Caricamento in corso...
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare - Italiano rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare - Inglese rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare - Francese rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare - Spagnolo
50 risultati
https://www.rmix.it/ - Notizie sulla Plastica Riciclata nel Mondo
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Notizie sulla Plastica Riciclata nel Mondo
Economia circolare

Notizie sui polimeri riciclati, sulle macchine e gli stampi per le materie plastiche, sui prodotti fatti in plastica riciclata, sulle tecniche di produzione e sulle novità di mercatodi Marco ArezioNel portale del riciclo rMIX è possibile trovare sezioni dedicate alle informazioni e alle notizie sulla plastica riciclata e sul mondo che le ruota intorno. Ci sono molti aspetti tecnici, commerciali e di informazione generale che aiutano gli operatori del settore della plastica riciclata a rimanere aggiornati e a cogliere occasioni commerciali interessanti. Le sezioni si dividono in: • Polimeri riciclati: nella sezione è possibile trovare informazioni sulle offerte e richieste di polimeri riciclati, sia da post consumo che post industriali, in varie forme come i granuli, i macinati, i densificati, le polveri e le balle. La plastica riciclata offerta o richiesta la potete selezionare per tipologia, forma e paese di provenienza. • Macchine e stampi: nella sezione troverete informazioni su offerte e richieste di macchine ed attrezzature per la lavorazione della plastica riciclata e dei rifiuti, nonché degli stampi per produrre i prodotti finiti. • Prodotti fatti in plastica riciclata: nella sezione troverete offerte e richieste di prodotti realizzati con i polimeri riciclati, attraverso i sistemi di stampaggio, soffiaggio, termoformatura, film ed estrusione. • Lavori conto terzi: nella sezione troverete le aziende che offrono servizi conto terzi come lo stampaggio, l’estrusione, la filmatura, il lavaggio, la macinazione, la micronizzazione, il confezionamento, il soffiaggio delle bottiglie e delle taniche e molti altri servizi. • Consulenza e distribuzione: nella sezione troverete le aziende che sono specializzate nella distribuzione e nell’import-export dei polimeri riciclati, inoltre le aziende di consulenza che operano come agenti, rappresentanti e tecnici delle materie plastiche riciclate. • Informazioni tecniche: nella sezione potete trovare gli approfondimenti tecnici su vari aspetti che riguardano la plastica riciclata ed il suo impiego. Nello specifico si parla della gestione dei rifiuti, del lavaggio, della macinazione della densificazione, della granulazione, del comportamento fisico, chimico e meccanico della materia prima e delle macchine. Molti articoli riguardano come migliorare i vari aspetti produttivi e come evitare i problemi di qualità sui prodotti finiti e sui semilavorati. • Informazioni generali: nella sezione vengono riportate informazioni sul mercato che riguardano il mondo della plastica riciclata, le iniziative aziendali, le novità commerciali, finanziarie e gli aggiornamenti che possono interessare gli operatori del settore. • Economia circolare: nella sezione troverete numerosi articoli che affrontano come si può ottenere un giusto rapporto tra l’ambiente e i rifiuti attraverso l’economia circolare. Vengono trattati aspetti tecnici produttivi, sociali in riferimento alla raccolta differenziata e i rifiuti, politici che riguardano il cammino per incrementare la circolarità delle produzioni e dei beni sul mercato. Categoria: Notizie - plastica riciclata - rifiuti - macchine - stampi - polimeri

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - Progetto di Consulenza per l'Esportazione di TPO Riciclato in Svezia
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Progetto di Consulenza per l'Esportazione di TPO Riciclato in Svezia
Economia circolare

Progetto di Consulenza per l'Esportazione di TPO Riciclato in Sveziadi Marco ArezioIl TPO è una Poliolefine composta che si adatta ad innumerevoli applicazioni in settori tecnici di produzione. Il materiale impiegato in modo importante nel settore dell’automotive, viene recuperato, prevalentemente, come scarto industriale.Il mercato dei compounds tecnici richiedono uno scarto di TPO che abbia un bassissimo contenuto di polietilene reticolato, o addirittura nullo, il quale molte volte viene impiegato a corredo dei fogli di copertura delle parti interne delle auto. Rimane comunque un mercato di nicchia, in quanto il riutilizzo dello scarto post industriale può essere impiegato in settori che non siano il food o il medicale e, la ridotta disponibilità sul mercato, hanno spesso privilegiato la produzione di compounds con le materie prime vergini. La società di consulenza sulle materie prime riciclate, Arezio Marco, è stata incaricata di valutare dei canali di vendita per le balle di TPO in Europa, per permettere al cliente di poter seguire l’ingresso dello scarto di produzione con maggiore costanza, avendo, a valle, un mercato regolare a cui vendere il prodotto selezionato. Il compito della società Arezio Marco è stato quello di ottimizzare i flussi in ingresso, derivanti dai produttori degli scarti, con i flussi di vendita verso i trasformatori della materia prima, creando nuovi rapporti con clienti che potessero acquistare in modo continuativo il TPO in balle. La Svezia si è dimostrato un paese in cui l’interesse per il prodotto è stato importante, potendo costruire una buona partnership tra fornitore e cliente.Categoria: notizie - plastica - economia circolare - riciclo - rifiuti - TPO

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - Come Riciclare il Supporto delle Etichette nel Settore del Packaging
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Come Riciclare il Supporto delle Etichette nel Settore del Packaging
Economia circolare

Come Riciclare il Supporto delle Etichette nel Settore del Packagingdi Marco ArezioRecuperare e riciclare non significa solo occuparsi del prodotto a fine vita che è stato acquistato dal consumatore, portato per esempio a casa, utilizzato il suo contenuto e poi buttato nei rifiuti.Questo è il concetto tradizionale di un prodotto che deve essere avviato al riciclo, ma i consumatori non vedono altre tipologie di rifiuti che vengono generati per produrre quell'imballo. Per esempio i supporti delle etichette che vengono applicate ai prodotti, generano, in maniera continuativa, rifiuti che possiamo definirli non di consumo ma di produzione. Come ci racconta Tiziano Polito di un'iniziativa portata avanti dalla società Americana Avery Dennison, che recupererà i rifiuti dai materiali adesivi che immette sul mercato in otto paesi Europei nella prima metà del 2021. 470.000 tonnellate: questo è il volume del supporto per etichette prodotto in Europa nel 2019 secondo la società di consulenza AWA. Solo un terzo di questa quantità viene riciclato. I dorsi - chiamati da alcuni "liner" o "protector" sono usati, per veicolare l'etichetta, chiamata "front", diventano poi rifiuti una volta applicata l'etichetta sul prodotto. Da diversi anni i produttori di materiali adesivi si propongono di recuperarli nell'ambito di programmi che rispondono ad un approccio di economia circolare. Avery Dennison è uno di loro. Il produttore americano lancia, con AD Circular, un nuovo progetto di recupero e riciclo per i paesi europei. Con un inizio previsto nella prima metà del 2021 in Francia, Spagna, Belgio, Polonia, Danimarca, Svezia, Germania e Regno Unito, il programma coinvolgerà altri paesi europei nella seconda metà dell'anno. Il progetto riguarda il recupero e il riciclo del supporto in carta e il film plastico. Per realizzare il progetto, Avery Dennison cha reato un sistema semplice: le aziende hanno a disposizione un'applicazione Web per pianificare la raccolta dei propri rifiuti. Inoltre fornisce loro dati utili sotto forma di analisi e certificati, quantità di materiali riciclati, quantità di emissioni di CO2 evitate, ecc.Categoria: notizie - plastica - economia circolare - rifiuti - etichette - packaging

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - La creazione di microplastiche aprendo una bottiglia. dove vanno a finire?
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare La creazione di microplastiche aprendo una bottiglia. dove vanno a finire?
Economia circolare

La creazione di microplastiche aprendo una bottiglia. Dove vanno a finire? di Marco ArezioTagliare, strappare o svitare involucri di plastica dalle confezioni di cibo o dalle bibite crea un certo quantitativo di microplastiche o nanoplastiche, anche non visibili, che possono finire nei nostri alimenti. Le bibite nelle bottiglie di PET sono così comode che sono diventate così diffuse da non mancare mai nelle nostre case, nelle nostre auto o durante le nostre gite. Si potrebbe dire che hanno una comodità “mortale” perché, se non gestite in modo corretto, diventano non solo rifiuti pericolosi per l’ambiente, ma anche per la salute. Infatti un gruppo di ricercatori dell’Università di Newcastle e dell’Accademia delle Scienze Cinesi, hanno studiato cosa succede dei frammenti che si creano attraverso lo svitamento del tappo in PE dalle bottiglie di PET, o tagliando una confezione di alimenti o strappando una busta contenente biscotti, per esempio. I prodotti da analizzare sono stati pesati, prima e dopo l’apertura, con microbilance elettroniche e si è analizzata, con microscopi a scansione elettronica, la situazione del prodotto e dei residui dopo l’apertura della confezione. Nell’analisi dell’insieme dei dati di un campione misto di confezioni alimentari e di bibite, i ricercatori hanno verificato che il quantitativo di nanoparticelle che si creano ad ogni apertura, può essere indicata tra 10 e 30 manogrammi. Ovviamente questo divario dipende dal tipo di apertura eseguita, in quanto, se viene fatta svitando un tappo od usando una forbice le quantità di frammenti rilasciati saranno inferiori rispetto ad un taglio con un coltello o ad uno strappo. Sono quantitativi preoccupanti? Secondo i ricercatori, non in assoluto, ma le nanoplastiche e le microplastiche che potremmo introdurre nel nostro corpo non vengono solo da queste operazioni, ma anche dalle bevande che beviamo, dai pesci che mangiamo da certi cosmetici e da alcuni abiti con cui entriamo in contatto durante la nostra vita. Cosa succeda esattamente all’organismo umano ingerendo questi frammenti infinitesimali di plastica non è ben definito ad oggi, ma un passo sulla conoscenza del problema è stato fatto quando alcuni studiosi hanno messo in relazione le nanoplastiche con i disturbi cerebrali di alcuni pesci, che sono nella nostra catena alimentare. Ovviamente quello che c’è da ribadire sempre è che non è la plastica la nemica dell’uomo, ma è l’uomo che non ha saputo, o voluto, gestire, nei corretti modi, il riuso della plastica, lasciando che finisse nei mari e subendone poi le drammatiche conseguenze. Di plastica ci si può suicidare se l’essere umano vuole, per estremizzare il concetto in modo astratto, ma mai si potrà morire di essa se si gestiscono i rifiuti secondo le regole dell’economia circolare.Categoria: notizie - plastica - economia circolare  Maggiori informazioni sulle microplastiche negli alimenti

