La multinazionale DS Smith si occupa dei servizi di riciclo della carta in 14 paesi al mondo con 3500 dipendenti e 16 cartiere, producendo ogni anno 5 milioni di tonnellate di prodotti in carta, attraverso questa intervista conosciamo il nuovo amministratore delegato del settore ricicloRogier Gerritsen in qualità di nuovo amministratore delegato della divisione Recycling di DS Smith è responsabile delle operazioni di riciclaggio in tutta Europa.Cosa ti ha attratto del ruolo di amministratore delegato della nostra divisione riciclaggio? Dopo aver lavorato in entrambe le divisioni Carta e Imballaggio, non ho potuto dire di no a questa fantastica opportunità. Ho sempre ammirato il nostro modello di business circolare e la divisione Recycling gioca un ruolo così cruciale in questo aiutando i nostri clienti a migliorare il loro riciclaggio e ridurre i loro rifiuti, mantenendo i materiali in uso il più a lungo possibile. Questo è solo uno dei modi in cui stiamo creando l'economia circolare, riducendo al minimo l'impatto sul mondo che ci circonda. Sono entusiasta di svolgere un ruolo nel contribuire a creare un futuro più sostenibile per la nostra attività, i nostri clienti e l'ambiente.Cosa vorresti ottenere nel tuo nuovo ruolo? Durante le mie prime settimane, ho avuto il grande piacere di incontrare molte delle persone appassionate e competenti del nostro team che hanno a cuore la nostra attività, vogliono fare la differenza e hanno l'esperienza necessaria. Voglio che siamo in grado di condividere ancora di più la nostra esperienza e competenza e aiutare i nostri clienti con le loro sfide nel riciclo qualunque esse siano: raggiungere gli obiettivi del riciclo, migliorare le prestazioni o raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.Cosa ti rende orgoglioso del tuo nuovo ruolo? La nostra missione è garantire che il riciclo dei nostri clienti sia realmente riciclato e credo fermamente che possiamo fare la differenza nella maggior parte dei mercati in cui operiamo. Sono particolarmente orgoglioso che abbiamo la responsabilità di fornire la massima qualità possibile di materiali riciclati ai nostri impianti e una rete di aziende partner di fiducia in tutto il mondo. Vorrei che usassimo le nostre capacità, passione, processi e impronta per aiutare i nostri clienti e dare forma al nostro intero settore.Cosa ti stimola fuori dal lavoro? Ci tengo molto a fare la differenza e penso che sia davvero importante investire nelle nostre generazioni future, condividere conoscenze ed esperienze per assicurarci che ne traggano vantaggio. Per me, questo inizia con la mia famiglia. Di recente sono stato in grado di aiutare mio figlio con un compito scolastico sulla sostenibilità condividendo esempi di sostenibilità in azione dal mio lavoro presso DS Smith. Mi riempie di orgoglio che presto tutti coloro che lavorano per DS Smith potranno condividere le loro conoscenze ed entusiasmo in questo modo.Lo scorso settembre è stata lanciata la strategia di sostenibilità Now and Next, cosa possono aspettarsi i nostri clienti da questo? Sono davvero entusiasta del lancio della nostra nuova strategia di sostenibilità Now and Next. Questo è il nostro impegno a livello aziendale che mira ad affrontare le sfide di sostenibilità che stiamo affrontando oggi, così come quelle che avranno un impatto sulle nostre generazioni future. Uno degli obiettivi principali per me è che entro il 2030 coinvolgeremo 5 milioni di giovani nell'economia circolare e negli stili di vita circolari. Vedo già questa strategia prendere vita in tutta Europa e, come ho già detto, mi sta anche aiutando con i compiti scolastici di mio figlio! Molti dei nostri clienti sono sempre stati interessati alle nostre iniziative di sostenibilità e ora questo approccio è in crescita. Lavoreremo insieme a partner e ai clienti per sviluppare strategie completamente circolari, dalla progettazione alla produzione, dalla fornitura al riciclaggio. Credo davvero che collaborando con i nostri clienti, comunità, governi e influencer, possiamo fare la differenza insieme.Cosa diresti ai tuoi clienti sulle sfide che stanno affrontando in questo momento? Le pressioni sulla sostenibilità sulle aziende sono aumentate in modo significativo negli ultimi due anni. Nonostante la pandemia da COVID-19, c'è ancora l'aspettativa che le organizzazioni di tutti i tipi non dovrebbero limitarsi solo a ridurre al minimo il loro impatto sul mondo naturale, ma dovrebbero sforzarsi, ove possibile, di creare un impatto positivo sulle persone e sul pianeta. La sostenibilità è al centro del nostro modello di business ed è il fulcro del nostro scopo di "Ridefinire il packaging per un mondo che cambia". Grazie al nostro modello di business unico, siamo coinvolti in ogni punto di contatto del ciclo di fornitura dei nostri clienti e possiamo guidarli nell'adozione di pratiche e soluzioni sostenibili a lungo termine. Personalmente non vedo l'ora di lavorare a stretto contatto con tutti i nostri clienti e potenziali clienti in tutta Europa e mostrare come DS Smith può avere un impatto positivo sul raggiungimento dei loro obiettivi di riciclaggio, obiettivi aziendali e obiettivi ambientali.by DS Smith
SCOPRI DI PIU'Joule è il nuovo programma di formazione creato da Eni per migliorare le competenze manageriali nel campo dell'economia circolare e della transizione energeticaInsieme per far crescere le tue idee La mission di Joule è formare e sostenere nel proprio sviluppo chi vuole fare impresa, crescere e fare crescere I'Italia in maniera sostenibile, con l’obiettivo di incidere positivamente sui processi di transizione energetica ed economia circolare. Joule forma le aspiranti e gli aspiranti imprenditori, fornisce strumenti, competenze e chiavi di lettura con moduli in aula e a distanza. Inoltre, supporta chi ha già avviato un’impresa e vuole svilupparla. Lo Human Knowledge Program di Joule è un'esperienza innovativa, iniziata a ottobre 2020 con un percorso in aula e a distanza, il Blended Program, rivolto a 25 partecipanti già selezionati, e che continua ora con uno full distance learning, gratuito e aperto a tutti, Open Program. Infine, Energizer è l’hybrid accelerator che supporta chi ha già avviato una startup sostenibile. L’obiettivo di Human Knowledge Program è accompagnare la crescita imprenditoriale attraverso l’approfondimento di dieci macro temi pillars, challenge e opportunità concrete, un network di formatori d’eccellenza oltre che imprenditori che mettono a disposizione le proprie esperienze con cui sviluppare insieme una community. Open è molto più di un programma formativo full distance, è un acceleratore di apprendimento pensato per tutti coloro che vogliano mettersi in gioco nel fare impresa in modo dinamico e coinvolgente: la tua avventura imprenditoriale può iniziare oggi.Maggiori informazioni
