https://www.rmix.it/ - Aspirapolveri e Aspiraliquidi Industriali: La Guida per Scegliere con Consapevolezza e Sostenibilità
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Aspirapolveri e Aspiraliquidi Industriali: La Guida per Scegliere con Consapevolezza e Sostenibilità
Economia circolare

Se lavori in ambienti come cantieri, officine o laboratori o nel fai da te, sai quanto sia fondamentale avere uno aspirapolveri e aspiraliquidi efficiente e sostenibiledi Marco ArezioGli aspirapolvere e gli aspiraliquidi industriali sono indispensabili per mantenere pulizia e sicurezza, ma con tanti modelli sul mercato, scegliere quello giusto può sembrare un'impresa. In questa guida scoprirai cosa rende davvero efficiente un aspirapolvere industriale, quali sono i modelli più adatti alle tue esigenze e come fare una scelta sostenibile senza compromessi sulla qualità. Prenditi qualche minuto per leggere: fare la scelta giusta significa non solo risparmiare tempo e fatica, ma anche garantire un ambiente di lavoro più salubre e sicuro. Prima dell'Acquisto: Cosa Devi Sapere su un Aspirapolvere Industriale 1. Potenza e Capacità di Aspirazione: Perché Contano La potenza del motore e la capacità di aspirazione sono ciò che differenzia un buon aspirapolvere da uno mediocre. I motori più potenti, di solito tra i 1000 e i 1500 watt, sono in grado di affrontare detriti e liquidi con maggiore efficienza. Ma attenzione: più potenza non significa sempre migliore, soprattutto se il tuo obiettivo è ottimizzare il consumo energetico e l'impatto ambientale. Valuta bene le tue esigenze reali. 2. Capacità del Serbatoio: Non Sottovalutare Questo Aspetto La capacità del serbatoio determina quanto a lungo puoi lavorare senza dover svuotare l'aspiratore. Se lavori in ambienti con grandi accumuli di sporco, un serbatoio da almeno 30 litri sarà essenziale per evitare continue interruzioni. I serbatoi più grandi ti permettono di essere più efficiente e riducono i tempi morti. 3. Classi di Polvere: La Sicurezza Prima di Tutto Gli aspiratori industriali vengono classificati in base alla tipologia di polveri che possono trattare (Classi L, M, H). Per polveri comuni e poco pericolose va bene un aspiratore di Classe L, mentre per polveri più dannose come quelle di quarzo o amianto, serve un modello di Classe M o H. Non scendere mai a compromessi sulla sicurezza: conoscere la classe di polvere adatta al tuo lavoro può fare una grande differenza per la tua salute. 4. Filtraggio: Non Tutti i Filtri Sono Uguali Un buon sistema di filtraggio protegge sia te che l'ambiente. I filtri HEPA, ad esempio, sono essenziali per trattenere polveri sottili e allergeni. Scegliere un modello con un sistema di pulizia automatica del filtro non solo ti risparmierà manutenzione, ma aumenterà anche l'efficienza dell'aspirapolvere, mantenendo le sue prestazioni costanti. 5. Accessori: La Versatilità che Fa la Differenza Pensa agli accessori come alle braccia estese dell'aspirapolvere. Tubi, bocchette e spazzole specifiche possono trasformare il tuo aspiratore in uno strumento versatile capace di affrontare ogni tipo di superficie e angolo difficile da raggiungere. Verifica che il modello scelto abbia gli accessori necessari per il tuo lavoro: dalle superfici lisce ai tappeti, fino agli angoli più nascosti. 6. Mobilità e Robustezza: Perché il Lavoro sia anche Confortevole Nessuno vuole trascinare un aspirapolvere scomodo e pesante in un ambiente di lavoro caotico. Scegliere modelli con ruote robuste e maniglie ergonomiche ti aiuterà a risparmiare fatica e a muoverti agilmente. Inoltre, assicurati che il modello sia costruito per durare: materiali resistenti a urti e corrosione sono fondamentali in contesti difficili come i cantieri. Differenze Chiave tra i Modelli sul Mercato Gli aspirapolvere industriali si distinguono per: Potenza del Motore: Maggiore potenza per aspirare detriti più difficili. Capacità del Serbatoio: Capacità più elevata significa meno interruzioni. Classe di Polvere: Modelli di classe superiore proteggono da polveri più pericolose. Filtri Avanzati: I filtri HEPA o altri sistemi di filtraggio avanzati sono fondamentali per trattenere le particelle fini e ridurre l’esposizione agli allergeni. Come Scegliere il Modello Adatto alle Tue Esigenze Tipo di Lavoro e Ambiente: Considera la tipologia di polveri e liquidi che dovrai gestire. Un’officina, ad esempio, avrà bisogno di un modello resistente a olio e liquidi specifici. Durata e Affidabilità: Se usi l’aspirapolvere intensamente, investire in un modello robusto con una buona garanzia è una scelta strategica. Alcuni produttori offrono anche assistenza tecnica e ricambi facilmente reperibili, un valore aggiunto da non sottovalutare. Efficienza Energetica: Scegliere un modello a basso consumo riduce la bolletta energetica e aiuta l’ambiente. Marchi che puntano su materiali riciclati e tecnologie green offrono una doppia vittoria: prestazioni elevate e un’impronta ecologica ridotta. Sostenibilità e Valore Aggiunto Alcune aziende stanno adottando politiche concrete per migliorare la sostenibilità dei loro prodotti. Bosch, ad esempio, sta aumentando l’uso di materiali riciclati e migliorando l'efficienza energetica delle proprie macchine. Scegliere un marchio attento alla sostenibilità significa contribuire a ridurre l'impatto ambientale. Inoltre, optare per aspirapolvere con parti sostituibili e materiali durevoli permette di allungarne la vita utile e ridurre i rifiuti