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https://www.rmix.it/ - Slow Trekking: I Panorami del Lago di Como in un Ambiente Incantato
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Slow Trekking: I Panorami del Lago di Como in un Ambiente Incantato
Slow Life

Passeggiare lentamente sulle rive del lago tra ambienti storici, uliveti, montagne, isole e scorci bucolicidi Marco ArezioPensare al lago di Como viene subito in mente la bellezza degli ambienti, il turismo internazionale, le ville storiche che in primavera si riempiono di fiori, ricordi di una storia elegante, splendidi scorci tra chiese antiche e castelli medioevali, la cucina a base di pesce e le tradizioni delle sagre di paese. Ma il lago di Como ha anche un fascino fatto dalle montagne che aggettano su di esso, dando la possibilità agli amanti dello slow trekking di fare innumerevoli passeggiate, godendo la tranquillità dell’ambiente e la bellezza dei luoghi storici. Ce ne sono tante, che si possono fare con tappe di più giorni, o altre che si possono fare in giornata, tutte panoramiche, più o meno impegnative per quanto riguarda il dislivello, ma ognuna con un fascino particolare, unico, che vi ricorderete per molto tempo. Ogni camminatore può scegliere la passeggiata che soddisfarà le proprie aspettative, ma ognuna vi darà la sensazione di vivere all’interno di un film perché, passo dopo passo, i panorami splendidi vi accompagneranno costantemente. Tra le tante passeggiate che vi possiamo consigliare citerei la Greenway del Lago di Como, che parte sulla sponda occidentale del lago, nel paese di Colonno e finisce a Menaggio, con un susseguirsi di emozionanti paesi affacciati sul lago. La lunghezza della Greenway è di circa 10 Km., frazionandola in varie tappe se si desidera, snodandosi su sentieri battuti, strade interne dei paesi, vecchie mulattiere. Si passeranno abitati come Sala Comacina, Ossuccio, Lenno, Mezzegra, Tremezzo, Griante e Menaggio. Per chi conosce un po' questa sponda del lago, possiamo dire che ci troviamo al cospetto delle ville storiche come la villa Balbianello, La Quiete, Carlotta, Palazzo Rosati e molte altre che punteggiano, con la loro eleganza architettonica e la bellezza dei loro giardini fioriti, questo ramo del lago. Il percorso a piedi è caratterizzato da un saliscendi non impegnativo, considerato che su tutto il percorso possiamo registrate di circa 220 metri di dislivello, il terreno dove si cammina è sempre ben curato e non necessita di particolari attrezzature, se non un paio di scarpe comode da trekking, uno zainetto con l’acqua da bere e la macchina fotografica sempre a portata di mano. Si incontreranno in ogni caso, lungo la Greenway, alcuni punti di ristoro e, in caso di stanchezza, facilmente si può scende verso il lago, in cui è possibile trovare una fermata della corriera o un battello per tornare al punto di partenza. Molti i punti storici da ammirare e visitare, alcuni dei quali risalgono al periodo medioevale, come il borgo di Sala Comacina, la torre di Villa e molte chiese antiche che caratterizzano i paesi che si incontrano camminando. Più che il racconto, sono le fotografie che possono far capire all’appassionato della camminata lenta quanto sia splendido il percorso, che può essere percorso 3-4 ore, ed è per questo che le riportiamo in fondo all’articolo, con l’auspicio di avervi dato lo spunto per una giornata rilassante sul lago di Como.