SCOPRI DI PIU'Per affrontare le crescenti esigenze energetiche dell'intelligenza artificiale, Google si allea con Kairos Power per costruire reattori nucleari modularidi Marco ArezioL’intelligenza artificiale (AI) è diventata un elemento centrale nelle strategie di crescita delle grandi aziende tecnologiche, come Google. Tuttavia, il crescente utilizzo di queste tecnologie richiede una quantità enorme di energia. I data center, che alimentano modelli AI avanzati come il recente progetto Gemini di Google, stanno consumando sempre più risorse energetiche. Nel 2023, Google ha visto un aumento del 13% nelle proprie emissioni di carbonio, causato dall’aumento del consumo di energia dei suoi centri dati e dalla catena di approvvigionamento. La svolta: l’investimento nel nucleare Per far fronte a queste esigenze, Google ha stretto una partnership con Kairos Power, una startup specializzata nello sviluppo di reattori nucleari modulari avanzati, noti come Small Modular Reactors (SMR). Questa collaborazione rappresenta un passo fondamentale per il colosso tecnologico, con l’obiettivo di portare online nuove centrali nucleari entro il 2030, fornendo fino a 500 megawatt di energia pulita e continua per alimentare i suoi data center. I piccoli reattori modulari (SMR) offrono numerosi vantaggi rispetto ai reattori nucleari tradizionali. Sono progettati per essere costruiti in modo più rapido e a costi inferiori, con una capacità di produzione energetica flessibile. Gli SMR, grazie alle loro dimensioni ridotte, possono essere collocati vicino ai luoghi di consumo energetico, riducendo le perdite di trasmissione e migliorando l’efficienza della rete. Tecnologia SMR: Un approfondimento tecnico Gli SMR sono una nuova generazione di reattori nucleari che si differenziano dai reattori convenzionali per dimensioni, capacità e sicurezza. Questi reattori utilizzano combustibile nucleare arricchito a livelli più bassi rispetto ai reattori tradizionali e sono progettati per essere intrinsecamente più sicuri. Ad esempio, molti SMR incorporano sistemi di raffreddamento passivo, che non richiedono energia elettrica per mantenere il reattore a temperature di sicurezza, riducendo così il rischio di fusione del nocciolo. Un aspetto chiave degli SMR è la modularità: possono essere prodotti in fabbrica e poi assemblati sul sito finale, accelerando i tempi di costruzione e riducendo i costi complessivi del progetto. Questo approccio si adatta perfettamente alla strategia di Google, che ha bisogno di soluzioni rapide per affrontare l’aumento esponenziale della domanda energetica generata dalle sue infrastrutture di AI. In particolare, Kairos Power ha iniziato la costruzione di uno di questi reattori SMR nel Tennessee e prevede di completare il progetto entro il 2030. Una volta operativo, il reattore fornirà energia sufficiente per alimentare circa 438.000 abitazioni americane, dimostrando la capacità degli SMR di contribuire in modo significativo alla decarbonizzazione del settore energetico. Vantaggi della scelta nucleare L’utilizzo dell’energia nucleare rappresenta una svolta per Google e per l’intero settore tecnologico. A differenza delle fonti rinnovabili come l’eolico e il solare, che sono intermittenti e dipendono dalle condizioni atmosferiche, il nucleare offre una produzione costante di energia. Questo è cruciale per i data centers che richiedono operazioni continue e che non possono permettersi interruzioni. L’energia prodotta dagli SMR sarà inoltre priva di emissioni di carbonio, contribuendo così a ridurre l’impatto ambientale delle operazioni di Google e avvicinandola al suo obiettivo di alimentare tutte le sue attività globali con energia carbon-free entro il 2030. Partnership e sostenibilità a lungo termine L’accordo con Kairos Power è solo uno dei tanti passi che Google sta compiendo per ridurre il proprio impatto ambientale e garantire la sostenibilità delle sue operazioni a lungo termine. L’azienda è già leader nell’adozione di energie rinnovabili e ha investito massicciamente in soluzioni energetiche innovative negli ultimi anni. Tuttavia, la crescente domanda di energia da parte dei sistemi AI sta spingendo Google e altre aziende tecnologiche a esplorare opzioni a lungo termine come il nucleare, che offre una fonte stabile e pulita di energia. Inoltre, l’adozione di SMR potrebbe aprire nuove opportunità per l’industria nucleare, che ha lottato per mantenere la sua posizione nel mix energetico globale a causa dei costi elevati e delle preoccupazioni relative alla sicurezza. Google, con la sua influenza e risorse, potrebbe contribuire a catalizzare una rinascita dell’energia nucleare, rendendola una parte fondamentale della transizione energetica globale. Conclusione L'investimento di Google nei piccoli reattori nucleari modulari rappresenta un cambiamento strategico non solo per l’azienda stessa, ma anche per il settore energetico nel suo complesso. L'energia nucleare offre una soluzione sostenibile e affidabile, per affrontare le sfide energetiche future, soprattutto in un mondo dove l'AI e altre tecnologie avanzate richiedono risorse sempre maggiori. La partnership con Kairos Power segna l’inizio di una nuova era per Google, in cui l'innovazione tecnologica si fonde con la sostenibilità ambientale, creando un futuro più pulito e più intelligente.© Riproduzione VietataFoto Wikipedia
SCOPRI DI PIU'Mama Science, Alkelux e AgreeNET rivoluzionano il packaging con soluzioni naturali: più freschezza, meno sprechi e addio alla plastica usa-e-gettaImmagina di aprire il frigorifero e trovare le fragole ancora perfette dopo una settimana. Nessuna muffa, nessun odore strano, nessuna delusione. È una scena che potrebbe diventare la norma grazie all’ingegno di tre giovani startup italiane che hanno deciso di combattere lo spreco alimentare e la dipendenza dalla plastica con strumenti nuovi, concreti e sorprendenti. Ogni giorno, tonnellate di cibo finiscono nella spazzatura solo perché non si conservano abbastanza a lungo. E mentre supermercati e consumatori cercano di correre ai ripari, la plastica continua a dominare gli scaffali: onnipresente, ma poco efficace contro il tempo. A ribaltare questa narrazione arrivano Mama Science, Alkelux e AgreeNET. Tre startup, tre approcci diversi, un obiettivo comune: rendere il packaging alimentare alleato del pianeta, della filiera e delle nostre abitudini quotidiane. Mama Science: la pellicola vegetale che respira e protegge A Bologna, Mama Science ha creato qualcosa che sembra uscito da un laboratorio di bio-design: una pellicola completamente vegetale, sottile e trasparente, che avvolge frutta, verdura, formaggi o carne come una seconda pelle. Ma a differenza della plastica tradizionale, non lascia residui, si biodegrada e – cosa forse più importante – permette al cibo di respirare. Questo “film intelligente” agisce rallentando il deterioramento naturale degli alimenti. Rende la frutta più resistente alla disidratazione, conserva la croccantezza della verdura, mantiene il profumo e la consistenza del fresco. In pratica, guadagna giorni preziosi di vita, riducendo drasticamente lo spreco. E una volta esaurito il suo compito? La pellicola non diventa rifiuto: torna alla terra, compostandosi