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https://www.rmix.it/ - Recupero dell'Apatite dai Fanghi di Miniera: Tecniche Avanzate di Separazione con Mezzi Pesanti Centrifughi
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Recupero dell'Apatite dai Fanghi di Miniera: Tecniche Avanzate di Separazione con Mezzi Pesanti Centrifughi
Economia circolare

Scopri come il recupero dell'apatite dai fanghi di miniera, trasforma i materiali di scarto in preziose risorse per l'industria agricola e chimicadi Marco ArezioIl recupero dell'apatite dai fanghi di miniera rappresenta una sfida importante per l'industria mineraria, che deve affrontare il problema di ridurre gli sprechi e incrementare l'efficienza delle operazioni estrattive. L'apatite, un minerale fosfatico, è una preziosa fonte di fosforo, elemento cruciale per l'industria dei fertilizzanti e per altri settori industriali. Questo articolo esamina le tecniche avanzate utilizzate per il recupero dell'apatite, con un focus particolare sulla separazione con mezzi pesanti centrifughi, una tecnologia emergente che offre nuove possibilità per massimizzare l'efficienza e minimizzare gli scarti.I Fanghi di Miniera e la Composizione dell'Apatite I fanghi di miniera sono un sottoprodotto inevitabile delle operazioni di estrazione. Si tratta di una miscela di acqua, argilla, sabbia e particelle minerali, che spesso contiene materiali di valore come l'apatite. L'apatite è un fosfato di calcio contenente fluoro, cloro o idrossido, ed è il principale minerale da cui si ottiene il fosforo. La difficoltà di recuperare questo minerale dai fanghi risiede nella sua dimensione granulometrica fine e nella complessità della matrice di fanghi, che richiedono tecniche sofisticate per la separazione efficace.Importanza dell'Apatite nell'Industria e nell'Agricoltura L'apatite è di fondamentale importanza per la produzione di fertilizzanti fosfatici, indispensabili per sostenere la produttività agricola globale. Il fosforo è uno dei tre macronutrienti essenziali per le piante, insieme all'azoto e al potassio. Inoltre, l'apatite trova impiego anche nell'industria chimica, nella produzione di acido fosforico e in alcuni materiali destinati alla salute dentale, come i materiali per trattamenti di remineralizzazione. Recuperare l'apatite dai fanghi di miniera può contribuire significativamente alla riduzione della dipendenza dalle risorse vergini e al miglioramento della sostenibilità ambientale.Tecnologie Avanzate di Separazione con Mezzi PesantiLa separazione con mezzi pesanti è una tecnica utilizzata per la separazione dei minerali basata sulla differenza di densità. La variante centrifuga di questa tecnica utilizza la forza centrifuga per migliorare l'efficienza della separazione, specialmente per particelle fini come quelle presenti nei fanghi di miniera. Il processo prevede l'utilizzo di un mezzo pesante liquido, come una soluzione ad alta densità, in cui i fanghi vengono introdotti e poi sottoposti a centrifugazione. La forza centrifuga consente di separare le particelle di apatite da quelle di scarto, ottenendo una concentrazione elevata del minerale desiderato.Vantaggi Economici e Ambientali del Recupero Il recupero dell'apatite dai fanghi di miniera offre molteplici benefici. Dal punto di vista economico, permette di ridurre i costi legati allo smaltimento dei fanghi e di generare un valore aggiunto recuperando un materiale prezioso. Dal punto di vista ambientale, il recupero dell'apatite riduce la necessità di estrarre nuove risorse, contribuendo alla conservazione delle risorse naturali e alla riduzione dell'impatto ambientale legato all'estrazione mineraria. Inoltre, il processo di separazione con mezzi pesanti centrifughi richiede meno energia rispetto ad altre tecniche, migliorando l'efficienza complessiva.Sfide Tecniche nel Recupero dell'Apatite Nonostante i vantaggi, il recupero dell'apatite presenta diverse problematiche tecniche. La variabilità nella composizione dei fanghi è una delle principali difficoltà, poiché richiede un adattamento continuo dei parametri di processo. Inoltre, la presenza di impurità e la necessità di ottenere una purezza sufficiente per l'applicazione industriale rappresentano ulteriori difficoltà. L'efficienza del processo dipende dalla corretta impostazione della densità del mezzo pesante e dalla velocità di centrifugazione, che devono essere ottimizzati per ogni specifica composizione dei fanghi.Ottimizzazione dei Parametri di Recupero L'ottimizzazione dei parametri operativi è cruciale per migliorare l'efficienza del recupero dell'apatite. Tra i parametri principali ci sono la densità del mezzo pesante, la velocità di centrifugazione e il tempo di residenza nel sistema centrifugo. La ricerca attuale si concentra sull'individuazione delle condizioni ottimali che permettano di massimizzare la separazione dell'apatite mantenendo bassi i costi operativi. L'utilizzo di modelli matematici e simulazioni computazionali sta fornendo nuove prospettive per la progettazione e il miglioramento dei processi di recupero.Prospettive Future e Innovazioni nel Recupero Minerario Il recupero dell'apatite dai fanghi di miniera è un campo in continua evoluzione. Le innovazioni tecnologiche, come l'integrazione di sistemi di monitoraggio in tempo reale e l'automazione dei processi, potrebbero migliorare ulteriormente l'efficienza e la sostenibilità del recupero. Inoltre, l'adozione di pratiche di economia circolare all'interno dell'industria mineraria potrebbe favorire la valorizzazione di altri minerali presenti nei fanghi di miniera, contribuendo a una gestione più sostenibile delle risorse. La collaborazione tra industria, istituti di ricerca e governi sarà fondamentale per promuovere lo sviluppo e l'adozione di queste tecnologie.© Riproduzione Vietata

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https://www.rmix.it/ - Il Fresco della Sostenibilità: Come Scegliere il Frigorifero Perfetto per Te e per il Pianeta
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Il Fresco della Sostenibilità: Come Scegliere il Frigorifero Perfetto per Te e per il Pianeta
Economia circolare

Trasforma un acquisto quotidiano in un gesto responsabile verso l’ambiente e il tuo futurodi Marco ArezioIl frigorifero è il cuore della cucina, un alleato silenzioso che lavora instancabilmente per mantenere freschi i tuoi alimenti. Ma non tutti i frigoriferi sono uguali: alcuni consumano più energia di un piccolo condizionatore, mentre altri combinano innovazione tecnologica, design e sostenibilità, offrendoti un prodotto che non solo fa bene alla tua dispensa, ma anche al pianeta. Scegliere un frigorifero oggi significa fare una scelta consapevole. Vuol dire valutare l’impatto che il tuo elettrodomestico avrà sulla bolletta, sull’ambiente e sul tuo modo di vivere. Questa guida è qui per accompagnarti in questo viaggio verso un acquisto responsabile. Perché Sostenibilità e Frigoriferi Possono Andare a BraccettoHai mai pensato a quanta energia consuma il tuo frigorifero? È acceso 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. È uno dei maggiori responsabili della tua bolletta energetica e, se non scegli con attenzione, potrebbe anche essere una fonte significativa di emissioni di CO₂. Inoltre, molti frigoriferi moderni sono progettati per essere riciclabili o addirittura realizzati con materiali riciclati. Per esempio, alcuni modelli di LG, Hisense e Samsung utilizzano plastiche riciclate per la struttura interna, contribuendo a ridurre la domanda di materie prime vergini. La riciclabilità non si limita ai materiali: alcuni componenti elettronici sono progettati per un facile smontaggio e riutilizzo, riducendo i rifiuti elettronici. Optare per un modello con materiali riciclabili o riciclati rappresenta un passo concreto verso un consumo più responsabile. Fortunatamente, l’innovazione tecnologica ci offre oggi modelli progettati per consumare meno energia e per durare di più. Ma non si tratta solo di consumi: scegliere un frigorifero sostenibile significa anche optare per materiali riciclabili, processi produttivi responsabili e tecnologie che rispettano l’ambiente. È un piccolo passo per te, ma un grande gesto per il pianeta. Cosa Cercare in un Frigorifero SostenibileUn frigorifero non deve essere solo bello da vedere o capiente. Ecco alcune caratteristiche chiave che fanno la differenza: Efficienza Energetica: I frigoriferi con una classe energetica A+++ o superiore sono i campioni del risparmio. Consumi più bassi significano meno spreco di energia e un notevole risparmio sulla bolletta. Tecnologie Intelligenti: Funzioni come il No Frost (che elimina la formazione di ghiaccio), il compressore inverter (che regola il consumo in base alle necessità) e i controlli digitali rendono il tuo frigorifero più efficiente e facile da usare. Dimensioni Adeguate: Non serve acquistare un frigorifero enorme se non ne hai bisogno. Più grande è, più energia consuma: scegli un modello che si adatti alle tue reali esigenze. Materiali Riciclabili: Verifica che il prodotto sia costruito con materiali facilmente smontabili e riciclabili, per ridurre l’impatto ambientale a fine vita. Tre Frigoriferi Sostenibili per Ogni EsigenzaPer aiutarti a orientarti, abbiamo analizzato tre frigoriferi che uniscono tecnologia, efficienza e attenzione per l’ambiente. Ecco cosa li rende speciali. LG GBB62PZGGN:  Eleganza e Efficienza al TopQuesto frigorifero combinato è il perfetto esempio di come un design moderno possa andare di pari passo con un’anima sostenibile. Con una capacità di 384 litri, è l’ideale per una famiglia di medie dimensioni. La sua tecnologia Total No Frost elimina la formazione di brina, mentre il sistema Linear Cooling garantisce una temperatura costante per conservare meglio i tuoi alimenti.Ma il vero punto di forza di questo modello è la sua efficienza energetica: con una classe A+++ consuma fino al 50% in meno rispetto ai frigoriferi di classe inferiore. È anche straordinariamente silenzioso, con un livello di rumorosità di soli 35 dB. Cosa lo rende sostenibile: LG è impegnata in programmi di riciclo e utilizza materiali eco-compatibili per i suoi prodotti. Inoltre, questo frigorifero è progettato per durare, riducendo la necessità di sostituzioni frequenti. Hisense RS711N4AFE: Spazio e Versatilità per Famiglie NumeroseHai bisogno di tanto spazio? Questo frigorifero side by side offre ben 550 litri di capacità, perfetti per le esigenze di una famiglia numerosa o di chi ama fare grandi scorte. La tecnologia Total No Frost mantiene l’interno sempre asciutto e privo di ghiaccio, mentre la Convert Active Zone ti permette di trasformare una sezione del frigorifero in congelatore quando necessario. Anche se la sua classe energetica (E) non è la più alta, il modello compensa con tecnologie avanzate che ottimizzano i consumi. Cosa lo rende sostenibile: Hisense sta investendo sempre più in processi produttivi responsabili e materiali riciclabili. Inoltre, la durata del prodotto è pensata per garantire un utilizzo a lungo termine. Samsung EcoFlex AI RB38C634DSA/EF: La Smart SostenibilitàQuesto frigorifero combinato da 386 litri è un concentrato di tecnologia. Grazie alla connettività WiFi, puoi monitorare e controllare il tuo frigorifero direttamente dallo smartphone. La tecnologia SpaceMax ottimizza gli spazi interni, permettendo di avere più capacità senza aumentare le dimensioni esterne. Con una classe energetica A+++, è uno dei modelli più efficienti sul mercato. Il motore Digital Inverter, garantito per 20 anni, assicura consumi ridotti e una lunga durata. Cosa lo rende sostenibile: Samsung è nota per il suo impegno verso l’ambiente, con iniziative per ridurre l’impronta di carbonio e programmi di recupero dei prodotti usati. Questo frigorifero unisce tecnologia smart e materiali riciclabili, rendendolo una scelta eccellente per chi cerca il massimo. Conclusione: Il Freddo della ConsapevolezzaAcquistare un frigorifero non è solo una questione pratica: è un’opportunità per fare una scelta che rifletta i tuoi valori. Scegliere un modello sostenibile significa ridurre il tuo impatto ambientale, risparmiare energia e denaro, e promuovere un futuro più verde. Modelli come l’LG GBB62PZGGN, l’Hisense RS711N4AFE e il Samsung EcoFlex AI dimostrano che sostenibilità e innovazione possono andare di pari passo. Prenditi il tempo per scegliere il frigorifero che meglio si adatta alle tue esigenze e, quando lo accenderai, saprai di aver fatto la tua parte per il pianeta.© Riproduzione Vietata

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https://www.rmix.it/ - Come Riciclare e Riutilizzare i Fanghi Ceramici
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Come Riciclare e Riutilizzare i Fanghi Ceramici
Economia circolare