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - L'Industria del Riciclo della Plastica in Europa: Sfide e Prospettive in un Contesto di Recessione
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare L'Industria del Riciclo della Plastica in Europa: Sfide e Prospettive in un Contesto di Recessione
Economia circolare

Tra Crisi Economica e Sostenibilità: Le Difficoltà del Settore del Riciclo in Europadi Marco ArezioNegli ultimi anni, l'industria europea del riciclo della plastica ha attraversato una fase di profonda trasformazione, incentivata da iniziative ecologiche e regolamenti volti a promuovere l'uso di materiali riciclati. Tuttavia, alla fine del 2023, il settore si trova in una situazione critica, scosso dalla recessione economica che ha evidenziato problematiche strutturali e operative latenti. La carenza di domanda per i materiali riciclati prodotti internamente, la riduzione degli investimenti nel comparto del riciclo e l'aumento delle importazioni da paesi terzi costituiscono una minaccia significativa per la stabilità del settore. Questi fattori hanno alimentato il timore di una crisi prolungata, con potenziali conseguenze devastanti per l'industria. Declino della Domanda Interna e Riduzione degli Investimenti Nel 2024, erano già evidenti segnali di debolezza nel mercato interno. Le aziende di riciclo europee, tradizionalmente sostenute dalla domanda di polimeri riciclati proveniente da settori come l'imballaggio, l'automotive e l'edilizia, hanno registrato un declino della domanda, determinato da una riduzione dei consumi e dall'incertezza economica. Questo calo è stato accompagnato da una contrazione degli investimenti, limitando la capacità delle imprese di rimanere competitive e conformarsi alle nuove normative europee riguardanti il contenuto di materiale riciclato. La scarsità di finanziamenti per innovazione e aggiornamento degli impianti ha aggravato ulteriormente la crisi, rendendo difficile per molte aziende mantenere l'efficienza produttiva e migliorare la qualità dei materiali riciclati. La mancanza di capacità di investimento rappresenta una problematica per il settore, esponendo molte imprese al rischio di chiusura definitiva. Già nel 2023 e nei primi mesi del 2024, diverse aziende hanno cessato le attività, sottolineando la necessità urgente di un supporto mirato per prevenire ulteriori fallimenti. Pressione dalle Importazioni Extra UE Un'altra minaccia considerevole per l'industria del riciclo europea è rappresentata dall'incremento delle importazioni di polimeri riciclati provenienti da paesi extra UE. Questi materiali, spesso più economici rispetto a quelli prodotti in Europa, non rispettano necessariamente gli standard qualitativi e ambientali previsti dalle normative europee. L'assenza di meccanismi rigorosi di verifica e tracciabilità del contenuto riciclato genera incertezza sull'effettiva sostenibilità di questi prodotti. L'invasione di polimeri importati a basso costo ha un impatto diretto sulla competitività dei riciclatori europei, che faticano a competere con prezzi che non riflettono il reale costo ambientale e sociale della produzione. Questo fenomeno mina gli sforzi dell'industria europea nel migliorare la sostenibilità e la trasparenza del riciclo, mettendo a repentaglio anche la fiducia dei consumatori nei confronti dei materiali riciclati, con ripercussioni negative sulla domanda di prodotti conformi agli standard europei. Necessità di Interventi Regolatori e Azioni Urgenti Alla luce di questi problemi, le associazioni di categoria dei riciclatori europei hanno rivolto un appello alle istituzioni dell'UE per richiedere interventi immediati. Tra le misure proposte, si sottolinea l'importanza di limitare l'ingresso nel mercato europeo di polimeri riciclati che non rispettano i requisiti di qualità e trasparenza. Questo tipo di protezione è ritenuto essenziale per evitare che materiali di dubbia provenienza possano saturare il mercato e vanificare gli sforzi verso una maggiore sostenibilità. Un altro elemento chiave per garantire la competitività del settore è la creazione di un vero mercato unico circolare per i rifiuti plastici e il riciclo, in cui le regole siano applicate uniformemente e garantiscano condizioni di parità tra le imprese. La recente relazione sulla competitività dell'UE ha evidenziato come la parità di condizioni sia cruciale per una transizione verde sostenibile. L'attuazione efficace delle misure legislative in tempi rapidi è dunque fondamentale per assicurare la sopravvivenza delle aziende europee e promuovere un'economia realmente circolare. Prospettive per il Futuro del Riciclo della Plastica Nonostante il contesto attuale sia segnato da difficoltà significative, il settore europeo del riciclo della plastica ha potenzialità di ripresa se adeguatamente supportato da misure mirate e da un quadro regolamentare chiaro e rigoroso. La transizione verso un'economia circolare richiede un impegno costante da parte delle imprese, delle istituzioni e dei consumatori. Solo creando un contesto favorevole all'innovazione, alla qualità e alla trasparenza sarà possibile valorizzare e rafforzare la competitività del settore. L'industria del riciclo della plastica in Europa si trova a un bivio. È necessario adottare un approccio integrato e coordinato per affrontare le sfide e garantire un futuro più sostenibile. La posta in gioco non riguarda solo la competitività delle imprese, ma anche la sostenibilità ambientale e il contributo che l'Europa può offrire per costruire un futuro più responsabile e rispettoso delle risorse del pianeta.© Riproduzione Vietata

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - Granulo in rPET per Contatto Alimentare: la Società Arezio Marco in Inghilterra
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Granulo in rPET per Contatto Alimentare: la Società Arezio Marco in Inghilterra
Economia circolare

Granulo in rPET per Contatto Alimentare: la Società Arezio Marco in Inghilterradi Marco ArezioLa produzione di bottiglie in PET riciclato, che in massima parte occupano la maggior parte del mercato del packaging in PET insieme alle vaschette alimentari, hanno guadagnato velocemente marcato tra i consumatori finali, ci quali sono sempre alla ricerca di imballi che siano i più sostenibili possibili.I produttori di acque e bibite si stanno adeguando alle crescenti richieste di packaging riciclato, inserendo nelle loro produzione l’rPET, materia prima riciclata in granuli che è certificata per il contatto alimentare. In realtà, a fronte di un’enorme richiesta di materia prima riciclata, la necessità dei produttori di bottiglie di avere un fornitore di rPET food, che riassuma diverse caratteristiche tecnico-commerciali non è sempre facile. La società Italiana Arezio Marco è stata incaricata di valutare e proporre tre fornitori affidabili per l’inserimento della materia prima, rPET food, nella produzione di imballi per bevande in Inghilterra.Le valutazioni hanno riguardato: • Le certificazioni sul prodotto, per valutare se il granulo rispettasse i livelli qualitativi della produzione che fino ad ora era espressa solamente attraverso l’uso di PET vergine. • La certificazione sulla compatibilità alimentare per verificare la rispondenza alle normative EFSA • L’analisi del ciclo di produzione attraverso la valutazione della selezione per colore, la macinazione il lavaggio, la sanificazione e l’estrusione del prodotto. • Il controllo di qualità del granulo prodotto prima della consegna al cliente • Le disponibilità trimestrali per permettere programmi di approvvigionamento regolari Terminate queste valutazioni è stato seguito un programma di tests delle campionature consegnate al cliente, che sono passate attraverso le analisi di laboratorio per certificare l’allineamento dei dati dichiarati dal produttore di granulo e, successivamente, con una quantità di materia prima crescente, si sono effettuati tests di produzione su larga scala. Una volta approvati i prodotti e le compatibilità rispetto alle produzioni dei vari packaging, si sono iniziate le forniture della materia prima riciclata.Categoria: notizie - plastica - economia circolare - riciclo - rifiuti - PETVedi il prodotto finito

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - Rivoluzione Verde: Le Carte di Credito Sostenibili alla Ribalta
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Rivoluzione Verde: Le Carte di Credito Sostenibili alla Ribalta
Economia circolare