naturalmente. Una soluzione semplice, scalabile, e profondamente coerente con l’idea di un’economia circolare. Alkelux: la polvere che trasforma il packaging tradizionale In Sardegna, un altro gruppo di innovatori sta lavorando a una rivoluzione più invisibile ma altrettanto potente. La startup Alkelux ha messo a punto una polvere naturale da integrare direttamente nei materiali d’imballaggio già in uso, senza doverli sostituire. È un additivo biodegradabile, idrosolubile, che si miscela ai polimeri convenzionali rendendoli attivi contro i principali nemici del cibo fresco: umidità, ossidazione, proliferazione batterica. Ciò che rende unica questa soluzione è la sua modularità. I produttori non devono cambiare le linee, non devono convertire gli impianti. Basta un piccolo innesto nella composizione dei materiali per ottenere confezioni intelligenti, che “collaborano” con l’alimento contenuto. L’impatto è duplice: da un lato, si allunga la vita del prodotto sugli scaffali, evitando perdite economiche e logistiche; dall’altro, si riduce la dipendenza da confezioni multiple o eccessive, in favore di un solo imballo più efficiente e più rispettoso dell’ambiente. AgreeNET: il pod vegetale che combatte i microbi Il viaggio nell’innovazione ci porta infine a scoprire la sofisticata tecnologia di AgreeNET, una startup specializzata in soluzioni bioattive per la conservazione degli alimenti freschi. La loro invenzione ha la forma di un piccolo “pod”, simile a un filtro per il tè, realizzato con materiali vegetali e biodegradabili. All’interno, un mix di sostanze naturali selezionate rilascia gradualmente composti che rallentano lo sviluppo di muffe e batteri. Il pod viene inserito direttamente nelle confezioni di frutta e verdura e agisce come una barriera invisibile contro i patogeni. Il risultato? La shelf-life può estendersi anche di 20 giorni, mantenendo intatti gusto, profumo e consistenza. Questa tecnologia è particolarmente utile per i distributori, gli esportatori e i punti vendita con tempi lunghi di stoccaggio. È un’arma potente contro gli scarti invisibili che ogni giorno si accumulano lungo la filiera. Packaging intelligente: la rivoluzione silenziosa Quello che unisce queste tre startup non è solo l’ingegno tecnico. È una nuova visione del packaging. Una visione che lo trasforma da semplice contenitore a protagonista attivo nella conservazione degli alimenti. Che lo vuole parte della soluzione, non più del problema. Le innovazioni di Mama Science, Alkelux e AgreeNET non sono solo alternative ecologiche: sono strumenti reali per cambiare il sistema. Consentono di ridurre lo spreco, migliorare la logistica, rispettare l’ambiente e offrire un vantaggio competitivo alle imprese. E lo fanno con soluzioni già pronte per essere adottate su larga scala. Dietro l’innovazione, una nuova economia Queste realtà non sono nate per caso. Sono frutto di un ecosistema italiano che, pur tra mille difficoltà, continua a generare innovazione. Programmi di accelerazione dedicati al settore agroalimentare, fondi d’investimento sensibili alla transizione green, ricercatori e ingegneri capaci di unire scienza e sostenibilità. Il packaging sostenibile non è più un’opzione: è una necessità economica, sociale e ambientale. In un mondo in cui il cambiamento climatico impone limiti sempre più stringenti, ogni giorno di freschezza in più è un giorno di rifiuti in meno. Una nuova abitudine possibile La rivoluzione comincia in modo silenzioso. Con una pellicola trasparente che sembra plastica ma non lo è. Con una polvere che non si vede ma protegge. Con un piccolo pod che lavora nell’ombra per salvare ciò che mangiamo. Ecco la bellezza delle soluzioni intelligenti: agiscono senza clamore, ma cambiano tutto. Rendono più semplice fare la cosa giusta. E, soprattutto, ci ricordano che ogni gesto quotidiano può essere parte di un cambiamento più grande. Perché non è solo il cibo che salviamo. È il futuro. E stavolta lo stiamo facendo un imballaggio alla volta.© Riproduzione Vietata
SCOPRI DI PIU'Con una capacità di 5 MW, l’impianto di Bouillac contribuirà alla transizione energetica francese, riducendo le emissioni e sostenendo l’economia localedi Marco ArezioNel contesto delle sfide energetiche globali e della transizione verso fonti rinnovabili, l'Italia si distingue per l’impegno delle sue aziende nell'espansione delle energie pulite in Europa. Un esempio rilevante è Plenitude, la divisione energetica del gruppo ENI dedicata alle energie rinnovabili, che ha recentemente avviato la produzione del suo nuovo impianto solare a Bouillac, in Francia, con una capacità installata di 5 megawatt (MW). Questo nuovo progetto rappresenta un passo significativo per Plenitude, che ha come obiettivo il rafforzamento del proprio portafoglio di energia rinnovabile e la riduzione delle emissioni di gas serra. Un Impianto Strategico per la Francia L'impianto solare di Bouillac si inserisce in una strategia di espansione delle fonti rinnovabili in Francia, dove il governo si è impegnato a incrementare la quota di energia pulita per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050. Con una capacità di 5 MW, l'impianto è in grado di fornire energia pulita a migliaia di famiglie e contribuire alla stabilità energetica del paese, riducendo al contempo la dipendenza dai combustibili fossili. Plenitude e la Transizione Energetica Plenitude è una delle aziende leader in Europa nella produzione di energia rinnovabile e, attraverso iniziative come l'impianto di Bouillac, dimostra un impegno concreto nella transizione energetica. La società punta a raggiungere una capacità installata di energia rinnovabile di 15 GW entro il 2030, combinando impianti solari, eolici e di bioenergia per sostenere una rete energetica più sostenibile e resiliente. La scelta della Francia per questo nuovo progetto non è casuale: il paese è uno dei principali mercati europei per l’energia rinnovabile e offre incentivi significativi per lo sviluppo di impianti solari. Questo favorisce aziende come Plenitude nel contribuire all’espansione dell'energia solare e accelerare il raggiungimento degli obiettivi climatici fissati a livello nazionale ed europeo. Impatti e Benefici per la Comunità Locale L’impianto di Bouillac non solo favorirà la transizione energetica, ma avrà anche un impatto positivo sull'economia locale. La costruzione e la manutenzione di impianti solari richiedono competenze tecniche e manodopera specializzata, creando opportunità di lavoro sia dirette che indirette nella regione. Inoltre, l'energia solare genera una produzione di energia a basso impatto ambientale, migliorando la qualità dell'aria e riducendo l'inquinamento atmosferico locale rispetto alle fonti fossili. La Visione a Lungo Termine di Plenitude Plenitude si impegna non solo nella produzione di energia rinnovabile, ma anche nella promozione di un modello di business sostenibile e responsabile. L’azienda ha implementato diverse iniziative per migliorare l'efficienza energetica e ridurre l’impatto ambientale delle sue attività. Attraverso collaborazioni con altre imprese e istituzioni, Plenitude mira a sviluppare tecnologie innovative e a sostenere la ricerca e lo sviluppo nel settore delle energie rinnovabili. Conclusione L’inaugurazione dell’impianto solare di Bouillac rappresenta un traguardo importante per Plenitude e un contributo significativo alla decarbonizzazione della rete energetica francese. In un contesto di crescente urgenza per affrontare il cambiamento climatico, progetti come questo non solo aiutano a ridurre le emissioni di CO2, ma offrono anche un modello replicabile per altre aziende e nazioni che vogliono investire in un futuro più sostenibile.© Riproduzione Vietata