elettronici. Confronto tra i Migliori Modelli del Mercato Per aiutarti a fare una scelta informata, ecco un confronto tra tre modelli di aspirapolvere industriali: MENZER Aspiratore Industriale VCL 530 PRO Potenza: 1200 W Capacità serbatoio: 30 L Classe di polvere: L Filtraggio: Sistema di filtraggio avanzato per polveri generiche.Pro: Capacità elevata e grande robustezza, perfetto per ambienti intensi. Contro: Limitato a polveri a bassa pericolosità. Bosch Professional Aspiratore Industriale GAS 35 M AFC Potenza: 1200 W Capacità serbatoio: 35 L Classe di polvere: M Filtraggio: Dotato di filtro HEPA e sistema di pulizia automatica. Pro: Adatto a polveri medio-pericolose, filtraggio HEPA di alta qualità. Contro: Prezzo superiore rispetto ad altri modelli. Einhell Aspirapolvere e Aspiraliquidi TE-VC 2340 SACL Potenza: 1500 W Capacità serbatoio: 40 L Classe di polvere: L Filtraggio: Filtraggio standard con pulizia manuale. Pro: Ottimo rapporto qualità-prezzo, serbatoio capiente. Contro: Filtraggio meno avanzato e classe di polvere limitata. Conclusioni: Quale Aspirapolvere è Perfetto per Te? Scegliere l’aspirapolvere giusto dipende dalle tue specifiche esigenze. Se hai bisogno di un modello versatile per gestire polveri medio-pericolose in un ambiente misto, il Bosch Professional GAS 35 M AFC è una scelta eccellente grazie alla sua potenza e al filtraggio avanzato. Se invece il tuo obiettivo è un modello ad alta capacità a un prezzo contenuto, l’Einhell TE-VC 2340 SACL offre un ottimo equilibrio, pur avendo qualche limitazione sul filtraggio. Qualunque sia la tua scelta, investire in un aspirapolvere industriale di qualità significa migliorare l’efficienza del lavoro, garantire la sicurezza dell’ambiente e, perché no, contribuire a un futuro più sostenibile. Buon acquisto! © Riproduzione Vietata

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rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Impatti Ambientali di Giornali e E-Book: Come Scegliere la Lettura più Sostenibile
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Un’analisi del ciclo di vita, delle emissioni di CO₂ e delle strategie circolari per ridurre l’impatto ambientale nella fruizione delle notizie e dei libridi Marco ArezioLa scelta tra leggere un giornale cartaceo o fruire di un contenuto in formato digitale non si limita semplicemente a una preferenza personale. Dietro ogni pagina stampata, così come dietro ogni dispositivo elettronico, si cela un intricato percorso fatto di estrazione e trasformazione di materie prime, di consumi energetici e di emissioni inquinanti che caratterizzano l’intero ciclo di vita del prodotto. È proprio questo il cuore dell’Analisi del Ciclo di Vita (Life Cycle Assessment, LCA), un metodo che consente di identificare e quantificare gli impatti ambientali generati dalla nascita del prodotto (o servizio) fino alla sua dismissione o riciclo. Per i giornali cartacei, il ciclo di vita include la produzione della carta — con il consumo di acqua ed energia, oltre all’utilizzo di fibre vergini o riciclate — la fase di stampa, la distribuzione su scala locale o nazionale e, infine, lo smaltimento o riciclo. Nel caso dell’elettronica, invece, occorre considerare l’estrazione di metalli rari, la fabbricazione di componenti delicati, l’assemblaggio, il trasporto su lunghe distanze, l’utilizzo e l’eventuale ricarica del dispositivo, per poi arrivare al suo smaltimento o riuso a fine vita. Uno degli aspetti salienti dell’LCA è mettere in luce come il picco di emissioni e consumi avvenga spesso in una fase iniziale, per esempio nella produzione di un tablet o di un e-reader. Al contrario, la produzione di un quotidiano genera costantemente impatti, ma in quantità modulabili dal numero di copie stampate. In sostanza, la valutazione complessiva dell’impatto dipende dal modo in cui ognuno di noi legge: la periodicità, la quantità di testi consultati e la durata di vita del dispositivo elettronico sono parametri chiave. Emerge così che un lettore occasionale, che acquista saltuariamente il giornale in edicola, avrà un profilo d’impatto diverso da chi “divora” quotidiani e libri, preferendo magari un singolo dispositivo a inchiostro elettronico capace di durare anni. Produzione Cartacea: Impatti su Foreste ed Emissioni di CO₂ La carta che compone i giornali viene ottenuta principalmente dalla cellulosa, estratta in larga parte da alberi coltivati o da foreste gestite. Se da un lato esistono standard di certificazione come FSC (Forest Stewardship Council) o PEFC (Programme for the Endorsement of Forest Certification) che mirano ad assicurare una gestione sostenibile delle foreste, dall’altro permane il rischio che una domanda troppo elevata di carta possa spingere i produttori a ricorrere a legname proveniente da fonti non controllate. Ciò implica possibili fenomeni di deforestazione illegale o non regolamentata, con ripercussioni dirette sul sequestro di carbonio, sulla biodiversità e sull’equilibrio idrologico del pianeta. La trasformazione della cellulosa in fogli di carta richiede inoltre un notevole consumo di acqua ed energia. Le cartiere più moderne cercano di ottimizzare il riciclo delle acque di lavorazione e di ricorrere a fonti rinnovabili per la produzione di energia, ma resta elevato l’impatto di questa fase industriale, in particolare quando la domanda di carta è in crescita. A ciò si aggiungono le emissioni generate dai trasporti (per portare il legname in cartiera, quindi la carta agli stabilimenti