INFORMATIZZAZIONE, ROBOT, INTELLIGENZA ARTIFICIALE VS LUDDISMO

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Un mondo che sfugge dalle nostre mani man mano che i capelli diventano grigi. I giovani ce la faranno?


di Marco Arezio

L’avvento della pandemia è stato come uno spartiacque tra il vecchio e il nuovo mondo, non che ci siano state delle fratture nette nella nostra vita, o si sia manifestato uno sconvolgimento visibile agli occhi di tutti e fisicamente verificabile, ma molte cose sono cambiate in modo irreversibile.

La pandemia ha creato una sorta di meditazione forzata, chiusi all’interno delle nostre case, in cui il tempo ha giocato un ruolo nuovo, ci ha permesso di pensare, di fare dei bilanci, di capire a che punto ci trovavamo nel cammino della nostra vita e cosa avremmo voluto cambiare.

Ne siamo usciti frastornati, addolorati, forse più cinici, ma abbiamo sicuramente messo più al centro la nostra vita, nella scala delle priorità, acquisendo maggiore consapevolezza di chi siamo e di cosa vogliamo.

La prima evidente conseguenza di questa meditazione collettiva si è espressa nel diverso rapporto con il tempo e i modi che dedicavamo al lavoro che, al netto dei soliti furbetti del momento, si è fatto sentire soprattutto in quei settori dove meno normata e tutelata era la vita lavorativa.

Un canale di attività dove lavorare era una concessione, quasi un favore, e anche la paga pioveva dal cielo come fosse un regalo, dove le ore non si contavano e i guadagni erano risicati. Un esercito di precari che offrivano le loro giornate alle attività soprattutto commerciali, e che non si più presentata al vecchio lavoro dopo la pandemia.

Non mangiano più, non hanno da pagare l’affitto o le bollette, non devono vestirsi e fare una vita dignitosa? Si, devono fare tutto questo ma, in silenzio hanno capito che il rapporto tra il datore di lavoro e lavoratore doveva cambiare, ognuno deve fare la propria parte, con rispetto, correttezza e nei tempi lavorativi concordati da entrambe le parti.

Si è capito che non si deve vivere per lavorare, che il rapporto con i soldi poteva cambiare, che la società consumistica in cui viviamo non dobbiamo subirla, ma viverla scegliendo come farlo a nostro piacimento.

Non è una nuova forma di proletariato sociale, è la consapevolezza che non dobbiamo più vivere per avere, per soddisfare desideri ideali, come una dipendenza senza fine ed incurabile.

Lo stop del Covid ci ha fatto capire che si può vivere anche con molto meno di quello che abbiamo sempre pensato fino ad oggi, che il tempo è il vero tesoro che abbiamo, e la sua spesa, con i modi per farlo, spettano solo a noi.

Come nel XIX secolo in cui il movimento del Luddismo si preoccupava delle conseguenze dell’industrializzazione del lavoro sulla mano d’opera, e quindi sul sostentamento delle fasce più deboli della popolazione, anche oggi, i più giovani, la generazione meno tutelata, quella più fragili nell’ambito sociale, sta riscoprendo una nuova forma di Luddismo.

I giovani di oggi non vanno a distruggere i telai tessili che due secoli fà riducevano la necessità di mano d’opera, gettano nella miseria la popolazione, non incendiamo le sedi dii Facebook, o Twitter, o di Instagram, di Amazon o di società che informatizzano la vita di tutti i giorni, non si rivoltano contro uno stato che non assiste le famiglie che non hanno disponibilità economiche per far laureare un figlio, o per dargli la possibilità di fare un percorso di formazione per imparare un mestiere, sopravvivendo al progresso.

I giovani cominciano a capire che i movimenti internazionali dei capitali creano mondi nuovi, dove il tecnicismo e le competenze informatiche di alto livello sono necessari per vivere, dove molte attività di medio o bassa scolarizzazione potranno essere sostituite dall’intelligenza artificiale, da un robot o da qualcosa che ancora non c’è.

A questo punto potrebbe entrare in scena Marx, rivendicando il diritto di tutti i popoli, di tutte le classi sociali, a vivere una vita dignitosa, economicamente stabile e preferibilmente tranquilla.

Molte fasce della popolazione sono già state colpite dal progresso tecnologico, per esempio gli anziani sono esclusi da ogni relazione con la pubblica amministrazione, con le banche con buona parte delle attività sociali in quanto non hanno le competenze informatiche di base.

Molte persone in età lavorativa rischiano, o hanno già rischiato, di essere sostituite da forme più o meno intelligenti di macchine, sia in fabbrica, che in ufficio che nel commercio, entrando nel tunnel di una nuova povertà e di un abbandono sociale.

I soldi sono sempre il motore di tutti i cambiamenti sociali ed ambientali, e il loro uso, crea comportamenti a volte sbagliati, opachi e dannosi che, protratti negli anni, hanno cambiando non solo la testa delle persone ma anche il pianeta in cui viviamo.

Le catastrofi ambientali causate in questi ultimi 6 o 7 decenni, ancora ad oggi in parte negate da qualcuno, stanno portando il mondo verso situazioni a cui non siamo preparati, come la mancanza di acqua, energia, le migrazioni climatiche inarrestabili, le guerre locali, l’inquinamento diffuso anche nella nostra catena alimentare.

Ma stiamo ancora camminando, mentre ci avviciniamo al burrone, con gli occhi che ci hanno bendato, le cuffiette nelle orecchie per ascoltare la loro musica, mi viene in mente proprio il suono dei soldi nella canzone dei Pink Floyd. Ma è questo dobbiamo sentire?

Siamo ancora in tempo, cambiando stile di vita, modo di pensare e ricordandoci che noi tutti siamo il loro mercato e i loro soldi, quindi, il Luddismo moderno è sapere rinunciare al superfluo, scollegarsi dai social che sono anche una macchina per indottrinare le nostre scelte e riaccendendo il nostro cervello.



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