SCOPRI DI PIU'Gazechim Plastics cambia nome in Snetor Uk dopo l'AcquisizioneA seguito dell'acquisizione di Gazechim Plastics da parte del Gruppo Snetor lo scorso luglio, siamo lieti di annunciare il cambio della ragione sociale di GAZECHIM PLASTICS UK che diventa SNETOR UK. Questo nuovo nome aziendale illustra il nostro desiderio di rafforzare la nostra visibilità sul mercato europeo e fa parte del nostro sviluppo strategico. Chiude il cambio di nome avviato con GAZECHIM PLASTICS ROMANIA che è diventato SNETOR EASTERN EUROPE alla fine del 2020. Da gennaio 2021, GAZECHIM PLASTICS BENELUX e GAZECHIM PLASTICS NORDEN si chiamano SNETOR BENELUX e SNETOR NORDEN Emmanuel Aubourg, CEO Snetor Group
SCOPRI DI PIU'Total e ArcelorMittal Siglano un Accordo per il Gas (LNG)Total comunica al mercato di aver siglato un accordo per la fornitura di 500.000 tonnellate annue di gas naturale liquefatto (LNG) fino al 2026 con l'azienda ArcelorMittal Nippon Steel (AMNS) per le attività industriali in india. I'LNG verrà scaricato al terminal LNG di Dahej o Hazira, sulla costa occidentale dell'India.“Siamo lieti di collaborare con AMNS e di soddisfare la crescente domanda industriale di GNL in India, un Paese che mira a più che raddoppiare la quota di gas naturale nel suo mix energetico entro il 2030 rispetto ad oggi”, ha affermato Thomas Maurisse, Senior Vice President GNL al totale. "La fornitura di GNL contribuirà alla riduzione delle emissioni di carbonio di AMNS, in linea con l'ambizione di Total di offrire ai propri clienti prodotti energetici che emettono meno CO2 e di supportarli nelle proprie strategie a basse emissioni di carbonio".Vedi maggiori informazioni sull'operazione Total Accessori per il gas liquefatto LNG
SCOPRI DI PIU'Sistemi di riciclo Erema per i Tubi da IrrigazioneNell’ottica della circolarità degli scarti plastici nel settore dell’irrigazione, Erema aiuta a riciclare gli scarti di produzione dei tubi in LLDPE.Gli impianti prevedono il recupero degli scarti di lavorazione dei tubi di irrigazione attraverso la macinazione e la granulazione dei tubi in PE a bassa densità. Secondo le indicazioni di Erema, il sistema è stato progettato dal suo marchio Pure Loop e può gestire materiali come tubi anti goccia e tubi di irrigazione che si accumulano come scarti durante la produzione dei o vengono scartati durante i controlli di qualità. Erema dichiara che questa tecnologia permette la riutilizzazione degli scarti, sotto forma di granuli, che provengono dalla produzione, in una miscela con il materiale in PE vergine senza subire diminuzioni di qualità. Secondo Erema, il concetto di riciclaggio creato da Pure Loop "è già stato recepito dai produttori di sistemi di irrigazione negli Stati Uniti, Israele, Italia e Messico". L'azienda aggiunge: "Gestiscono impianti di riciclaggio con portate da 100 a 500 chilogrammi l'ora e riutilizzano i pellets riciclati prodotti in proporzioni fino al 20 percento nel processo di produzione.Foto: Pure Loop
SCOPRI DI PIU'Nell'ambito delle fonti rinnovabili, in particolare quella solare, si è sviluppata a partire dal 2014 una comunity che raggruppa migliaia di iscritti e che oggi, come comunicato da ENI, viene acquisita al 100%Evolvere, società controllata da Eni gas e luce e leader nel settore della generazione distribuita da fonti rinnovabili in Italia, ha acquisito il 100% di PV Family, innovativa startup nel mondo del fotovoltaico che gestisce My Solar Family, la più grande community digitale di prosumer in Italia con oltre 80mila iscritti. La collaborazione tra le due aziende nasce nel 2018 con l’ingresso di Evolvere nel capitale di PV Family come socio di minoranza per apportare le risorse finanziarie necessarie allo sviluppo della startup. L’acquisizione del 100% del capitale ha l’obiettivo di combinare l’offerta di Evolvere e i servizi di community digitale di My Solar Family, in un contesto di mercato che vede affermarsi la diffusione di un nuovo modello energetico, in cui il consumatore diventa anche un produttore di energia, ovvero prosumer. Nata nel 2014, My Solar Family è una piattaforma digitale semplice e intuitiva, che permette alle persone della Community di acquisire maggiore consapevolezza del potenziale e delle prestazioni del proprio impianto fotovoltaico e tenere allo stesso tempo sotto controllo gli incentivi ricevuti o il contributo per lo scambio sul posto dell’energia. Grazie all’integrazione con l’offerta di Evolvere, gli iscritti alla Community potranno avere un’analisi dettagliata e in tempo reale della produzione e dei consumi del proprio impianto, ma anche aggiungere un sistema di accumulo per massimizzare l’autoconsumo, e fare così scelte sostenibili a livello economico e ambientale. Con questa acquisizione Evolvere conferma la propria leadership nella generazione distribuita da fonti rinnovabili in Italia e promuove la diffusione di un nuovo modello energetico, decentralizzato e sostenibile per l’ambiente, che contribuisce alla transizione energetica in corso.Vedi maggiori informazioni sulla produzione di energia attraverso il solare
SCOPRI DI PIU'Un accordo di collaborazione tra Plenitude e Volvo porterà all'installazione di impianti solari Plenitude (Eni) e Volvo Trucks Italia hanno firmato un accordo per l’installazione di 5 nuovi impianti fotovoltaici che contribuiranno ad alimentare con energia rinnovabile, già a partire da quest’anno, altrettanti concessionari Volvo Truck Center nel Nord Italia. Il progetto avrà una capacità produttiva di 550.000 kWh annui e permetterà a Volvo Trucks Italia di migliorare l’efficienza energetica delle proprie sedi nell’ottica di una maggiore sostenibilità.La produzione di energia rinnovabile consentirà di evitare emissioni di CO2 per circa 220 tonnellate annue. L’accordo prevede, oltre all’installazione, anche la gestione, la manutenzione degli impianti per i primi 5 anni e lo sviluppo di un sistema di monitoraggio continuo delle performance. Gli impianti saranno installati presso i Volvo Truck Center delle città di Bergamo (Headquarter), Venezia, Brescia, Torino e Padova. Pasquale Cuzzola, Direttore Retail Italian Market di Plenitude, ha dichiarato: “Questa partnership è in linea con la strategia di Plenitude di creare valore attraverso la transizione energetica e di azzerare, entro il 2040, le emissioni nette di CO2 attraverso l’intera catena del valore, incluse quelle dei nostri clienti. Siamo quindi lieti di mettere a disposizione delle sedi di Volvo Trucks Italia le nostre soluzioni in ambito rinnovabile e impianti tecnologicamente avanzati che consentiranno un uso più efficiente e sostenibile dell’energia e di ridurre anche i relativi costi”. Giovanni Dattoli, Managing Director di Volvo Trucks Italia, ha commentato: “Volvo Trucks sta investendo a 360° nella sostenibilità e questo progetto in Italia si inserisce a pieno nella nostra strategia di decarbonizzazione, che riguarda non solo i veicoli che commercializziamo ma anche le sedi in cui operiamo. Siamo lieti dell’accordo con Plenitude, partner d’eccellenza che ci accompagnerà in un percorso virtuoso permettendoci di dare un contributo concreto e sostenibile all'ambiente”. Info Eni