Attraverso vari processi, tra cui la chiariflocculazione, si crea una nuova materia prima riciclata da impiegare in molti campidi Marco ArezioI fanghi ceramici sono sottoprodotti della produzione di ceramica, composti da argilla, silice e altri materiali e possono essere riutilizzati o riciclati in vari settori, come l'edilizia o l'agricoltura. Questi si formano durante il processo di lavorazione della ceramica in tutte le sue forme, infatti, quando si prepara l'argilla per la produzione di lavabi, bidet, water, piatti doccia e molti altri elementi, è comune aggiungere acqua e altri materiali. Infatti, durante il processo di modellatura e lavorazione, l'acqua viene spesso utilizzata per ottenere la giusta consistenza dell'argilla. Successivamente, durante la cottura delle ceramiche, l'acqua presente nell'argilla evapora, lasciando residui che diventano i fanghi ceramici. Come abbiamo detto, i fanghi ceramici sono principalmente costituiti da argilla, silice e altri materiali che sono presenti nell'argilla utilizzata nel processo di produzione, tuttavia, la composizione chimica esatta può variare in base al tipo di argilla utilizzata e ai processi di produzione specifici. Come raccogliere e riciclare i fanghi ceramici La raccolta e il riciclo dei fanghi ceramici può essere gestita attraverso i seguenti passaggi: Separazione Durante il processo di produzione è importante separare i fanghi ceramici dagli altri materiali di scarto. Ciò può avvenire attraverso sistemi di filtraggio o sedimentazione. Stoccaggio I fanghi ceramici separati devono essere stoccati in modo adeguato, per impedire contaminazioni o dispersioni. Potrebbero essere utilizzati contenitori o vasche dedicate. Analisi della composizione Prima del riciclo, è consigliabile condurre analisi della composizione chimica dei fanghi ceramici per determinare le loro proprietà. Queste informazioni guideranno l'efficacia del riciclo in diverse applicazioni. Scelta dell'applicazione di riciclo In base alle analisi, si può decidere l'applicazione specifica per il riciclo, come l'utilizzo in edilizia, agricoltura o nell'industria ceramica. Cosa è il processo di chiariflocculazione per il recupero dei fanghi ceramici La chiariflocculazione è un processo utilizzato nel trattamento delle acque per rimuovere particelle sospese e sostanze colorate attraverso l'aggiunta di agenti chimici chiamati flocculanti e coagulanti. Questo processo è composto dalle seguenti fasi: Coagulazione In questa fase, viene aggiunto un coagulante all'acqua grezza. Il coagulante favorisce la formazione di flocculi, agglomerati di particelle fini, che rendono più facile la loro rimozione successiva. Mescolamento o Agitazione Dopo l'aggiunta del coagulante, l'acqua viene mescolata o agitata per promuovere la formazione di flocculi più grandi. Questo processo di agitazione facilita la coesione delle particelle sospese. Chiarificazione o Sedimentazione La miscela di acqua e flocculi viene lasciata riposare in un'apposita vasca di sedimentazione. Durante questo periodo, i flocculi sedimentano sul fondo della vasca, formando una massa più densa di particelle. Estrazione dell'Acqua Chiara L'acqua chiara, priva dei flocculi sedimentati, viene estratta dalla parte superiore della vasca di sedimentazione. Questa acqua è significativamente più pulita rispetto a quella iniziale. Filtrazione In alcuni casi, la chiariflocculazione può essere seguita da un processo di filtrazione per rimuovere eventuali particelle residue rimaste nell'acqua. Disposizione dei Fanghi I flocculi sedimentati, noti anche come fanghi di sedimentazione, vengono rimossi dalla parte inferiore della vasca e spesso destinati a ulteriori trattamenti o smaltiti in modo appropriato. Come si riutilizzano i fanghi ceramici I fanghi ceramici possono essere riutilizzati in diversi settori: Edilizia Possono essere incorporati in materiali da costruzione come mattoni o malte, contribuendo a migliorare le proprietà fisiche del materiale. Agricoltura Possono essere utilizzati come correttivi del suolo per migliorare la fertilità e la struttura del terreno grazie alla presenza di argilla e altri minerali. Industria ceramica In alcuni casi, i fanghi ceramici possono essere riutilizzati nel processo di produzione di nuove ceramiche, riducendo così gli sprechi. Cementifici Possono essere utilizzati come additivi nella produzione di cemento, contribuendo alla riduzione del consumo di materiali vergini. Il riutilizzo dipende dalla composizione specifica dei fanghi ceramici e dalle esigenze dell'applicazione. Come usare i fanghi ceramici in agricoltura L'utilizzo dei fanghi ceramici in agricoltura può contribuire a migliorare la fertilità del terreno e favorire una gestione sostenibile delle risorse. Tuttavia, è fondamentale adottare un approccio oculato e monitorare attentamente l'effetto sulle colture e sull'ecosistema. Per utilizzare i fanghi ceramici in agricoltura bisogna tenere in considerazione le seguenti fasi: Analisi del fango ceramico Prima di utilizzare i fanghi ceramici in agricoltura, effettuare un'analisi della composizione per valutarne le proprietà e assicurarti che siano adatti all'uso nel tuo terreno. Preparazione del terreno E’ possibile incorporare i fanghi ceramici nel terreno durante la preparazione del suolo. Questi possono migliorare la struttura del terreno, aumentare la capacità di ritenzione dell'acqua e fornire nutrienti alle piante. Regolazione del pH E’ consigliabile verificare il pH del terreno dopo l'applicazione dei fanghi ceramici e apportare eventuali regolazioni necessarie per garantire un ambiente adatto alla crescita delle colture. Monitoraggio delle colture Sarebbe auspicabile osservare attentamente le colture per valutare l'impatto dei fanghi ceramici, monitorando la crescita, la salute delle piante e la resa per determinare l'efficacia dell'applicazione. Dosaggio adeguato Seguire le indicazioni sulla quantità di fango ceramico da applicare per evitare sovra o sotto-dosaggi. La quantità può variare in base al tipo di coltura e alle caratteristiche del terreno. Rotazione delle colture Considerare l'implementazione della rotazione delle colture per massimizzare i benefici dei fanghi ceramici e prevenire eventuali accumuli di nutrienti o elementi. Qual vantaggi si apportano alle colture con l’uso dei fanghi ceramici L'uso dei fanghi ceramici in agricoltura può offrire diversi vantaggi per le colture, tra cui: Miglioramento della Struttura del Terreno I fanghi ceramici, ricchi di argilla e altri minerali, possono migliorare la struttura del terreno, aumentando la sua capacità di trattenere acqua e migliorando la porosità. Fornitura di Nutrienti Questi scarti possono contenere sostanze nutritive come azoto, fosforo e potassio, che sono essenziali per la crescita delle piante. I suddetti nutrienti possono essere gradualmente rilasciati nel terreno, beneficiando le colture nel lungo termine. Aumento della Capacità di Ritenzione dell'Acqua La presenza di argilla nei fanghi contribuisce a migliorare la capacità del terreno di trattenere acqua, riducendo la necessità di irrigazione frequente. Riduzione dell'Erosione del Suolo La migliorata struttura del terreno grazie ai fanghi ceramici può contribuire a ridurre l'erosione del suolo, proteggendo così le radici delle piante. Mineralizzazione del Terreno I minerali presenti nei fanghi possono contribuire alla mineralizzazione del terreno, arricchendolo con elementi essenziali per la crescita delle piante. Riduzione degli Sprechi L'uso dei fanghi ceramici rappresenta una forma di riciclo industriale, contribuendo a ridurre gli sprechi e a promuovere pratiche agricole più sostenibili. Come utilizzare i fanghi ceramici nei prodotti per l’edilizia Per utilizzarli nei prodotti edili, puoi considerare diverse applicazioni che sfruttano le proprietà di questi materiali. Ecco alcuni modi comuni: Malte e Intonaci I fanghi ceramici possono essere incorporati nelle malte e negli intonaci durante la fase di miscelazione, infatti, contribuiscono a migliorare le proprietà meccaniche e termiche del materiale finale. Laterizi e Mattoni I fanghi possono essere utilizzati come componente nella produzione di laterizi e mattoni, di fatto la loro presenza può influenzare la resistenza e la durabilità del prodotto finito. Materiali da Costruzione Leggeri Nei processi di produzione di materiali da costruzione leggeri, come pannelli isolanti, i fanghi ceramici possono essere incorporati per apportare leggerezza e migliorare le caratteristiche isolanti. Miscelazione con Aggregati Possono essere miscelati con aggregati (come sabbia o ghiaia) per la produzione di calcestruzzo leggero o massetti alleggeriti. Cappotti Termoisolanti E’ possibile utilizzarli nella produzione di cappotti termoisolanti per migliorare le proprietà isolanti dei rivestimenti esterni degli edifici. Blocchi Prefabbricati I fanghi ceramici possono essere integrati nella produzione di blocchi prefabbricati, offrendo proprietà specifiche al materiale. Come usare i fanghi ceramici nella produzione di cemento Per utilizzare i fanghi ceramici nella produzione di cemento, sarebbe consigliabile tenere in considerazioni i seguenti passaggi: Analisi della Composizione Prima di tutto, effettuare un'analisi dettagliata della composizione chimica e fisica dei fanghi ceramici. Questo aiuterà a comprendere le proprietà specifiche del materiale e a determinare la quantità ottimale da utilizzare. Dosaggio E’ importante determinare la quantità di fango ceramico da aggiungere al cemento, infatti, il dosaggio influenzerà le caratteristiche del cemento finale, quindi è consigliabile trovare un equilibrio che mantenga la qualità del prodotto. Integrazione nella Miscelazione Durante la fase di produzione del cemento, è possibile integrare i fanghi ceramici nella miscela aggiungendoli insieme agli altri componenti come cemento Portland, ghiaia, sabbia e acqua. Prove di Laboratorio Eseguire prove di laboratorio per valutare le prestazioni del nuovo composto cementizio, misurando la resistenza compressiva, l'assorbimento d'acqua e altre caratteristiche per garantire che il cemento soddisfi gli standard richiesti. Regolazioni Se necessario, si possono apportare regolazioni al dosaggio dei fanghi ceramici in base ai risultati delle prove di laboratorio. Questo processo di sperimentazione può essere cruciale per ottenere il giusto equilibrio tra prestazioni e quantità di fango ceramico. Come è perché utilizzare i fanghi ceramici nella produzione di ceramiche L'utilizzo dei fanghi ceramici nella produzione di ceramiche presenta diversi motivi e vantaggi: Recupero di Materiali L'impiego di fanghi ceramici consente il recupero e il riutilizzo di materiali residui derivanti dalla produzione di ceramiche, contribuendo a ridurre gli sprechi e a promuovere pratiche sostenibili. Miglioramento delle Caratteristiche dell'Argilla L'inclusione di questi scarti può migliorare le caratteristiche dell'argilla utilizzata nella produzione di ceramiche, influenzando positivamente la lavorabilità e le proprietà fisiche del materiale crudo. Riduzione dei Costi L'utilizzo dei fanghi ceramici può ridurre i costi associati all'acquisto di nuovi materiali, contribuendo così a una gestione più efficiente delle risorse finanziarie dell'azienda. Diversificazione Estetica I rifiuti delle lavorazioni a base di argilla possono aggiungere varietà estetica alle ceramiche, introducendo colorazioni o effetti speciali che derivano dalla composizione specifica dei fanghi. Sostenibilità Ambientale Incorporare fanghi ceramici nella produzione di ceramiche promuove una pratica più sostenibile, riducendo la necessità di smaltire i residui in discarica e limitando l'estrazione di nuove risorse.

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https://www.rmix.it/ - Progetto di Consulenza per l'Esportazione di TPO Riciclato in Svezia
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Progetto di Consulenza per l'Esportazione di TPO Riciclato in Svezia
Economia circolare

Progetto di Consulenza per l'Esportazione di TPO Riciclato in Sveziadi Marco ArezioIl TPO è una Poliolefine composta che si adatta ad innumerevoli applicazioni in settori tecnici di produzione. Il materiale impiegato in modo importante nel settore dell’automotive, viene recuperato, prevalentemente, come scarto industriale.Il mercato dei compounds tecnici richiedono uno scarto di TPO che abbia un bassissimo contenuto di polietilene reticolato, o addirittura nullo, il quale molte volte viene impiegato a corredo dei fogli di copertura delle parti interne delle auto. Rimane comunque un mercato di nicchia, in quanto il riutilizzo dello scarto post industriale può essere impiegato in settori che non siano il food o il medicale e, la ridotta disponibilità sul mercato, hanno spesso privilegiato la produzione di compounds con le materie prime vergini. La società di consulenza sulle materie prime riciclate, Arezio Marco, è stata incaricata di valutare dei canali di vendita per le balle di TPO in Europa, per permettere al cliente di poter seguire l’ingresso dello scarto di produzione con maggiore costanza, avendo, a valle, un mercato regolare a cui vendere il prodotto selezionato. Il compito della società Arezio Marco è stato quello di ottimizzare i flussi in ingresso, derivanti dai produttori degli scarti, con i flussi di vendita verso i trasformatori della materia prima, creando nuovi rapporti con clienti che potessero acquistare in modo continuativo il TPO in balle. La Svezia si è dimostrato un paese in cui l’interesse per il prodotto è stato importante, potendo costruire una buona partnership tra fornitore e cliente.Categoria: notizie - plastica - economia circolare - riciclo - rifiuti - TPO