di stampa e, infine, i giornali ai punti vendita o ai lettori). Parlando di emissioni, non va dimenticato l’uso di inchiostri e additivi chimici. Anche se molte tipografie stanno abbandonando i composti organici volatili (VOC) più pericolosi, lo smaltimento di alcune tipologie di inchiostro può comportare rilasci di sostanze potenzialmente dannose nell’ambiente. Tuttavia, uno dei vantaggi intrinseci della carta, rispetto ad altri materiali, è la sua riciclabilità. Questo può permettere, laddove esistano filiere di recupero ben funzionanti, di ridurre la quantità di risorse vergini necessarie e di contenere in parte le emissioni. E-Reader e Dispositivi Digitali: Materie Prime e Processi Produttivi La produzione di un e-reader, di un tablet o di uno smartphone non è immediatamente visibile al consumatore finale, eppure dietro allo schermo si cela una lunga filiera fatta di estrazioni minerarie, lavorazioni chimiche e logistica globale. Metalli rari come il cobalto, il litio, l’indio o le terre rare sono estratti spesso in condizioni ambientali e sociali critiche. Le miniere possono avere un notevole impatto sugli ecosistemi circostanti, inquinando le acque e alterando la morfologia del territorio. Inoltre, in alcuni paesi la tutela dei diritti dei lavoratori è carente, e il mercato dei minerali hi-tech può celare aspetti di sfruttamento e lavoro minorile. I componenti elettronici, dai microchip ai display, richiedono ambienti di produzione a camera bianca, con un controllo costante della temperatura e un’ingente quantità di energia per i processi di fabbricazione. Spesso, queste fabbriche si trovano in Asia, mentre l’assemblaggio finale avviene in altre aree, e i dispositivi vengono poi distribuiti in tutto il mondo: una catena logistica che, sebbene efficiente dal punto di vista economico, incide inevitabilmente sulle emissioni di CO₂ legate ai trasporti. Un altro aspetto cruciale è la batteria. Le batterie ricaricabili agli ioni di litio presenti negli e-reader (e ancora di più nei tablet e negli smartphone) sono soggette a usura e hanno una vita limitata. Il processo di smaltimento o riciclo delle batterie esauste è complesso e, se non gestito in modo corretto, può rilasciare sostanze tossiche nell’ambiente. Tuttavia, se un dispositivo viene costruito con criteri di eco-design e se viene utilizzato a lungo prima di essere sostituito, il suo impatto iniziale — pur elevato — può essere ammortizzato su diversi anni di servizio. Consumo di Risorse e Gestione dei Rifiuti: Carta vs. Elettronica Nel momento in cui un lettore sceglie di acquistare un quotidiano in edicola o di scaricare l’ultima edizione sul proprio e-reader, attiva processi di consumo di risorse differenti. Con la carta, la risorsa principale è costituita da fibre vegetali (in parte riciclate, in parte vergini) e dagli input energetici necessari a trasformarle in un prodotto finito. Una volta letto, il giornale può essere riciclato fino a un certo numero di volte (le fibre di cellulosa si degradano gradualmente), fornendo nuova materia prima per altri prodotti cartacei.Nel caso di un dispositivo elettronico, il singolo atto di lettura non genera, in apparenza, uno spreco di risorse tangibile: non si butta via la “materia prima” di un file, né si accumulano fogli di carta destinati al cestino. Tuttavia, ogni download, ogni aggiornamento software e persino il funzionamento dell’infrastruttura cloud comportano consumi energetici nei data center e nei sistemi di telecomunicazione. Inoltre, quando il dispositivo giunge a fine vita, lo smaltimento di un e-reader o di un tablet richiede una filiera dedicata per evitare la dispersione di metalli pesanti o composti pericolosi. La gestione dei rifiuti, cartacei o elettronici, rimane un nodo fondamentale nella valutazione dell’impatto ambientale. Se la carta, in molte regioni, può essere raccolta in modo differenziato e avviata al riciclo, lo stesso non sempre avviene per i dispositivi elettronici. Da questo punto di vista, le politiche di responsabilità estesa del produttore (EPR) e l’implementazione di sistemi di raccolta specializzati possono fare la differenza, incrementando il tasso di recupero dei materiali preziosi e riducendo lo spreco e l’inquinamento. Emissioni e Bilancio Energetico: Qual è la Soluzione più Sostenibile? È difficile fornire una risposta univoca alla domanda su quale metodo di lettura sia, in assoluto, il più sostenibile. Le variabili sono tante: da quanto spesso si legge, al tipo di mix energetico che alimenta i processi produttivi e i dispositivi, fino al comportamento dell’utente in termini di riciclo o sostituzione. Numerosi studi LCA hanno tentato di definire soglie indicative. Per esempio, un lettore che acquista un quotidiano al giorno potrebbe, nell’arco di un anno, accumulare un consumo di carta e di energia di stampa considerevole. Se, al contrario, scegliesse un e-book reader a inchiostro elettronico e lo utilizzasse per almeno 2-3 anni, probabilmente ammortizzerebbe l’impatto iniziale di produzione del dispositivo. In altre parole, per lettori assidui, la soluzione digitale tende a mostrarsi più efficiente, soprattutto se si sfruttano fonti rinnovabili per la ricarica e se il dispositivo viene mantenuto in vita il più a lungo possibile. Tuttavia, chi legge un giornale cartaceo solo saltuariamente potrebbe non trarre particolari benefici ambientali dall’acquisto di un dispositivo elettronico dedicato. Acquistare un tablet all’anno e sostituirlo