SCOPRI DI PIU'La società Inglese Blue Point London, che gestisce una parte dei punti di ricarica dei veicoli elettrici a Londra è stata acquisita da TOTALBlue Point London è stata ceduta alla società francese TOTAL secondo quanto dichiarato la stessa Total nell'ultima informativa del gruppo. Continua così la diversificazione dell'azienda di estrazione e trasformazione di idrocarburi nel campo delle energie rinnovabili e della sostenibilità.Total ha firmato l'acquisizione di "Blue Point London" dal Gruppo Bolloré. Con questa transazione, Total acquisisce la gestione e il funzionamento di Source London, la più grande rete di ricarica per veicoli elettrici in tutta la città, che comprende più di 1.600 punti di ricarica su strada. Lanciata nel 2010, l'attuale rete Source London è stata sviluppata in collaborazione con i London Boroughs e attualmente rappresenta più della metà dei punti di ricarica in funzione nella capitale. Le prospettive di crescita di Source London sono supportate dall'ambizione della City di Londra di essere una città a zero emissioni di carbonio entro il 2050, in particolare con l'obiettivo di aumentare di dieci volte il numero di punti di ricarica entro cinque anni. Total si impegna inoltre ad alimentare questa rete di ricarica con energia elettrica garantita al 100% da fonti rinnovabili, che sarà fornita dalla sua controllata Total Gas & Power Limited. Già attiva nell'installazione e gestione di reti di punti di ricarica nella regione metropolitana di Amsterdam (Paesi Bassi) e nella regione di Bruxelles-Capitale (Belgio), questa acquisizione nel Regno Unito rafforza la posizione di Total come attore chiave nella mobilità elettrica in Europa. Il Gruppo prosegue così il suo sviluppo nelle principali città europee, in linea con la sua ambizione di operare più di 150.000 punti di ricarica per veicoli elettrici entro il 2025. "Combinando oggi queste infrastrutture esistenti con il know-how di Total in termini di installazione, funzionamento e gestione delle reti pubbliche di ricarica dei veicoli elettrici, stiamo iniziando una nuova fase, supportando l'espansione della mobilità elettrica a Londra". ha affermato Alexis Vovk, President, Marketing & Services di Total. "In collaborazione con i nostri partner e le autorità locali, saremo in grado di soddisfare sia la forte crescita della domanda di punti di ricarica su strada sia le esigenze di nuove soluzioni di mobilità degli utenti londinesi". Questo trasferimento di attività non avrà alcun impatto per gli attuali utenti del servizio Source London. Questa transazione dovrebbe essere chiusa entro la fine dell'anno. Informazioni su Total nel Regno Unito Total è presente in tutta la catena del valore dell'energia nel Regno Unito. È presente nel Paese da oltre 50 anni e impiega oltre 2.000 persone. A monte, Total è uno dei principali operatori di petrolio e gas del paese, con una produzione azionaria di 189.000 boe / giorno nel 2019. Proviene principalmente da giacimenti offshore operati in tre zone principali: l'area di Alwyn / Dunbar nel Mare del Nord settentrionale, l'Elgin / Aree di Franklin e Culzean nel Mare del Nord centrale e hub Laggan-Tormore nella zona ovest delle Shetland. Total è anche entrata nel mercato delle energie rinnovabili eoliche offshore del Regno Unito, con Erebus al largo della costa del Galles e Seagreen al largo della costa scozzese. A valle, Total è uno dei maggiori fornitori di gas ed elettricità del Regno Unito alle imprese e al settore pubblico. Il Gruppo è inoltre presente nella commercializzazione di prodotti petroliferi tra cui lubrificanti, carburante per aviazione, bitume e fluidi speciali. Info by TOTAL
SCOPRI DI PIU'Il mercato dei polimeri plastici nel continente Africano nel primo trimestre 2021 ha rispecchiato, parzialmente, la situazione mondiale, con un aumento generalizzato dei prezzi ma, nello stesso tempo, una domanda abbastanza contenutaIl motivo principale della moderazione delle richieste di materia prima dipende fortemente dalla situazione pandemica in atto in tutti i paesi e dalla scarsa disponibilità della materia prima acquistabile. Il bilanciamento tra domanda e offerta ha portato incrementi di prezzi, presso il produttore Nigeriano Eleme, di 105 $/ton per il PE e di 289 $/ton per il PP. La Nigeria è un mercato strategico per tutti i produttori di materia prima del mondo che vogliono venere il polimero in Africa, tanto che gli utilizzatori finali, a fronte degli aumenti, stanno verificando gli andamenti dei prezzi dei produttori del Medio Oriente. Il Kenia, altro mercato importante per le materie plastiche, sicuramente il più grande dell’Africa orientale, ha visto rialzi importanti dell’LDPE e del PPH, tra i più decisi dal 2015. L’HDPE per il film è aumentato di 60-70 $/ton mentre l’LDPE, sempre per film, è aumentato di 80/90 $/ton, con i prezzi finali alla tonnellata tra i 1230 e i 1250 $/ton per l’HDPE da film e iniezione e di 1520-1550 $/ton per il materiale da film in LDPE. Per quanto riguarda il PPH raffia e da iniezione hanno subito aumenti tra le 90 e i 100 $/ton, con i prezzi finali a 1420-1440 $/ton per il PPH da raffia e 1430-1440 $/ton per in PPH da iniezione tutti CFR Mombasa. Anche in Kenia la situazione sanitaria a seguito del COVID 19 ha rallentando le contrattazioni e gli acquisti per la produzione. L’Algeria, che è un mercato molto importante in termini di consumi nel nord Africa, ha visto aumento dell’LDPE e dell’HDPE tra i 20 e i 40 $/ton per polimeri provenienti dall’Arabia Saudita, mentre per il PPH gli incrementi di prezzo rispetto a Gennaio sono stati tra i 70 e i 100 $/ton. Le maggiori preoccupazioni che si riscontrano tra gli operatori industriali Algerini che utilizzano i polimeri plastici, è la scarsità dell’offerta rispetto alle esigenze produttive degli stabilimenti. Il mercato del Sud Africa, il più importante dell’area meridionale del continente, è in una sorta di equilibrio tra domanda e offerta, entrambi deboli. Per quanto riguarda il PE in arrivo dal principale fornitore Saudita si vedono incrementi tra i 70 e gli 80 $/Ton per l’HDPE e l’LLDPE da film (1250-1280 $/ton) , mentre tra i 90 e i 100 $/Ton per il film in LDPE (1530-1560 $/ton).
