PETROLIO, METANO, IDROGENO: PASSATO-PRESENTE-FUTURO

Ambiente
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Petrolio, metano e idrogeno: come stiamo affrontando la transizione energetica dalle fonti fossili?

A guardarci intorno sembra che nulla stia cambiando, andiamo al distributore a riempire le nostre macchine di benzina o di gasolio, vediamo circolare qualche auto a metano, poche francamente, qualche rara auto elettrica.

Ci sono ancora città che usano il gasolio per il riscaldamento e l’acqua calda, molte fabbriche che hanno processi industriali alimentati da fonti fossili e il trasporto su gomma divora gasolio come fosse un fiume in piena.

I trasporti via mare e il traffico aereo dipendono dai derivati del petrolio e hanno un’incidenza nell’inquinamento dell’aria notevole.

Ci sono centrali che producono energia elettrica che funzionano ancora a carbone e nonostante tutto, si parla tanto di energie rinnovabili ma, nel quotidiano, facciamo fatica a vederle espresse.

In realtà il processo di de-carbonizzazione in alcune aree del mondo è partito, con le attività di conversione dalle fonti fossili verso quelle rinnovabili, un processo però che richiederà tempo e che avrà bisogno di investimenti.

In passato c’era solo il petrolio, che forniva, una volta raffinato, tutta l’energia di cui avevamo bisogno. Inquina, si, lo abbiamo sempre saputo, ma abbiamo fatto sempre finta di niente, anzi, ancora oggi c’è chi sostiene che il cambiamento climatico non dipende anche dal petrolio.

Il pericolo che temevamo, pronunciando la parola “Petrolio”, era che prima o poi potesse finire, dovendo quindi rinunciare ai nostri agi.

Poi è arrivato il metano, non che lo avessimo chiamato al nostro capezzale per una questione ambientale, ma perché costava meno e quindi ci è stato subito simpatico.

Agli esperti, introdotti nel settore petrolifero, non piacevano queste grandi simpatie e per evitare un travaso di clienti importante, che avrebbe minato la marginalità dell’industria petrolifera, hanno sostenuto che le riserve di gas erano molto limitate rispetto a quelle petrolifere, quindi il mercato del gas vide un’impennata dei prezzi così da mettere al sicuro il business del petrolio.

Oggi le cose si sono ristabilite, in quanto la tutela dell’ambiente è sull’agenda di qualunque cittadino, quindi le cose si vedono in un modo meno unilaterale.

Le riserve di gas stimate nel 2006 in 25 anni di disponibilità oggi sono arrivate a 200 anni, portando il prezzo del gas, per esempio negli Stati Uniti, ad un valore di dieci volte inferiore a quello del 2006. Rispetto al petrolio, il gas naturale costa oggi circa la metà, rendendo appetibili gli acquisti.

L’allontanamento dal petrolio si sta concretizzando anche con l’aumento della produzione di bio-metano, che darà una grossa mano, sia in termini ambientali che di gestione dei rifiuti urbani, molto importante, aiutando la riconversione energetica.

In questa ottica la fonte energetica per far funzionare il trasporto su gomma e su mare può essere progressivamente sostituita dal gas con risparmi in termini di CO2 considerevoli.

Come per gli impianti di produzione di energia elettrica o i termovalorizzatori che potranno godere dell’uso di gas naturale o bio-gas per il loro funzionamento riducendo l’impronta carbonica.

E il futuro quale è?

Il futuro oggi si chiama Idrogeno, un elemento conosciuto da molti anni ma per ragioni politiche, economiche e tecniche non ha mai visto un’alba felice.

Le speranze che questo elemento energetico venga usato in larga scala nei prossimi 10 anni è confortato dal fatto che le energie rinnovabili abbasseranno il prezzo della produzione dell’idrogeno, inoltre l’industrializzazione della produzione degli elettrolizzatori, che servono a ricavare l’idrogeno dall’energia elettrica scomponendo l’acqua, aiuterà questo processo.

L’idrogeno si potrà utilizzare nei trasporti pesanti, nel settore residenziale, nel riscaldamento e in alcune attività industriali.

Il matrimonio tra idrogeno e l’energia prodotta da fonti rinnovabili sarà la chiave di volta per la sua diffusione, infatti si devono progettare nuovi impianti che siano in grado di trasformare, per esempio l’energia del sole, in energia elettrica specificamente dedicata a questa produzione.

L’Italia sta pensando con interesse all’area del nord Africa come fonte preferita per la produzione di energia solare dedicata, mentre l’Olanda pensa al mare del nord per l’utilizzo dell’eolico.

C’è un gran fervore dietro le quinte, a breve, ci auguriamo, lo spettacolo possa iniziare anche per i consumatori.

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