Come il Riciclo dei Polimeri Sta Ridisegnando il Futuro delle Transazioni Finanziariedi Marco ArezioLe carte di credito sono diventate un pilastro fondamentale dell'economia moderna, facilitando transazioni veloci e sicure in tutto il mondo. La loro produzione, tuttavia, implica una serie di processi complessi e l'uso di materiali specifici, con una crescente attenzione verso l'impiego di polimeri riciclati in risposta alle sfide dell'economia circolare. Materiali Utilizzati Tradizionalmente, le carte di credito sono state prodotte utilizzando PVC (Policloruro di Vinile), un materiale plastico noto per la sua durabilità, flessibilità e capacità di essere stampato con precisione. Il PVC consente di incorporare vari livelli di sicurezza, come ologrammi, microchip e bande magnetiche, rendendo le carte di credito difficili da contraffare. Tuttavia, il PVC non è facilmente riciclabile e può rilasciare sostanze nocive se non smaltito correttamente. Negli ultimi anni, c'è stata una spinta verso l'utilizzo di materiali più sostenibili, tra cui polimeri riciclati. Questi materiali provengono da fonti post-consumo o post-industriali e attraversano un processo di pulizia, triturazione e rigenerazione prima di essere trasformati in nuove carte. L'uso di polimeri riciclati riduce la dipendenza dalle risorse vergini e diminuisce l'impatto ambientale della produzione delle carte di credito. Produzione e Riciclo delle Carte di Credito La produzione di carte di credito inizia con la creazione di un foglio di materiale plastico, che viene poi stampato, tagliato e inciso con i dati del titolare della carta. La fabbricazione di un microchip e l'installazione di una banda magnetica sono passaggi successivi cruciali, seguiti da test rigorosi per assicurare la conformità agli standard di sicurezza. Nonostante l'incremento nell'uso di carte virtuali e sistemi di pagamento mobile, la produzione annua di carte di credito fisiche rimane significativa, con stime che superano i miliardi di unità a livello globale. Il tasso di riciclo, tuttavia, è ancora basso, in parte a causa della complessità dei materiali coinvolti e della mancanza di infrastrutture dedicate. Iniziative volte ad aumentare la raccolta e il riciclo delle carte di credito scadute o dismesse stanno guadagnando terreno, con alcune aziende che offrono programmi di ritorno specifici per le carte di credito. Curiosità del Mercato Personalizzazione: l'industria delle carte di credito ha visto una crescente domanda di personalizzazione, con clienti che desiderano design unici o la possibilità di aggiungere immagini personalizzate sulle loro carte. Carte di credito ecologiche: alcune banche e istituti di credito hanno iniziato a offrire carte prodotte esclusivamente con materiali sostenibili o riciclati, rispondendo alla crescente consapevolezza ambientale dei consumatori. Tecnologia contactless: l'adozione di tecnologia contactless ha accelerato l'uso delle carte di credito, rendendo le transazioni più rapide e convenienti. Storia delle Carte di Credito La storia delle carte di credito risale agli anni '20 negli Stati Uniti, quando furono introdotte come metodo di pagamento per i clienti VIP di alberghi e stazioni di servizio. Tuttavia, il concetto di carta di credito come lo conosciamo oggi si è sviluppato negli anni '50, con l'introduzione della Diners Club Card, seguita dalla American Express e dalla Bank of America Card, che in seguito divenne Visa. Queste prime carte erano generalmente fatte di cartone e venivano accettate solo in un limitato numero di stabilimenti. Da allora, l'industria delle carte di credito ha visto innovazioni rivoluzionarie, inclusa l'introduzione di bande magnetiche, microchip e tecnologie di sicurezza avanzate, trasformando il modo in cui consumiamo e gestiamo le nostre finanze. Mentre l'industria delle carte di credito continua ad evolversi, con un occhio di riguardo verso soluzioni più sostenibili e tecnologicamente avanzate, l'adozione di polimeri riciclati rappresenta un passo importante verso la riduzione dell'impatto ambientale di questi strumenti di pagamento indispensabili. Questa transizione non solo rispecchia le crescenti esigenze ambientali ma segnala anche un cambiamento nel comportamento dei consumatori, sempre più orientati verso scelte etiche e sostenibili. Il futuro delle carte di credito sembra orientarsi verso l'innovazione continua, sia in termini di materiali e processi produttivi sia nella funzionalità e sicurezza. Le sfide legate al riciclo e allo smaltimento delle carte di credito richiedono un impegno congiunto da parte delle aziende produttrici, dei consumatori e delle autorità normative per sviluppare soluzioni efficaci che promuovano l'economia circolare. Inoltre, l'emergere di tecnologie digitali e di sistemi di pagamento alternativi potrebbe ridurre la necessità di carte fisiche, spostando l'attenzione verso soluzioni completamente virtuali. Tuttavia, fino a quando la carta di credito fisica rimarrà un elemento fondamentale nel portafoglio dei consumatori, il suo impatto ambientale e le strategie per la sua mitigazione rimarranno argomenti di cruciale importanza. La storia delle carte di credito, dalla loro creazione come semplici strumenti di carta per un'élite ristretta alla loro attuale incarnazione come simboli di accessibilità finanziaria e innovazione tecnologica, riflette l'evoluzione della società moderna e delle sue priorità. Man mano che ci avviciniamo a un futuro più sostenibile, il ruolo delle carte di credito e la loro produzione continueranno ad adattarsi, dimostrando la capacità dell'industria di rispondere alle sfide ambientali senza compromettere la sicurezza e la comodità degli utenti. In conclusione, la produzione di carte di credito, l'uso di materiali riciclati e la storia di questo strumento finanziario offrono uno sguardo affascinante sull'intersezione tra tecnologia, economia e sostenibilità.

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - La plastica è il nostro nemico?
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare La plastica è il nostro nemico?
Economia circolare

Lettera aperta agli ambientalisti da un ambientalista di Marco ArezioOggi voglio raccontarvi la mia piccola storia di ambientalista, nata in un tempo che sembra appartenere a un altro mondo. Non c'erano social media, niente cellulari, e la televisione impiegava minuti ad accendersi, aspettando che le valvole si scaldassero.Gli inizi: un amore per la naturaNon ho ricordi nitidi del mio amore per la natura fino ai sei anni. Ma proprio a quell'età ebbi una fortuna speciale: frequentai una scuola sperimentale, un luogo diverso, che ti insegnava a guardare il mondo con occhi curiosi. Era il 1970, e gli insegnanti adottavano un metodo che andava oltre i libri, un percorso che ci portava a esplorare il bello, a conoscerlo, a viverlo. Così iniziai a conoscere la natura da vicino, non da dietro un banco, ma camminandoci dentro, sentendomi parte di essa.Da quel momento fu amore a prima vista, senza ripensamenti. La parola "ecologista" ancora non esisteva, ma io lo ero già. A casa avevamo tre vecchi pini e, su uno di questi, a otto anni, costruii il mio rifugio segreto, lassù a quindici metri da terra, con tre assi di legno trovate nell’orto di mio padre. Lì passavo i pomeriggi dopo la scuola, arrampicandomi in cima e scendendo su una canna d'acqua in PVC legata a un ramo. Mi sentivo il re del mondo, circondato solo dal vento e dal profumo dei pini.La montagna: un amore estremoQuando divenni più grande e acquisii maggiore indipendenza, quella passione per la natura divenne un desiderio irrefrenabile di scoprirla in tutta la sua forza. Così ho scelto l'alpinismo. Ho scelto la montagna per vivere la natura nella sua forma più pura e selvaggia, senza compromessi, spesso in solitudine. Scalavo in estate e in inverno, cercando percorsi difficili e solitari, volendo immergermi completamente nella bellezza incondizionata della natura.Dalla passione al lavoroAnche nella mia vita lavorativa ho voluto dare un senso a questo amore. Dopo alcune esperienze iniziali, ho iniziato a lavorare nella produzione di manufatti in plastica riciclata e, successivamente, nel riciclo dei rifiuti plastici. Era come chiudere il cerchio che avevo aperto da bambino: fare qualcosa di concreto per salvaguardare, nel mio piccolo, quell'ambiente che tanto amavo.Oggi: una battaglia controcorrenteOggi, viviamo in un mondo dove tutto è veloce, dove i social media sono lo strumento principale per veicolare idee. Un mondo in cui, a suon di slogan e di foto condivise, l'odio per la plastica è diventato la bandiera di chi vuole sentirsi parte di una battaglia giusta. Capisco l'indignazione e capisco anche le campagne per ridurre l'uso della plastica inutile. Sono sicuramente iniziative lodevoli, come lo è raccogliere i rifiuti in spiaggia o utilizzare borse in cotone. Ma a volte ho la sensazione che sia una lotta contro il nemico sbagliato.Non ho mai visto una bottiglia in PET o un flacone di detersivo camminare da soli verso il mare e tuffarsi per restare lì. Sono le nostre mani che portano la plastica dove non dovrebbe stare. La plastica, di per sé, non è il nemico: siamo noi che non ne gestiamo l’uso e lo smaltimento. Eppure, milioni di dollari vengono riversati in campagne che additano la plastica come il male assoluto, anche da parte di quelle stesse aziende che hanno contribuito a crearne l’abuso. A me sembra una gigantesca operazione di marketing, una maschera per ripulirsi la coscienza.La vera sfida: investire in culturaSe è l'uomo che inquina, perché non investire nella cultura? Perché non insegnare davvero cosa significhi un comportamento ecologico alle persone che non hanno le stesse opportunità educative dei paesi più avanzati?Da ecologista, non odio la plastica. Credo anzi che i rifiuti plastici possano essere una risorsa per salvare le risorse ambientali, trasformandoli in nuovi prodotti o carburanti. Quello che non tollero è l'ignoranza e la manipolazione di chi si fa convincere che basti un post o uno slogan per essere davvero dalla parte della natura.ConclusioneQuesta è la mia storia, il mio piccolo viaggio di ambientalista. Una storia di amore per la natura, di coerenza e di battaglie affrontate con la testa alta, non per moda, ma per passione sincera.© Riproduzione Vietata

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - Ricambi per le auto prodotti con un compound contenente scarti di caffè
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Ricambi per le auto prodotti con un compound contenente scarti di caffè
Economia circolare

Ford e McDonald’s hanno creato una collaborazione ispirata all’economia circolaredi Marco ArezioLe due società attive nel settore della mobilità e della ristorazione hanno coinvolto la ditta Competitive Green Technology per realizzare un compound che potesse utilizzare alcuni scarti del del caffè, uniti al polipropilene, per produrre ricambi per auto. Lo scopo era studiare una ricetta che rendesse alcune parti delle auto più leggere e più robuste rispetto alle ricette tradizionali. Lo scarto, per evitare che si bruci, viene trattato in un ambiente a basso contenuto di ossigeno e poi mischiato con il polipropilene per la formazione dei granuli, che risulteranno più leggeri del polipropilene tradizionale e avranno bisogno di minor energia per lo stampaggio. Secondo il leader tecnico del team di ricerca dei nuovi materiali Ford, il Sig. Mielewski, lo scarto proveniente dalla torrefazione del caffè viene usato in sostituzione del talco che normalmente compone i compounds di polipropilene, apportando una riduzione di peso intorno al 20% e una buona resistenza alle alte temperature. Le prime applicazioni sono state fatte nella produzione di alloggiamenti per i fari, a seguito di prove nelle quali si è notata una maggiore resistenza alle temperature rispetto al pezzo fatto con il nuovo compound al tradizionale. Infatti, l’alloggiamento dei fari è una zona dove si crea molto calore e le proprietà tecnica del nuovo materiale è sembrata subito azzeccata a questo lavoro. Questi nuovi ambiti per i fari saranno costruiti dal fornitore Varroc Lighting Systems e saranno posizionati sulla berlina Lincon Continental a seguito delle nuove modifiche previste nel 2020. Secondo il team Ford, l’alloggiamento per i fari è solo l’inizio della produzione di articoli per la componentistica delle auto fatte con questa ricetta Green e con altre allo studio, come è successo per la schiuma di soia usata nei sedili della Mustang e che oggi si trovano in molte altre macchine dell’azienda. La ricerca e lo sviluppo di ricette che siano compatibili con la circolarità dei componenti impiegati, hanno lo scopo di utilizzare i pezzi prodotti in alcune vetture della gamma Ford e Lincon, con particolare attenzione a quegli elementi dove, all’interno dell’auto, vengono sviluppate alte temperature. Parliamo di involucri per batterie, sotto cofani e coperture per il motore. Ovviamente la fragranza del caffè, sui componenti da installare, viene tolta nella fase di produzione del compound per evitare che la vostra macchina abbia il profumo di una tazza di caffè appena versato.Categoria: notizie - plastica - economia circolare - demolizioni - ricambi autoVedi maggiori informazioni sul riciclo

