DALLA RACCOLTA DEI RIFIUTI ALL’ECONOMIA CIRCOLARE NELLE GUERRE MONDIALI

Economia circolare
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare - Dalla Raccolta dei Rifiuti all’Economia Circolare nelle Guerre Mondiali
Sommario

- La selezione dei rifiuti nel XIX secolo

- L'incenerimento e la selezione dei rifiuti nelle aree cittadine all'inizio del XX secolo

- La riconsiderazione dei rifiuti all'inizio della prima guerra mondiale

- L'obbligo della raccolta differenziata in Inghilterra all'inizio della seconda guerra mondiale

Le necessità di carattere sanitario diventano presto necessità di sostentamento economico


di Marco Arezio

La raccolta dei rifiuti ha una genesi lontana, infatti, se ne parla già nel medioevo come problema che assillava i primi centri urbani nei paesi più evoluti.

Ma fu a partire dai primi del XIX secolo che, all’accrescere degli agglomerati cittadini, si organizzarono, specialmente in Inghilterra, i primi centri di selezione manuale indipendenti dei rifiuti urbani. Posti malsani, dove montagne di immondizia di tutte le specie venivano divise, quasi esclusivamente da donne, cercando di recuperare ciò che poteva essere riutilizzato e rivenduto.

Una condizione di lavoro, quelle delle donne della spazzatura, estremamente difficile e igienicamente pericolosa che esponeva le lavoratrici a frequenti incidenti o malattie, come ha descritto per la prima volta nel 1900 la ricercatrice Emily Hobhouse, scrivendo un articolo per il giornale l’Economic Journal, in cui raccontava le precarietà lavorative delle donne in questi cantieri lungo le sponde del Tamigi:


“Un uomo spala i rifiuti appena portati nel suo setaccio, lei setaccia e poi rapidamente ordina il resto prima che venga lanciata una nuova fornitura. Raggruppati su ogni setaccio una mezza dozzina di cesti sono pronti a ricevere le cernite. Stracci, ossa, spago, sughero, stivali e carta, carbone, vetro e nocciolo duro questi ricettacoli. La polvere vola densa sul viso della donna e la permea vestiti e capelli; ma l'aria aperta è salutare e lei continua a lavorare..”


Ma le osservazioni di Emily seguirono ad una diffusa contestazione dei cittadini verso questi luoghi maleodoranti, tanto che durante il 1883 non era insolito leggere, persino sul Times, lettere di cittadini illustri che chiedevano una soluzione a questo problema.

Così, intorno al 1890, la rivoluzione industriale portò con sé l’invenzione dei primi inceneritori dei rifiuti che avevano un duplice scopo, quello di distruggere fisicamente i rifiuti non utilizzabili e di portare una sorta di sanificazione tramite il fuoco.

A partire dal XX secolo, in Inghilterra, quasi tutte le maggiori città si dotarono di un inceneritore e, i comuni, iniziarono la raccolta dei rifiuti in modo organizzato, portando alla chiusura della maggior parte di cantieri di raccolta indipendenti.

L’azione della preselezione dei rifiuti, con lo scopo di recuperare materiali riutilizzabili, divenne sempre meno evidente, in quanto la comodità della distruzione del rifiuto in entrata presso un impianto di incenerimento, creava una sorta di alibi per evitare il costoso lavoro di separazione e stoccaggio dei materiali recuperabili, spinti anche dall’industria che produceva sempre più prodotti nuovi e a costi progressivamente più bassi.

A ridosso dell’inizio della prima guerra mondiale il concetto di rifiuto era espresso in un elemento di cui ci si doveva sbarazzare in modo efficiente, in quanto senza valore, ma allo scoppio delle ostilità, l’immenso sforzo bellico aveva bisogno di tutti i materiali utilizzabili o riutilizzabili.

Fu così che ingenti quantità di carta, tessuti, stracci, ossa, metalli venivano richiesti dalle industrie che lavoravano per il ministero della guerra, ma l’inefficienza della raccolta a livello municipale faceva sprecare la maggior parte di queste risorse.

Alla fine della prima guerra mondiale ci si rese conto dell’importanza di realizzare una raccolta organizzata, finalizzata al recupero di tutti i materiali riciclabili, come segno di aiuto all’economia del paese, creando in Inghilterra un ufficio preposto a questo scopo.

Allo scoppio della seconda guerra mondiale, l’Inghilterra non fu colta di sorpresa, in quanto poteva contare su una rete di raccolta nazionale i cui centri di smistamento potevano fornire molti materiali per le necessità belliche.

Sotto la guida di H.G. Judd, nel 1939, il suo ufficio impose l’obbligatorietà della raccolta differenziata con lo scopo di recuperare dai rifiuti la maggior quantità possibile di materiali da inserire nuovamente nel ciclo della produzione, questo anche a causa dello stretto embargo posto dai tedeschi via mare e via aerea.

Attraverso uno studio del Public Cleansing, del Novembre del 1947 possiamo vedere i materiali raccolti tramite programmi di recupero e riciclo delle autorità locali, nel periodo tra l’ottobre 1939 e il luglio 1947:


Materiali in Tonnellate

• Carta straccia:     2.141.779

• Metalli di scarto:    1.585.921

• Tessili:      136.193

• Ossa:      68.695

• Rifiuti domestici da cucina:   2.368.485

• Varie (carburante, cenere, vetro, ecc.):  2.546.005

Totali Ton.: 8.896.012

Categoria: notizie - plastica - economia circolare - rifiuti - storia 

Iscriviti gratuitamente a rNEWS per leggere l’articolo completo
Se sei già iscritto leggi l’articolo

CONTATTACI

Copyright © 2024 - Privacy Policy - Cookie Policy | Tailor made by plastica riciclata da post consumoeWeb

plastica riciclata da post consumo