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https://www.rmix.it/ - Anche la Moda Vuole la sua Circolarità. La Visione di MacArthur Foundation
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Anche la Moda Vuole la sua Circolarità. La Visione di MacArthur Foundation
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Anche la Moda Vuole la sua Circolarità. La Visione di MacArthur Foundationdi Marco ArezioLa circolarità dell'economia non è fatta solo da settori che apparentemente sono, all'opinione pubblica, più visibilmente inquinanti, ma deve essere applicata a tutte le tipologie di produzioni industriali. La moda, per esempio, non è percepita come una filiera inquinante dalla popolazione, ma i dati degli esperti non supportano questa sensazione popolare, se consideriamo che ogni secondo viene mandato in discarica o bruciato la quantità di un autotreno di materiali tessili. RadiciGroup, attraverso l'ultima informazione, si fà carico del problema. RadiciGroup, dal 2018 partner dell’iniziativa “Make Fashion Circular” di Ellen MacArthur Foundation, ha recentemente partecipato alla stesura delle linee guida sulla circolarità nella moda redatte dall’associazione e basate sui principi dell'economia circolare, con l’obiettivo di offrire un contributo concreto alla riduzione degli sprechi nel mondo tessile-abbigliamento. Linee guida da attuare quanto prima se si pensa ai dati quantificati da EMF: ogni secondo, l'equivalente di un camion di materiali tessili viene mandato in discarica o bruciato. Si stima che ogni anno si perdano circa 500 miliardi di dollari di valore a causa di indumenti indossati saltuariamente e raramente riciclati. La nuova “Vision of a Circular Economy fo fashion” parte dal presupposto che è necessario lavorare tutti insieme per portare su scala industriale modelli di business profittevoli, che consentono però di noleggiare, rivendere o riciclare i vestiti più facilmente. Ecco perché si basa su ricerche approfondite e contributi di circa 100 organizzazioni tra cui produttori di tessuti, produttori di abbigliamento, marchi, rivenditori, collezionisti, selezionatori, riciclatori, accademici, istituzioni internazionali e ONG. Tre i punti chiave della vision: usare di più, riutilizzare, partire da materiali rinnovabili o da riciclo. RadiciGroup, produttore di filati in poliammide ma anche in poliestere ed acrilico, è “contributor” della nuova vision EMF, mettendo a disposizione competenza ed esperienza nella formulazione di soluzioni tessili in grado di concretizzare l’economia circolare.Categoria: notizie - plastica - economia circolare - rifiuti - moda Per maggiori info: www.ellenmacarthurfoundation.org

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https://www.rmix.it/ - Rivoluzione Verde: Le Carte di Credito Sostenibili alla Ribalta
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Rivoluzione Verde: Le Carte di Credito Sostenibili alla Ribalta
Economia circolare

Come il Riciclo dei Polimeri Sta Ridisegnando il Futuro delle Transazioni Finanziariedi Marco ArezioLe carte di credito sono diventate un pilastro fondamentale dell'economia moderna, facilitando transazioni veloci e sicure in tutto il mondo. La loro produzione, tuttavia, implica una serie di processi complessi e l'uso di materiali specifici, con una crescente attenzione verso l'impiego di polimeri riciclati in risposta alle sfide dell'economia circolare. Materiali Utilizzati Tradizionalmente, le carte di credito sono state prodotte utilizzando PVC (Policloruro di Vinile), un materiale plastico noto per la sua durabilità, flessibilità e capacità di essere stampato con precisione. Il PVC consente di incorporare vari livelli di sicurezza, come ologrammi, microchip e bande magnetiche, rendendo le carte di credito difficili da contraffare. Tuttavia, il PVC non è facilmente riciclabile e può rilasciare sostanze nocive se non smaltito correttamente. Negli ultimi anni, c'è stata una spinta verso l'utilizzo di materiali più sostenibili, tra cui polimeri riciclati. Questi materiali provengono da fonti post-consumo o post-industriali e attraversano un processo di pulizia, triturazione e rigenerazione prima di essere trasformati in nuove carte. L'uso di polimeri riciclati riduce la dipendenza dalle risorse vergini e diminuisce l'impatto ambientale della produzione delle carte di credito. Produzione e Riciclo delle Carte di Credito La produzione di carte di credito inizia con la creazione di un foglio di materiale plastico, che viene poi stampato, tagliato e inciso con i dati del titolare della carta. La fabbricazione di un microchip e l'installazione di una banda magnetica sono passaggi successivi cruciali, seguiti da test rigorosi per assicurare la conformità agli standard di sicurezza. Nonostante l'incremento nell'uso di carte virtuali e sistemi di pagamento mobile, la produzione annua di carte di credito fisiche rimane significativa, con stime che superano i miliardi di unità a livello globale. Il tasso di riciclo, tuttavia, è ancora basso, in parte a causa della complessità dei materiali coinvolti e della mancanza di infrastrutture dedicate. Iniziative volte ad aumentare la raccolta e il riciclo delle carte di credito scadute o dismesse stanno guadagnando terreno, con alcune aziende che offrono programmi di ritorno specifici per le carte di credito. Curiosità del Mercato Personalizzazione: l'industria delle carte di credito ha visto una crescente domanda di personalizzazione, con clienti che desiderano design unici o la possibilità di aggiungere immagini personalizzate sulle loro carte. Carte di credito ecologiche: alcune banche e istituti di credito hanno iniziato a offrire carte prodotte esclusivamente con materiali sostenibili o riciclati, rispondendo alla crescente consapevolezza ambientale dei consumatori. Tecnologia contactless: l'adozione di tecnologia contactless ha accelerato l'uso delle carte di credito, rendendo le transazioni più rapide e convenienti. Storia delle Carte di Credito La storia delle carte di credito risale agli anni '20 negli Stati Uniti, quando furono introdotte come metodo di pagamento per i clienti VIP di alberghi e stazioni di servizio. Tuttavia, il concetto di carta di credito come lo conosciamo oggi si è sviluppato negli anni '50, con l'introduzione della Diners Club Card, seguita dalla American Express e dalla Bank of America Card, che in seguito divenne Visa. Queste prime carte erano generalmente fatte di cartone e venivano accettate solo in un limitato numero di stabilimenti. Da allora, l'industria delle carte di credito ha visto innovazioni rivoluzionarie, inclusa l'introduzione di bande magnetiche, microchip e tecnologie di sicurezza avanzate, trasformando il modo in cui consumiamo e gestiamo le nostre finanze. Mentre l'industria delle carte di credito continua ad evolversi, con un occhio di riguardo verso soluzioni più sostenibili e tecnologicamente avanzate, l'adozione di polimeri riciclati rappresenta un passo importante verso la riduzione dell'impatto ambientale di questi strumenti di pagamento indispensabili. Questa transizione non solo rispecchia le crescenti esigenze ambientali ma segnala anche un cambiamento nel comportamento dei consumatori, sempre più orientati verso scelte etiche e sostenibili. Il futuro delle carte di credito sembra orientarsi verso l'innovazione continua, sia in termini di materiali e processi produttivi sia nella funzionalità e sicurezza. Le sfide legate al riciclo e allo smaltimento delle carte di credito richiedono un impegno congiunto da parte delle aziende produttrici, dei consumatori e delle autorità normative per sviluppare soluzioni efficaci che promuovano l'economia circolare. Inoltre, l'emergere di tecnologie digitali e di sistemi di pagamento alternativi potrebbe ridurre la necessità di carte fisiche, spostando l'attenzione verso soluzioni completamente virtuali. Tuttavia, fino a quando la carta di credito fisica rimarrà un elemento fondamentale nel portafoglio dei consumatori, il suo impatto ambientale e le strategie per la sua mitigazione rimarranno argomenti di cruciale importanza. La storia delle carte di credito, dalla loro creazione come semplici strumenti di carta per un'élite ristretta alla loro attuale incarnazione come simboli di accessibilità finanziaria e innovazione tecnologica, riflette l'evoluzione della società moderna e delle sue priorità. Man mano che ci avviciniamo a un futuro più sostenibile, il ruolo delle carte di credito e la loro produzione continueranno ad adattarsi, dimostrando la capacità dell'industria di rispondere alle sfide ambientali senza compromettere la sicurezza e la comodità degli utenti. In conclusione, la produzione di carte di credito, l'uso di materiali riciclati e la storia di questo strumento finanziario offrono uno sguardo affascinante sull'intersezione tra tecnologia, economia e sostenibilità.

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https://www.rmix.it/ - Le bioplastiche compostabili saranno un’alternativa alla plastica tradizionale?
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Le bioplastiche compostabili saranno un’alternativa alla plastica tradizionale?
Economia circolare

Le bioplastiche compostabili saranno un’alternativa alla plastica tradizionale?di Marco ArezioLe bioplastiche compostabili, di derivazione vegetale, sembravano essere la panacea di tutti i mali attribuiti alla plastica di origine fossile ma, oggi, sono sorti molti dubbi su una loro efficacia e sostenibilità relativi ai modelli di produzione della componente vegetale. C’è una grande confusione sul mercato, causata anche dalle etichette sui prodotti in cui abbondano i suffissi “Bio”,“Biodegradabile”, e “Biocompostabile”, dove il consumatore rimane spiazzato e non sempre ne capisce le differenze. Su questa velata ignoranza si fonda spesso il fenomeno del greewashing che fa sembrare un prodotto eticamente “green” quando a volte non lo è del tutto. I prodotti che troviamo negli scaffali dei negozi con l’etichetta biodegradabile e compostabile sono generalmente prodotti che partono da una materia prima vegetale, come l’amido di mais, il frumento, la barbabietola, la canna da zucchero, la tapioca e le patate. Questi elementi naturali, debitamente processati, possono essere trasformati in polimeri, comparabili per qualità, caratteristiche tecniche e lavorabilità a polimeri di origine fossile che non sono compostabili. In realtà il consumatore deve sapere che la compostabilità, che trova espressa sulle etichette dell’imballo, riguarda principalmente una trasformazione industriale dello stesso e non la possibilità di inserirlo nel composter in giardino. Quella della materia prima che costituisce un imballo biodegradabile e compostabile è effettivamente un’ottima idea, in quanto permetterebbe di recuperare molti imballi che oggi non si riciclano, o si riciclano con uno scarso valore aggiunto proprio per i residui di cibo che rimangono all’interno delle confezioni. Ma dobbiamo fare un passo indietro per vedere la sostenibilità della filiera di queste materie prime compostabili di origine vegetale. I dubbi che sorgono in modo sempre più corposo riguardano la coltivazione dei prodotti vegetali quali canna da zucchero, patate, mais, barbabietole, frumento e molti altri prodotti, che vanno ad incidere negativamente sulla produzione di derrate alimentari, sull’occupazione del suolo coltivabile già messo sotto pressione dalla produzione di cereali per l’industria della carne, dal consumo di acqua, dall’impiego di concimi chimici e pesticidi e dalla deforestazione per creare nuove terre coltivabili. Ne vale la pena? Secondo il rapporto della FAO del Luglio 2019, oltre 2 miliardi di persone, soprattutto nei paesi a basso e medio reddito, non hanno accesso regolare ad alimenti salubri, nutrienti e sufficienti. Ciò richiede una profonda trasformazione dei sistemi alimentari affinché forniscano diete sane e prodotte in modo sostenibile alla popolazione mondiale in aumento. Numero di persone affamate nel mondo nel 2018 sono circa 821,6 milioni così divise: in Asia: 513,9 milioniin Africa: 256,1 milioniin America Latina e nei Caraibi: 42,5 milioniNumero di persone in stato di insicurezza alimentare moderata o grave: 2 miliardi (26,4%)Bambini con basso peso alla nascita: 20,5 milioni (1 su 7)Bambini al di sotto dei 5 anni affetti da rachitismo (bassa statura rispetto all’età): 148,9 milioni (21,9%)Bambini al di sotto dei 5 anni che soffrono di deperimento (scarso peso rispetto all’altezza): 49,5 milioni (7,3%) Un rapporto dell’UNICEF evidenzia gli scarsi progressi compiuti nella lotta agli effetti della malnutrizione infantile sullo sviluppo dell’infanzia. Nel 2017 sono stati 151 milioni i bambini sotto i cinque anni affetti da ritardo nell’altezza dovuto alla malnutrizione (stunting), rispetto ai 165 milioni del 2012. In Africa e Asia vivono rispettivamente il 39% e il 55% di tutti i bambini affetti da questa forma di ritardo. L’incidenza del deperimento infantile (wasting) rimane estremamente elevata in Asia, dove quasi un bambino su dieci sotto i cinque anni ha un peso più basso del dovuto rispetto all’altezza: dieci volte più di quanto avvenga in America Latina e nei Caraibi, dove questa forma di malnutrizione colpisce solo 1 bambino su 100. Il rapporto bolla come “vergognoso” il fatto che una donna su tre in età fertile, nel mondo, sia affetta da anemia, circostanza che ha conseguenze pesanti sulla salute e sullo sviluppo sia per le donne stesse che per i loro bambini. Nessuna regione del pianeta ha mostrato negli ultimi anni un calo nella diffusione dell’anemia femminile, e l’incidenza del fenomeno fra le donne africane e asiatiche è quasi tripla rispetto alle donne nord-americane. Ma se l’aumento della richiesta di biopolimeri, di biocarburanti e di foraggio per l’industria della carne deve soddisfare l’aumento di una popolazione crescente, anno dopo anno, l’agricoltura non sarà in grado di produrre quanto richiesto dal mercato per soddisfare le esigenze alimentari umane. Si aggiunga inoltre che l’agricoltura, per via del cambiamento climatico, è strettamente dipendente dalle condizioni metereologiche che stanno diventando sempre più sfavorevoli con un aumento della desertificazione e della resistenza delle piante. In questo quadro, le scoperte dei biopolimeri sono sicuramente un passo avanti nella ricerca, ma se dovessimo pensare di sostituire, anche parzialmente la produzione di plastica con una bioplastica, le cui materie prime derivino da una coltivazione agricola, non credo che sia un processo in equilibrio con le esigenze globali.Categoria: notizie - plastica - economia circolare - bio plasticaVedi maggiori informazioni sulla bioplastica

