- Cosa sono i PFAS e perché sono pericolosi
- Batteri mangia-PFAS: la scoperta innovativa
- Come avviene la degradazione biologica dei PFAS
- Tecniche di bonifica ambientale con batteri naturali
- Depurazione delle acque contaminate dai PFAS
- Bonifica dei terreni con il biorisanamento batterico
- Benefici economici e ambientali dei batteri anti-PFAS
- Sfide future per l'utilizzo di batteri nella bonifica dei PFAS
Scoperti batteri capaci di degradare naturalmente i PFAS, aprendo nuove prospettive per il futuro della bonifica ambientale
di Marco Arezio
Negli ultimi anni, l’inquinamento da PFAS (sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche) si è affermato come una delle emergenze ambientali più critiche a livello mondiale. Questi composti sintetici, definiti spesso "inquinanti eterni", resistono alla degradazione naturale e si accumulano negli ecosistemi, mettendo a rischio la salute umana e l'ambiente. Tuttavia, una recente scoperta realizzata da ricercatori in California e Portogallo promette di cambiare radicalmente l'approccio a questo grave problema: l'identificazione di batteri capaci di degradare efficacemente i PFAS.
Cosa sono i PFAS e quali rischi comportano
I PFAS sono ampiamente utilizzati in numerosi prodotti industriali e quotidiani, come pentole antiaderenti, tessuti impermeabili, imballaggi alimentari e schiume antincendio. La loro stabilità chimica, dovuta al legame estremamente resistente tra carbonio e fluoro, ne favorisce un'ampia diffusione ambientale e rende difficile la loro eliminazione. Le conseguenze sulla salute umana includono rischi di tumori, disturbi endocrini e indebolimento del sistema immunitario.
La scoperta innovativa dei batteri che "mangiano" i PFAS
Un team internazionale di ricercatori ha individuato batteri naturali con la sorprendente capacità di spezzare i legami carbonio-fluoro tipici dei PFAS, trasformando questi composti persistenti in molecole più semplici e meno tossiche. Questa scoperta rappresenta una svolta, considerando che fino a poco tempo fa si riteneva quasi impossibile degradare biologicamente questi composti.
Il processo biologico di degradazione
La capacità dei batteri di degradare i PFAS dipende dalla presenza di particolari enzimi capaci di rompere i legami carbonio-fluoro. Sebbene il processo biologico esatto sia ancora oggetto di studio, si ritiene che questi microrganismi abbiano sviluppato strategie evolutive uniche che permettono loro di utilizzare i PFAS come fonte di energia o nutrimento, trasformandoli così in composti più semplici e innocui. Potrebbero anche collaborare sinergicamente con altri microrganismi, amplificando così l’efficacia del trattamento.
Possibili applicazioni nella bonifica ambientale
Questa innovazione apre nuove strade per tecniche sostenibili di bonifica ambientale:
- Depurazione delle acque: Utilizzo di batteri negli impianti di trattamento per eliminare i PFAS dalle acque reflue e potabili.
- Bonifica dei terreni: Applicazione diretta di ceppi batterici per risanare terreni contaminati, evitando costosi e invasivi metodi fisico-chimici.
- Interventi in situ: Applicazione di batteri direttamente sui siti contaminati, riducendo l’impatto ecologico degli interventi tradizionali.
Benefici ambientali ed economici
Rispetto ai metodi tradizionali (carboni attivi, trattamenti termici o chimici), l'uso dei batteri offre importanti vantaggi:
- Riduzione significativa dei costi di bonifica
- Minore impatto ambientale grazie all’impiego di processi naturali
- Sostenibilità a lungo termine del trattamento
Sfide future da superare
Nonostante gli evidenti benefici, ci sono ancora importanti sfide da affrontare:
- Approfondire studi per verificare l’efficienza dei batteri in condizioni ambientali diverse.
- Valutare eventuali effetti collaterali sulla biodiversità locale.
- Potenziare i batteri tramite tecniche di bioingegneria per aumentarne l’efficacia.
Conclusione: una nuova prospettiva ambientale
La scoperta dei batteri capaci di degradare i PFAS apre nuove opportunità nel campo della tutela ambientale, offrendo una soluzione pratica, economica e sostenibile a un problema fino a poco fa considerato insormontabile. Investire ulteriormente in questa ricerca potrebbe garantire un futuro più pulito e sicuro, sfruttando il potere rigenerativo della natura stessa.
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