OMBRE DI AMBIZIONE. CAPITOLO 10: OMBRE E SANGUE SOTTO IL CASTELLO DI CORENNO PLINIO

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rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare - Ombre di Ambizione. Capitolo 10: Ombre e Sangue sotto il Castello di Corenno Plinio
Sommario

Il racconto a puntate, ambientato negli anni '50, riguarda il furto a Milano e le indagini della polizia, di una ricetta brevettata sul Polipropilene.

- Capitolo 10: Ombre e Sangue sotto il Castello di Corenno Plinio

Il Caso della Formula del Polipropilene Perduta a Milano.

Capitolo 10: Ombre e Sangue sotto il Castello di Corenno Plinio


di Marco Arezio

Il commissario Lucia Marini e il maresciallo Valenti, dopo aver organizzato meticolosamente delle ronde discrete in borghese, si trovano di fronte a un momento decisivo della loro indagine. Una sera, mentre la luce del crepuscolo avvolge il paesaggio di Corenno Plinio, notano una figura sospetta che si introduce nel castello attraverso una porta segreta, celata da uno sperone di roccia.

Valenti: "Guardi là, commissario! Qualcuno sta entrando nel castello da quella porta nascosta."

Lucia: "Sì, l'ho visto. Questa potrebbe essere la nostra occasione. Dobbiamo decidere velocemente cosa fare."

Valenti: "Proporrei di seguirlo dentro. Se quella porta non era chiusa a chiave, potrebbe significare che l'interno del castello nasconde altre sorprese. Dovremmo approfittarne ora che abbiamo l'opportunità."

Lucia: "Concordo. Ma procediamo con cautela. Non sappiamo cosa o chi troveremo all'interno. Gli altri militari resteranno qui a fare la guardia alla porta per assicurarci una via di fuga e impedire che altri possano seguirlo o sorprenderci."

Valenti fa un segno ai militari, indicando loro di rimanere in posizione, mentre lui e Lucia si avvicinano silenziosamente alla porta semiaperta. Con movimenti cauti e coordinati, varcano la soglia, immergendosi nell'oscurità del castello.

Valenti: "Stia attenta, commissario. Non sappiamo cosa ci aspetta. Manteniamo un profilo basso e cerchiamo di non fare rumore."

Lucia: "Sì, procediamo. Teniamo gli occhi aperti per qualsiasi indizio o segno che possa dirci di più su chi abbiamo visto entrare e su cosa stia facendo qui."

Mentre avanzano con cautela attraverso i corridoi bui del castello, i due si affidano alla luce debole delle loro torce per orientarsi. Ogni tanto, il rumore dei loro passi risuona sulle antiche pietre, ma procedono determinati, guidati dall'istinto e dalla volontà di scoprire la verità dietro le mura del castello.

Lucia: "Maresciallo, sente quel rumore? Sembra provenire da quella direzione."

Valenti: "Sì, lo sento. Potrebbe essere il nostro uomo. Avviciniamoci senza far rumore."

Il cuore di Lucia batte forte mentre si avvicinano alla fonte del rumore, consapevoli che ogni passo potrebbe portarli a una scoperta significativa o a un pericolo imprevisto. La tensione è palpabile, ma la determinazione di scoprire i segreti del castello e di portare alla luce le attività sospette che si celano dietro la facciata tranquilla di Corenno Plinio li spinge avanti, nel cuore oscuro del mistero.

Dopo aver esplorato il dedalo di cunicoli mal illuminati e superato sale spoglie che sembravano non essere state abitate da anni, Lucia e il maresciallo Valenti si trovano di fronte a una scala in pietra. La presenza di un cancello in ferro, spalancato come per invitarli a proseguire, aggiunge un senso di inquietudine all'avventura. Seguendo la tenue luce che sembra suggerire una via, si inoltrano ancora più profondamente nei segreti del castello.