SCOPRI DI PIU'I Primi Treni ad Idrogeno in Italia Saranno in LombardiaI Primi Treni ad Idrogeno in Italia Saranno in Lombardia. Andranno a sostituire le linee che funzionano con locomotive dieselIn Italia ci sono ancora attive circa 2000 corse giornaliere di treni alimentati a gasolio con un impatto sull’ambiente del tutto negativo. Ed è da questo punto che la decarbonizzazione ferroviaria muoverà i primi passi attraverso la sostituzione di questi locomotori con nuovi mezzi alimentati a idrogeno. Il primo progetto verrà realizzato in Valcamonica, in provincia di Brescia, dove sulla tratta Brescia-Edolo, a partire dal 2026, vedremo viaggiare i primi 6 treni della Alstrom a trazione verde, utilizzando l’idrogeno. Il progetto prevede inoltre la costruzione di centrali locali per la produzione, in un primo tempo di idrogeno blu, che alimenterà le locomotive, per poi passare all’idrogeno verde una volta costruite tutte le infrastrutture. L’idrogeno blu, creato attraverso l’uso dell’energia derivante dal gas naturale e dal biometano, emetterà CO2 ma sarà totalmente recuperata e stoccata, evitando la dispersione nell’aria. Terminato il progetto, con l’arrivo di altri 8 treni e la costruzione di due centrali per la produzione, stoccaggio e rifornimento dell’idrogeno verde, si sarà realizzata la prima linea di trasporto ferroviario totalmente green in Italia. I treni a idrogeno saranno solo il primo tassello di un progetto ad impatto zero nel mondo del trasporto pubblico infatti è previsto di equipaggiare anche un certo numero di bus del trasporto locale che viaggiano in Valcamonica con l’idrogeno verde. Vedi maggiori informazioni
SCOPRI DI PIU'Oltre 1,6 Milioni di Tonnellate di Legno Riciclato e Riutilizzato, Superando gli Obiettivi Europei e Sostenendo l'Economia e l'Ambiente del Paesedi Marco ArezioIl sistema di riciclo e riutilizzo del legno in Italia ha raggiunto nuovi livelli di eccellenza, superando le medie europee. Nel 2023, il Consorzio Rilegno ha riciclato oltre 1,6 milioni di tonnellate di legno, di cui il 46,10% proveniva da imballaggi. Questo risultato rappresenta un tasso di riciclo del 64,92% rispetto ai 3,3 milioni di tonnellate di legno immesso a consumo. Questi numeri superano ampiamente l'obiettivo del 30% entro il 2030 stabilito dal nuovo Regolamento Europeo (Ppwr) e migliorano rispetto al 62,7% registrato l'anno precedente, sebbene i volumi assoluti siano leggermente inferiori (1,7 milioni di tonnellate nel 2022 con 3,4 milioni di tonnellate immesse a consumo). Crescita del Tasso di Riciclo Il risultato ottenuto nel 2023 rappresenta il più alto degli ultimi otto anni, mostrando una crescita significativa rispetto al 60% del 2016. Questo dato testimonia l'efficacia delle politiche e delle pratiche adottate dal Consorzio Rilegno per promuovere il riciclo del legno. Il Settore del Riutilizzo In particolare, il settore del riutilizzo ha registrato un notevole aumento, con 909.210 tonnellate di pallet rigenerati e reimmessi nel mercato, corrispondenti a oltre 70 milioni di unità. Questo incremento sottolinea l'importanza del riutilizzo come componente chiave nella gestione sostenibile del legno.Distribuzione Regionale del Riutilizzo A livello regionale, la Lombardia si distingue nel riutilizzo con 264.860 tonnellate, pari al 29% del totale, seguita da Piemonte (133.754 tonnellate), Veneto (110.849 tonnellate), Emilia Romagna (108.883 tonnellate) e Toscana (101.364 tonnellate). Questi dati mostrano una distribuzione capillare e un forte impegno in diverse aree del paese.Utilizzo del Legno Riciclato Il 95% del legno riciclato viene utilizzato per la produzione di pannelli truciolari, fondamentali per l'industria del mobile, oltre che per altri prodotti come pallet block, blocchi di legno cemento per l'edilizia, biofiltri, pasta di legno per cartiere e compost. L'impatto economico di queste attività è stimato intorno ai 3,1 miliardi di euro, con oltre 10.000 posti di lavoro generati e un risparmio nelle emissioni di CO2 pari a 1,8 milioni di tonnellate. Impatto Economico e Ambientale Nicola Semeraro, presidente di Rilegno, ha sottolineato l'importanza del riutilizzo, che ha superato le 900.000 tonnellate, evidenziando l'impatto positivo sia a livello ambientale che economico. "Il risultato raggiunto in un mercato grande come quello italiano, secondo solo a quello tedesco, ha conseguenze determinanti in relazione all'immesso al consumo," ha commentato Semeraro. La filiera gestita da Rilegno include 1.957 consorziati, 384 piattaforme di raccolta distribuite capillarmente sul territorio e 16 impianti di riciclo. Nuove Normative Europee Nel 2023, l'UE ha presentato il nuovo regolamento sugli imballaggi, che stabilisce obiettivi ambiziosi e richiede adeguati mezzi economici per essere raggiunti. Semeraro ha aggiunto che, nonostante le normative stringenti, la sostenibilità ambientale è un bene collettivo che deve essere perseguito a tutti i costi. Conclusioni Questo incremento nel riciclo e riutilizzo del legno dimostra come l'Italia stia avanzando verso una gestione più sostenibile delle risorse, contribuendo significativamente alla riduzione delle emissioni di CO2 e al risparmio economico, e ponendosi come modello virtuoso a livello europeo.