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - L’Involuzione del Mercato del Riciclo della Plastica
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare L’Involuzione del Mercato del Riciclo della Plastica
Economia circolare

Come il mercato e la politica stanno cambiando il mercato del riciclo della plasticadi Marco ArezioIl mercato del riciclo della plastica, e le sue imprese, stanno soffrendo sotto il fuoco incrociato di amici, veri o presunti e di nemici dichiarati, con la conseguenza che un intero comparto dell’economia circolare rischia di sparire o ridursi notevolmente con tutte le implicazioni ambientali che possiamo immaginare.  I riciclatori sono gente un po' controcorrente, hanno iniziato la loro attività raccogliendo la plastica che veniva gettata come rifiuto dalla società, visti un po' come un comparto sporco, povero e senza importanza. Hanno trasformato questo business da poveri in un mercato maturo economicamente, tecnologicamente ed ecologicamente virtuoso, molto prima che i nomi altisonanti della filiera produttiva se ne attribuisse i meriti. Hanno sopportato gli sterili attacchi dell’opinione pubblica, invaghita dei messaggi sull’abolizione della plastica che cavalcava la crociata contro il mare inquinato, come se fosse colpa della plastica e non di chi la disperde nell’ambiente. Hanno continuato a riciclare, dare lavoro, pagare le tasse e ripulire il pianeta, in silenzio, con ostinata convinzione che fossero sulla strada giusta, nonostante tutto. Ma quando le loro attività hanno assunto una dimensione importante nel mercato della plastica, dopo grandi investimenti, fatica, studi e progressi, si sono trovati difronte a ostacoli difficili da sormontare: • Il prezzo delle materie prime vergini è crollato ad un punto per cui alcune materie prime riciclate costano di più di quelle vergini, con la conseguenza del crollo della domanda. • A causa della riduzione di redditività del comparto del riciclo gli investimenti rimangono limitati e il rifiuto plastico sul mercato non trova sempre la giusta collocazione. • I costi per il ciclo del riciclo rimangono elevati, anche a causa dell’alto costo dell’energia, impedendo un maggiore ampliamento delle vendite della materia prima. • La competizione di prezzo con le materie prime vergini non imprime una spinta all’economia circolare nei paesi in via di sviluppo con conseguenze ambientali negative. • Una carenza politica diffusa a supporto del riciclo delle materie plastiche che impongano l’uso della plastica riciclata sempre più ampia nei prodotti in cui è possibile usarla. • Una mancanza di sostegni economici al comparto del riciclo che gli permetta di sostenersi e di compiere quell’opera sociale e ambientale di cui i cittadini hanno diritto. Ma risolvere questi problemi non esaurisce i compiti per arrivare all’applicazione della circolarità dei rifiuti plastici, se non si spinge ulteriormente sul riciclo chimico, per quella percentuale di plastica non riciclabile, sulla creazione di imballi al 100% riciclabili e sull’energia rinnovabile che deve essere a disposizione dell’industria a costi contenuti.Categoria: notizie - plastica - economia circolare - rifiuti Vedi maggiori informazioni sul riciclo

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - Odori nel PLA Riciclato: Tecniche per Rilevarli e Strategie di Riduzione per Imballaggi Alimentari Sicuri
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Odori nel PLA Riciclato: Tecniche per Rilevarli e Strategie di Riduzione per Imballaggi Alimentari Sicuri
Economia circolare

Scopri come analizzare e ridurre i composti volatili e gli odori indesiderati nel PLA riciclato, garantendo sicurezza e qualità nelle applicazioni di packaging alimentaredi Marco ArezioIl crescente interesse verso l'uso di materiali plastici biodegradabili e riciclati ha stimolato molte ricerche sul poli(lattato) o polilattico (PLA), un polimero derivato da risorse rinnovabili come l'amido di mais. Grazie alle sue caratteristiche ecocompatibili, come la biodegradabilità e la riciclabilità, il PLA è sempre più utilizzato per la produzione di imballaggi alimentari. Tuttavia, durante il processo di riciclo, il PLA può sviluppare composti volatili e odori indesiderati che possono compromettere la sicurezza e la qualità degli alimenti confezionati. Questi odori non solo influenzano la percezione del prodotto da parte dei consumatori, ma possono anche rappresentare un rischio per la sicurezza alimentare. Questo articolo esamina le principali fonti di odori nel PLA riciclato, i metodi per l'analisi dei composti volatili e le strategie per minimizzarli, con un focus sulla sicurezza e la qualità degli imballaggi alimentari. Fonti dei Composti Volatili e Odori nel PLA Riciclato I composti volatili e gli odori indesiderati presenti nel PLA riciclato derivano principalmente da tre fattori: Degradazione Termica del Polimero: Durante il riciclo, il PLA viene sottoposto a temperature elevate che possono causare la degradazione del polimero. Questa degradazione termica porta alla formazione di composti come acidi, aldeidi e chetoni, spesso associati a odori sgradevoli. La gravità della degradazione è influenzata da vari parametri del processo, come la temperatura di estrusione, il tempo di permanenza e la presenza di agenti ossidanti. L'uso di condizioni di lavorazione eccessivamente aggressive può incrementare significativamente la produzione di composti volatili indesiderati. Contaminazione da Materiali Estranei: Il PLA proveniente da rifiuti post-consumo può essere contaminato da residui organici o altri materiali plastici. Queste contaminazioni possono contribuire alla formazione di composti volatili attraverso reazioni chimiche o decomposizione di sostanze estranee. La separazione inefficace dei materiali durante la fase di raccolta e selezione contribuisce a questo problema, favorendo reazioni indesiderate durante il riciclo. La presenza di materiali contaminanti, come polietilene o polipropilene, può complicare il processo di riciclo e portare alla formazione di odori sgradevoli. Residui di Additivi e Monomeri: Gli additivi utilizzati nella produzione del PLA, come plastificanti o stabilizzanti, possono rimanere intrappolati nella matrice del polimero e durante il riciclo liberare sostanze volatili che contribuiscono agli odori indesiderati. Anche i monomeri residui o i prodotti di degradazione del PLA possono contribuire significativamente alla formazione di odori. Questi residui rappresentano una delle principali problematiche per la produzione di PLA riciclato di alta qualità, in quanto l'eliminazione completa degli additivi è spesso difficile. Tecniche di Analisi dei Composti Volatili Per garantire la sicurezza e la qualità degli imballaggi in PLA riciclato, è fondamentale identificare e quantificare i composti volatili responsabili degli odori indesiderati. Le principali tecniche utilizzate per l'analisi dei composti volatili includono: Microestrazione in Fase Solida (SPME) accoppiata alla Gascromatografia-Spettrometria di Massa (GC-MS): Questa tecnica è ampiamente utilizzata per analizzare i composti volatili grazie alla sua elevata sensibilità e capacità di identificare una vasta gamma di molecole. La SPME permette di estrarre i composti volatili presenti nel PLA senza l'uso di solventi, riducendo così il rischio di contaminazione. La combinazione con la GC-MS consente una caratterizzazione precisa dei composti volatili, facilitando l'identificazione dei principali responsabili degli odori. Olfattometria: Questa tecnica viene utilizzata per la valutazione sensoriale degli odori e si basa sull'uso di un pannello di esperti che valuta l'intensità e la qualità degli odori emessi dal PLA riciclato. L'olfattometria è spesso impiegata insieme alla GC-MS per correlare le caratteristiche sensoriali con la presenza di specifici composti volatili. L'uso di un pannello umano fornisce una valutazione soggettiva che è consigliabile per comprendere l'impatto sensoriale dei composti volatili sul consumatore. Analisi della Spettroscopia Infrarossa (FTIR): L'FTIR viene utilizzata per identificare i gruppi funzionali presenti nei composti volatili, fornendo informazioni sulla natura chimica degli odori nel PLA. L'analisi FTIR è particolarmente utile per monitorare la presenza di gruppi funzionali correlati alla degradazione del PLA e per verificare l'efficacia dei trattamenti di riciclo. L'uso della FTIR permette anche di monitorare i cambiamenti nella struttura chimica del PLA durante i vari stadi del riciclo. Strategie per la Riduzione degli Odori nel PLA Riciclato Per migliorare la qualità del PLA riciclato e ridurre la presenza di odori indesiderati, sono state sviluppate diverse strategie di trattamento: Lavaggio e Deodorazione: Il lavaggio del PLA con solventi specifici o soluzioni alcaline è una delle tecniche più efficaci per rimuovere i residui di additivi e contaminanti. Il trattamento con aria calda o vapore può essere utilizzato per ridurre ulteriormente la concentrazione di composti volatili. Il lavaggio può includere l'uso di tensioattivi per solubilizzare e rimuovere sostanze organiche responsabili degli odori. In alcuni casi, vengono utilizzati solventi organici per rimuovere in modo più efficace gli odori persistenti, garantendo un materiale finale più pulito e adatto al contatto alimentare. Uso di Adsorbenti: Materiali come il carbone attivo e il biochar sono stati utilizzati come adsorbenti per rimuovere i composti volatili dal PLA riciclato. Questi materiali hanno una grande superficie specifica che permette di assorbire gli odori, migliorando la qualità del prodotto finale. Recentemente, sono stati studiati anche nuovi materiali come le zeoliti e i materiali a base di grafene, che offrono una capacità di adsorbimento migliorata grazie alla loro struttura porosa e alle loro proprietà chimiche uniche. L'uso di adsorbenti avanzati potrebbe essere una soluzione promettente per ridurre gli odori senza influire negativamente sulle proprietà meccaniche del materiale. Modificazione del Processo di Riciclo: L'ottimizzazione dei parametri di processo, come la temperatura di estrusione e il tempo di permanenza, può ridurre la degradazione del PLA e, di conseguenza, la formazione di composti volatili. L'utilizzo di condizioni di lavorazione più miti aiuta a preservare la struttura del polimero e a limitare la formazione di sostanze indesiderate. In particolare, l'estrusione in condizioni di vuoto può aiutare a ridurre la presenza di composti volatili eliminando i gas generati durante il processo di fusione. Inoltre, l'utilizzo di tecnologie come il raffreddamento rapido può contribuire a minimizzare la degradazione termica. Trattamenti Biologici: Alcuni studi hanno esplorato l'uso di trattamenti biologici, come l'impiego di enzimi specifici che possono degradare o trasformare i composti volatili. Questi trattamenti rappresentano un'alternativa sostenibile ai trattamenti chimici, riducendo l'impatto ambientale del processo di riciclo e migliorando la qualità olfattiva del PLA. Gli enzimi, in particolare, possono essere selettivi per certi gruppi funzionali, rendendo possibile la rimozione mirata dei composti responsabili degli odori senza alterare le proprietà del polimero. Conclusioni L'uso del PLA riciclato per applicazioni di packaging alimentare presenta diverse problematiche legate alla presenza di composti volatili e odori indesiderati. Tuttavia, attraverso l'impiego di tecniche avanzate di analisi e strategie di trattamento efficaci, è possibile migliorare la qualità del PLA riciclato e garantirne la sicurezza per il contatto con alimenti. La combinazione di metodi fisici, chimici e biologici per la rimozione degli odori offre promettenti soluzioni per affrontare queste problematiche e contribuire a una maggiore sostenibilità nella filiera degli imballaggi. La continua ricerca su nuove tecnologie di trattamento e sulla comprensione delle dinamiche di formazione degli odori è cruciale per aumentare l'utilizzo di materiali riciclati nell'industria degli imballaggi, contribuendo significativamente alla riduzione dell'impatto ambientale dei materiali plastici. Inoltre, la collaborazione tra industria, enti di ricerca e organi normativi sarà essenziale per sviluppare soluzioni innovative e garantire che il PLA riciclato soddisfi gli standard di qualità e sicurezza necessari per le applicazioni alimentari. In questo contesto, l'adozione di una mentalità orientata all'economia circolare diventa fondamentale per promuovere la sostenibilità e ridurre la dipendenza dai materiali vergini, contribuendo così a un futuro più verde e sostenibile.© Riproduzione Vietata