di continuo, magari per avere l’ultimo modello, annulla i vantaggi ambientali legati alla dematerializzazione della carta. Il nodo centrale è la frequenza di uso, la cura del dispositivo e il modo in cui viene smaltito o riciclato. Il bilancio energetico, quindi, dipende in larga misura dalle abitudini del consumatore e dalle scelte strategiche delle aziende produttrici. Comportamenti di Lettura e Frequenza di Utilizzo Gli aspetti tecnologici e produttivi non esauriscono il tema della sostenibilità, poiché un fattore decisivo è il comportamento del lettore. Le preferenze individuali, le routine quotidiane e la disponibilità di infrastrutture incidono sul profilo di impatto dell’una o dell’altra opzione. Un utente che legge decine di testi al mese, passa da un quotidiano all’altro e sfoglia molteplici riviste, troverà probabilmente più vantaggioso concentrarsi su un dispositivo elettronico, purché duri nel tempo e venga gestito in modo responsabile. D’altra parte, esiste un pubblico che ama la carta stampata, trova più pratico il formato fisico o magari non ha accesso a una connessione internet stabile. Per queste persone, può avere un senso continuare a leggere il giornale in edizione cartacea, ma risulta sempre importante smaltirlo correttamente o avviarlo al riciclo. Oltre a ciò, va menzionato il concetto di “digital divide”: non tutti dispongono di risorse economiche o competenze per accedere a un e-reader o a un tablet. In alcune aree geografiche, l’edicola o la biblioteca restano gli unici punti di accesso all’informazione. Pertanto, optare per la sola digitalizzazione di un quotidiano potrebbe creare barriere informative per fasce di popolazione meno connesse. Riciclo e Economia Circolare: Strumenti di Riduzione dell’Impatto Nel percorso verso una maggiore sostenibilità, sia la filiera cartaria sia quella elettronica potrebbero adottare o perfezionare modelli di economia circolare. Nel caso della carta, esiste già da tempo un’attenzione particolare al riciclo, grazie al recupero di giornali, riviste, imballaggi. Questa prassi, se ben organizzata, riduce il prelievo di materia prima vergine e attenua l’impatto sui sistemi forestali. Oltre al riciclo, si può migliorare la fase di stampa con inchiostri più ecologici, ridurre il peso dei quotidiani o gestire la distribuzione con mezzi a basso impatto (elettrici o ibridi). Per i dispositivi digitali, l’economia circolare si traduce in design più modulari e riparabili, con la possibilità di sostituire batteria o display senza dover cambiare l’intero dispositivo. Inoltre, la responsabilità estesa del produttore (EPR) implica che le aziende si facciano carico del ritiro e del riciclo dei dispositivi a fine vita, recuperando le materie prime e limitando la dispersione di componenti pericolosi nell’ambiente. Infine, la scelta di alimentare i data center con fonti rinnovabili e di adottare pratiche di efficienza energetica avanzata può ridurre significativamente il peso delle infrastrutture digitali sull’ambiente. Sostenibilità e Innovazione: Verso un Futuro Green per la Lettura Guardando al futuro, è lecito aspettarsi un’evoluzione tecnologica che renda più efficienti i dispositivi elettronici, riducendo i consumi e adottando materiali di origine rinnovabile o facilmente riciclabili. Nel contempo, l’industria cartaria potrà perfezionare la gestione delle foreste e implementare processi di produzione sempre più a basso impatto, alimentati da energia rinnovabile e accompagnati da sistemi di recupero delle acque e di riduzione degli scarti. Le politiche pubbliche potranno giocare un ruolo significativo, incentivando la ricerca e l’innovazione sostenibile, nonché promuovendo modelli di business circolari capaci di premiare chi adotta soluzioni virtuose. Ad esempio, certificazioni ambientali più trasparenti, incentivi fiscali per la produzione ecologica e una corretta informazione del consumatore possono contribuire a trasformare il mercato editoriale, siano essi giornali cartacei o libri digitali. In definitiva, scegliere tra la carta e il digitale non è una questione esclusivamente legata alla comodità o al fascino della tecnologia, ma comporta una riflessione più ampia su come ci poniamo nei confronti delle risorse del pianeta. Da un lato, la carta rimane un materiale riciclabile, tangibile e culturalmente radicato; dall’altro, il digitale permette di dematerializzare una quantità enorme di contenuti, evitando in teoria la produzione continua di copie fisiche, ma al prezzo di un avvio produttivo e di un consumo energetico costante su scala globale. La sostenibilità, in fondo, non si riduce a un singolo gesto, bensì si costruisce su una serie di scelte coerenti, dalla progettazione di un dispositivo elettronico alla gestione del suo smaltimento, dall’acquisto di un quotidiano stampato alla sua fase di riciclo. In un mondo dove le risorse naturali sono limitate e il cambiamento climatico bussa sempre più forte, ognuno di noi ha la responsabilità di informarsi e di agire in modo consapevole. Attraverso il confronto tra giornali cartacei ed e-reader, possiamo cogliere l’occasione per ripensare non solo le nostre abitudini di lettura, ma anche il nostro rapporto con i beni e i servizi che consumiamo, tracciando così la strada verso un futuro più green e inclusivo per tutti.© Riproduzione Vietata

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https://www.rmix.it/ - Prezzi del PVC: Quali Aspettative per il Secondo e Terzo Trimestre 2021?