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https://www.rmix.it/ - Perché Rendere Sostenibile la Produzione degli Apparecchi Elettronici?
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Perché Rendere Sostenibile la Produzione degli Apparecchi Elettronici?
Economia circolare

Perché Rendere Sostenibile la Produzione degli Apparecchi Elettronici?di Marco ArezioNel nostro articolo E-WASTE Il Riciclo della Sopravvivenza, abbiamo affrontato il problema dei rifiuti elettronici sotto l’aspetto del riciclo illegale in paesi invia di sviluppo. In questo articolo vorremmo proporre, con l’aiuto di Adrian Mendez Prieto, alcune soluzione che possano aiutarci a capire quali passi il sistema di produzione e quello dell’E-Waste dovrebbero fare per incrementare il riciclo e cancellare la piaga del contrabbando dei rifiuti elettronici.Sebbene quasi il 100% dei rifiuti elettronici sia considerato riciclabile, ha solo un tasso di riciclaggio tra il 10-15%, motivo per cui è visto come un problema ambientale emergente, ma anche come una potenziale opportunità di business. Gli elementi che possono essere recuperati dai rifiuti elettronici per evitare danni ambientali includono componenti in metallo, vetro, ceramica e plastica in una composizione più ampia; quest'ultimo rappresenta il 20% della composizione globale di E-Waste. A causa della presenza di additivi come i ritardanti di fiamma, di tipo bromurato (BFR), il riciclaggio delle plastiche da E-Waste presenta una maggiore complessità di trattamento e ritrattamento, rispetto alle plastiche utilizzate in altre applicazioni. La lavorazione di materie plastiche contenenti additivi (BFR) considerati inquinanti organici persistenti (POP) è regolata dalla Convenzione di Stoccolma (in vigore dal 2004), che stabilisce che il riciclaggio o lo smaltimento finale di articoli contenenti BFR o POP deve essere effettuato in modo in modo corretto e non deve comportare il recupero di BFR o POP per il riutilizzo. Richiede inoltre la separazione e la classificazione della plastica con BRF da altri rifiuti elettronici. Attualmente, la maggior parte delle apparecchiature elettriche ed elettroniche non sono progettate per il riciclo, tanto meno per favorire un ciclo chiuso dei propri rifiuti. Lo sviluppo di una progettazione ecocompatibile adeguata consentirebbe vantaggi ambientali ed economici, in modo tale che l'uso di plastica riciclata potrebbe ridurre l'impatto ambientale di oltre il 20%. Fasi di implementazione di una strategia ambientale che promuove la circolarità di E-Waste Economia circolare come strategia. L'economia circolare è un sistema industriale rigenerativo che sin dall'inizio, con la progettazione, considera l'ottimizzazione e la riduzione dell'uso di materiali ed energia, oltre alla minimizzazione di scarti ed emissioni. Questo porta a cercare di scollegare l'uso di materie prime e risorse non rinnovabili per eliminare l'inquinamento e la generazione di rifiuti. Controllo nella selezione delle materie plastiche. Le decisioni sull'uso di materiali e prodotti chimici vengono prese dall'inizio del ciclo di vita, durante la fase di progettazione ecocompatibile del prodotto. La circolarità, quindi, sarà promossa riducendo l'ampia varietà di tipi di polimeri ed eliminando gli additivi complessi utilizzando plastica riciclata nella produzione. Per i riciclatori, uno dei principali ostacoli al ritrattamento dei rifiuti di plastica elettronica è il gran numero di polimeri diversi. Una potenziale soluzione per ridurre questa grande varietà potrebbe consistere nel promuovere accordi tra i produttori sui tipi di plastica che utilizzano nei loro prodotti, facilitando l'identificazione dei componenti e favorendo gli investimenti in nuove tecnologie di riciclaggio. Maggiore contenuto e utilizzo dei materiali riciclati. Indubbiamente, un grande dilemma nel settore è il fatto che i riciclatori non trattano la plastica se non c'è mercato e i produttori non possono acquistare plastica riciclata perché non c'è fornitura. Qui diventa concreto il requisito di una simbiosi circolare tra gli elementi della catena del valore del settore delle materie plastiche. Ovvero una maggiore integrazione e comunicazione tra produttori di resine, fabbricanti, raccoglitori, riciclatori, ecc., Che consentono la gestione e la lavorazione del riciclo di qualità che porta all'ottenimento di prodotti competitivi. Punti chiave per migliorare il riciclaggio dei rifiuti di plastica elettronica Gestione dei materiali residui. Il flusso E-Waste si caratterizza per essere particolarmente complesso grazie alla sua composizione, con una combinazione di componenti di alto valore (come oro e palladio) e materiali tossici (ad esempio, mercurio e ritardanti di fiamma bromurati). A causa di ciò, questi materiali difficilmente entrano in un sistema di raccolta controllato e ufficiale, che ne favorisce la manipolazione illegale e l'esportazione nei paesi in via di sviluppo. Ciò richiede, con urgenza, l'attuazione e l'applicazione delle norme per la classificazione e l'etichettatura di detti rifiuti. Tracciabilità. Uno dei principali punti deboli nella gestione e nella gestione dei rifiuti elettronici è la mancanza di un sistema di tracciabilità, poiché è attualmente difficile tracciare il flusso di materiali in entrata e in uscita nella catena di approvvigionamento dei rifiuti elettronici. La totale tracciabilità della gestione dei rifiuti elettronici dovrebbe consentire un aumento del volume raccolto, ridurre i flussi incontrollati e garantire il trattamento adeguato dei materiali in base alla loro composizione plastica e al contenuto di sostanze pericolose. Allo stesso modo, una tracciabilità efficiente consentirebbe l'implementazione di un'infrastruttura di raccolta più controllata, che si tradurrebbe nel trattamento e nel ritrattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici di qualità superiore. Tecnologia. L'attuale stato della tecnologia per la movimentazione di tali materiali di scarto si è rivelato poco efficiente a causa delle notevoli perdite di plastica pulita e dei limiti stabiliti dalle normative restrittive per E-Waste. Per questo motivo, è stato dimostrato che il riciclaggio della plastica di scarto basato sullo smontaggio e la separazione manuale è stato più selettivo e preciso, il che implica una minore perdita di plastica pulita. Tuttavia, l'uso di una tecnologia bassa implica costi più elevati, rendendola meno attraente dal punto di vista tecnologico ed economico. Considerazioni sul design. È stato dimostrato che materiali riciclati di qualità e l'implementazione di un eco-design che assicuri la circolarità del sistema attraverso la sostituzione di componenti o la riciclabilità dei materiali, consentono vantaggi tangibili e sostenibili, che a sua volta consente di ridurre l'impatto 20% di ambiente del prodotto. Una cosa interessante da evidenziare è che questi benefici ambientali devono essere trasmessi al mercato attraverso comunicazioni di prodotto sostenibili. Partecipazione dei consumatori. L'efficienza dei sistemi di raccolta nei paesi nordici basati sulla separazione dei rifiuti elettronici dalla fonte è stata dimostrata, in base al coinvolgimento e all'impegno dei consumatori a contribuire al sistema. I limiti dello smantellamento manuale dei rifiuti elettronici durante il riciclaggio dimostrano l'urgenza di ridurre i tipi di plastica utilizzati nella produzione di apparecchiature elettriche ed elettroniche e la necessità di identificare le parti in plastica in termini di tipo di polimero e ritardanti di fiamma bromurati. Quanto precede mostra che per il trattamento dei rifiuti elettronici è necessaria l'incorporazione di un sistema di progettazione ecocompatibile che promuova un flusso circolare e più sostenibile di materiali, riducendo il loro impatto ambientale. Pertanto, è necessaria la creazione di protocolli e regolamenti appropriati per l'uso della plastica nelle applicazioni EEE o di componenti elettronici complessi. Considerando la grande diversità dei settori di applicazione e l'ampia gamma di prodotti in plastica, nonché la presenza di additivi come ritardanti di fiamma bromurati, è richiesta l'implementazione efficiente e affidabile di sistemi di identificazione, raccolta, raccolta e separazione, che consentano un riciclaggio di qualità per ridurre l'inquinamento, nonché lo sviluppo di ritardanti di fiamma a basso impatto ambientale.Categoria: notizie - plastica - economia circolare - rifiuti - raee Vedi maggiori informazioni sul riciclo

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https://www.rmix.it/ - Percentuali di Riciclo dei Metalli: Origini, Sfide e Opportunità per un Futuro Sostenibile
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Percentuali di Riciclo dei Metalli: Origini, Sfide e Opportunità per un Futuro Sostenibile
Economia circolare

Scopri l'origine dei rifiuti metallici, le tecnologie di recupero e come i metalli riciclati possono essere riutilizzati per un’economia circolaredi Marco ArezioIl riciclo dei metalli rappresenta una delle soluzioni più efficaci per ridurre l’impatto ambientale dell’estrazione mineraria e per garantire un uso sostenibile delle risorse naturali. Tuttavia, non tutti i metalli vengono riciclati con la stessa efficienza. Le percentuali di recupero variano da un sorprendente 86% per l’oro a meno dello 0,5% per il litio, sollevando interrogativi sulla gestione dei rifiuti metallici e sulle opportunità future. Per comprendere le ragioni di queste disparità, è necessario esplorare l'origine dei rifiuti metallici, le tecnologie di recupero e il loro utilizzo successivo. Da Dove Provengono i Rifiuti Metallici? I metalli utilizzati nell’industria moderna provengono da prodotti complessi e ampiamente diffusi, spesso alla fine del loro ciclo di vita. Nel settore dell’elettronica, per esempio, smartphone, computer e televisori contengono una grande varietà di metalli, tra cui oro, argento, platino e terre rare. Questi dispositivi, una volta dismessi, diventano una fonte preziosa di materiali riciclabili, anche se il loro recupero richiede processi tecnologicamente avanzati. L’industria automobilistica è un’altra grande produttrice di rifiuti metallici. I veicoli fuori uso contengono rame, alluminio, acciaio e batterie al litio-ionico, che rappresentano una risorsa essenziale per il recupero di metalli strategici come il litio e il cobalto. Anche l’edilizia contribuisce in modo significativo, fornendo materiali come zinco, rame e acciaio da infrastrutture e edifici demoliti. Infine, gli imballaggi in alluminio, come lattine e involucri alimentari, costituiscono una fonte importante di materiali riciclabili, se adeguatamente raccolti. Perché Le Percentuali di Riciclo Sono Così Diverse? Le differenze nelle percentuali di riciclo dei metalli dipendono da diversi fattori, tra cui il valore economico del materiale, la disponibilità di tecnologie per il recupero e l’efficienza dei sistemi di raccolta. Metalli preziosi come l’oro, con un tasso di riciclo dell’86%, beneficiano di un alto valore economico che incentiva gli investimenti in tecnologie avanzate. Allo stesso modo, platino e palladio raggiungono un 60% di riciclo grazie alla loro importanza nell’industria automobilistica e nei dispositivi elettronici. Dall’altra parte dello spettro, metalli come il litio (0,5%) e le terre rare (0,2%) soffrono di percentuali estremamente basse. Questo è dovuto alla complessità tecnica del loro recupero, spesso integrati in dispositivi di piccole dimensioni e difficili da separare. Anche metalli più comuni, come l’alluminio (42%) e il rame (33%), hanno percentuali di riciclo limitate nonostante la loro ampia disponibilità, a causa di una gestione inefficiente dei rifiuti in molte regioni del mondo. Come Funziona il Riciclo dei Metalli? Il riciclo dei metalli richiede processi tecnologicamente avanzati che variano a seconda del materiale da recuperare. I metalli preziosi, come oro, argento e platino, vengono recuperati attraverso metodi chimici, come la lisciviazione con acidi, o fisici, come l’elettrolisi. Questi processi permettono di separare i metalli puri dai materiali di scarto, rendendoli pronti per nuovi utilizzi. Per i metalli di base, come alluminio e rame, il processo è spesso più semplice. Ad esempio, l’alluminio viene fuso e riformato, risparmiando fino al 95% dell’energia rispetto alla produzione primaria. Anche il rame, estratto da cavi e tubature, segue un processo simile, che prevede triturazione e fusione per ottenere materiale riciclato di alta qualità. Il riciclo dei metalli strategici, come litio e cobalto, è ancora in fase di sviluppo. Questi materiali, spesso recuperati da batterie esauste, richiedono tecnologie innovative come l’idrometallurgia, che utilizza solventi per separare i metalli, o processi pirometallurgici ad alta temperatura. Dove Avviene il Riciclo dei Metalli? La geografia del riciclo dei metalli è strettamente legata alla disponibilità di infrastrutture avanzate e alla domanda di materiali riciclati. In Europa, paesi come Germania e Belgio sono leader nel riciclo di metalli preziosi e strategici, grazie a normative rigorose e tecnologie di punta. L’Italia si distingue nel riciclo dell’alluminio, con consorzi come CIAL che promuovono una gestione sostenibile degli imballaggi. In Asia, la Cina domina il riciclo delle terre rare, mentre Giappone e Corea del Sud guidano gli sforzi per il riciclo delle batterie. Gli Stati Uniti, invece, si concentrano principalmente sul recupero di rame, alluminio e acciaio, ma stanno aumentando gli investimenti nel trattamento di batterie e terre rare. Quali Sono gli Impieghi dei Metalli Riciclati? I metalli riciclati trovano applicazione in molti settori chiave dell’economia globale. L’oro e l’argento vengono riutilizzati per circuiti elettronici, gioielli e contatti elettrici, mentre l’alluminio trova impiego in imballaggi, componenti automobilistici e costruzioni leggere. Il rame riciclato è essenziale per cavi elettrici e tubature, e metalli strategici come litio e cobalto sono reintegrati in nuove batterie per veicoli elettrici e sistemi di accumulo energetico. Le terre rare, nonostante le basse percentuali di riciclo, sono cruciali per la produzione di magneti permanenti utilizzati in turbine eoliche, motori elettrici e dispositivi elettronici avanzati, contribuendo a una transizione energetica sostenibile. Sfide e Opportunità per il Futuro del Riciclo dei Metalli Nonostante i progressi, il riciclo dei metalli presenta sfide importanti. I costi elevati e la complessità tecnica del recupero, soprattutto per metalli strategici, rappresentano ostacoli significativi. Inoltre, la mancanza di infrastrutture adeguate nei paesi in via di sviluppo limita la raccolta e il trattamento dei rifiuti metallici. Tuttavia, le opportunità sono enormi. L’innovazione tecnologica può ridurre i costi di recupero e migliorare l’efficienza dei processi, mentre politiche di incentivazione possono favorire la creazione di una filiera globale del riciclo più robusta. La sensibilizzazione dei consumatori e delle aziende è fondamentale per aumentare la quantità di materiali avviati al riciclo, trasformando le percentuali attuali in un modello virtuoso per l’economia circolare. Conclusioni: Verso un Futuro Sostenibile Il riciclo dei metalli è una componente essenziale di un’economia sostenibile. Aumentare le percentuali di recupero, sviluppare tecnologie più efficienti e migliorare i sistemi di raccolta sono passi indispensabili per ridurre l’impatto ambientale e garantire un uso responsabile delle risorse naturali. Il futuro del riciclo dei metalli dipende dalla nostra capacità di investire nell’innovazione e di adottare un approccio sistematico che valorizzi ogni risorsa disponibile.© Riproduzione Vietata