SCOPRI DI PIU'L'impegno di ExxonMobil nella Riduzione dell'Impatto AmbientaleCome molte grandi aziende da sempre impegnate nell'estrazione, raffinazione e distribuzione di energia proveniente dagli idrocarburi anche ExxonMobil riconosce la necessità di creare azioni concrete per ridurre l'impatto ambientale nell'uso dei combustibili fossili. Pur ribadendo, attraverso le informazioni nell'articolo, la centralità nei prossimi decenni dei combustibili fossili, vuole offrire alla società rassicurazioni sul suo impegno nel campo della riduzione dell'impatto ambientale delle sue produzione e dell'uso dei suoi prodotti.All'inizio di questo mese, ExxonMobil ha pubblicato il suo riepilogo annuale in merito alla produzione di energia e le emissioni di carbonio, con uno sguardo completo al lavoro svolto dall'azienda per gestire i rischi del cambiamento climatico, comprese le azioni per ridurre le emissioni di gas serra. La pubblicazione articola la strategia climatica di ExxonMobil incentrata su quattro aree: ridurre le emissioni dalle sue operazioni, sviluppare e implementare soluzioni tecnologiche scalabili, fornire ai consumatori prodotti che li aiutano a ridurre le loro emissioni e impegnarsi in modo proattivo sulla politica relativa al clima. Ecco una panoramica: Uno sguardo al passato: l'azienda ha riportato nel 2019 i livelli più bassi di emissioni di gas serra dal 2010. Gran parte di ciò è dovuto in parte all'impegno a ridurre le emissioni di metano dalle sue operazioni a monte. Alla la fine del 2020, ExxonMobil era sulla buona strada per soddisfare gli impegni annunciati di una riduzione del 15% delle emissioni di metano e un calo del 25% del flaring rispetto ai livelli del 2016. Guardando al futuro: si prevede che i piani di riduzione delle emissioni della società per il 2025 ridurranno le emissioni di gas a effetto serra dalla sua attività di produzione di petrolio e gas di circa il 30% e le emissioni di flaring e di metano del 40-50%, rispetto ai livelli del 2016. I piani 2025, che coprono le emissioni dirette (Scope 1) e indirette (Scope 2) degli asset gestiti dalla società, rappresentano alcune delle riduzioni più aggressive del settore. L'azienda mira anche a eliminare il flaring di routine dalle sue operazioni a monte, nel prossimo decennio, in linea con l'iniziativa della Banca mondiale. Questi piani aiutano ExxonMobil a diventare un leader del settore della gestione dei gas a effetto serra entro il 2030 e supportano gli obiettivi dell'accordo di Parigi. L'impegno: ExxonMobil si impegna a fornire energia affidabile e conveniente per aiutare a sostenere il progresso umano, promuovendo soluzioni per mitigare i rischi del cambiamento climatico. Mentre il mondo si sposta verso nuove fonti di energia, anche gli scenari climatici che contemplano l'aumento delle temperature di 2 gradi, sviluppati dall'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) e dall'Agenzia internazionale dell'energia (IEA), riconoscono il ruolo che petrolio e gas continueranno a svolgere per decenni. Oggi, la profonda conoscenza del sistema energetico globale da parte dei dipendenti dell'azienda aiuta a migliorare l'efficienza operativa ea sviluppare e implementare tecnologie a basse emissioni per aiutare ad affrontare i rischi del cambiamento climatico. L'approccio: lo sviluppo di tecnologie innovative è fondamentale per raggiungere gli obiettivi dell'accordo di Parigi. A tal fine, ExxonMobil sta lavorando per sviluppare soluzioni rivoluzionarie nella riduzione delle emissioni per le industrie più con più emissioni della società del gruppo, tra cui la produzione, la generazione di energia e il trasporto commerciale, che rappresentano l'80% delle emissioni globali di CO2 . La cattura e lo stoccaggio del carbonio, i combustibili avanzati, l'idrogeno e le tecnologie efficienti, dal punto di vista energetico, saranno soluzioni che aiuteranno a ridurre le emissioni e creeranno un cambiamento radicale. Uno scambio di idee e competenze: per fornire energia accessibile e utilizzabile è necessaria una varietà di discipline scientifiche e ingegneristiche. Nessuna singola società ha tutte le risposte e conosce la chiave per attivare nuove tecnologie nel campo energetico. Ecco perché ExxonMobil collabora con tecnici esterni, enti privati e pubblici: il National Renewable Energy Laboratory degli Stati Uniti, il National Energy Technology Laboratory degli Stati Uniti, più di 80 università e startup in prima linea nelle soluzioni energetiche alternative. Tutti insieme alla ricerca di quelle risposte e di una nuova innovazione energetica. Nel tentativo di trasferire idee e innovazioni dal laboratorio al mercato, l'azienda mette in campo i suoi punti di forza unici nel campo della scienza, dell'ingegneria e di una posizione di mercato globale. Un approccio collettivo: al di là del laboratorio, dei test sul campo e delle capacità informatiche, ExxonMobil lavora anche con le parti interessate per sostenere soluzioni politiche solide che possano ridurre i rischi legati al clima, facilitando anche l'accesso a un'energia economica e affidabile per la società. Quel lavoro richiede sforzi collettivi e collaborativi oltre le normative dall'alto verso il basso. I nostri sforzi volontari per ridurre le emissioni di metano, ad esempio, forniscono un quadro per normative efficaci per l'intero settore. Perché è importante: “Pochi non sarebbero d'accordo sul fatto che una delle sfide sociali più urgenti che dobbiamo affrontare oggi, sia gestire i rischi del cambiamento climatico. Il modo in cui soddisfiamo la domanda mondiale dell'energia necessaria per la crescita economica mitigando l'impatto a lungo termine sul nostro ambiente è fondamentale per il nostro futuro sostenibile. “- Darren W. Woods, presidente.
SCOPRI DI PIU'Fatturato in Caduta del 30% nel 2023: Necessarie Misure Regolatorie e Certificati di Riciclo per Contrastare la Concorrenza Sleale e Garantire la Qualità dei Materialidi Marco ArezioI prezzi bassi stanno minacciando il settore del riciclo delle materie plastiche. Sebbene i volumi di materiale riciclato siano rimasti stabili rispetto al 2022, i prezzi di vendita hanno subito un drastico calo, determinando una riduzione del 30% nel fatturato. Presentazione del Rapporto Assorimap 2024 A Roma, l'Associazione Italiana dei Riciclatori di Materie Plastiche (Assorimap) ha svelato l'edizione 2024 del suo rapporto sul riciclo meccanico delle materie plastiche, elaborato da Plastic Consult. Il direttore Paolo Arcelli ha illustrato i dati relativi al 2023, evidenziando come in Italia siano state raccolte oltre 2,5 milioni di tonnellate di rifiuti plastici, di cui tra 1,3 e 1,45 milioni di tonnellate sono state riciclate, in leggero calo rispetto all'anno precedente. Stabilità dei Volumi e Declino del Fatturato I dati mostrano che nel 2023 i riciclatori meccanici hanno immesso sul mercato 784mila tonnellate di plastiche riciclate da post-consumo, un valore pressoché stabile (-0,3%) rispetto all'anno precedente. Tuttavia, il fatturato è crollato del 30%, scendendo a 780 milioni di euro rispetto al miliardo del 2022 (+18% sul 2021). Questo calo è principalmente dovuto alla diminuzione dei prezzi di vendita del riciclato, necessaria per competere con i bassi prezzi delle materie prime vergini e per contrastare le importazioni di materiale rigenerato a basso costo proveniente da India e Cina. Problemi di Tracciabilità e Concorrenza Sleale I materiali importati spesso mancano di dati sulla tracciabilità o sulla reale percentuale