Scendendo parecchi gradini, giungono infine a una grande sala che, al contrario delle precedenti, mostra evidenti segni di recente utilizzo: un grande tavolo al centro, circondato da numerose sedie, suggerisce che lì si siano tenute riunioni o incontri. L'atmosfera è carica di un'energia silenziosa, come se le pareti potessero raccontare storie di segreti e piani celati.

Oltre la sala, una nuova galleria con un cancello aperto attrae la loro attenzione. Il silenzio che ora li avvolge è così denso che il più lieve rumore sembrerebbe un tuono. Decidono quindi di procedere, consapevoli che ogni passo potrebbe portarli a scoprire qualcosa di importante o a incontrare chi si nasconde dietro il mistero del castello.

Nel buio del cunicolo, Lucia e Valenti, guidati dall'istinto di protezione e dalla consapevolezza dei potenziali pericoli, estraggono con decisione le loro pistole d'ordinanza, pronti ad affrontare qualsiasi eventualità.

Lucia: "Stiamo entrando in territorio sconosciuto, maresciallo. Manteniamo alta l'attenzione e procediamo con cautela."

Valenti: "Concordo, commissario. Qualunque cosa troviamo là dentro, dobbiamo essere pronti a tutto. Ricordiamoci che il nostro obiettivo è scoprire la verità e assicurare alla giustizia chi viola la legge."

Avanzano lentamente nel cunicolo, le pistole pronte e i sensi all'erta, cercando di adattare gli occhi alla scarsa luminosità. Ogni ombra sembra nascondere un segreto, ogni eco del loro passaggio risuona come un monito. Ma Lucia e Valenti non si lasciano intimidire; guidati da un senso di dovere e dalla determinazione di fare luce sulle ombre che avvolgono il castello di Corenno Plinio, sono pronti ad affrontare qualsiasi sfida si presenti.

Mentre avanzano cautamente nel tunnel, il rumore distinto come uno sciabordio attira l'attenzione di Lucia e del maresciallo Valenti. Il suono sembra provenire da più avanti, conducendoli attraverso l'oscurità. La tensione è palpabile, ma la curiosità e la determinazione a scoprire la verità li spingono a proseguire.

Lucia: "Sta sentendo anche lei quel rumore, maresciallo? Sembra venire da questa direzione."

Valenti: "Sì, lo sento. Sembra uno sciabordio... forse siamo vicini a una uscita sul lago. Continuiamo a seguire il suono, ma rimaniamo in allerta."

Il tunnel, dopo una tortuosa discesa, si apre infine su un'ampia caverna illuminata dalla luce lunare che filtra da un'apertura. Davanti a loro, una scena inaspettata: un molo ben attrezzato si estende sulla riva del lago, con una boa che sembra adatta per l'attracco degli idrovolanti. Il collegamento segreto tra il castello e il lago rivela un nuovo strato di mistero nelle attività sospette legate alla proprietà.

Sulla piattaforma vicino al lago, un uomo è intento a pulire per terra ciò che sembra essere una macchia di sangue, ignaro della presenza di Lucia e Valenti.

Lucia: "Guardi là, maresciallo. Quell'uomo sta cercando di pulire una macchia... che sembra sangue."

Valenti: "Questo non presagisce nulla di buono. Dobbiamo intervenire, ma con cautela. Non sappiamo se sia armato o se ci siano altri complici nelle vicinanze."

Lucia annuisce, condividendo l'approccio cauto suggerito da Valenti. Entrambi consapevoli del pericolo, si preparano ad affrontare l'uomo, cercando di mantenere l'elemento sorpresa dalla loro parte.

Lucia: "Andiamo. Proverò a parlare con lui, cerchiamo di capire cosa sta succedendo qui senza scatenare un confronto diretto. Se la situazione dovesse degenerare, siamo pronti a difenderci."

Valenti: "Capito, commissario. Sto al suo fianco."