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https://www.rmix.it/ - L'uso del Legno Riciclato nella Produzione di Biofiltri: Innovazione Sostenibile per la Purificazione dell'Aria e dell'Acqua
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare L'uso del Legno Riciclato nella Produzione di Biofiltri: Innovazione Sostenibile per la Purificazione dell'Aria e dell'Acqua
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Scopri come il legno riciclato viene utilizzato nei biofiltri per ridurre l'inquinamento ambientale, migliorare la qualità dell'aria e dell'acqua e promuovere l'economia circolaredi Marco ArezioNell'ambito dell'economia circolare, il legno riciclato sta guadagnando sempre più rilevanza, soprattutto nella produzione di biofiltri. Questi dispositivi ecologici, capaci di trasformare gli inquinanti in fertilizzanti, offrono soluzioni innovative per migliorare la qualità dell'aria e dell'acqua. Questo articolo esplora dettagliatamente come il legno riciclato viene impiegato nei biofiltri, le sue proprietà specifiche, i meccanismi di disgregazione degli inquinanti e le potenziali applicazioni ambientali. Verranno inoltre citati alcuni studi recenti e dati concreti che illustrano l'efficacia di questi approcci. Il Legno Riciclato: Un Materiale Sostenibile Il legno riciclato deriva da fonti come edifici demoliti, pallet usati, mobili dismessi e altri prodotti in legno che hanno terminato il loro ciclo di vita. Dopo essere stato raccolto, selezionato e trattato, diventa pronto per nuovi utilizzi. Secondo dati recenti, il riciclo del legno permette di ridurre del 30% i rifiuti destinati alle discariche e consente un risparmio significativo di risorse naturali, evitando l'abbattimento di nuovi alberi. Inoltre, richiede circa il 50% in meno di energia rispetto alla produzione di legno vergine, sostenendo così un ciclo di vita chiuso conforme ai principi dell'economia circolare. L'uso del legno riciclato non solo aiuta a ridurre l'accumulo di rifiuti, ma consente anche di dare nuova vita a materiali che altrimenti andrebbero sprecati, riducendo così la pressione sull'ambiente. Le sue caratteristiche fisiche, come la porosità e la capacità di assorbimento dell'umidità, lo rendono particolarmente adatto come substrato per la biofiltrazione. Biofiltri: Funzionamento e Benefici I biofiltri utilizzano materiali naturali e microrganismi per rimuovere inquinanti dall'aria e dall'acqua, sfruttando la capacità di alcuni microrganismi di metabolizzare queste sostanze nocive, trasformandole in composti meno dannosi o addirittura benefici come i fertilizzanti. Un biofiltro tipico è composto da un materiale di supporto, come il legno riciclato, che serve da substrato per la crescita dei microrganismi, un sistema di ventilazione per assicurare il passaggio dell'aria o dell'acqua contaminata e uno strato di drenaggio per facilitare la rimozione dei prodotti di scarto. Il legno riciclato è particolarmente adatto per i biofiltri grazie alla sua struttura porosa, che offre una grande superficie specifica per l'adesione e la crescita dei microrganismi. Studi recenti, come quello condotto dal Politecnico di Milano nel 2022, hanno dimostrato che il legno riciclato, grazie alla sua alta capacità di trattenere l'umidità, è in grado di mantenere condizioni ottimali per la crescita microbica, migliorando l'efficienza della rimozione degli inquinanti fino al 40% rispetto a substrati convenzionali. Meccanismi di Disgregazione degli Inquinanti Nei biofiltri a base di legno riciclato, i microrganismi svolgono un ruolo fondamentale nel metabolismo degli inquinanti. Il processo si sviluppa in diverse fasi: Adsorbimento: Gli inquinanti vengono adsorbiti sulla superficie del legno e del biofilm microbico. Degradazione: I microrganismi degradano gli inquinanti attraverso reazioni biochimiche, come la conversione dell'ammoniaca in nitriti e nitrati da parte dei batteri nitrificanti. Secondo uno studio pubblicato nel Journal of Environmental Science nel 2021, i biofiltri con substrato di legno hanno mostrato una riduzione fino al 60% degli inquinanti organici volatili. Mineralizzazione: Gli inquinanti organici vengono completamente mineralizzati in anidride carbonica e acqua, mentre quelli inorganici possono essere trasformati in forme assimilabili dalle piante, come i nitrati e i fosfati. Assimilazione: I prodotti della degradazione vengono utilizzati dai microrganismi per la crescita e la riproduzione. Applicazioni e Vantaggi Ambientali L'utilizzo di biofiltri con legno riciclato trova applicazione in vari settori. Nel trattamento delle acque reflue, i biofiltri possono rimuovere composti organici e nutrienti dalle acque reflue industriali e urbane. Uno studio pilota condotto presso un impianto di trattamento delle acque reflue a Torino nel 2023 ha dimostrato che i biofiltri con legno riciclato sono stati in grado di ridurre i livelli di nitrati e fosfati di oltre il 70%. Nella depurazione dell'aria, questi biofiltri controllano efficacemente le emissioni di composti volatili organici (VOC) e odori provenienti da impianti industriali e agricoli. Nella gestione dei rifiuti, trattano il percolato delle discariche e i liquami agricoli, contribuendo a ridurre la contaminazione ambientale. I benefici ambientali dei biofiltri con legno riciclato sono molteplici. Migliorano la qualità dell'aria e dell'acqua, riducendo l'inquinamento, e trasformano gli inquinanti in fertilizzanti utilizzabili in agricoltura, recuperando risorse preziose. Inoltre, utilizzano materiali riciclati e naturali, riducendo l'impatto ambientale complessivo. Sfide e Prospettive Future Nonostante i numerosi vantaggi, l'implementazione dei biofiltri a base di legno riciclato presenta alcune sfide. La durabilità del materiale è una preoccupazione, poiché il legno può degradarsi nel tempo, riducendo l'efficacia del biofiltro. La qualità del legno riciclato può variare, influenzando la performance del biofiltro. Infine, è necessario gestire il materiale residuo del biofiltro in modo sostenibile alla fine della sua vita utile. Le prospettive future includono l'ottimizzazione delle tecniche di trattamento del legno riciclato per migliorarne la durabilità e l'efficacia, nonché lo sviluppo di nuovi biofiltri ibridi che combinano diversi materiali riciclati per massimizzare i benefici ambientali. Progetti sperimentali in corso stanno esplorando l'uso di rivestimenti biodegradabili per aumentare la resistenza del legno all'umidità e alla decomposizione. Conclusione Il legno riciclato rappresenta una risorsa preziosa nella produzione di biofiltri, offrendo una soluzione sostenibile per la gestione degli inquinanti. Attraverso la biofiltrazione, è possibile trasformare gli inquinanti in fertilizzanti, contribuendo a chiudere il ciclo dei materiali in un'ottica di economia circolare. Nonostante le sfide legate alla durabilità e alla qualità del legno, l'uso innovativo del legno riciclato nei biofiltri promette significativi vantaggi ambientali e rappresenta un passo avanti verso una gestione più sostenibile delle risorse naturali. Studi futuri e nuove tecnologie potrebbero migliorare ulteriormente l'efficacia e la durabilità di questi sistemi, consolidando il ruolo del legno riciclato come elemento chiave nelle soluzioni di biofiltrazione ecologica. © Riproduzione Vietata

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rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Riciclo delle Navi: Affrontare le Sfide dei Pirati
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Un'analisi delle ripercussioni della Pirateria sul settore del riciclo navale e le strategie per un futuro sostenibiledi Marco ArezioIl fenomeno del riciclo delle navi, un'attività cruciale nell'ambito dell'economia circolare e della gestione sostenibile delle risorse, sta attraversando un periodo di significativa stagnazione. Per il nono trimestre consecutivo, i dati relativi al riciclo di queste imponenti strutture registrano cifre allarmanti: meno di 3 milioni di tonnellate. Un numero che, a prima vista, potrebbe non sembrare considerevole, ma che in realtà segnala un rallentamento preoccupante se confrontato con le capacità e le esigenze globali di riciclo.Il Contesto dell'Industria del Riciclo delle Navi Il riciclo delle navi, noto anche come demolizione o smantellamento navale, è un processo industriale che prevede lo smantellamento delle imbarcazioni in fin di vita, consentendo il recupero di materiali riutilizzabili e la riduzione dell'impatto ambientale. Quest'attività, oltre a fornire materie prime secondarie quali acciaio, rame e alluminio, contribuisce alla riduzione dell'inquinamento marino e alla salvaguardia degli ecosistemi acquatici. Tuttavia, le complessità operative, le normative ambientali, i costi di trasporto e di lavorazione, e la disponibilità di cantieri specializzati, sono solo alcuni dei fattori che influenzano l'efficacia e l'efficienza di questo settore.Il Ruolo dei Pirati Negli ultimi anni, il fenomeno della pirateria marittima ha subito un'escalation, incidendo significativamente sulle operazioni di trasporto navale internazionale, inclusi i trasferimenti delle navi destinate al riciclo. I pirati, colpendo le rotte marittime utilizzate per il trasporto di queste imponenti strutture verso i cantieri di smantellamento, hanno introdotto un livello di rischio che molte compagnie navali stanno faticando a gestire. Le aree maggiormente colpite sono quelle con alta concentrazione di traffico marittimo, come il Golfo di Guinea, il Sudest asiatico e alcune zone vicino al Corno d'Africa.Conseguenze della Pirateria sul riciclo delle NaviImplicazioni Economiche La stagnazione nel riciclo delle navi ha conseguenze economiche significative a livello globale. Le compagnie navali affrontano costi aggiuntivi notevoli legati alla sicurezza e all'assicurazione, che possono rendere economicamente svantaggioso il trasporto delle navi verso i cantieri di smantellamento. Inoltre, il valore dei materiali riciclabili recuperati dalle navi potrebbe non compensare questi costi extra, influenzando negativamente la redditività del settore del riciclo.Impatto Ambientale L'ambiente soffre notevolmente a causa del ritardo nel processo di riciclo delle navi. Le navi obsolete continuano a navigare oltre il loro ciclo di vita ottimale, incrementando l'inquinamento atmosferico e marino a causa delle loro inefficienze operative e dei sistemi di propulsione datati. Questo ritardo nel riciclo significa anche che materiali potenzialmente pericolosi, come l'amianto e i composti di piombo, restano in circolazione più a lungo del dovuto, aumentando il rischio di danni ambientali.Sicurezza Marittima La sicurezza marittima è messa a dura prova dagli attacchi dei pirati. Questi atti criminali non solo mettono in pericolo la vita dell'equipaggio ma complicano ulteriormente il trasporto sicuro delle navi destinate al riciclo. Le zone ad alto rischio richiedono l'adozione di misure di sicurezza stringenti, come le scorte armate e le strategie di navigazione difensive, che comportano ulteriori oneri finanziari e logistici.Strategie di Risoluzione e Innovazione Per superare questi ostacoli, è necessario un approccio olistico che includa l'adozione di tecnologie avanzate, la cooperazione internazionale e l'implementazione di politiche efficaci. Tecnologie Avanzate: L'uso di sistemi di tracciamento e monitoraggio in tempo reale può migliorare la sicurezza delle navi in transito. Inoltre, l'innovazione nel design navale e nei materiali può ridurre la dipendenza da rotte lunghe e pericolose, facilitando il riciclo locale. Cooperazione Internazionale: La lotta contro il pirataggio richiede un impegno congiunto tra le nazioni marittime, attraverso pattugliamenti congiunti e accordi di sicurezza. La condivisione di intelligence e risorse può aumentare significativamente la sicurezza delle rotte marittime. Politiche per l'Economia Circolare: Le politiche che incentivano il riciclo delle navi e l'uso di materiali riciclati possono stimolare l'innovazione nel settore. Ad esempio, sussidi per le tecnologie di smantellamento ecocompatibile e normative più severe sull'uso di navi obsolete possono accelerare il passaggio a pratiche più sostenibili.Conclusione Il settore del riciclo delle navi si trova di fronte a una sfida complessa, esacerbata dalla minaccia dei pirati. Tuttavia, questa situazione rappresenta anche un'opportunità per innovare e rafforzare le pratiche di economia circolare nel settore marittimo. Attraverso l'adozione di tecnologie avanzate, la cooperazione internazionale e politiche incentrate sulla sostenibilità, è possibile creare un futuro più sicuro e sostenibile per il riciclo delle navi.