di contenuto riciclato, offrendo prezzi che i produttori locali non riescono a sostenere. Questa situazione ha pesato sui bilanci dei 75 operatori del riciclo meccanico, che rappresentano la spina dorsale del settore. Proposte per Nuovi Strumenti Regolatori Assorimap accoglie con favore l'introduzione di una clausola di salvaguardia nel nuovo regolamento sugli imballaggi, che obbligherebbe i fornitori extra-UE di plastiche riciclate a rispettare gli standard comunitari, prevenendo così la concorrenza sleale in vista dell'imposizione di percentuali minime di contenuto riciclato nei packaging. L'associazione propone anche l'implementazione di sistemi di tracciabilità e certificazione per garantire la provenienza e la qualità del materiale riciclato, fondamentale soprattutto per i materiali destinati al contatto con alimenti. Un'idea innovativa è la creazione dei 'Certificati del riciclo', che includerebbero il risparmio di emissioni di CO2 rispetto alla produzione con materiali vergini, sostenendo questa attività attraverso un sistema di compravendita simile ai certificati bianchi per l'efficienza energetica. Supporto Istituzionale Patty L’Abbate, vicepresidente della commissione Ambiente alla Camera, ha dichiarato il suo sostegno alla proposta dei certificati di riciclo, sottolineando la necessità di combattere il greenwashing e promuovere una seria economia circolare. Ha promesso di portare al Ministero dell’Ambiente la richiesta delle imprese per migliorare la gestione dei rifiuti plastici. Dati Aggiuntivi del Rapporto Secondo Plastics Consult, il settore conta 355 operatori che si occupano di raccolta, selezione e riciclo di rifiuti e scarti industriali, di cui 230 producono rigenerato in granuli o scaglie, come nel caso dell'rPET. Tra questi, 75 sono riciclatori 'puri', che producono granuli da riciclo meccanico di rifiuti post-consumo. Il polimero più riciclato è il polietilene, che rappresenta il 46% del totale, seguito dal PET con il 25%. Il polipropilene e i misti poliolefinici seguono con percentuali inferiori al 10% e al 16% rispettivamente. Altri polimeri rappresentano complessivamente meno del 5%. Ripartizione della Produzione per Settori Applicativi La produzione è prevalentemente destinata all'imballaggio, che assorbe il 40% dei volumi totali, soprattutto grazie al PET. Seguono il settore dei tubi con il 12% e altre applicazioni flessibili con meno del 10%, superate dall'edilizia e costruzioni. Agricoltura, articoli casalinghi e giardinaggio chiudono la lista. Conclusione Includendo tutti gli operatori del riciclo, come macinatori e trasformatori integrati, i volumi complessivi di riciclati plastici post-consumo sono stimati tra 1,3 e 1,45 milioni di tonnellate. Questi dati mostrano la necessità di interventi regolatori e di sostegno per garantire la sostenibilità economica del settore del riciclo delle plastiche.
SCOPRI DI PIU'Melinda e Novamont Alleate per il Packaging SostenibileL'accordo tra Melinda, azienda produttrice di mele e Novamont, produttore di materie plastiche da fonti rinnovabili, non è solo interessante in quanto accordo tra produttore di frutta e leader delle materie prime per un packaging sempre più sostenibile, ma è anche importante, come si legge nell'articolo di Adnkronos, in quanto le due società stanno studiando di riutilizzare gli scarti delle mele come fonte di estrazione dello zucchero per i processi produttivi della bioplastica.Ridurre il più possibile l’impatto degli imballaggi sull’ambiente. E' questo l'obiettivo della partnership siglata da Melinda con Novamont – azienda italiana nella produzione di bioplastiche da fonti rinnovabili, biodegradabili e compostabili secondo lo standard Uni En 13432, che ha consentito la messa a punto di un film in bioplastica che insieme a vassoio, bollini ed etichette rende totalmente compostabile il packaging per tutta la linea Melinda Bio. Tutto l’imballo, realizzato con una grafica consumer friendly, potrà essere riciclato con la raccolta della frazione organica dei rifiuti per essere trasformato in compost, ossia concime per il terreno, dopo il trattamento in appositi impianti industriali. A garanzia della certificata biodegradabilità e compostabilità, ogni confezione della linea Melinda Bio riporterà il marchio 'Ok compost Industrial' valido per ogni singolo componente del pack. L’intero processo non solo permetterà una migliore gestione dei flussi dei rifiuti, riducendo la loro contaminazione, ma anche di riportare materia organica pulita in suolo, contribuendo al ripristino della sua fertilità e alla riduzione delle emissioni di Co2. Grazie a questa partnership inoltre su ogni confezione di Melinda Bio sarà riportato il marchio MaterBi, di proprietà di Novamont, che identifica la materia prima bioplastica di alta qualità della quale è composto il film, un’ulteriore garanzia per il consumatore. Secondo una logica di learning by doing, la partnership tra Melinda e Novamont ha dato vita anche ad un progetto di ricerca sull’utilizzo degli scarti della lavorazione della mela della filiera Melinda per l’estrazione di zuccheri di seconda generazione che saranno utilizzati per il processo produttivo della bioplastica stessa: un perfetto esempio di bioeconomia circolare che vede due realtà appartenenti a settori estremamente diversi collaborare ad un progetto di territorio. “L’obiettivo è quello di sviluppare processi sempre più sostenibili in una valle che ha i requisiti per essere un modello di sostenibilità nel panorama nazionale e internazionale, continuando a trovare soluzioni innovative per condurre una frutticoltura moderna e sempre più rispettosa dell’ambiente" dichiara Paolo Gerevini, Direttore Generale Consorzio Melinda. "Abbiamo trovato in Novamont il partner ideale con il quale sviluppare progetti che ci permettano di essere sempre più rispettosi dell’ambiente anche nella realizzazione delle confezioni per la nostra frutta e guardiamo al futuro collaborando con loro in un’ottica di economia circolare. Un progetto di certo ambizioso ma in linea con le capacità e la voglia di sviluppo delle nostre aziende, entrambe leader nel proprio settore". “Voglio ringraziare Melinda per avere scelto di sperimentare con noi soluzioni nuove con spirito pionieristico e costruttivo – dice Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, - nella consapevolezza delle interconnessioni tra cambiamento climatico, degradazione degli ecosistemi, perdita di biodiversità, cibo, inquinamento, coesione sociale e territori. Avere al nostro fianco un partner come Melinda nel nostro percorso di ricerca è per noi è un risultato straordinario". "Come Novamont, applicando il modello della bioeconomia circolare, abbiamo contribuito alla creazione della prima filiera italiana integrata per le bioplastiche e i biochemical, con la salute del suolo come punto di partenza e di arrivo, riattivando 5 siti deindustrializzati e creando accordi di filiera con il mondo dell’agricoltura, collaborando con gli impianti di compostaggio, nonché con una rete di trasformatori innovativi, con la Gdo, con i brand owner, con le università e i centri di ricerca. Oggi questo modello è cresciuto ed è diventato un progetto demo a livello italiano e lo sviluppo di bioprodotti innovativi come soluzioni sistemiche ha dimostrato di poter alimentare le tante e diversificate filiere di grande valore presenti nel Paese” conclude Bastioli.Categoria: notizie - plastica - economia circolare - packaging
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