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Prezzi del PVC: Quali Aspettative per il Secondo e Terzo Trimestre 2021?
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Prezzi del PVC: Quali Aspettative per il Secondo e Terzo Trimestre 2021?di Marco ArezioLa tendenza ad un aumento sostenuto dei prezzi del PVC si è notato con chiarezza nel quarto trimestre 2020, a causa di una serie di fattori concatenanti, che ha portato un differenziale medio rispetto all’etilene di 243,5 € /tonnellata nell'Europa nord-occidentale.Se consideriamo i prezzi spot del PVC possiamo notare un picco di costo intorno alla settimana 6 del 2021 mai registrato dai dati ICIS dal 2003. Le contrattazioni reali hanno fatto segnare prezzi, sul mercato Turco per esempio, intorno a 1600 $/tonnellata verso all’ultima settimana di Gennaio 2021, con valori medi delle esportazioni internazionali, considerando la collocazione della merce FOB, che ha subito un incremento del 69%, pari a circa 900 $/tonnellata, rispetto al quinquennio 2015-2020. Quali sono i motivi di questi incrementi di prezzo? In Europa e negli Stati Uniti si è assistito ad una serie di dichiarazioni di fermo degli impianti per causa di forza maggiore, con la concomitante ripresa del settore delle costruzioni a livello globale. Inoltre si è verificato una diminuzione delle quantità di plastificanti disponibili, necessari per la produzione delle ricette di PVC. In Europa le fermate per causa di forza maggiore hanno interessato circa 3 milioni di tonnellate di capacità produttive, alle quali si aggiungono anche i produttori statunitensi Westlake e Formosa. Cosa succederà nel secondo e terzo trimestre 2021? Le aspettative di un mantenimento dei prezzi attuali è supportata dal fatto che ci sono in arrivo nuove riduzioni delle produzioni, per esempio di KEM ONE, Vynova e INOVYN, le quali fanno pensare ad una stabilità dei prezzi sui livelli del primo trimestre 2021. La richiesta di PVC nel settore delle costruzioni dovrebbe incrementare ulteriormente a seguito delle nuove spinte al risparmio energetico su cui si stanno concentrando molti governi. Spinte che si tradurranno in un efficientamento, per esempio, delle abitazioni attraverso un uso maggiore di nuovi infissi con maggiori valenze termiche. Si ipotizza che nel 2021 la domanda globale del settore edile dovrebbe crescere del 3,5% rispetto al 2020, anche spinta da un nuovo stile di vita imposto dalla pandemia, in cui la gente vive più in casa e, di conseguenza, investirà più nella manutenzione edilizia delle proprie abitazioni sfruttando gli incentivi degli stati. Le aspettative per il terzo trimestre 2021 vedrebbero una leggera flessione dei prezzi del PVC, a causa di un assestamento globale delle forniture, delle scorte e degli ordini, pur rimanendo i prezzi decisamente più alti rispetto al 2020. Categoria: notizie - plastica - economia circolare - PVC

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https://www.rmix.it/ - L'Evoluzione dei Carrelli della Spesa: Dai Primi Modelli del 1937 ai Moderni Carrelli in Plastica Riciclata
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare L'Evoluzione dei Carrelli della Spesa: Dai Primi Modelli del 1937 ai Moderni Carrelli in Plastica Riciclata
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Scopri la storia del carrello della spesa, dall'invenzione di Sylvan Goldman nel 1937 all'utilizzo di plastica riciclata per una scelta più sostenibile e innovativadi Marco ArezioIl 4 giugno 1937 segna una data storica nel mondo della vendita al dettaglio: nei negozi di alimentari Humpty Dumpty a Oklahoma City, Oklahoma, furono introdotti i primi carrelli della spesa al mondo. Questa invenzione, che oggi consideriamo indispensabile, è stata il frutto della genialità di Sylvan Goldman, un intraprendente negoziante dell'Oklahoma. Negli anni '30, Goldman affrontava una sfida comune: le sue clienti, principalmente donne, smettevano di fare acquisti quando le loro ceste a mano diventavano troppo pesanti. Goldman, riflettendo su come risolvere questo problema, ebbe un'idea semplice ma rivoluzionaria: creare una cesta più grande e montarla su ruote. Utilizzando una sedia pieghevole come base, sviluppò il primo prototipo di carrello della spesa. La Resistenza al Cambiamento e l'Adozione del Carrello Come molti innovatori, Goldman dovette affrontare la resistenza al cambiamento del suo mercato di riferimento. Le donne trovavano il carrello simile a un passeggino per bambini, mentre gli uomini lo consideravano poco virile. Determinato a superare queste barriere, Goldman adottò una strategia proattiva: assunse persone per fare la spesa usando i carrelli e mise a disposizione assistenti per offrire i carrelli ai clienti all'ingresso del negozio. Questa strategia si rivelò vincente. Gradualmente, i clienti iniziarono a utilizzare i carrelli, riconoscendone la praticità. Goldman brevettò la sua invenzione e vide crescere il suo business in modo significativo, diventando uno dei filantropi multimilionari dell'Oklahoma. L'Evoluzione dei Materiali e del Design Dopo l'adozione iniziale, i carrelli della