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https://www.rmix.it/ - Perché l’Industria Petrolchimica Aumenterà la Produzione di Plastica a Discapito del Riciclo?
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Perché l’Industria Petrolchimica Aumenterà la Produzione di Plastica a Discapito del Riciclo?
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Molti fattori stanno alla base di questo trend rialzista: l’elettrificazione, il coronavirus e i nuovi mercatidi Marco ArezioSembra incredibile poter immaginare, in un mondo che sta annegando nei rifiuti plastici, che ci siano società industriali che spingono ancora oggi sull’aumento della produzione di plastica vergine. Eppure, secondo i dati forniti da Wood Mackenzie, nei prossimi 5 anni, nel mondo, si realizzeranno 176 nuovi impianti petrolchimici, di cui 80% sarà in Asia. Inoltre, se vediamo cosa succede negli Stati Uniti, dal 2010 ad oggi sono stati investiti 200 miliardi di dollari in progetti legati alla plastica vergine e ai prodotti chimici derivati secondo i dati dell’ACC. Nel frattempo i rifiuti mondiali aumentano, spinti anche dal ritorno alle produzioni di oggetti in plastica monouso per l’ambito ospedaliero, come le mascherine, le visiere i camici e tutti gli accessori, usa e getta, che si usano in ambito medico. Ma, se da una parte questi rifiuti non sono riciclabili per questioni igieniche, dall’altra parte ci troviamo di fronte ad una grave crisi nel campo del riciclo in quanto in molte aree del mondo i riciclatori hanno visto una riduzione sostanziale della domanda di polimeri riciclati a causa dell’impossibilità di competere con i prezzi dei polimeri vergini. Questo crea due fattori destabilizzanti:• L’aumento dei rifiuti riciclabili che non vengono riutilizzati • La crisi del comparto del riciclo delle materie plastiche Ma quale è il motivo che spinge i petrolchimici ad aumentare la produzione di plastica vergine? Le previsioni mondiali di consumo di carburanti fossili per l’autotrazione è vista dagli esperti del settore in forte calo, con previsioni di pesanti ribassi percentuali fino al 2050, cosa che ha già messo in allarme il comparto petrolchimico. Inoltre queste temono le preoccupazioni ambientali della popolazione mondiale che ha spinto molti governi al divieto di utilizzo di alcuni prodotti monouso, come i sacchetti di plastica, che sta comportando, secondo alcuni studi, una riduzione di domanda petrolifera di 2 milioni di barili al giorno. In questo scenario di forte riduzione del mercato, le compagnie petrolifere hanno adottato strategie che permettessero loro di ridurre le perdite in termini quantitativi, cercare nuovi mercati e assecondare la popolazione con un’immagine più verde delle loro aziende. Queste strategie le possiamo riassumere: • Acquisizione del mercato dei polimeri riciclati attraverso la guerra sul prezzo delle materie prime • Sostegno alle campagne di utilizzo della plastica come materia prima che possa rendere più igienica la nostra vita • Capillarizzazione della produzione e distribuzione delle materie prime vergini in aree in via di sviluppo, abituando la popolazione all’uso dei prodotti plastici per praticità ed economia • Creazione di un’immagine più green attraverso la costante informazione del mercato circa le donazioni economiche fatte al consorzio tra le aziende chiamato “Alliance to End of Plasitc Waste”. In realtà la guerra, mai dichiarata, tra i petrolchimici e il mondo del riciclo, con quest’ultimo ormai in ginocchio, ha portato grandi nomi come la Coca Cola, a dichiarare, come riportato da Reuters, che non riuscirà a rispettare l’impegno di produrre le bottiglie con il 50% di plastica riciclata entro il 2020 nel Regno Unito, per svariate ragioni, una di queste è l’impossibilità di reperire sul mercato una quota sempre maggiore di rifiuto plastico riciclato. Se i petrolchimici stanno facendo la corsa ad incrementare le produzioni mondiali di plastica, vorrei ricordare che dal 1950 abbiamo prodotto e utilizzato circa 6,3 miliardi di tonnellate di plastica e che il 91% di questi quantitativi, ormai rifiuti, non è mai stato riciclato e giace nell’ambiente, inquinando le nostre vita, secondo uno studio pubblicato su Science del 2017. Questo non ci fa riflettere?Categoria: notizie - plastica - economia circolare  Vedi maggiori informazioni sull'argomento

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https://www.rmix.it/ - Immagini d'Arte Digitali: Eredità Tecnologica in Ombra
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Immagini d'Arte Digitali: Eredità Tecnologica in Ombra
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Il dialogo tra arte classica e consumismo digitale nella drammaticità dei RAEEdi Marco ArezioIn questa opera digitale, l'artista utilizza materiali provenienti dai rifiuti elettronici (RAEE) per reinterpretare un'opera classica di Caravaggio. L'opera raffigura figure e scene iconiche attraverso un assemblaggio di circuiti stampati, fili spezzati, cellulari obsoleti e altre componenti tecnologiche che, pur essendo chiaramente frammenti di scarto, sono disposte con una cura che evoca la precisione compositiva del maestro del chiaroscuro. La drammaticità della scena è amplificata dalla classica illuminazione teatrale tipica di Caravaggio, con il gioco di luci e ombre che accentua l'aspetto decadente e obsoleto degli oggetti elettronici. Le pennellate di colore sono visibili, aggiungendo profondità e texture, e suggeriscono un dialogo tra l’antica tradizione pittorica e l’odierno mondo della tecnologia usa-e-getta. Significato e messaggio dell'artista L'artista vuole esprimere un profondo dialogo tra passato e presente, tra arte classica e cultura contemporanea. L'uso di RAEE, simbolo della nostra epoca ipertecnologica e consumista, pone una domanda centrale: qual è il lascito della nostra civiltà tecnologica? Come l’arte classica immortalava la bellezza e i drammi della vita umana, questa composizione di rifiuti elettronici suggerisce che il futuro della nostra eredità culturale potrebbe essere un ammasso di scarti obsoleti. L’opera invita a riflettere sull’obsolescenza programmata e sulla transitorietà delle tecnologie moderne, in netto contrasto con l’eternità delle opere d’arte. La scelta di raffigurare materiali di scarto in una cornice classica ci costringe a fare i conti con il nostro impatto ambientale e con l’idea di un futuro segnato da ciò che lasciamo dietro di noi: una scia di rifiuti che racconta una storia di spreco. L’artista, attraverso l'evocazione della composizione drammatica di Caravaggio, comunica un messaggio di denuncia sociale e ambientale, in cui la bellezza del passato si scontra con la decadenza del presente. Il gioco di luci e ombre diventa quindi metafora del dualismo tra il progresso tecnologico e le sue conseguenze, suggerendo che anche nel buio dei nostri scarti c'è una bellezza nascosta, ma che potrebbe essere troppo tardi per recuperarla se continuiamo a ignorare le nostre responsabilità. Per acquistare l'opera su formato cartoncino 21x30 o 30x40 cm. contattare il portale rMIX: info@rmix.it inserendo il codice: ECRAEE0910. © Riproduzione Vietata

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https://www.rmix.it/ - Upcycling Creativo: Idee e Tecniche per Trasformare i Rifiuti in Oggetti di Design
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Upcycling Creativo: Idee e Tecniche per Trasformare i Rifiuti in Oggetti di Design
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Scopri cos’è l’upcycling, i suoi vantaggi e come trasformare materiali di scarto in prodotti unici, sostenibili e di valoredi Marco ArezioNegli ultimi anni, l’upcycling si è affermato come una pratica innovativa e sostenibile che permette di dare una seconda vita ai materiali di scarto, trasformandoli in oggetti di design unici e funzionali. A differenza del riciclo tradizionale, che scompone i materiali per riutilizzarli, l’upcycling mantiene l’integrità dei materiali originali, valorizzandoli attraverso creatività e artigianato. Questo approccio non solo riduce l'impatto ambientale dei rifiuti, ma promuove anche una cultura del riuso intelligente e dell’economia circolare. Cos’è l’Upcycling e Come si Differenzia dal Riciclo? L’upcycling, noto anche come riciclo creativo, consiste nel riutilizzare materiali di scarto o oggetti dismessi per creare prodotti di maggior valore rispetto al materiale di partenza. Questo processo si distingue dal downcycling, che invece degrada i materiali per renderli nuovamente utilizzabili in forme meno pregiate. Mentre il riciclo tradizionale richiede spesso processi industriali e il consumo di energia per trasformare i materiali in nuove materie prime, l’upcycling valorizza direttamente gli oggetti esistenti, riducendo così le emissioni di CO2 e lo spreco di risorse. Esempi di Upcycling nel Design e nell’Arte L’upcycling trova applicazione in numerosi settori creativi, trasformando oggetti di scarto in nuovi prodotti funzionali e decorativi. Nel mondo dell’arredamento, vecchi pallet di legno possono diventare tavoli, librerie o persino divani dallo stile industriale e moderno. Porte e finestre dismesse si reinventano come originali testate per letti, mentre barili metallici assumono nuove forme come sedute dal design contemporaneo. Anche nel settore della moda, il riuso creativo sta prendendo piede. Marchi indipendenti e stilisti emergenti danno nuova vita ai jeans usati, trasformandoli in borse e zaini dal look vintage e sostenibile. Gli pneumatici trovano una seconda possibilità diventando suole di scarpe resistenti, mentre tessuti vintage vengono reinterpretati in capi artigianali e originali. L’arte è un altro ambito in cui l’upcycling è ampiamente utilizzato. Scultori e artisti trasformano materiali di recupero come vecchie biciclette, ingranaggi e componenti meccanici in opere suggestive. Murales innovativi prendono vita grazie all’assemblaggio di tappi di bottiglia e pezzi di plastica colorati, mentre designer di gioielli reinventano componenti elettronici obsoleti in accessori unici. Vantaggi dell’Upcycling L’upcycling offre numerosi benefici ambientali, economici e creativi. Uno dei vantaggi principali è la riduzione dei rifiuti: invece di finire in discarica o nelle attività di riciclo industriale, gli oggetti trovano una nuova vita, evitando l’accumulo di materiali inutilizzati. Inoltre, l’upcycling contribuisce alla conservazione delle risorse naturali, poiché non è necessario produrre nuovi materiali per ottenere oggetti di valore. Dal punto di vista energetico, questa pratica è più sostenibile rispetto al riciclo tradizionale, che richiede processi di trasformazione industriale ad alta intensità. L’upcycling, invece, preserva l’integrità del materiale originale, riducendo le emissioni di gas serra e promuovendo un modello di produzione a basse emissioni di carbonio. Un altro vantaggio dell’upcycling è l’unicità dei prodotti creati. Poiché ogni oggetto recuperato ha caratteristiche proprie, il risultato finale è spesso un pezzo artigianale con un valore estetico e simbolico superiore rispetto ai prodotti industriali. Questo non solo incentiva il consumo consapevole, ma apre anche nuove opportunità per il mondo dell’artigianato e delle piccole imprese. Parallelamente, l’upcycling si inserisce nel concetto di economia circolare, favorendo la riduzione degli sprechi e la continua valorizzazione delle risorse esistenti. Sempre più aziende e designer adottano questa filosofia, sviluppando linee di prodotti che combinano sostenibilità e innovazione. Come Iniziare con l’Upcycling? Avvicinarsi all’upcycling è più semplice di quanto si possa pensare. Il primo passo è sviluppare un occhio attento agli oggetti che ci circondano: un vecchio mobile, un capo d’abbigliamento fuori moda o materiali di uso quotidiano possono essere reinventati con creatività e manualità. Un’ottima fonte di ispirazione sono le comunità online e i mercatini dell’usato, dove è possibile trovare idee innovative e imparare tecniche di restauro e trasformazione. Molti designer condividono tutorial dettagliati per aiutare i principianti a cimentarsi nel riuso creativo. Si può iniziare con progetti semplici, come ridipingere vecchi mobili o realizzare decorazioni con materiali di recupero. Con il tempo, si possono sviluppare competenze più avanzate, come il restauro di arredi, la lavorazione dei tessuti o la creazione di oggetti unici attraverso tecniche di assemblaggio e saldatura. Partecipare a workshop o collaborare con associazioni locali che promuovono l’upcycling può essere un ulteriore stimolo per apprendere nuove competenze e contribuire a una cultura del riuso più diffusa e consapevole. Libri Consigliati sull’Upcycling Per chi desidera approfondire l’argomento e scoprire nuove tecniche e idee, ecco tre libri consigliati, disponibili su Amazon Italia: "Upcycling. L'arte del recupero" di Max McMurdo.Una guida pratica per trasformare oggetti comuni in creazioni di design, con progetti dettagliati e immagini illustrative. Perfetto per chi vuole imparare a valorizzare materiali di recupero in maniera creativa. La fenice e il camaleonte nella moda e nel design. Recycling e upcycling di Stefano Sacchi e Karina Bolin. Un’analisi approfondita del riutilizzo dei materiali nel settore della moda e del design, mostrando come queste pratiche possano diventare strategie produttive e artistiche sostenibili. Sarto subito! Manuale essenziale di taglio e cucitoAbiti fai-da-te e upcycling per uno stile etico e no waste di Alberto Saccavini. Un manuale pratico che insegna le basi del taglio e cucito con un focus sull’upcycling, offrendo progetti per creare capi unici e sostenibili a partire da tessuti di recupero. Questi libri offrono una panoramica completa sull’upcycling, fornendo sia approfondimenti teorici che progetti pratici per trasformare materiali di scarto in oggetti di design. Conclusioni L’upcycling rappresenta una straordinaria opportunità per ridurre i rifiuti, promuovere la creatività e contribuire a un mondo più sostenibile. Ogni oggetto che viene trasformato e riutilizzato riduce l'impatto ambientale e dimostra come sia possibile dare nuova vita ai materiali in modo originale e funzionale. Adottare questa pratica non solo aiuta a preservare le risorse del pianeta, ma incoraggia anche un’economia circolare più consapevole. Con un po’ di creatività e le giuste ispirazioni, chiunque può sperimentare l’upcycling e contribuire a una visione del futuro più sostenibile e innovativa.© Riproduzione Vietata

