1938: NASCE IL TEFLON. TRA SUCCESSI COMMERCIALI E DISASTRI AMBIENTALI

Informazioni Tecniche
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare - 1938: Nasce il Teflon. Tra Successi Commerciali e Disastri Ambientali
Sommario

- La nascita del Teflon

- Impieghi del Teflon nei prodotti finiti

- Inquinamento prodotto dalla produzione di Teflon

- Gli effetti tossici più frequentemente sull'uomo e sugli animali dell'inquinamento delle acque

Una materia prima fantastica per molte applicazioni ma sottovalutata dal punto di vista ambientale

di Marco Arezio

Un brillante Ingegnere chimico Statunitense, Roy J. Plunkett, dipendente dalla ditta Dupont, scoprì, per caso nel 1938, un nuovo composto chimico mentre era impegnato in un lavoro di sperimentazione su alcuni refrigeranti.

Durante uno di questi test si verificò un incidente di laboratorio e Plunkett si accorse della formazione di una sostanza cerosa bianca che appariva estremamente scivolosa. Infatti, stava sperimentando la compressione di un clorofluorocarburo e, nel misurare la portata del gas contenuta in una bombola in cui c’era del tetrafluoroetene gassoso, si verificò un problema nella portata del gas.

Plunkett decise di aprire la bombola e vi trovò dentro un rivestimento sulle pareti di consistenza ceroso e molto scivoloso che, attraverso successive verifiche, capì che si trattava di un fluorocarburo inerte, il politetrafluoroetilene (PTFE), che aveva ottime qualità antiaderenti, ben superiori ai prodotti fino ad allora utilizzati.

Nel 1945 la Dupont depositò il brevetto per il composto chimico, a cui diede il nome di Teflon e iniziò la produzione nello stabilimento di Washington Works a Parkersburg, nel West Virginia, arrivando a produrre nel 1948 quasi 1000 tonnellate di Teflon.

Il successo del prodotto fu folgorante, in quanto ogni casalinga preferiva acquistare una pentola con il rivestimento in teflon, in quanto i cibi non si appiccicavano nella padella durante la cottura.

Un successo commerciale enorme per la Dupont, anche in virtù dei margini importanti che il prodotto aveva, in quanto coperto da brevetto, ma che ha creato un lato oscuro e minaccioso.

Infatti, per anni l’azienda ha sversato gli scarichi della produzione del Teflon nei fiumi vicini alla sede di produzione nel West Virginia, immettendo nell’ambiente milioni di litri di acqua inquinata, attraverso i fiumi, in aree abitate e dedite anche all’allevamento.

Circa 110 milioni di americani bevvero l’acqua inquinata da PFAS e la popolazione, dopo alcuni evidenti segnali di malattie collettive, con percentuali oltre la media nazionale, fece una causa alla Dupont in cui si iscrissero circa 70.000 persone.

Vennero svolte minuziose analisi sia nelle acque, che sugli animali che sulla popolazione, coinvolgendo circa 69.000 persone in analisi cliniche specifiche, riuscendo a collegare l’inquinamento da PFAS ad una serie di malattie quali ipercolesterolemia, coliti ulcerose, malattie tiroidee, tumori del testicolo e del rene.


Gli effetti tossici più frequentemente osservati erano:

  • la restrizione della crescita fetale
  • diabete
  • aumento del colesterolo e sue conseguenze (ictus cerebrale, infarto cardiaco)
  • ipertensione arteriosa
  • aumento dell'acido urico
  • riduzione degli spermatozoi nel maschio
  • infertilità maschile e femminile.

Ci fu un danno diffuso anche tra il bestiame, allevato nelle adiacenze dei fiumi, in cui venivano scaricati gli scarti di produzione del teflon, infatti, si verificarono morie di animali che andavano ad abbeverarsi nei corsi d’acqua, trovando i loro organi interni di un colore fluorescente.


Categoria: notizie - tecnica - plastica - teflon - storia



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