Con le pistole pronte ma non puntate, per non sembrare subito ostili, Lucia e Valenti si avvicinano silenziosamente all'uomo, pronti a scoprire quale ruolo gioca in questo complesso intrigo che sembra coinvolgere il castello, la sua rete segreta di tunnel, e ora, un possibile atto di violenza legato alle acque misteriose del Lago di Como.

Nell'ombra che inizia a farsi più densa con il calare della sera, il maresciallo Valenti si fa avanti, tenendo la pistola abbassata in segno di cautela ma pronta all'uso.

Valenti: "Carabinieri! Rimanga dove è e presenti le sue generalità."

L'uomo, sorpreso, si arresta nel suo intento di pulire la macchia sul pavimento. Alza lentamente le mani in un gesto di apparente resa, girandosi per affrontare Lucia e il maresciallo. La luce incerta del crepuscolo disegna il suo profilo in modo drammatico, rivelando un'espressione che oscilla tra la sorpresa e la determinazione.

Nel momento in cui i suoi occhi incontrano quelli dei suoi interlocutori, con uno scatto improvviso e inaspettato, estrae una pistola nascosta e spara. Il tempo sembra rallentare mentre il proiettile sfreccia nell'aria, colpendo il maresciallo Valenti di striscio al braccio. Il dolore acuto e improvviso fa sì che il maresciallo cada a terra, sorpreso più che altro dalla rapidità dell'azione.

Lucia: "Maresciallo!"

Nel caos del momento, l'istinto e l'addestramento prendono il sopravvento. Lucia, con un movimento rapido e preciso, punta la sua pistola verso l'uomo e fa fuoco. Il colpo lo colpisce, costringendolo a fare un passo indietro, sorpreso e ferito.

La figura dell'uomo indietreggia colpita, il suo viso contorto in una smorfia di dolore. Perde l'equilibrio, barcolla pericolosamente sull'orlo della piattaforma e, con un'ultima incerta danza, cade all'indietro sulle scogliere che lambiscono il lago. Il suo corpo si scontra con la dura realtà degli scogli prima di scomparire nelle acque scure del Lago di Como, lasciando dietro di sé solo il rumore sordo del suo impatto.

Lucia, correndo verso il maresciallo, chiede con urgenza: "Maresciallo, come sta? È ferito gravemente?"

Valenti, stringendosi il braccio ferito ma riuscendo a sorridere debolmente: "È solo un graffio, grazie a Dio. Anche questa volta mi è andata bene, commissario."

Lucia guarda il lago, cercando di scorgere qualche segno dell'uomo caduto, ma le acque rimangono mute, celando il destino di chi vi è scomparso. Con un profondo sospiro, si volta verso Valenti, consapevole che la serata ha preso una piega ancor più pericolosa e misteriosa.

Lucia: "Dobbiamo avvisare subito i rinforzi e organizzare una ricerca. Quell'uomo potrebbe avere informazioni cruciali per il nostro caso."

Mentre attendono l'arrivo dei rinforzi, Lucia e il maresciallo si guardano, consci che la notte ha rivelato solo una parte dei segreti nascosti nelle profondità di Corenno Plinio e che la loro indagine è appena entrata in una nuova, oscura fase.

Dopo l'intenso confronto nella caverna, Lucia Marini e il maresciallo Valenti si affrettano a risalire i cunicoli, ritornando verso l'ingresso segreto del castello. L'aria nei tunnel sembra più pesante dopo gli eventi appena vissuti, ma l'urgenza di agire li spinge avanti. Arrivati all'uscita, trovano i militari di guardia che li attendono, ansiosi di sapere cosa sia successo.

Lucia: "Abbiamo avuto uno scontro con un uomo armato all'interno. Ha sparato al maresciallo Valenti. È stato ferito, ma non gravemente. Abbiamo risposto al fuoco, e l'uomo è caduto nel lago dopo essere stato colpito. Abbiamo bisogno di una squadra di ricerca subito."