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https://www.rmix.it/ - Guida alle Migliori Friggitrici ad Aria: Tecnologia, Sostenibilità e Confronto dei Modelli
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Guida alle Migliori Friggitrici ad Aria: Tecnologia, Sostenibilità e Confronto dei Modelli
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Scopri come scegliere la friggitrice ad aria perfetta con consigli utili, analisi sulla sostenibilità e confronto tra i migliori prodottidi Marco ArezioLa friggitrice ad aria si è guadagnata un posto d'onore nelle cucine moderne, grazie alla sua capacità di cucinare cibi croccanti e gustosi con poco o nessun olio. Questo è possibile grazie a un sofisticato sistema che combina una resistenza elettrica e un potente ventilatore, capace di generare un flusso d'aria calda che cuoce uniformemente gli alimenti. La temperatura, regolabile fino a 200 °C nei modelli più avanzati, permette di ottenere risultati simili alla frittura tradizionale, ma con un ridotto apporto calorico. Come scegliere il modello giusto, soprattutto se si desidera un prodotto sostenibile e in linea con valori ambientali? In questa guida, esploreremo i criteri fondamentali per l'acquisto, le differenze tra i prodotti sul mercato e un confronto tra tre modelli disponibili su Amazon.it. Cos'è una friggitrice ad aria e come funziona? La friggitrice ad aria utilizza un sistema di ventilazione avanzato, che combina un elemento riscaldante con un ventilatore ad alta potenza per generare un flusso d'aria calda circolante a velocità costante. Questa tecnologia permette di cuocere gli alimenti replicando l'effetto della frittura, ma in modo più salutare e sostenibile. L'aria calda raggiunge ogni angolo del cestello grazie a un design studiato per massimizzare l'efficienza termica, garantendo una distribuzione uniforme del calore. Alcuni modelli integrano sensori di temperatura per regolare automaticamente il calore durante la cottura, evitando bruciature e riducendo i consumi energetici. Grazie a queste innovazioni, il processo di cottura risulta veloce, preciso e capace di mantenere intatte le proprietà organolettiche degli alimenti. Cosa sapere prima di acquistare una friggitrice ad aria Capacità: Le friggitrici ad aria variano in termini di capacità, da modelli compatti da 2 litri ideali per single o coppie, a modelli più grandi da 6-8 litri, perfetti per famiglie numerose. Valuta il volume delle porzioni che prepari abitualmente. Consumi energetici: Anche se le friggitrici ad aria sono generalmente più efficienti rispetto ai forni tradizionali, è importante controllare la potenza espressa in watt. Un buon equilibrio è tra i 1.200 e i 2.000 watt per garantire prestazioni rapide senza consumi eccessivi. Funzionalità: I modelli di fascia alta offrono programmi preimpostati per vari alimenti, funzioni di mantenimento in caldo e app con ricette integrate. Considera quali funzioni ti sono davvero utili. Facilità di pulizia: Parti smontabili e lavabili in lavastoviglie semplificano la manutenzione. Materiali antiaderenti di alta qualità sono una scelta vincente. Certificazioni di sostenibilità: Per chi presta attenzione all'ambiente, è essenziale verificare se l'azienda utilizza materiali riciclati o riciclabili, offre programmi di recupero dei prodotti a fine vita o adotta pratiche produttive a basse emissioni di carbonio. Sostenibilità delle friggitrici ad aria La sostenibilità è un aspetto sempre più importante nella scelta di elettrodomestici, e le friggitrici ad aria non fanno eccezione. Molte aziende stanno adottando pratiche e tecnologie innovative per minimizzare l’impatto ambientale lungo tutto il ciclo di vita del prodotto, dalla produzione al fine vita. Materiali ecologici I materiali utilizzati per costruire le friggitrici ad aria possono fare una grande differenza in termini di sostenibilità. Alcuni modelli integrano plastica riciclata di alta qualità e acciaio inossidabile resistente per ridurre la quantità di risorse vergini impiegate. Inoltre, sempre più produttori scelgono materiali privi di sostanze tossiche come BPA e PFOA, migliorando non solo l’impatto ambientale, ma anche la sicurezza per la salute degli utenti. Un numero crescente di aziende adotta un approccio a ciclo chiuso, utilizzando scarti industriali per creare nuovi prodotti e riducendo così gli sprechi. Efficienza energetica Le friggitrici ad aria sono progettate per consumare meno energia rispetto ai metodi tradizionali di cottura, come i forni o le friggitrici a olio. Questo è reso possibile grazie a tecnologie di riscaldamento rapido e a sistemi di controllo della temperatura avanzati, che ottimizzano l’efficienza termica. Alcuni modelli includono modalità di standby o spegnimento automatico, riducendo ulteriormente gli sprechi di energia quando l’apparecchio non è in uso. L’efficienza energetica non solo contribuisce a ridurre i costi sulla bolletta, ma ha anche un impatto positivo sull’ambiente, diminuendo le emissioni di carbonio associate al consumo di energia. Packaging sostenibile Anche l’imballaggio gioca un ruolo cruciale nella sostenibilità delle friggitrici ad aria. Le aziende più attente all’ambiente utilizzano materiali biodegradabili o riciclabili, come il cartone certificato FSC o fibre vegetali. Per ridurre ulteriormente l’impatto, alcuni produttori impiegano inchiostri a base vegetale e progettano confezioni compatte che ottimizzano il trasporto, riducendo così le emissioni di CO2 legate alla logistica. Fine vita e programmi di riciclo Una delle sfide principali per la sostenibilità degli elettrodomestici è il loro smaltimento. Alcuni produttori hanno istituito programmi di ritiro e riciclo per garantire che i materiali recuperabili vengano riutilizzati e che i componenti elettronici siano smaltiti correttamente. Questa pratica non solo riduce i rifiuti elettronici, ma consente anche di risparmiare risorse preziose che altrimenti andrebbero perdute. Produzione a basso impatto Le migliori aziende stanno investendo in processi produttivi più sostenibili, utilizzando fonti di energia rinnovabile come solare e eolica per alimentare gli impianti di produzione. Inoltre, molte di loro si impegnano a ridurre le emissioni di carbonio e a certificare i loro prodotti secondo standard ambientali internazionali. Confronto tra tre friggitrici ad aria sostenibili Ecco tre modelli disponibili su Amazon.it che si distinguono per prestazioni, sostenibilità e recensioni positive. I link ai prodotti sono inclusi per facilitare l'acquisto. 1. Philips Essential Airfryer HD9252/90 Capacità: 4,1 litri, adatta per 3-4 persone. Potenza: 1.400 watt. Punti di forza: Tecnologia Rapid Air per ridurre il consumo energetico, funzioni intuitive e parti lavabili in lavastoviglie. Sostenibilità: Packaging riciclabile, prodotto con materiali certificati per la riduzione dell'impatto ambientale e un sistema di funzionamento ottimizzato per consumi ridotti. L'azienda utilizza anche pratiche produttive che limitano le emissioni di CO2 e promuove programmi di riciclo per i dispositivi a fine vita.2. Cosori Smart WiFi Air FryerCapacità: 5,5 litri, ideale per famiglie. Potenza: 1.700 watt. Punti di forza: Connettività WiFi per controllo da remoto tramite app, ricettario incluso con opzioni sane e versatili. Sostenibilità: L'azienda promuove un programma strutturato per il riciclo dei dispositivi a fine vita, collaborando con centri di recupero certificati. Questo include il ritiro dei vecchi elettrodomestici per un corretto smaltimento e il riutilizzo dei materiali recuperabili. Inoltre, l'impresa investe in iniziative di educazione ambientale per incoraggiare i consumatori a gestire i rifiuti elettronici in modo responsabile. 3. Ninja Air Fryer MAX AF160EU Capacità: 5,2 litri, perfetta per 4-5 persone. Potenza: 1.750 watt. Punti di forza: Materiali robusti, rivestimento antiaderente privo di PFOA e BPA, cottura uniforme. Sostenibilità: L'azienda adotta un approccio completo alla sostenibilità, riducendo il packaging e utilizzando materiali biodegradabili o riciclabili. Inoltre, si impegna a raggiungere la neutralità carbonica attraverso l'impiego di fonti di energia rinnovabile nei processi produttivi e il supporto a progetti di riforestazione. Viene incentivata anche la riparabilità dei dispositivi, con pezzi di ricambio disponibili per prolungare la vita utile del prodotto, riducendo così i rifiuti elettronici.Conclusioni La scelta della friggitrice ad aria dipende dalle tue esigenze quotidiane e dai tuoi valori. Se cerchi un modello compatto e versatile, la Philips Essential Airfryer è una scelta solida. Per chi vuole integrare la tecnologia smart, la Cosori Smart WiFi offre grande praticità. Infine, il modello Ninja Air Fryer MAX è ideale per chi desidera robustezza e affidabilità. Indipendentemente dalla scelta, una friggitrice ad aria è un investimento non solo per la tua salute ma anche per il pianeta, soprattutto optando per prodotti sostenibili e di qualità.© Riproduzione Vietata

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https://www.rmix.it/ - La Moda Abbraccia l’Ambiente e il Riciclo
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare La Moda Abbraccia l’Ambiente e il Riciclo
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Produzioni di filati riciclati e verso una moda ad impatto zerodi Marco ArezioLa moda non poteva esimersi dal proporre novità estetiche e nuovi tessuti per tutte le donne che hanno un’innata inclinazione all’ambiente e alla natura. Nascono così capi fatti con filati eco-compatibili. I primi stilisti che avevano proposto tessuti provenienti dalla lavorazione di stoffe usate non erano stati identificati come precursori del movimento ambientalista nel settore della moda, ma più come l’espressione di un capriccio di creatori ed innovatori artistici. In realtà queste idee non si erano poi tramutate in ricerche più approfondite o addirittura in elementi costituenti collezioni di moda o produzioni industriali per capi di livello più popolare. Oggi, dove tutte le aziende stanno puntando all’impatto zero, si sono veramente e concretamente studiate soluzione per il riuso degli scarti di produzione adatti alla realizzazione di nuovi capi di abbigliamento. Per esempio la GoldenLady, nota casa produttrice di intimo, che possiede un ciclo industriale che spazia dalla produzione del filato fino alla confezione dei capi per l’intimo, punta all’impatto zero attraverso nuovi filati riciclati e fatti in casa. Parliamo di polimeri in PA 6 e 66, che provengono dal riciclo meccanico dei materiali di scarto della produzione degli stabilimenti aziendali, i quali mantengono caratteristiche del tutto simili ai polimeri vergini normalmente impiegati. L’idea dell’azienda non è solo quella di un autoconsumo, ma è anche allo studio un progetto per vendere sul mercato la produzione di filo riciclato prodotto internamente. L’azienda sta anche studiando filati che provengono dalle biomasse, attraverso l’utilizzo delle piante di mais, barbabietole, canna da zucchero e grano, che manterrebbero le qualità tecniche del filo necessario per creare i capi di abbigliamento. Esistono sul mercato altre realtà imprenditoriali che seguono una strada totalmente naturale per creare fibre tessili, in particolare una Start Up chiamata Orange Fiber, attraverso una collaborazione universitaria con il Politecnico di Milano, hanno studiato una fibra proveniente dagli scarti della filiera agricola delle arance. Considerando che l’industria di trasformazione agrumicola, solo in Italia, produce circa 700.000 tonnellate di sottoprodotto all’anno, creando considerevoli costi di smaltimento, l’azienda ha quindi pensato come utilizzare questa materia prima per l’industria tessile. Il principio della produzione di tessuto dagli scarti delle arance sfrutta la trasformazione delle bucce in cellulosa che, successivamente possa essere filata, per poi produrre fiocco o filo per gli indumenti.Categoria: notizie - tessuti - economia circolare - rifiuti - modaVedi maggiori informazioni sull'argomento