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - Imballi alimentari in pet: perché riciclarli?
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Imballi alimentari in pet: perché riciclarli?
Economia circolare

A volte ci si chiede se lo sforzo di fare la raccolta differenziata in casa ne valga la penadi Marco ArezioMolte volte quando dividiamo la spazzatura ci chiediamo se il nostro impegno servirà a qualche cosa, se il materiale che noi dividiamo poi verrà effettivamente impiegato o finirà in discarica o peggio bruciato, se gli oneri che paghiamo, nonostante il nostro lavoro di pre-selezione, siano utili alla causa ambientalista. In casa, magari avendo a disposizione spazi ristretti, il dover selezionare la carta, il vetro, la plastica e gli scarti alimentari in contenitori diversi, comporta impegno, fatica mentale nella separazione e spazi sottratti ad altre cose. Se poi aggiungiamo che dobbiamo ricordarci anche in quali giorni del mese ritirano il sacchetto di uno o dell’altro prodotto, diventa un compito da organizzare con impegni da non dimenticare se non si vuole che la casa si riempia di spazzatura. Ogni tanto ricordiamo quanto era comodo buttare ogni cosa in un sacco unico e quando passava la raccolta dei rifiuti si doveva solo pensare a portare il sacco, con i rifiuti misti, fuori dalla porta di casa e non ci si pensava più. Abbiamo visto questa generale inerzia dove ci ha portato, ma forse avremmo anche il diritto di capire a cosa servano i nostri sforzi domestici nella separazione dei rifiuti. Quando compriamo i pomodori, le pesche o le fragole, ci vengono molte volte presentate in negozio dentro a scatolette in plastica trasparente, chiuse da un coperchio che protegge il prodotto deperibile. La portiamo a casa, mettiamo a tavola il contenuto e l’imballo, in questo caso in PET, viene subito buttato. Tutti questi imballi trasparenti in PET, attraverso la raccolta differenziata, possono rinascere a nuova vita evitando di utilizzare nuovo petrolio per fare altri prodotti. Si, ma come? La vaschetta, insieme alle altre compagne di viaggio, viene portata nei centri di selezione dei rifiuti dove verrà divisa dagli altri imballi in plastica ed avviata alla rigenerazione. Gli imballi alimentari in PET verranno macinati in pezzi dalle dimensioni di 10 mm. circa, poi lavati in modo da togliere le etichette presenti sulla confezione, separati per colore, se ci fossero vaschette colorate mischiate a quelle trasparenti e poi estrusi creando un granulo che costituirà la nuova materia prima per realizzare molti prodotti. Se la destinazione del nuovo granulo dovrà essere ancora quella alimentare, durante il processo che porta alla granulazione, il materiale verrà sanificato e igienizzato, potendo poi essere utilizzato per ricostruire imballi alimentari. Se invece la destinazione sarà in settori non alimentari, il granulo verrà imballato e venduto in molti settori produttivi. Vediamo quali: Il settore dell’arredamento utilizza il granulo di PET riciclato per fare la fibra che troveremo nei cuscini e nell’imbottitura dei divani e delle poltrone.L’industria tessile utilizza il granulo di PET riciclato per fare fibra adatta alla realizzazione di capi da abbigliamento e coperte.L’industria dell’imballaggio utilizza il granulo di PET riciclato per fare le regge per gli imballi che troviamo su molte confezioni o sui bancali di merce, con lo scopo di stabilizzare il materiale contenuto.L’industria della pulizia utilizza il granulo di PET riciclato per fare mono-filamenti per le scope domestiche e industriali e per realizzare spazzole per le macchine per la pulitura meccanica. Come vedete ogni nostro sforzo legato alla separazione domestica dei rifiuti è destinato a risparmiare CO2 nell’atmosfera, risorse naturali, a consumare inutilmente materie prime di origine fossile e a risolvere il problema degli imballi di plastica che non verranno più messi nelle discariche o peggio scaricati in mare.Categoria: notizie - plastica - economia circolare - PETVedi il prodotto finitoVedi maggiori informazioni sul riciclo

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - Quando la plastica ti salva la vita
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Quando la plastica ti salva la vita
Economia circolare

Un nuovo approccio al mondo della plastica, senza preconcetti e condizionamenti di Marco ArezioQuante parole si sono dette nei dibattiti televisivi, sui social, nelle News di tutto il mondo, sull’inquinamento della plastica, quanta gente ha seguito l’onda emotiva di quello che vedeva e sentiva senza capire fino in fondo il problema. Ma quante persone hanno fatto un bilancio obbiettivo e indipendente del fenomeno? La plastica non è solo la bottiglia di acqua o il fustino del detersivo che qualche irresponsabile, o comunità, abbandona nei fiumi, nei mari o a bordo delle strade. Non è rappresentata nemmeno dai sacchetti della spesa che vengono buttati nell’ambiente e che vanno a finire nello stomaco dei pesci. Non si può dire che sia identificata negli oggetti monouso che servono come strumenti sterili per la nostra vita e che possono diventare micro o nanoplastiche se abbandonati in mare, entrando nella catena alimentare. La plastica non è questo, ma purtroppo è quello che rappresenta nel subconscio della gente, senza capire che sono le conseguenze negative della sua gestione a portare ai fenomeni descritti. Sono quindi le carenti o improvvide gestioni del prodotto che creano il problema ambientale non il prodotto stesso. Certamente se partiamo dal presupposto che, tolti i denti doloranti ci togliamo il dolore, mi chiedo con cosa poi mangeremo? Forse ci facciamo una nuova dentiera di resina plastica. Non è colpa della plastica se l’uomo ha prodotto, dagli anni 60 del secolo scorso ad oggi, circa 8 miliardi di tonnellate di prodotto non biodegradabile, di cui si ricicla mediamente il 9% e che il 12% viene impiegato nei termovalorizzatori, mentre circa l’80% va disperso nell’ambiente. Non è colpa della plastica se nel mondo non vengono organizzati, in modo capillare, i sistemi di raccolta per i rifiuti, non vengono costruiti, in quantità sufficiente, gli impianti per la selezione e lo smaltimento, e i rifiuti stessi non vengono convertiti in energia rinnovabile e carburante. Non è colpa della plastica se l’uomo, nonostante abbia scoperto sistemi di riciclo che hanno superato il vecchio sistema meccanico, permettendo, attraverso processi chimici, di utilizzare ogni parte dei rifiuti plastici raccolti, ma non li promuove sul territorio attraverso investimenti pubblici. Non è colpa della plastica se l’uomo, inventandola, ha fatto una scoperta di una portata tale da migliorare la nostra vita quotidiana, impiegandola poi in un innumerevole quantità di prodotti di uso comune. Se avete dubbi guardatevi in giro, tra le vostre cose e fatevene un’idea. Oggi, la tanto vituperata plastica, ci può salvare la vita, con il polipropilene, il poliestere o altre plastiche per le mascherine, i camici degli operatori sanitari, i prodotti monouso sterili, i contenitori dei rifiuti ospedalieri pericolosi. Il movimento contro la plastica nasce da razioni impulsive, su episodi le cui immagini toccano la coscienza della gente, ma dopo la comprensibile disapprovazione, bisogna riavvolgere il filo e capire l’origine del problema. È una questione di cultura e conoscenza, che deve essere assimilata dalla gente in modo che abbia le informazioni obbiettive e indipendenti per giudicare e prendere una propria posizione, senza essere influenzata da protagonismi, fazioni politiche o lobbies. La plastica del futuro dovrà essere quella del passato, possiamo farlo.Categoria: notizie - plastica - economia circolareIl settore sanitario nella pandemia

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - Uso della plastica riciclata: tanti articoli ma poca attenzione verso il settore
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Uso della plastica riciclata: tanti articoli ma poca attenzione verso il settore
Economia circolare