spesa continuarono a evolversi. I primi modelli erano costruiti principalmente in metallo, con ceste di filo metallico, offrendo resistenza e funzionalità. Tuttavia, con l'avanzare della tecnologia e l'introduzione di nuovi materiali, i carrelli della spesa iniziarono a incorporare componenti in plastica per ridurre il peso e i costi di produzione. Negli anni '70 e '80, l'uso della plastica divenne predominante, portando alla produzione di carrelli più leggeri e meno costosi. Tuttavia, l'uso diffuso della plastica sollevò preoccupazioni ambientali, portando alla ricerca di soluzioni più sostenibili. Carrelli in Plastica Riciclata: Una Soluzione Sostenibile La crescente consapevolezza ambientale ha stimolato l'industria a sviluppare carrelli della spesa realizzati in plastica riciclata. Questi carrelli combinano i vantaggi della plastica - leggerezza e resistenza - con un minore impatto ambientale. La plastica riciclata proviene da diverse fonti, tra cui rifiuti post-consumo come bottiglie e imballaggi, nonché rifiuti industriali. Tipologie di Plastica Riciclata - Polietilene Tereftalato (PET): Questa plastica è comunemente utilizzata nelle bottiglie per bevande. Viene raccolta, pulita e triturata in piccoli fiocchi che vengono poi fusi per creare nuovi prodotti, inclusi i componenti dei carrelli della spesa. - Polietilene ad Alta Densità (HDPE): Utilizzato per prodotti come contenitori di latte e detergenti, l'HDPE è robusto e resistente, rendendolo ideale per le parti strutturali dei carrelli. - Polipropilene (PP): Trovato in articoli come tappi di bottiglie e contenitori di yogurt, il PP è leggero ma resistente, spesso usato per componenti che richiedono una buona resistenza chimica e termica. Processo di Produzione Il processo di produzione dei carrelli in plastica riciclata inizia con la raccolta dei rifiuti plastici, che vengono poi selezionati e puliti per rimuovere impurità. Questi materiali vengono triturati in piccoli pezzi e fusi in pellet, che possono essere colorati e modellati in vari componenti del carrello attraverso stampaggio a iniezione. Questo processo consente di creare carrelli che non solo riducono l'impatto ambientale, ma sono anche robusti e leggeri. Vantaggi dei Carrelli in Plastica Riciclata I carrelli in plastica riciclata offrono diversi vantaggi. Sono più leggeri rispetto ai carrelli in metallo, facilitando il loro utilizzo da parte dei clienti. Inoltre, la plastica riciclata può essere modellata in una varietà di forme e colori, offrendo maggiore flessibilità nel design. Il Futuro dei Carrelli della Spesa Il futuro dei carrelli della spesa è promettente, con continue innovazioni mirate a migliorare la sostenibilità e l'efficienza. L'integrazione di nuove tecnologie, come sensori e funzionalità smart, potrebbe trasformare ulteriormente l'esperienza di acquisto, rendendo i carrelli più interattivi e personalizzati. In conclusione, dai prototipi di Sylvan Goldman ai moderni carrelli in plastica riciclata, l'evoluzione dei carrelli della spesa riflette un percorso di innovazione e adattamento. Ogni fase della loro storia ha contribuito a migliorare l'efficienza del processo di acquisto e a rispondere alle esigenze dei consumatori e alle sfide ambientali. Con un continuo impegno verso l'innovazione sostenibile, i carrelli della spesa continueranno a svolgere un ruolo cruciale nell'esperienza di acquisto quotidiana.© Riproduzione Vietata

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https://www.rmix.it/ - Guida all'Acquisto di Tappeti e Moquette Sostenibili: Scelte Consapevoli per una Casa e un Ambiente Più Sani
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Guida all'Acquisto di Tappeti e Moquette Sostenibili: Scelte Consapevoli per una Casa e un Ambiente Più Sani
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Un percorso tra materiali riciclati, riciclabili e sostenibili, aziende eco-responsabili e certificazioni da consideraredi Marco ArezioAcquistare tappeti e moquette sostenibili significa fare una scelta non solo estetica, ma anche consapevole per la salute del pianeta e della nostra casa. La crescente attenzione alla sostenibilità e alla responsabilità ambientale ha portato molti produttori a sviluppare nuove soluzioni per ridurre l'impatto dei loro prodotti. Oggi, sempre più persone cercano materiali che minimizzino gli sprechi, riducano le emissioni e utilizzino risorse rinnovabili. Questa guida ti aiuterà a orientarti nel mondo dei tappeti e delle moquettes sostenibili, scoprendo le differenze tra materiali riciclati, riciclabili e sostenibili, le certificazioni di cui fidarsi e le migliori aziende che stanno facendo la differenza. Materiali: la scelta tra riciclato, riciclabile e sostenibile La prima cosa da sapere è la differenza tra tre parole chiave: riciclato, riciclabile e sostenibile. Questi termini descrivono il ciclo di vita del prodotto, dalla produzione al fine vita, e ci aiutano a comprendere il reale impatto ambientale dei materiali. Materiali Riciclati: I tappeti o le moquettes realizzati con materiali riciclati, come nylon, poliestere o polipropilene