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https://www.rmix.it/ - Globalizzazione del Marcato della Plastica Riciclata: Il Dado è Tratto (Alea iacta est)
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Globalizzazione del Marcato della Plastica Riciclata: Il Dado è Tratto (Alea iacta est)
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Globalizzazione del Marcato della Plastica Riciclata: Il Dado è Tratto (Alea iacta est)di Marco ArezioC’era bisogno di scomodare Giulio Cesare per dare l’idea che non c’è un momento più propizio come questo per agire? Forse si.Non è solo la Plastic Tax che spinge l’Europa a riconsiderare i polimeri riciclati, ma una serie di movimenti dal basso in cui i consumatori, preoccupati dalle condizioni ambientali del pianeta, richiedono produzioni più sostenibili anche nel mondo della plastica. Anche molti altri paesi, fuori dal confine Europeo, stanno adottando politiche restrittive per disincentivare l’uso della plastica vergine nelle produzioni massive, con lo scopo di aumentare il riciclo e diminuire i rifiuti plastici. La società S&P Global Platts Analytics prevede che la plastica riciclata, prodotta attraverso il sistema di riciclo meccanico, sostituirà oltre 1,7 milioni di tonnellate di polimeri plastici vergini entro il 2030, rispetto alle 688.000 tonnellate del 2020. Come sostituire la plastica vergine con quella riciclata a livello globale C’è ancora molta diffidenza sui polimeri plastici riciclati, specialmente nei paesi meno industrializzati, dove troppo spesso l’acquisto di questa materia prima è visto come un affare economico, volto a ridurre il costo di produzione. Questa richiesta di realizzare un’importante differenza di prezzo, rispetto a quella vergine, diventa per alcuni acquirenti l’unico metro di valutazione per l’impiego di un polimero riciclato. Ma come abbiamo visto nell’articolo pubblicato nel portale Arezio, anno dopo anno il prezzo dei polimeri riciclati si sposteranno verso il prezzo di quelli vergini e, in molti casi lo supereranno, questo per ragioni di carattere economico, ambientale e industriale. La globalizzazione del marcato dei polimeri riciclati deve passare verso una standardizzazione dei processi produttivi, in cui la filiera di trasformazione offra a tutti i clienti e in tutti i continenti dei processi di trattamento del rifiuto plastico comparabili dal punto di vista qualitativo. Oggi, in molte parti del mondo, la produzione di polimeri riciclati è un’attività localizzata dove non vengono sempre espressi valori di qualità, ma principalmente la necessità più o meno impellente del riuso del rifiuto in entrata. Bisogna acquisire la consapevolezza che l’utilizzo dei polimeri riciclati deve essere prioritario rispetto a quelli vergini, indipendentemente dal loro costo, in quanto il risparmio delle risorse del pianeta e la riduzione dei rifiuti che vengono prodotti giornalmente sono di gran lunga il fattore principale. La pressione dei governi Come abbiamo visto molti stati stanno applicando legislazioni disincentivanti all’uso della plastica vergine, attraverso una serie di tasse o imposizioni di utilizzo nelle miscele di percentuali variabili di plastica riciclata. In Gran Bretagna, per esempio, la produzione di un articolo che non contenga il 30% di plastica riciclata, per i prodotti rientranti in alcune categorie, subisce una tassa di 200 GBP/Ton, rendendo meno vantaggioso il costo finale del prodotto fatto solo con plastica vergine. Queste normative devono, da una parte disincentivare l’acquisto non deferibile della plastica vergine ma, nello stesso tempo, devono tendere, non solo ad aumentare la quota di produzione dei polimeri riciclati a livello mondiale, in modo da compensare la diminuzione dell’uso del vergine, ma devono anche portare a una filiera produttiva più uniforme per creare similitudini nei polimeri riciclati esportabili. Queste attività legislative stanno aumentando la richiesta di plastica riciclata che spesso, come in Europa, non corrisponde all’aumento dei volumi offerti. Principio di standardizzazione dei polimeri riciclati Quando si acquista un Polimero vergine con una specifica caratteristica da un fornitore è possibile, se le condizioni di mercato lo rendessero necessario, acquistarne uno molto simile prodotto da un altro fornitore, senza avere grandi differenze sui valori tecnici o di colore. Nel campo dei polimeri riciclati, non sempre questa alternanza esiste, in quanto ci possono essere delle differenze che potrebbero rendere un elemento diverso da un altro. Vediamo come: • Differenti fonti di approvvigionamento • Differente ciclo di vita del prodotto da riciclare • Differente di sostanze contenute nel prodotto se è un imballo • Differenti tecniche e metodi di riciclo nella filiera • Differenti macchinari utilizzati • Differente qualità della filiera del riciclo • Differenti mix di input per la creazione delle ricette • Differenti tecniche per il controllo di qualità dei polimeri Queste sono solo alcune alternative che possono implicare ad un polimero riciclato di essere differente da un suo simile. La standardizzazione non è sempre facile, in quanto il materiale in entrata può avere caratteristiche, a volte, più vicino al rifiuto che alla materia prima, ma lo sforzo comune di caratterizzare sempre meglio i polimeri finali permetterà una maggiore diffusione degli stessi. Nel mercato Europeo il lavoro di standardizzazione di alcuni polimeri come rPET o il PVC ha portato buoni risultati, conferendo a queste due famiglie regole qualitative, all’interno delle quali il prodotto è normato e di più facile diffusione nel mondo, potendo ripetere, lotto per lotto gli stessi valori. Anche l’rPET riciclato negli Stati Uniti sta diventando più uniforme e mostra riduzioni dei livelli di contaminanti. Questa spinta è guidata dalla California, dove dal 2022 si applicherà un contenuto minimo di plastica riciclata nelle bottiglie in PET, a partire dal 15%. Ma le produzioni di macinati trasparenti rPET della California sono in gran parte dominate da materiali con un livello di contaminanti in PVC fino a 100 ppm, questo significa che il settore dell’rPET statunitense è orientato verso mercati finali di qualità inferiore, come i mercati delle fibre e dei tessuti. I grandi marchi internazionali delle bibite stanno installando produzione di rPET nei paesi dove trovano fonti di approvvigionamento abbondanti e continuative, creando una spinta alla standardizzazione del polimero nel mondo. L’inquinamento globale procurato della plastica abbandonata a causa di comportamenti scellerati dell’uomo può essere risolto, dando valore al prodotto da riciclare in tutto il modo.Categoria: notizie - plastica - economia circolare - rifiuti - business - internazionalizzazioneVedi maggiori informazioni sull'argomento

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https://www.rmix.it/ - I Rifiuti Elettronici: una Filiera con Molte Incognite e Speculazioni
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare I Rifiuti Elettronici: una Filiera con Molte Incognite e Speculazioni
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I Rifiuti Elettronici: una Filiera con Molte Incognite e Speculazionidi Marco ArezioI rifiuti elettronici sono quella massa di prodotti di uso comune come elettrodomestici, telefonini, televisori, computers e molti altri oggetti che raggiungono, più o meno velocemente, una condizione di obsolescenza, voluta dai produttori o dalla moda o per rotture tecniche, in un tempo sempre più rapido.A differenza dei rifiuti plastici, di vetro, di metallo, di carta o di tessuti, il rifiuto elettronico è un complesso articolato di componenti di varia natura e provenienza che ne fa, di per sé, un oggetto complicato per il riciclo. Inoltre un oggetto elettronico contiene molte sostanze chimiche pericolose che se non trattate in modo corretto comportano seri danni all’ecosistema e all’uomo. Ci sono molti motivi per spingere sull’industria del riciclo legale delle apparecchiature elettroniche, tra le quali possiamo annoverare il rispetto dell’ambiente, la tossicità di alcuni componenti che sono presenti all’interno delle apparecchiature, che devono essere gestiti in maniera corretta e responsabile, ma anche la crescente domanda dei materiali nobili, da parte dei produttori, per la costruzione di nuovi dispositivi. Infatti, molti minerali rari che sono necessari per le moderne tecnologie provengono da paesi che non rispettano i diritti umani. Per evitare di sostenere inconsapevolmente conflitti armati e violazioni dei diritti umani, i deputati del Parlamento europeo hanno adottato norme che impongono agli importatori europei di materiali preziosi di effettuare dei controlli sul ciclo di lavoro per garantire che non si verifichino fenomeni di sfruttamento dei lavoratori, di inquinamento delle terre e di reputazione dei fornitori. Anche per questo motivo la crescita del mercato legale del riciclo di questo settore risulta di particolare importanza. Se volessimo fare una classifica di quale siano i rifiuti elettronici più comuni possiamo dire che i grandi elettrodomestici, come le lavatrici e le stufe elettriche, sono tra i quelli più raccolti e rappresentano oltre la metà di tutti i rifiuti elettrici ed elettronici. Seguono le apparecchiature informatiche e di telecomunicazione (computer portatili, stampanti), le apparecchiature di consumo (videocamere, lampade fluorescenti) e i pannelli fotovoltaici nonché i piccoli elettrodomestici (aspirapolvere, tostapane). Tutte le altre categorie, come gli attrezzi elettrici e i dispositivi medici, rappresentano in totale il 7,2% dei rifiuti elettronici ed elettrici raccolti. Il riciclo dei rifiuti elettronici, nonostante vi siano sostanze preziose al loro interno come il rame, lo stagno, l’oro, il titanio, l’argento, l’alluminio, rimane del tutto insufficiente, in termini di volumi riciclati, rispetto alla produzione annua di apparecchiature nuove. L’ONU nel solo 2017 ha stimato in 50 milioni di tonnellate in tutto il mondo la massa di rifiuti elettronici di cui l’80% è finito nelle discariche. Quali sono i motivi per cui si ricicla così poco?Innanzitutto la complessità degli apparecchi, formati da molti elementi diversi tra loro e l’alto standard qualitativo, che impone l’uso di materie prime chimicamente complesse, che richiederebbe lo smontaggio degli apparecchi per una separazione corretta in elementi costitutivi. In realtà gli molti apparecchi non vengono smontati, specialmente quelli più piccoli, ma macinati e divisi successivamente con la perdita di molti materiali e il parziale inquinamento degli elementi riciclabili. Possiamo dire che solo alcuni produttori hanno avviato il ritiro dei propri prodotti usati a fine vita, come Apple per esempio, creando un flusso di rifiuti del tutto pulito dai quali estrae i materiali più preziosi tra cui l’oro. Inoltre il ritmo di produzione e di vendita degli apparecchi, come i telefonini, vede ogni anno un ciclo di cambio pari a circa il 25% della popolazione, inoltre nelle case sarebbero accumulati 500 milioni di apparecchi inutilizzabili che incombono sulla quota dei rifiuti elettronici globali. I sistemi di riciclo dei rifiuti elettronici - RAEE Il recupero dei componenti degli apparecchi elettronici avviene principalmente attraverso i processi di triturazione e separazione del macinato risultante, secondo la sua natura. Il vetro, la plastica i metalli e altri prodotti minori vengono separati con sistemi meccanici e per densità, creando famiglie omogenee di scarti che potranno diventare nuova materia prima. Purtroppo, all’interno di un apparecchio elettronico, una quota considerevole di materiali non può essere separato e riciclato per la complessità delle ricette chimiche richieste durante la loro produzione. Per queste difficoltà e per gli alti costi di riciclo, attualmente una quota tra il 60 e 80% dei rifiuti elettronici a fine vita vengono inviati in paesi in via di sviluppo, a volte in maniera poco trasparente, dove gli apparecchi vengono separati manualmente, con sistemi che comportano enormi problemi sanitari e ambientali in cui avviene il lavoro. Molti degli prodotti che sono avviati al riciclo o alla discarica sono strumenti ancora validi e recenti, ma attualmente la loro costituzione, strutturale e di processo per il loro funzionamento, ne rende difficile o antieconomica la riparazione, a volte volutamente impossibile dai produttori, così da creare un volano di nuovi acquisti e di conseguenza un aumento esponenziale dei rifiuti. In un’ottica generale questo consumismo sfrenato in cui la vita del prodotto viene programmata per durare il meno possibile, creando un nuovo bisogno di acquisto, va contro ogni logica di sostenibilità a cui gli organi competenti devono dare un freno.Categoria: notizie - RAEE - economia circolare - rifiuti Vedi maggiori informazioni sul riciclo

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