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https://www.rmix.it/ - Slow Life: Un Viaggio Lento con i Treni Storici a Vapore
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Il piacere di vivere un’esperienza a misura d’uomo, dimenticandosi della metadi Marco ArezioIl progresso, la tecnologia, l’interconnessione, la velocità, la comodità, gli spazi per lavorare durante il viaggio, le aree dedicate per le riunioni, il ristorante, il bar, i bagni con i pulsanti, i biglietti immateriali, le poltrone elettriche, l’aria condizionata, la musica di fondo, il caffè portato da un addetto insieme al giornale e.. la puntualità. I nuovi treni veloci sono imbattibili, hanno tutto quello che prima si trovava sugli aerei, sono pure a basso impatto ambientale, riducono le emissioni di CO2 e non perdi tempo guidando. Ogni momento del tuo viaggio può essere impegnato per lavorare al computer, organizzare incontri con i clienti e i fornitori, aggiustare il discorso che si dovrai fare in azienda, finire i calcoli sui nuovi budget da presentare alla forza vendita. Bisogna lavorare sodo perché, nonostante la grande distanza che mi separa dalla destinazione, il treno corre veloce, supera i 300 all’ora, quindi devo impegnare queste due ore che ho a disposizione per portarmi avanti con il lavoro. Guardare fuori dal finestrino le bellezze del territorio che sto attraversando? Nooo, non ho tempo, ma poi chi le vede a questa velocità? Mi impazzirebbero gli occhi a seguire le case che passano, i campi coltivati pieni di colori, i contadini che raccolgono il granoturco, gli stormi di uccelli che volano giocando tra loro, le colline che sembrano muoversi scomposte all’orizzonte. Sono tutte strisce indistinte, fatte di immagini che si sovrappongono, alternate al nero delle gallerie e agli abbagli di luce quando esci, troppo faticoso seguire quello che passa. E poi, Il tempo è denaro e quindi investiamolo bene, finendo i calcoli che sto facendo e pensando a qualche buona idea da scrivere per il mio nuovo intervento al prossimo meeting. Stanco, mi appoggio alla poltrona, il lavoro finito, mancano ancora una ventina di minuti all’arrivo e mi posso concedere un piccolo sonnellino, non prima di avere programmato la sveglia sul cellulare. Lentamente scivolo in un sonno dolce, i ricordi mi portano indietro nel tempo, i profumi dei fiori e la brezza della campagna si mischiano ad un suono intermittente, regolare che si accompagna a un brusio ferreo, delicato, continuo, associato a piccole vibrazioni. Un insieme di suoni, colori, aromi e movimenti, che mi fanno vivere un viaggio diverso, con il treno a vapore che sbuffa in testa al convoglio e una serie di carrozze lucide, color amaranto, che brillano al sole. Seduti su poltroncine di velluto verde, con le porte strette tra i sedili e i finestrini che scorrono dall’alto verso il basso, per metà aperti, con l’aria che entra e rinfresca la carrozza, mi godo il movimento lento del treno che mi culla dolcemente. Guardando dai finestrini tutt’attorno vedo la vita che anima la campagna, da lontano i campanili in mattoni con le rondini che volano intorno, scacciate dal suono delle campane che rompe l’aria allo scadere delle ore. Passiamo sul fiume, con il treno che rallenta, come fosse una forma di rispetto per il peso che deve sopportare al suo passaggio. Vedo l’acqua che scorre dolcemente e alcuni pesci che saltano fuori per rituffarsi, lasciando ampi cerchi sulla superficie. Le persone dialogano tra loro, ogni tanto si sente qualche risata di bambini e un richiamo della madre, che li intima a non disturbare i vicini. Ma i viaggiatori non si curano delle risate, i bambini non disturbano e continuano a conversare. Un’aria rilassata, con il viaggio che si fa contrada, piazza, mercato e osteria, dove la gente s’incontra, si racconta e vive. Poi, d’un tratto una voce metallica annuncia l’arrivo del treno, troppo moderna per