ODORI NEI POLIMERI RICICLATI: COME AFFRONTARE IL PROBLEMA?

Informazioni Tecniche
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare - Odori nei polimeri riciclati: come affrontare il problema?
Sommario

- Plastiche riciclate da post consumo e odori

- Come l'odore condiziona le vendite della plastica riciclata 

- I fattori che contribuiscono maggiormente alla creazione degli odori nella plastica riciclata

- Copertura degli odori

- Processi meccanici per la riduzione degli odori

- Controllo analitico degli odori con la gascromatografia a mobilità ionica

La valorizzazione dei polimeri riciclati passa anche attraverso la soluzione del problema degli odori


di Marco Arezio

In un’ottica di economia circolare i polimeri riciclati che provengono dal post consumo, quindi dalla raccolta differenziata domestica, devono essere valorizzati riuscendo a risolvere anche il problema degli odori.

La necessità di utilizzare maggiormente i polimeri riciclati che provengono dal post consumo è ormai diventata una questione primaria per il riciclo delle materie plastiche.

Come riportato nell’articolo apparso sul portale della plastica e dell’economia circolare rMIX è necessario che si verifichino due condizioni fondamentali:


  • Rimodulazione delle aspettative estetiche dei prodotti finiti fatti in plastica riciclata

  • Riduzione o cancellazione degli odori che i prodotti fatti con l’input da post consumo portano con se dopo la produzione.


Nel primo caso è importante poter produrre più prodotti con plastiche riciclate, specialmente quelli oggi realizzati con plastiche vergini solo per questioni estetiche che si potrebbero definire trascurabili, aumentando così il consumo di rifiuti plastici.

Nel secondo caso, il problema dell’odore, condiziona ancora fortemente gli acquisti di granuli riciclati, specialmente in quei paesi dove è meno sentita la problematica della difesa ambientale.

Se vogliamo fare un esempio, un flacone del detersivo prodotto con un HDPE riciclato, mantiene dopo la produzione una quota di odore (profumo?) di detersivo che proviene dalla lavorazione dei flaconi della raccolta differenziata, in cui le fragranze dei liquidi contenuti precedentemente rimangono anche dopo il lavaggio.

Come vedete non è un problema invalidante per chi dovrà riempire nuovamente il flacone riciclato con liquidi profumati, ma è, ed è stato sempre un tema discusso dagli acquirenti di polimero.

Sebbene le cose da questo punto di vista stiano lentamente cambiando, dove si trovano maggiori complicazioni sono quei prodotti fatti con PP o PP/PE o LDPE la cui materia prima ha contenuto residui alimentari, detergenti, cosmetici o dove il processo di rigenerazione presenza delle criticità.


I fattori che contribuiscono maggiormente alla creazione degli odori sono rappresentati da:

  • Residui alimentari, che creano processi microbiologici
  • Residui di cosmetici che presentano difficoltà di pulizia durante il lavaggio
  • Tensioattivi che vengono inglobati nelle plastiche
  • Contaminazioni nelle acque di lavaggio del rifiuto plastico
  • Contaminazioni causate dalla degradazione dei polimeri in fase di produzione dei granuli.


Ad oggi una soluzione piena e definitiva del problema, da applicare nella produzione su larga scala dei polimeri riciclati, sembra non esserci ancora, infatti, si stanno percorrendo varie strade per cercare di mitigare e, in un futuro risolvere la presenza di questi odori.


Copertura degli odori

Esistono sul mercato numerosi prodotti, sotto forma di masterbach, che si utilizzano in fase di estrusione o iniezione dei prodotti, contenenti varie fragranze che aiutano a mitigare un odore pungente come può essere quello di alcune produzioni di polimeri. Le fragranze sono numerose: vaniglia, pino, fragola, arancia, limone, lavanda e tante altre.


Processi Meccanici

Esistono impianti di produzione dei granuli riciclati che, durante la lavorazione degli scarti plastici e della produzione del granulo stesso, riducono in modo sostanziale le fonti che generano gli odori sgradevoli. Questi impianti si basano su una tripla combinazione tra filtrazione, degasaggio e aspirazione delle parti volatili in modo da migliorare il problema.


Ricerca scientifica

Nello stesso tempo la ricerca sta facendo passi avanti per cercare di individuare, in modo scientifico ed inequivocabile la fonte degli odori dei composti provenienti dalla raccolta differenziata.

L’istituto tedesco Fraunhofer Institute for Process and Engineering and Packaging (IVV) sta studiando come migliorare i processi di riciclo dei rifiuti da post consumo.

Il lavoro si concentra, con un approccio olfattometrico e analitico, allo studio e la catalogazione degli odori presenti nelle plastiche post consumo, valutandone l’intensità e la provenienza, identificando i materiali che li producono attraverso un’analisi chimica.

I dati raccolti da queste catalogazioni scientifiche aiuteranno i ricercatori a trovare processi adatti alla soluzione dei problemi causati dal decadimento microbiologico, dall’invecchiamento della plastica, dai risultati chimici dei processi termici e dai residui delle lavorazioni meccaniche della plastica che causano odori sgradevoli.


Controllo analitico degli odori in laboratorio

Oggi abbiamo comunque la possibilità, attraverso una strumentazione di laboratorio, che unisce l'attività di un gascromatografo (GC) e uno spettrometro a mobilità ionica (IMS) di avere un quadro preciso sull'intensità e sulla natura degli odori che provengono dal rifiuto da riciclare o dalla scaglia o granulo prodotti dalle plastiche post consumo. 

Questo strumento ci aiuta ad individuare i componenti molesti dal punto di vista odoroso nei rifiuti in ingresso, ma anche sulla materia prima prodotta o sui prodotti finali realizzati con la plastica riciclata, così da stabilire azioni correttive o, con il cliente, un range analitico e non opinabile, del livello odori nei prodotti ed accettato dalle parti.

Categoria: notizie - tecnica - plastica - riciclo - odori - post consumo

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