rigenerato, rappresentano una scelta che aiuta a ridurre la quantità di rifiuti e a dare nuova vita a risorse già utilizzate. Un esempio comune è il poliestere proveniente dal riciclo di bottiglie di plastica, che viene trasformato in morbide fibre da tappeto. Questa opzione non solo riduce l’impatto ambientale, ma contribuisce anche a una gestione più circolare delle risorse. Materiali Riciclabili: A differenza del riciclato, il termine “riciclabile” indica che il tappeto, una volta terminato il suo ciclo di utilizzo, può essere riutilizzato in nuovi prodotti. Tuttavia, non tutti i materiali riciclabili vengono effettivamente riciclati, quindi è importante verificare che il produttore disponga di un programma di raccolta e riciclo a fine vita. Materiali Sostenibili: I materiali sostenibili includono fibre naturali come lana, juta, sisal e cocco, che sono biodegradabili e rinnovabili. I tappeti realizzati con questi materiali spesso offrono un comfort unico e una resistenza maggiore, anche se possono richiedere cure particolari. Scegliere fibre naturali può anche ridurre le emissioni di sostanze chimiche volatili, migliorando la qualità dell'aria in casa. Le migliori aziende con programmi di produzione sostenibile Diversi produttori di tappeti stanno già affrontando le sfide della sostenibilità, integrando pratiche rispettose dell’ambiente nei loro processi produttivi. Ecco alcune delle aziende più impegnate in questo settore: Interface: Questa azienda ha lanciato il programma “Mission Zero”, che mira a eliminare qualsiasi impatto ambientale negativo entro il 2025. Interface è famosa per l’utilizzo di materiali riciclati e per il riciclo di moquette usate. Mohawk Industries: Uno dei leader nel settore dei pavimenti, Mohawk utilizza materiali riciclati, come le bottiglie di plastica PET, per creare tappeti di qualità. La loro linea “EverStrand” utilizza esclusivamente plastica riciclata. Shaw Floors: Con la sua linea di tappeti “EcoWorx”, Shaw ha sviluppato un prodotto privo di sostanze chimiche tossiche e completamente riciclabile. È uno dei primi prodotti a soddisfare i requisiti di certificazioni ambientali rigorose. Desso (parte di Tarkett): Desso ha puntato sulla certificazione Cradle to Cradle™ per garantire che i suoi tappeti possano essere riciclati più volte senza perdere qualità. Questo approccio “dalla culla alla culla” aiuta a ridurre notevolmente gli sprechi e incoraggia il riutilizzo dei materiali. Fine vita: cosa fare quando il tappeto non serve più Una delle maggiori sfide nella sostenibilità dei tappeti è il loro smaltimento. Molti tappeti finiscono nelle discariche, aumentando il problema dei rifiuti. Per contribuire a un ciclo più responsabile, i consumatori possono: Scegliere tappeti riciclabili: Assicurati che il tappeto sia chiaramente identificato come riciclabile e chiedi al produttore o rivenditore se offrono un servizio di ritiro e riciclo a fine vita. Affidarsi ai programmi di ritiro: Alcune aziende, come Interface e Shaw, dispongono di programmi di raccolta per garantire che i tappeti vengano smaltiti o riciclati correttamente. In questo modo, puoi essere sicuro che il tuo tappeto non finirà in discarica. Consorzi di riciclo: In Europa, il Consorzio ITACA si impegna a promuovere il riciclo dei tappeti, lavorando sia con produttori che con consumatori per migliorare la gestione sostenibile del fine vita dei prodotti. Le certificazioni: garanzie di sostenibilità Quando si acquista un tappeto, le certificazioni sono un modo affidabile per verificare la sostenibilità e la qualità del prodotto. Ecco alcune delle certificazioni più significative: Cradle to Cradle™: Questa certificazione garantisce che il tappeto è stato progettato per essere riciclato in un ciclo continuo, riducendo i rifiuti e promuovendo il riuso dei materiali. Green Label Plus: Rilasciata dal Carpet and Rug Institute, questa certificazione garantisce basse emissioni di composti organici volatili (VOC), contribuendo a mantenere la qualità dell'aria negli ambienti interni. Global Recycled Standard (GRS): Verifica l'utilizzo di materiali riciclati, assicurando che almeno una parte delle fibre del tappeto provenga da risorse recuperate. OEKO-TEX® Standard 100: Assicura che il tappeto è privo di sostanze chimiche dannose per la salute e l’ambiente, ideale per chi è attento alla salubrità degli spazi abitativi. Consorzi e organizzazioni che promuovono il riciclo Anche le organizzazioni internazionali svolgono un ruolo importante nel promuovere la sostenibilità nel settore dei tappeti: CARE (Carpet America Recovery Effort): Questo consorzio statunitense supporta il riciclo dei tappeti e collabora con i produttori per trovare soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale dei prodotti a fine vita. ECRA (European Carpet and Rug Association): Questa organizzazione europea promuove lo sviluppo di prodotti sostenibili e l’innovazione nel riciclo, lavorando con produttori in tutto il continente. Un consiglio extra per la sostenibilità in casa Oltre a scegliere tappeti sostenibili, ricordati di trattarli con cura per prolungarne