essere sul mio treno a vapore e, quindi, mi sveglio e torno alla realtà sul convoglio ad alta velocità che sta entrando in stazione. Il sogno però non mi lascia, mi accompagna durante la discesa dal treno, con la gente che guadagna velocemente l’uscita senza rivolgerti la parola e senza gentilezze. Ho voglia di vivere ancora questa avventura quindi mi prometto di informarmi sui treni storici, a vapore, che ancora sono in funzione, digitando sul mio smartphone treni storici per tornare nel passato. Traduzione automatica. Ci scusiamo per eventuali inesattezze. Articolo originale in Italiano.Categoria: Slow life - vita lenta - felicitàFoto FS

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https://www.rmix.it/ - Francia: Una Vacanza di Relax, Calma, Storia, Natura e Cucina
rMIX: Il Portale del Riciclo nell'Economia Circolare Francia: Una Vacanza di Relax, Calma, Storia, Natura e Cucina
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Slow Life in Francia: Una Vacanza di Relax, Calma, Storia, Natura e Cucinadi Marco ArezioUna vacanza all'insegna del relax, della calma, a contatto con la natura e la storia. Questi sono i primi ingredienti che compongono la visita dell'Alvernia in Francia, destinazione non battuta dal turismo di massa, che permette di visitare luoghi naturali incantevoli, fatti di zone vulcaniche, boschi, borghi caratteristici e tradizioni culinarie antiche. Il racconto di un viaggio di Carolyn Boyd pubblicato su The Guardian che ha fatto della sua esperienza un suggerimento per coloro che prediligono scoprire zone non affollate, a misura d'uomo, dove i fast food non sono un appuntamento a pranzo o a cena, ma piccole taverne che ti offrono cucina locale con quell'ospitalità tipica di una famiglia.L'Alvernia è una delle zone più scarsamente popolate d'Europa e Le Roannais è un arazzo di vigneti e villaggi dorati e verdi tra le città di Roanne e Vichy. Sapevo che l'Alvernia era una terra di vulcani, spettacolari parchi regionali e pochissime persone, ma in 16 anni in cui ho scritto sulla Francia, questa fetta di dolce campagna ondulata e alte colline boscose quasi nel centro della Francia è stata una rivelazione completa. Dopo esserci stabiliti nel nostro Airbnb vicino alla città di Renaison – una casa che appartiene probabilmente alla famiglia più accogliente e generosa che abbia mai incontrato in Francia – ci siamo avventurati nel bacino idrico locale per vedere la sua più grande attrazione: l'albero più alto in Francia. "Come fanno a sapere che è il più alto?" interrogarono i ragazzi. "Nessuna idea", abbiamo ammesso, mentre vagavamo lungo il sentiero screziato dal sole sotto gli alti abeti Douglas fino al famoso albero, un imponente 66 metri di altezza. Fu piantato di recente nel 1892, quando fu costruita la diga di Chartrain per creare il bacino idrico. Certo, non era una sequoia californiana di 700 anni e 100 metri, ma avere guadagnato una media di 27 cm all'anno non era male; forse è semplicemente fiorito tranquillamente in questi dintorni paradisiaci. Dopo essere scesi lungo la sponda per guardare in alto il suo tronco, abbiamo proseguito per attraversare la cima della diga mentre i martins vorticavano sopra la testa e il bacino rifletteva la foresta circostante come uno specchio. Un albero gigante può vincere il titolo da record, ma sono stati i borghi medievali della zona a vincere il concorso di bellezza, con le loro case storte a graticcio, i fiori abbondanti e le chiese che vantano i colorati tetti di tegole che vedi anche in Borgogna. Ci siamo innamorati di Le Crozet e Ambierle, così come di Saint-Haon-Le-Châtel, dove abbiamo passeggiato per le stradine, la tonalità ambrata degli edifici che brillava calda nel sole del tardo pomeriggio. Ci siamo affacciati dai bastioni guardando attraverso il paesaggio ondulato, che si estende verso il parco nazionale del Morvan in Borgogna, e sono rimasto sconcertato dal