OMBRE DI AMBIZIONE. CAPITOLO 2: OMBRE E SOSPETTI

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rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare - Ombre di Ambizione. Capitolo 2: Ombre e Sospetti
Sommario

Il racconto a puntate, ambientato negli anni '50, riguarda il furto a Milano e le indagini della polizia, di una ricetta brevettata sul Polipropilene.

- Capitolo 2: Ombre e Sospetti


Il Caso della Formula del Polipropilene Perduta a Milano.

Capitolo 2: Ombre e Sospetti

di Marco Arezio

Nel tessuto urbano di Milano, tra le sue nebbie e i suoi fulgidi tramonti, il commissario Lucia Marini e l'ispettore Carlo Conti vivono e respirano la vita di una città pulsante, portando con sé il peso e l'onore di servire la legge.

Le loro vite, intrecciate dal destino professionale, sono ricche di sfumature che vanno ben oltre i distintivi che indossano con orgoglio.

Lucia Marini, al di là della divisa, è una donna di grande cultura e sensibilità, tratti che la rendono unica nel suo genere.

Figlia unica di una famiglia della classe lavoratrice milanese, ha ereditato dai suoi genitori un'etica del lavoro ferrea e una bussola morale inattaccabile.

Dopo la scomparsa dei suoi, Lucia ha trovato nella polizia non solo una carriera ma una vera e propria chiamata. 

La sua casa, un appartamento sobrio ma accogliente nei pressi del centro, è il suo rifugio personale, dove le pareti sono adornate da scaffali di libri che spaziano dalla letteratura classica alla moderna, testimonianza della sua passione per la lettura.

Nonostante la natura esigente del suo lavoro, Lucia cerca di ritagliarsi del tempo per visitare le mostre d'arte e assistere a concerti di musica classica, momenti in cui riesce a disconnettersi dalle responsabilità quotidiane. Questi brevi interludi culturali sono per lei fonte di ispirazione e di equilibrio interiore.

Carlo Conti, dall'altra parte, vive immerso nel calore e nel caos affettuoso della sua grande famiglia. La sua casa è sempre piena di vita: i compiti dei bambini sparsi sul tavolo della cucina, i disegni appiccicati al frigorifero, e il costante via vai di amici e parenti per le cene che organizza con Angela, la sua moglie.

La cucina di Carlo è un luogo di esperimenti culinari e di condivisione, dove le ricette tradizionali italiane si fondono con nuove influenze, metafora della sua apertura verso il mondo e dei suoi molteplici interessi.

Il calcetto con gli amici il giovedì sera e le gite fuori porta con la famiglia durante i weekend, sono sacre per Carlo, momenti in cui ricarica le energie e si ricorda di ciò che conta davvero.

Questa sua capacità di bilanciare il duro lavoro con la vita familiare e sociale è ciò che gli permette di mantenere una prospettiva ottimista e un'indomita energia, anche nei momenti più bui.

Nonostante le differenze nelle loro vite personali, Lucia e Carlo condividono un profondo senso di dedizione verso il loro lavoro e una forte amicizia, forgiata nel fuoco delle numerose indagini condivise.

I loro pranzi insieme, spesso consumati in fretta tra una riunione e l'altra, sono occasioni per discutere dei casi ma anche per condividere pezzi delle loro vite, risate e, a volte, confidenze più personali.

In un mondo dove la linea tra il bene e il male si fa sempre più sottile, Lucia e Carlo rappresentano due fari di integrità e umanità.

La loro storia è un promemoria del fatto che, anche nelle sfide più ardue, è possibile trovare momenti di gioia e significato, e che ogni sacrificio porta con sé la possibilità di fare la differenza, non solo nella società ma anche nella vita di chi ci sta accanto.

Il commissario Lucia Marini e l'ispettore Carlo Conti si trovavano nell'ombra maestosa dell'Università di Milano, un luogo dove secoli di sapere sembravano palpabili nell'aria carica di promesse e sogni.

La loro missione li aveva portati lì per interrogare colleghi e conoscenti del professor Ferrari, nella speranza di trovare qualche indizio che potesse condurli al colpevole del furto della formula.

Il primo incontro fu con il professor Bianchi, un uomo anziano con occhi che brillavano di intelligenza dietro a spessi occhiali. "Commissario Marini, ispettore Conti, immagino che siate qui per il disastroso furto della formula di Ferrari," disse con una voce che tradiva più curiosità che preoccupazione.

"Sì, professor Bianchi," rispose Marini, "siamo interessati a sapere se avete notato qualcosa di insolito nei giorni precedenti al furto, o se Ferrari aveva menzionato qualcuno che potesse avere un motivo per danneggiarlo."

Bianchi si accigliò, riflettendo. "Devo dire che Ferrari era sempre molto riservato riguardo al suo lavoro. Tuttavia, ricordo che qualche settimana fa sembrava particolarmente preoccupato. 

Disse che aveva l'impressione che qualcuno lo stesse osservando, ma non entrò nei dettagli."

Conti prese appunti, poi chiese: "C'era qualcuno, tra i suoi collaboratori o anche tra i suoi rivali, che avesse avuto dei dissapori con lui?"

Il professor Bianchi sorrise amaramente. "In ambito accademico, i dissapori sono all'ordine del giorno. Ma dire se qualcuno fosse arrivato al punto da rubare... beh, è difficile.

Tuttavia, ricordo che Ferrari aveva avuto delle discussioni piuttosto accese con un certo Dr. Lorenzi su alcuni aspetti della formula. Non so se possa essere rilevante."

"Ogni informazione è utile, grazie," Marini annuì con gratitudine prima di proseguire verso il prossimo incontro.

L'incontro successivo fu con una giovane ricercatrice, la dottoressa Marta Vezzoli, che lavorava al piano di sotto rispetto al laboratorio di Ferrari.

"Commissario, ispettore, è terribile quello che è successo. Il professor Ferrari era, è, un genio. Chiunque abbia rubato quella formula non solo ha danneggiato lui, ma tutto il mondo della scienza."

"Dottoressa Vezzoli, aveva notato qualcosa di insolito ultimamente? Qualcuno che poneva troppe domande sulla ricerca del professor Ferrari o che si comportava in modo sospetto?" chiese Conti, cercando di cogliere ogni possibile sfumatura.

Marta rifletté un istante. "Non sono sicura... però c'era questo uomo, che ho visto un paio di volte aggirarsi nei corridoi.

Non era uno studente, né un membro dello staff. La prima volta che l'ho visto, ho pensato fosse un visitatore, ma la sua presenza mi ha colpito perché sembrava fuori luogo."

"Potrebbe fornirci una descrizione di quest'uomo?" Marini era visibilmente interessata.

"Certo," Marta annuì, "era alto, con i capelli scuri e portava sempre con sé una borsa a tracolla. Non era giovane, ma neanche troppo anziano. Spero possa essere d'aiuto."

"Lo sarà, grazie," Marini sorrise, mentre lei e Conti si scambiavano uno sguardo complice. Avevano un nuovo filo da seguire.

Mentre lasciavano l'Università di Milano, il crepuscolo iniziava a stendere il suo velo sulla città, ma per Marini e Conti, la giornata era tutt'altro che finita.

Ogni interrogatorio, ogni frammento di conversazione li avvicinava un passo alla soluzione del mistero, in quella tessitura complessa di ombre e sospetti che era il loro caso.


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