la durata. Evita detergenti aggressivi e scegli invece metodi di pulizia naturali, che non solo preservano i materiali, ma riducono l’impatto ambientale di ogni lavaggio. Benefici per la salute dei tappeti sostenibili Oltre all’impatto ecologico, i tappeti sostenibili possono migliorare il benessere in casa. Materiali naturali e certificati per basse emissioni di VOC riducono l’inquinamento indoor, mantenendo l’aria più pulita. Scegliere tappeti di qualità aiuta anche a evitare allergie e irritazioni. Conclusione Comprare tappeti e moquette sostenibili è un piccolo ma importante passo verso un’abitazione e uno stile di vita più rispettosi dell’ambiente. Informandoti sui materiali, scegliendo aziende responsabili e seguendo le linee guida per il fine vita, puoi fare la differenza. La prossima volta che devi arredare o rinnovare la tua casa, considera i benefici di un tappeto sostenibile: sarà un investimento per te e per il pianeta.© Riproduzione Vietata

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https://www.rmix.it/ - Mercato della Plastica Riciclata 2020: Luci e Ombre
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Mercato della Plastica Riciclata 2020: Luci e Ombre
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Il mondo, nel 2020, ha attraversato una situazione di generale difficoltà umana, economica e sociale con ricadute pesanti per tutti noidi Marco ArezioLe ripetute restrizioni alle libertà personali dovute al Covid stanno cambiando il nostro approccio anche nel mondo degli affari con le limitazioni dei contatti umani e l’uso massiccio delle tecnologie di comunicazione internet. Questo ha portato vantaggi e svantaggi, ma sicuramente non vi erano possibilità diverse per continuare a lavorare e a preservare le aziende e il lavoro. Nel mondo dell’economia circolare, attività di cui ci occupiamo, il settore della plastica riciclata ha pesantemente risentito della caduta delle quotazioni petrolifere, con la conseguenza di comprimere i prezzi delle materie prime riciclate ad un punto pericoloso per la sostenibilità finanziaria delle aziende. L’annullamento del divario, in molti casi, tra il prezzo delle materie prime vergini e quelle riciclate, ha comportato, in alcuni settori non legati al food o alla detergenza, una caduta degli ordinativi delle materie prime riciclate rispetto al passato. Le aspettative al rialzo dei prezzi delle materie prime vergini, non sono ben chiare, in quanto, in un quadro macroeconomico, la crisi planetaria ha ridotto in modo sostanziale il consumo di carburanti (aerei, macchine, navi, camion, industrie) favorendo l’incremento di produzione delle materie plastiche vergini a prezzi molto compressi. Inoltre, in una situazione come quella descritta, paesi in cui il problema del riciclo non è così sentito, la mancanza di un divario di prezzo sostanziale tra la materia prima vergine e quella rigenerata, ha comportato uno spostamento degli acquisti verso le materie prime vergini con la perdita di interi mercati del comparto delle materie prime riciclate. Ma il 2020 non è però passato invano, ci sono stati visibili progressi tecnologici che fanno ben sperare per il prossimo anno in un nuovo corso per le plastiche da post consumo. La ricerca ha portato a buoni traguardi sullo sviluppo dell’uprecycling, che ha l’obbiettivo di incrementare la qualità e l’utilizzo delle plastiche da post consumo, in settori e su prodotti che fino a poco tempo fa non erano producibili con queste tipologie di plastiche da riciclo. Selezionatori, lavaggi, estrusori, cambiafiltri, degasaggi e impianti per controllo analitico degli odori hanno portato una ventata di qualità nella filiera del riciclo, migliorandone in modo sostanziale la materia prima. Ed è proprio sul controllo degli odori che si giocherà la battaglia per incrementare l’utilizzo delle plastiche da post consumo in settori che ancora oggi non le usano. Se fino a ieri la definizione di un disturbo legato all’odore era, non solo empirica, ma soggettiva, in quanto veniva fatta attraverso la sensazione percepita dal naso umano, oggi, attraverso lo strumento da laboratorio che esegue un’analisi chimica dei volatili prodotti dai campioni, niente sarà più soggettivo e incerto. Chi utilizza questo strumento, chiamato naso elettronico in maniera riduttiva crea una patente certificata dell’odore della propria materia prima o prodotto finale, i cui valori, analitici e incontrovertibili, non lasciano adito a discussioni. Chi compra e chi vende materia prima riciclata o prodotti fatti dalla plastica da post consumo ha oggi la possibilità di certificare i livelli dei prodotti contenuti che generano odore. I motivi per vedere con un certo cauto ottimismo il 2021 nel settore della plastica riciclata da post consumo credo che ci siano, quindi il regalo che ci possiamo fare è un atteggiamento propositivo che ci accompagni a migliorare la nostra vita, il nostro lavoro e l’ambiente in cui viviamo.Categoria: notizie - plastica - economia circolare Vedi maggiori informazioni sulle materie plastiche

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