motivo per cui nessuno viene qui. Sebbene la bellezza dei villaggi e del paesaggio fosse stata una sorpresa, avevo avuto la sensazione che avremmo mangiato e bevuto bene. La capitale gastronomica della Francia è Lione a est e la città principale dell'Alvernia, Roanne, è la patria della dinastia culinaria Troisgros: la famiglia gestisce un ristorante con tre stelle Michelin e altri due ristoranti informali. Supportano dozzine di fornitori locali, tra cui il vigneto Domaine Sérol di Renaison, uno dei tanti vigneti della Côte Roannaise, ora gestito dall'ottava generazione della famiglia Sérol. Le uve Gamay della regione creano vini di facile beva simili a quelli del Beaujolais. Abbiamo visitato la tenuta dei Sérols, che si trova in alto sulla collina sopra Renaison, quindi abbiamo abbassato le nostre mascherine per sorseggiare i loro rossi chiari e rosati prima di andare a ruba bottiglie per circa 8 € a bicchiere. Abbiamo fatto scorta per cene all'aperto a Les Halles de Renaison, un minuscolo ma eccellente mercato alimentare con di tutto, da una gamma technicolor di frutta e verdura a carne succulenta. Per i formaggi, abbiamo scelto Mons Cheesemongers, che ha una reputazione globale e i suoi punti vendita a Londra. Ci hanno fatto venire l'acquolina in bocca alla bancarella del cioccolatiere François Pralus, un locale il cui padre Boulanger ha inventato la decadente pralina, una brioche burrosa abbondantemente tempestata delle tipiche praline ricoperte di zucchero rosa della zona. Il pluripremiato Père Pralus pensava che suo figlio li avrebbe rovinati quando fosse diventato un cioccolatiere, ma ha dimostrato che si sbagliava. Ora ha negozi in tutta la Francia e la sua Barre Infernalein di vari gusti è la confezione più deliziosa che abbia mai assaggiato. Le colline che si affacciano su Le Roannais - Les Monts de la Madeleine - erano perfette per smaltire le calorie. Nella giornata più calda, abbiamo camminato all'ombra di querce e faggi nelle Gorges du Désert, seguendo una cascata che di solito sgorga d'acqua ma era solo un rivolo nella calura estiva. Siamo emersi dagli alberi sulla vetta per ammirare panorami favolosi fino alle Alpi (in una giornata limpida), quindi siamo scesi nel villaggio di Saint-Alban-les-Eaux, famoso per la sua acqua minerale. Un altro giorno, ci siamo avventurati ulteriormente nel parco regionale Livradois-Forez, per passeggiare tra l'erica viola e gli asini nei paddock. Il belvedere prometteva la vista del Monte Bianco all'orizzonte e, sebbene fosse perso nella foschia, il panorama era comunque mozzafiato. Mentre la zona della Le Roannais è abbellita dai suoi vigneti e fattorie, il parco regionale Livradois-Forez è un luogo più selvaggio, le sue fitte pinete punteggiate di prati e brughiere e piccoli borghi. La sua città più grande, Thiers, ha una popolazione di appena 11.000 abitanti, dimezzata dall'inizio del XX secolo, ma è la capitale francese della produzione di coltelli. Lungo il tragitto, mi sono fermato a pranzo per assaporare una prelibatezza strettamente legata al commercio: la salsiccia di cavolo cappuccio di Arconsat. Nell'accogliente Auberge de Montoncel, Jean-Louis Garret – Gran Maestro della Confraternita della Salsiccia di Cavolo – ha spiegato come, nel XIX secolo, metà della popolazione attiva della città vendesse coltelli porta a porta. Uno di questi venditori ambulanti è arrivato fino in Grecia, si è appassionato alla salsiccia di agnello e cavolo locale e ha riportato l'idea per farla sua. A metà novembre, la sagra della salsiccia di cavolo cappuccio attira ben 1.700 persone. Jean-Louis lo serve con una salsa a base del formaggio caratteristico del parco, il fourme d'ambert. Famosa per le sue sorgenti di acqua minerale, Vichy visse il suo periodo di massimo splendore durante il regno di Napoleone III. All'inizio del XX secolo c'erano 18 officine di coltelli nella Vallée des Rouets, le cui macine erano