I militari, subito attivati dall'urgenza della situazione, si organizzano per prestare le prime cure al maresciallo e per iniziare le ricerche dell'uomo caduto nel lago.

Militare: "Subito, commissario. Organizzeremo le ricerche. Maresciallo, la porteremo in ospedale per assicurarci che la ferita venga trattata adeguatamente."

Il maresciallo, pur con il dolore, annuisce con gratitudine, consapevole dell'importanza di ricevere cure mediche immediate.

Dopo aver assistito alla partenza dell'ambulanza per l'ospedale, Lucia torna all'Hotel Belvedere, dove la calma della sua stanza le offre un contrasto netto con gli eventi della notte. Lì, decide di agire su due fronti cruciali: recuperare prove fisiche e confrontare le tracce di sangue.

Prima di tutto, chiama i carabinieri di Dervio incaricati delle ricerche.

Lucia: "È cruciale che recuperiate lo straccio insanguinato che abbiamo visto usare dall'uomo nel castello. Potrebbe essere una prova fondamentale per le nostre indagini."

Carabiniere: "Capito, commissario. Ci assicureremo di recuperarlo e di consegnarlo ai tecnici per l'analisi."

Successivamente, Lucia contatta il dottor Branchini, sperando di trovare un collegamento tra il sangue trovato nel castello e il ferito che si era presentato da lui.

Lucia: "Dottor Branchini, abbiamo bisogno del suo aiuto. È possibile che lei abbia una traccia delle medicazioni effettuate all'uomo ferito che si è presentato da lei? Vorremmo confrontare il gruppo sanguigno con una macchia di sangue trovata nel castello."

Dottor Branchini: "Ah, commissario Marini, in effetti, quando ho medicato quell'uomo, ho dovuto tagliare un pezzo del suo indumento insanguinato per accedere alla ferita. Ho conservato quel brandello di stoffa in una piccola busta sigillata, pensando di bruciarla più tardi per motivi sanitari. Fortunatamente, non l'ho ancora fatto. Posso recuperarla e consegnarla a lei se pensa possa essere utile alle sue indagini."

Lucia: "Sarebbe estremamente utile, dottore. Le sarei molto grata se potesse conservarla e tenerla pronta per il ritiro. Questo brandello di stoffa potrebbe essere la chiave per collegare diversi elementi del nostro caso."

Successivamente, Lucia chiama la stazione dei carabinieri di Dervio per organizzare il ritiro del prezioso reperto.

Lucia: "Buongiorno, sono il commissario Marini. Ho bisogno che qualcuno di voi vada a ritirare un elemento probatorio importante presso il dottor Branchini a Corenno Plinio. Si tratta di un pezzo di indumento insanguinato, conservato in una busta sigillata. Successivamente, dovrà essere portato al centro per le analisi biologiche. È cruciale che venga analizzato al più presto."

Carabiniere di Dervio: "Capito, commissario. Organizzeremo subito il ritiro del reperto e ci assicureremo che venga consegnato direttamente al laboratorio. Procederemo poi con le analisi richieste."

Mentre attende il recupero del brandello di stoffa, Lucia medita sui possibili collegamenti tra il sangue trovato al castello, il ferito assistito dal dottor Branchini, le pressioni esercitate sul sindaco e le misteriose riunioni che si tengono al castello. Ogni nuovo indizio sembra aggiungere profondità a un puzzle sempre più complesso.

Lucia pensa: "Se riusciamo a collegare il sangue sul brandello di stoffa con quello trovato al castello, potremmo avere una prova diretta dell'identità di uno dei partecipanti a queste riunioni segrete. Questo, a sua volta, potrebbe spiegare perché il sindaco sia stato sotto pressione. Forse è stato costretto a facilitare l'accesso al castello per queste riunioni o per nascondere qualcosa di più sinistro. Bisogna scoprire cosa si cela dietro tutto questo, e ogni pezzo di questo mosaico è essenziale per vedere l'immagine completa."


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