Come aiutare l’ambiente, riutilizzando la plastica di scarto, ma sentirsi un imprenditore di serie Bdi Marco ArezioI produttori di articoli fatti con la plastica riciclata dovrebbero avere un riconoscimento sociale per l’uso che fanno della materia prima riciclata nei loro prodotti, la quale contribuisce, non solo a ridurre le quantità di rifiuto che giornalmente produciamo in tutto il mondo, ma permette di ridurre l’uso dei polimeri vergini di derivazione petrolifera. Un impegno verso l’ambiente in perfetta coerenza con i principi dell’economia circolare ma, che nel concreto non ha, fino ad ora, trovato grande sostegno tra i consumatori. La prima cosa che gli stati dovrebbero fare è quello di incentivare gli acquisti di prodotti fatti in plastica riciclata e scoraggiare quelli fatti con la materia prima vergine, così da dare una spinta importante in un’ottica ambientalista. Gli incentivi possono essere di varie forme: - sgravi fiscali sugli acquisti- buoni spesa- prezzi calmierati- incentivi sull’uso dei polimeri rigenerati per le industrie in fase di produzione Questi, sono solo alcuni esempi di tanti che si possono adottare, ma sono fondamentali per aiutare la riduzione della plastica di scarto. Non è la strada corretta quella di far credere alla gente che si possa vivere, nel breve, senza plastica, ma bisogna far capire che, più prodotti fatti in plastica riciclati vengono acquistati dai consumatori, più si consumano le grandi quantità di scarto plastico che i paesi producono quotidianamente e non sanno più dove mettere. Nello stesso senso, più si scelgono prodotti fatti con polimeri vergini, più si contribuisce ad aumentare i rifiuti plastici e si incentiva la trasformazione del petrolio in materia prima, con la conseguenza di aumentare l’effetto serra. L’incremento del riciclo è solo un anello di una catena di interventi che si devono fare per risolvere il problema dei rifiuti plastici, ma la sua importanza è tale da dover investire sulla cultura del riciclo e sul suo riutilizzo. Sapendo che l’adozione della “Plastic Free” è un’utopia, oggi, e lo sarà finchè la scienza non troverà un prodotto ecocompatibile che possa sostituire la plastica in termini di flessibilità d’uso, leggerezza, economicità e caratteristiche tecniche, dobbiamo qualificare il settore dei prodotti fatti in plastica riciclata. Andando al negozio, se volete bene all’ambiente e al proprio futuro, sarebbe auspicabile scegliere prodotti plastici fatti con materie prime riciclate cercando di non fare confusioni con certi messaggi sulle etichette dove viene riportato la dicitura “riciclabile” in quanto il prodotto potrebbe essere fatto con polimeri vergini. Se dovete comprare secchi, vasi, armadi, tavoli, sedie, cassette, flaconi, articoli per il giardino,grigliati, tubi e tanti altri prodotti, pensate all’ambiente, sempre.Categoria: notizie - plastica - economia circolare - ricicloVedi maggiori informazioni sul riciclo

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - Plastica insostituibile: I 20 prodotti che mantengono in equilibrio il mondo moderno
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Plastica insostituibile: I 20 prodotti che mantengono in equilibrio il mondo moderno
Economia circolare

Nonostante i crescenti appelli per l’abolizione della plastica, ci sono prodotti essenziali in vari settori, dalla medicina alla tecnologia, che non possono essere sostituiti senza compromettere la nostra societàdi Marco ArezioL’utilizzo della plastica ha rivoluzionato il mondo moderno, rendendo possibile una vasta gamma di innovazioni che spaziano dalla medicina ai trasporti, dalle tecnologie di comunicazione all’alimentazione. Tuttavia, accanto ai benefici evidenti della plastica, negli ultimi decenni è cresciuto un movimento di critici che sottolineano gli enormi danni ambientali legati alla sua produzione, al suo utilizzo e soprattutto alla sua gestione come rifiuto. I detrattori della plastica sostengono che questo materiale, nonostante la sua utilità, rappresenti una minaccia esistenziale per l'ecosistema terrestre a causa della sua capacità di persistere nell’ambiente per centinaia di anni, causando inquinamento su scala globale. Spinti da queste problematiche, numerosi attivisti, organizzazioni ambientaliste e governi hanno iniziato a proporre misure drastiche per ridurre o eliminare l'uso della plastica. Campagne come “Break Free from Plastic” hanno mobilitato milioni di persone in tutto il mondo, chiedendo la riduzione della plastica monouso e l'adozione di alternative più sostenibili. Alcuni paesi, soprattutto in Europa, hanno già adottato misure legislative per ridurre drasticamente l’uso della plastica, come il bando dei sacchetti di plastica monouso, delle cannucce e dei contenitori in polistirolo espanso. Inoltre, molti critici sostengono che, nonostante la sua utilità, l'umanità non può più permettersi di dipendere dalla plastica come fa oggi, e chiedono una transizione verso un’economia circolare, in cui i materiali vengono riutilizzati e riciclati anziché essere gettati via. L'argomento centrale è che continuare a produrre e usare plastica come abbiamo fatto negli ultimi decenni porterà a conseguenze disastrose e irreversibili per il pianeta. Sebbene le preoccupazioni ambientali siano giustificate, ci sono settori, come quello medico, tecnologico e industriale, dove la plastica è ancora insostituibile. La sfida per il futuro non sarà semplicemente quella di abolire la plastica, ma di bilanciare il suo uso con pratiche sostenibili e di promuovere innovazioni in grado di ridurre l’impatto ambientale. Se da una parte è essenziale ridurre drasticamente l’uso delle plastiche monouso non necessarie, dall’altra è altrettanto importante riconoscere che in alcuni casi la plastica rimane fondamentale per il funzionamento della società moderna. Nel dibattito sulla plastica, un aspetto cruciale riguarda la distinzione tra i prodotti che possono essere sostituiti con alternative più sostenibili e quelli che, al momento, sono difficilmente sostituibili per le loro proprietà uniche. In questo articolo, ci concentreremo sui prodotti plastici che non hanno ancora una valida alternativa a causa delle loro prestazioni specifiche, della resistenza o della sicurezza che offrono. Questi prodotti sono essenziali in vari settori, tra cui la sanità, l'industria e le tecnologie avanzate, e la loro assenza potrebbe causare gravi disagi o addirittura la compromissione del funzionamento di settori vitali. 1. Dispositivi medici monouso Uno dei campi in cui la plastica risulta irrinunciabile è la medicina. Strumenti come siringhe, cateteri, guanti, e sacche per trasfusioni sono realizzati in materiali plastici per garantire standard igienici elevati, ridurre il rischio di infezioni e garantire la sicurezza del paziente. Al momento, nessun altro materiale riesce a combinare la sterilità, il basso costo e la leggerezza di questi prodotti. 2. Protesi e impianti medici Le protesi per arti e gli impianti, come valvole cardiache artificiali e protesi ortopediche, utilizzano plastiche avanzate come il polietilene ad alta densità (HDPE) e il poliuretano. Questi materiali sono biocompatibili, leggeri e resistenti all’usura, rendendo possibile la mobilità e migliorando la qualità della vita di milioni di persone. Al momento, non esistono materiali alternativi che possano offrire le stesse prestazioni nel lungo periodo. 3. Tubi per infrastrutture idriche e del gas Il PVC e il polietilene sono materiali insostituibili nei sistemi di distribuzione idrica e di gas. Questi tubi sono resistenti alla corrosione, hanno una lunga durata e sono economici rispetto ai tubi metallici. Inoltre, offrono una resistenza chimica superiore e richiedono meno manutenzione. L’utilizzo di materiali alternativi aumenterebbe significativamente i costi di produzione e manutenzione delle infrastrutture. 4. Sistemi di isolamento elettrico La plastica è un isolante elettrico eccellente, utilizzata per rivestire fili e cavi. Materiali come il PVC e il polietilene sono essenziali per garantire che le reti elettriche siano sicure e resistenti. La sostituzione con materiali alternativi, come il vetro o la ceramica, non è praticabile per la maggior parte delle applicazioni quotidiane, a causa dei costi e della rigidità di questi materiali. 5. Componenti per dispositivi elettronici La plastica è alla base di molti componenti di smartphone, computer, televisori e altre apparecchiature elettroniche. Dai gusci protettivi ai circuiti stampati, la plastica offre leggerezza, flessibilità, isolamento elettrico e protezione contro gli urti. Materiali alternativi come il vetro o i metalli non potrebbero replicare la combinazione di caratteristiche necessarie per queste applicazioni. 6. Occhiali e lenti a contatto La plastica è fondamentale per la produzione di occhiali leggeri e resistenti, e di lenti a contatto. L'uso del vetro per le lenti sarebbe pericoloso e scomodo, mentre la plastica, come il policarbonato, offre resistenza, trasparenza e flessibilità. Al momento, non esistono alternative economiche e pratiche che possano offrire le stesse proprietà. 7. Schermi e display elettronici I display a cristalli liquidi (LCD) e i display OLED utilizzano film plastici sottili per proteggere e isolare i componenti interni. Questi materiali sono indispensabili per creare schermi sottili, leggeri e flessibili. Senza l’uso della plastica, i display moderni sarebbero più pesanti, meno duraturi e più costosi da produrre. 8. Materiali per la stampa 3D La stampa 3D si basa principalmente sull'uso di plastiche come PLA e ABS, che offrono un’elevata modellabilità, resistenza e facilità di utilizzo. Anche se esistono filamenti a base di metalli o ceramica, la plastica rimane il materiale più versatile e accessibile per le applicazioni quotidiane, dalla prototipazione alla produzione di oggetti complessi. 9. Componenti automobilistici Nell'industria automobilistica, la plastica è essenziale per ridurre il peso del veicolo e migliorare l'efficienza del carburante. Paraurti, cruscotti, sedili e altre parti interne sono realizzati in plastiche leggere e resistenti come il polipropilene e il poliuretano. Le alternative metalliche aumenterebbero il peso del veicolo, riducendo l'efficienza energetica e aumentando i costi di produzione. 10. Contenitori farmaceutici e per alimenti La plastica garantisce la sicurezza e la durata dei farmaci e degli alimenti. Contenitori in HDPE o PET proteggono i contenuti da contaminazioni, umidità e agenti esterni, preservandone la freschezza. Al momento, non esistono materiali alternativi che possano offrire le stesse proprietà di barriera a costi comparabili, soprattutto in ambienti sensibili come quello farmaceutico. 11. Tessuti tecnici e indumenti protettivi Materiali come il nylon e il poliestere, usati per l’abbigliamento sportivo, tessuti tecnici e indumenti protettivi, offrono resistenza, leggerezza e capacità traspiranti. Sono anche utilizzati in dispositivi di protezione individuale (DPI), come mascherine, guanti e tute protettive. Non esistono alternative naturali con le stesse proprietà tecniche. 12. Protezioni per l’industria aerospaziale La plastica viene utilizzata in numerosi componenti aerospaziali, dai rivestimenti per gli interni degli aerei ai materiali isolanti per i circuiti elettronici. Materiali come il Kevlar e il policarbonato sono essenziali per garantire leggerezza, resistenza al calore e protezione contro impatti e stress meccanici. Senza questi materiali, il peso e i costi di gestione dei veicoli spaziali aumenterebbero notevolmente. 13. Tubi flessibili per applicazioni mediche I tubi flessibili in plastica sono fondamentali per il trasporto di fluidi nei pazienti. Utilizzati per drenaggi, trasfusioni e ventilazione, questi tubi devono essere leggeri, flessibili e sterili. Il materiale alternativo, come il metallo, è meno pratico e più costoso per molte applicazioni mediche. 14. Membrane per la filtrazione e la purificazione La plastica è essenziale nei sistemi di filtrazione dell'acqua e dell'aria. Membrane in polipropilene o poliuretano offrono una combinazione di resistenza chimica e capacità filtrante che non è replicabile con materiali naturali o metallici. Questi sistemi sono fondamentali per la purificazione dell'acqua potabile e per la depurazione industriale. 15. Attrezzature chirurgiche avanzate Strumenti chirurgici come bisturi, pinze e altri strumenti delicati utilizzano componenti plastici per garantire precisione e sterilità. La plastica offre la possibilità di creare strumenti monouso, riducendo i costi di sterilizzazione e garantendo la sicurezza in sala operatoria. Senza di essa, molte procedure sarebbero più rischiose o meno accessibili. 16. Dispositivi di telecomunicazione I cavi in fibra ottica e gli altri componenti delle infrastrutture di telecomunicazione dipendono dalle plastiche per isolare e proteggere i segnali. La plastica offre un'eccellente protezione dall'umidità e dalle interferenze, rendendola insostituibile per mantenere connessioni internet veloci e sicure. Al momento, non esistono materiali che possano garantire le stesse prestazioni a costi altrettanto ridotti. 17. Componenti per batterie e celle a combustibile Le batterie agli ioni di litio, utilizzate in telefoni, computer e auto elettriche, contengono parti plastiche che isolano e proteggono i componenti interni. La plastica garantisce sicurezza e durata nel tempo, evitando perdite di carica e prevenendo cortocircuiti. Nessun altro materiale offre la stessa combinazione di leggerezza e resistenza chimica. 18. Strumenti per il test diagnostico rapido I test diagnostici rapidi, come quelli utilizzati per rilevare malattie infettive, dipendono in modo cruciale dalla plastica per la loro produzione. Questi strumenti, spesso monouso, sono realizzati con materiali plastici che garantiscono precisione, sicurezza e facilità di utilizzo. La plastica consente la creazione di dispositivi leggeri, economici e sterili, fondamentali per l'uso immediato in ambienti clinici o sul campo. Al momento, non esistono alternative praticabili che offrano la stessa combinazione di costo contenuto, igiene e rapidità di produzione, rendendo la plastica insostituibile per questi strumenti diagnostici. 19. Strumenti per la conservazione di organi e tessuti La plastica gioca un ruolo cruciale nei sistemi di conservazione e trasporto di organi e tessuti destinati ai trapianti. Contenitori in plastica specializzata, sacche per organi e materiali di imballaggio utilizzati per mantenere un ambiente sterile e controllato sono essenziali per garantire che gli organi rimangano vitali durante il trasporto. L'assenza di plastiche adeguate comprometterebbe seriamente la possibilità di salvare vite attraverso i trapianti, poiché materiali alternativi non offrono la stessa combinazione di leggerezza, resistenza e capacità isolante. 20. Sistemi di protezione da radiazioni In ambito medico e industriale, la plastica è utilizzata per schermare dai raggi X e da altre radiazioni, spesso combinata con altri materiali come il piombo. I materiali plastici offrono flessibilità e resistenza in ambienti in cui l'uso di metalli pesanti sarebbe troppo ingombrante o inefficace. Questi sistemi di protezione sono fondamentali per garantire la sicurezza di pazienti e operatori in ambienti ad alta esposizione a radiazioni, come ospedali e impianti industriali, e non esistono attualmente materiali altrettanto pratici per garantire la stessa combinazione di prestazioni e maneggevolezza.