alimentate da mulini ad acqua sul fiume Durolle. La città brulicava di più persone di quante ne avessi viste in una settimana, girovagando per la dozzina di negozi della città e comprando coltelli tascabili, coltelli da chef, coltelli da caccia, rasoi e posate eleganti. Dopo uno sguardo nel negozio più rinomato, Coutellerie Chambriard, dove la quarta generazione della famiglia ora consiglia ai clienti quale coltello si adatta esattamente alle loro esigenze, ho vagato per le strette strade medievali sotto le imponenti facciate in legno incrociate. La fine della strada principale si affaccia sulla valle verso la Chaîne des Puys, la fila di vulcani spenti per cui l'Alvernia è più famosa. Il più famoso, il Creux de l'Enfer ("buco dell'inferno") è già stato trasformato in un centro per le arti contemporanee. Se le fabbriche di coltelli mancano di glamour, ho trovato il contrario a Vichy, a un'ora di distanza. Famosa per le sue sorgenti di acqua minerale, la città visse il suo periodo di massimo splendore durante il regno di Napoleone III. La sua miriade di stili architettonici si combina in qualche modo per creare un'opera di bellezza, dalla facciata in stile liberty dell'ex casinò, alla straordinaria cupola e torre della chiesa in stile art déco. Quando sono arrivato, c'erano solo poche persone sedute all'ombra delle passerelle coperte decorate che corrono tra la spa, il teatro dell'opera e l'ex casinò. Ma non ho potuto fare a meno di chiedermi se, anche in tempi non Covid, il suo periodo di quattro anni come sede del governo collaborazionista del maresciallo Pétain durante la seconda guerra mondiale ha intaccato la sua reputazione. La mia guida Alla scuote vigorosamente la testa al suggerimento: “Abbiamo 2000 anni di storia qui. Perché quattro anni dovrebbero rovinarlo?”Categoria: Slow life - vita lenta - felicità - viaggio lento

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di Marco ArezioChe fine faranno i treni a vapore tenuti in funzione da appassionati, su linee secondarie che attirano ogni anno milioni di turisti?E’ una domanda alla quale facciamo fatica a dare una risposta, in quanto la crisi energetica innescata dalla guerra tra l’Ucraina e la Russia e il successivo embargo da parte dell’Unione Europea al carbone Russo, ha messo in seria difficoltà la circolazione dei treni a vapore. La progressiva chiusura negli anni delle miniere Europee di carbone, dettata dalla necessità di ridurre l’impatto climatico di questa fonte fossile, ha creato una dipendenza verso quei paesi che continuano a produrlo come la Russia. Oggi le ferrovie storiche hanno delle scorte di carbone molto basse e la difficoltà di reperire la nuova materia prima, in altri paesi, è dettata sia dalla carente disponibilità sul mercato, a causa sia  della forte domanda internazionale di energia, sia perché la qualità del carbone che serve per far circolare i treni deve essere tale da poter sviluppare un potere calorifico specifico. Non pensiamo che le linee ferroviarie storiche siano poca cosa nell’economia del turismo, in quanto solo in Gran Bretagna esistono circa 150 compagnie storiche che fanno viaggiare i loro treni per circa 900 Km., contribuendo all’industria del turismo e al mantenimento di molti posti di lavoro. Per venire incontro alla carenza di carbone e per salvare le ferrovie storiche si stanno provando combustibili alternativi che hanno un impatto ambientale ridotto. Questi nuovi combustibili sono stati sviluppati da miscele di antracite, polvere di carbone e melassa, quest'ultima funge da legante, creando così i presupposti per eseguire dei tests di combustione e di trazione. I risultati iniziali sono stati incoraggianti, sebbene siano ancora necessari tests per valutare l'impatto di tali combustibili sulle parti vulnerabili delle locomotive, come i focolari e i tubi delle caldaie. Foto: WP.F.

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