NUOVE SFIDE NEL CAMPO DEL BIOGAS: PATRIZIA RILEVA BIOMET

Ambiente
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare - Nuove Sfide nel Campo del Biogas: Patrizia Rileva Biomet

Il gruppo tedesco con sede ad Augsburg ha investito 75 milioni di euro in Biomet

di Marco Arezio

Alla luce delle crisi energetiche che si sono manifestate attraverso l’innalzamento esponenziale del prezzo del gas e nella riduzione delle forniture da parte della Russia, in Europa si segnalano movimenti industriali finalizzati ad una maggiore autonomia energetica.

Per questo, il biogas è al centro dell’interesse delle società Europee, che stanno lavorando per creare le giuste aggregazioni così da incrementare la produzione e l’autonomia dalle forniture dalle aree critiche.

Nonostante la materia prima da rifiuto è, ed è stata sempre presente in tutti i paesi Europei, forse per comodità, per abitudine o per questioni economiche, la produzione di biogas è sempre restata abbastanza marginale.

Oggi, a seguito delle crisi ambientali conclamate e non solo annunciate, per la mancanza di gas e per i costi proibitivi, si cerca di valorizzare il rifiuto per la produzione di energia.

Come ci racconta Elena dal Maso, attraverso l’articolo pubblicato su Milano Finanza, il gruppo tedesco Patrizia, quotato sul Dax, ha rilevato l'80% di Biomet Spa.

L'Italia è il secondo mercato di biogas nell'Ue dopo la Germania con 2 miliardi di metri cubi prodotti fino ad oggi.

Intanto che il gas ad Amsterdam sta volando anche oggi a 124,5 euro a causa dei blocchi della Russia (+5,7% a 124,5 euro il megawatt ora), Patrizia Infrastructure, società tedesca di investimenti quotata al Dax di Francoforte, ha rilevato la quota di maggioranza di Biomet Spa per creare il primo polo europeo nella produzione di biometano di tipo Gnl.

Il gruppo tedesco con sede ad Augsburg ha investito 75 milioni di euro in Biomet acquisendo il controllo dall'imprenditore Walter Lagorio e da Ankorgaz, il veicolo dell'amministratore delegato e fondatore di Biomet, Antonio Barani.

Quest'ultimo rimane azionista di minoranza con il 20%. Il titolo intanto sale dell'1,13% a 10,76 euro a Francoforte per oltre 1 miliardo di capitalizzazione.

L'acquisizione ha come scopo creare il maggiore impianto d'Europa per la produzione di biometano Gnl.

Patrizia gestisce circa 55 miliardi di euro di asset e impiega oltre 1.000 professionisti in 27 sedi in tutto il mondo.

L'operazione in Italia è stata pensata per dar vita al maggiore impianto d'Europa per la produzione di biometano Gnl da rifiuti naturali e sarà il primo impianto italiano direttamente collegato alla rete nazionale del gas di trasporto di Snam, con una stazione di rifornimento in loco.

Patrizia Infrastructure ha investito in Biomet in una fase avanzata di costruzione, con l'impianto di liquefazione del gas che dovrebbe essere operativo entro l'estate 2022, l'impianto di biogas entro dicembre e i quattro impianti di upgrading del biometano entro il 2024.

La produzione di biometano può essere triplicata a 26.400 tonnellate l'anno

L'impianto di biometano di Biomet ha attualmente una capacità di 40.000 tonnellate di rifiuti organici ogni anno.

L'impianto di liquefazione ha una capacità di 8.800 tonnellate di bio-Gnl all'anno, con il potenziale per aumentare la produzione a 26.400 tonnellate, quasi tre volte tanto.

Matteo Andreoletti, Head of Infrastructure Equity, Europe and North America di Patrizia, ha ha spiegato che "Biomet svolgerà un ruolo cruciale nel contribuire alla decarbonizzazione dei trasporti in Italia".

Il biogas gioca una partita importante "nella transizione energetica e nel sostenere le comunità agricole locali".

Patrizia continua a vedere in Italia "eccellenti opportunità di investimento nei settori associati alla transizione verso un sistema energetico più pulito, all'interno di infrastrutture di fascia media", aggiunge Andreoletti.

Il biogas e il bio-Gnl contribuiscono "in modo significativo agli obiettivi politici dell'Ue per ridurre i consumi di energia primaria e le emissioni di anidride carbonica", ricorda il manager.

I costi fissi di produzione del biogas rendono il bio-GNnl da rifiuti "un'alternativa competitiva e a emissioni zero rispetto al Gnl convenzionale, soprattutto per il settore dei trasporti", riprende Andreoletti.

Il governo italiano ha riconosciuto l'importanza della produzione di bio-Gnl "con un solido schema di incentivi con un impegno a lungo termine per sostenere lo sviluppo duraturo di questa tecnologia", sottolinea il manager.




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