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - rNEWS: Riciclo Chimico della Plastica Contro Riciclo Meccanico?
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare rNEWS: Riciclo Chimico della Plastica Contro Riciclo Meccanico?
Economia circolare

Riciclo Chimico della Plastica Contro Riciclo Meccanico?di Marco ArezioLa storia del riciclo della plastica nasce e si sviluppa, fino ad oggi, per merito del sistema meccanico, fatto di selezione, macinatura, lavaggio ed estrusione dei polimeri che costituiscono nuova materia prima. Questo tipo di riciclo lascia dietro di sé una quantità considerevole di scarti plastici non riciclabili che vanno all'incenerimento o in discarica. I motivi di una quantità di scarti plastici non riciclabili li abbiamo più volte affrontati negli articoli del blog del portale rMIX, ma oggi, come presentato da Sreeparna Das parlando del processo di riciclo chimico ENI-VERSALIS, possiamo vedere una concreta possibilità di trovare una giusta collocazione a quei rifiuti plastici non riciclabili attraverso il riciclo chimico.Competizione con riciclo meccanico? Direi proprio di no, anzi vedo un completamento del processo circolare dei rifiuti.La resistenza della plastica, considerata in passato un beneficio, oggi assume una connotazione fortemente negativa. Adesso, quando sentiamo la parola plastica, una delle prime immagini che ci vengono in mente è quella di un sacchetto che galleggia nell’oceano. Ciò è dovuto soprattutto all'aumento senza precedenti dei prodotti monouso e alla mentalità usa e getta dei consumatori. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi della plastica? È importante non perdere di vista il valore della plastica e delle varie industrie che dipendono da questo materiale. La plastica ha dimostrato i propri vantaggi in termini di proprietà meccaniche, prestazioni, versatilità, costo, ecc. É, per esempio, un materiale fondamentale nella lotta contro la pandemia di COVID-19 in tutto il mondo. Il rischio per la salute, soprattutto per i professionisti del settore medico e per i lavoratori in prima linea, sarebbe maggiore senza la plastica presente nei kit di DPI (dispositivi di protezione individuale), nelle mascherine e nei guanti. Il modo in cui le plastiche vengono attualmente prodotte, consumate e gestite a fine vita, tuttavia, non è completamente sostenibile. Il dibattito sulla sostituzione della plastica con altri materiali riciclabili, come la carta, soprattutto negli imballaggi, ha preso piede a causa dell’impatto negativo sull’ambiente della produzione di plastica lineare, dell'elevato volume di applicazioni monouso e della cattiva gestione dei rifiuti nel corso degli anni. La circolarità della plastica e la valorizzazione dei rifiuti sono all’ordine del giorno e le tecnologie di riciclo chimico possono svolgere un ruolo fondamentale per ottenere lo stesso obiettivo. Il riciclo della plastica Chiaramente è necessario un cambio di rotta. Chi lavora all’interno della catena di valore delle materie plastiche deve adottare principi circolari. Una parte della soluzione per garantire la circolarità della plastica è il suo riciclo, ma gli attuali tassi sono ben lontani dai livelli ideali. La Commissione europea riconosce la necessità di tassi di riciclo più elevati nel suo piano d'azione per l'economia circolare recentemente adottato nell'ambito dell'European Green Deal. Gli Stati membri devono raggiungere i seguenti obiettivi: • Riciclo del 55% dei rifiuti di imballaggio in plastica entro il 2030 • Riduzione del consumo a 40 sacchi a persona entro il 2026 • Migliorare la progettazione del prodotto per rispondere ai requisiti di durata, riparabilità e riciclabilità • Monitoraggio e riduzione dei rifiuti marini Molti stakeholder stanno seguendo il modello circolare della Fondazione Ellen MacArthur e in questa direzione la strategia circolare di Eni si concentra su: • L'uso di materie prime sostenibili • Riuso, riciclo e recupero • Prolungare la vita utile Per sostenere ulteriormente la circolarità della plastica e aumentare le percentuali di riciclo, Versalis ha avviato il Progetto Hoop® nel febbraio 2020. Il progetto si concentra sullo sviluppo di nuove tecnologie per il riciclo chimico dei rifiuti di plastica. Insieme a Servizi di Ricerche e Sviluppo (S.R.S.), l’azienda chimica di Eni sta sviluppando un processo di valorizzazione dei rifiuti di plastica mista che non possono essere riciclati meccanicamente. Cos’è il riciclo chimico della plastica?Il riciclo chimico, un termine ombrello per diverse tecnologie avanzate, può trasformare i rifiuti di plastica in materie prime che rientrano nella catena del valore per produrre nuovi polimeri. Il CEFIC, Consiglio Europeo dell'Industria Chimica, ha ampiamente classificato queste tecnologie in tre tipi. Riciclo chimico e la classificazione delle tecnologie.Dissoluzione: da rifiuto in plastica a polimero Il processo consiste nell'estrarre il polimero sciogliendo i rifiuti plastici selezionati con un solvente e/o calore. In questo modo è possibile separare anche gli additivi dai polimeri. Inoltre, il polimero estratto può essere lavorato con nuovi additivi per produrre nuove materie plastiche. Depolimerizzazione: da rifiuto in plastica a monomero Questo metodo prevede che i rifiuti di plastica selezionati vengano scomposti nei loro monomeri costitutivi sfruttando varie reazioni chimiche. I monomeri purificati possono poi essere utilizzati per produrre nuovi polimeri. I polimeri più adatti a questa tecnica sono il polietilenetereftalato (PET), il polistirolo (PS), il polimetilmetacrilato (PMMA), ecc. Conversione: da rifiuto in plastica a materia prima Grazie a queste tecniche, i rifiuti di plastica mista possono essere convertiti in una miscela di idrocarburi che può essere utilizzata come materia prima per nuove plastiche. Questa materia prima simile al petrolio o al gas può sostituire la materia prima fossile appena estratta negli impianti chimici. I due principali tipi di processo sono: pirolisi e gassificazione. La pirolisi è uno dei processi principali esplorati oggi per raggiungere gli impegnativi obiettivi di riciclo e rispondere alla necessità di circolarità della plastica. Il processo avviene ad alte temperature (in assenza di ossigeno) e trasforma i rifiuti di plastica in materie prime che vengono ulteriormente utilizzate nella produzione di nuovi prodotti chimici. Versalis sta portando avanti lo sviluppo della tecnologia della pirolisi attraverso il progetto Hoop®. Per meglio comprendere la missione e la visione del progetto, ho parlato con Fabio Assandri, Direttore Ricerca e Innovazione Tecnologica di Versalis. D: Può spiegarci Hoop® e perché Eni sta investendo in questo progetto?Assandri: Oggi, i rifiuti in plastica sono una sfida per tutti noi. L'Europa raccoglie quasi 30 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica post-consumo e ne ricicla solo un terzo. Il riciclo meccanico è il metodo principale utilizzato e gestisce in modo efficiente i flussi di rifiuti pre-assortiti (ad es. monomateriale, meno contaminati, ecc.). Un buon esempio sono le bottiglie d'acqua in PET. Tuttavia, il riciclo meccanico ha alcuni limiti. Le fasi di ritrattamento portano al degrado delle proprietà del materiale e possono causare una riduzione della trasparenza. Inoltre, include sul numero di volte che la plastica può essere riciclata. Forse, però, il più grande inconveniente è l'impossibilità di gestire flussi di rifiuti in plastica più complessi e misti, che attualmente sono inceneriti o gettati in discarica. Questo ci ha portato ad investire nel progetto Hoop®, un progetto che si concentra sul riciclo chimico come soluzione alternativa al problema, facendo così progredire la circolarità della plastica. D: Come funziona Hoop®?Assandri: Hoop, il nome del progetto, rappresenta un cerchio completo e simboleggia dunque il supporto alla circolarità. Abbiamo lavorato su un nuovo processo basato sulla tecnologia di pirolisi dell'S.R.S. che trasforma i polimeri in molecole più piccole e mattoncini. Questa conversione è analoga allo smontaggio di un set lego in pezzi singoli. Abbiamo completato i test a livello pilota e anche la progettazione dell'impianto dimostrativo con una capacità di 6.000 tonnellate all'anno nel sito di Mantova. Il nostro obiettivo è quello di scalare e avere la tecnologia pronta per l'applicazione su larga scala. D: Cos'è il plasmix? E quali sono i vantaggi della tecnologia della pirolisi? Assandri: Il plasmix è il rifiuto in plastica mista che non è adatto a un efficace riciclo meccanico. Rappresenta una percentuale significativa dei rifiuti in plastica che attualmente non vengono riciclati. La pirolisi è ideale per tali flussi di smaltimento e consente ai materiali di estendere il loro utilizzo, in linea con i principi dell'economia circolare. Poiché la qualità è la stessa della plastica vergine, i gradi riciclati chimicamente possono essere utilizzati in applicazioni di alto valore, comprese le applicazioni a contatto con gli alimenti. Il processo da noi sviluppato offre ulteriori vantaggi come la flessibilità, l'efficienza energetica, la qualità dei prodotti e un grande risparmio di emissioni di gas serra (GHG). Il recupero dei materiali di tutti i flussi risultanti dal processo di pirolisi (liquidi, gas e solidi) è per noi una priorità assoluta. D: Il riciclo chimico può ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e le emissioni di CO2? Assandri: Nel complesso, l'impronta ecologica del riciclo chimico è inferiore alle emissioni a monte e a valle dell'attuale sistema lineare (estrazione delle materie prime, produzione di plastica e gestione dei rifiuti a fine vita). Attualmente, i rifiuti in plastica mista vengono inceneriti o messi in discarica. Entrambe le soluzioni hanno un impatto ambientale negativo. L'incenerimento porta a un aumento delle emissioni di CO2 e di altri inquinanti, mentre lo smaltimento in discarica provoca un'ulteriore dispersione dei rifiuti in plastica nell'ambiente. Il riciclo chimico evita questi problemi e, poiché riconverte i rifiuti in materie prime, contribuisce a ridurre la dipendenza dalle riserve fossili. D: Il riciclo meccanico svanirà con lo sviluppo di impianti di riciclo chimico? Assandri: Per niente. Il riciclo meccanico è già un'attività considerevole con un ecosistema ben sviluppato per flussi di polimeri come PET, HDPE, PP, ecc. Non ha senso sostituire i sistemi esistenti che funzionano bene. L'obiettivo del progetto è quello di integrare il riciclo meccanico e migliorare drasticamente la circolarità dei prodotti in plastica, ampliando la portata dei flussi di rifiuti riciclabili. In effetti, credo che il riciclo meccanico trarrà vantaggio dallo sviluppo di tecnologie di riciclo chimico, poiché gli obiettivi e le valutazioni sarebbero più ripartiti tra i due. D: Hoop® è la soluzione al problema dei rifiuti in plastica? Assandri: La questione dei rifiuti in plastica è complessa e richiede un approccio su più livelli per trovare soluzioni efficaci. Progetti come Hoop® stanno compiendo passi nella giusta direzione e costituiscono una parte importante della soluzione. Se il riciclo chimico, insieme al riciclo meccanico, riuscirà o meno ad affrontare il problema dei rifiuti plastici dipende da diversi fattori: Tutti gli attori della catena del valore, compresi i proprietari dei brand, devono essere coinvolti e collaborare. Anche i consumatori devono svolgere un ruolo importante nel seguire la corretta raccolta dei rifiuti e nell'aumentare la domanda di prodotti riciclati. Le certificazioni standardizzate e riconosciute a livello internazionale sono una necessità. Poiché il riciclo chimico genera una materia prima vergine equivalente, i materiali si mescolano negli impianti chimici e rendono difficile rintracciare fisicamente la materia prima riciclata. Gli esperti, pertanto, suggeriscono di utilizzare l'approccio del bilancio di massa per tracciare accuratamente il flusso del materiale riciclato intorno agli impianti industriali, al fine di attribuire il corretto valore del contenuto riciclato a un prodotto. Un ultimo aspetto, ma non per questo meno importante: l'industria avrà bisogno anche di sostegno politico e normativo. Una maggiore chiarezza sulla produzione sostenibile delle materie plastiche dovrebbe arrivare all'inizio del 2021, una volta che la Commissione Europea avrà completato la revisione del Regolamento sulla tassonomia dell'UE. Categoria: notizie - plastica - economia circolare - rifiuti - riciclo meccanico - riciclo chimico

SCOPRI DI PIU'
https://www.rmix.it/ - L’aumento della Domanda di vetro Metterà in Crisi il Fotovoltaico?
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare L’aumento della Domanda di vetro Metterà in Crisi il Fotovoltaico?
Economia circolare

I pannelli solari a doppia faccia aumentano la qualità del pannello ma richiedono più vetrodi Marco ArezioChe le energie rinnovabili siano entrate nella nostra vita e nelle nostre aspettative future è una certezza ormai assodata e, che per questo, le aziende e la comunità scientifica si stanno impegnando a trovare dei prodotti sempre più performanti che migliorino, non solo l’efficienza tecnica, ma riducano anche il costo dell’energia prodotta, è un auspicio importante. In quest’ottica il fotovoltaico ha fatto, in pochi anni, passi enormi, creando pannelli solari a doppia facciata che permettono una migliore resa, non soltanto attraverso la luce diretta, ma riuscendo a intercettare anche la luce riflessa dalle superfici circostanti il pannello. Questo miglioramento tecnologico richiede però più vetro, creando un incremento della domanda di materia prima che ha fatto schizzare verso l’alto il prezzo. Il problema non è solo di carattere economico, ma riguarda anche la futura disponibilità di vetro da lavorare nei prossimi anni, risorsa che, se non si dovesse trovare in relazione alla domanda del marcato, metterebbe in difficoltà il settore. Se analizziamo il problema dal punto di vista economico, quindi un aumento dei costi delle materia prime che compongono un pannello solare a doppia facciata, dobbiamo considerare che la quota di mercato attuale di questo tipo di pannello è di circa il 14% di quelli venduti, prevedendo un aumento fino al 50% entro il 2022. Quindi un incremento del prezzo della materia prima che investirà, probabilmente il 50% del mercato, potrebbe portare un aumento di costo del pannello che, nell’economia generale dell’impianto, rischia di assottigliare in modo eccessivo i margini di profitto della filiera senza gli interventi di sostegno statale. Di conseguenza, se i progetti del solare dovessero essere considerati non più remunerativi, probabilmente gli investitori rinuncerebbero a finanziarli con la conseguenza di ridurre la crescita del settore. Per quanto riguarda l’incremento della domanda di vetro vi sono aree del pianeta in cui la raccolta differenziata non funziona o non si applica, la cui conseguenza è che il vetro non viene avviato al riciclo e quindi si perde una risorsa importante. In altre aree della terra la raccolta differenziata non riesce a coprire la domanda crescente di vetro da riciclare da parte delle industrie produttive, con la conseguenza di far aumentare i prezzi e di ridurre la produttività industriale. La Cina è il più grande produttore mondiale di pannelli solari e sta vivendo la difficoltà del reperimento della materia prima e del contenimento dei costi di produzione, problema così importante che i più grandi produttori di pannelli solari, come la LONGi Solar, hanno chiesto al governo Cinese di interessarsi del problema. Considerando che la Cina, avendo dichiarato di voler raggiungere nel 2060 la parità carbonica, è impegnata nell’aumento della produzione di energie da fonti rinnovabili, di cui il solare è un pilastro insostituibile, aumentando questo tipo di produzione dai 210 GW attuali a circa 2200 GW entro il 2060, progetto che può proseguire anche attraverso la risoluzione del problema della mancanza di vetro sul mercato.Categoria: notizie - vetro - economia circolare - rifiuti - fotovoltaico Vedi maggiori informazioni

SCOPRI DI PIU'
50 risultati
1 2 3

CONTATTACI

Copyright © 2025 - Privacy Policy - Cookie Policy | Tailor made by plastica riciclata da post consumoeWeb

plastica riciclata da post consumo